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Racconti Erotici Etero

La svolta

By 8 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Io e Giulia c’eravamo conosciuti più di un’anno fa in un pub della nostra città, una città che pur nella sua provincialità non e’ mai noiosa, in fondo quando si ha hanno più 20 anni se ne trovano di cose da fare specie se si vive in una zona famosa per i suoi divertimenti. Il gioco di sguardi si era trasformato ben presto in un aproccio, che qualche birra doppio malto di troppo aveva favorito. Il tutto andò come doveva andare e come potete immaginare inizizammo una storia, una bella storia, bella nella sua normalità, normale anche per le nostre abbitudini sessuali. Avevamo preso a frequentare entrambi una chat in cui si radunavano decine e decine di persone della zona, questo era diventato come un vero e proprio locale virtuale dove persone che si erano sempre conosciute o non si conoscevano si incontravano dando vita a decine di “intrecci” amorosi o nuove amicizie, io e Giulia eravamo soliti stuzzicarci su finti rapporti che intrattevamo con quella o con quell’altro chatters. Ultimamente però si era creata una forte tensione tra noi, lei aveva un aria così strana, così misteriosa un atteggiamento nuovo nei miei confronti. Accadde che dovetti andarmene via per qualche giorno, in una città del nord per un breve corso di aggiornamento del Lavoro. In quei giorni ebbi la fortuna di conoscere Sara, una splendida ragazza che riusci in quel momento solo a frasi confidare certe mie fantasie e preoccupazioni, lei sperava in qualcosa in più, ma la mia posizione di fidanzatino modello imponeva una ferrea condotta.

Ma la svolta non fù solo per le mie idee, ci fù anche per Giulia la quale in mia assenza passò dalle parole ai fatti, perche’ quella era la sua natura il suo istinto, lei mi amava avrei scoperto, mi amava anche quando godeva insieme ad un altro. Il mio tesoro ebbe anche la “sventura” di farsi scoprire da un mio amico, il quale (lo ringrazio ancora) mi mise al corrente di quelle che la maggior parte della gente considera malefatte e così pensavo anche io, o forse no, dopo l’incontro con Sara. Furono dei giorni drammatici in cui non sapevo che pesci pigliare se comportarmi come chiunque altro e sbattergli la porta in faccia, oppure ripagarla alla stessa maniera ma in un modo del tutto originale. Alla fine fu la classica soluzione all’Italiana: una via di mezzo. Qui entra in scena Monia, amica di chat ma che avevo visto anche nella realtà e con la quale era maturata una certa intesa, frenata però dalle mie buone intenzioni con Giulia. Accantonate le buone intenzioni i discorsi sempre piu’ espliciti con Monia si tradussero in fatti. La invitai a casa un giorno sicuro che nessuno compreso Giulia ci avrebbe disturbato. Lei arrivò quasi puntuale, gonna jeans e top non troppo stretto, caspita come ero emozionato’un mix tra eccitazione e pudore ma l’idea, l’idea di trasgredire per di piu’ con questa fanciulla così sensuale e così Bionda portava già la mia erezione a buon punto. Le offrii da bere per sciogliere l’atmosfera, nel frattempo lei giocava con i suoi capelli lunghi quanto basta, mi sorrideva, io pensavo da vero duro incazzato “Giulia brutta troietta, tu mi metti le corna ma adesso ti ripago io..e te bel culetto cosa ridi?’non riderai dopo.” Ma Monia di passare per lo strumento della mia ripicca non aveva certo intenzione e lascio spazio al suo istinto da cacciatrice, mi spoglio in men che non si dica, mentre io tentavo di fare altrettanto, una volta nudo lei mi contemplò qualche secondo, per poi uscirsene con a quel punto non potevo far altro che fare tutto quello che i miei sensi e Monia mi avrebbero imposto di fare. Lei si liberò dei suoi vestiti standomi innanzi, avendo cura di lasciarmi ammirare da vicino i suoi slip, anche se erano davvero carini, lisci di seta bianca dopo averli baciati li sfilai. Sempre in ginocchio presi a baciarle la passera senza troppi preamboli in balia dell’eccitazione, strappandole subito mugugni di approvazione, ci stendemmo allora, passando al segno dei gemelli, mi faceva inpazzire Monia scorreva il mio cazzo con la lingua stringendomi le palle con le mani disegnava infiniti percorsi e io traducevo il tutto in leccate furibonde, sempre più profonde nel suo sesso che si apriva alla mia bocca, entrambi durammo credo 5 minuti poi l’orgasmo ci colse a breve distanza, fece una cosa nuova per quelle che erano le mie abitudini tenne il mio miele in bocca in modo da baciarci con i nostri sapori e mischiarceli in una danza di lingue che durò alcuni minuti sin quando non potendoci trattenere ancora, lei mi distese e iniziò a dedicarsi al mio pene per farlo diventare granitico come una donna così si meritava, fu sufficiente guardarla negli occhi verde scuro mentre mi assaporava con la lingua per recuperare in pieno “le forze”, ottenuto quello che voleva, si mise sopra in ginocchio e aiutandosi con le mani s’impalò iniziando una furiosa cavalcata durante la quale il nostro piano per i giorni futuri prese vita, aumentendo se possibile l’ecittazione. andava su e giù come una pazza ogni tanto si fermava cercando di spingerselo piu’ dentro possibile ed io che avevo capito quanto gradisse spingevo verso l’alto, iniziava così ad ondeggiare con il bacino in una danza che portava la mia asta ad adattarsi completamente in lei. Sino a quel momento avevo giocato coi suoi seni delle bellissime tettine a punta e ogni volta che lei danzava io le stringevo i capezzoli aumentendo il suo piacere, portai le mie mani al suo culetto sodo prima stringendo le chiappe assaporandomele al tatto poi spinsi audacemente un ditino verso il suo buchetto lo spacco era bagnato dai suoi umori, tenni il mio medio “alla finestra” sino a quando Monia non se ne usci’ < cosa aspetti' dai'mi piace quella sensazione> , infilato facilmente per una buona metà lei prese a godere intensamente cavalcandomi ad un ritmo che non riuscii a reggere per molti minuti, alla fine della corsa non mi tratteni dal desiderio di affondarle il dito dentro strappandole un urlo mentre lei mi imprigionava facendomi venire dentro, venne anche lei e mentre lo faceva affondava le sue unghie nella mia schiena, marchiandomi nel corpo nella mente, distesi ed immersi nel nostro torpore la mia biondina mi volle rimarcare ancora :

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