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Racconti di DominazioneRacconti Erotici Etero

La Tutor

By 8 Luglio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Michela, 22 anni, single, amo scopare, come tutti penso, amo danzare e ascoltare musica. Amo lo sport, tanto da averne praticati fino allo sfinimento. Politica? Non chiedetemi molto,anche perché difficilmente saprei rispondere. Amo i film d’amore e d’azione,ma il mio preferito resta Million Dollar Baby (Clint Eastwood? Una divinità). Lo studio? Importante,molto, e ve lo dice una che uscita da uno scientifico con un 87 non ha trovato lavoro. Università? Per ora &egrave solo un pensiero che mi stuzzica. Città di residenza? Genova, la gente la pensi come vuole ma Genova &egrave la città più bella del mondo,troppi ricordi,troppi amici che non abbandonerei mai. Fisicità? Non sono messa male, a parte la quinta di seno abbondante (che si rivela spesso utile, ma che procura anche guai) sono alta 1,70 poco al di sopra della media, capelli rossi chiari, avete presente quel misto biondo – rosso? Esattamente,ho i capelli più belli del mondo, lievemente ondulati. Peso? Giusto un pò di pancia,quella che gli uomini amano mordere quando ci si fa le coccole.Le mie qualità? Motivata e ho voglia di fare bene.
Magari fosse così semplice fare un curriculum, al tempo avevo il cuore in gola per quel colloquio.
Mi stavo recando a Genova Albaro, che per chi non lo sapesse &egrave una delle zone più prestigiose della città, colma di ville ,villette e palazzi lussuosi. Ancora ringrazio Ilaria,la mia migliore amica, per aver trovato quell’annuncio,ma avevo davvero timore per quello che avrei dovuto affrontare,uno che abita in una zona simile deve avere per forza di cose delle grosse aspettative su chi si presenta per il ruolo. Cito l’annuncio “cercasi tutor didattico con buona esperienza per lavoro part time 3 giorni la settimana, più eventuali week end, retribuzione oraria”. Che in parole povere vorrebbe dire che dovrei fare da badante con uno stipendio da commesso, il ché non &egrave niente male visto che mai ho avuto un posto fisso. Lo stipendio &egrave variabile ma se mi pagassero anche solo 10 euro l’ora metterei da parte un bel gruzzolo mensile.
Girai dalla strada principale di Albaro verso una minuscola via , nascosta tra i palazzi. continuai ad andare dritta e trovai qualcosa che non mi sarei mai aspettata. Un grosso cancello verde e una lunga recinzione con spuntoni, si riesce ad intravedere un prato tra le piante. Suonai il citofono.
” Chi é ? ” rispose una voce squillante.
” Buongiorno signora, sono Michela, sono qui per il colloquio ”
” Ah certo! Le apro subito ”
Il cancello si spalancò come le porte del paradiso.
Un vialetto lungo circa 25 m portava alla casa maestosa , due piani, giardino sconfinato e persino una piscina. Michela,mi dissi,se ti fai scappare una simile opportunità buttati giù dallo scoglio dei Mille.
Parcheggiai l’auto di fronte alla casa, fui colta dall’imbarazzo parcheggiando la mia modesta Panda rossa accanto ad un Range Rover nuovo fiammante.

Ai piedi della casa vi era una piccolissima scalinata che portava all’ingresso, mi aprì la porta una donna, sulla cinquantina, magra, capelli neri e corti, un bellissimo vestito beige con un copri spalle bianco, sorriso appiccicato in faccia e crocifisso dorato al collo, non troppo sfarzoso. Subito mi sentii a disagio.
Non fraintendetemi,avevo praticato parecchio tempo la religione cattolica, tuttavia ho sempre avuto il timore che qualche conservatore mi giudicasse per le mie idee piuttosto che per le mie qualità,senza contare che ero vestita con: un paio di converse verde scuro, pantaloni corti dello stesso colore e canottiera gialla che lasciava lievemente intravedere la linea del seno. D’altronde c’erano 35′ e non riuscivo a capire come una donna a metà settembre potesse stare col copri spalle.
Mi diressi verso di lei.
“Buongiorno!” mi disse,prendendomi per la mano e tirandomi a se baciandomi le guance e inebriandomi di un profumo di cui difficilmente saprei pronunciare il nome.
“Buongiorno” risposi,sforzandomi di fare un sorriso credibile. Se non altro la tipa era simpatica, non mi avrebbe messo pressione a giudicare dall’accoglienza.
“E’ stato difficile trovare il posto?”
“No avevo il navigatore” risposi forzando ancora una volta il mio sorriso
“Comunque il mio nome &egrave Stefania”
“Piacere di conoscerla”
“Prego accomodati” mi disse, e subito capii perch&egrave portava il copri spalle, aria condizionata a temperatura “Poste”.
Mi portò a sedere in salotto, subito adiacente all’entrata. Non potei fare a meno di notare che l’arredamento era tutto in tinta “beige,bianco e crema” , qualche quadro , mobili antichi. Di chiunque fossi in casa, era sicuramente gente importante.
“Dunque” mi disse,distogliendomi dalle attenzioni che dedicavo all’ambiente.
“Ho letto il tuo CV e sono rimasta abbastanza colpita”Ottimo,le competenze erano ok, avrei solo dovuto convincerla a parole.
“Ottimo voto alla maturità, un viaggio studio in Irlanda, uno in Francia..perdonami se sono così diretta,ma sei ricca?” ma che diavolo di domanda &egrave?
” No, in sostanza sono sempre stata da parenti, ho un cugino in Irlanda e uno zio in Francia”
“Hai così tanti parenti all’estero” ma se ne ho citati due..
“In realtà solo questi, uno si &egrave trasferito per lavorare,l’altro ha semplicemente conosciuto mia zia”
“va bene, e per quanto riguarda te,cosa mi puoi dire? perché vuoi fare questo lavoro”
“Beh sono una persona molto sveglia,mi piace studiare e vorrei poter essere economicamente indipendente dai miei genitori…”
il colloquio durò una decina di minuti, dopodiché, lo conobbi..
“Le vorrei presentare brevemente mio figlio. Matteo potresti scendere!”
Scese dalle scale una figura silenziosa, alto si e no poco più di me, sguardo basso, viso allungato,ma non troppo, occhi castani, capelli bassi e corti, a parer mio un ragazzo che con i giusti riguardi sarebbe stato carino.
Non potei fare a meno di notare il fisico, poco petto ma belle spalle, schiena dritta e avambracci ben sviluppati.
“Matteo,vorrei presentarti Michela, sarà la tua tutor”
“Ciao” disse porgendomi la mano e tenendo lo sguardo basso e dandomi un occhiata al seno, ormai nulla mi sfugge.
Gli strinsi la mano. Pappamolle, nonostante le braccia che si ritrovava aveva la stretta di una signorina. Che detto da una donna &egrave davvero imbarazzante.
“Lui &egrave il mio pulcino” continuò la madre,stropicciandogli i capelli e piazzandogli un bacio sulle tempie,questi non si oppose minimamente,ma vista l’espressione che fece dedussi che non apprezzasse molto le attenzioni della madre.
“Torna a studiare tesoro,io e la signorina dobbiamo discutere dei dettagli”
Era fatta ormai!
“Dunque,la settimana prossima stipuleremo il contratto” Cosa?! contratto! Mi stavo letteralmente sciogliendo.
“Intermittente, finché mio figlio non terminerà gli studi, l’anno prossimo ha la maturità, la retribuzione &egrave di 20 ‘ l’ora per 3 ore al giorno,per 3 giorni la settimana” 20 ‘ l’ora per 3 ore! Ok stavo impazzendo, sono circa 720 ‘ al mese. A seguito di tutti i discorsi tecnici Stefania decise di parlare d’altro

“Lei sa perché le assegno questo ruolo vero?”
“Per aiutare suo figlio con gli studi” risposi
“Beh sì ma io vorrei che lei facesse particolare attenzione”
“In che senso mi perdoni?”
“Vede, i giovani d’oggi spesso frequentano compagnie cattive..” discorso a madre protettiva tra 3..2..1..”..vorrei che lei lo tenesse d’ occhio, anche con certe abitudini”
abbassai la voce e in modo serio ma sarcastico chiesi “si tratta di droghe?”
“Ma no!” esclamò facendomi sussultare “mio figlio non fa queste cose” che tu sappia .
“Però vede,io sono molto conservatrice” cominciai a preoccuparmi.
“vorrei che mio figlio non facesse determinate cose”
“Quali?” chiesi,cercando di trattenere le risate
“Beh, quelle cose che fanno i maschi”
“Intende, mastu.. ” mi interruppe subito

“Esattamente tesoro! ecco vorrei che tu facessi questo. Vedi, il martedì,il giovedì e il sabato Matteo fa Tennis e può essere tenuto d’occhio dal suo insegnante,io il pomeriggio non sono mai in casa, ecco perch&egrave vorrei che tu gli stessi accanto”
Lo so,una persona normale a questo punto si sarebbe alzata,sarebbe uscita di casa e sarebbe scoppiata a ridere,peccato che non fosse la sede né tanto meno il momento adatto per fare una simile scenata. Capii subito in che situazione versava quel povero ragazzo: succube di una madre iperprotettiva che non era in grado di comprendere i normali processi di interazione sociale e addirittura sessuale. Mio padre quando venne a sapere che avevo fatto sesso per la prima volta con un ragazzo non mi fece la ramanzina, corse in farmacia,comprò dei preservativi torno da me e disse “assicurati di usarli sempre” ed &egrave così che dovrebbe essere un genitore. Ma quella donna era anche molto legata alla religione, tanto da non volere che suo figlio si facesse le seghe,a quel punto mi chiesi addirittura se lei e suo marito facessero sesso regolarmente.
Fatta questa riflessione normalmente avrei obbiettato, chiunque dovrebbe poter plasmare il proprio carattere attraverso le esperienze di vita, anche quelle brutte, ma data la situazione mi limitai ad annuire,era un colloquio di lavoro e purtroppo certe cose vanno tenute per sé stessi, decisi dunque che avrei affrontato la situazione solo quando sarebbe venuto il momento.
Rimasi ancora un’ora a dialogare dopodiché tornai a casa di volata per dare la notizia ai miei che rimasero molto colpiti. Avrei cominciato la settimana prossima,ma non mi sarei mai aspettata un simile evolversi degli eventi che sa qui in poi vi racconterò.
Immaginate una sinfonia malinconica di pianoforte..poce note che accompagnano il decollo di una foglia ormai morta,guidata dal vento per le strade della città. Il cielo grigio, le pozzanghere e i volti vuoti delle persone. Questo &egrave l’autunno.
Non amo l’autunno, odio il freddo e la pioggia. Era il 25 ottobre se non sbaglio, io e Matteo lavoravamo insieme ormai da un mese o poco più e tutti i miei timori erano stati confermati. Era una persona silenziosa che non apriva bocca se non dopo essere stato interpellato. Respirava,mangiava,vedeva ciò che gli stava intorno (soprattutto il mio seno,lo faceva ogni volta) ma non reagiva ad altri stimoli. Non trovavo più divertente la situazione in cui verteva questa famiglia. Suo padre viveva (e tuttora vive) a Dubai per affari, ma se lo facesse per stare lontano dalla moglie non lo biasimerei, Stefania si dichiara una santa, ma oltre a spendere i soldi del marito (che &egrave manager di un importante azienda di ingegneria marittima) credo che spenda ancor meglio il suo tempo. Per essere una disoccupata passava veramente tanto tempo fuori casa, vi lascio solo immaginare come. E io, beh io non trombavo da almeno due mesi. Sì noi donne, o almeno non tutte, non siamo propense ad accoppiarci così spontaneamente,a differenza dei maschi che sono influenzati dagli ormoni e sarebbero capaci di farsi un roito se sottoposti ad una lunga astinenza. Tuttavia mi mancavano quelle sensazioni, sentire qualcosa dentro di me e che mi facesse godere.
Ad Agosto avevo rotto col ragazzo con cui mi sentivo, uno fissato delle tette grosse (che strano eh!) ma che,devo ammetterlo,aveva molta fantasia.
Cominciavamo sempre con una bella 69, una spagnola e poi salivo in groppa per una mezz’oretta fino a farlo venire dentro di me (uso la pillola), quando era particolarmente ispirato mi veniva sul seno, precisamente sui capezzoli. Era molto meticoloso, e a me piaceva, poi si faceva pulire il cazzo mettendomelo in bocca e facendomi ingoiare gli “avanzi”, mentre mi lasciava tenere le tette sporche delle sue colate di sborra. Diceva che lo eccitavano (eccitavano anche me), così quando lo facevamo ancora poteva venirci sopra di nuovo, e non era contento finché non le riusciva a coprire il più possibile col suo seme.
Una volta addirittura si trattenne per cinque giorni pur di coprire al massimo la mia quinta abbondante, fu molto eccitante.
Eh già mi mancava scopare, ma ad essere sincera c’era qualcosa che più mi mancava, e anche da più tempo (da circa 6 anni per l’esattezza) erano le attenzioni di un vero amante: le coccole,i baci,i pianti davanti ai film e le liti alla playstation.
Si chiamava Marco, non solo &egrave stata la mia prima volta, &egrave anche stata la spalla su cui ho pianto più volte, il migliore amico di sempre e il mio più bell’orgasmo.
Sono stati anni stupendi,ma come ogni cosa,come una foglia morta in autunno, passò, e le nostre strade non si incrociarono mai più. Ed &egrave come se da quel giorno, passata l’estate e giunto l’autunno, non fosse più arrivata la primavera.

Passai da un ragazzo ad un altro, alcuni di loro erano pure piacevoli interlocutori, ma tutti pensavano solo alle mie bocce, a quanto rimbalzassero bene mentre si scopava e a quanto fosse eccitante venirci sopra. Cosa che a me stava bene, ma una volta alla settimana non tutti i giorni per tutta la vita.

Ad ogni modo era il 25 ottobre, dopo essermi fatta una maratona notturna di film orribili con la mia amica Ilaria,e dopo essermi alzata alle 11 del mattino, guardai il cellulare e vidi un messaggio di Stefania che mi chiese se cortesemente potevo andare a prendere Matteo da scuola alle 2 del pomeriggio,precisando che mi avrebbe pagato un extra.
Era la prima volta che andavo a prenderlo a scuola,parcheggiai l’auto vicino all’istituto e attesi. Dopo una prima ondata di adolescenti agitati che si spargevano per le strade,lo vidi apparire tra la folla, da solo,senza amici. Mi mise una gran tristezza, 18 anni,niente amici e con una routine severissima da rispettare.
“Ciao Matte” lo salutai con un bel sorriso
“Ciao” rispose con un ghigno a bassa voce.
Salimmo in macchina e gli chiesi subito.
“Com’&egrave andata?”
“Bene,ho preso un 8 di matematica” in quel momento fui entusiasta e capii perch&egrave i genitori sono così contenti quando i figli tornano a casa con un bel voto.
“Grande Matte! Batti cinque” esclamai, mi diede una manata mollissima
“Questo non &egrave cinque,questo &egrave un mollusco che mi &egrave finito in mano” mi batt&egrave un cinque fortissimo
“Non devi essere mollo,ma non devi nemmeno esagerare!”
“Scusa”
“E non ti devi scusare,devi tirare fuori i coglioni” lo feci sorridere. La mia missione non era solo aiutarlo in matematica, ma insegnargli a vivere. Avrei cresciuto un ragazzino,fino a farlo divenire un uomo.

Tornammo a casa,parcheggiai l’auto al solito posto,all’ombra dell’imponente SUV nero.
Ci accolse Maria,la cameriera sudamericana (che cliché) che ebbi modo di conoscere nel mese passato.
“Ciao Maria!”
“Salve Michela,come sta?”
“Molto bene, abbiamo preso un 8!” esultai.
Entrammo in casa e trovammo Stefania col suo solito inquietante sorriso ad accoglierci.

“Buongiorno ragazzi com’&egrave andata”
“Alla grande!” dissi “Matteo ha preso un otto in matematica”
“ah” si limitò a dire. Entro in casa anche Matteo e calò un aria cupa sull’atmosfera gioiosa che avevo appena creato.
“solo 8?” continuò “gli altri come sono andati?”
“Parodi ha preso 9 e Russo 8/9” rispose Matteo
Stefania sbuffò e il sorriso sparì dal suo volto, e con esso il mio.
“Non va bene Matteo, tu studi per ottenere risultati, e ti assegno un tutor perch&egrave tu li porti a casa” volevo interromperla,ma non potevo
“Per favore Michela ci puoi aspettare al piano di sopra?”
“Certo”
Le sentii urlare calunnie mostruose contro il figlio “sei una delusione,faresti meglio ad impiccarti, ecc. ecc..” sapevo che esistessero genitori esigenti, ma questo andava oltre ogni limite. Mamma iperprotettiva,esigente che non permetteva al figlio di farsi degli amici, oltre che le seghe.E a proposito di seghe, avevo un piano.

Quel pomeriggio, appena finì di mangiare, Matteo salì in camera e appena sua madre se ne andò cominciammo a parlare.
“Come mai ti fai trattare così?”
“Ci ho fatto l’abitudine”
“Sì ma sei abbastanza intelligente da capire che tu non hai alcun torto”
Scosse le spalle.
“Ne hai di amici?”
“Qualcuno”
“E ci esci?”
“Non posso”
Arrivai alla domanda fatidica, e lo ammetto, tentennai prima di porgergliela.
“E dimmi un pò” feci una pausa,e ripartii decisa “quand’&egrave stata l’ultima volta che ti sei fatto una sega?” si voltò verso di me con gli occhi sgranati.
“Come scusa?”
“Mi hai sentito bene, te le fai le seghe?”
“Possiamo cambiare argomento?”
“Il primo giorno che sono stata qui tua madre mi ha detto che avrei dovuto tenerti d’occhio dal non masturbarti. Io penso che tu sia abbastanza maturo da capire che fare queste cose &egrave normale e lecito, quindi,le seghe te le fai o no?
“Ecco, diciamo che un giorno mia madre &egrave entrata e io stavo facendo..” si interruppe “e da quel giorno cerco di non farmele”
“Un momento,questo quanto tempo fa?”
“Tipo..” si interruppe ancora
“Dai dimmelo”
“5 o 6 anni fa” sta volta fui io a sgranare gli occhi.
“E da allora non te ne sei più fatte?”
“Beh no..ogni tanto..se riesco”
“E l’ultima quando &egrave stata?”
“Giugno credo..” sta volta fui io a sbuffare, e mi dissi “ok facciamolo”
Mi spostai dalla finestra e andai verso di lui che stava scrivendo sulla scrivania, mi chinai e iniziai a slacciargli i pantaloni. Fece un sussulto
“Hey cosa stai facendo?!?”
“Ti faccio crescere” risposi
“Dai che se lo scopre la mamma..”
“Tua madre arriva tra 2 ore, se vuoi mi fermo ma penso proprio tu voglia che continui”
esitò a rispondere “Non dovremmo..”
“Ok continuo”
Gli calai i pantaloni e gli abbassai le mutande, stava già cominciando ad eccitarsi.
Gli presi il glande tra le dita e cominciai a stimolarlo. Poi iniziai la leccarlo lentamente.
Matteo era rigido come un tronco d’albero,e di lì a poco il suo cazzo non sarebbe stato da meno. Cominciai a metterlo in bocca, a dondolare la testa avanti e indietro e a leccargli la punta con la lingua. Godeva,eccome se godeva, mi guardava come un pesce lesso, forse ancora non credeva a quello che stava accadendo.
Il suo cazzo era ormai duro al massimo iniziai a fargli una sega,lo guardai negli occhi e gli chiesi “ti piace?” rispose con un semplice “ah ah” “vuoi che la smetta ora? pensi che tua madre si offenda?” mi mise una mano dietro alla testa e mi spinse giu per leccarglielo.
Come vi ho detto,era da un pò che non leccavo un cazzo,e in un certo senso mi mancava, mi divertivo a sfiorargli il glande con le labbra e la leccargli il frenulo. Provai a farlo stare tutto dentro la bocca, ci riuscii, saranno stati 17 – 18 cm.
Dopo una decina di minuti cominciai a massaggiargli le palle e continuai a stimolarlo con le labbra sul glande. Cominciò a contorcersi e capii che stava per venire.
“Vienimi in bocca” gli dissi.
Continuai sempre più velocemente fin quando non raggiunse l’orgasmo. Rallentai e mi preparai ad accogliere il suo seme dentro la mia bocca. Venne in modo abbondante, si vedeva che non si faceva le seghe da tempo. Lo raccolsi tutto sulla lingua e lo buttai giù, dopodiché gli spremetti il cazzo per far uscire anche le ultime gocce rimaste.
“non &egrave stato poi così male” dissi facendogli un occhiolino, mi rispose con un sorriso respirando affannosamente.
“dai vattelo a sciacquare che dobbiamo finire i compiti”
Dopo l’estasi iniziale cominciò l’agitazione.
“Non posso non dirglielo,lo scoprirà”
” E come?” chiesi in tutta tranquillità
“Non lo so,ma se lo scopre sono cazzi” lo presi per le mani e gli dissi “lo scoprirà solo se tu glielo dirai” e aggiunsi “e se poi mi manda via come potremmo fare il resto?” gli brillarono gli occhi e si tranquillizzo.
In realtà non sapevo se ci sarebbe stata una seconda volta, detto tra noi non mi piaceva molto, ma avrei comunque fatto di tutto per spingere questo fiore a sbocciare.
E comunque l’ingoio &egrave piaciuto un sacco anche a me.
– Gli hai fatto un pompino!?! – esclamò la mia amica Ilaria
-Sì-
-Ma perch&egrave?-
-Per fargli dare una svegliata..&egrave timido e insicuro..inoltre sua madre &egrave una rompicoglioni,si merita una lezione-
-Fammi capire, cosa c’entra la madre?-
-Non aveva bisogno di un tutor,aveva bisogno di qualcuno che le tenesse d’occhio il figlio per evitare che si facesse le seghe! &egrave fuori di testa, Matteo &egrave intelligentissimo,porta a casa ottimi voti,io non gli servo, devo solo controllarlo.-
-Come mai fa così?-
-E’ tipo una fanatica religiosa e ritiene che queste cose siano immorali… fuori di testa vero?-
-Di brutto… beh non sapeva che sei una troia – disse sorridendo
– simpatica – dissi facendo una finta faccia offesa
– Lo sai che ti voglio bene tesoro – disse passandomi i pop corn
Io e Ilaria siamo amiche dalle elementari, e ci comportiamo ancora proprio come allora. Parliamo,dormiamo a casa l’una dell’altra, cazzeggiamo e ci raccontiamo storie.
– Ma cos’avete fatto di preciso?-
-pompa..e ingoio –
-Pure! ma almeno com’&egrave?-
– Se si tenesse con un pò di riguardo sarebbe carino..ha un ciuffo da emo e le sopraggiglia grosse, però ha un bel naso e dei begli occhi. E di fisico non sembra messo male..- mi interruppe
– No ma io dicevo..là sotto-
– ah..beh..lungo sarà 17 – 18 cm.. e di poco incurvato verso l’alto –
– Non &egrave messo male –
– No affatto e nemmeno le sperma era cattivo! –
– Che schifo Michela!- cominciò a ridere
– Te lo giuro- risposi altrettanto seria – la sai quella storia secondo la quale se un individuo ha un’alimentazione sana ha uno sperma meno amaro-
Continuò a ridere – Sei proprio una schifosa –
-Intanto non sono stata la prima a farlo- sorrisi
-Sì ma te sei dipendente-
– io almeno ne prendo uno alla volta-
– Brutta stronza!- cominciammo a ridere come due sceme.
Ilaria era davvero una gnocca,alta come me,fisico scolpito da anni di nuoto e palestra, seconda di seno bella soda e culo che parlava. Capelli neri lisci,occhi penetranti e un nasino da maialino, ma si notava poco. Tuttavia invidia il mio seno e non fa altro che toccarmelo
“se io avessi le tue tette me le toccherei tutti i giorni” diceva sempre.
Mette sempre lo smalto nero,che si intona bene ai capelli, o comunque scuro. Io non li metto mai se non giusto a qualche occasione e sempre in tono coi capelli oppure rosso,ma li odio,sono sempre stata un maschiaccio che si rotolava nel fango e non una signorina…mentre Ilaria faceva qualche concorso di bellezza (e magari lo vinceva) io facevo softair sotto la pioggia,oppure mi andavo ad arrampicare e mi facevo dei grandissimi calli alle dita. Siamo sempre state opposte in termini di gusti, tranne che sui film e i cartoni, che ci sparavamo una sera la settimana per tutta la notte, anche se quel pomeriggio ci vedemmo perch&egrave io le raccontassi questa storia.Siamo completamente diverse ma unite come due sorelle e farei di tutto per lei.
– Pensi di andare oltre?-
-Con Matteo dici?- ci pensai due secondi – Solo se serve a farlo crescere…al massimo mi diverto pure io…inoltre &egrave divertente far credere alla madre che io tenga d’occhio il figlio mentre in realtà gli faccio i lavoretti-
– ok ma vacci piano –
-Non faccio mica nulla di illegale,&egrave maggiorenne.-
-No ma potresti innamorarti- disse facendo una faccia scema.
– no,ne dubito.-

Una settimana dopo il pompino mi trovavo a casa di Matteo e mentre studiava si voltò verso di me, io ero sdraiata sul suo letto che messaggiavo, e mi disse
-Dovremmo parlare-
-Di?-
– Quella cosa…-
-ok, dimmi-
– Beh…insomma…ora che &egrave successo… &egrave normale che io ci pensi spesso-
– Certo…quindi?-
– Capiterà ancora?- aveva il cuore in gola,lo capivo da come parlava
-Solo se necessario-
-Cio&egrave…?- alzai il busto per guardarlo bene in faccia
– Diciamo che per certi versi sei molto immaturo… non hai amici…vivi tra casa,sport e scuola… e questo potrebbe esserti dannoso nella vita…voglio farti crescere…farti cominciare ad uscire,farti vestire un pò meglio, acconciarti meglio ma soprattutto farti ribellare a tua madre… ti opprime troppo…insomma devo farti diventare più sicuro di te. –
– Mmm ok… –
– Perch&egrave? Vuoi ancora? –
Tentennò – No dai…-
-Devi solo chiedere…altrimenti non avrebbe senso…devi avere il coraggio di chiedere-
-Ma…mi vergogno-
-Allora niente- mi sdraiai nuovamente.
Non si voltò sul libro,rimase a fissarmi per un pò finch&egrave…
– Ti andrebbe…- dai dillo
-…- non rimanere in silenzio su
– di farmi…- mettiamogli un pò di pressione
-Hai detto qualcosa?- stette nuovamente in silenzio e poi assunse un pò di grinta.
-Ti andrebbe di rifare come l’ultima volta?- scattai in su col busto
-Chiedimelo correttamente-
-Cio&egrave-
-Dimmi nello specifico cosa vorresti fare-
-Ti va di farmi…una pompa-
-ordinamelo- se riesce a chiedermelo sta volta allora lo faccio
Sospirò e con voce bassa mi chiese – fammi una pompa-
– ok può andare… ma la prossima volta più deciso-
Mi avvicinai a lui,si slacciò i pantaloni e io lo tirai fuori, era già eccitato, cominciai a leccargli il glande e subito si contorse,poi me lo infilai in bocca. Su e giù,su e giù cominciavo a prendere il ritmo, e matteo cominciava a prenderci gusto… il suo respiro si faceva pesante…il suo sapore era diverso,doveva esserselo lavato prima del mio arrivo…bravo ragazzo,si era preparato…sentivo che dal suo pene cominciava ad uscire liquido lubrificante,cominciai a passare la lingua sulla punta del pene.
Ad un certo punto Matteo sospirò qualcosa, mi staccai e chiesi -come hai detto?-
-Tirale fuori- rispose
-Cosa?- volevo che pronunciasse quella parola
Colto dall’enfasi rispose – Le tette, voglio vederle –
Mi tolsi la felpa,sotto avevo solo canottiera e reggiseno, buttai la canottiera su letto e Matteo cominciò a toccarsi da solo. Slacciai il reggiseno e Matteo aumentò il ritmo concentrandosi sul glande. Rimossi piano il reggiseno e alla vista dei capezzoli Matteo spalancò gli occhi. Poi feci cadere le mie tettone.
– Ti piacciono?-
-sì-
-vorresti provare qualcos’altro?-
-ok- si limitò a rispondere.
Il suo cazzo era già lubrificato, aprii il seno e circondai il suo pene con le mie tette e cominciai a praticare un movimento antalenante.
-Ti piace?-
-Un sacco- continuai a muovere le mie tette,sentivo il calore del suo cazzo tra di esse, adoravo quella sensazione. Mi sputai sul seno per lubrificarlo e continuai a muovermi. Cominciai anche a leccargli il glande con la bocca,c’eravamo quasi, lo deducevo dai movimenti del suo bacino.
-Stai per venire-
-Quasi- Aumentai il ritmo,piaceva pure a me, mi piaceva il suo pene, volevo il suo sperma su di me.
-Dai vieni fuori!- dissi guardando il pene.
Su e giù su e giù, più veloce
-aaah- ci siamo, poco prima che venisse mi staccai con le tette, con il braccio sinistro le raccolsi e le tirai su per bene, mentre gli presi il pene con la mano destra e lo diressi sul mio seno.
-aaaaaah- il primo schizzo più potente si abbatt&egrave sul seno sinistro colandomi fino intorno al capezzolo.
-Bravo tesoro- gli dissi sorridendo puntando il pene sull’altro seno.
Il secondo schizzo cadde sul seno destro,sentivo il suo calore scorrermi sulla pelle,accoglievo il suo seme tra i miei seni come per fargli marcare il territorio, il maschio che dominava sulla femmina rivendicandola come sua, e in effetti ero proprio sua in quel periodo. Il terzo al centro tra le due e badai bene di non farlo colare in terra passando per la fessura tra le tette ponendo sotto di esse l’avambraccio. Il pene secerneva timidamente l’ultima goccia di sborra, aprii la bocca e la raccolsi con la lingua,poi come mio solito lo spremei e ne ricavai ancora qualche goccia, succhiai il glande e gli lo pulii.
-Bravo tesoro,così mi piace-
Poi sorridendogli lo guardai in faccia e gli chiesi – e a te &egrave piaciuto?- e lui ridendo rispose -un sacco –
-dai andiamo a lavarci – ero contenta,mi era piaciuto per davvero e lui sembrava più sciolto e sicuro di s&egrave,non era imbarazzato come la prima volta.
Andammo in bagno, mi lavai le tette sul lavandino,lui si sciacquò il pene sul bidet poi si rivolse a me e disse.
– Ma non ho capito, stiamo…insieme? –
-Ma no scemo,non ci siamo nemmeno baciati, e non ne ho intenzione di farlo…diciamo che siamo solo scopamici –
– Ok – rispose in modo triste. Mi avvicinai a lui premendo le mie tette sul suo petto e sollevandogli il viso con la mano.
-Hey,guarda il lato positivo- dissi sorridendo -puoi fare queste cose con me fin quando lo riterrò necessario-
-Quindi- tentennò -anche sesso?-
-Vedremo… ma sappi che non sarà per sempre…solo finché non crescerai- gli diedi un bacio a stampo sulla guancia – e poi oggi sei stato bravo… certo potresti durare un pò di più – gli feci l’occhiolino.
Mi rivestii e tornammo, o meglio, tornò allo studio. Da quel giorno cominciò a stuzzicarmi l’idea di cavalcarlo per benino,aveva proprio un bel pisello e mi sarebbe piaciuto provarlo e sentire il suo sperma dentro di me. Non lo so, avevo il timore che le cose sarebbero potute degenerare. Il pisello mi si rizzava al solo pensiero. Non riuscivo a togliermi dalla testa le cose che facevo con Michela. Avevo ripreso a masturbarmi la notte,venivo in un fazzoletto che il giorno dopo nascondevo nelle mutande e buttavo via quando andavo al bagno,evitando così che mia madre se ne accorgesse.
Sentivo che in me stavano avvenendo dei cambiamenti. Ricordo che un giorno un mio compagno, Cristian, rompeva come suo solito e io lo lasciavo sempre fare, ma quel giorno gli risposi, e tutti iniziarono a guardarmi come se fossi un alieno.
Stavo cambiando, a furia di parlare e stuzzicarmi con Michela stavo riacquisendo fiducia in me stesso, ovvio anche ciò che faceva col mio corpo aveva un certo impatto su di me.
Cominciai a rivedere il modo in cui mi vestivo,sembravo un ragazzo cresciuto negli abiti di un bambino, e odiavo i miei capelli, non che prima mi piacessero ma me ne fregavo,ora volevo tagliarmeli e cambiare completamente il mio look,ma se c’&egrave una cosa che ora non sopportavo più era mia madre, ignoravo le cose che diceva, ragionavo di testa mia e cominciavo ad essere indipendente, certo non potevo ribellarmi altrimenti ci sarebbe finita di mezzo Michela che doveva tenermi d’occhio.
Cosa ancora peggiore? Mi piaceva Michela, e pare persino ovvio, no ero attratto da lei solo fisicamente ma anche caratterialmente. Mi faceva ridere,mi insegnava ad essere più sciolto, certi pomeriggi li dedicavamo semplicemente a chiacchierare.
Le raccontai della morte di mio nonno,evento che distrusse la famiglia. Era lui che gestiva l’impresa e con la sua morte mio padre si dovette caricare l’intero peso dell’azienda, da allora sono passati otto anni e mio padre concluse contratti che nemmeno mio nonno riuscì a portare in porto: aprì tre cantieri manutentivi con qualche migliaio di operai, uno in Svezia, dedicato unicamente alle crociere, uno a Rotterdam dedicato alla sola attività mercantile e l’ultimo a Genova dedicato a beni prestigiosi come Yatch e via dicendo. Un’attività che fruttava molto,ma che costava tanto e gran parte del denaro mio padre preferiva investirlo nell’azienda, certo anche noi godevamo dei frutti di quell’attività.
Dal canto suo mia madre fu quella che più risentì della morte del nonno,suo padre, dopo sei mesi passati in ospedale a sperare nell’operato dei medici l’unico suo conforto fu la religione. Per lei fu un evento talmente traumatico da costringerla a dedicare il suo tempo alla religione. Smise di occuparsi dell’azienda e cominciò a trascorrere più tempo con me,mentre mio padre fu persino in dubbio se chiedere il divorzio o meno, alla fine decise di passare più tempo all’estero, se la cavava bene con le lingue e il jet lag non lo toccava minimamente. Viaggiava tra Usa,Europa ed Emirati Arabi continuamente, di solito torna ogni tre mesi, lo avremmo visto a Natale, immagino inoltre che passasse del tempo con altre donne per sfogarsi.
Ma tornando a mia madre, gran parte dei problemi furono causati da un certo don Francesco, prete sulla quarantina che ancora oggi maledico, convinse mia madre a seguire strettamente ciò che le diceva in merito alla fede e alla vita, immaginatevi cosa le disse quando lei gli confesso di avermi trovato con una mano nei pnataloni.
Da allora divenne severissima e passo parecchi pomeriggi con me, finch&egrave non si rese conto di non poter sacrificare la sua vita per la mia. Ed eccoci qui, al presente, o meglio al presente di cui vi sto parlando, 18 anni con una Tutor gnocca a cui piace prendermelo in bocca e farsi venire addosso.
L’attrazione di Michela verso lo sperma &egrave qualcosa di indefinibile,la guardo quando me lo prende in bocca,lo adora, si diverte come una bambina, ed &egrave diversa dalla Michela con cui parlo,giocosa e seria quando serve, diventa perversa e irrefrenabile.
A tutti piace il sesso ma certe persone si lasciano trascinare nell’atto,provano attrazioni che nella vita quotidiana non provano. E se molti vedono in esso uno sfogo, altri ne vedono un’arte molto sofisticata che nella sua volgarità fonda anche la sua eleganza: dei seni che si agitano durante un rapporto, il pene che si contrae durante un’eiaculazione, i due sessi che si abbracciano e rendono due esseri viventi come un unica entità retta da un legame molto fragile. Ma oltre agli aforismi filosofici c’&egrave molto altro,la volontà di praticare qualcosa di così volgare che per certe religioni &egrave persino vietato abusarne.

Sapevo che era il momento di farlo,non ero del tutto convinto, ma volevo scopare con Michela. Sarebbe stata via una settimana per malattia e io ne avrei approfittato per migliorarmi. Una settimana di malattia era quello che ci voleva. Ero stufa di passare i pomeriggi da Matteo. Ok facevamo cose sconce e ci stava, ma volevo starmene un pò a casa a dormire senza dovermi porre il problema di andare avanti e indietro, anche se la dovetti passare a letto tra fazzoletti,fumenti e antibiotici . Dopo una settimana mi era tornata anche la voglia di farlo, era da Agosto che non scopavo ma non ero sicura di volerlo fare con Matteo. Non mi piaceva esteticamente,fisicamente invece mi eccitava, aveva delle belle spalle e stava iniziando a fare attività fisica in casa,poi quando magari facevamo qualcosa era veramente bravo, gli insegnai a fare i ditalini e a trovarmi il clitoride,anche con la lingua,gli passai persino la voglia di venirmi sul seno. Ero tremendamente confusa, avrei potuto farlo con qualcun’altro ma avevo smesso di andare in discoteca da tempo e non uscivo spesso se non con Ilaria,ma non incontravamo mai nessuno di interessante.
Quel giorno, era circa fine novembre, mi recai a casa di Matteo, Stefania mi aprì con suo solito fare inquietante, sorriso malefico sguardo agghiacciante.
– Oh ciao cara! –
– Ciao Stefania –
– Come va l’influenza?-
– Non mi lamento, il peggio &egrave passato –
-Molto bene, sai Matteo ha un compito importante e la settimana scorsa si &egrave perso in mille stupidaggini-
– Recupereremo vedrai –
– Te lo giuro Michela, io non lo riconosco più! –
-Ma che &egrave successo? –
– Non ne ho idea,ma da quando te ne sei andata &egrave successo di tutto! Abbiamo litigato, mi ha portato a perdere per due giorni in un centro commerciale e ha buttato via tutti i soldi che aveva da parte –
– Beh Stefania, c’&egrave di peggio dai –
– Oh ci siamo vicini puoi starne certa…aspetta che lo chiamo…Matteo scendi un attimo!!! – Urlò con la sua voce stridula.
Scese un ragazzo che faticavo a riconoscere,scarpe decenti,jeans aderenti,maglia casual con felpa a cerniera aperta (di solito portava degli orrendi pile o felpe chiuse che io detesto), sopracciglia perfette e capelli con ciuffo al vento al posto di quel piccione morto che si portava appresso. Sgranai gli occhi.
– ciao!- mi salutò sorridente
– Chi sei tu?… dov’&egrave Matteo? –
– Te l’ho detto! non sembra più lui!-
– Stefania lasciatelo dire… tuo figlio &egrave diventato davvero un figo! – Matteo arrossì
– Ma Michela! Non gli darai corda! Ma guardalo… con questi capelli… ufff… quando mi ha portato in quel posto stavo diventando matta… c’era gente strana che gli metteva le mani in testa e…-
-Mamma ti prego smettila son due giorni che mi rompi per i capelli! –
– Matteo modera i termini – risposi decisa – &egrave tua madre! –
-Ora ti ci metti pure tu! –
– Assolutamente sì! ci parlo io con tua madre, porta un pò di rispetto! –
– Oh grazie Michela – ottimo,ci era cascata
– Dai vai in camera,tra poco ti raggiungo – lui allargò le braccia e fece una faccia esterrefatta come per dire “ma cosa fai? Sei diventa scema pure te ora?” e salendo sulle scale urlò -siete tutti pazzi in questa casa!-
– Stefania non ti preoccupare, sono ragazzi… &egrave normale che cambino a quest’età… inoltre sta bene, secondo me ti ci devi ancora abituare – le dissi sorridendo
– Sarà ma sta diventando maleducato –
– A quello ci penso io tranquilla – le feci un occhiolino
– D’accordo, vado che sono già in ritardo –
– Buona giornata allora –
– Anche a voi –
Salii di corsa da Matteo, all’inizio mi fisso stranito poi gli porsi il pugno chiuso e gli dissi
-Sei stato straordinario –
Mi batt&egrave il pugno
– E te mi hai fatto venire un colpo –
– Dovevo, sennò tua madre penserebbe che ti sto facendo diventare un ribelle –
– Allora devi aver già perso punti perch&egrave sta storia dei vestiti e dei capelli la ritiene opera tua-
– Che strano eh – dissi sarcastica
– Cerco di essere discreto, ma &egrave difficile nascondere certe cose –
-Tipo gli insulti –
– Mica la insulto! –
– E fai male! ma fai anche bene perch&egrave sennò mi chiamerebbe a colloquio per licenziarmi –
– Penso bene prima di agire –
– Lo vedo, ad ogni modo, cos’ &egrave questa storia del compito –
– Verifica di storia, la so quasi a memoria –
– Sicuro? –
– Sì –
– ottimo – iniziai a spogliarmi
– Che fai? –
– Non volevi fare sesso ragazzino, oggi hai la prima lezione in privato – rimase bloccato.
Lo sollevai per il colletto della maglia – e sarà meglio che tu mi faccia godere perch&egrave sono mesi che non trombo – lo mollai – dammi una mano col reggiseno –
Me lo slacciò e mi fece girare di scatto cominciandomi a leccare i seni
– ok bimbo,fammi divertire un pò –
Adoravo sentire la sua lingua ruotare intorno ai capezzoli per poi darlgi delle leccate veloci.
Mi tolsi i pantaloni e le scarpe – ragazzino, facciamo come l’ultima volta – sì levò felpa e maglia, si era pure depilato, che tesoro! Ci sdraiammo sul letto, mi mise la mano nelle mutande e iniziò a farmi divertire. Cominciò sfiorandomi le labbra per poi in filarmi in dito dentro la vagina, mi stavo già bagnando, contemporaneamente cominciammo a pomiciare, adoravamo fare il mulinello, anche se lui non era molto bravo. Tolto il dito dalla vagina passò a cercarmi il clitoride, oh eccolo! Comiciò la danza del piacere per me, condotta dal suo dito medio, gli umori sgorgavano dalla mia vagina. Alzai il busto
– togliti i pantaloni e le mutande – Se li tolse e rimase col pene all’aria semi duro
– mmm vedo che siamo già a buon punto – mi tolsi le mutande
– oggi proviamo una cosa nuova…la 69… su sdraiati – Ubbidì senza batter ciglio, per forza.
Mi misi sopra di lui buttandogli la vagina in bocca
– mangiamela –
Si avvento su di essa come una iena si avventa sulla carne di un animale, punto il clitoride con precisione e non se lo fece scappare più. Io gli presi in mano il pene e non tardai a seguirlo,leccai il suo glande per farlo eccitare al massimo mentre con la mano destra gli massaggiamo lo scroto. Una volta reso duro lo infilai tutto in bocca per poi farlo uscire e concentrarmi di nuovo sul glande passando sul frenulo il labbro superiore, anche lui lavorava con le labbra, le mie ovvio.
I miei umori ormai gli avevano riempito la bocca,i suoi stavano lentamente colando via dalla mia lingua.
– dai cominciamo –
– mi devo sdraiare? – chiese
– no no, devi fare te gli onori di casa – risposi sdraiandomi e divaricando le gambe.
Si inginocchio di fronte a me,prese il pene in mano e lo puntò in direzione della mia vagina cominciando ad inserirlo lentamente, nel frattempo mi presi per le ginocchia per aprirgli bene il sentiero. La cappella aveva appena passato il varco, mancava il resto.
– dai su, tutto dentro-
-sì – rispose ansimando lievemente. Ad un tratto lo aveva inserito del tutto.
-Bravo. Ora inizia a darti da fare – dissi distendendo le braccia ai lati della mia testa e mettendogli in bella mostra i seni. Non fiatò, cominciò a muoversi piano prendendo velocità e andando in fondo. Il suo basso addome ben definito impattava su di me facendo dondolare a tempo le mie tette,il pene fuori dalla mia visuale, nascosto dal mio corpo, si faceva sentire entro la mia vagina che colava sempre più umori. Dopo mesi un bel pisello si era rifugiato nel mio corpo e scavava nel piacere,navigando tra i liquidi che entrambi secernevamo. Dopo qualche minuto Matteo cambiò posizione, mettendosi in parallelo al mio corpo ma senza toccarmi, appoggio le mani sul letto e facendo compiere al sue bel palo di carne un movimento dall’alto verso il basso,senza inserirlo tutto, ma concentrandosi sul contatto tra il glande e l’ingresso della mia vagina.
– vuoi venire subito?-
– no no – rispose affannosamente
– ok… se devi venire fallo dentro di me –
– non addosso? –
– no oggi voglio sentirti dentro –
– ok –
– Dura ancora un pò, saranno passati solo dieci minuti –
Aveva la faccia paonazza, mamma mia se gli piaceva, ritornò alla posizione iniziale, mi prese per le gambe e aumentò il ritmo.
– Oh bravo,così va bene! –
Il pene scivolava velocemente tra le mie carni. le sue palle cariche di sperma rimbalzavano sul mio corpo desiderose di essere svuotate tutte dentro di me, colate di sperma caldo mi avrebbero riempito la vagina finalmente dopo mesi,facendomi sentire piena del suo piacere.
– dai tesoro, vienimi dentro –
Sentii che si era eccitato di più, fu come se il suo pene di fosse lievemente ingrossato e irrigidito.
– so che lo vuoi… riempimi tutta dai –
– sì…uhm …sì –
Aumentò ancora il ritmo e si coricò su di me,poggiando il petto sui miei morbidi seni.
Cominciavo a godere tantissimo, gli misi un braccio intorno alla schiena e uno sul sedere per spingerlo dentro di me, avvolsi le sue cosce tra le mie gambe, avevo la fica spanata per lui,solo per lui.
– Bravo tesoro continua,voglio sentire il tuo sperma-
– Tra poco vengo –
– Allora muoviti dai… riempimi la fica – andò velocissimo
– su tesoro vienimi dentro! su! su! su! –
– aaaaaah – fece un forte sospirò, mi penetrò ancora due volte prima di fermarsi. Percepivo delle lievi pulsazioni dal suo pene mentre eruttava il suo seme dentro di me.
– Bravo tesoro – avevo il fiatone – ce l’hai fatta –
Senza staccarsi da me chiese timidamente – te sei venuta? –
Gli diedi un bacio sulle tempie – No tesoro…ora salgo sopra io e stai tranquillo che vengo sicuro –
– Mi dai un attimo? –
– Sì tranquillo… &egrave per rimanere dentro vero? –
– Ahah sì – mi disse stringendomi a se
– Prima non scherzavo quando dicevo che sei diventato un figo –
– Davvero? Non vorrai mica metterti con me? Guarda che c’&egrave la fila – disse sarcastico, io risposi seria
– Lo sai come la penso… tua madre si arrabbierebbe,scoppierebbero casini… e poi non mi piaci in quel senso…-
– però abbiamo appena scopato-
– Beh vedila così… siamo scopamici… io la ninfomane e te lo sfigato.. –
– Grazie eh – mi fece ridere
– dai ora esci, e occhio a non macchiare il letto –
– ok ok – estrasse la sua spada sporca del suo sperma e dei miei liquidi dandomi una sensazione di vuoto e libertà, facendo rilassare la mia vagina.
– sono un pò sporco, ti dispiace?-
– a me no a te invece piace fin troppo – rise mentre portava il pene al mio viso, aprii la bocca e lo ripulii dandogli una bella lucidata con la lingua.
Portai la mia mano sulla vagina e ci infilai un dito, ero davvero piena.
– Da quand’ &egrave che non ti masturbi –
– Da mercoledì –
– Cavoli si sente… ascolta fatti un lavoretto veloce io cerco di non seccarmi –
– non vai a pulirti? –
– No no, oggi mi riempi… e sta volta sopra ci sto io –
Ci mise 5 minuti a tornare duro, si sdraiò e io mi tappai la vagina per evitare che uscisse il suo seme.
– Sentirò la mia sborrata di prima? –
– Beh un pò sì –
– Che schifo –
– Hey guarda che &egrave roba tua! –
– Lo faccio solo per te che non trombi da mesi – tolsi la mano e inserii subito il suo arnese per tappare.
– Come se ti dispiacesse vedere le mie tette rimbalzare –
– Beh loro sono un bell’incentivo –
– Dai taci scemo – sorrisi e cominciai a cavalcarlo
– Solo te puoi dire cose sconce? –
– Se ti va dille… –
– Non saprei da dove iniziare –
– Boh…descrivendo la situazione attuale,le sensazioni o le tue intenzioni… tipo che mi piace farmi penetrare dal tuo bel pisello per farti svuotare le palle dentro la mia patatina –
– Ma come fai!? Cio&egrave.. Mi sa di squallido… mi vergognerei a dire certe cose… e comunque non penso che il diminutivo sia corretto nel tuo caso – disse ridendo
– Ma come ti permetti?! – risi e gli tirai due schiaffetti – ad ogni modo, se vuoi posso smetterla di dire certe cose –
– Non ho detto questo – sorrise
– Dai fammi concentrare –
Ripresi a cavalcarlo, avevo inarcato la schiena in modo da muovere solo il sedere, posai le braccia sul suo petto, mentre lui aveva messo le sue mani sul mio sedere. Il suo pene scivolava tra le pareti vaginali,ero ben lubrificata e Matteo aveva un cazzo bello spesso,si faceva sentire.
Su e giu, su e giu poi bene in fondo,ricordo che stavo godendo da impazzire, facevo cadere il mio culo sul suo scroto mentre il suo pene si faceva strada dentro di me. Cominciò a leccarmi i seni.
– Succhia –
– Mica esce niente – rise
– zitto e succhia –
Lo cavalcai per una decina di minuti,sentivo di essere vicina all’orgasmo,mi imputai sui piedi e cominciai a saltargli sul cazzo inserendolo quasi del tutto dentro di me.
– ci sei quasi? –
-sì- risposi affannosamente
– da su!-
Le mie tette rimbalzavano senza controllo,aumentai il ritmo mentre riducevo i movimenti al minimo. Il letto cominciò a cigolare, chiusi gli occhi,strinsi i denti e continuai a muovermi fin quando. Un bell’orgasmo! Lanciai un bell’urlo di goduria e rallentai le penetrazioni.
– Guarda! ho tutto l’uccello sporco della mia sborra! –
– Uff… come sei noioso… sei ancora venuto? –
– No, ma vabb&egrave sono già venuto prima..-
– No – lo interruppi – te devi venire anche adesso con me sopra! Quindi alza le ginocchia e vienimi incontro quando scendo –
Ricominciammo la nostra bella scopata, volevo che venissimo insieme. Ci stavamo dando dentro facendo delle penetrazioni complete, partendo dal glande fino ad arrivare alla base del suo pene. Il letto stava cigolando pericolosamente,accompagnato dal nostro ansimare. Mi stavo bagnando copiosamente,avevo sporcato tutto il cazzo di Matteo coi miei liquidi.
– Dai su fammi venire – cominciai ad ansimare
– Dai bella – almeno ci stava provando a dire qualcosa di porco
– Vuoi venirmi dentro? –
– mmm sì –
– Vienimi dentro dai aaah –
Più veloce dai,più veloce, volevo aumentare la velocità, volevo mi trapanasse senza sosta.
Mi sdraiai su di lui e ricominciai a sbattergli il culo addosso.
– Dai dai! ci siamo! tu ci sei? –
-mmmm quasi – rispose, e ad un tratto – ok,ci sono! –
– su su su!!! sborrami dentro – stavo impazzendo. Andavamo avanti da una decina di miniti sempre nella stessa posizione, uno degli orgasmi più forzati della mia vita.
– dai dai dai!!!! scopami! –
– Uaaaah – lanciò un urlo bestiale che penso si sia sentito per tutta la casa. Cominciò a rallentare e all’ultimo vennì anch’io,moderando i termini con un più elegante sospiro di sollievo – aaaaaaaah..sì… bravo bimbo…vieni dentro la tua maestra – Il suo cazzo pulsava e mi riempiva di nuovo sperma bello caldo dalle sue palle. I nostri corpi ormai erano appiccicosi per il sudore, avevamo appannato la finestra della camera e scopato per almeno un ora.
– Dio sì…che bella scopata…- ero proprio contenta – sei stato bravo tesoro –
– ah… sì… Mi fa male il pisello – disse sospirando
– ah non dirlo a me… mi hai fatto sgobbare –
– almeno ti &egrave piaciuto –
– sì, te l’ho detto… &egrave stata una bella scopata… certo abbiamo fatto le posizioni basilari, la prossima volta ci buttiamo dentro qualcosa di più complicato –
– e mi fai venire dove voglio – aggiunse
– perch&egrave non ti &egrave piaciuto il nuovo posto? –
– Oh sì! Mi &egrave piaciuto un sacco… ma anche sulle tette non &egrave male –
– Dovresti sentire nel culo –
– Hai scopato pure col culo? Sei proprio maiala –
– Sì, ma &egrave scomodo… sai ora cosa ci vorrebbe? –
– Cosa? –
– Un bel sonnellino – mi sdraiai su di lui
– no no no, dobbiamo lavarci e mettere apposto –
– come sei antipatico – ero davvero distrutta e mi stavo per addormentare su di lui.
– Dai muovi il culo maestrina … ce la facciamo una doccia insieme? –
– mmm se ti va –
– eh…mancherebbe una bella spagnola –
– Non so se ne ho la forza, e poi dobbiamo lavarci in fretta,asciugarci e mettere apposto tutto il bagno –
– Ora sei te l’antipatica-
– mmm potresti togliermi il cazzo da dentro? &egrave ancora duro –
– ok – lo tolse,e fu un pò come stappare lo spumante, iniziai a colare liquidi seminali su Matteo.
– Stai attenta – Mi tappai ancora una volta la vagina con la mano, poi mi alzai, divaricai lievemente le gambe e mi feci colare sulla mano il grosso di ciò che avevo dentro. Mi riempì il palmo.
– Volevi venirmi sul seno? eccoti accontentato – mi spalmai la cremina su entrambi i seni
– lo vedi che sei maiala! – disse ridendo e a corto di fiato
Gli porsi la mano – Dai, andiamoci a fare questa doccia –
Andammo di corsa in bagno mentre tra le gambe mi colavano ancora umori e sperma.
Ci Buttammo sotto l’acqua
– Uhh bella calda – e ci baciammo a lungo, scesi anche nei bassi fondi per fargli una pompa e una bella scopata di tette cercando di ricavare dal suo pene ciò che avanzava dai nostri ultimi due rapporti, ne uscì qualche schizzo bello attivo. Mentre una volta fuori mi fece un bel ditalino facendomi venire. Un altra ora buttata nel bagno a “lavarsi”. Mezz’ora a riordinare tutto e ci avanzò mezz’ora, che spendemmo a parlare.
– Senti, ho un’idea –
– Ti ascolto –
– Visto che devi lavorare e che il sesso, come vedi, ci ruba troppo tempo, da oggi faremo così: scopiamo solo il venerdì, così hai il fine settimana libero per studiare bene quello che devi, mentre lunedì e mercoledì facciamo le cose serie –
– So già che questo programma non reggerà un giorno –
– Già lo penso anch’io –
– Quindi, dato che oggi &egrave lunedì, venerdì scopiamo – ci riflettei un attimo
– Beh in effetti – sorrise soddisfatto.
– Ora però le cose serie… io e te siamo scopamici ok? –
– ok –
– Quindi se uno di noi due si fidanza non si scopa –
– E se ne avessimo voglia –
– Dipende dall’occasione, seconda cosa, trombiamo solo quando entrambi ne abbiamo voglia e se lo studio te lo consente –
– Che palle però –
– lo studio prima di tutto…terza cosa – mi guardò con attenzione
– Venerdì mi arrivano, quindi non si scopa –
– mi prendi in giro dai! –
– Mai stata così seria! – passammo il resto del tempo a parlare di cazzate varie.
– Un giorno ci esci con me e la mia amica Ilaria? – chiesi tutta felice.
– Se mamma acconsente, in alternativa potrei scavalcare il cancello –
– Dai te la voglio far conoscere, &egrave davvero una fica pazzesca! –
– Ahahah ma perch&egrave me la devi far conoscere? –
– Perch&egrave siamo amici e perch&egrave ora sembri una persona normale e non uno sfigato vestito da barbone-
– Ooo dopo questa ondata di complimenti non posso fare altro che abbracciarti –
– Sì! Abbraccio! – Potete contarci, quando faccio la bambina con qualcuno &egrave perch&egrave mi sono affezionata. Dopo un lungo abbraccio lo presi per le spalle e lo allontanai, lo guardai seria e gli dissi -stai venendo su veramente bene! sei il mio capolavoro –
– Cosa sarei io? –
– La mia Gioconda,la mia Guernica! –
– La Gioconda &egrave una donna,la Guernica un ritratto raffigurante morte – rispose facendo una faccia stupida.
– la Gioconda &egrave un uomo –
– E’ un clich&egrave –
– No fidati &egrave un uomo – Udimmo Stefania arrivare in macchina,e fuori cominciò a piovere.
Scendemmo a salutarla – fai una faccia seccata – gli dissi
– Eccovi ragazzi, com’&egrave andata oggi? – disse con il suo solito sorriso terrificante.
– Bene! Abbiamo studiato,la casa &egrave apposto e gli ho anche dato una bella strigliata vero? –
Lo guardai storto, lui rispose seccato.
– sì sì –
– Brava Michela! allora ci vediamo mercoledì –
– Senz’altro, arrivederci…ciao Matte – lo salutai con un bel sorriso
Non rispose nulla, alzò la mano e ricambiò il sorriso.
So cosa state pensando, c’era qualcosa tra noi. No,non proprio, o almeno non per me. Matteo mi piaceva di carattere,di fisico e di aspetto, ma non abbastanza. Avevamo parlato,scherzato, scopato e sono stata oltre che la sua prima volta anche il suo primo bacio. Quando me lo disse mi mise pure in una brutta condizione, non che non me lo aspettassi,ma il primo bacio dovrebbe essere qualcosa di magico mentre quel giorno fu una cosa volgare, mi chiese di insegnargli a pomiciare e dopo me lo confessò. Non sapevo che fare, era un mio amico, un mio scopamico, e dovevo ancora capire cosa fare di lui, o meglio di noi.
Quella sera scrissi ad Ilaria, parlammo per un pò finch&egrave stanca e con la patata e pezzi non mi misi sotto le coperte a farmi una sana dormita.

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