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La telefonata galeotta

By 9 Novembre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Mi telefoni e mi dai appuntamento per la mattina sucessiva: alle 9 puntuale.
Il tono è autoritario ma dolce.
Ci siamo conosciuti su internet alcuni anni fa. Ci siamo telefonarti più volte, conosco la tua casa dalle tue descrizioni e dalle foto …. Ma domani è il primo incontro di persona.
Mattina. Ore 8,30. Tra poco sono la lui. Mi assale il dubbio: sto facendo la cosa giusta
Più mi avvicino e più mi assale la paura. Torno indietro. No sono qui e andiamo avanti.
Con questi pensieri giungo al cancello della tua casa. Un cancello in ferro battuto rivestito fa una lamiera per impedire sguardi indiscreti

Ai lati parte un muro di cinta in mattoni alto circa 2 metri.
Non faccio in tempo a scendere dalla macchina per suonare che il cancello si apre
Oltre l’ingresso di stende un viale alberato … passo il cancello lentamente. Mi assale ancora il dubbio di andare via.. Non è più possibile! Il cancello si è chiuso alle mie spalle.
Proseguo lungo il viale inghiaiato e giungo ad uno slargo dove si erge la tua dimora. Una casa stile imperiale.
Al piano terra una gradinata porta al patio circondato da una serie di colonne. Al piano di sopra una fila di finestre fa bella mostra di sé.
Eccoti venirmi incontro
Mi fai segno dove pareggiare.
Mi apri la porta da vero gentiluomo.
Scendo
Ti saluto
La paura è passata. Mi abbracci e mi baci.
Entriamo in casa. Un bellissimo salone ci accoglie. Ci sediamo su un divano e mi offri un caffè bollente. 
Parliamo della casa è di come divertirci.

È un attimo! Sento uno scatto e due cinghie escono dalla schienale e si agganciano dall’altra parte.
Sono legata al divano. Bloccata!

La paura mi assale! Che stupida che sono stata!
Ti chiedo di liberarmi ma tu mi passi dietro e mi metti un bavaglio.
Poi mi metti le polsiere e uniscì i due polsi
Cerco di liberarmi la le cinghie stringono bene.
Mi toglie le scarpe, alzi la gonna e mi sfili le autoreggenti di pizzo e dici,: “meglio non rovinarle”.
Mi accarezzi la pelle delle gambe ed un brivido mi assale. Le tue mani salgono lungo le cosce… Ma poi ritorni verso i piedi.
Mi metti le cavigliere unite da un pezzo di catena.

Mi metti una corda fissata alle polsiere e poi la fissi da qualche parte che è fuori dalla mia vista.
Ad un tuo tocco le cinghie che mi legano al divano si tolgono.
Mi fai alzare e mi ordini di camminare. Posso fare solo dei passi corti: quanto consente la catena. Cerco di oppormi ma la corda che lega i polsi inizia a tirare. L’hai fatta passare ad un anello fissato alla scala che porta al piano superiore.
Mi accorgo che la corda viene arrotolata da un argano e io sono trascinata verso la scala.
Mi ritrovo sotto la scala con le braccia fissate in alto.
Mi sgancii un polso. Mi tiri su la maglietta e mi sfila il braccio che dopo rifissi alla scala. Fai la stessa cosa con l’altro braccio. Mi ritrovo con il reggiseno che non togli perché è, come fa tua richiesta, senza bretelle.
Mi sfili la gonna.
Le tue mani sfiorano la mia pelle. È un susseguirsi di fremiti.
Mi slacci il reggiseno …. Mi stringi i capezzoli tra le dita …

li mordi …

li lecchi.
La tua mano scende sul mio bacino sino ad arrivare ad accarezzare la passera.
“Sei tutta bagnata! Ti piace allora.”
Prendi gli slip e li strappi via.
Sono nuda davanti a te.

Mi stacchi dalla scala e tirando la corda che mi lega i polsi, ti avvii all’uscita. Siamo sul patio. Nonostante sia estate, mi prende un brivido. L’aria fresca della mattina mi fa inturgidire i capezzoli.
Te ne accorgi e tiri fuori dalla tasca due pinzette che mi fissi ai capezzoli.
Scendiamo la scala. Poi il tuo passo aumenta e faccio fatica a starti dietro: la catena mi impedisce di fare passi lunghi.
Giri intorno alla casa camminando sul prato. Inciampo e cado. Tu continui e mi trascini sull’erba.

Arriviamo in un boschetto e mi leghi tra due alberi con le gambe e le braccia allargate.
Mi bendi….
“Adesso iniziamo la punizione,! Hai cercato di ribellarsi. Penso che per iniziare bastino 6 colpi di frusta. Scegli un numero tra 1 e 6. Ogni numero corrisponde ad un attrezzo diverso”.
Come se potessi scegliere. Dico 5
Sento un sibilo e subito dopo un colpo ed un bruciore lancinante
Urlo ma dal bavaglio esce solo un suono attrito. Altro colpo. Sull’altra natica.
Un”altro.. ancora. Il dolore diventa insopportabile. I colpi si susseguono … ho perso il conto …. Il bruciore è terribile…. Poi il nulla! I colpi sono finiti.
Rimane il dolore e il bruciore.

“Ti è piaciuto? Sei tu che hai scelto il frustino da fantino. Bene, ora uso il numero 2”.
Il primo colpo arriva sulle spalle. Sembra un fascio di fili. Non fa male ma un leggero pizzicato. I colpi di susseguono veloci … uno dietro l’altro …

sulla schiena ..

sulle natiche …

sui fianchi …

ahhh sulle tette… 
La pelle inizia a bruciare… Il dolore si fa via via più intenso… Non è più un pizzicorio ma un dolore vero e proprio… Mi contorno ad ogni colpo. Le braccia iniziano a far male da come tiro i legacci…
Sento che mi sleghi e scivolo a terra. Tu mi sostiene e mi accompagni vicino ad un tavolaggio dove mi fai appoggiare
Mi chini sul tavolo…

Il mio ventre tocca il tavolo ruvido. Capisco che mi stai legando al tavolo con le gambe divaricate.
Sono semi cosciente…

Sempre imbavagliata e bendata…
Le tue mani accarezza la mia schiena… Poi le natiche. Sento freddo! Le tue mani sono bagnate di unguento.
La mano scorre tra le gambe e raccoglie il mio umore… Poi si infila nel buchetto e lo lubrifica, .mi prendi per i fianchi … Sento la tua cappella giocare con i due buchino.. entri un po’ in uno … Poi nell’altro .. Mi stai facendo impazzire! Colo come una puttana … un colpo ed entra dentro la figa e mi scopi con foga … dai sto per venire 

Esci … lo appoggi al buco del culo …

un colpo e sei dentro..

che male ahhh …

Ma subito dopo mi invade il piacere

Sento le tue palle sbattere contro il mio culo …

colpi sempre più violenti aahhhh..

Ssiii…

Mi esplosi dentro e mi riempi.
Esci e mi infili un plung.
Dopo un tempo che non so calcolare mi sleghi dal tavolo e mi porti verso casa. Non saliamo lo scalone ma mi fai scendere una scala che porta alle cantine. Passiamo davanti ad una stanza attrezzata di tutto punto per le torture.
Apri una porta di ferro con inferriate.
Entriamo… c’è una branda, un lavandino, una doccia ed un water.
“Questa sarà la tua stanza per i prossimi anni”
Esce. Chiude la porta. Mi fa avvicinare e mi toglie la corda che lega le polsiere. Si allontana.
Sta scherzando o mi terrà prigioniera?
Sento delle voci commesse di altre donne e uomini ma mi sveglio ed il sogno finisce …

ma mi accorgo che non era un sogno. II segni delle frustate sono veri e fanno male. Le polsiere e le cavigliere al loro posto …

Che cretina sono stata. Che cosa succederà adesso?

 

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