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Labbra di lurido blu

By 23 Marzo 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Prenderò spunto da alcune mie ossessioni erotiche per proseguire le gesta di mia moglie Silvia, di come mi fa e farà cornuto ripetutamente con me spesso consapevole, consenziente e felice di essere anche umiliato in svariate situazioni, sempre con mia moglie protagonista e sempre più troia senza ritegno. Vi consiglio vivamente di leggere i capitoli del mio precedente racconto ‘Mia moglie e i ripetenti’.
Il mio nickname deriva dal film Labbra di lurido blu, con protagonista Lisa Gastoni. Queste avventure saranno liberamente ispirate alle scene più spinte di quel film e ad altre scene che mi colpirono in passato, tratte da film, giornaletti ecc.
Le vicende di corna inflitte da mia moglie a me, cornuto e umiliato ma felice ed eccitato, proseguirono con gli stessi protagonisti, ora che si era anche aggiunto il principale di mia moglie. Il quale venne anche a casa nostra a scoparsela, un paio di volte con me presente chiuso in bagno con una scusa, mentre mia moglie magari gli faceva un pompino sul divano, oltre a quelli che spesso gli elargiva in ufficio o in macchina, in garage o in strade appartate come una mignotta da marciapiede. I ragazzi e i loro famigliari andavano e venivano dentro mia moglie, con assiduità altalenante, ma comunque con lei sempre pronta a soddisfarli e io a subire umiliazioni e prese per il culo che mi eccitavano in maniera vergognosa ma felice.
Si avvicinò l’estate e, i primi di giugno, approfittammo di un ponte per recarci in un paese dell’entroterra laziale, di cui non farò il nome, dove avevo una proprietà e una questione legale da risolvere con il vecchio proprietario di questo casale da ristrutturare che doveva essere un buon investimento.
Giungemmo all’ora di pranzo al ristorante dove eravamo stati invitati proprio dal precedente proprietario, un uomo di 60 anni ancora in buona forma, classica persona di paese, alto, con un po’ di pancia ma muscoloso, robusto, insomma quando lo vidi pensai subito che poteva essere, nonostante l’età, un ottimo stallone per quella troia di Silvia, la quale, per l’occasione, indossava un abito scollato e attillato, con una gonna ampia, che metteva in risalto la sua fantastica quarta e le forme del suo culo. Come arrivati ci presentammo e non potei non notare, con mia grande soddisfazione ed eccitazione, gli sguardi che ripetutamente si posavano sul corpo di mia moglie, i complimenti continui, i commenti che vedevo si facevano al tavolo il sig. Petroni con un suo amico vicino a lui, le risatine, le intese’ dell’affare parlammo in maniera generica, ma io cercai di fargli capire che non volevo mollare il punto che non intendevo pagare io la ristrutturazione di una stalla (che era l’oggetto del contendere), la legge e gli accordi mi davano ragione e loro lo sapevano, ma volevano provare comunque a strapparmi qualche migliaio di euro di lavori e non mi sembrava proprio il caso. La discussione non diventò pesante anche grazie alla presenza di Silvia la ‘bella signora’ che meritava un’accoglienza divertente e rilassata.
Il sig. Petroni anzi ci ricordò che il giorno dopo, domenica, ci sarebbe stata la festa patronale, che senza dubbio ci saremmo divertiti e che mia moglie avrebbe fatto una gran bella figura. Andammo insieme al casale, dove il sig. Petroni ci accompagnò insieme a un suo amico e due suoi aiutanti, un italiano di nome Giulio e un romeno Valentin, entrambi di circa 30 anni, robusti, ben piazzati, classici uomini di fatica. Silvia era l’unica donna della comitiva, era vestita da femmina al contrario degli altri, e tutto questo contesto mi agitava ed eccitava terribilmente. Silvia non aveva mai visto questo casale, pensavo di portarcela a lavori terminati, quindi il sig. Petroni e i suoi aiutanti ci fecero da guida. In alcune occasioni capitò che Silvia si trovasse un po’ distante da me a parlare con il sig. Petroni e a volte ebbi la sensazione che gli altri lo facessero apposta a separarci fisicamente’ la sera andammo a dormire in albergo e scopammo furiosamente, io raccontavo a Silvia delle mie paranoie e lei mi derideva dicendo che aveva già deciso di scoparsi tutto il paese, doveva solo decidere come, e che era curiosa di scoprire se fosse vera la sua impressione, ovvero che il sig. Petroni ce l’aveva bello grosso e che era ancora sessualmente molto virile e potente con quel fisico e quelle mani grosse. A quelle frasi e alle sue risate di scherno mi eccitai tantissimo, scopammo tre volte in maniera per me febbrile e vidi in lei lo sguardo torbido e malato che ben conoscevo’
Il giorno dopo ci recammo in paese per la festa patronale, c’era molta gente, una bella atmosfera, una bella giornata di sole. Silvia aveva un abito bianco a fiori, in stile campagnolo, con uno scollo a V irresistibile, una gonna sopra il ginocchio che copriva delle calze autoreggenti velate e il consueto perizoma da troia di cui ormai non poteva più fare a meno’ C’era in piazza il carro con il santo, la folla che mangiava beveva e chiacchierava, e ogni tanto mi capitava di perdere di vista Silvia che parlava con altre persone, anche donne si, ma soprattutto con il sig. Petroni che non era sposato e quindi non doveva temere gli sguardi di nessuno. Venni invitato dagli amici del Petroni a provare alcune squisitezze, mentre vidi con la coda dell’occhio il sig . Petroni prendere Silvia sotto braccio e dire qualcosa che la fece ridere, i due si allontanarono un po’ e li persi di vista. Mi raccontò lei poi cosa avvenne, come sempre per eccitarmi non lasciava nessun particolare, il Petroni ricopriva di complimenti Silvia che rideva e ci stava’ fino a che lui non le propose di salire su una antica torre che affacciava sulla piazza ma che si trovava in ristrutturazione quindi in teoria non accessibile al pubblico, ma il Petroni dirigeva i lavori e le assicurò che non c’erano rischi bastava stare attenti ma che la vista sarebbe stata invidiabile.
Il sig. Petroni accompagnò mia moglie dentro fino a una scala a pioli che portava a un grande soppalco dove si trovava una finestra che affacciava sulla piazza. Silvia disse
‘ma sarà sicura come scala?’
‘signora non gliela farei fare se non ne fossi certo’ ma io starò sotto a reggerla per metterle sicurezza e per qualsiasi problema’ salga prima lei”
Silvia esitò un attimo guardando insù la fine della scala poi sorridendo senza dire niente cominciò a salire la scala’ il sig. Petroni si mise sotto con le mani sulla scala godendosi lo spettacolo delle gambe di mia moglie che salivano, mostrando sempre di più, le autoreggenti prima e lo spettacolo del culo spaccato in due dal filo del perizoma bianco’ Silvia salì lentamente mentre il vecchio porco si gustava l’antipasto di quello che si sarebbe preso di lì a poco’ giunta alla fine guardò in giù sorridendo al Petroni.
‘bene aveva ragione &egrave stato facile’ grazie per avermi retto la scala’ ora tocca a lei, così ci gustiamo insieme lo spettacolo”
‘arrivo subito’ disse fremendo il porco.
Arrivati entrambi alla finestra Silvia si sporse appena mentre il sig. Petroni si trovava dietro di lei
‘allora signora’ ne valeva la pena giusto?’
‘si aveva ragione’ e poi &egrave bello sapere che qui possiamo esserci solo noi due’ grazie’ &egrave sempre bello fare quello che gli altri non possono’ o no? &egrave bello fare come ci pare’ guardali li sotto’ anche loro vorrebbero fare quello che gli pare”
Silvia si girò perché senti una mano pesante sul suo culo’ il sig. Petroni osò per vedere se ci vedeva giusto nel pensare che mia moglie era una gran troia che non vedeva l’ora di essere montata come si deve’
‘vedo che piace anche a te’ fare come ti pare’ vero signora!’
‘si’ e dai allora’ fallo’ approfitta no? Porco!’
Il sig. Petroni ruppe gli indugi cominciando a palpare pesantemente Silvia con le sue mani grosse e forti, lei alzò le braccia per aggrapparsi allo stipite superiore della finestra allargando un po’ le gambe, pregustando eccitata la scopata che stava per venire. Il Petroni palpava culo, tette, cosce, faceva proprio come gli pare’
‘eheheh come ti ho vista ho capito subito che eri la classica troia di città che viene in paese a farsi montare come una vacca’ ti ci vuole un toro da monta a te, no quel maritino di città’ &egrave vero o no?’
Silvia ansimava e rispondeva solo con dei ‘si’ ansimando
‘mò te lo faccio sentire io un cazzo ‘
Lo tirò fuori dopo aver sollevato completamente la gonna e scansato il perizoma. Infilò una, due dita nella fica fradicia di Silvia
‘senti come sei bagnata, non vedevi l’ora di farti sbattere eh’
Silvia non rispondeva alle frasi volgari del bestione, amava essere arrendevole e passiva ai capricci degli uomini che se la scopavano.
Glielo infilò di netto, un cazzo grosso, largo, possente come il suo corpo, Silvia stessa mi raccontò la sensazione fantastica che provò sentendosi riempita da quel cazzone che era proprio come sperava. Cominciò a pompare lui e a gridare e ansimare lei, sempre aggrappata alla finestra, mentre il Petroni si aggrappava ora ai fianchi, ora alle tettone di mia moglie che mi faceva cornuto mentre io stavo sotto a mangiare la porchetta caduto perfettamente nella trappola del sig. Petroni e i suoi amici.
La monta proseguì tra gli insulti
‘Troia’ ti&egrave’ ti vogliono dei veri cazzi a te’ vacca”
‘si’ si’ cazzo si forte, pompa’ oddio’ vengoooo aaahhh’
‘cazzo sei già venuta’ cagna’ ahahahh’
Rideva il bestione della venuta di mia moglie che si gustava tremante quel furioso orgasmo.
Voleva prendersi tutto il piatto il Petroni che cominciò a bagnare il buco di Silvia’ che si girò guardandolo in preda al delirio’ e gli sorrise ripetendo
‘dai’ approfitta’ fai come ci pare”
‘lurida troia’ alla faccia di quello stronzo di tuo marito’
E gli ficcò la cappella di netto nel culo causando un grugnito di mia moglie, la troia.
‘eheheh troia’ ti&egrave’ cominciò a pompare con forza, spaccando di gusto mia moglie
‘aaahh’ cazzo’ si’ porco’. Mi spacchi’ daiii’
‘lurida troia’ ehehe sei la classica bagascia di città’ ti rompo il culo alla faccia di quel cornuto di tuo marito’ ce l’ho più grosso eh di la verità’ dillo dai troia’
‘siiii si cazzo’ ce l’hai il doppio’ non c’&egrave paragone’ aaaahh’
‘ahahah lo sapevo che era un frocio’ lui mi incula il casale ma io gli inculo la moglie’ troia che non sei altro te la meriti proprio una rottura di culo come si deve”
Se la inculò aggrappato ai suoi fianchi con quelle sue mani da contadino per dare meglio i colpi mentre Silvia in estasi si aggrappava come poteva allo stipite della finestra’ un’inculata che Silvia stessa definì bestiale, forse la più potente e orgasmica che avesse mai ricevuto, e la sera mi mostrò i lividi sui fianchi, sulle chiappe lasciate dalle rozze dita di quel bestione.
Continuò a pompare e insultare fino a che non sborrò direttamente in culo a Silvia che quasi svenne per l’orgasmo tremendo che aveva ricevuto.
I due si sistemarono alla meglio, tra fazzoletti di carta, di stoffa, una sciacquata volante a un rubinettino che si trovava lì dentro.
Quando tornarono giù Silvia aveva un’aria che si capiva benissimo, se la si conosceva un minimo, che aveva appena scopato, capelli mori disordinati, sudata, ancora rossa in viso. I due stronzi si presentarono da noi, come se niente fosse, Silvia era ancora seria e aveva proprio un’aria nervosa ed eccitata allo stesso tempo’ gli altri si sprecarono in complimenti ma mi sembrava che l’atteggiamento fosse cambiato’ avevano capito cosa fosse accaduto. Il sig. Petroni rideva soddisfatto lanciando occhiate di intesa e ammiccanti agli altri, che ricambiavano’ nel proseguio della festa ogni tanto qualcun altro ci provava con Silvia, la prendevano sotto braccio, le parlavano nell’orecchio, io vedevo tutto, la vedevo ridere, la vedevo dare chiaramente l’impressione della troia disponibile, cio&egrave di quello che era. Mi sembrava di impazzire ma allo stesso tempo non vedevo l’ora di sborrarle in faccia’

La sera in camera mi raccontò tutto, io le saltai addosso e mentre lei rideva sborrai dopo pochi secondi
‘Tesoro’ proprio non ce la fai più eh? Sapessi quanta ne ha fatta il vecchio Petroni’ mi colava tutta di fuori’ ahahah’
Era diventata una troia senza ritegno e ci godeva a farmi sempre più cornuto e preso per il culo, ma la cosa sconvolgente &egrave che a me sembrava non bastare mai, non sapevo più quale potesse essere il mio limite’ forse vederla scopare da altri con me presente e guardone umiliato’ forse’

Il giorno dopo il sig. Petroni volle mostrarci l’azienda agricola, con le stalle, i campi a grano e girasoli, una bella tenuta. Eravamo sempre in cinque, io, Silvia, il Petroni e i due aiutanti Giulio e Valentin. Silvia indossava dei jeans a vita molto bassa, tanto che pure in piedi si vedeva il bordo di pizzo del perizoma rosa che indossava, stivali e camicia a quadri annodata in vita in modo da mostrare parte del ventre’ era arrapante da morire, con i capelli legati a coda di cavallo.
Nelle stalle c’erano le vacche e alcuni tori’ il Petroni ci mostrava il bestiame commentando
‘I tori sono pronti per la monta’ &egrave stagione di monta quindi sono belli in tiro ahahah’
E ridevano gli altri, ben sapendo, io cornutone, che non era solo quella dei tori la monta a cui si riferivano e che la vacca non era solo a quattro zampe’ Silvia mi confidò successivamente che era già eccitatissima, sia per quello che era avvenuto il giorno prima, sia per i doppi sensi degli altri che sapevano quanto lei fosse troia e quanto io fossi cornuto, uniti all’odore acre della stalla, ai tori da monta’ tutto quel sesso animalesco e violento che si respirava nell’aria e di cui lei voleva sentirsi protagonista.
Passeggiando Silvia un paio di volte si accovacciò per vedere meglio alcune cose, ma io sapevo che era tutta una scusa per scoprire il suo perizoma e parte del suo culo per mostrarli alla vista del Petroni e dei suoi aiutanti che si gustavano lo spettacolo ghignando con me che facevo finta di niente ma che avevo il cuore in gola.
In prossimità dei campi c’era un grosso trattore e Silvia disse giuliva
‘Mi piacerebbe provare a guidarlo o almeno a starci sopra’ &egrave difficile da portare?’
‘Difficile proprio no signora, ma con un aiuto’ se proprio vuole divertirsi a portarlo può salire con Giulio che la guiderà e le dirà come fare’ vero Giulio?’
‘Ma certo don, sarebbe un onore e un gran divertimento!’
‘Che ne dici caro?’ mi strizzò l’occhio la zoccola e io capii dove voleva andare a parare’
Salirono entrambi sul trattore che aveva un posto a sedere che ospitava tranquillamente due persone, anceh se molto strette’ e partirono. Vedevo Silvia ridere, impegnarsi, con Giulio l’aiutante che le indicava come fare, si allontanarono per i campi e in lontananza mi sembrò che lui le avesse messo un braccio in vita’ una volta lontani il sig. Petroni mi guidò a vedere altre parti della fattoria e li persi di vista. Silvia poi mi raccontò che una volta lontani, guidando piano piano, Giulio cominciò a toccarle il culo, il perizoma data la posizione seduta era di fuori, e lui toccava sempre più a fondo infilando la mano dentro i jeans, senza che lei opponesse la minima resistenza a gesti e parole, poi passò alle tette infilando la mano dentro la camicia e palpandola pesantemente sghignazzando’ Tornarono indietro, e scesero.
‘Caro &egrave stato divertentissimo! Perché non provi pure tu? E’ facile vedrai che fico!’
Io esitai un attimo’ qualcosa mi diceva che Silvia mi volesse allontanare’ accettai la proposta ma volle accompagnarmi e guidarmi il sig. Petroni, lasciando così Silvia sola con i due manovali.
Mi allontanai e ce la prendemmo comoda’ non riuscivo quasi ad ascoltare le indicazioni che mi dava il Petroni commettendo quindi qualche errore, ero troppo preso con la mente a ciò che forse stava accadendo a Silvia’ e quello che stava accadendo me lo raccontò con la solita dovizia di particolari, e l’aria di chi non ne può fare a meno e non ne ha mai abbastanza di sesso violento e di corna da infliggermi.
Una volta lontano, i due portarono di nuovo Silvia dentro la stalla dove stavano i tori, Giulio cominciò a palparla pesantemente peggio di prima.
‘Adesso che tuo marito sta lontano possiamo divertirci eh troiona? Scommetto che non vedi l’ora eh’
‘Si’ facciamo presto prima che ritorni”
‘Valentin tu dai un’occhiata che stiano lontani mentre io mi sbatto questa vacca!’
‘ahahah certo’ magari se c’&egrave tempo me la faccio pure io, datti da fare!’
Giulio appoggiò Silvia alla palizzata della stalla, dove stavano i tori scalpitanti’
‘Guardali bene vacca’ adesso faccio come loro!’
Le tirò giù i jeans fino a metà coscia e le slacciò la camicia tirando fuori le tettone dal reggiseno
‘Quanto sei bona’ che fisico da vacca, ti ci vogliono proprio i tori altro che quel cornuto di tuo marito eh?’
‘Siii dai” Silvia rispose così ridendo al riferimento verso di me, al cornuto.
Giulio tirò fuori un bel cazzo, così disse Silvia, scansò il perizoma e la penetrò senza tanti complimenti cominciando a pompare subito forte facendo ansimare e gridare quella troia di moglie che mi ritrovavo’ la teneva per i fianchi, si aggrappava alle tettone, metteva le mani ovunque facendo il padrone di quel corpo da favola di Silvia.
‘Dai bravo scopala’ sono ancora lontani hai tempo’ gli disse l’amico e Giulio proseguì a sbatterla sempre più forte facendola godere come una vacca, come mi raccontò Silvia, descrivendomi le sue sensazioni’ quel cazzone che faceva su e giù, la puzza acre di stalla, i tori a pochi metri che guardavano’
Silvia poi mi raccontò che per rendere tutto ancora più eccitante ed umiliante nei miei confronti ebbe un colpo di genio e di perversione, dicendo
‘Aahhhh siiii’ cazzo attento però a non venire dentro’ non prendo la pillola”
‘Lurida troia, e ti fai sbattere così eh?’
Se la sbatt&egrave 5 minuti buoni fino a venirle dentro
‘Aaaahhh’ ti&egrave&egrave&egrave’ troia ti ingravido come una vacca con il toro’ alla faccia di quel frocio di tuo marito aahahahah’
‘Aaaahhh nooo’ godo’ godoooo’ e Silvia mi raccontò che quel particolare la fece eccitare e godere ancora di più, così come fece diventare pazzo dall’eccitazione anche me quando mi raccontò tutto la sera stessa’ senza pillola, sborrata dentro, ingravidata alla faccia mia di cornuto e coglione! Ce n’era abbastanza per venirmi dentro le mutande e spararmi seghe per il resto della mia vita!
Una volta venuto Giulio, Valentin disse
” dai adesso voglio godermela pure io’ ma faccio in fretta tanto me l’avete fatto diventare duro, animali!’
Si avvicinò a Silvia, ancora sconvolta per la tremenda goduta appena avuta, slacciandosi i pantaloni disse solamente
‘Succhia!’
Silvia si inginocchiò e una volta fuori il cazzo già duro (anche questo bello grosso mi raccontò, più del mio sicuramente’) lo prese in bocca e cominciò a praticargli uno dei suoi favolosi bocchini.
Quell’animale romeno le teneva la testa a due mani, la tirava per la coda, gli faceva dei gola profonda che le facevano quasi mancare il respiro, Silvia obbediva ed eseguiva ubbidiente e passiva, come una bambola di carne
‘Bocchinara’ troia ti affogo’ alla faccia di quel cornuto’
Silvia succhiava, quando il bestione non se la scopava in bocca come un ossesso, gli leccava e ciucciava le palle come se non meglio di un’attrice porno, mi raccontò che si impegnò molto perché era eccitatissima dalla situazione complessiva, dal fatto che avrebbero riso di me cornuto nel giro di pochi minuti, dall’idea di fare la figura della troia brava a lavorare i cazzi, dalle puzze, dagli odori acri di sesso, della stalla, degli uomini che se la sbattevano, dei loro muscoli, la loro volgarità, la loro potenza sessuale, l’odore dei loro cazzi e coglioni’
Il bestione le sborrò in gola
‘Aaaaahhh bevi’ bevi troia!’ e bevette quasi tutto, qualche rivolo le uscì dalla bocca sporcando con qualche goccia la camicia e i jeans’
Tornai alla stalla dopo il giro, insieme al sig. Petroni, trovai Silvia con i due bestioni e un bicchiere di latte in mano
‘Ti sei divertito tesoro? Guarda cosa mi hanno offerto Giulio e Valentin’ latte fresco! E’ buonissimo, davvero speciale’ guarda come sono ingorda, mi sono pure un po’ sporcata i vestiti”
E rideva lei, loro, mi prendeva per il culo davanti ai suoi stalloni, facendomi fare la figura dello stronzo, del coglione cornuto con una moglie troia nata per scopare con dei veri cazzi alla faccia mia’
Quando tornammo in camera la sera e mi raccontò tutto ridendo mi facevano male le palle, sborrai in meno di un minuto’ Silvia mi disse solo
‘Oh poverino sei già venuto’ mica sei resistente come quei due, e ne fai anche meno di sborra’ oggi quel romeno per poco non mi affogava, mi &egrave uscito fuori e mi sono sporcata, vedi? Ahahahah’
E il ponte di vacanza non era ancora terminato’ sarebbero giunte altre corna ed umiliazioni, in un crescendo che mi avrebbe fatto toccare il fondo’

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