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La trasformazione di una giovane mogliettina

By 18 Settembre 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Salve mi chiamo Lulù ho trent’anni sposata da cinque, fisicamente sono alta 1.70 peso 50kg porto una 4 di seno un pò a pera, ho un bel culetto, sono mora di capelli depilata, l’unica cosa che mi ha sempre fatta vergognare da piccola quando andavo in piscina, la mia passerina, perché ho le labbra molto sporgenti ed il clitoride molto sviluppato. Ho due fratellastri ma purtroppo non andiamo d’accordo causa preferenza nei miei confronti da quando ero piccola. Sono sposata con un uomo che mi fa fare una vita agiata, l’unica cosa &egrave che &egrave un mini dotato, ma finora non e mai stato un problema anche se sono multi-orgasmica. Cio&egrave godo parecchie volte. Infatti fino a poco tempo fa mi masturbavo spesso. Dimenticavo, come carattere sono un pò remissiva e molto timida.
Tutto ha incominciato a cambiare quando ho incominciato ad esaudire qualche piccola voglia di mio marito. Insisteva spesso che cambiassi modo di vestire e che cambiassi anche l’intimo. Era stanco di vedermi sempre tutta abbottonata e con mutandine caste &egrave reggiseni che coprivano tutto. I giorni passavano e di tanto in tanto mio marito mi punzecchiava sempre sul modo di vestire.

Io cercavo di girare sempre attorno al discorso in modo che lui la smettesse. Purtroppo tornava sempre alla carica con le sue idee, finché una sera venne a letto più tardi di me e inizio con maniera un po’ rude ad accarezzarmi ma io cercavo di fare la smorfiosa facendo finta di non averne voglia. Ma quella sera in lui c’era qualcosa di diverso, gettò via le coperte mentre io ero di schiena e in un lampo prese le mie mutandine con le mani e le strappò con forza. Allora mi girai cercando di protestare ma la stessa fine fece anche il reggiseno.

Lo guardai restando di stucco! Non seppi cosa dire, tutto d’un tratto mi salto sopra era già nudo con il suo cazzetto in tiro e senza aver cura di me mi penetrò in un sol colpo. Non ero preparata e lo sentii entrare con un po’ di fastidio ma non per molto, perché poi non lo sentivo quasi più. Feci finta di godere con lui e in breve tempo mi venne dentro si tolse e si mise al mio fianco, pensavo fosse finita stavo per alzarmi quando mi prese per i capelli gettandomi nuovamente sul letto. Aveva uno sguardo mai visto prima. Sembrava indemoniato inizio a pizzicarmi i capezzoli a maltrattarmi le tette e in quel momento sentivo la fica bagnarsi, con la mano scese mi afferrò il clitoride torturandolo ed io non resistevo più ed ebbi il primo orgasmo. Non contento mi ficcò tre dita dentro iniziando ad andare su e giù e io godevo come una pazza. Inizio ad insultarmi in tutti i modi ma la parola che ripeteva continuamente era ‘sei la mia schiava, da oggi cambierà tutto.’ E io, talmente presa dal godimento, risposi sempre ‘si’, e lui rincarava la dose, poi mi fece aprire la bocca e mi sputo dentro e mi ordino di ingoiare e io lo feci senza obiettare. Nel frattempo ero già venuta un paio di volte. Ad un tratto si fermò. Ero sfinita. Mi guardo negli occhi e mi disse ‘da oggi farai tutto quello che vorrò io!’ risposi ‘si amore farò qualsiasi cosa vorrai’. nel frattempo, mentre io ero andata in bagno a lavarmi, lui era andato in cucina. Lo vidi arrivare con un sacchetto si avvicinò al mio armadio lo aprì e ci butto dentro tutta la mia biancheria intima eccetto tre paia di mutandine e mi disse ‘ti servono per le tue cose, una volta al mese! il resto si getta. Domani andremo a fare spese e poi passeremo al vestiario!’ L’unica cosa che dissi ‘va bene amore’, e lui ‘amore un cazzo! quando siamo soli mi devi chiamare PADRONE!’. Lo guardai e dissi ‘si Padrone’
Non contento prima di coricarsi aprì l’armadio gettando a terra la maggior parte dei vestiti dicendomi ‘questa robaccia si butta. Metti la nel sacco!’ io mi alzai la presi e la riposi nel sacco senza dire una parola.

Non contento prima di coricarsi aprì l’armadio gettando a terra la maggior parte dei vestiti dicendomi ‘questa robaccia si butta. Metti la nel sacco!’ io mi alzai la presi e la riposi nel sacco senza dire una parola.

Buttai un occhio nell’armadio e vidi che c’erano solamente due vestitini che tenevo per andare in spiaggia e nient’altro. Lo guardai e lui si mise a ridere dicendomi ‘troia, prendi il sacco e portalo fuori nel cassonetto dell’immondizia e cerca di muoverti. Non farmi incazzare!’. Allora lo presi, andai verso l’uscita ma davanti alla porta mi fermai sperando in un suo ripensamento. Ero completamente nuda.

Lui mi arrivò alle spalle con una mano aprì la porta e mi diede una sculacciata molto forte sulle chiappe e finii fuori dalla porta di casa

Fortunatamente vista l’ora tarda non passava nessuno. Feci una corsa fino al cancello lo aprii mi guardai attorno e non vedendo nessuno feci una corsa verso il cassonetto, lo aprii e lo gettai all’interno. Sfortunatamente passando sotto al lampione mi accorsi del vicino alla finestra che fumava ma feci finta di non vederlo e mi misi a correte per rientrare. Ma quello bastardo di mio marito aveva chiuso la porta per lasciarmi nuda ed esposta agli sguardi del vicinato. Ero imbarazzatissima ma la situazione mi eccitava. Suonai il campanello ma non aprii subito e passarono diversi minuti prima che mio marito mi aprisse. Mi lasciò esposta sotto la luce della porta esposta agli sguardi del vicino che probabilmente mi aveva visto completamente nuda.

Speravo non fosse vero perché era una persona molto antipatica. Scontroso e scortese. Entrai in casa senza dire nulla e andammo a letto senza dire più nemmeno una parola.

Alla mattina ci alzammo di buon’ora indossai il vestitino che mi aveva scelto rigorosamente senza intimo. Completamente nuda ed esposta sotto

Bevemmo un caff&egrave e ci avviammo verso il centro commerciale .

Arrivati entrammo in parecchi negozi comprando vestiti di vario genere tutti una taglia in.meno, con gonne al massimo che arrivavano al ginocchio e tutti con spacco dietro o davanti, minigonne di vario genere cortissime e quant’altro sempre con ampie scollature. Poi per ultimo ci fermammo in un negozio sportivo e lì mi prese delle gonnelline da tennista con micro magliette che si e no mi arrivavano a malapena a metà seno

Poi uscimmo e io gli chiesi ‘e l’intimo?’ una sculacciata fortissima mi colpì il sedere, ma ancora più forte la sua voce, quasi fosse uno schiaffo sul viso ‘stronza di una troia, come mi chiamo?’ e sentii inaspettata la mia voce dire ‘scusi padrone’ e lui di rimando ‘ora andiamo a prendere l’intimo adatto alle troie schiave come te.’

Salimmo in auto e partimmo per la strada. Estrasse dalla tasca una banconota mi disse di alzare il vestito e di aprire le gambe e mi mise la banconota sulla fica. Poco dopo arrivammo ad un semaforo dove c’era un mendicante apri il finestrino e gli disse di prenderli. Lui lo fece e con la mano mi afferrò la fica palpandola a ripetizione. Avevo gli occhi chiusi per la vergogna, iniziai a mordermi le labbra perché mi stavo eccitando da impazzire. Avevo la fica fradicia.

Scattò il verde, mio marito salutò il tipo e partimmo. Le sue parole furono immediate ‘sapevo che eri una gran troia ma non preoccuparti che ci diventerai completamente’ io risposi ‘tutto quello che vuole lei padrone’

Arrivammo in un quartiere di periferia e ci fermammo davanti ad un sexy shop. Suonammo il campanello e ci apri una donna non più giovane molto truccata

Entrammo e mio marito chiese delle mutandine per me allora lei inizio a mostrare dei capi. Lui la fermò dicendole ‘mi servono micro perizomi per la mia schiava’ ,lei guardandomi si mise a ridere dicendo ‘ho quello che fa per lei’ ,estrasse da un cassetto dei micro-perizomi mio marito me ne diede uno da provare li davanti a loro. Imbarazzatissima mi alzai il vestito mostrando la mia figa lucida e lo indossai. Il perizoma copriva a malapena una piccola parte delle labbra sotto lasciandone completamente scoperta da meta in su.

Lui disse ‘Queste vanno benissimo! Ne prese alcune paia, poi prese calze autoreggenti traforate reggicalze e top trasparenti.

Pagò il tutto ma prima di uscire quella vecchia offri a mio marito un collare in offerta e lui disse ‘buona idea glielo metta subito’ e cosi fece dandomi un paio di strizzate alle tette ed uscimmo. Ci avviammo verso casa. Lui mi guardava di tanto in tanto sorridendo poi mi disse ‘da oggi in poi il collare lo toglierai quando vorrò io o chi per me.’ quella frase non la capii subito ma risposi ‘come vuole lei, padrone’ .arrivammo a casa scaricai tutto da sola perché lui stava andando a fuori a fumare . E poi lo vidi assieme al vicino che parlavano e li mi corse un brivido sulla schiena.

Dopo poco rientro dicendomi ‘ho invitato Dimitri a venire a prendere il caff&egrave’ preparati truccati bene metti la gonnellina da tennista e la maglietta e stop! Capito? schiava puttana? Questa sera si inizia a fare sul serio.’
Il pomeriggio trascorse senza dirci tante parole. Alle 18 mio marito capitò in cucina dicendomi che il nostro vicino sarebbe arrivato verso le 21. Ribadì il modo in cui dovevo vestirmi poi aggiunse ‘metti anche il mini perizoma e non fare tanto la timida. Davanti a lui non dovrai mai cercare di coprirti anche se ti si vedranno le tette! capito schiava?’

Senza ribattere nulla dissi ‘come vuole lei padrone’, ‘cosi va bene troia, anzi ti dirò di più. Ti dico fin da ora che ho intenzione di cederti a lui quando io non ci sarò!’
In quell’istante iniziai a balbettare qualcosa e lui mi interruppe senza lasciarmi il tempo di dire qualcosa.
Anzi replico dicendomi come dovevo comportarmi durante della serata.
‘Tu mezzora dopo dovrai scusarti con lui e andrai di sopra ti farai una doccia profumandoti per bene voglio che ti trucchi abbondantemente gli occhi di nero. Metterai il rossetto scuro in abbondanza sulle labbra ti farai le codine laterali sui capelli, indosserai il collare, calze autoreggenti traforate con annesso reggicalze. Ti cospargerai il corpo con abbondante olio profumato e ti metterai le scarpe col tacco 12 e tutto quello che ti ordinerò! Hai capito puttana!’. E mentre lo diceva mi arrivò uno sculacciata sul culo!
In quel momento avrei voluto dirgli tante cose. Ribellarmi, ma avevo una strana eccitazione. Sentivo di avere la figa che si bagnava a quelle parole. Ma non ancora contento mi disse che quando ero pronta dovevo posizionarmi davanti alla grande porta a vetro della camera accendere tutte le luci e posizionarmi con le mani dietro alla schiena e con le gambe leggermente aperte.
MI disse ‘Lo devi ricevere così e quando sarai pronta prenderai il telefono e lo chiamerai e gli dirai se per cortesia potrà salire ha scoparti’.
Non sapevo più ne cosa fare ne dire, lui si avvicinò e mi mise una mano sotto il vestito dicendo ‘sei proprio una cagna! Sei fradicia, sei nata per essere schiava’
Continuava ad accarezzarmela ed iniziai a godere. ‘che cagna che sei! Stasera farai tutto quello che vuole! Da stasera sarai sua e di chi vorrà
In preda all’orgasmo dissi ‘Siiiii sono la tua schiava, mi farò scopare come vuoi da chi vuoi! sarò la sua schiava! può fare di me quello che vuole!’ e in quel preciso istante venni copiosamente quasi urlando in un orgasmo devastante!

‘Cosi mi piaci puttana! Vedrai che di cazzi da oggi ne prenderai parecchi. Ti farò aprire per bene tutti i tuoi buchi vogliosi. E vedrai che uno non ti basterà più! La settimana prossima partir per lavoro e prenderà lui il mio posto nel nostro letto. Lui o chi vorrà.’
‘Si padrone, tutto quello che vuole. Sarò sua!’
Cosi dopo quella splendida goduta, tornò nello studio e mi lasciò sola a ripensare alle sue parole
Con rassegnazione, non essendo nemmeno riuscita a ribattere una parola decisi che forse era proprio quella la mia natura. Già da piccola facevo sogni sui miei due fratellastri che mi usavano a loro piacimento e mi facevano scopare anche da altri.
Mancava poco all’ora del suo arrivo. Salii a prepararmi feci in un lampo. Mi guardai allo specchio sembravo proprio una puttana. La gonnellina bianca arrivava appena sotto il culo e bastava un movimento perché si vedesse tutto. Il perizoma, anch’esso bianco, era trasparente, la maglietta talmente stretta arrivava a malapena sotto i seni. Camminai su e giù davanti allo specchio ad ogni piccolo passo la maglietta saliva facendo uscire la parte sotto delle tette. Il gonnellino risaliva arrivando quasi a metà perizoma dove la parte superiore della fica era esposta. Mi guardai e dietro era ancora peggio la parte sotto delle chiappe era in bella vista!
Iniziavo a sentirmi nuovamente eccitata. Avevo i capezzoli duri che sembrava bucassero la maglietta. Decisi di scendere e mio marito mi guardo dicendo ‘quel
sta e proprio la tua tenuta da sciava’.
Suonarono alla porta e mi prese un colpo. Il momento era arrivato.
Mi disse ‘vai ad aprire, salutalo con molta gentilezza e dagli un bacio sulle labbra.’
Dissi ”ma” e lui, con ferocia mi diede uno schiaffo in pieno volto! ‘come osi? Muoviti, poi riceverai la punizione!’ corsi alla porta mi soffermai un attimo deglutii ed aprii. Era Dimitri. quando mi vide sgranò gli occhi.
Prima che dicesse qualcosa lo accolsi con un caloroso saluto mi avvicinai a lui e gli diedi un bacio sulla bocca

Lui era fermo sulla porta basito non sapeva cosa dire. Allora lo invitai ad entra facendogli strada. Naturalmente mi guardo il culo non dicendo nulla. Arrivò anche mio marito che lo invitò a entrare ed iniziò a parlare con lui come se io non ci fossi. Poi con voce ferma ‘vai a preparare il preparare il caff&egrave!’
Mentre ero in cucina li sentii parlare ma non capivo cosa dicessero
Quando entrai in sala col vassoio con le tazzine del caff&egrave, la maglietta si era alzata inesorabilmente mostrando la parte bassa dell’areola. Lui mi guardava con la bava alla bocca. gli passai il caffe mi sedetti di fronte a lui ed in quel momento la gonna si alzò così in alto che con le gambe semi aperte mi si vedeva completamente il perizoma e la figa lucida di umori
Io cercavo di chiudere le gambe ma uno sguardo di mio marito mi fulminò e così lasciai che Dimitri osservasse. Sentivo come se mi stesse scopando con lo sguardo. E l’eccitazione mi prese sempre di più. Accavallai le gambe un paio di volte facendogli vedere per bene la parte superiore della fica che ormai era sempre più bagnata.
Mio marito mi guardò facendomi cenno di andare. Così mi alzai per rispettare gli accordi, e nel farlo mi usci una tetta e mio marito scoppio a ridere dicendo per umiliarmi, ‘Dimitri lo vedi che cagna?’. E Dimitri mi divorava con gli occhi.
Corsi sopra mi spogliai e mi preparai come mi ordinò mio marito. Un’ora dopo ero pronta. Mi guardai allo specchio e mi manco il fiato ero super truccata, con colori molto scuri avevo le treccine, calze e reggicalze scarpe con tacco altissimo ed il corpo che luccicava dell’olio con cui mi ero cosparsa. Avevo la strisciolina di pelo che sgocciolava di olio e le grandi labbra gonfie e vistose
Mandai un messaggio a mio marito dicendogli che ero pronta e dopo due secondi lo sentì salire. Mi guardò e mi disse ‘sei perfetta. Come schiava da questo momento sei sua!’

Ando in bagno e torno con il rossetto nero mi disse stai ferma mi scrisse con il rossetto sulle tette ‘slave di Dimitri’ mentre sulla pancia disegnò una freccia che arrivava al clitoride e disse ‘ora scendo, tu chiamalo!’.
Attesi due minuti e feci la chiamata mi rispose ed io dissi ‘Padrone Dimitri, la prego, la sua schiava l’attende sopra per sodisfare ogni sua voglia’ e riattaccai restando in eccitata attesa.
Dopo aver chiuso la telefonata da pochi minuti sentii la porta della camera aprirsi. Avevo i cuore che batteva a mille. Avevo le luci della stanza tutte accese e due lanpade ai fianchi che mi accecavano e facevo fatica a vedere chì stesse entrando.
Vidi una figura davanti a me riuscivo a mettere a fuoco la vista a fatica. Era propio Dimitri. ‘Lo osservai. Aveva un sorriso beffardo. Mi stava scrutando dall’alto in basso, senza dire una parola.
Continuavo a fissarlo mentre lui d’un tratto mi disse “schiava non mi devi guardare se non te lo chiedo io!” subito abassai lo sguardo e lui replicò “da oggi sei di mia propieta in assenza di tuo marito. Potrò abusare di te in qualsiasi modo mi faccia piacer.” io ero in silenzio e lui disse ancora “e rispondimi quando ti parlo,cagna !” e io “si signore! tutto quello che vuole lei.”
“Cosi va bene. Dovrai imparare tante cose, eri una santarellina, diventerai una troia sottomessa, la mia troia!”
Si avvicino e disse “ti trasformero la mente e anche il fisico. All’improvviso prese il mio telefonino ed inizio ha scattarmi delle foto dicendomi poi queste le avrebbe mandate a qualcuno di mia stretta conoscenza, perché mi dovevo sdebitare per i miei comportamenti scorretti con mio marito, che gli aveva raccontato di quanto fossi stata stronza nei suoi confronti. Una stringa viziata, per cui sarei stata punita.
Mi passarono parecchie cose per la testa ma non capivo a chi volesse inviarle.

Iniziò a spogliarsi. Era poco attraente, con un ventre abbastanza prominente, aveva il corpo con parecchi tatuaggi di femmine nude in pose oscene ,ma abbassati gli slip mostro il più bel cazzo duro che avessi mai visto. Grosso nodoso e rigido, con un glande scurissimo, come la cappella di un grosso fungo. Impressionante! Al confronto di quello di mio marito sembrava quello di un bambino. Si avvicino ed inizio,mi prese un capezzolo tra le dita, lo strinse così forte che sentì contemporaneamente una scossa al cervello e senti incontrollate sia gli occhi che la figa bagnarsi. Mi tirò a se e come una marionetta mi trova con la bocca spalancata mentre mi sputava in bocca…. solo allora mi ficcò la lingua in bocca iniziando a scavarmi sempre più a fondo e mentre prendeva possesso di me le sue mani ovunque strizzavano, tiravano penetravano ogni parte di me. Ovunque, cagna, oggetto nelle sue mani, a sia disposizione.

Si staccò e disse “ti faro diventare una vera troia che soddisfa il tuo padrone e tutti quelli a cui ti darò. Ti sfonderò in ogni buco,” mentre sentivo la mano prendermi la figa afferrarmi le labbra e stirarle tirarle. Mi faceva male, ma ero sua. E poi un dito dentro, poi due, tre, quattro …. mi forzava la figa. Ci frugava dentro, e io, troia e cagna in calore, ero gia fradicia …e lui si accorse subito e per ribadire il concetto “sei proprio Una cagna, sei già così fradicia che fai schifo! Troia!” Senza tanti complimenti mi prese per i capelli mi trascino con i gomiti sul letto, si avvivino al mio orecchio e mi sussurrò “allarga le gambe e non provare a fiatare o muoverti!” E mi diceva queste parole sfilo la cinta dei pantaloni e non feci in tempo a sentire lo schiocco della cinta che sentii un bruciore lancinante bruciarmi le natiche…e poi due tre quattro cinque e poi la punta del suo cazzo maestoso premere le labbra del mio sesso. Tempo di realizzare, con un sol colpo era già dentro tutto fino alle palle..con chiavava avvinghiato ai miei capelli. E mentre mi tirava a se, sentii le cinghiate sul culo ,sulla schiena con violetta inaudita.
E io non riuscivo a crederci, godevo come mai era capitato. Godevo senza controllo, come una Troia, una cagna, un animale da monta.
A questo punto lo tolse dalla figa e sempre senza mai mollarmi i capelli ” cagna, hai già goduto, e senza permesso” mi tirò per i capelli portandomi con il collo sul bordo del letto, mi appoggiò alla bocca il cazzo lucido dei miei umori e mentre mi sfondava la gola sbattendomelo tutto dentro iniziò a scoparmi la bocca come fosse una figa. Sentivo le sue palle contro il naso. Mi prese i seni, ci conficco le unghie e iniziò ‘A tirarmi i capezzoli. Non avevo mai provato prima una sensazione del genere. sembrava che volesse sfondarmi mentre mi dava colpi sempre più violenti. Ero straziata sulla schiena il suo cazzo in gola le tette ormai martoriate e lui incomincio a schiaffeggiarmi la figa. Le tette bruciavano, male le labbra erano un fuoco e lui sempre più preciso iniziò volutamente a colpire con precisione il clitoride. E io non riuscivo a smettere di godere!
Saranno state le sue spinte, le mie convulsioni, ma lo sentì contrarsi e la sua voce ” se ti perdi anche una sola goccia ti appendo di peso per i capezzoli e ti frusto a sangue.”
E con un ultimo colpo feroce lo spinse talmente in gola che le palle mi tapparono le narici e lui inizio ad ansimare come un maiale..
Mi stava sborrando in gola sentivo getti violenti e molto caldi di sperma che scendevano senza sosta e quasi mi soffocava. Lo bevvi tutto e non ne avevo perso nemmeno una goccia. Dopo averlo attentamente pulito con la lingua, mi faceva male la mascella.
Dopo un pò si riprese dicendo “ci divertiremo parecchio, troia! ed io “padrone”

Era gia l’una di notte quando si alzo dicendomi “vedi quelle scritte che avevi sul corpo? indicano che sei la mia schiava, provvederemo a far sì che ci restino anzi ti marchierò la fica come ‘piace a me!”.
Io lo guardai ero stravolta dalle godute che dissi solamente “si padrone. Come vuole lei”.
E lui aggiunse “per quelle due tette ho un altro programma”.
Si alzò prese il mio cellulare ed inviò le foto dicendo “quando ti chiameranno questi due dovrai dire che sei la schiava di Dimitri e che sei a loro disposizione”.
Solo dopo compresi a chi le aveva mandate. (Attendo commenti rispondero ha tutti.)

Quando presi il telefonino in mano guardai a chi aveva mandato le foto e mi raggelò il sangue constatare che le aveva mandate ai miei due fratellastri. Guardando non le avevano ancora viste.
Iniziarono a passarmi mille situazioni per la testa pensavo a cosa sarebbe sucesso con loro. Come avrebbero reagito a quelle foto. Noi non andavamo per niente d’accordo e mi tornò in mente quando ero piccola e fantasticavo su di loro dopo averli visto per sbaglio mentre erano nudi sotto la doccia che si masturbavano. Il maggiore aveva un cazzo impressionante!
Ma il turbamento che avevo mi faceva tremare le gambe ma allo stesso tempo mi eccitava. Non capivo cosa mi stesse accadendo. Mi sentivo sprofondare sempre più nel ruolo di schiava sessuale. Sempre vogliosa, sempre eccita. Mi toccai la fica e due dita scivolarono dentro senza fatica era ancora dilatata dalla scopata di un paio d’ore prima.
Fortunatamente dimitri se ne era andato, così riposi il cell ed iniziai a masturbarmi e un paio di orgasmi mi presero uno più forte dell’altro. Mi misi su un fianco sfinita pensando e ripensando che stavo diventando ninfomane, che avevo per la testa. Solo la voglia di godere sopraffaceva tutto il resto e cosi mi addormentai in un sonno pieno di immagini sempre più conturbanti.
Mi svegliai di soprassalto con il cell che squillava. Era mio marito che chiamava e con fare rude mi disse “ciao troia, ti sei fatta scopare ieri sera?” ed io risposi “si padrone, l’ho fatto.” E lui mi rispose “brava la mia troietta, ci vediamo tra un paio di giorni” e riatacco
Andai in bagno e mi feci una bella doccia. uscii e bevvi un caff&egrave. Mentre mi stavo vestendo mi arrivò un messaggio. Lo guardai ed in quel momento quasi mi cadde la tazzina per terra dallo stupore. Erano i miei fratellastri che mi scrivevano
“brava la nostra sorellina, &egrave diventata puttana e pure la schiava del vicino. Ed &egrave anche gentile il vicino, ci ha mandato delle foto con scritto che sei a nostra disposizione. Cara sorellina, preparati che domani pomeriggio veniamo a trovarti e quel bel corpicino da vacca te lo demoliamo vedrai che la tua fica te la sfonderemo per bene”
… La sensazione di trovarmi in un vortice ormai senza controllo mi gettò nello sconforto totale. Mi misi a piangere e non sapevo dove andare a sbattere la testa. Il mio futuro ormai era completamente compromesso. E con questi pensieri cupi, mi diressi nuda in cucina per prepararmi una tisana.
Ero intenta a preparare il bollitore quando mi scappa l’occhio sul tavolo dove in bella mostra vi trovo un pacco della mia farmacia di fiducia. E mentre sono intenta a pensare chi lo avesse lasciato e cosa contenesse ricevo un sms
‘Hai apprezzato il regalo sul tavolo? E’ per te! Ma non aprirlo. Ora vai a farti una doccia. Cagna!’
Bevvi velocemente la tisana ormai pronta e corsi di sopra, mi sedetti sulla tazza per una pipì impellente e mentre ero intenta a urinare percepii degli strani rumori’
E la porta del bagno si spalancò mostrando Dimitri con i miei fratellastri!
Ero nel panico e sentii la voce del mio Padrone gridare ‘ti avevo ordinato di fare la doccia, non di pisciare! Cagna!’
Ora rivolto ai fratellastri ‘Prendetela, e mettetela nella vasca, e tenetela ferma, puzza di piscio!’
Piangevo per l’umiliazione ma ero solo all’inizio’
Infatti come disse queste frasi si allontanò e mi trovai sola tra le mani di quei bastardi di fratelli che mi stavano sbranando con gli occhi e che a peso mi misero a quattro zampe nella vasca.
Non ebbi nemmeno il tempo di protestare che Dimitri ritornò nel bagno con il pacchetto che era in cucina e lo sentii dire ‘ non ti era stato ordinato di portare sempre il collare? Dopo faremo i conti” Poi rivolto ai bastardi che i tenevano ‘Ragazzi tenetela ferma per bene, non voglio che guardi!’ mi afferrarono la testa mi bloccarono stretta stratta’.le mani ovunque!
Sentivo Dimitri che strappava il pacchetto ma non avevo idea di cosa stesse facendo finché non sentii che mi appoggio un oggetto duro e freddo al buco del culo.
‘Cosa stai facendo? Nooooooooo li nooooooooooo!’ Ma inesorabile mi sentii penetrata e improvvisamente allagata nella pancia’.non finiva più! Mi sentivo sempre più gonfia’.
E la sua voce ‘non vorrai sporcare il tuo padrone vero?’
E in quel preciso istante tolse la canula e mi trovai con crampi fortissimi alla pancia, umiliata dalla loro presenza, e consapevole che il mio destino sarebbe stato sconvolgente.
Loro ridevano bellamente e i due fratellastri, non contenti della mia situazione iniziarono a palparmi sempre più intensamente la pancia.
E avvenne il disastro’.
Tra rumori e odori nauseabondi mi svuotai completamente. Piangevo disperata. E senti Dimitri dire ai due fratelli
‘Lavatela la cagna con un getto di acqua fredda e quando sarà presentabile portatela in cucina come sapete voi!’
Mi ritrovai congelata , umiliata e piangente legata con le caviglie strette alle gambe del tavolo, il seno schiacciato sulla superficie e le braccia stirate dai due fratellastri che mi guardavano ridenti mentre mi tenevano per i polsi. Il culo e la figa completamente esposti.
E la percezione di Dimitri dietro di me ‘
E il sibilo della prima cinghiata sulle cosce
Una, due, treeee, quattrooooo, cinqueeeee’.
E poi sul culo, non so nemmeno quante’
E la sua voce che mi dice ‘Questo per non avere il collare’.secondo me lo ricorderai la prossima volta!’
Ormai ero una bambola di pezza e quando mi sorpresi penetrata nella figa da quel cazzo meraviglioso non fui nemmeno sorpresa. Anzi era la naturale conseguenza. Ero di sua proprietà e godeva di me. Ma nello stesso tempo mi accorgevo che ormai anch’io godevo di lui, della situazione, della mia depravazione della loro presenza. Ma’.
Mentre stavo per godere, giusto un attimo prima che raggiungessi l’orgasmo lo sentii sfilarsi.
‘nooooooooo perchéééééé?’
Non mi diede risposta non ce ne fu bisogno. Senti infatti il suo enorme fungo appoggiarsi al mio sfintere e forzarlo. Non usò lubrificante, solo i miei umori. Lo sentivo spingere, lacerarmi, finché non fu dentro fino in fondo. Sentivo le sue palle sbattere sulle mie grandi labbra. Iniziò a muoversi come un forsennato dentro di me. Dolore atroce!
E la sua voce che mi urlava ‘Cagna, ora sei completamente mia!’
E poi ai miei fratelli bastardi’ ‘Che ne dite di far godere la troia?’
Non se lo fecero certamente ripetere. Mi mollarono i polsi e siccome mi divincolavo come un’anguilla, uno mi afferrò per i capezzoli, tirandoli fino a quasi strapparli. L’latro invece inizio a tittillarmi il clitoride’.
Era una confusione totale di emozioni dolore piacere e dolore. Umiliazione feroce. E non poter gestire il mio corpo faceva esplodere in me nuove emozioni.
Mai cosi piena, mai così posseduta, mai cosi impastoiata, mai cosi stimolata, mai cosi annientata mai così”.
‘godooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo’
Inaspettato improvviso ed esplosivo l’orgasmo più forte che avessi mai provato mi travolse
Tremavo sussultavo non ragionavo e senti la mia voce sussurrare
‘grazie padrone!’
Ma Dimitri non aveva ancora finito’
Lo sentii dire ‘Portami il tappo’ e poi dopo essersi sfilato da me dirmi mentre mi metteva nel culo un cuneo di gomma.
‘ora finisci il lavoro di bocca. E vedi di farmi godere alla svelta.’
Puzzava terribilmente e era sporco del mio contenuto’. Esitai. E una serie di ceffoni mi colpirono il viso finché non lo presi in bocca e lui incomincio a scoparmi la gola. Cattivo! E venne nel giro di poco tempo.
Ero distrutta. E lo sentii dire ‘la prossima volta preparati il culo da sola. Se non vuoi mangiare il tuo contenuto!’ e poi rivolto a tutti i presenti.
‘il culo deve essere sempre tappato. &egrave mio, ora fatene quello che volete, le chiavi di casa ve le ho date quindi potete venire quando volete. Scopatela pure, in figa o in bocca. Ma che sia sempre con il tappo nel culo e il collare al collo’
E così dicendo mi lasciò in loro balia’.’ciao cagna! Alla prossima!’

Loro mi guardarono con uno strano ghigno. Si spogliarono velocemente mettendo in mostra due cazzi lunghi e lucidi. Mi presero per i capelli e, senza tanti preamboli, il più vecchio iniziò a scoparmi la fica con violenti colpi che mi facevano sobbalzare avanti e indietro l’altro, il più giovane mi afferro per i capelli ficcandomi violentemente i cazzo in bocca a tal punto che facevo fatica a respirare.
Ogni volta che estraeva il cazzo dalla bocca mi usciva una quantità di saliva che colava dal mento fino a bagnarmi completamente le tette. L’altro continuava a scoparmi con veemenza fin che non resistetti oltre ed ebbi l’ennesimo orgasmo. Ormai le braccia facevano fatica a sostenermi e mi gettai sul petto, ma venni spinta via con violenza.
Mi girarono sul letto ed uno di loro mi venne sotto impalandomi in un sol colpo, l’altro sali in piedi sul letto e con il cazzo tenuto tra le mani inizio ha scoparmi la bocca con molto ardore.
Quello sotto inizio a schiaffeggiarmi le tette dicendomi continuamente ‘troia, puttana, senti il cazzo di tuo fratello che ti sfonda! Sei una cagna schifosa!’ e continuava sempre più forte. Le tette iniziavano a diventare rosse paonazze e i capezzoli ormai ipersensibili mi dolevano da impazzire ma, mio malgrado, non riuscivo a muovermi. Ero letteralmente bloccata. Poi ormai quasi soffocata, tutta dolente, quando ormai pensavo di non resistere oltre, senti che il fratellastro più giovane si sfilò dalla mia bocca e dicendo ‘brava la nostra sorellina tanto santarellina quanto puttana!’ ,mi prese per i capelli schiaffeggiandomi e dicendomi ‘ti faremo prendere tanti di quei cazzi che non riuscirai a tenerne il conto’ .mi girò attorno sempre tenendomi per i capelli mentre l’altro continuava ha scoparmi violentemente strizzandomi le tette facendomi urlare dal dolore ma, allo stesso tempo, impazzivo di eccitazione.
All’improvviso sentii il più giovane alle spalle. mi afferrò per le spalle e mi spinse in avanti finché il mio seno dolente si schiaccio sul torace del fratellastro più anziano che immediatamente mi afferrò immobilizzandomi e ficcandomi la lingua in bocca iniziò a baciarmi riempendomi della sua saliva. A questo punto, sentii il più giovane dietro di me armeggiare con le mie chiappe aprendomi come sempre di più. Sentii la sua mano che mi esplorava aiutando il suo cazzo a posizionarsi nella giusta posizione. Lo sentii spingere per cercare di entrare nella mia figa ormai sfondata dall’altro cazzo. Cercai di dimenarmi, di negarmi, ma era impossibile. Il mio fratellastro mi teneva talmente stretta che piano piano lo sentii entrare, finché non li sentii completamente dentro di me. Piena come non mai.
Iniziai a contorcermi per cercare di liberarmi ma non riuscivo a muovermi più di tanto. Anzi sentivo che ogni mio movimento regalava a loro maggior piacere. Il dolore era forte ma percepivo che a ogni mio movimento una scintilla di godimento mi dava una scossa nella figa che sentivo diventare sempre più bagnata. Il più giovane si accorse del mio stato e ne approfittò iniziando a scoparmi con sempre maggior forza. E sentire due cazzi che mi scopavano era sempre più inebriante. Stavo letteralmente impazzendo. Quello che all’inizio era dolore puro pian piano si trasformava in piacere e a ogni colpo sobbalzavo piena di cazzi che mi sventravano. Godevo come una pazza, anzi come la troia, la cagna che vedevano in me. E gli orgasmi si susseguivano senza sosta e non riuscivo più ha trattenere la voglia urlando a squarciagola
‘siiiiiiiii sono la vostra cagnaaaaaaaaaaaaaa, Sfondatemiti, voglio i vostri cazziiiiiiiiiiiiiii! Fatemi godereeeeeeeeeee’.
Entrambi mi davano forti colpi che mi procuravano orgasmi continui. non mi sarei mai aspettata una cosa del genere non riuscivo più a reggermi in nessun modo. Mi sentivo come se fossi di pezza. Mi lasciai completamente andare in loro balia. Sembravano non essere mai sazi, continuavano ha stantuffarmi senza nessun ritegno. Ero completamente piena con il plug nel culo e due cazzi in fica che me la slabbravano.
Uno alla volta si tolsero e tirai un sospiro di sollievo mi fecero girare e mettere a gambe aperte allungai una mano per sentire il mio stato e constatai che la mia fica dolorante era completamente dilatata. Sentii un enorme buco e non riuscivo a percepire la presenza delle tre dita della mano che avevi inserito per verificare cosa era rimasto delle mie povere ninfe martoriate. I due continuavano a insultarmi in tutti i modi possibili. Presero un cuscino e me lo misero sotto al culo dicendo adesso ti sborriamo in fondo alla fica e tu poi dovrai restare così finché la nostra sborra non seccherà dentro il tuo corpo da troia.
Mi salirono sopra e uno alla volta iniziarono a scoparmi con ardore cercando il loro piacere. Prima uno e poi l’altro. Io rimanevo immobile. Riuscivo a malapena a sentirli andare su e giù finché gemettero come animali riversando in me il loro sperma.
Ero la loro cagna da monta sporca, imbrattata e piena del loro seme.
Un animale. Come confermavano i loro sguardi di disgusto.

Lulù, dopo le due esperienze con Dimitri, il suo nuovo Padrone e i due fratellastri, viveva in casa in uno stato di angoscia costante. Non sapeva più cosa pensare di se. In pochi giorni, si trovava la vita completamente mutata. Certo in parte per colpa sua. Se solo si fosse comportata da brava mogliettina con il marito e lo avesse assecondato, oggi non si sarebbe trovata così in imbarazzo. Ma d’altra parte quello che la sconvolgeva era il fatto che tutto quel vortice di emozioni le aveva fatto scoprire il suo lato animale. Si sentiva veramente cagna, ma faticava ad ammetterlo. O meglio era preoccupata delle conseguenze. Certo scopare con il marito, oggi, ora era assolutamente impensabile. Era talmente minidotato che se non lo sentiva nemmeno prima, figurati ora che era completamente aperta.

Mentre era assorta in questi pensieri ricevette la telefonata del suo padrone che le diceva che sarebbe passato di li a poco e che doveva prepararsi per uscire.

‘Troia, quando arrivo ti voglio pronta. Il vestitino più corto che hai, niente intimo. Scarpe con tacco almeno 12′ e truccata come la puttana che sei!’

E fu cosi che si buttò sotto la doccia in fretta e furia, si mise nuda davanti allo specchio a pettinarsi truccarsi pesantemente. Finito di truccarsi si sedette sul wc per fare pipì quando si trovò sull’uscio Dimitri che la guardava con quel suo sguardo assolutamente poco rassicurante. La sua voce dire ‘non sei ancora pronta troia!’ e mentre lo diceva l’afferrò per i capelli trascinandola in camera.

Le facevano un male cane e non riusciva a liberarsi. Si trovò così a quattro zampe sul letto. E Dimitri che le diceva “troia schifosa, la vuoi capire che devi ubbidire? Dov’&egrave il collare? E il plug nel culo?” E mentre lo diceva sfilò la cinghia dai pantaloni e le urlò “ora ne prendi venti e voglio che le conti tutte…se perdi il conto ricomincio da capo!”

E iniziò a colpirle il culo lasciandole strisce viola sulle natiche.

“Uno, due, treeee, quattroooooo,,,,” il quinto arrivò seguito dal sesto e invece di contare “bastaaaa Padrone, non ne posso più, pietààà!” Ma Dimitri, senza scomporsi….

‘si ricomincia ‘

E ricominciò a dar cinghiate forti e decise e Lulù riprese a contare sempre più a fatica tra mille lacrime, ormai con il trucco disfatto. Colate di mascara sul volto completamente segnato, così come il suo culo ormai gonfio e violaceo, fino all’ultima tra tremiti e lamenti sentii la propria voce tremante “vvveennttttiiiiii”

Dimitri era proprio cattivo ma anche capace di cogliere ogni particolare e si accorse prima di lei della figa pulsante ormai lucida dei sui umori che le colavano abbondanti . Non si capacitava ma tutto quel dolore l’aveva eccitata. E lui ‘sei la mia cagna in calore, vestiti che andiamo! Ma prima fatti mettere il plug e il collare. Non hai ancora imparato la lezione?’ e cosi dicendo, senza nessun riguardo le infilò il plug, poi, prendendola per i capelli le disse, ‘vestiti e sbrigati’

Lulù singhiozzante si alzò prese il vestitino e se lo infilò dalla testa e mentre lo faceva si vide riflessa nello specchio con i segni blu che non lasciavano alcun dubbio sulle cinghiate appena ricevute si accorse che il vestito era così corto che chiunque avrebbe visto che era appena stata battuta.

Ancora sconvolta dal trattamento, le lacrime agli occhi, si trovò con il collare al collo e Dimitri davanti a lei che le infilava il moschettone del guinzaglio e’

‘sei pronta, usciamo!

Non riusciva a reagire, a parlare. Era ancora a piedi nudi con il trucco sfatto e Dimitri che la tirava come fosse una cagna riottosa. E si sentiva il culo pieno e mostruosamente imbarazzata perché era a tutti evidente che non era altro che un oggetto.

Uscirono in strada, saranno state le 16.30 del pomeriggio, al massimo le 17.00 e nella strada iniziava a tornare la gente a casa. Si vergognava da matti. E più si vergognava più si eccitava.

Dimitri, intanto la trascinava borioso verso la sua macchina. ‘tu sali dietro. Mettiti a 4 zampe tra i sedili come la cagna che sei!’ e lei si accucciò.

Non vide dove stessero andando ma quando si fermarono e le venne aperta la portiera, e Dimitri la prese per il guinzaglio, si accorse di essere davanti a un locale un po’ malfamato della città. Era un centro estetico di cui si vociferava offrisse anche altri servizi.

Si diressero verso la porta d’ingresso e lei al guinzaglio sempre più sconvolta, umiliata, incapace di opporre resistenza ma sempre più eccitata.

La porta si spalancò e si trovarono in un locale scuro. Venne loro incontro una vecchia megera che fissò Lulù con un sorriso sardonico e rivolgendosi solo a Dimitri ‘Carissimo, benvenuto, &egrave questa la cagna da preparare? Un gran bell’animale!’

Dimitri orgoglioso le porse il guinzaglio e le disse ‘gliela affido, io mi accomodo in sala in attesa che sia pronta’

E così dicendo si trovò tra le mani della sconosciuta, mentre vedeva il suo padrone allontanarsi, che presa per il guinzaglio la condusse docile tra stretti oscuri corridoi in una saletta deve era presente una ragazza minuta, tutta tatuata e completamente rasata, armata di aghi ugelli e boccette dai mille colori.

‘ciao bellezza che vuoi che ti disegni?’ e la vecchia megera di rimando ‘E’ la cagna di Dimitri. Vuole il solito marchio. Ma questa volta lo vuole sul pube!’

La ragazza allora ridendo la guardò negli occhi e rivolgendole la parola, ‘su cagnetta, a cuccia sul lettino, ma prima togli tutto. Non ti servirà più per un po’.’ Lulù spostò le spalline e lasciò cadere a terra il vestitino rimanendo completamente nuda e mettendo in mostra tutti i segni delle cinghiate.

‘oh cara mia, ne hai da imparare di cose prima di diventare una brava cagnetta’su sali sul lettino e metti le gambe sulle staffe. Come quando vai dal ginecologo,’ poi scoppiò in una risata e ‘mi piacerebbe esserci la prossima volta che ci vai’

Lulù salì e si mise in posizione ma appena sistemata sentì la voce della megera ‘non ti hanno insegnato che devi presentarti con la figa liscia, cosa sono questi pelazzi schifosi? Parlerò io con Dimitri che ti metterà bene in riga. Ma mi sa che ti piace, vero cagna? A giudicare da come sei bagnata” e mentre lo diceva le infilò due dita dentro la figa ormai completamente fradicia e li estrasse grondanti. ‘leccami le dita e puliscimele. E tu Sandra, (si chiamava così la tatuatrice) provvedi a strapparglieli tutti!’ attimo di terrore!

Quando dopo poco tempo Sandra iniziò a stendere uno strato di cera calda sulle grandi labbra, sul monte di venere e ‘la troia ha peli anche sul buco del culo, ma si &egrave infilata un plug nel culo. Provvedo anche li?’

La megera ‘certo, deve essere completamente pulita. Parlerò io con Dimitri e gli darò alcuni suggerimenti. Per adesso provvedi così’ e con un gesto rapido le stappò letteralmente il culo e le glielo mise sulle labbra dicendole ‘ecco il tuo succhiotto, tienilo in bocca e non farlo cadere!’

Era distrutta, moscia. Ma lo strappo deciso la sveglio dal suo torpore. E si ritrovo bollente, irritata, ma completamente liscia come una bimba.

‘ritappala.!’ La voce fredda della megera.

A questo punto sandrà le mise una benda sugli occhi. Le disse ‘deve essere una sorpresa.’

Iniziò così il suo vero lavoro. Sentiva minuscole fastidiose punture che le passavano sullla pelle irritata dove prima aveva il suo ciuffetto attorno alle labbra della figa, più sopra’finch&egrave non senti ‘E’ pronta ‘

La megera la fece scendere dal lettino ginecologico le tirò il guinzaglio e la condusse in un locale dove percepii del brusio.

‘ecco la schiava di DIMITRI. Ora provvederà pubblicamente a farla definitivamente sua!’

Venne portata contro una parete. Le presero polsi e caviglie e la fissarono come se fosse in croce. Gambe e braccia completamente divaricate. E senti la voce di DIMITRI ordinare ‘forza cari fratellastri, sollevatela ponetela in posizione e portatemi gli strumenti’

C’erano anche loro! Come era ridotta. E magari erano presenti altre persone.

Si sentii sollevata e sballottata. Poi adagiata, probabilmente su di un tavolo. Senti le tette bagnate. Dall’odore le sembrava le stessero disinfettando i capezzoli.

‘la troia &egrave pronta’ a questo punto la sua sorpresa fu enorme quando senti Dimitri dire ‘Caro amico aiutami!’ e la voce di suo marito ‘con molto piacere. Da oggi la troia sarà completamente tua. Ora possiamo sbendarla. Cosa ne dici?’

‘certo ora la sorpresa &egrave finita’ e con un lesto gesto le scoprii gli occhi. Bagliore di luci’

La sala era piena di gente!

Dimitri disse a suo marito ‘Prendi quella pinza, si quella con i due fori” e detto questo lui si armò di una specie di punteruolo di un diametro piuttosto grosso. Due o tre millimetri. Con un’ accendino accese una fiamma e lo mise ad arroventarsi. Era terrorizzata.

Vide suo merito avvicinarsi afferrarle il capezzolo destro con la pinza. La guardava negli occhi eccitatissimo.

Lo afferro lo strinse e lo tirò. Le faceva malissimo ma non fu nulla rispetto al dolore che provò quando Dimitri le infilò il punteruolo rovente trapassandola. Ora rivolto ai fratellastri ‘ora passatemi l’anello’.

Era grosso, aperto in due metà bagnato di disinfettante. Sfilò il punteruolo e disse al marito ‘via la pinza.’ E in quel momento le forzò il nuovo buco infilando l’anello e poi chiudendolo con uno scatto.

Bruciava maledettamente, era pesante e tirava’.ma non fece nemmeno in tempo a percepire il suo corpo che subito si occuparono di quello sinistro. Ora sapeva. E il dolore fu addirittura più forte.

Poi Dimitri una volta finita l’operazione si sedette al centro della sala su di una poltrona.

‘Slegatela e portatemela qua a quattro zampe.’

La slegarono e prima di metterla a quattro zampe le portarono uno specchio perché potesse osservarsi. Le tette gonfie i capezzoli viola e tumefatti dalla perforazione che pendevano verso il basso per il peso dei due anelli grossi e pesanti, Sembravano in ferro, tre o quattro mmillimetri di spessore e tre o quattro centimetri di diametro. Ma la cosa sconvolgente era il tatuaggio. Sul monte di venere splenda la scritta in caratteri gotici “cagna in calore di proprietà di Dimitri” e appena sopra il clitoride il suo marchio. Una “D” decorata.
Non ebbe bisogno di aiuto. Si senti veramente una cagna e si mise da sola in ginocchio e a quattro zampe raggiunse il suo padrone che l’aspettava pronto con il suo cazzo durissimo offerto. A quel punto, quando lo ebbe ingolato tutto lo senti rivolgersi alla sala ‘la troia sarà felice di essere imbrattata con le vostre sborrate. Siete tutti invitati a darvi da fare’

E così, dolorante si trovò sotto gli occhi del marito e dei fratellastri, della megera di Sandra, e di tutti gli ospiti del locale a spompinare Dimitri mentre tutti si segavano. Ovviamente il primo a schizzare fu il marito che le spruzzo sulla spalla e sul seno poi i fratellastri e gli altri e infine il suo padrone ‘Bevimi tutto, Troia. Sei mia!’ Dopo la trasformazione mi lasciarono riposare un paio di giorni cosi i segni delle cinghiate si attenuarono fono a sparire quasi completamente. Ma dentro di me li sentivo ancora pulsare.

Anche il dolore ai capezzoli diminuiva e quegli anelli non mi facevano più male ogni volta che mi muovevo ma la loro presenza mi dava un senso di perversione. Mi permaneva nella mia testolina. E ogni volta che mi vedovo nuda davanti allo specchio e vedevo la scritta e il suo marchio, sentivo che la figa iniziava a pulsare e si bagnava. Non c’era verso, ormai non riuscivo più a levarmi dalla mente tutto quello che avevo provato in quei momenti.

Ero assorta nei miei pensieri quando mi giunse una telefonata da mio marito che mi avvisava che per alcuni problemi sarebbe rientrato solamente il girono successivo. Fu molto sbrigativo e subito riattaccò salutandomi e dicendomi ‘cosi ti puoi divertire ancora un po’, vero troia?’.

Ero distesa sul letto pensando e ripensando hai miei fratellastri che mi avevano violentata senza scrupoli e mi sembrava una cosa inverosimile quanto realmente accaduto. Ma il ripensare mi faceva rivivere le stesse sensazioni. Mi sentivo turbata, ma fu naturale portarmi la mano sulla fica e constatare che stava letteralmente colando. Mi sentivo veramente una cagna in calore. Senza alcuna volontà se non quella di godere. E la mia mano si mosse e iniziò, sempre più intensamente a sfregarmi il clitoride. Dal primicio lentamente poi sempre più forte fino a non avere più alcun ritegno. Le dita scivolavano dentro prima una, poi due. Non mi resi neppure conto che mi trovai che mi stavo scopando da sola conficcando dentro di me l’intera mano, fino al polso. Ero ormai così aperta che la mano intera stava dentro di me senza ma non riuscivo a provare il piacere che cercavo.

Avevo bisogno di più. Dell’umiliazione, del dolore. Di sentirmi animale, cagna del mio padrone.

E fu cosi che iniziai ha strattonare i grossi anelli che avevo ai capezzoli. Li tirai, li torsi, fino a iniziare a sentire un piccolo dolore. E li forzai ulteriormente. E il dolore aumentò mescolato con le stimolazioni continue che mi stavo regalando alla figa. Sentivo l’orgasmo crescere ma non arrivava ancora. Il dolore non era ancora sufficiente! Mi afferrai il clitoride. Con le unghie. Solo allora la scossa elettrica di dolore arrivò come una fucilata al cervello e l’orgasmo mi esplose fortissimo fino a sconvolgermi completamente e lasciandomi inerte e abbandonata in un sonno profondo.

Mi svegliai che fuori era buio. Scesi perché avevo un po’ di fame. Davanti al frigorifero trovai appeso un biglietto. Era di Dimitri. ‘se hai fame, la tua cena &egrave pronta. Nella ciotola. Cagna!’

Fu così che guardai nell’angolo della cucina e vidi la ciotola in acciaio con la scritta ‘LULU” ricolma di croccantini.

Fu una fucilata. Nella mia mente, nella mia anima nella mia pancia. Mi inginocchia e q quattro zampe mi diressi nell’angolo. Mi vinsi e inizia a mangiare. E quasi per magia la mia figa inizio a colare. ‘il mio padrone mi voleva!’

Ormai il mio degrado era arrivato a un tale livello che avevo la fica sempre pulsante. Il desiderio di essere scopata era sempre più insistente. Non capivo cosa mi stesse capitando. Forse stavo diventando ninfomane o forse una vera cagna. I giorni passavano e il mio essere schiava e cagna stava ormai diventando sempre più degradante.
Non vedevo mio marito da giorni e la presenza di Dimitri mi ricordava sempre più cosa fossi ormai diventata: un animale, il suo!
I sentimenti che provavo per lui erano sempre più profondi. Lo temevo per i suoi scatti di rabbia. Per il dolore che mi infliggeva ogni qual volta disubbidivo ai suoi ordini. Lo apprezzavo ogni qual volta si prendeva cura di me, anche se in maniera brutale. Lo adoravo per come mi scopava, la figa, il culo, la bocca, la mente e l’anima.
Ormai tutte le volte che passava da casa mi metteva il guinzaglio, mi portava fuori a sporcare, e poi mi portava in cantina, sempre a quattro zampe, e mi lavava con il getto dell’acqua. Poi mi portava al piano di sopra mi metteva in posizione e mi scopava il culo. Qualche volta mi permetteva di masturbarmi davanti a lui. E io ero felice.
Un giorno arrivò in casa con una donna molto procace. Era una sua amica, mi disse. Era molto elegante, stivali alti, oltre la coscia, un vestito nero fasciante con uno spacco vertiginoso davanti che arrivava fin quasi all’inguine. Una scollatura così profonda da cui si intuiva un seno florido.
Mi disse ‘Lady Morganaaa (così si chiamava) e io andiamo in salotto. Tu vai a cuccia sul tuo cuscino! Verrai chiamata al momento opportuno!’ ‘.
Sentivo che parlavano tra di loro ma non riuscivo a comprendere bene cosa stessero dicendo. Avevo l’impressione che parlassero di me, del mio livello di educazione, di come mi sentissi animale, o una cosa del genere.
Sentii un fischio e mi misi a trotterellare verso la sala scodinzolando con il mio plug nel culo come mi aveva insegnato il mio padrone a suon di cinghiate. Ma appena dentro la sala mi trovai paralizzata. I due stavano limonando amorevolmente come se non ci fossi. Anzi appena mi videro sull’uscio, ferma immobile, lei con voce ironica ‘E questa la chiami obbedienza?’
E Dimitri di rimando, ‘perché sapresti fare di meglio?’
Lady Morgana si alzò e mi guardò, poi rivolto a Dimitri gli disse. ‘Le hai mai fatto fare veramente una cosa che non voleva?’ E Dimitri, ‘Le ho rotto il culo! E si agitava come un coniglio scozzato!’
Lo disse con un fare così orgoglioso che sembrava un pavone. Lei lo guardò e gli disse ‘La troia ha goduto? Allora le hai fatto fare solo quello che voleva ma non osava chiedere.’
Poi rivolta a me ‘ cagna vieni qui ai miei piedi. E inizia a leccarmi le scarpe’.’
Non riuscivo a muovermi. Anzi indietreggiai! E a quel punto sentii la voce di Lady Morgana che diceva ‘prestamela e te la renderò una vera cagnolina ubbidiente!’ poi prosegui ‘ma a una condizione. Che possa farle tutto ciò che voglio. Qualunque cosa! Poi se non la vorrai più la venderemo all’asta delle schiave usate!’
Rabbrividii. Paralizzata, sconvolta. Cosa mi stava succedendo? Speravo di sentire la voce del mio padrone che mi proteggeva ma allo stesso tempo ero terrorizzata all’idea di finire nella mani di quella Mistress dallo sguardo di ghiaccio. Ma soprattutto perché mi bagnavo? Perché avevo i capezzoli duri e gli anelli che tornavano a dolermi? Perché?
E mentre i pensieri correvano la voce di Dimitri che diceva
‘E’ tua’fai un po’ quel che ne vuoi’&egrave sempre talmente eccitata che un po’ mi ha stancato!’
E fu così che mi ritrovai nuda al guinzaglio di Lady Morgana che a colpi di staffile mi tirava in strada verso il suo suv parcheggiato davanti al cancello di quella che fu la MIA casa.
Lo sportello posteriore spalancato un colpo particolarmente feroce tra le cosce e ‘Su salta nel baule, cagna.!’
Il baule era scomodo, vetri oscurati, così mi accuccia in un angolino cercando di non essere sballottata più di tanto. Ma in quella posizione era quasi impossibile non soffrire il mal d’auto. E sembrava che le curve non finissero mai. Percepivo che ora ci stavamo dirigendo su una strada sterrata. E ogni buca mi faceva sobbalzare così come il plug conficcato dentro di me. Lo sentivo muoversi, stimolarmi e senza accorgermi mi trovai cosi eccitata dal sentire l’esigenza di masturbarmi. La mia mano scivolò tra le mie ninfe e iniziò a sfiorarmi il clitoride. Il mio respiro si faceva sempre più intenso. Ero ormai così vicina all’agognato orgasmo che sentii la mia voce ‘oooohhohhhhhhhhhh’. Una forte frenata.
Lo sportello si aprii e Lady Morgana mi apparve, rossa in volto ‘come ti permetti, lurida cagna?’ e improvvisa una mano mi afferrò i capelli trascinandomi a terra in mezzo a polvere e ghiaia. E improvvisa una gragnuola di colpi di staffile iniziò a colpirmi in ogni dove’
Mi colpiva la figa le tette la pancia. Sempre con più cattiveria. ‘come ti permetti di godere senza permesso? Come osi?’ e giù ancora colpi. Inizialmente cercavo di coprirmi, ma inutilmente, e più imploravo di smettere più i colpi continuavano a colpire sempre più feroci.
Non mi resi nemmeno conto che mi ritrovai inginocchiata ai suoi piedi a supplicarla di smettere mentre con la lingua le stavo pulendo le sue scarpe impolverate e la mia voce singhiozzare ‘pieta Padrona, Mi scusi, non lo farò mai più. Ubbidirò a qualunque suo comando, ma la prego basta. La supplico!’.
E la sua voce di rimando, ‘per ora può bastare. Ma appena saremo al castello faremo i conti e vedremo se sarai veramente ubbidiente come dici!’
MI fece risalire nel baule e riprese a guidare. Mi guardavo la pelle. Era tutta segnata di strisce viola, da alcune uscivano addirittura minuscole gocce di sangue. Anche le grandi labbra erano tumefatte. Ma la sensazione di calore dentro di me, il desiderio di godere non era minimante cessato. Ma ora, ogni buca, ogni oscillazione dell’auto oltre ad essere ulteriore fonte di eccitazione era anche nuova fonte di dolere.
Finalmente arrivammo a destinazione e sentii la portiera aprirsi e la signora che diceva, suppongo a una inserviente, ‘prendi la cagna e portala dal veterinario!’
Si presentò al portellone una ragazza molto giovane e graziosa. Aveva un corpetto strettissimo in vita che le facevano esplodere le generose mammelle almeno una quinta, i capezzoli forati con due anelli altrettanto grossi ma ai quali erano fissate due catenelle che le giravano in torno al collo e li tiravano in alto, molto in alto. L’inguine completamente glabro era con due grossi anelli che le bucavano le grandi labbra ai quali erano appese due medagliette con in sovraimpressione LM intrecciate tra di loro.
Ai piedi stivali altissimi che arrivavano fino a metà coscia. Ma la cosa sorprendente erano i tacchi. Così alti che sembra camminasse in punta di piedi.
Mi disse. ‘Giù, a 4 zampe!’ mi mise il guinzaglio e si incamminò con me al seguito, come una vera cagna, verso il castello. E fu così che vidi il suo culo nudo. AL centro un plug enorme e su entrambe le natiche le stesse lettere intrecciate, LM; non tatuate, marchiate a fuoco!
Ahim&egrave camminava nel vialetto di ghiaia e ad ogni passo le mie ginocchia erano sempre più doloranti. Finalmente arrivammo davanti a una porta che si apriva in uno stanza tutta piastrellata di bianco. Odore di disinfettante, luce intensa e in fondo alla sala una scrivania con una dottoressa in camice bianco molto sexy.
Questa si avvicinò alla ragazza e le disse, ‘Dammi il guinzaglio che provvediamo a prepararla, tu nel frattempo vai a chiamare la Lady Morgana. Vuole assistere!’ e così dicendo mi trascinò nella sala adiacente. Che sembrava più una bagno con delle docce. Alle pareti erano fissati anelli per legare le cagne e senza indugio mi fissò a uno di quelli. La vidi armarsi di un guanto di crine sul quale cosparse una crema, si avvicinò e senza proferire parola iniziò a insaponarmi. Mi fregava con forza e la pelle bruciava. Veramente sentivo le ferite dei colpi ricevuti incendiarsi pulsare. Ma lei imperterrita e incurante dei miei mugolii continuava senza sosta. Mi insaponò tutta. Dai capelli ai piedi, alle zampe, come le chiamava lei. Poi iniziò quasi a mungermi le mammelle e con quel quanto il trattamento fu un tormento. Ma nulla in confronto a quando mi stappò il culo e iniziò a pulirmi dentro la figa e l’ano con quel guanto.
Ero tutta cosparsa di schiuma quando si allontanò da me prese la pistola di una idro-pulitrice e iniziò a risciacquarmi con quel getto così violento e insopportabile.
Non aveva pietà e più erano zone sensibili più si divertiva a colpirle.
Ero distrutta, annullata. Quando improvvisamente tutto fini.
‘In piedi, e asciugati! Che poi andiamo dalla Padrona!’
Presi l’asciugamano barcollante e velocemente mi strofinai la pelle particolarmente sensibile finché non fui completamente asciutta.
Ero pronta. ‘giù a quattro zampe!’
E mi portò in una nuova stanza dove seduta su una poltrona, sembrava più un trono, c’era Lady Morgana. Era completamente vestita di pelle nera, ma completamente nuda. Il seno usciva da due fori davanti e l’inguine dei pantaloni aderentissimi era completamente aperto. La figa era pelosissima. Due stivali dai tacchi vertiginosi completavano l’opera.
La sentii ordinare ‘qui cagna’lecca la figa della tua divina padrona!’
Non lo avevo mai fatto. Mi faceva semplicemente schifo. Non potevo! E feci quello che no avrei dovuto fare! Un passo indietro’..

‘prendila e portamela qui!’ Urlò Lady Morgana e la ‘veterinaria’ mi afferrò per i capelli. Me li prese in mano, iniziò spazzolarmeli formandomi una treccia alta. Strettissima. Non per bellezza. Per afferrami meglio. Si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò ‘sei fritta! Ti conveniva ubbidire!’ e mentre lo diceva mi tirò sempre più vicino alla padrona e più io recalcitravo più il dolore alla testa era forte. Non volevo ma in poco tempo mi trovai a quattro zampe ai piedi di Lady Morgana che pronunciò le seguenti parole ‘portami le pinze, quelle feroci! E passami la treccia..’
Lo strattone che mi diede fu terrificante. ‘cagna ora lecchi tutto e voglio tu lo faccia per bene! Non smetterai finche non verrò’
Mi tirava verso la sua figa pelosa. Emanava un profumo selvaggio. Non sembrava cattivo. Ma era contro la mia volontà. Non volevo cedere. L’ultimo limite invalicabile, ultimo pezzo di dignità. Non volevo cedere!
Ero Immobile nonostante mi trovassi a pochi centimetri dalla sua figa. Mi rifiutavo e non mi accorsi che intanto l’altra era tornata con gli attrezzi.
Senti la padrona dirle ‘se non si briga a leccare le facciamo il trattamento!’ non capivo di cosa stessero parlando e testarda mi rifiutavo di avvicinare le labbra alle sue, al suo clitoride.
Il dolore al cuoi cappelluto cessò d’improvviso. Mi lasciarono la coda, ma il sollievo appena provato durò veramente poco. Mi sentii strangolare per la forte tensione del collare.
MI tirò così forte che quasi mi sentivo soffocare, mi trascinarono verso uno strano tavolino. Era diviso in due. All’inizio non capivo. Mi legarono le caviglie alle gambe del tavolo. Mi spinsero in avanti e capii
La pancia era appoggiata alla prima età del tavolino, le tette libere in mezzo che penzolavano le spalle sull’altra parte. Il volto verso il vuoto. E fu così che mi ritrovai con i polsi legati alle altre gambe del tavolo. Completamente in loro balia e la voce di Lady Morgana che diceva ‘questa capisce solo le maniere dure, accontentiamola!’
Vidi la veterinaria spogliarsi completamente, indossare uno strappon e avvicinarsi dietro di me. Posizionò il fallo appoggiato alle labbra della mia figa ancora gonfie del trattamento subito e lo sentii spingersi lentamente dentro di me. Mi stava scopando con una lentezza dolcissima. Gli stimoli che sentivo sia all’ano che alla figa erano sempre più appaganti. Era una sensazione meravigliosa. Stavo iniziando a gemere, colavo. Avevo dentro di me una voglia montante di esplodere e in quel preciso istante mi sentii afferrare gli anelli al seno e strattonarli e contemporaneamente sfilarsi il fallo da dentro di me. Ero quasi arrivata.
Fremevo di rabbia. Volevo godere ma mi era impossibile.
Lady morgana si avvicino al culo mi stappo e mi mise da leccare il plug. Poi senza ritegno prese uno un gancio, lo legò alla coda e tirandola in dietro mi inculò con il ferro lasciandomi con la nuca all’indietro e il viso esposto. Si posizionò seduta davanti a me con la figa esposta e disse alla veterinaria di procedere.
Riprese a penetrarmi sempre con estrema dolcezza. Ero ormai in estasi, stavo per godere e ancora una volta si sfilò da me. Non capivo più nulla e urlai ‘fatemi godereeeeee pietà!’ e la voce di Lady Morgana che diceva. ‘Lecca la figa della tua padrona e ti lascerò venire’ e rivolta alla veterinaria. ‘mettile le mollette, quelle cattive, due alle grandi labbra e una sul clitoride e poi continua a scoparla!’
Non capivo. Ma un attimo dopo sentii il primo morso! Cattivo feroce. Avevo naturalmente una figa con delle labbra gonfie ma dopo le frustate ricevute le sentivo ancora più grosse e la prima molletta fu terribile. Bruciava da impazzire. E la seconda non fu da meno. Ma quando sentii stringere il clitoride fu indescrivibile. Un calore impressionante, una scossa direttamente al cervello. E dopo poco mi trovai nuovamente scopata senza capire più quali sensazione stessi provando.
Mi sentivo dolorante impedita in ogni movimento ma piano piano la voglia di godere mi montava ancora al ritmo dei colpi si dildo che ricevevo dentro di me. Lady Morgana ormai aveva appoggiato la sua figa pelosa alle mie labbra che però restavano sigillate. Mi rifiutavo.
Ormai anche martoriata ero vicino all’orgasmo. Ma sul più bello la veterinaria si interruppe nuovamente.
Fremevo e piangevo. Avevo davanti a me la figa della padrona ormai bagnata dalle mie lacrime, o forse da altro.
Sentii armeggiare dietro di me. Aprire le mollette, una sensazione di sollievo e di nuovo lo strappon entrare dentro di me. Stavo impazzendo. Ormai iper sensibile, ogni volta che si muoveva era una goduria e stavo iniziando a sussultare quando lo sentii sfilarsi di nuovo. Volevo godere! E mi accorsi che la mia lingua iniziò a leccare tutto il lucido che colava dalla figa della padrona’.
Leccavo all’impazzata e sentii finalmente riprendere a scoparmi. La mia lingua non smetteva leccava ovunque sempre più vorace finché non sentii il mio viso completamente lavato dagli umori di lei.
E la sua voce dire ‘brava cagna, vedi che lo sai fare? Falla godere! Che poi le lascio il mio segno!’
La veterinaria presto sempre più intensa mi portò finalmente al limite. E un attimo prima di godere, iniziò a ritrarsi. Sentii la mia voce urlare, ‘la prego padrona faccia godere la sua cagna, glielo dica. La prego mi lasci il suo segno! Sarò sua!’ e mentre urlavo un colpo fino infondo mi prese fino al collo dell’utero. E il mio orgasmo esplose finalmente.
Lady Morgana però non era contenta di me. Si rivolse alla veterinaria e le disse. ‘Questa non la voglio. &egrave cocciuta e non so cosa farmene. La rendo a Dimitri se la vorrà ancora. Ma prima le lascio un ricordo per come si &egrave mal comportata con me.’ Si avvicinò alla scrivania prese il telefono e chiamò una persona. ‘portami l’infamia!’ dopo poco arrivò la prima ragazza del castello con in mano uno strano strumento elettrico con alcuni accessori in ferro. Lo attaccò alla corrente elettrica, le luci si abbassarono e vidi la parte frontale di esso diventare rosse. Speravo di non capire cosa fosse.
Ma quando si avvicinò non avevo più dubbi. Il marchio della casa! Lo prese e con forza lo spinse prima sulla mia natica destra, poi sulla sinistra. Carne bruciata. Ma non contenta sganciò lo stampo e lo sostituì con un altro. E dopo poco, un nuovo marchio come volesse infierire sul suo.
Svenni!
Mi ritrovai nuda nel mio letto di casa. Al mio fianco un biglietto. Mi girai per guardarlo, ma una fitta lancinante mi prese. Mi alzai e camminai a stento verso lo specchio. Davanti come sempre, mi girai e vidi cosa era successo. Mi aveva marchiato a fuoco. LM in evidenza, come la ragazza del castello, sia a destra che a sinistra. Ma a differenza di quella ci aveva impresso a fuco una X! Mi aveva ripudiato.
Tornai al letto dove presi in mano il biglietto. Era di Dimitri e diceva.
‘Non sei stata degna di Lady Morgana, io ho una nuova schiava più promettente. Ti ho venduto a come merce di scarto. Preparati. Questa sera verranno a prenderti i tuoi nuovi padroni. Sono marito e moglie. E volevano una schiava per i loro vizi. Ma sono senza soldi e tu non vali più nulla. Ho pensato a loro perché so che sei un po’ razzista. Buon divertimento, sono due nigeriani!’

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