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Racconti Erotici Etero

la vendetta…

By 14 Aprile 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

La vendetta

Tutto era deciso, quella sera avrei consumato la mia vendetta.
Il mio capo era un gran stronzo: prepotente e maleducato.
Era tanto che avevo promesso a me stesso che gli e l’ avrei fatta pagare.
L’occasione fu la festa aziendale.
Lui venne con sua moglie, una splendida donna sulla quarantina, si vedeva che era annoiata e si sentiva fuori posto, stava lì seduta su quella sedia con le sue gambe incrociate, lasciando intravedere la fine di una calza autoreggente, che eroticamente sbordava da quel vestito nero.
I miei pensieri furono subito sensuali, cominciai a pensarla stesa sul letto, su un tavolo, ai bordi di una poltrona, china in ginocchio davanti a me, a pecorina…sentivo il mio cazzo duro sotto i calzoni.
Continuavo a guardarla sfacciatamente, incurante del mio capo, la trafiggevo con i miei desideri.
Presi un bicchiere di spumante e mi avviai verso di lei.
– Annoiata?”
– si… e anche stressata da questa atmosfera di zombie.
– &egrave anche senza bicchiere: una bevuta insieme?
– Sarebbe meglio di no, visto che non tengo gli alcolici, ma quì mi sà che &egrave meglio bere…
Bevve d’un fiato e ne chiese ancora e, poi ancora.
Il marito, quello stronzo, dava da dire a una segretaria biondina, giovane e svampita.
Lei si diresse verso di lui con passo malfermo e disse;
– Caro vado a casa, non mi sento bene.
lui fece un cenno di intesa con la testa e si rigirò a parlare con la biondina.
Io mi spostai veloce alla porta e uscii.
L’aspettai al cancello d’uscita e con aria indifferente le dissi:
– Che ne dice se l’accompagno a casa?
Lei mi squadrò con aria un poco confusa, sorridendo mi prese per un braccio e disse;
– Andiamo a divertirci.
La feci salire sul mio Mercedes col cambio automatico e sfrecciai via
Dopo qualche minuto, misi la mia mano sulle sue cosce aspettando uno schiaffone o un risentimento, lei invece allargò le gambe e attese.
Fermai la macchina in una via laterale seminascosta, la mia mano adesso era salita sui suoi slip, li sentivo umidi, non mi interessava farla eccitare, ero incazzato nero con il mio capo e vedevo in lei la mia vendetta.
Lo sapevo che non era giusto, lei non era colpevole, ma ormai ero eccitato e infuriato, la feci girare, tirai giù il finestrino, la feci appoggiare a carponi, tirai su il vestito, le strappai lo slip, poi, mi tirai giù i calzoni, abbassai lo slip, misi le mie mani sui suoi fianchi, le divaricai bene le gambe e cominciai a scoparla.
Sentivo i suoi gemiti mentre mi spingevo fino in fondo, la sua testa era fuori dal finestrino, vedevo le sue natiche sbattere contro le mie palle, presi il vestito e lo slacciai davanti tirando fuori le tette.
Una volta libere, cominciarono a ballare col corpo.
Ero preso dal mio furore, sentivo lei venire sotto i miei assalti furiosi, continuai a sbatterla senza pietà.
Ogni volta che sentivo le sue grida pensavo a quello stronzo del marito.
Mentre la stavo prendendo mi accorsi che c’&egravera una persona nascosta che guardava.
Gli feci un cenno e l’invitai a avvicinarsi, dal buio usci un sessantacinquenne titubante ,io lo guardai e gli dissi;
– Che ne dici di partecipare?
lui non se lo fece ripetere, si avvicinò al Mercedes, arrivò all’altezza del viso della donna, le prsee i seni e cominciò a stringerli forte.
Sentii un grido soffuso di dolore, poi vidi l’uomo aprire lo zip dei calzoni, tirare fuori un membro molliccio e dire;
– Dai bella mia, fammi vedere cosa sai fare…
Così dicendo, si spinse nella bocca della donna.
Io continuavo a scoparla, ma la scena di quel vecchio, mi fece venire voglie ancora più proibite.
Misi un dito a fianco del mio cazzo e lo lubrificai bene, poi, lo tolsi e cominciai a spingerlo nel suo orefizio.
La sentivo stretta, ma non troppo, guardai la donna che andava avanti e indietro su quel cazzo, allora, lo tolsi e le allargai bene le natiche e, deciso mi spingo in lei.
Sentii un gemito soffocato dal sesso del vecchio, spinsi ancora e entrai fino alle palle.
La pelle cedette sotto i miei attacchi, vedevo questa donna con il culo aperto, con la testa fuori dal finestrino, la stavo sodomizzando: sentivo il mio cazzo stretto nelle sue natiche.
Cominciai a scivolare meglio.
il piccolo buchino si stava adeguando alle mie misure, vedevo il vecchio che godeva nella sua bocca.
Lei nel tentativo di non ingoiare il suo sperma, si spinse indietro impalandosi ancora di più.
La tenevo stretta ai fianchi, spostai le mani sulle natiche, le allargai al massimo, volevo godermi il suo stupendo sedere.
Sentivo crescere il mio orgasmo, sentivo i suoi mugolii, non erano di sofferenza,anzi, allora, mi appoggiai completamente a lei, misi le mani sulle spalle e vigorosamente le esplosi dentro.
Una scopata incredibile… pensai, mentre mi rilassavo sul suo corpo.
Lei rientrò con la testa dentro, il vecchio era sparito: si girò, si allacciò il vestito, lo sistemò, poi mi disse
– Che ne dici di andare a casa tua a finire la serata?
la mia vendetta era perpetrata, ma non avevo capito bene quanto lei abbia sofferto, allora, nel dubbio le dissi
– Certo,non vedo l’ora di ricominciare…
Ma questa volta non pensai a vendicarmi, pensai a fare del buon sesso con una che amava il sesso.
La moglie del mio capo &egrave diventata la mia amante da quella sera.
Da due anni il nostro rapporto &egrave diventato un legame serio, dove la vendetta ha lasciato il posto all’amore

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fantasypervoi@libero.it

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