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L’adultera punita

By 29 Aprile 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Anne aveva 31 anni, si era fidanzata alle scuole superiori con Mike, quando era rimasta incinta, si erano sposati. In una piccola città e nel loro ambiente piccolo borghese non si facevano scandali, il matrimonio era imperativo in questi casi, non fu un sacrificio per loro, si amavano sinceramente.

Il padre di Mike, John aveva un’import export, così  prese con sé Mike, dicendogli di assumersi le sue responsabilità di uomo, e avrebbe dovuto lavorare e studiare per mantenere la sua famiglia, anche se aveva solo sedici anni avrebbe dovuto imparare che un uomo affronta le sue responsabilità.

Il padre di Anne era un medico, e anche lui era un tipo assai rigido nei principi, e quindi il matrimonio sarebbe stata la sola soluzione accettabile, mai avrebbe tollerato un aborto o altre formule, chi sbaglia paga.

Dopo sposati i due ragazzi andarono ad abitare nella grande casa dei genitori di Mike, dovettero finire il liceo, perché i loro genitori li avrebbero comunque aiutati, una volta che si erano assunti le loro responsabilità. Anne malgrado tutto partorì bene, e fece di tutto per occuparsi del suo primo neonato.

Dopo due anni all’esame finale della scuola era incinta per la seconda volta. E questo fù un problema perché fece fatica a finire gli esami, era molto tesa, e preoccupata dovendo badare già ad una bambina piccola, essere di nuovo incinta era un problema, comunque finì il suo liceo.

Da allora presero delle precauzioni, perché Mike oltre a lavorare  doveva fare l’università, benché lavorasse per il padre, doveva comunque impegnarsi.

Riuscì a conseguire la sua laurea in quattro anni, ed era felice, adesso poteva dedicarsi di più alla famiglia ed al lavoro, i bambini erano già grandini il piccolo andava all’asilo, la bambina invece iniziava la scuola, i nonni si occupavano molto dei bambini, dando loro un grande aiuto.

Anne aveva dovuto rinunciare all’università, con due bambini piccoli non poteva assumersi anche quell’impegno, adesso però voleva fare qualcosa di gratificante.

D’accordo con il marito, s’iscrisse ad un corso universitario in economia aziendale, era nelle sue intenzioni di aiutare il marito nel lavoro, e riteneva necessaria una buona preparazione.

Andando all’università anche se aveva oramai già 24 anni, quindi era più grande delle altre ragazze iscritte, era corteggiata, anche se era piacevole non aveva mai dato confidenza a nessuno.

Doveva fare un corso di due anni per la licenza universitaria, e studiava con impegno, trascorse bene il primo anno con grande soddisfazione per i suoi punteggi.

Verso la fine del secondo anno dovendo preparare la tesi, venne affiancato da un tutor, un giovanissimo laureato che era considerato un genio avendo finito il master in un anno e prima ancora la laurea quadriennale in due anni.

Lui aveva 21 anni, era entrato all’università a 17, e oramai aveva finito tutto il suo iter era diventato anche assistente universitario di un professore, e questo era utile al suo curriculum.

Era un bel ragazzo, giovane muscoloso, tutto il contrario di come ci si aspetta un genio, era quasi inquietante tanto era bello ed intelligente, aveva occhi profondi marroni, capelli castani, e tutte le studentesse erano in gara per farsi corteggiare.

Una sera si ritrovarono a festeggiare, per un compito in cui Anne aveva ottenuto un punteggio eccellente, l’ultimo compito prima della tesi, lui la corteggiava, e lei ne era lusingata e turbata.

Cedette al corteggiamento di questo giovane durante una serata in cui aveva anche bevuto un po’ perdendo le sue inibizioni, l’aveva stregata, fù così che per circa sei settimane ossia, fino alla laurea, visse in un sogno, perché benché dovesse studiare lo faceva con tale rabbia e impegno per essere libera di ritrovarsi a fare l’amore con il suo bel tenebroso. Thomas era un amante strepitoso, Anne non aveva mai vissuto nulla di simile e mai provato simili sensazioni, lui aveva una fantasia incredibile, lei abituata solo con suo marito, non aveva mai fatto le cose che faceva con Tom.

Con Tom si sentiva disinibita, femmina, e lui le insegnò a godere in posizioni che non aveva mai sperimentato.

Le insegnò a succhiarlo, e lei prima non lo aveva mai fatto. Fecero l’amore in luoghi insoliti, come l’ascensore, in un parco pubblico, e la sodomizzò. Lei aveva cercato di resistergli, ma non ci fu nulla da fare, alla fine cedette, lui riusciva a farle sempre fare quello che voleva.

Anne ne fu sconvolta, quello che si rivelava davanti a lei era nuovo si sentiva così portata al piacere da dimenticare tutto, non solo il marito ma anche i figli, stava vivendo una nuova stagione, il sesso era come una droga.

Grazio al suo tutor universitario aveva preparato la tesi in tempi da record, era pronta già tre settimane prima della fine del corso, e quell’ultimo periodo lo trascorse con Tom in una sorta di orgia continua.

Una sera Tom la legò al letto nella sua camera dove l’aveva invitata, le mise una benda sugli occhi, e la frustò sui seni con una cintura, Anne gemeva ma non gridava, le faceva male, ma resisteva al dolore e malgrado tutto provava una sorta di eccitazione che non sapeva spiegare.

La fece girare e iniziò a frustarla sulle natiche, e lei gliele offriva agitandole per essere  colpita, si sentiva così eccitata che ogni cosa lui le facesse non si tirava indietro.

Tom alternava alle frustate delle masturbazioni, toccandola sia sul bottoncino che infilandole le dita nella fessura bagnatissima.

Le chiese quanto era eccitata e se desiderava fare l’amore, lei rispose prontamente di sì, che lo desiderava che si sentiva eccitata come non lo era mai stata prima.

Allora Tom le disse che doveva supplicarlo, che doveva chiedergli di onorarla di incularla, e lei lo disse, e questo sottomettersi a questo ragazzo che era più giovane di lei la eccitava terribilmente, anche il tono della richiesta che sarebbe parso umiliante in condizioni normali a lei in questo momento piaceva, voleva sentirsi dominata e desiderava veramente essere inculata, e supplicò con i movimenti delle anche protendendo il culo e con le parole di venire inculata.

Fu allora che Tom capì che era giunto il momento di dettare le sue condizioni, e le disse che l’avrebbe inculata e fatta godere solo se lei accettava di essere la sua schiava e di obbedirgli senza discussioni.

Anne gli rispose che accettava, e che desiderava essere la sua schiava, e avrebbe fatto qualsiasi cosa gli avesse ordinato.

Tom la penetrò lentamente nello sfintere facendola attendere e poi si agitò lentamente portandola allo sfinimento, Anne incominciò a spingere indietro per sentirsi penetrata e accelerare il movimento tanta era la voglia di godere. Lui si ritraeva e si fermava ogni volta che lei tentava di accelerare i movimenti, alla fine Anne si arrese e s’immobilizzò in segno di resa rilassandosi totalmente e abbandonandosi al volere del suo padrone.

Tom la montò vigorosamente appena lei si fu rilassata e le procurò una serie di orgasmi strepitosi, come lei non li aveva mai sognati. Alla fine uscì dal culo di lei e la scopò anche nella fica fradicia, mandandola in visibilio.

L’aveva stroncata era distrutta, e stanca e si era accoccolata vicino a lui gustandosi il momento dopo l’amore, dopo che lui l’aveva slegata.

Il riposo durò poco, lui le disse che doveva farsi la doccia perché sarebbero usciti, lei ne fu delusa voleva restare lì tra le sue braccia, ma si ricordò che gli aveva detto che avrebbe obbedito senza discussioni e si alzò e fecero la doccia assieme.

Anne voleva fare i suoi bisogni ma Tom glielo impedì, disse che doveva trattenersi,era un ordine.

Tornati in camera, lui le fece indossare gonna e camicetta e nient’altro, uscirono lei si sentiva nuda, la portò a fare un giro in città, erano trascorsi solo cinque minuti d’auto, che si fermò lungo una strada, e Tom le disse che poteva scendere e fare i suoi bisogni lì. Anne restò ferma, poi  si guardò intorno, la strada era deserta ma qualcuno poteva passare di quelli che rientrano dai locali in fondo era un’ora di transito, comunque scese sapeva che Tom non avrebbe rinunciato a vederla pisciare in mezzo alla strada se lo aveva deciso.

Si accovacciò vicino all’auto e si sollevò la gonna tenendola ben alzata in vita, e si rilassò il getto piano, piano cominciò a uscire, Tom non aveva spento il motore, e fece retromarcia lasciandola scoperta e illuminata dai fari dell’auto, proprio in quel momento arrivava un veicolo dalla parte opposta, oramai il getto era continuo e lei si era trattenuta da quando erano a casa non riusciva a fermarsi, l’auto passando davanti a lei aveva rallentato e iniziò a suonare il claxon si fermò e scesero due giovani e lei terrorizzata non riusciva a muoversi, solo allora Tom accese i fari abbaglianti e diede una brusca accelerata e azionò una sirena come quelle della polizia, Anne non sapeva che avesse simili attrezzature, ma fu utile perché quelli se la dettero a gambe.

Tom la riaffiancò coprendola con l’auto, e Anne finì i suoi bisogni, avrebbe dovuto avere più fiducia in lui, in fondo lui non l’avrebbe certo abbandonata era stata sciocca ad avere paura.

Lei risalì, ma non si era abbassata la gonna, lui intuitivo le diede dei fazzolettino con i quali Anne si asciugò. Poi si sedette e si lasciò ricoprir le gambe dalla gonna, Tom allora le appoggiò la mano sulla coscia, e risali lentamente fino all’inguine e disse: “però sei eccitata sentendo la sua passera umida” ed era vero, la paura e tutto il resto essere lì esposta l’aveva eccitata, e lei confermò dicendogli che malgrado la paura provata o forse anche e soprattutto per quella si era eccitata.

Una settimana dopo Anne aveva la sua licenza universitaria, s’incontrarono un’ultima volta lui le disse che se ne andava aveva trovato un lavoro sulla costa est, che gli offriva delle ottime possibilità di carriera.

Lei restò un po’ in silenzio, non sapeva cosa si aspettava, e lo gurdò diritto negli occhi e gli chiese: “allora è finita?” lui le rispose che per il momento si sarebbe assentato, che non si sa cosa ci riserva il futuro, “ma tu sarai sempre la mia schiava, quando tornerò, e ti chiamerò tu verrai a strisciare ai miei piedi”. “Si padrone” rispose lei.

Anne ritornò alla sua vita normale però con il rimpianto di non poter essere se stessa e per un certo periodo le fu difficile ritornare alla normalità, erano passati cinque anni da allora, e appena tornata a casa si era accorta di essere incinta, per fortuna che ritornata a casa i rapporti con suo marito erano ripresi, ma lei era sicura che quel bambino fosse figlio di Tom.

 

 

Adesso dopo cinque anni Thomas era di ritorno nella sua vita, stava trattando con suo marito per l’apertura del mercato orientale, se si voleva sperare di migliorare e restare competitivi, era utile adeguarsi alle nuove scelte di mercato, per evitare la crisi come numerose piccole aziende.

Lo aveva rivisto solo per questa casualità di circostanze, e suo marito lo aveva invitato a cena da loro proprio quella sera.

Tom arrivò puntuale, lei lo accolse con grande garbo, ma non osò mai guardarlo negli occhi, lui non fece nulla per far capire che si conoscevano, e si comportò come se l’avesse vista per la prima volta quel giorno, ma Anne aveva il cuore in subbuglio.

Tom aveva grande fascino e in quei cinque anni ne aveva ancora di più, parlava del Giappone con entusiasmo, Mike ascoltava con attenzione, soprattutto per le grandi possibilità che venivano offerte a livello di coprire e inserirsi in nuovi mercati, con i prodotti giapponesi, e anche le possibilità di ingrandire enormemente le prospettive di guadagno per chi è pronto a capire il cambiamento in corso.

Tom disse che la sua compagnia avrebbe certo assorbito la quota di maggioranza, ma la società di Mike, con il suo 49% sarebbe arrivata ad un valore triplo del 100% di quello attuale, solo nel giro del primo anni di affari.

Anche se adesso è una bella azienda, non è competitiva con il nuovo mercato, le manca il personale capace di trattare con gli orientali, oppure nei prossimi anni regredirà fino anche a chiudere.

Dovrebbero assumere un direttore esecutivo, esperto in questioni orientali,  e che conoscesse gli usi i costumi la lingua, questo non avrebbe cambiato di molto per Mike, lui sarebbe diventato oltre che socio con il 49%, anche la carica di Presidente restava la sua.

Mike era entusiasta, ma non voleva cedere il 51% della società, voleva tenere il controllo.

Allora Tom gli fece una controproposta, ceda fittizziamente l’11% al direttore esecutivo, il quale le firma un atto per la restituzione delle quote che resterà depositato presso un legale, si tenga il 40% e venda il 49% alla holding, se loro riscontrano che il direttore esecutivo è uno capace, correranno il rischio, l’unica cosa è che loro vogliono essere certi degli standard lavorativi, perché se non fossero rispettati, allora potrebbero agire per fare in modo che le valutazioni delle quote o calino o rilanceranno con un aumento di capitale sociale che nessuno è in grado di sostenere.

In fondo era un rischi accettabile, ma se preferiva lui non poteva costringerlo.

La serata si stava concludendo, Tom chiese se poteva andare al bagno, e toccò ad Anne fargli strada lungo il corridoio, era l’unico momento in cui furono soli, appena si fermarono e lei gli indicò la porta del bagno, lui le mise una mano sulle natiche, lei si immobilizzò, lui le baciò la nuca, e consegnò una busta, poi entrò nel bagno, Anne mise la busta dentro alla scollatura del vestito, e rientrò in salotto.

Dopo poco con saluti calorosi si lasciarono, Tom se ne tornò al suo albergo dove aveva prenotato una stanza.

 

L’indomani mattina Anne disse al marito che si sarebbe assentata dall’ufficio perché voleva andare a fare acquisti, insomma voleva cercare qualcosa di carino e sperava di trovarlo, lasciò l’auto al parcheggio del supermercato, e andò a prendere l’autobus.

Scese alla prima fermata, si diresse verso un vicolo, Tom era lì a bordo di un’auto che l’attendeva. Lui le sorrise e la fece salire, e le disse: “ciao schiava hai eseguito le mie istruzioni?”.

Lei era seria ma disse di sì. Allora Tom le ordinò di alzare la gonna, sotto non portava mutandine come dalle istruzioni ricevute nella lettera, patirono e si recarono in un motel, lei lo seguì in camera e cercò di farlo ragionare gli disse che non voleva, che erano passati tanti anni, insomma che non aveva senso, ma lui disse che le aveva promesso che quando sarebbe tornato lui l’avrebbe rivoluta come prima, lei oramai era la sua schiava, e la volle prendere, in fondo tutta la situazione era eccitante anche per Anne che non aveva mai dimenticato quell’uomo che l’aveva resa veramente schiava dei sensi.

Era arrabbiata con se stessa e con la sua incapacità di resistergli, si disse che era una troia e che suo marito non si meritava che lei lo tradisse ancora, si sentiva in qualche modo vittima sotto ricatto da parte di Tom, lui nella busta le aveva messo una foto di lei di cinque anni prima nuda con le natiche segnate dalla cinghia. Non sapeva nemmeno che le aveva fatto quelle foto, e malgrado la foto il ricatto più grande era quello del desiderio che provava di godere come era accaduto a suo tempo, la situazione di soggezione e costrizione che lui riusciva a creare la umiliava, ma la eccitava contemporaneamente.

Tom le disse che l’aveva pensata spesso, e saputo di dover venire nella sua cittadina, si era subito ricordato che Mike era suo marito appena letto il nome anche della società, lui ricordava tutto, ed era enormemente contento di ritrovarla bellissima come allora, non era cambiata, era anche più desiderabile di prima. Fecero l’amore, anzi si diedero l’un l’altra, perché su tutti i ragionamenti prevalevano i sensi, Tom la volle prendere davanti e dietro, la prese e la fece godere come non le pareva più possibile le riaccese i sensi, e appena finito di prenderla davanti e aver percepito il suo godimento la girò e la prese dietro, Anne non aveva più praticato sesso da quella parte da quando era tornata a casa dall’università, fu per lei un dolore come venisse sverginata di nuovo, ma anche un torbido piacere, e riscoprì quel perverso godimento in modo pieno, solo dopo averla fatta raggiungere un paio di orgasmi anali, Tom le riversò il suo seme nell’intestino.

Appena furono soddisfatti, dopo aver fatto la doccia, mentre si stavano rivestendo, lui le chiese del bambino più piccolo, che aveva quattro anni e mezzo, “di chi sarà?”

Lei lo guardò diritto negli occhi e rispose “non lo so!”  lui di  rimando “sì che lo sai”.

“Adesso che lavoro con tuo marito forse ci vedremo più spesso, non dovrebbe dispiacerti da come hai goduto questo pomeriggio”.

“Porco” rispose Anne, “io non posso fare una doppia vita, ti prego, mio marito è un brav’uomo non merita questo”

“cosa dici, a tuo marito gli affari andranno molto bene, di cosa ti lamenti” ribatté lui.

“non voglio più tradirlo”,  “liberati da questi concetti antiquati, anche a tuo marito farà piacere svegliarsi, scommetto che non gli hai mai fatto un pompino, e non ti ha mai inculata, sembravi di nuovo vergine, voi due scopate solo alla maritale, ed è di questo che dovresti rammaricarti di non esserti mai concessa a lui veramente e con trasporto”.  “credi che lui non abbia fantasie? Ho visto quando gli parlavo degli usi giapponesi in materia di sesso com’era interessato”.

Lei non se ne era accorta, l’unico suo pensiero era quello di non farsi scoprire che conosceva Tom, magari con una parola sbagliata perciò molto della conversazione le era passato a fianco senza rendersi conto di quanto accadeva.

Lui le diede delle riviste, parlavano di prostituzione in Giappone, di locali o club per sado-maso e di alcune usanze in certi ambienti di concedere la moglie all’ospite, di questi che erano antichi riti tribali, che in qualche club venivano praticati.  Tom le ordinò di dire a suo marito che facendo shopping andando in giro “sei entrata in un pornoshop e hai scoperto queste riviste, e le hai comperate, e che sentendo i discorsi di ieri sera eri curiosa, vedrai che anche lui vorrà leggerli”.

“se a seguito di ciò ti propone qualche gioco bene, altrimenti devi proporglielo tu” –“ma, mi pare troppo difficile per me proporre una cosa simile a mio marito” obiettò Anne con le lacrime agli occhi.

“Prima che veniate in Giappone per la trattativa, è bene che sappiate essere più disinibiti entrambi, siete troppo impacciati su argomenti come il sesso”.

Anne era stordita da questi discorsi e non sapeva come affrontarli, ma si sentiva un senso di eccitazione costante da quando aveva rivisto Tom, e sapeva che non gli avrebbe disobbedito, questa specie di abietto piacere che provava nel sottomettersi la turbava avrebbe tanto voluto non provare questa sensazione di piacere ma era più forte della sua volontà.

Alla sera andando a letto,disse a Mike che sentendo i discorsi di Thomas sul sesso la sera precedente, era rimasta sorpresa vedendo che c’erano riviste di quel genere in un magazzino, allora per curiosità le aveva comperate, venivano dal Giappone, disse:”che incredibile coincidenza, ne parlavamo ieri sera e forse per questo oggi le ho notate mentre facevo shopping”.

Mike restò sorpreso che sua moglie avesse avuto il coraggio di acquistare quelle riviste, ma iniziò a sfogliarle incuriosito.

Anne si accorse che il marito mentre leggeva si stava eccitando, allora lui interpellato dalla moglie che gli chiese se era interessante, benché imbarazzato le fece vedere l’articolo che leggeva.

Si trattava della descrizione di un locale sado-maso, dove le donne erano vere e proprie schiave, addestrate alle prestazioni più audaci, il giornalista affermava che essendoci stato di persona per provare la veridicità di quanto doveva relazionare, aveva sperimentato che le prestazioni erano uniche, la schiava che era stata messa a sua disposizione lo aveva gratificato con un pompino come mai in vita sua aveva avuto modo di sperimentare, solo una schiava può essere capace di un simile capolavoro, poi parlava anche di  tutte le altre prestazioni.

Fu così che quella notte parlarono di sesso, cosa che non era mai accaduta in quegli anni. Anne volle sapere se lui si sentiva soddisfatto e appagato del loro rapporto, lui alla fine rispose solo che l’amava.

“Non è una risposta” obiettò lei, voleva sapere se lui aveva mai avuto delle fantasie di fare qualcosa di diverso dal solito.

Mike, era alquanto imbarazzato, almeno quanto Anne, che però aveva promesso a Tom di provocare suo marito. Però ammise che a volte aveva pensato di chiederle di prenderlo in bocca, o di farlo in altre posizioni oltre a quella tradizionale, addirittura aveva anche immaginato che effetto avrebbe fatto di sodomizzarla, ma non aveva mai avuto il coraggio di proporglielo.

Lei allora gli disse che a volte aveva immaginato di fare l’amore con uno sconosciuto, che aveva incontrato per caso.

Lui disse: “ purtroppo creare delle situazioni particolari, è difficile, in fondo quei a casa dei miei non possiamo”.

Allora propose Anne: “ chiediamo ai tuoi o ai miei di tenere i ragazzi e domani sera andiamocene prendiamo una stanza in un motel e facciamo qualcosa di nuovo. Vuoi?”

“si” rispose Mike “ faremo come se fossimo una coppia clandestina”.

“Perfetto, andremo fino alla prossima città, fingeremo di incontrarci lì in un Bar, e mi porti in un albergo come si fa con le prostitute, io mi vestirò per l’occasione in modo provocante”. Fu su questa promessa che si baciarono e fecero all’amore come sempre nella classica posizione del missionario.

L’indomani, uscirono assieme, ma arrivati alla cittadina di N… si separarono ad una fermata degli autobus, Anne prese un bus che la avrebbe portata nella zona dove suo marito l’avrebbe attesa nel  Bar che avevano individuato, lui aveva già prenotato una camera matrimoniale in un Hotel.

Fu così che lui fingendo di non conoscerla l’abordò al banco del Bar dove lei aveva ordinato una bibita dietetica.

Andarono all’albergo e fecero ciò che prima non avevano mai pensato di fare, Anne si dimostrò particolarmente calda, lo fece godere una prima volta con la bocca, e non le ci volle molto tanta era l’eccitazione di Mike, venne quasi subito.

Lui allora si accinse a leccarla cosa in cui doveva ancora imparare ma si impegnò e riuscì

a farla comunque eccitare parecchio, anche se non la portò all’orgasmo, ma tanto era abbastanza perché anche lui si riprendesse, e la penetrò ma non più alla missionaria, la fece mettere in ginocchio e la penetrò nella fica che colava da dietro, godettero insieme, e poi sia accasciarono soddisfatti, e abbracciati si addormentarono.

Anne pensò che forse se imparavano a conoscersi meglio, la loro vita sarebbe stata diversa una nuova coppia, che affrontava una svolta nella loro vita.

Lei non rivide Tom fino a quando non ritornò per organizzare il viaggio in Giappone,appena ebbe modo di restare solo con lei le disse che voleva vederla, ma Anne non voleva più, aveva ritrovato un marito nuovo anche grazie a Tom, ma adesso si riteneva abbastanza soddisfatta, non voleva più tradirlo.

Voleva convincerlo e allora gli raccontò:” ieri sera siamo usciti, e io non portavo biancheria intima e quando se ne è accorto ha fatto finta di arrabbiarsi e allora mi ha sculacciata a lungo, e poi mi ha sodomizzata, adesso sono molto felice con mio marito e non intendo tradirlo, ti devo ringraziare perché quelle riviste veramente ci hanno aiutato stiamo sperimentando molte cose che vi sono descritte”.

Tom sorrise, ma non insisté, non aveva fretta, e volle lasciarle l’illusione che lei poteva fare come le pareva.

 

 

 

Partirono alcuni giorni dopo per il Giappone, dove sarebbero stati ricevuti dal Presidente della società che aveva intenzione di acquisire la società di Mike, con loro aveva viaggiato anche Thomas, era stabilito che lei non avrebbe partecipato alle riunioni, doveva solo accompagnarli e fatte le presentazioni, avrebbe potuto stare in compagnia di altre mogli dei soci o dello stesso Presidente, Tom spiegò loro che negli usi di questi antichi Samurai amano le donne che sono molto sottomesse, e quindi era bene che lei stesse sempre con gli occhi bassi ed in silenzio e parlasse solo se invitata a farlo, ci sono delle eccezioni è vero anche tra i samurai, poche donne eccezionali sono ammesse alle trattative commerciali, ma generalmente erano discendenti di qualche grande Daimiò oppure avevano dimostrato grandi meriti.

Erano lì da tre giorni, ogni sera andavano al ristorante accompagnati da questi signori sempre molto cortesi, Anne che aveva deciso di non complicare la vita al marito si dimostrava silenziosa e seguiva il marito dando l’impressione di essere sottomessa come una Geisha, questo gioco per lei era fonte di eccitazione e la sua fantasia galoppava, poi durante la notte si scatenava e Mike non aveva mai avuto in Anne un’amante così calda  e appassionata.

Durante la terza serata, qualcuno di questi signori le chiese come mai lei non era  come le altre donne americane, che vogliono comandare, allora lei con civetteria e con tono sottomesso rispose che si erano sposati secondo un antico rito di matrimonio in cui lei aveva giurato di obbedire al marito.

Tutti annuirono favorevolmente colpiti dalla risposta della bella occidentale.

Dopo quella serata, avevano praticamente quasi concluso le questioni poste dai Giapponesi sulla possibilità di entrare nella società, si erano riservati un paio di giorni di consultazioni tra di loro, prima di dare una risposta.

Thomas propose allora di visitare i dintorni, e durante le serate, di andare in alcuni locali, abbastanza curiosi che forse avrebbe fatto loro piacere dalla routine della loro cittadina di provincia.

Poterono vedere quindi vari luoghi con giardini bellissimi curati con grande arte, e alla sera andarono in un locale notturno.

Incontrarono anche una donna americana famosa come dominatrice che aveva la gestione di un locale in cui ragazze e ragazzi molto belli erano sottomessi ai capricci della clientela, inoltre lei faceva uno spettacolo in cui di volta in volta sottometteva uno o più dei suoi schiavi, con punizioni reali.

Erano rientrati in albergo e allora Anne disse al marito che lo spettacolo l’aveva eccitata e che le sarebbe piaciuto provare a essere come una di quelle ragazze.

Mike acconsentì a provare appena rientrati a casa, forse potremmo cercare un pornoshop e acquistare il materiale necessario.

Quelle immagini avevano talmente eccitato Anne che quella notte ebbe moltissimi orgasmi mentre faceva l’amore con il marito, dovuti più alle cose che pensava che non agli amplessi che faceva con Mike, ma la sua carica eccitava anche Mike che riusciva a resistere più a lungo, dopo gli ultimi tempi in cui aveva migliorato le sue prestazioni.

Appena ebbero finito, di fare l’amore Mike le disse che aveva una fantasia, emersa ultimamente e che gli sarebbe piaciuto vederla sottomessa, ma soprattutto da una donna, forse anche ad un uomo però in quel caso forse avrebbe provato della gelosia, una situazione che lo eccitava era di poter essere spettatore per vedere bene tutte le sue reazioni.

Anne pensò allora che lui avrebbe avuto piacere di vederla come lei era in realtà, dal momento che tutte queste cose le pensava anche lei, era una masochista, non ne aveva dubbi, l’unico dubbio era fino a che livello lo era?

Passati i due giorni, e prese tutte le decisioni, Tom informò Mike che prima di andarsene il Presidente avrebbe desiderato averli come ospiti nella sua casa fuori città, Mike fu entusiasta della cosa come gli aveva spiegato Tom era un gesto significativo.

Poi aggiunse: “ senti, a questi livelli ed in questi Gruppi molto particolari, agli ospiti si offre la compagnia della moglie” Mike restò sorpreso, e non sapeva cosa dire si voltò guardando la moglie che però non aveva sentito le parole di Tom il quale aveva parlato a bassa voce.

Tom vedendo la sorpresa di Mike volle precisare:”non è tua moglie che deve andare a letto con il Presidente, ma tu con la moglie del  Presidente, sappi che queste sono usanze solo di questo gruppo di soci, che è molto particolare, ma le loro donne sono addestrate a obbedire”.

“Certo da noi non ci sono queste usanze e nemmeno in molte società di questo paese, ma questo è un club molto esclusivo, e se loro venissero in visita da noi, e prima o poi accadrà, dovremmo ricambiare la cortesia”.

Mike era sempre silenzioso, allora Tom proseguì:” alcuni hanno fatto i furbi, e hanno noleggiato delle prostitute, la prima volta che sono stati visitati da questi signori, e questo lo hanno fatto perché non avevano portato con sé le loro mogli, ma poi quando i nostri amici si sono accorti dell’imbroglio è andato tutto a monte. Adesso loro conoscono Anne, ed era una delle condizioni di base, e gli è anche molto piaciuta, si aspettano una prova di lealtà definitiva, in questo modo loro rinsaldano i legami tra di loro si diventa una vera famiglia. Devi scegliere se andare avanti o tornare indietro, dopo sarà troppo tardi”.

Mike si rivolse alla moglie che nel frattempo si era avvicinata e aveva seguito la seconda parte del discorso, si misero in disparte, e si parlarono sottovoce, fu proprio Anne ad insistere che comunque la loro vita di coppia aveva preso una nuova piega, e che in fondo come avevano detto questa notte era una cosa che eccitava entrambi l’idea di avere altri partners, quindi perché non unire l’utile al dilettevole.

Mike comunicò a Tom che accettavano la proposta.

 

 

Una limousine dai vetri oscurati era venuta a prendere all’ Hotel Mike e Anne, tutto era pagato dalla società, e quindi caricarono i bagagli sull’auto, l’autista era un tipo dal volto impenetrabile vestito impeccabilmente, ci accomodammo dietro, e un certo senso di angoscia prese Anne, oltre ad una sensazione che preludeva ad uno stato di eccitazione, infatti era chiaro che avrebbe dovuto andare a letto con il Presidente della società, questo con un leggero sogghigno glielo lo aveva annunciato Tom.

Tom riusciva ancora ad avere una parte nella sua discesa verso l’abisso, era lui che l’aveva iniziata a quei giochi perversi, ma lei era consapevole che prima o poi avrebbe dovuto prendere coscienza dei suoi desideri, e lei desiderava abbandonarsi a questa sua perversione, desiderava essere dominata,e  l’ultimo periodo con suo marito era stato per lei la scoperta di un nuovo Mike e di poter godere delle sensazioni che aveva iniziato a sperimentare con Tom. Solo che con Mike le considerava legittime, nel suo pensiero borghese, però meno eccitanti, Mike aveva ancora una certa ritrosia nel comportarsi come un dominatore nei suoi confronti.

Mike le teneva la mano, forse i suoi pensieri erano simili, visto che gliela stringeva come per avere una qualche rassicurazione da lei, che fosse ben decisa ad affrontare questa avventura.

Dopo una oretta di strada giunsero all’ingresso di un parco, il cancello si aprì automaticamente, ed entrarono in un viottolo circondato da prati curati con alberelli e piante, c’era molto verde.

Ad un tratto l’auto si fermò, e videro avvicinarsi il Presidente della società vestito con un Kimono tradizionale.

L’ospite li accolse con fare molto cordiale e gli presentò sua moglie una donna molto giovane e di grande bellezza, Anne pensò, -è molto più giovane di me, che lineamenti fini, talmente belle da sembrare una bambola finta- la giovane donna indossava un Kimono con una fascia in vita che le dava l’impressione di stringerla tanto la vita era stretta, il tessuto benché ampio sposava tutte le curve del suo corpo, era piccola ma sembra di una proporzione perfetta, si vedeva perfettamente un seno che spingeva sul tessuto, ed il suo fondoschiena doveva essere un paradiso di perfezione anche da quella parte il tessuto era teso in modo da fare risaltare la curva delle natiche.

La prima cosa appena entrati, fu di fare loro vedere la loro stanza da letto, poi li invitarono a fare un bagno con loro, era un po’ il modo di dare il benvenuto e il bagno è un rituale per gli orientali, chiaramente il Presidente voleva vedere le loro reazioni, e comunque un bagno ristoratore era sempre il benvenuto.

La sala per il bagno era enorme, c’erano delle panche, e due salette per la sauna e una vasca invece grande quasi come una piscina lunga almeno otto metri e larga quattro, si poteva anche fare un paio di bracciate, da una parte però era più bassa che dall’altra vi si accedeva scendendo degli scalini. 

La moglie del Presidente, che si chiamava Misako s’inchinò davanti al Marito, il quale le rivolse la parola in inglese, restarono entrambi un po’ sorpresi ma non più di tanto dal momento che tutti gli incontri avvenuti erano stati fatti tramite interpreti, scoprivano quindi che le comunicazioni non sarebbero state un problema.

Lui le aveva detto di mostrare agli ospiti come eseguire la cerimonia del bagno, e la giovane e bella Misako si spogliò, non fu una cosa complessa, sciolta la cintura il kimono si apriva e sotto lei era nuda, ed ebbero la conferma della perfezione delle sue forme appena il kimono fu a terra sembrava una venere che emergeva al cospetto degli uomini.

Misako raccolse il Kimono, e con gesti pieni di grazia, lo piegò e lo depose su una delle panchette che circondava la piscina, e tutti potevano notare la sua armonia nel muoversi, aveva un pube perfettamente depilato, era pieno e bombato con delle labbra piuttosto polpose, che nascondevano le piccole labbra.

A quel punto si inchinò di nuovo davanti al marito e chiese il permesso di spogliarlo, parlava un ottimo inglese anche lei, con un lieve accento, ma perfetto nella sua dizione.

Appena diede le spalle ai due ospiti, essi si resero conto che il fondoschiena anzi il bellissimo culo della giovane donna era striato da dei segni di frusta il che lo rendeva ancora più interessante, a Mike venne un nodo alla gola che gli impediva di mndare giù la saliva, quella donna lo stava eccitando con la sua sola presenza.

A quel punto anche il Presidente che invitò Mike a chiamarlo Mitsuo, era nudo e fece un gesto che era un invito a Mike nel prendere una decisione.

Mike si rivolse alla moglie guardandola fissa negli occhi per farle capire di assecondarlo, sguardo che Anne gli restituì pieno di complicità, dicendole:”spogliati e poi vieni a spogliare me”.

Anne annuì e si accinse a spogliarsi,procedura un po’ più lunga che per Misako, infatti oltre al tailleur, aveva le calze, il reggicalze, la biancheria intima.

Appena fu nuda, dopo aver deposto i suoi abiti sulla panchetta, si avvicinò al marito e s’inchinò dinanzi al marito e poi davanti ai loro ospiti che erano già dentro l’acqua,iniziò a denudarlo, quando ebbe finito, e aveva deposto tutti i suoi vestiti accanto ai suoi, attese che il marito le facesse cenno di avvicinarsi e la prese per mano, entrarono assieme nella piscina.

L’acqua era tiepida di una temperatura gradevole, Anne era molto turbata dall’aspetto cerimonioso che aveva avuto tutta la faccenda di preparazione al bagno, era anche un po’ eccitata, ma non eccessivamente aveva ancora il totale controllo delle sue emozioni.

Era molto rilassante, bellissimo, parlarono come tra amici seduti in salotto, pur essendo nudi, l’atmosfera di complicità che si stava creando era tale che passati i primi momenti di imbarazzo tutto pareva molto naturale.

Mike e Anne spiegarono la differenza del modo di vivere e confrontarono anche il momento attuale con la loro situazione a casa, dovendo condividere la casa con i genitori di lui, le attese per fare il bagno, e risero di questa enorme differenza.

Mitsuo spiegò che comunque potevano godere della loro casa di campagna solo durante i week end, infatti gli impegni di lavoro li costringevano a trascorrere la maggior parte del tempo in città, dove avevano un appartamento, anche se molto confortevole, non era come quella casa dove erano molto più liberi e con le possibilità di rilassarsi veramente.

Si era instaurata una bella sensazione di piacevole confidenza e quando Anne chiese a Misako del perché aveva quei segni di frusta sulle natiche, malgrado l’indiscrezione che in un qualsiasi altro momento avrebbe significato la domanda, Misako rispose con semplicità benché un lievissimo rossore le invadeva le gote, ma quasi un rossore più di piacere che di vergogna dicendo: “ sono i segni dell’interesse e dell’amore di mio marito che è anche il mio Signore e padrone, io li porto e se posso li faccio vedere come se fossero dei gioielli da esibire”. Un modo di parlare di una perfetta schiava.

Lei proseguì:”quando faccio qualcosa di errato, una sbadataggine vengo punita, come è giusto, un padrone che non punisce la schiava che sbaglia è un padrone che non ama la sua schiava essa gli è indifferente, inoltre se non faccio nulla di sbagliato, e mi comporto bene ricevo la frusta il venerdì sera, per non dimenticare i miei doveri e la mia condizione”.

Poi chiese lei ad Anne se era mai stata punita, Anne rispose che le era accaduto una sola volta. E spiegò che era per non essersi vestita convenientemente.

Anne non si rendeva ben conto di cosa stesse parlando, e alla successiva domanda Misako le chiese:”che punizione hai ricevuto?” le rispose “ sono stata sculacciata”, tutta la situazione le faceva parere che la loro conversazione fosse normale, come il parlare di punizioni corporali.

Misako la guardò con un sorriso ironico e le disse che era cosa da nulla, una sculacciata è in fondo solo un aperitivo.

Può darsi che serva anche ad eccitarsi prima di fare l’amore, disse ridendo, e anche suo marito si unì alla sua risata allegra e allora tutti furono contagiati da quella risata cristallina.

Anne aggiunse: “è vero anche noi dopo che Mike mi ha sculacciata abbiamo fatto l’amore con più foga che in passato”.

Appena usciti dalla vasca dopo che si erano passati reciprocamente delle spugne imbevute di una sostanza idratante, e molto profumata, si vestirono, nel frattempo erano stati portati dei Kimono per gli ospiti quindi tutti avevano un abbigliamento molto simile, semplice, restando nudi sotto.

La giornata trascorse piacevolmente, il pranzo era stato di una grande semplicità tutte pietanze a base di pesce, accompagnate con il riso ovviamente

Il pomeriggio visitarono la tenuta i giardini colorati dalle piante esotiche, era un piacere stare in quel luogo.

La cena trascorse altrettanto piacevolmente, e a una certa ora i signori vollero ritirarsi e Mitsuo disse a Misako di mettersi a disposizione dell’ ospite.

Mike voleva essere gentile, ma era un pò in imbarazzo, comunque trovò la forza di dire:”ma allora Anne rischia di annoiarsi, chi le farà compagnia, a meno che Anne non voglia mettersi a disposizione del signor Musashi, sempre che lui sia d’accordo”.

Mitsuo disse che era d’accordo e accettava la gentile offerta, e senza osare guardare sua moglie Mike se ne andò con Misako che lo precedeva.

Anne restò lì con il signor Mitsuo, Nel frattempo Mike voleva essere sicuro di sua mogie e si voltò, la fissò e tornato sui suoi passi disse:”Anne, obbedirai al Signor Mitsuo” e rivolgendosi al Presidente:” è al suo totale servizio” si inchinarono e Mike raggiunse Misako.

 

 

 

Anne restò quindi in attesa, suo marito per la prima volta le aveva dato un ordine con un tono imperativo, e lei ricordava che pochi giorni prima aveva detto alla cena che quando si era sposata aveva fatto un giuramento di obbedienza al marito, ora avrebbe dovuto mostrare che era veramente sottomessa, l’esperienza con Tom, l’aveva certo preparata a certe situazioni, ma le pareva che questo giapponese potesse essere ben più esigente di Tom.

Mitsuo, la osservava con attenzione e lei non osava muoversi, lui le disse che desiderava vederla nuda. Anne si tolse il Kimono e lo depose ben piegato in un angolo della stanza, cercava di muoversi con una certa grazia, ma lei si sentiva goffa, l’uomo aveva uno sguardo che la scrutava con attenzione. Allora Mitsuo disse:”lei è bella Anne, peccato però che non sia depilata, e non porti alcun segno distintivo della sua sottomissione a suo marito”.

Anne replicò, che secondo gli ordini di suo marito lei era lì per servirlo, e se avesse ritenuto opportuno di depilarla e anche marchiarla lei era sicura che questo sarebbe stato considerato giusto e lei sarebbe onorata così di dimostrare quanto era sottomessa al marito obbedendo a lui.

In fondo lei gli si sottometteva perché suo marito glielo aveva ordinato, e perciò fino al ritorno del marito lei avrebbe considerato lui il signor Mitsuo come il suo padrone.

Cercò di fare questo discorso tutto d’un fiato a causa dell’emozione, si fermò almeno un paio di volte, e balbuzie anche ma portò a termine il discorso. Sapeva perché lo aveva letto in quelle riviste che la donna quando è una sottomessa deve recitare il ruolo offrendosi al dominatore, si sentiva umiliata e provava vergogna nel pronunciare quelle parole, e lo si notava dal rossore del suo viso, ma aveva anche un senso di sconvolgimento dei suoi sensi sentiva che a offrirsi così sentendosi disponibile alle perversioni a cui l’uomo l’avrebbe sottoposta, si eccitava, si eccitava a sentirsi così porca.

Questa prova di sottomissione piacque al giapponese, notò anche la difficoltà che la donna aveva avuto nel pronunciare quel discorso, e provò piacere nel vedere che si sentiva umiliata da questo.

Mitsuo volle subito verificare il livello di sottomissione della donna annunciandole che avrebbe chiamato uno dei suoi servi:”Ora chiamerò un mio servo, e lui ti condurrà nella sala da bagno lì ti depilerà e poi ti frusterà, prima di ricondurti da me, perché è questo ciò che desidero”.

Anne che aveva ricevuto le indicazioni precise da Tom su come avrebbe dovuto comportarsi, si inginocchiò e appoggiò la fronte a terra, rispondendo con tono sottomesso:” la ringrazio di permettere al suo servo di occuparsi di questa indegna schiava, e sarebbe stata onorata, anche se avesse permesso all’ultimo dei suoi servi di occuparsi di lei, perché era meritevole di punizioni e quindi desiderava adesso divenire una schiava migliore”.

Aveva imparato delle frasi a memoria su ordine di Tom, perché malgaro tutto era ancora lui che sapeva cosa volevano i giapponesi, ed in fondo non obbediva solo agli ordini del marito ma anche alle indicazioni di Tom, e questo la fece sentire in colpa nei confronti di suo marito, perciò veramente meritevole di essere punita.

Mentre era così carponi sentiva che dalla sua vagina scorrevano dei succhi, si sentiva eccitata come non mai, nemmeno con Tom, si era mai sentita così eccitata. Si congratulò con se stessa per come recitava il suo ruolo, e le piaceva sempre di più essere considerata un oggetto di piacere.

Mitsuo doveva avere suonato con qualche campanello che lei non aveva notato, oppure aveva già dato ordini precedentemente, perché avvertì prima lo scalpiccio delle pantofole di qualcuno e poi una voce che si rivolgeva a Mitsuo.

Mitsuo si rivolse all’uomo in giapponese perciò non comprese nulla delle sue parole, ma immaginò che stava dandogli le istruzioni che gli aveva annunciato, lei non osava muoversi dalla sua posizione prostrata, adesso che c’era un’altra persona sentiva la vergogna di essere esibita così prostrata con le natiche rivolte verso l’uomo che era entrato, e che poteva vedere tutte le sue intimità, malgrado ciò vergogna e piacere si mescolavano e sapeva che presto il servo di Mitsuo avrebbe visto ben altro.

Mitsuo le si rivolse dicendole di sollevare il busto e di guardarlo,poi le parlò :” ho dato gli  ordini che ti riguardano al mio servo, ho ascoltato attentamente la tua  supplica, ma non sei ancora degna di un uomo come me, prima di tutto perché pensi che si tratta solo di un gioco, inoltre non sei ancora stata addestrata correttamente, la tua prova di umiltà e sottomissione era bella, ma non ancora sincera, ho il mio servizio di informazioni e lei ha solo imparato alcune frasi a memoria per cercare ci compiacermi”.

Restò silenziosa, quindi Tom aveva riferito tutto di lei, pensava che non avesse fatto un rapporto così dettagliato e quindi forse sapevano anche tutto il resto.

Mitsuo attese che assorbisse quanto aveva appena detto prima di proseguire spiegandole che sapeva bene che suo marito l’aveva sculacciata solo una volta per gioco, mentre aveva assaggiato la frusta da Thomas all’università, che con lui aveva tradito suo marito e che non solo era colpevole di adulterio ma non aveva mai pensato di espiare la sua colpa visto che ancora suo marito non sa nulla del suo tradimento.

Lei ora si concedeva con il consenso del marito e quindi non è tradimento, ma visto il punto in cui era arrivata nemmeno in questi giorni in cui con suo marito accettava lo scambio aveva pensato di confessare le sue colpe passate.

E’ per questo motivo che adesso lui non può accettare il dono di suo marito di prendere lei come una donna, ma però non volendo offendere Mike, lui come suo padrone del momento su delega di Mike, da adesso fino a quando Mike vorrà si preoccuperà di farla espiare dalle sue colpe passate, e quando sarà pentita forse lui si degnerà di usarla”.

“si signore”, disse Anne e scoppiò a piangere per quanto aveva detto di lei, rendendosi conto che non era stata onesta con suo marito nemmeno adesso che lui si era dimostrato di idee aperte riguardo al sesso.

Mitsuo proseguì:”come tu stessa hai detto sei indegna, e quindi dopo che sarai stata depilata verrai condotta nelle stalle, dove sarai frustata dal guardiano delle stalle che è l’ultimo dei miei servi il quale non ha il diritto di entrare nella casa padronale, perciò lei sarà condotta da lui e prima la depilazione verrà fatta davanti alla servitù della casa, poi la punizione verrà fatta davanti a tutta la servitù anche delle stalle e dei servizi esterni alla casa”.

Anne era sconvolta, portata fuori ed esposta a tutta la servitù e frustata pubblicamente, era una cosa che la metteva in una situazione alla quale non aveva mai pensato sentì la gola chiusa da un nodo di angoscia la bocca era secca e oltre al rossore delle sue guance che erano di fuoco sentì le lacrime che le colavano sulle gote e scendevano sul suo petto rigoglioso.

Era afflitta e umiliata dalle parole di Mitsuo, il quale assaporava la sconfitta della donna e lei alla fine tra i singhiozzi riuscì a mormorare “si, me lo merito” e abbassò la testa in segno di rassegnazione, si disse tra sé che era giusto che pagasse per ciò che aveva fatto a Mike, e questo giapponese l’avrebbe punita come si meritava.

Nel frattempo Mike era in una stanza all’altro lato della casa, Misako s’inchinò e chiese a Mike di dirle cosa avrebbe gradito.

Mike le ordinò di spogliarsi, la bella giapponese si spogliò lentamente in modo molto sensuale. Mike le si accostò, sentiva il calore che emanava dal suo corpo, le accarezzò i seni sodi, i capezzoli erano duri come piccole pietre, la consistenza della sua carne era da favola, la pelle era come la seta, una perfetta femmina, come ce n’erano poche.

Aspirò il profumo che emanava dalla giovane donna, le posò le sue labbra su quelle di lei che si aprirono per permettergli di invaderla con la lingua. Appena aveva la sua lingua nella bocca di lei essa la catturò e la succhiò con passione, come solo una geisha poteva fare, mai nella sua vita Mike aveva sentito sensazioni simili con un bacio, pareva che tutto il corpo della donna partecipasse al bacio.

Nel mentre scese con la sua mano a toccare il sesso glabro della bella Misako, la quale docilmente aprì le gambe per agevolare la sua carezza. Il sesso di Misako era turgido le sue grandi labbra piene colavano di umori, segno della partecipazione attiva della donna.

La fece girare e le accarezzò le natiche piene e sode, passò le dita sui segni della frusta che decoravano le natiche della bella, quei segni lo attiravano lo eccitavano, erano come una decorazione su quel mappamondo stupendo.

Allora glielo disse, e la bella Misako con la sua voce calda e dal tono sensuale, lo ringraziò, dicendo che anche suo marito la pensava allo stesso modo, infatti quando lui era assente la faceva frustare dal maggiordomo o da qualcuno della servitù, in modo che avesse sempre le natiche segnate.

L’eccitazione di Mike era al massimo nel sentire quei dettagli, allora la donna gli chiese se poteva parlare liberamente, e Mike acconsentì: – avanti cosa vuoi dirmi?

E lei:- lei non ha mai punito severamente sua moglie Anna, come si meritava, e adesso che l’ha lasciata nelle mani di Mitsuo, dicendole di obbedirgli, forse era curioso di vedere cosa avrebbe fatto Mitsuo?

-si sono proprio curioso, vedere mia moglie che viene totalmente sottomessa mi eccita molto.

Lei allora gli fece un cenno e spostò un pannello, rivelando l’accesso ad un corridoio, Mike seguì Misako in quell’antro buio, Misako lo precedeva tenendolo per mano giunsero alla fine del corridoio, dove spostò un altro pannello ed entrarono in una piccola stanza, era una stanza nuda solo dei cuscini erano disposti a terra.

Misako fece accomodare il suo ospite sui cuscini, chiuse il pannello dietro di sé, e poi azionò un interruttore un altro pannello si alzò, e si ritrovarono come se fossero presenti nella sala da pranzo erano mascherati da una falsa parete a specchio che gli permetteva di vedere ed udire quanto avveniva nella sala. Misako spiegò che loro non potevano essere visti, era un congegno fatto apposta per osservare cosa avveniva nella sala, suo marito a volte piaceva osservare di nascosto come lei si comportava con eventuali ospiti.

Mike osservava sua moglie che parlava con Mitsuo, lui l’aveva fatta spogliare, era proprio bella Anne, e udì tutto il discorso mentre sua mogie ammetteva le sue colpe il suo adulterio, e la sua disponibilità a sottomettersi, era un po’ scioccato da quella rivelazione. Mai avrebbe pensato che sua moglie lo avesse tradito. Misako che era stretta contro di lui, ascoltò in silenzio la sentenza pronunciata da Mitsuo ebbe un fremito perché sapeva cosa sarebbe accaduto alla donna bianca.

Quando Mitsuo ebbe terminato, di pronunciare il suo discorso su cosa si aspettava dalla donna, disse ad Anne di seguire il maggiordomo. Anne tentò di alzarsi, ma lui imperiosamente disse: -No! Devi seguirlo carponi come una cagna.

Mike vedeva la scena da dietro il pannello, ed era arrabbiato, quello che aveva scoperto di sua moglie lo aveva ferito, un tradimento che non aveva mai sospettato, e che lo colpiva di sorpresa.

Misako gli chiese se desiderava assistere al seguito e in particolare alla depilazione della moglie e la successiva punizione.

-Sì! Rispose in un sussurro a denti stretti. Poi aggiunse – ma quella punizione non sarà sufficiente. Misako assentì con un gesto del capo e aggiunse rivolta a Mike – non Mitsuo dovrà decidere la punizione ma il marito stesso deve decretare quale sarà la giusta punizione per la schiava che tradisce.

-ad ogni modo signore questo sarà un assaggio. Aggiunse rivolta a Mike, il quale le restituì un sorriso complice.

Si spostarono dallo stanzino attraverso un corridoio, così Misako spiegò a Mike che tutta la casa aveva dei corridoi segreti per spostarsi da un punto all’altro. Giunti in un altro punto Misako spostò un pannello e da lì accedettero ad un vano dal quale si poteva vedere la sala dei bagni, la luce venne accesa, e videro che il maggiordomo entrava seguito da Anne carponi, i suoi seni oscillavano ed il loro peso li faceva tendere verso terra, la curva delle sue natiche che avevano quasi di profilo risaltava per la bellezza della sua forma perfettamente arrotondata, malgrado la situazione e essendo costretta a  deambulare in quella posizione che certamente l’umiliava ma che per chi guardava era alquanto eccitante, essa non perdeva la sua femminilità.

Il maggiordomo fece stendere Anne su una bassa banchetta, e la spalmò di crema su tutta la parte interna del suo basso ventre, poi usando un rasoio a mano libera dopo aver ordinato alla donna di restare immobile, con grande maestria le asportò schiuma e peli, i bellissimi peli biondi di Anne scomparvero in breve tempo.

Appena il maggiordomo ebbe terminato, Mitsuo si avvicinò per ammirare il lavoro, il sesso era adesso nudo e liscio come quello di una bambina.

Il maggiordomo mise uno specchio davanti alla fica di Anne e Mitsuo le ordinò di guardarsi. Anne era rimasta con gli occhi chiusi durante tutta l’operazione ma l’ordine di Mitsuo secco come una frustata le fece riaprire gli occhi e vide lo spettacolo osceno del suo sesso nudo e luccicante di umori, le piccole labbra erano aperte come un fiore, si sentiva esposta in modo assolutamente depravato e si vergognava, ma al contempo la sua fica era bagnata dall’eccitazione, la vergogna e l’umiliazione la eccitavano.

Era oramai solo una troia masochista che chiunque può fare bagnare basta che la umilii un po’, e questo la faceva particolarmente vergognare.

Adesso era più nuda che mai, e questa sua nudità la faceva sentire più debole e pronta alla sottomissione.

Su ordine di Mitsuo si rimise in ginocchio e seguì un altro servitore che era stato chiamato sempre come una cagna e tale si sentiva nel suo stato d’animo.

Misako nel frattempo invitò Mike a seguirla, lei sapeva esattamente cosa sarebbe accaduto e voleva precedere Anne in modo che potessero osservare tutta la vicenda con comodo. Mike si faceva guidare da Misako fiducioso, in fondo la cosa lo stava eccitando e vedere sua moglie trattata a quel modo lo eccitava oltre misura, aveva il sesso teso e duro da fargli male.

Erano nel giardino su una posizione laterale nascosti dietro ai cespugli, vedevano perfettamente l’ingresso della casa, il tutto bene illuminato, come il viottolo che vi conduceva.

Misako gli spiegò che Mitsuo quando sottometteva una schiava per la prima volta le faceva fare sempre il solito percorso, per mostrarla alla servitù, e qualche volta farla anche usare dai servi.

Infatti tutti i servi erano schierati in attesa che uscisse la schiava, erano stati avvisati in anticipo.

Quando il secondo servitore che era andato a prelevare Anne nei bagni uscì seguito dalla donna che procedeva sempre carponi, Mike si sentì un pizzico di gelosia, sua moglie veniva esposta davanti a quella gente nuda e costretta a camminare a quattro zampe come una cagna. Poi scacciò la gelosia perché il desiderio di punirla prendeva il sopravvento, lei se lo meritava.

Mi uscì per ultimo dietro al maggiordomo il quale portava una canna di bambù in mano. Tutto sommato era stato assai sorprendente che la donna si sottomettesse così facilmente senza una reazione di ribellione, non c’era gusto, forse era molto più sottomessa di quanto aveva previsto lo stesso Tom nella descrizione della donna.

Mike teneva la mano di Misako la quale era sempre nuda accanto a lui, una schiava ben addestrata questa Misako pensava, non ha chiesto di potersi rivestire, e guardava ad Anne che si era sottomessa così facilmente e si chiese come mai non aveva mai capito quali erano in realtà le vere tendenze di sua moglie.

Si spostarono in modo da poter seguire le vicende con una posizione privilegiata ma senza che fossero visti, anche se sicuramente Mitsuo sapeva che Misako lo stava guidando in questa sua odissea, facendogli scoprire cose che non aveva mai capito prima su sua moglie, la schiava gliene aveva parlato perché le era stato ordinato dal marito.

Misako gli disse che per vedere bene la scena che si sarebbe svolta nello spiazzo della zona della servitù era meglio che salissero sul tetto del fabbricato che fungeva da stalla.

-Da lassù vedremo tutto come e meglio che a teatro- salirono per una scala stretta e una volta sul tetto che era in lievissima pendenza da un lato si distesero e si piazzarono in modo da avere la visuale su tutta l’aia.

Erano appostati bene e vedevano le persone che si avvicinavano come un corteo, doveva essere umiliante per Anne avanzare così con tutta quella gente intorno.

Nell’aia era stato posizionato un cavalletto basso, era facile intuire quale sarebbe stato il suo impiego.

Appena giunsero Mitsuo si fermò al centro gli astanti si disposero con le spalle al fabbricato, Mitsuo parlò con voce forte in giapponese.

Misako spiegò a Mike, che il suo padrone informava la servitù che questa cagna aveva meritato di essere punita perché aveva mentito al marito e lo aveva tradito, questa punizione era giusta, anche se lui era solo il padrone delegato dal marito della schiava in questione. Ma sapendo della doppiezza della schiava  e della sua indegnità, lui non poteva onorarla della sua attenzione diretta. Per questo sarebbe stata punita dalla servitù, per accentuare la punizione, ella non era degna che nemmeno lui la frustasse di persona.

Una serie di servi furono designati, e uno alla volta si avvicinarono ad Anne che era stata legata sul cavalletto con le natiche ben protese, il primo prese la paletta di legno che era stata messa vicino al cavalletto e colpi con forza le natiche ben tese di Anne, la quale urlò appena ricevette il colpo, poi l’uomo le si presentò davanti e le pose la paletta davanti al volto, e fu Mitsuo a ordinarle di baciare la paletta.

Il primo passò la paletta al secondo e si allontanò per rimettersi in riga e assistere al seguito, ad ogni colpo colui che lo aveva inferto presentava la paletta alla corrigenda la quale aveva ben inteso che avrebbe dovuto baciare lo strumento del suo supplizio ogni volta, lei oramai da quando era in quella casa aveva totalmente capitolato, nessuna ribellione le passava per la mente in quanto sapeva di meritare di essere trattata a quel modo.

Così avvicendandosi passavano i vari servi, e le urla di dolore di Anne erano sempre più acute.

Finita la processione delle palette, lo stalliere le riavvicinò, le presentò davanti al volto una frusta fatta di cordicelle che emanavano un forte odore forse una specie di aceto, o qualcosa di simile, e con quello strumento iniziò una fustigazione che le fece incendiare le natiche già belle calde dalle palettate precedenti.

Mike si accorse spostando lo sguardo che c’era un uomo che filmava tutta la scena, non riusciva a vederlo perché era nascosto dalla telecamera, ma appena si spostò un attimo lo riconobbe, era Tom.

Il grosso della punizione era stato somministrato alla bella Anne, Mike dal suo osservatorio era alquanto eccitato per avere visto la moglie punita. E si consolava accarezzando le natiche di Misako la quale dimenava il culo per fare capire a Mike che le piaceva essere accarezzata.

Il maggiordomo nel frattempo ispezionò con attenzione le natiche della corrigenda, le palpò con calma e alla fine pronunciò una frase che Mike non capì e nemmeno Misako la quale si era distratta visto che la mano di Mike le era dentro alla sua fica colma di umori e aveva altro per la testa.

Lo stalliere si avvicinò e prese una canna di bambù, Anne si mise a piangere appena l’uomo gliela fece vedere, si rendeva conto che quella era una cosa che non avrebbe sopportato, non c’era ribellione in lei solo spavento.

Allora Mitsuo le si avvicinò e le disse:-ora piangi, ma dovresti piangere per ciò che hai fatto prima. Ne sei almeno cosciente?

Anne:- sono pentita di quello che ho fatto, era sbagliato, ma è accaduto per debolezza. E anche adesso sapeva di essere debole, scossa dai singhiozzi diceva:- è giusta la mia punizione- e voleva solo potersi gettare ai piedi del marito affinché la punisse personalmente delle sue mancanze e per chiedergli perdono se lui voleva concederglielo.

Mitsuo assentì e disse:- visto che non cerchi di sottrarti alla tortura che io penso sia giusta, io ti credo del tuo pentimento, ma la riceverai perché tu stessa sai di meritarla e lo hai ammesso. E domani tu manterrai quello che hai promesso qui, di confessare tutto a tuo marito e di implorare il suo perdono. Questo è solo perché volevi fingere di essere una moglie degna di essere offerta dal marito ad un ospite, poi sarà tuo marito a decidere la tua punizione. E concluse:- manterrai i tuoi propositi domani? E Anne rispose che li avrebbe mantenuti.

 

 

 

Con un gesto Mitsuo diede l’ordine allo stalliere di iniziare. Costui colpì le antiche ben protese un bersaglio deliziosamente offerto, fece attenzione a dosare il colpo per non ferire la donna, doveva sentirla ma senza ferirla.

I colpi erano intervallati con tempi lunghi in modo da farle assorbire ogni singolo colpo e questo anche per fare durare il supplizio il più a lungo possibile oltre al fatto che la tensione della schiava era motivo di piacere per i suppliziatori che vedevano le natiche avere dei spasmi incredibili, si tendevano si agitavano e poi l’attesa del colpo successivo, le natiche contratte e la capacità di attendere il momento in cui la stanchezza faceva decontrarre i muscoli.    

Anne ricevette sei colpi, ma erano stati peggiori di quelli di paletta benché inferiori per numero orami le natiche erano di un rosso scuro e in alcuni punti c’erano delle ecchimosi quasi blu.

Anne venne lasciata per una mezz’ora legata a meditare sulla sua situazione, poi qualcuno la slegò lei teneva gli occhi chiusi, sentì la mano di una donna che la accarezzava e l’aiutava ad alzarsi e la condusse sostenendola con sé.

Mike completamente eccitato dallo spettacolo, prese Misako penetrandola con foga, ma la bella giapponese era così lubrificata in quanto anche lei era eccitata dallo spettacolo lo accolse con un sospiro di piacere, e mentre Mike la sbatteva lei gli diceva che si eccitava ogni volta che veniva punita, ma anche quando vedeva altre schiave punite.

Fecero l’amore con foga, e Mike le venne dentro sborrandole nella fica, con lunghi getti, e furono proprio quei getti che fecero godere anche la donna, Misako ebbe un orgasmo proprio in quel momento e morse la spalla di Mike per non gridare, non dovevano farsi scoprire. Lei certo obbediva agli ordini del marito, ma gli ordini erano di non farsi scoprire.

Appena calmi, rientrarono, sempre evitando le zone illuminate. Appena giunti in camera Misako chiese a Mike quali fossero i suoi desideri, lei li avrebbe esauditi tutti.

Mike le disse che desiderava prenderla da dietro, nel secondo canale, lei prese una crema profumata, e gli chiese se lui le acconsentiva di lubrificarsi, o se voleva lubrificarla lui stesso.

Mike scelse di lubrificarla, prese una noce di crema dal vasetto che Misako gli porgeva, poi si inginocchiò spalancando le cosce, esponendosi il più possibile, e con le mani si aprì le natiche.

Era uno spettacolo stupendo,Mike non aveva mai avuto la possibilità di disporre di una donna così docile e sottomessa, la sua vulva era bellissima e lucente di umori, e la rondella del suo ano era lì esposta a sua disposizione.

Le accarezzò l’ano con le dita spalmandole la crema lubrificante intorno al muscolo anale, per poi iniziare ad introdurla all’interno.

Girava un dito come se volesse avvitarlo, ne introdusse un secondo, l’ano di Misako era caldo e accogliente, elastico, si adattava ad ogni intrusione, le infilò tre dita nel retto, orami era superlubrificato.

Poi sostituì le dita con il suo pene che era tornato in erezione, la penetrò lentamente assaporando le sensazioni che gli dava entrare nel culo della giovane donna, la quale si offriva  totalmente alla penetrazione.

Arrivò fino alla radice,era dentro di lei totalmente, la fece raddrizzare, in modo che il suo corpo aderisse al suo, mantenendola impalata, Misako voltò il suo viso verso l’uomo che era il suo padrone quella notte e tirò fuori la lingua, Mike la prese la risucchiò e si baciarono in quella posizione scomoda,ma che li faceva eccitare, poi rimessala prona iniziò un movimento lento e costante, e Misako rispondeva ai colpi andandogli incontro, fino a quando non raggiunsero l’orgasmo insieme.

Appena le fu uscito dal retto la schiava prese il pene dell’uomo e lo ripulì tra le sue labbra fino a quando non fu ripulito come quello di un bambino.

Si rannicchiarono l’uno a fianco all’altro, e parlarono del comportamento di Anne, Misako gli chiese che cosa avrebbe deciso per punire sua moglie, era solo curiosa, non stava recitando, anche l’amplesso che avevano avuto assieme era reale, certo aveva eseguito gli ordini del marito, facendogli vedere quanto accaduto, ma adesso non stava facendo nulla non c’erano ordini se non quello di soddisfarlo, e se lui desiderava parlare con lei ne sarebbe stata onorata.

Mike non sapeva cosa decidere, non aveva nessuna idea in merito a quello che avrebbe dovuto fare per punirla. Stava chiedendosi se non era il caso di divorziare, perché in fondo quello che aveva fatto era imperdonabile.

Misako disse che ragionava da occidentale, se c’è pentimento e un’equa punizione il perdono è la cosa migliore, senza perdono il mondo sarebbe in preda solo al caos, in fondo non valeva la pena di buttare via una moglie che era comunque desiderosa di venire ai suoi piedi a sottomettersi, così guadagnerai una schiava per tutta la vita, e la sua punizione sarà perpetua.

-in che senso perpetua? Chiese Mike.-vedi, io vengo frustata tutte le settimane, anche quando sono brava e ubbidiente, lo ha deciso mio marito, lui è il mio padrone e io trovo che tutto sia giusto,  io quando lo sposai ero indolente e non svolgevo i miei doveri da moglie, ritenevo che lui era troppo vecchio e aveva sposato una ragazza giovane, all’epoca avevo diciotto anni e lui trentotto, e pensavo con arroganza che io gli avevo fatto un favore e spendevo i suoi soldi con leggerezza e quando c’erano ospiti non ero mai obbediente allora mi punì più o meno come ha fatto con tua moglie, io già ai primi colpi lo supplicai di smettere, ma lui insisté, e alla fine, gli promisi obbedienza assoluta, ma lui inflessibile non smise di punirmi, continuò fino al punto in cui lui aveva deciso che la punizione sarebbe terminata. Solo allora mi chiese di giurargli obbedienza assoluta, e totale sottomissione comunque ed ovunque, cosa che feci. Decretò che ogni fine settimana e fino a quando resterò sua moglie io riceva dieci colpi di frusta, e questo fa parte della punizione che dovrò sopportare per la vita. Sempre che altri motivi non portino alla fine del nostro matrimonio. Lui mi mandò comunque in una casa speciale dove venni addestrata a essere una brava schiava. C’erano lì altre giovani donne che veniva istruite alla sottomissione, quel periodo mi ha aiutato molto, ha fatto di me una brava schiava obbediente e una moglie migliore. Mio marito mi ha perdonato le mie marachelle e adesso siamo felici.

– chiederò a tuo marito l’indirizzo di questa casa speciale per addestrare le schiave. Disse Mike. – ma se sei la sua schiava, come mai hai detto che potrebbero esserci degli altri motivi per lasciarvi?

-se non lo amassi più, lo lascerei, ma se lo amo ancora perché lasciarlo? Tu ami tua moglie malgrado il fatto che ti ha tradito, ammettilo.

-sì è vero, malgrado tutto l’amo ancora.

-anche lei ama te, altrimenti non si sarebbe sottomessa così come ha fatto questa sera.

Mike parve essere convinto dagli argomenti della bella giapponese, la prese tra le braccia nelle quali lei si abbandonò per rispondere alle sollecitazioni dell’uomo, lui era preso dalla voglia di fare l’amore con quella splendida donna che avrebbe fatto tutto quello che avesse voluto, iniziò a infilare la sua lingua nella bocca della donna la quale rispose con un gemito e donandosi come solo una schiava sa fare, imprigionò la lingua dell’uomo tra le sue labbra succhiandola come fosse un pene, Mike era sovraeccitato solo con quel bacio, mai aveva trovato una donna che nel baciare metteva una passione simile, si staccò con fatica da lei, la spinse in modo che si stendesse sullo stuoino, gli bastò avvicinare le mani verso il ventre della donna perché questa spalancasse le gambe, il suo sesso era bombato liscio, un frutto succoso aperto le piccole labbra erano umide e spalancate come la corolla di un fiore, era uno spettacolo meraviglioso, Mike si avvicinò lentamente carezzando le cosce della donna, poi si avvicinò sempre più alla zona pubica, passò un dito lungo le labbra, Misako era eccitata dalla carezza leggera e soprattutto dal fatto di vedere come l’uomo fosse eccitato nel vederla era da molto che non aveva questa sensazione, ultimamente anche suo marito non la faceva sentire desiderata come una volta, invece l’eccitazione che l’uomo aveva il suo desiderio per lei la rendevano vogliosa, lui le fece delle carezze estenuanti come se volesse imprimersi nella memoria le parti del suo corpo, iniziò a baciarla, sulle cosce avvicinandosi lentamente verso il suo centro di godimento, che oramai colava succhi in abbondanza, come era felice di sentirsi desiderata, e quando la lingua di Mike le sfiorò la clitoride ebbe come una scarica che le attraversò il cervello, e sobbalzò, Mike fu lieto di vedere la reazione della giovane schiava del suo ospite, e allora si attaccò al bottoncino con la lingua torturandolo di una dolce tortura, la bella Misako ebbe un orgasmo sotto la sua lingua e lui bevevo i suoi socchi odorosi che lo inebriavano.

Solo allora si decise ad appoggiare il suo pene all’ingresso della vagina della donna e penetrare quella guaina così bollente e accogliente, venne in fretta Mike a causa della troppa eccitazione, si scusò con lei, ma Misako gli disse “non ti preoccupare, adesso risorgerà di nuovo, grazie per avermi fatto godere con la lingua, se sapessi d quanto tempo non mi accadeva”.

Giratasi la ragazza gli prese il pene in bocca era mezzo moscio, ma sotto l’abile ed esperta lingua di Misako dopo un po’ Mike non resistette e si ritrovò in tiro, aveva un erezione come non l’aveva mai avuta. Lei con fare da gatta sapendo quanto questo eccitava gli uomini gi disse “Padrone mi concedi l’onore di incularmi, ti supplico” Mike che non chiedeva di meglio penetrò prima nella vagina di lei ancora ben umida e si lubrificò il pene, dopo lentamente lo appoggiò allo sfintere offerto dalla bella Misako la quale si teneva le chiappe spalancate con le mani per offrirsi al suo padrone del momento, e Mike entrò in quel buchetto che lo ingoiò tutto fino alla radice, era caldo elastico, veramente accogliente, Misako iniziò a muoversi roteando le anche, e poi stringendo i muscoli dell’ano come se volesse mungere quel cazzo che l’aveva aperta, a lei piaceva molto essere presa dietro, e cominciò godere presto, Mike era piacevolmente colpito dal modo in cui Misako godeva mentre la inculava, e presto godette anche lui abbandonandosi poi sul corpo di lei.

L’indomani quando si svegliarono ancora abbracciati Mike e Misako lei si alzò in fretta e messasi in ginocchio gli chiese se desiderava fare il bagno.

Mike le diede un bacio, anche per ringraziarla della notte di passione che gli aveva regalato.     

Andarono insieme fino alla stanza dei bagni, e Misako lavò Mike poi gli fece indossare il kimono ed infine si vestì anche lei, per recarsi al salone principale della casa, erano entrambi affamati, dopo la notte che avevano trascorso.

Mitsuo era lì che li attendeva per fare colazione.

Mike si chiese dove era Anne, ad ogni modo aveva fame e iniziò a mangiare , mentre mangiava chiese comunque a Mitsuo notizie di Anne, era veramente curioso di sapere cosa stesse facendo.

Mitsuo gli disse che dal momento che l’aveva consegnata a lui, e avendo ritenuto che la donna non era degna di fare colazione con loro, era ancora in punizione.

“ ora se vuoi puoi revocare il potere che mi hai delegato nei suoi confronti, così si interromperà la punizione”

“no” rispose Mike “fino a quando tu non revochi la tua delega su Misako, io non ho motivo di revocare il tuo potere su Anne, ero solo curioso perché non l’ho vista, mi fido pienamente del tuo giudizio e se ritieni che debba essere punita io non mi opporrò. Ma per curiosità posso sapere come l’hai punita ? sai sono molto interessato ad imparare più che posso da questa esperienza”.

Mitsuo sorrise compiaciuto del suo nuovo amico e socio, e disse” appena finita la colazione andremo a vedere Anne” poi fatta una pausa per scrutare l’effetto delle sue parole disse “ come si è comportata Misako, sei rimasto soddisfatto?”.

Mike aveva un sorriso stampato sulle labbra perché alla domanda gli era venuta in mente la notte appena trascorsa e rispose “oh, si sono così soddisfatto che credo che in tuta la mia vita non avrò mai più una tale soddisfazione”.

Finito la colazione, si avviarono verso le cucine, entrati, Mike vide sua moglie  legata ad una trave con le braccia divaricate, e le gambe erano tenute dentro un bidone dei rifiuti basso e largo le arrivava alle ginocchia, la sua fica era aperta e adesso che era depilata come quella di una bambina era ancora più nuda malgrado la stanchezza che si leggeva sul suo volto Anne bellissima e così incatenata era ancora più desiderabile, Mike sentì il suo pene pulsare sotto il Kimono alla vista della moglie così esposta.

Gli inservienti di cucina gettavano gli scarti nel bidone era di certo una cosa umiliante per la povera Anne, ma malgrado tutto era eccitata per essere considerata un rifiuto, perché le sue piccole labbra erano aperte e bagnate. Anne aveva visto il marito entrare e non osava guardarlo, teneva gli occhi bassi. Mike rivolgendosi a Mitsuo gli chiese come mai Anne avesse meritato una tale punizione così degradante, ma con un tono divertito.

“ha mentito” disse Mitsuo.” È una donna indegna, non è una buona moglie per te, e di conseguenza non è degna che io la usi come schiava, perché ha mentito a te per primo, ecco perché l’ho punita, adesso che l’hai vista la faremo lavare e la porteranno in miei servi nel salone dove attenderemo e lei stessa dovrà confessare le sue colpe poi tu deciderai cosa fare”.

“sì” disse Mike, “ma fatela lavare bene, non vorrei che venisse  con la puzza appresso ad impestare le stanze”, il tono di disprezzo usato dal marito la fece arrossire ancora di più e le lacrime ritornarono a farsi vive nei suoi occhi, quando credeva di non averne più dopo quelle che aveva versato durante al notte, era stanchissima era stata usata come un buco da tutti i servi, e poi era rimasta legata lì tutta la notte aveva le braccia e tutto il corpo che le faceva male.                                                       

Mike intanto le aveva girato attorno, e aveva ammirato il culo di sua moglie sodo e rotondo, un vero capolavoro della natura segnato dalle frustate, pensò è proprio un culo fatto per la frusta, e continuò a pensare con rabbia che lei si era concessa a Tom come una schiava, non avrebbe chiesto il divorzio, ma l’avrebbe punita molto severamente, si rese conto che tutto questo gli piaceva, sentiva il desiderio di frustare ancora sua moglie, stava scoprendo dentro di se una vera vena di sadismo e gli piaceva questa sensazione, immerso nei suoi pensieri pensava a sua moglie come ad una schiava e avrebbe fatto in modo che lo fosse in modo permanente, ma voleva che fosse consenziente.

Mentre uscivano dalle cucine Mitsuo diede i suoi ordini ai servi e si allontanarono, per andare ad attendere comodamente in salone l’arrivo di Anne.

 

 

 

I cuochi slegarono la bella bianca dal bidone, e a pacche sulle natiche, con le loro mani dure, la fecero uscire nel cortiletto dietro al cucina, la lavarono dentro una tinozza usando un getto d’acqua da un tubo di gomma trattandola senza delicatezza, come fosse un animale.

L’asciugarono le fecero indossare degli zoccoli per attraversare la cucina in modo che non si sporcasse, appena giunti in corridoio glieli fecero togliere, e la costrinsero a mettersi in ginocchio e di aspettare. Anne rimase immobile sul posto, i cuochi se ne erano ritornati alle loro incombenze, lei sapeva che avrebbe dovuto confessare a suo marito il suo tradimento, avrebbe accettato le sue decisioni, come aveva promesso a Mitsuo, era molto in ansia, non sapendo come avrebbe reagito Mike, gli aveva fatto le corna e partorito un figlio non suo concepito con il suo amante che lui aveva riconosciuto. E pensava a quali parole usare per essere umile e chiedere il perdono al marito, ma avrebbe potuto perdonarla? Si chiedeva adesso spaventata di perdere l’uomo che amava, si Tom le aveva fatto girare la testa le aveva mostrato una parte della sua personalità facendola emergere, ma adesso la paura di perdere suo marito le faceva capire quanto ancora lo amasse. Sarebbe voluta scampare a questo momento che la terrorizzava.

Dopo circa mezz’ora di attesa, con tutte le giunture doloranti per la notte trascorsa legata, e la posizione prona che le era stata imposta, vide con sollievo il giungere del maggiordomo, avrebbe perlomeno potuto muoversi. L’uomo aveva in mano una canna di bambù, le fece cenno di avanzare precedendolo in direzione del salone, lui la stimolava accarezzandola con la canna di bambù sulle natiche già segnate, ogni tanto le dava un col pettino, ma molto leggero, Anne sentiva dolore solo per il fatto che le sue natiche erano ancora indolenzite dalla punizione e non per la forza dei colpetti che il maggiordomo le dava.

Arrivarono al salone, Mike era seduto tranquillo davanti al tavolino che stava bevendo una tazza di tè, Misako era accanto alla sua sinistra, e Mitsuo sul lato del tavolo.

Anne aveva il cuore in gola, durante la notte si era ripetuta tante volte le cose che avrebbe detto, ma in questo momento l’emozione la stava travolgendo, appena davanti al tavolino si mise prona con la fronte a terra, cercando di riprendersi in attesa che qualcuno le ordinasse cosa fare, sentiva i battiti del suo cuore che le martellava nel petto, e le rimbombava nelle orecchie, le pareva di sentire solo quel rumore, tutto era immerso in un assordante silenzio.

Si decise ad avvicinarsi, a Mitsuo, strisciando sulle ginocchia, e restando prona sussurrò “padrone la vostra umile schiava è in attesa dei vostri ordini”.

Mitsuo guardò Mike e disse quanto avevano concordato:” ti restituisco al tuo legittimo sposo”. La stessa frase la pronunciò Mike rivolto a Misako.

Le due donne allora contemporaneamente si spostarono ognuna ai piedi del proprio marito.

Mitsuo invitò la moglie a rialzarsi e accomodarsi accanto a lui. Misako era vestita, mentre Anne nuda restò con la fronte a terra ai piedi del marito, gli baciò i piedi e gli chiese perdono.

Mike parlò con la voce che tradiva una certa emozione:”sei stata punita giustamente e da quanto mi è stato riferito il motivo è che mi hai disonorato, e hai quindi offeso il nostro ospite, che ci ha accolto nella sua casa, cos’hai da dirmi?”

Anne piangendo sommessamente raccontò di come aveva conosciuto Thomas all’università, di quanto era accaduto della sua debolezza e del suo tradimento anche quando lo aveva rivisto dopo alcuni anni, rese una confessione completa senza omettere nulla.

Mike era livido, benché sapesse quanto riferito da Misako e Mitsuo, il risentire tutta la storia da sua moglie lo fece fremere di rabbia, un sordo dolore lo colse allo stomaco.

L’unico dettaglio che gli mancava era il fatto del figlio che lei aveva concepito con Tom cinque anni fa, e questo gli fece male.

Pensò che con lui prima di questo periodo non aveva mai fatto l’amore donandosi in modo totale, al contrario che con Tom e questo già cinque anni or sono, da allora durava l’inganno.

Anne in ginocchio era comunque affranta, era perfettamente consapevole che stava giocandosi il rapporto con suo marito, forse a questo punto rischiava di perdere tutto, e sentiva che era colpevole, e l’idea di non rivedere Mike o di perderlo le risultava intollerabile, lei lo amava sinceramente, con gli altri sia Mike che Mitsuo, o quelli a cui si era sottomessa quella notte e l’avevano fatta godere, era un fatto fisico, era solo sesso, con essi soddisfaceva il suo desiderio ma con Mike era amore con la A maiuscola.

Lei allora lo scongiurava tra le lacrime e i singhiozzi che la soffocavano di perdonarla “sono disposta a tutto, ogni punizione sarà troppo lieve, lo capisco perché ti ho ingannato, ma ti amo e l’idea di perdere te è peggio della frusta, puniscimi come mi merito, ma permettimi di starti vicino anche solo come schiava” queste furono le sue ultime parole prima di crollare sfinita dalla tensione nervosa che stava subendo.

Mike parlò con tono pacato ma nel quale vi era una nota di amarezza che non faceva sperare in un atteggiamento clemente:”sei una puttana, anzi peggio, perché le puttane sono molto più oneste di te! Non ti perdonerò mai! E dovrai espiare la tua colpa, ma non ti basterà l’intera vita per farlo!

Ora giura che accetterai ogni mia decisione in merito alla tua punizione, e sappi che pur restando legalmente sposati per le apparenze, sarai solo in realtà la mia schiava senza condizioni e questo lo dovrai dimostrare anche in pubblico, giacché non sei degna di essere una mogie cercherai almeno di essere degna come schiava.

Anche se avremo invitati quando ti presenterai da ora in avanti ti presenterai come la mia schiava. Accetti questa regola e tutte le altre che ancora non conosci? Decidi adesso.”

Anna ripeté l’ultima frase di Mike facendo solenne giuramento di obbedire e di accettare ogni sua decisione.

Dopo questo Mike si ritirò con Mitsuo, e quando furono soli gli chiese di quel posto dove aveva fatto addestrare sua moglie, gliene aveva parlato Misako e desiderava portare Anne in quel luogo per farla addestrare come si deve, lui nel frattempo dovendo tornare in America non avrebbe avuto il tempo di occuparsi dell’addestramento di Anne in fondo il contratto che avevano fatto implicava per un certo periodo un massiccio impegno, appena avrebbe finito quel lavoro di preparazione sarebbe ritornato a riprendere Anne però già ben addestrata al suo nuovo ruolo, in fondo in un mese di addestramento la schiava sarebbe stata pronta se erano così bravi come aveva detta Misako.

Mitsuo gli spiegò che erano molto bravi e che in pochissimo tempo avrebbero insegnato ad Anne come si comporta una brava schiava, gli disse che la dominatrice che gestiva quella centro la conosceva bene, e visto che Mike aveva il volo prenotato per l’indomani avrebbe telefonato personalmente per avere un incontro urgente.

Mitsuo che era ben conosciuto dalla domina non ebbe problemi a ottenere un incontro per quel pomeriggio.

Nel pomeriggio partirono con la limousine, tutti assieme, l’unica differenza tra di loro è che ad Anne venne imposto di restare nuda.

Giunsero in città, e all’indirizzo della domina con un viaggio di un paio d’ore a causa del traffico, Anne si sentiva tesa essere nuda pur sapendo che nessuno dall’esterno poteva vederla, perché l’auto aveva i vetri oscurati, ma era terribilmente impaurita, i suoi sguardi verso il marito erano di supplica ma lui sembrava di ghiaccio.

Arrivati scesero con il veicolo in un garage sotterraneo, era un palazzo moderno di alcuni piani, appena fermi, da una porta forse avvisata da qualche telecamera del loro arrivo comparve una giovane donna molto bella dai lineamenti delicati. Aveva dei capelli corvini tirati e stretti in chignon dietro la testa, i suoi occhi a mandorla, erano sottolineati con la matita nera le palpebre avevano un colore rosa acceso, steso in modo da evidenziare la loro forma da gatta, aveva un abito di seta aderente, con dei spacchi laterali che arrivavano alle cosce, era una bellezza, i suoi lineamenti erano fini ed eleganti con una evidente traccia di severità naturale.

Anne si rese conto di tremare, quella donna le incuteva timore e ancora non era scesa dall’auto.

La donna salutò Mitsuo con deferenza, facendo un inchino, e poi parlarono, nel frattempo anche Anne era scesa dietro a Mike che fu presentato alla donna.

Vedendo  Anne nuda, dietro a Mike le si avvicinò, le girò intorno, per guardarla, appena dietro le diede una pacca sulle natiche che erano ancora indolenzite dalle recenti punizioni, Anne lanciò un urlo, anche perché sorpresa dal colpo, la domina disse qualcosa che lei non capì, Mitsuo tradusse, che non aveva il diritto di urlare, e Anne si morse le labbra.

La donna parlottò con Mike e Mitsuo, dopodiché Mitsuo si avvicinò ad Anne e le disse:”adesso sei a disposizione della signora, obbediscile.” Mike le diede un bacio e le sussurrò all’orecchio che si aspettava che sarebbe stata obbediente.

La donna le fece cenno di seguirla, e Anne ad occhi bassi seguì quella giovane donna.

Anne procedeva e sentiva gli sguardi di suo marito e della coppia Mitsuo e Misako che la seguivano, e loro in effetti ammiravano il suo stupendo e perfetto fondoschiena che si muoveva davanti a loro.

Entrarono in un ascensore, la ragazza aveva schiacciato l’ultimo pulsante.

Fu un breve percorso silenzioso, uscendo dall’ascensore si trovarono in un appartamento lussuoso, con ingresso che pareva un salone da ricevimenti, doveva essere enorme quell’appartamento, infatti c’erano dei corridoi che si indovinavano dietro alle tende, una giovane e bellissima donna dai tratti si indovinava che era un’euroasiatica, si avvicinò a Mitsuo gli fece un inchino e quest’ultimo le presentò Mike.

Mitsuo nel fare la presentazione in inglese spiegò a Mike che Madame Claude era di madre mezza vietnamita e mezza francese, da cui il nome francese che portava ma il padre era americano, perciò lei aveva sangue vietnamita, francese e americano, e parlava benissimo quattro lingue, e lui la considerava la più seria e competente addestratrice di schiave dell’oriente.

Madame Claude, si rivolse allora ad Anne nella sua lingua, e le disse:” schiava osi presentarti così? Subito in ginocchio”. Anne era frastornata si sentiva confusa ad ogni modo le sue gambe già erano molli per la situazione di tensione che non ebbe nessuna difficoltà ad obbedire subito all’ordine, inginocchiandosi. Le chiese “come ti chiami?” “mi chiamo Anne”, “qual è la tua qualifica Anne?” Anne rimase in silenzio si sentiva come a scuola durante le interrogazioni sapendo che non aveva studiato, ma era così confusa che non sapeva cosa fare né cosa dire. Madame Claude si spazientì e disse:”non farmi ripetere le domande rispondi qual’è la tua qualifica?” “io non lo so signora” rispose Anne confusa pensava che ogni risposta poteva essere sbagliata, sperava che gli altri avrebbero deciso per lei cosa dovesse dire e fare, era troppo frastornata.

Madame Claude guardò Mike e disse come sconsolata:” c’è molto da fare qui, non sa nemmeno chi è!”

Chiamò la ragazza che era andata a riceverli nel garage, e le disse di condurre Anne nella saletta d’attesa.

Anne al cenno della ragazza la seguì docilmente.

Allora rimasti soli, madame Claude disse che essendo questa una donna occidentale, non poteva garantire che in un mese sarebbe riuscita ad addestrarla, ha una forma mentis diversa per retaggio culturale dalle donne orientali.

Poi volle sapere da Mike se era contrario a prostituirla, al che Mike sorpreso di sentirsi dire che sarebbe stato d’accordo ma solo con le dovute cautele, con persone sane o comunque che non avrebbero rovinato la schiava.

Madame Claude gli assicurò che non rovinava mai la merce che le veniva affidata, e sentire lei e se stesso di sua moglie come di un oggetto eccitò Mike, la donna proseguì dicendo che a parte le cautele, lei considerava che  prostituire una schiava era uno strumento per plasmarla, in modo che giunga da sola a considerarsi carne da piacere e niente di più.

Allora Mike le disse faccia quello che è necessario io ritornerò fra un mese. Se ne andarono tutti e tre lasciando quindi Anne nelle mani di quella donna.

Anne era in ginocchio in un salottino, in attesa di sapere cosa avrebbero deciso, era rimasta solo la ragazza a tenerla d’occhio che la osservava con curiosità, ma senza perdere il suo atteggiamento severo.

La domina entrò,si era cambiata, indossava stivali neri al ginocchio un pantalone nero aderente di velluto e una camicia di seta nera, si rivolse ad Anne con tono calmo e misurato di chi sa di avere un potere pressoché assoluto, e le disse:” ogni volta che arrivo o che vieni condotta al mio cospetto mi dimostrerai il dovuto rispetto venendo a leccarmi gli stivali”. Anne si avvicinò e pose le  labbra sugli stivali della domina, e rimase in attesa.

 

 

 

Madame Claude fece un cenno alla giovane giapponese, gesto che Anne non poteva vedere data la sua posizione prona, ma sentì un dolore acuto alle natiche, la ragazza le aveva data una sferzata con una lunga cinghia di pelle. Anne non sapeva di cosa si trattasse ma le faceva male, si mise a piangere perché era obbediente, e rimasta prona con le labbra incollate ai stivali della donna.

La Domina disse in inglese:” non capisco questa stupida schiava, anzi questo cesso, perché non è degna di essere chiamata schiava” allora le spiegò come se si rivolgesse ad una bambina stupida che baciare e leccare sono cose diverse, e le parlava in una lingua che capiva, quindi perché non ottemperava? L’ordine arrivò secco:”allora cesso, me li lecchi come si deve oppure no questi stivali, e non  smettere fino quando non te lo dico io”.

Anne si sentiva rivoltare lo stomaco, gli stivali erano lucidi, e sicuramente puliti ma si sentiva così umiliata a dover leccare degli stivali, la sua esitazione le costò un’altra sferzata sulle natiche.

Così sollecitata decise di iniziare a obbedire si rendeva conto che non avrebbe potuto sottrarsi al compito che le veniva assegnato per quanto degradante fosse.

Iniziò con la lingua timidamente dalla punta, ma un’altra sferzata sulle natiche le fece accelerare il movimento.

Li riempì di saliva prima il destro e poi il sinistro dalla punta al tacco.

Solo allora la domina si sentì soddisfatta, e le disse di smettere, quando si sedette, le ordinò di avvicinarsi, e le fece un discorso su cosa si aspettava suo marito da lei.

“ho ricevuto l’incarico di addestrarti per essere una brava schiava, ma purtroppo vedo che sei solo un cesso, e non sarà un lavoro facile cercare di elevarti al rango di una schiava”.

Anne rimase in silenzio, non sapeva come comportarsi, allora la domina attendeva di valutare le reazioni che suscitava nella donna poi ritenuto che avesse assimilato il discorso proseguì :” Ti rivolgerai a me chiamandomi padrona, e inoltre alle mie schiave che ti sono superiori spetta l’appellativo di signorine. Fino a quando resterai qui non ti potrai vestire sarai nuda in permanenza, e sarai tenuta al guinzaglio, non dovrai mai fare nulla di tua iniziativa eccetto dimostrare rispetto ai tuoi superiori, se sarai eccitata, non potrai toccarti, potrai godere solo se lo vuole la tua padrona, non hai nessun diritto tranne quello di respirare, leccherai le scarpe a chiunque ti consegnerò perché sarà in quel momento il tuo padrone. Le prostitute con le quali entrerai in contatto nei locali che frequento saranno per te come se fossero delle gran signore, e sarai rispettosa con loro, mangerai e dormirai solo se ti verrà concesso, e lo farai per terra come un animale, ti darò per sfamarti i miei avanzi e uggiolerai di gratitudine per questo, per dissetarti ti darò il mio piscio e anche di questo mi dovrai dimostrare quanto sei grata, e sicuramente anche quello delle mie schiave, se ti dirò di abbaiare tu abbaierai, spero di essere stata chiara. Hai capito i tuoi doveri?”

Anne era sotto choc, era stata relegata ad un livello al di sotto di qualsiasi essere umano, un cesso, un animale, nemmeno una schiava le lacrime le scendevano lungo le gote, e un nodo alla gola le impediva di proferire una parola, una staffilata sulle natiche dalla sempre onnipresente ragazza silenziosa la scosse un po’ dalla sua apatia e cercò di trovare la forza di parlare ma nessun suono le usciva dalla bocca.

La domina le si rivolse ancora:” ahi capito quello che ti ho detto circa il tuo comportamento?” questa volta con sforzo Anne riuscì a farsi uscire la voce benché strozzata “si padrona”.

Allora la domina si rivolse alla ragazza ma Anne non capiva quello che gli diceva, poi la domina si rivolse ad Anne dicendole cosa aveva detto alla ragazza, le aveva ordinato di lavarla e di trovarle un collare, e le spiegò anche che da questo momento quando sentiva la parola cagna doveva capire che si chiamava lei, l’avrebbe  insegnata a tutte le sue schiave quella parola, qualcuna però parlava inglese e avrebbe avuto modo di conoscerle.

La domina se ne andò, invece la ragazza rimase lì, aveva capito che si chiamava Micelle, forse lei anche vietnamita,infatti guardandola meglio si rese conto che era diversa dalle donne giapponesi che aveva visto.

La ragazza parlava francese, e anche un po’ di inglese, e Anne capiva il francese lo aveva studiato all’università allora fece capire alla ragazza che parlava il francese, la quale le si rivolse con un discorso con una voce cantilenante, spiegandole che lei era la favorita della padrona, la chiamava cagna in inglese, ma per il resto parlava il francese.

Le specificò che essere la favorita le concedeva dei privilegi, ossia di usare anch’essa le altre schiave a suo piacimento come la padrona.

Nel frattempo che la lavava le disse quanto la padrona era brava nel sottomettere le donne e a volte anche gli uomini, poteva diventare molto crudele con chi le disobbediva.

Appena finito di lavarla le mise un collare, le agganciò il guinzaglio, e la portò nella sala dalla padrona, c’erano numerosi tavolini, e ai tavolini erano sedute delle giovani donne tutte belle, tutte portavano dei vestiti molto sexy, con scollature vertiginose, con spacchi che lasciavano vedere le cosce, altre con abiti trasparenti fatti di veli.

Lei era l’unica ad essere nuda ed in ginocchio.

In fondo alla sala c’era un tavolo lungo che occupava quasi tutta la larghezza della sala, e lì era seduta la padrona che aspettava di essere servita.

I tavolini erano disposti lungo i lati della sala, formando un corridoio, e Anne condotta al guinzaglio avrebbe dovuto passare davanti a tutte quelle giovani donne, si sentiva riempire di vergogna di essere trattata così e contemporaneamente il suo ventre era caldo, la vergogna alla quale era esposta la eccitava.

Nel silenzio assoluto avanzò condotta da Michelle, era intimorita, e vedeva attraverso le palpebre che manteneva socchiuse il tavolo della domina Madame Claude, e tremava all’idea di quello che sarebbe accaduto in seguito, temeva di non essere all’altezza della situazione.

Ad un cenno di Madame Claude, Michelle si fermò e trattenne il guinzaglio in modo da costringere Anne a fermarsi, rimasero immobili, la Padrona si alzò e batte le mani per attirare l’attenzione della astanti.

Tutte si alzarono, e attesero che la Padrona parlasse:” mi hanno portato un cesso da addestrare, la potete vedere qui in mezzo alla sala, le regole per questo cesso sono semplici e chiare e dovete tutte applicarle, quando la dovete chiamare userete il nome di  Cagna  quando avrà sete, si metterà vicino ai bagni comuni e aspetterà che qualcuna abbia necessità di vuotarsi e la cagna in quel caso potrà rivolgervi la supplica di liberarvi nel catino dal quale lei berrà, se la interpellerete voi essa dovrà sempre rivolgersi a voi con il titolo di Signorine, perché lei non è nemmeno una schiava e non è degna di esserlo, fino a quando non lo dirò io”.

Nessuno fece commenti e micelle riprese ad avanzare tirando Anne che proseguì verso la padrona, il discorso era stato fatto sia in giapponese che in Inglese.

Il tavolo era più piccolo di come appariva da lontano, non copriva l’intera parete ma solo la larghezza del corridoio formato dalle due file di tavolini.

Su un cenno di Michelle e delle sue parole crude “cagna subito sotto il tavolo a leccare gli stivali della padrona” e Anne eseguì l’ordine si posizionò prona sotto il tavolo incollò la bocca ai stivali e li insalivò, era oramai quasi senza saliva dopo cinque minuti di leccatura quando le venne ordinato di smettere, sempre chiamandola “cagna, avvicinati qui fuori dal tavolo al mio fianco” Anne fu lesta a spostarsi accanto alla sedia di Madame Claude, la quale la prese per i capelli, e la tirò verso la sua coscia, le fece appoggiare il viso sopra la sua coscia, proprio come doveva fare una cagna.

E le fece un paio di carezze, poi le diede dei bocconcini di cibo presi dal suo piatto, proprio come se li offrisse ad un animale.

Erano meno che assaggi, Anne mangiò e sentiva la fame che le torceva lo stomaco, ma non era certo sazia, con quei miseri bocconcini.

Quando il piatto fu vuoto, la domina, mise il piatto a terra, e mise lo stivale dentro al piatto, e rivoltasi nuovamente ad Anne disse:” cagna ripulisci bene il piatto della padrona”.

Anne era sempre più mortificata di essere trattata così, aveva una gran voglia di piangere. Si diceva che in fondo si era sottomessa con tutto il suo cuore aveva promesso obbedienza, eppure era trattata in un tale modo ingiusto.

Si piegò a leccare il piatto, sapeva che comunque non avrebbe avuto scelta, e sperava ardentemente che il dimostrarsi così docile le avrebbe semplificato la vita.

Non aveva mangiato dalla sera prima, e il suo stomaco stava gorgogliando, per i pochi bocconcini di cibo e per il sugo che ora leccava dal piatto, non poteva essere sazia solo con quello, ma leccò avidamente malgrado la vergogna tutto il piatto, quando la padrona le fece ripulire il tacco dal sugo rimasto attaccato lo fece senza titubanze.

La padrona la osservava e Anne sperava che lo spettacolo della sua umiliazione le piacesse in modo da ingraziarsela il più possibile.

Anne la cagna adesso aveva tutto il tacco dello stivale in bocca, la padrona lo aveva sollevato e lei lo leccava come un piccolo cazzo.

Appena ultimato, la padrona le disse che per quel giorno non avrebbe avuto altro cibo.

Appena era stato ripulito il piatto di tutte le tracce, sembrava che fosse pronto per essere riutilizzato. Anne sollevò lo sguardo verso la dominatrice e vide che aveva un sorriso compiaciuto, si sentì gratificata da questo, adesso era sicura di essersi comportata come desiderava la sua padrona del momento.

Anne sentiva anche la necessità di bere, ma non osava dire nulla, cosa fare era stato decretato dalla padrona di darle solo liquidi corporali da bere, e l’idea le era insopportabile.

Si accoccolò come una cagna a terra e lì rimase anche quando gli altri si alzarono da tavola, il guinzaglio era stato legato ad una gamba del tavolo, e lei rimase lì a sonnecchiare.

Alla sera appena fu ora di cena, le ragazze presero posto, e arrivò anche la padrona, Anne si chiese se avrebbe avuto pietà di lei, e le avrebbe offerto da mangiare, era sfinita, adesso era anche preoccupata, non era mai stata una golosa, ma aveva fame, forse anche dovuta alla tensione oltre che al poco e irrisorio cibo che aveva preso nelle ultime ventiquattro ore.

Verso la fine del pasto la padrona le passò un bocconcino di carne, Anne come una cagna andò a prenderlo dalle dita della padrona, e una volta ingoiato cercò di fare le feste alla domina, strusciandosi contro le gambe inguainate, ma stava masticando e si rese conto che in fondo era un boccone “avvelenato” era salatissimo e questo le fece sentire ferocemente la necessità di bere.

Rimase con la bocca spalancata, ma la padrona che la osservava, le disse:”mastica bene e ingoia cagna”, Anne con le lacrime agli occhi masticò e ingoiò, adesso la bocca era come asciutta, il gusto del sale copriva tutta la sua cavità orale e la gola.

Michelle la prese per il collare, e la fece uscire, da sotto il tavolo, slegò il guinzaglio e se la portò dietro costringendola ad avanzare velocemente a quattro zampe, aveva male alle ginocchia era stata immobile tutto il pomeriggio, e ora doveva stare dietro alla giovane con una celerità difficile da mantenere, l’altra non esitava a strattonarla se necessario, e così la condusse ai bagni comuni che erano quelli delle schiave.

 

 

 

Si trattava di una sala rettangolare piastrellata di bianco, molto pulita, con dieci Water disposti in fila, nessuna intimità o protezione, c’erano dei bidè accanto ad ogni Water, e alla parete di fronte dei lavandini.

In fondo c’erano tre tazze alla turca, Micelle le disse che erano per le ultime arrivate le quali non avevano diritto alla tazza, sopra la turca c’era un getto della doccia con un tubo estensibile, per lavarsi.

La ragazza le spiegò che lei si sarebbe lavata nei cessi, lì e avrebbe fatto i suoi bisogni lì in una di quelle tazze, per le schiave c’erano le docce nella sala dei bagni ove si trovavano anche delle vasche con idromassaggio.

Micelle le spiegò che lei doveva avere sete, e che avrebbe dovuto attendere che una delle schiave giungesse e entrasse, e lei doveva supplicare che urinasse nel vaso che si trovava lì accanto, così avrebbe potuto dissetarsi.

Era ignobile pretendere una cosa simile, non avrebbe ami potuto farlo, questo pensava la povera Anne. Michelle le  agganciò il guinzaglio ad un anello nel muro, e se ne andò lasciandola sola con i suoi pensieri. Anne guardava con apprensione quel catino lasciato lì per lei.

Entrò una ragazza, Anne la guardò ma non osò parlare, l’altra le gettò uno sguardo ironico ma proseguì, si sedette su una delle tazze, e si liberò Anne sentiva il getto dell’urina mentre l’altra si liberava, la sete la stava tormentando sempre di più, e lacrime amare le scesero lungo le gote.

Passarono minuti oppure di più altre due ragazze entrarono nei bagni e ancora lei non era riuscita a proferire la supplica per farle urinare nella bacinella che aveva accanto a sé. La sete la tormentava sempre più, lei le guardava con uno sguardo supplice, ma senza osare rivolgere loro la parola, sperava che qualcuna avrebbe avuto pietà.

Erano già entrate sei ragazze, da quando era lì dentro, adesso alla prossima avrebbe chiesto di bere non ce la faceva più era troppo tormentata dalla sete.

Appena sentì la porta aprirsi, Anne gli tese il catino tenendolo con le due mani con lo sguardo da cane bastonato sperando di impietosirla. La ragazza la guardò ma dal momento che Anne non le parlava alzò le spalle e andò a liberarsi in una tazza con un sospiro di sollievo, continuando a guardare Anne fissa negli occhi. Poi si alzò e uscì.

Anne sentiva la lingua gonfia, chissà quali spezie salate avevano messo nel boccone che le era stato dato, e sapeva che avrebbe ceduto, alla prossima avrebbe baciato i piedi pur di avere da bere.

Dopo una ventina di minuti entrò una ragazza era molto giovane e Anne sperò che data la sua giovane età questa si sarebbe impietosita, era quasi una bambina, avrà avuto quindici anni, tese la bacinella con le mani e le lacrime agli occhi verso quella ragazzina, e tirò fuori la lingua facendole vedere come era secca e gonfia almeno lei la sentiva così la ragazzina sollevò la gonna fatta di una seta leggera, non portava mutandine e aveva un sesso liscio e con delle labbra da bambina, Anne avvicinò la bacinella al suo inguine e questa aprì bene le gambe sporse il pube sopra la bacinella, e prima lasciò uno schizzo, poi un altro e infine un getto continuo, era molto chiaro. La ragazza aveva bevuto certo molto.

Le lasciò un qualche decilitro di liquido sul fondo della bacinella, appena finito di pisciare al ragazza le rivolse la parola in inglese un po’ incerto dicendole “Cagna leccami” e Anne avvicinò il volto ripulendo le labbra della fica della ragazza umide di urina.

La ragazza la guardò con un sorriso ironico e appena fu soddisfatta si fece cadere giù la gonna per ricoprirsi mentre si sottraeva alla lingua di Anne. E dopo la guardò invitandola a bere, Anne bevve fino all’ultima goccia di urina, la ragazza le fece una carezza e le voltò le spalle andandosene.

Malgrado la vergogna Anne adesso stava un po’ meglio, avrebbe tanto desiderato qualcosa di fresco ma comunque aveva in parte attenuato la terribile sete che l’aveva tormentata.

Dopo un po’, arrivò Michelle, che senza una parola la prese per il guinzaglio e la portò via, la accompagnò fino ad una stanzetta che era un bugigattolo, e lì dovette passare la notte, su una coperta, e con un’altra per coprirsi. Era chiaro che la ragazzina aveva fatto il suo rapporto,e visto che aveva bevuto la avevano portata via.

Passò la notte senza che nessuno la disturbasse e dormì profondamente malgrado tutto la stanchezza l’aveva vinta.

Al mattino, venne nuovamente Michelle a prelevarla, la accompagnò ai bagni le fece fare i suoi bisogni sotto il suo sguardo vigile, e la fece lavare stando sopra la tazza alla turca con il getto della doccia. Appena terminato la portò al cospetto della padrona, madame Claudia evidentemente la attendeva.

Anne appena le fu accanto, si precipitò a baciare e leccare gli stivali della domina, la quale la osservava con compiacimento.

Poi la interrogò:” come ti chiami?” e con sollecitudine e intelligenza capendo il senso della domanda Anne rispose:”Cagna, padrona”. “Cosa sei?”, “Un cesso padrona”.

Da terra Anne guardava la sua padrona che la dominava, e pareva soddisfatta delle sue risposte.

“Portala a fare colazione”,disse rivolta a Michelle,  la ragazza la portò fino alla sala da pranzo, si sedette al posto della padrona e mise una tazza di latte a terra, vi sbriciolò dentro dei biscotti, e Anne la cagna così si disse avrebbe lappato tutto. E infatti lappò tutto il contenuto senza usare le mani e leccò il fondo della scodella.

Passarono cinque giorni in questo modo, solo dal terzo giorno però visto che le natiche sottoposte a trattamento curativo con del balsamo, erano tornate lisce e quasi senza segni ricominciarono le punizioni.

Erano già due giorni che con una paletta veniva sculacciata alla mattina e alla sera, e sempre da Micelle, oramai aveva imparato a supplicare le ragazze per avere da bere ogni volta che era stata lasciata davanti al bagno.

In quei giorni non vide più la padrona, solo le ragazze, sia per colazione pranzo e cena, e in qualche modo ne fu delusa, come se non meritasse attenzione.

Al sesto giorno, venne riportata al cospetto di Madame Claude, perché le aveva detto Michelle c’è una novità! Appena al cospetto della domina si precipitò a leccare i suoi stivali con ardore, per dimostrare di meritare di essere la sua cagna.

La padrona le disse che era ora di uscire, e se si sarebbe comportata in pubblico come aveva fatto in quei giorni, per lei c’era la possibilità di passare ad una fase successiva del suo addestramento.

La padrona e Michelle con lei tenuta al guinzaglio, la portarono con un veicolo chiuso fino ad un locale, era una specie di Night club, tutto tappezzato alle pareti, con colori scuri rosso e nero.

C’erano uomini e donne, occidentali ed asiatici, certamente tra quelle donne vi erano delle prostitute o anche delle turiste con i loro mariti, lei però era l’unica ad essere nuda, e costretta a camminare carponi, dietro alle due donne. Tenuta al guinzaglio era piena di timore e di vergogna, eppure questo la faceva fremere di una malsana eccitazione, venne condotta in direzione del fondo sala dove c’era un palco.

Si fermarono vicino al palco, alcune donne erano lì in attesa, erano certamente delle professioniste, venne presentata come la cagna a quelle donne e le fu imposto di baciare loro le scarpe.

Anne obbedì senza nemmeno discutere o resistere, ogni senso di repulsione era vinto, si sarebbe degradata senza alcuna resistenza.

Quando la interrogarono rispose con tono basso e voce umile, secondo le istruzioni ricevute durante il suo addestramento in quei giorni.

Venne esibita con queste signore che la portavano a turno in giro per il locale al guinzaglio, poi qualcuno la portò con se per farla assistere alle sedute nelle stanze con i clienti, e lei doveva vedere queste donne accoppiarsi con i loro clienti in varie posizioni, purtroppo per lei, le era stato proibito di toccarsi.

Era eccitata, tutte queste facevano sesso davanti a lei, mentre era obbligata a guardare e a non partecipare, sentiva la sua passera bagnata, avrebbe tanto voluto toccarsi, o leccare quei falli o quelle fighe, ma il suo ruolo doveva essere passivo.

Ogni volta madame Claude chiedeva se era stata obbediente e se si era toccata, alle risposte negative delle prostitute, lei annuiva. Sapeva che era forse più difficile di quanto non si pensa stare a guardare chi fa l’amore soprattutto una donna calda come lei senza avere diritto di soddisfare le sue necessità. In quei giorni aveva goduto sotto le sculacciate, e quando era stata sola nella stanzetta si era toccata raggiungendo l’orgasmo per allentare la tensione, era stata di sicuro spiata, e avevano disposto per lei questa tortura. Prima di andarsene la fece legare e frustare sulle natiche esibita sul palco del Night.

 

 

 

Al rientro lei era in uno stato di tensione erotica terribile, e venne portata nella camera della padrona, lì fu incatenata al letto per passare la notte con le gambe spalancate mani e piedi legati in modo da non potersi soddisfare in nessun modo.

L’indomani era distrutta la lasciarono dormire fino a tardi, e anche madame Claude dormiva, appena si destò, Anne la sentì, e cercò di raddrizzarsi mettendosi in ginocchio sul letto, per quanto le catene glielo consentivano.

Aveva assunto una posizione sollevando le natiche le ginocchia leggermente piegate le braccia tese dai legacci, la padrona la guardò e allora le slegò gambe e braccia, aveva apprezzato lo sforzo. Appena libera Anne si precipitò a leccare i piedi nudi della domina.

Madame Claude le controllò le natiche frustate, le era stata applicata subito l’unguento e perciò sembravano già guarite, ad ogni modo aveva una salute ed un fisico eccezionali, e recuperava in fretta.

Le disse:” ti rimetto della pomata così domani sarai pronta al cento per cento per un nuovo trattamento”.

Sentiva la mano della domina sulle sue natiche energica e dolce allo stesso tempo, e le piaceva sentire il calore della mano della padrona che le massaggiava i globi delle natiche.

Alla fine le ordinò di alzarsi, Anne ne fu sorpresa, era da quando era lì la prima volta che  veniva fatta alzare quei giorni sempre in ginocchio erano stati terribili, ma adesso le pareva strano alzarsi, e lo fece con una certa fatica.

Appena eretta Madame Claude le disse che avrebbero fatto il bagno assieme, e la condusse nella sua sala d bagno personale, una sala grande con al centro un bagno che era come una piccola piscina ovale, al livello del pavimento con due gradini da scendere per entrare.

La padrona la insaponò per bene, e le ordinò di fare lo stesso con lei, Anne lo faceva con deferenza e con gesti teneri, quella donna aveva un corpo bello e sodo, tutto la faceva parere quasi come una donna irreale come si vedono sulle copertine delle riviste, era veramente bella.

Madame Claude la masturbò, e Anne godette nella sua mano infilata dentro la sua vulva, regalandole un orgasmo tanto desiderato dalla sera prima.

La padrone intanto le diceva che era calda e che godeva con estrema facilità, e lei diceva che era il pensiero che fosse la sua padrona a masturbarla a farla godere così intensamente.

Lei le disse che si era accorta che godeva a essere umiliata e frustata, “non tutte godono di questo, da adesso non sei più cagna solo baldracca, ma ancora non ti sei guadagnata il titolo di schiava, ma ti impegnerai vero?” “sì padrona” disse Anne godendo di nuovo.

Durante la settimana successiva oltre ad avere il privilegio di servire da cesso alla padrona bevendo le sue urine ma solo in alcune occasioni. Poteva mangiare in un piatto a lei riservato anche se sempre in ginocchio accanto alla padrona e dissetarsi con acqua.

Ogni giorno per alcune ore doveva portare un fallo posticcio nell’ano, attaccato alla vita con delle cinghie per non farlo uscire, inoltre venne frustata tutti i giorni, ma non con violenza e mai più di una dozzina di colpi, dopo riceveva il trattamento a base di unguento per farla guarire. Tutte le notti era nel letto della padrona e la portava al piacere solo con l’uso della lingua, era diventata molto brava, la leccava con passione come non aveva mai fatto in vita sua, ci metteva passione, e sempre riusciva a fare godere la sua padrona la quale poi la costringeva a dormire legata ed eccitata senza potersi soddisfare, specialmente gli ultimi tre giorni, erano tre giorni che non godeva ogni volta che si avvicinava il piacere la padrona glielo interrompeva. 

Anne era oramai sull’orlo di una crisi nervosa, sempre bagnata ma non poteva godere.

Alla sera del terzo giorno, la portò in un bordello, la lasciò lì in consegna della tenutaria, con l’ordine di usarla solo nel culo e nella bocca da quanti clienti avesse voluto.

La prima sera arrivarono almeno dieci uomini nella sua stanza uno alla volta la incularono, fu una esperienza piuttosto dura, dieci nerchie nel culo in una serata.

Il giorno successivo ne prese alcuni nel culo altri in bocca, era oramai solo considerata un buco per essere usata, il culo le faceva male.

Al terzo giorno ne prese il doppio almeno venti tra culo e bocca, solo alla fine del terzo giorno la padrona mandò Michelle che venne a riprenderla. Quest’ultima si informò con la tenutaria circa le sue prestazioni, e se era stata disobbediente in qualche circostanza.

La tenutaria tese una busta a Michelle che se la mise nella borsetta, poi fatto un cenno ad Anne la quale capì che dovevano congedarsi, andò a baciare le scarpe della tenutaria e anche quelle di Michelle, la quale apprezzò il gesto di rispetto.

La fece rialzare,e le mise una mano sulle natiche, le scivolò nel solco, e le infilò un dito nel culo, poi guidandola con il dito nel suo sfintere uscirono in quello strano abbraccio. Scesero con un ascensore fino al sottosuolo,nel garage erano attese dalla limousine, salirono e ripartirono. Oramai Anne non avrebbe pensato in nessun momento di protestare per la sua nudità che le era divenuta praticamente ovvia nella sua condizione come non avesse mai portato abiti in vita sua.

Riportatala alla casa di Madame Claude, fu introdotta immediatamente al cospetto della padrona alla quale Anne rese omaggio come era oramai di consuetudine, e Michelle spiegò come si era comportata, con una certa soddisfazione, e questo inorgoglì anche Anne sentendo gli elogi della bella Michelle, anche se si riferiva a lei come alla baldracca.

Madame Claude le ordinò di girarsi e di porgerle le terga, Anne eseguì  si girò in ginocchio appoggiando al fronte a terra e tenendo il culo ben sollevato.

Madame Claude le disse:” apriti bene le natiche voglio vedere il tuo buco” e Anne si aprì le natiche con le sue mani, si vedeva bene il suo ano era un po’ più aperto del solito, dopo le innumerevoli sodomizzazioni della notte appena trascorsa.

Madame Claude si avvicinò inginocchiatasi dietro ad Anne, le introdusse un dito nel culo, Anne agitò le anche, era un po’ gonfio ma si penetrava con grande facilità.

Introdusse altre dita, il secondo, il terzo il quarto, aveva inserito il quinto dito, Anne si rilassava e spingeva in modo da agevolare le introduzioni della padrona, la quale si rese conto che la Troia si stava bagnando, sentiva il suo respiro affannoso, e sapeva che le stava facendo male, ma Anne non  si sottraeva, se avesse continuato le sarebbe entrata con tutta la mano.

Allora disse “Bene schiava, raddrizzati” fu per Anne una specie di orgasmo dei sentimenti la domina l’aveva chiamata “Schiava” era adesso una schiava fu come se avesse ricevuto una promozione a scuola era felicissima di quella parola.

E per ringraziare la padrona le si buttò ai piedi coprendole le scarpe di baci e leccando come una cagna tutto il cuoio, e alla fine rischiò di avere un orgasmo solo così, nel suo cervello tutto era in fermento.

Poi rivolta a Michelle disse di mettere la Schiava Anne nella stanza con Lin.

Lin era la ragazza cinese giovanissima dalla quale aveva avuto la prima urina da bere, e ad Anne non dispiacque di andare a dividere al camera con quella bella ragazza, Micella la precedeva, e lei questa volta la seguiva ma senza guinzaglio ed in piedi.

Entrarono in una delle stanze in fondo al corridoio, dopo l’angolo, era una bella stanza molto luminosa, c’erano due letti, Michelle le indicò il suo, finalmente un letto pensò in quel momento Anne, era da tempo che non aveva dormito in un letto senza costrizioni.

Michelle le fece vedere l’armadio, conteneva asciugamani, teli da bagno, e quanto necessario per lavarsi, non c’era nessun capo di vestiario.

Quando arrivò Lin, lei non sapendo bene come comportarsi, si inginocchiò di fronte alla fanciulla e le baciò i piedi, Lin le disse di alzarsi che non era necessario adesso erano compagne, e chiamarla Lin, semplicemente.

Nei giorni successivi la sua vita era notevolmente migliorata, poteva mangiare ad un tavolo con le altre ma sempre nuda, veniva convocata da Michelle spesso,solo qualche volta dalla padrona, e veniva interrogata in modo che si sentisse umiliata dalle sue risposte, in merito a come godeva nell’essere insultata o esibita. Come preferiva essere punita e in quale orifizio preferiva essere penetrata. 

Lei doveva sempre mantenere un tono rispettoso, nei loro confronti, le chiamava entrambe padrona, e subiva le punizioni senza essere legata, spesso doveva contare i colpi, e se un colpo veniva inferto in modo troppo debole lei non lo contava e si passava al successivo, se per caso contava quelli deboli le punizioni divenivano molto più severe.

Aveva imparato a restare immobile piegata in due tenendosi con le mani alle caviglie sia sotto lo scudiscio che sotto la paletta.

La padrona era soddisfatta di lei. Le disse che era felice che avesse imparato così tanto in così poco tempo.

La padrona la convocò una mattina, abbastanza presto, insomma erano le nove ma era un orario insolito per essere chiamata dalla padrona che dormiva fino a tardi.

Le disse che era l’ultima volta che lei la convocava, e che erano in attesa del suo legittimo padrone, al quale lei doveva fare una accoglienza degna di una schiava addestrata da Madame Claude.

 

Mike arrivò alle dieci e trenta, era accompagnato da Mitsuo, al suo ingresso nella stanza di attesa dove aveva visto suo marito un mese prima, Anne nuda attendeva, era stata depilata di fresco il giorno prima.

Appene i due fecero il loro ingresso Anne si precipitò in ginocchio a ricevere il suo padrone, sapeva che avrebbe dovuto leccare le sue scarpe che venendo da fuori non potevano essere pulite come quelle di Madame Claude.

Fece il suo dovere da brava schiava desiderosa di rivedere suo marito e nella speranza che lui possa accettarla ancora come una devota schiava se non come una legittima moglie.

Mike guardò sua moglie che gli leccava le scarpe con una devozione e una passione che non avrebbe nemmeno lontanamente immaginato.

Anne smise solo quando Mike glielo ordinò, compiaciuto di tutta questa docilità, Mike sorrideva beato. Gli faceva uno strano effetto rivedere sua moglie dopo un mese, gli era mancata, anche se non riusciva a perdonarle il fatto di avergli messo le corna e di avergli portato in casa il figlio di un altro.

Le disse di rendere omaggio anche a Mitsuo cosa che Anne fece senza problemi con devozione.

Presero congedo da madame Claude dopo averle lasciato un cospicuo assegno, e lei diede a Mike una busta contenente una relazione sull’addestramento della sua schiava.

Giunti a casa di Mitsuo, vennero accolti da Misako, e Anne sempre nuda si prosternò ai piedi della bella giapponese leccandoglieli.

Mitsuo disse a Mike che Misako era a sua disposizione, lui avrebbe onorato il suo ospite offrendogli al sua schiava.

Mike benché avrebbe voluto dopo un mese stare un po’ da solo con Anne, perché l’amava ancora e voleva parlare con lei si rassegnò, non lo diede a vedere di essere deluso, sapeva che avrebbe avuto tempo.

Inoltre la bella giapponese gli era rimasta ben impressa nella mente e Anne doveva riscattarsi con Mitsuo, per la volta scorsa lui non se l’era goduta.

E offrì cerimoniosamente la sua schiava a Mitsuo, il quale si inchinò in segno di ringraziamento.

Quando Mike si allontanò con Misako dicendo che desiderava lavarsi, Anne ne fu un po’ delusa, ma sapeva che non poteva esimersi dall’obbedire.

Mitsuo allora le rivolse la parola, mentre lei stava in ginocchio con la testa a terra senza osare muovere un muscolo.

“Pensi adesso di essere degna dei tuoi padroni schiava?”, “ non sta ad una schiava dire di cosa sia degna …padrone”

La risposta parve soddisfare Mitsuo, ”seguimi” e Anne lo seguì in ginocchio.

Mitsuo la condusse in una camera da letto, già preparata per accogliere gli ospiti, la fece stendere su una stuoia, poi le si accostò al suo fianco e iniziò a toccarla leggermente all’interno delle cosce.

Anne aprì le gambe offrendosi alle carezze del giapponese, lui la accarezzava dolcemente senza mai toccarle il sesso, che oramai era aperto e bagnato.

Anne era ansiosa di essere presa, lo desiderava sinceramente.

Poi iniziò a torturarle i capezzoli stringendoli tra le sue dita, Anne ansimava eccitata dal dolore che le procurava il sentire i suoi capezzoli come in una morsa d’acciaio, dalle forti dita del giapponese, ma questo dolore la faceva eccitare all’inverosimile come non mai, e ancora non le aveva toccato ne la passera ne l’ano.

Aveva una gran voglia di godere, ma solo se il maschio che la dominava avesse voluto, quando dopo un po’ Mitsuo iniziò a leccare le sue tette e a scendere sul suo corpo disegnando con la lingua degli arabeschi invisibili sul suo corpo oramai lei era già sul punto di esplodere, la lingua si avvicinò all’inguine e lei inarcò le reni per offrirsi al maschio, ma lui si ritirò, un sospiro di delusione le sfuggì dalle labbra.

Poi Mitsuo le si mise tra le gambe, lei spalancò al massimo le cosce per offrirsi senza ritegno, e supplicando con parole sconce l’uomo “ la prego padrone, sublime signore sbatti questa indegna schiava, che desidera sentire nelle sue viscere il vostro meraviglioso scettro, la pregoooo” era sconvolta dal desiderio, avrebbe dovuto resistere, ma non ce la faceva più.

L’uomo penetrò con la cappella nella carne offerta e bagnata di succhi della schiava, e le disse adesso penetrati da sola.

Anne gli allacciò le gambe dietro la schiena e si impalò attirandosi verso in ventre del maschio, era completamente impalata e un sospiro di sollievo le uscì dalle labbra.

Anne iniziò a muoversi mentre Mitsuo restava immobile tenendola sollevata lui in ginocchio e lei impalata che si teneva con le gambe alla sua forte schiena, e si muoveva sempre più in fretta.

Anne godette ed ebbe una serie di orgasmi a catena dovuti alla situazione e al suo cervello che le rimandava l’immagine di sé costretta a sfottersi da sola su quella verga dura e possente che le invadeva la vagina.

E ringraziava continuamente Mitsuo dell’onore che le concedeva, e nella sua mente era sincera, gli era veramente grata.

Anne era oramai crollata si teneva attaccata a Mitsuo il quale era ancora in erezione dentro di lei e decise di uscire, visto che la donna non aveva più la forza di muoversi dopo gli orgasmi.

La fece girare e le forzò il culo, penetrò con enorme facilità, Anne si era rilassata appena aveva sentito l’uomo penetrarla nel retto.

Poi la limò a fondo portandola al godimento e mentre sentiva Anne che godeva anche lui le riversò il suo seme nel culo.

Poi si alzò, lei era rimasta nella posizione in cui l’aveva lasciata, era sfinita, ma per lui c’era una cosa che doveva fare e voleva farlo adesso, adesso che la donna aveva più volte goduto, non si sarebbe eccitata per la frusta.

Le disse che l’avrebbe frustata Anne che stava per riprendersi, si sentì mancare sapeva che la frusta l’avrebbe sentita e sarebbe stato solo dolore, ecco perché l’aveva scopata così con furore e passione, però da brava schiava si posizionò come le aveva insegnato la domina, si mise in posizione tendendo bene in fuori le natiche, sollevando il culo verso il suo aguzzino, e tenendo la faccia appoggiata alla stuoia.

Mitsuo le diede una dozzina di colpi, che Anne sentì e molto, il dolore senza essere attenuato dal piacere era duro da sopportare ma lei lo subì e al termine ringraziò il padrone di averla punita.

Mitsuo, la fece rialzare, e le disse che adesso era veramente degna di essere una schiava e che era felice di vederla ben addestrata.

Anne ringraziò dicendogli che era onorata che lui si degnasse di considerarla una schiava e che gli era grata per averle permesso di diventarlo, facendola istruire da madame Claude.

Allora Mitsuo le disse che per il resto della notte avrebbero fatto l’amore ma come un uomo e una donna se lei se la sentiva di darsi a lui.

Anne assentì e si attaccò al corpo dell’uomo offrendosi, Mitsuo come un tenero amante l’accolse tra le sue braccia, le loro lingue si intrecciarono in un bacio appassionato, poi lui la fece stendere sulla stuoia, e iniziò a passare la sua lingua sul ventre di Anne scendendo piano in centri concentrici verso il suo inguine, poi le leccò la vulva a piena lingua, passando nel solco, Anne inarcò le reni e si aprì per consentirgli di raggiungere ogni sua piega, e Mitsuo la leccò con maestria dalla clitoride fino al solco del natiche stuzzicandole l’ano che si apriva sotto la carezza umida dell’abile lingua di Mitsuo.

Anne si rieccitò nuovamente malgrado il dolore alle natiche e Mitsuo riuscì a portarla all’orgasmo con la lingua.

Poi la penetrò quando ancora l’orgasmo non era finito e lei ebbe di nuovo un altro orgasmo nel sentire la verga di lui che la penetrava entrando come nel burro fuso.

La pistonò per una buona mezz’ora facendole perdere il senso del tempo ormai era completamente partita, mai aveva goduto così intensamente, fino a quando non venne anche lui nel suo ventre raggiungendo entrambi il piacere all’unisono.

Anne era svuotata, restarono abbracciati ed esausti, si addormentarono così.

 

 

 

 

Mentre Anne aveva seguito Mitsuo, Mike era stato lavato dalla bella Misako, usciti dalla vasca, Misako aveva asciugato Mike, e si era asciugata, poi lo aveva cosparso di unguento dopo averlo fatto stendere e lo massaggiò, un massaggio eccitante Mike aveva voglia di prendere Misako, glielo fece capire, e lei si adagiò su di lui impalandosi da sola, a spegnimoccolo.

Poi si diede da fare muovendosi, dapprima solo con movimenti rotatori del bacino, restando impalata fino in fondo sul pene dell’uomo, successivamente iniziò i movimenti alternati di sollevarsi lentamente per farsi ricadere con forza sentendo come il membro la penetrava fino alla cervice.

Mike nel frattempo le toccava le splendide tette sode, strizzandole i capezzoli che erano tesi dall’eccitazione.

La donna si abbasso verso il volto dell’uomo rimanendo ferma e perfettamente impalata, lo baciò con passione offrendogli la sua cavità orale, e prendendogli la lingua e succhiandola come fosse un piccolo cazzo, contemporaneamente immobili con in corpo contraeva i muscoli della vagina facendo un massaggio alla verga del suo amante del momento in un modo che Mike non aveva mai potuto sperimentare prima di allora, dopo un po’ di quel trattamente Mike stava perdendo il controllo.

Misako gli sussurrò di godere dentro di lei che stava anche lei per venire, i getti uscirono violenti e Misako sentendoli che la innondavano ebbe il suo orgasmo.

Entrambi godettero nello stesso istante, e questo aumentò il loro piacere, che si dimostrarono reciprocamente baciandosi con furia, rimasero attaccati bocca contro bocca, in un bacio interminabile.

Poi per effetto della riduzione del pene questo uscì dalla sua guaina calda, la quale li lasciò entrambi delusi.

Mike disse allora che mai aveva goduto in quel modo ne fatto l’amore con una donna così calda.

Misako allora stretta al suo petto, come una gattina coprendolo di bacetti, gli disse che era stato bello anche per lei, lui aveva un cazzo più fino di suo marito ma più lungo e le era molto piaciuto sentirselo fino a toccare il fondo della sua fica.

Poi gli chiese se lui non sentisse il desiderio di frustarla. Mike restò un po’ perplesso, non aveva mai pensato che  lei glielo potesse chiedere, sapeva che avrebbe potuto farlo, ne aveva il potere delegato da Mitsuo, ma che lei glielo chiedesse non lo capiva.

Allora le rivolse la domanda che gli bruciava sulle labbra: “perchè mi chiedi se voglio frustarti?” , “perché non lo hai mai fatto, non mi hai mai colpita ho pensato che non osavi”, “è che tu mi ecciti così tanto, che mi viene voglia di scoparti appena siamo soli, allora usare la frusta è l’ultimo dei miei pensieri, in verità devo dirti che non ho nemmeno esperienza in merito, ma sinceramente a te piace essere frustata?”, “sì, mi piace mi eccita soprattutto sapere di essere totalmente alla mercé del padrone, adoro sentirmi dominata”.

Mike rimase silenzioso accarezzando la bella Misako, che dopo un po’ gli chiese a cosa stesse pensando.

“Io penso che da quando sono venuto in Giappone desidero vedere Anne umiliata, e sottomessa e in questo mese ho pensato molto a quanto è accaduto, e non vedo l’ora di punirla, ma questo forse perché malgrado l’amore che ancora ho per lei, sono arrabbiato, e mi dispiace di questo, nei tuoi confronti non nutro un sentimento di rancore, anzi mi piaci molto e mi sono affezionato a te credo che potremmo essere grandi amici intimi, mi piace fare l’amore con te, forse anche questa è una forma di amore”.

Misako assentì “si certo, ci sono varie forme di amore, anch’io mi trovo bene con te, ma ho anche bisogno di sentire un uomo o una donna che mi domini totalmente e che sappia comandarmi e punirmi in modo da darmi quello di cui non posso fare a meno, adesso con te ho goduto stupendamente, ma se tu mi dominassi e trattassi come una schiava più che come un’amante la mia sessualità sarebbe pienamente soddisfatta”.

“Purtroppo” cominciò a dire Mike “ io non ho mai frustato nessuno e temo che la mia inesperienza possa essere più dannosa che eccitante, inoltre ho paura di farmi prendere la mano e di non riuscire a controllarmi”.

“allora non frustarmi personalmente, chiama il maggiordomo, anche mio marito mi fa frustare da lui a volte”.

Mike le disse di chiamarlo lei stessa, e sarà lei a dirgli che lui vuole che venga frustata.

Misako allora fece venire il maggiordomo, e gli spiegò che doveva frustarla per ordine dell’ospite.

Il maggiordomo fece un inchino verso Mike, poi fece scendere delle corde dal soffitto, che Mike non aveva notato prese Misako la fece disporre a terra, le legò le caviglie con delle cavigliere di cuoio fissate ad una sbarra in modo che tenesse le gambe aperte, le fisso i polsi in apposite polsiere di cuoio, in questo modo con le caviglie e i polsi fissati alla sbarra sollevò tramite la carrucola che non si vedeva ma visto che non faceva fatica nel tirare la corda, Misako all’altezza di un metro e mezzo da terra, lei era piegata in due, il suo volto fra le sue gambe, in modo da vedere cosa le sarebbe accaduto.

Poi l’uomo prese una frusta lunga da un armadietto.

Fece una domanda e Misako la tradusse per Mike, “vuole sapere quanti colpi deve darmi, mio signore”. Mike ci pensò un po’ poi disse “quanti colpi hai preso al massimo in questa posizione e con quella frusta”, Misako rispose “ con quella frusta mai più di venti mio signore”, “ allora arriveremo a venticinque, diglielo”.

Mike stava prendendo sul serio il suo ruolo, anche se lo svolgeva per interposta persona.

Misako tradusse le istruzioni di Mike, il maggiordomo fece un inchino con la testa e si posizionò sul lato in modo che potesse colpire il bersaglio lateralmente e offendo a Mike lo spettacolo.

Mike si stava nuovamente eccitando, aveva davanti agli occhi le grazie di Misako aperte e luccicanti di umori, era uno spettacolo da favola.

Il primo colpo si abbattè sulle natiche di Misako con uno schioccò che rimbombò seguito dal gemito della bella schiava.

Il maggiordomo colpiva con metodo facendo passare del tempo tra un colpo e l’altro, Misako ad ogni colpo lanciava gemiti più forti fino ad un certo punto e urlò, era uno spettacolo che stava infiammando i sensi di Mike, sentiva il suo pene che gli scoppiava.

Misako era bagantissima segno evidente che anche lei godeva, malgrado il trattamento era in un tale stato di eccitazione che non lasciava dubbi, la sua fica aperta come un fiore che sboccia e che grondava umori.

A quel punto Mike fece cenno al maggiordomo di andarsene, si avvicinò a Misako che si scuoteva e dondolava nei suoi legami appesa come era. Azionò la catena facendo scorrere il sistema di pulegge per abbassarla un po’, controllò la posizione era all’altezza del suo pene.

Si appoggiò con le mani alle natiche doloranti di Misako, lei gemette ma non solo di dolore anche di piacere le toccò le grandi labbra, insinuò un dito nella vagina bollente, Misako agitò il corpo per fare intendere il suo piacere ed il desiderio di essere usato, con un sospiro chiese a Mike “ti prego fottimi”.

Mike appoggiò la cappella all’ano della donna, lei cercò malgrado la posizione di rilassarsi il più possibile, e Mike spinse entrò nel retto lubrificato dal sudore e dagli umori del piacere di Misako.

Penetrò entrando in un bidello caldo e accogliente Misako si lasciò sfuggire un sospiro di piacere, allora lui si inchinò su di lei le torse i capezzoli tra le dita e  le chiese:”sei una troia rotta in culo?” “si padrone, sono una troia rotta in culo, e ti prego di usarmi è un onore sentire la tua verga dura nel mio corpo, sbattimi con forza ti supplico”.

Mike iniziò a stantuffare come un pistone impazzito dentro al culo di Misako godendo della stupenda sensazione che provava di possesso e anche di essere posseduto perché Misako ad ogni affondo stringeva i suoi muscoli anali per qualche frazione di secondo imprigionando il pene di Mike, poi lo rilasciava per lasciarlo ritirarsi, Mike si ritirava per un buon tratto lasciando dentro di lei solo la cappella, e poi si rituffava con affondi forti e violenti nel culo della donna che lo accoglieva con i muscoli rilassati fino alla radice e a quel punto stringeva nuovamente.

Era una sensazione stupenda, non aveva mai immaginato di godere come stava godendo e pareva che Misako godesse quanto lui, e questo lo rendeva orgoglioso, perché non aveva mai provato una cosa simile. Quando Mike sentì che stava per godere, e Misako aveva già avuto un paio di orgasmi a forza di sentirsi pistonare il culo e come le palle di Mike la percuotevano sulle natiche doloranti mescolando in un perfetto mélange le  sue sensazioni che erano per lei al fonte del piacere, si concentrò sentendo il pene di Mike da come  si agitava per avere il suo ennesimo orgasmo assieme con lui, e ci riuscì sentendo i getti di sperma colpirla all’interno del suo intestino ne ricevette una scarica nel cervello che la mandò in estasi, godetta con lui inondandolo ulteriormente dei suoi succhi.

Mike esausto rimase fermo ancora nel retto della donna, poi si chinò e la baciò sulle labbra con tenerezza.

Appena sentì il pene perdere consistenza si lasciò scivolare fuori dal caldo involucro, osservò l’ano aperto era una perfetta O al centro delle natiche uno spettacolo da immortalare nella sua mente. Attese alcuni minuti prima di fare scendere Misako a terra e liberarla.

La prese nelle sue braccia, lei si afferrò al suo collo e lo baciò con la passione di un’amante dicendogli quanto avesse goduto sussurrandogli parole di ringraziamento e desiderio all’orecchio che lusingavano la vanità maschile di Mike.

Si diresse con Misako in braccio fino alla camera che gli era riservat, depose Misaako sul giacigli fatto con dei materassini direttamente a terra e le si coricò accanto, lei come una gattina che gli fa le coccole gli si incollò a fianco e cominciò a baciarlo sulla fronte sugli occhi dicendogli di quanto aveva goduto, e di come fosse lieta che lui avesse dimostrato di desiderarla così tanto, era da molto che non faceva l’amore così, negli ultimi tempi era stata presa da suo marito con foga e da altri suoi soci, ma mai con quella passione che lui gli aveva regalato, erano più delle scopate meccaniche quelle che aveva avuto nell’ultimo periodo, la sua presenza le ridava un po’ di piacere  nel donarsi totalmente come non le accadeva da mesi.

Si incollò a Mike con un bacio profondo bocca a bocca con la passione della schiava desiderosa di compiacere il padrone, era qualcosa di terribilmente sconvolgente per Mike che non aveva ancora esperienza il modo in cui Misako lo baciava.

Sentì che il suo pene rispondeva al bacio di Misako eccitandosi di nuovo, la donna sentì che Mike si stava eccitando sli prese il pene in mano e lo accarezzò con estrema dolcezza, poi coprendo il petto di Mike scese lentamente fino a trovare il pene lo baciò lungo l’asta, lo leccò dalla radice alla punta, andò a prendere i testicoli in bocca uno a uno, li risucchiò lentamente portando l’erezione di Mike a compimento totale, allora gli salì sopra e se lo appoggiò all’ingresso della sua vagina e gli chiese:”Padrone posso infilarmi sul tuo meraviglioso scettro?” Mike era senza voce dall’eccitazione ma appena poté dopo qualche secondo durante i quali Misako era rimasta immobile in quella posizione oscena su di lui le cosce aperte bene il pene leggermente appoggiato alle grandi labbra aperte che luccicavano di umori, “si impalati bene meravigliosa schiava”.

Misako scese lentamente per assaporare la verga che le entrava nella fica perfettamente lubrificata.

Appena impalata si fermò si stese sul petto di Mike lo baciò e gli sussurrò che voleva che questa notte fosse indimenticabile per entrambi.

Misako era un farfalla inchiodata su un chiodo ma si dibatteva con movimenti rotatori del bacino, salendo e scendendo lungo l’asta di Mike tesa in uno stato di congestione che solo con Misako aveva provato fino ad ora.

Visto il piacere che aveva già provato durarono a lungo con il sudore che inondava i loro corpi, erano scossi dal piacere sublime di quel congiungimento carnale, come se dovessero fare l’ultima scopata della loro vita.

Alla fine vennero insieme ancora anche questa volta, e si abbandonarono esausti nella braccia l’uno dell’altro e si addormentarono dopo che Misako ebbe tirato su entrambi un lenzuolo per coprirsi, e rimasero incastrati l’uno nell’altra fino a quando per effetto del rilassamento il pene di Mike non uscì spontaneamente dalla fica di Misako.   

Al mattino tutti si ritrovarono nella sala dei bagni, nudi e soddisfatti della notte appena trascorsa, si lavarono le donne si dedicarono ognuna all’uomo che l’aveva fatta godere durante la notte, anche Anne si comportò con maestria nel lavare con una spugna Mitsuo, come una brava donna sottomessa.

Poi fecero colazione le donne si erano rivestite indossando dei colorati Kimono di seta molto eleganti e fascianti.

Mike doveva andare a prendere dei documenti alla sede della società assieme con Mitsuo e quindi lasciarono le due donne da sole, le quali cercarono di fare conoscenza, parlarono delle loro esperienze della notte ed entrambe lodarono l’uomo dell’altra.

Poi Misako volle sapere da Anne come si era trovata presso Madame Claude, e di come vedeva ora la sua vita ed il suo futuro.

Anne disse che l’esperienza presso la domina era stata difficile ma appena la aveva nominata si sentì eccitare, era un ‘esperienza che era stata felice di avere fatto ma soprattutto di essere riuscita a superare, a diventare obbediente e sottomessa come voleva la padrona, e sinceramente mi manca quella sensazione di dominio assoluto che una donna come quella può darti.

Misako si disse d’accordo, anche per lei era stata un’esperienza importante quella presso madame Claude, era proprio lì che era avvenuta la sua formazione e aveva provato il piacere della sottomissione facendo emergere il suo lato masochista che non aveva mai trovato consapevolezza fino a quel momento.

Ad ogni modo, aveva anche avuto modo di giocare alla domina con alcune giovani donne un po’ restie, e aveva trovato anche in quell’occasione un certo piacere, e chiese ad Anne se lei aveva mai provato piacere o desiderio nel sottomettere qualcuna.

Anne disse che non ci aveva mai pensato, ma credeva di non essere portata per una cosa del genere, non riusciva a essere attiva.

Passarono la giornata in attesa dei mariti in conversazioni banali, annoiandosi, e aspettando che i padroni venissero a toglierle dall’ozio, ma non fu spiacevole una giornata di ozio dopo la notte appena trascorsa, passeggiarono nel parco che era delizioso con delle aiuole di fiori e alberi che erano un piacere per la vista e davano una sensazione di pace.

Alla sera appena rientrarono i loro uomini, furono premurose e si dimostrarono felici del loro ritorno come i cagnolini fanno le feste ai padroni.

Sarebbe stata l’ultima notte che avrebbero trascorso assieme prima del rientro a casa di Mike e Anne.

Certo si sarebbero rivisti perché avevano già delle scadenze per organizzare le a attività della multinazionale da loro e Mitsuo sarebbe venuto dopo un paio di mesi e disse che avrebbe portato con sé la moglie visto che erano ben affiatati.

Ogni coppia come la sera precedente si ritirò per conto proprio e fecero l’amore con passione senza necessità di punizioni, le donne si comportavano come schiave ben addestrate e la notte precedente era stata abbastanza forte per rinnovare l’eccitazione senza nessun stimolo esterno.

Solo al mattina prima della partenza, Mitsuo chiese a Mike di poter punire Anne, solo per il capriccio che durante il viaggio sentisse sulle sue natiche il suo ricordo.

Fecero disporre Anne in ginocchio e Mitsuo con una corta frusta le diede sei colpi violenti che fecero sussultare ad ogni colpo Anne, la quale fece molta fatica a rimanere ferma solo un estremo sforzo di volontà le impedì di sottrarsi alla frusta.

Ringraziò Mitsuo dell’ospitalità e con le natiche doloranti si accomodò sulla limousine che li avrebbe portati all’aeroporto.

Per tutto il viaggio non potè fare a meno di pensare a Mitsuo, il dolore alle natiche l’accompagnava e le impediva di restare seduta a rilassarsi.

Mike dal canto suo spiava il volto della moglie, e cercava di capire cosa provasse, sapeva che stava soffrendo ma non capiva fino a che punto questo dolore la faceva eccitare, restarono in silenzio per quasi tutto il viaggio, solo poche frasi di necessità perché erano entrambi in forte imbarazzo, Mike aveva del rancore per la moglie, e Anne non sapeva se il marito l’avrebbe mai perdonata.

 

 

 

Lei adesso era di certo diversa più consapevole del suo potere nei confronti degli uomini dell’eccitazione e del piacere che sapeva donare, e del piacere che ricavava dalla sua sottomissione, e si sentiva preoccupata non sapendo come avrebbe gestito tutto questo nel futuro.

Mentre erano nell’ultima parte del viaggio, sapendo che stavano per arrivare, Mike volle allacciare il discorso, non potevano rimanere come due estranei, e rivolgendosi ad Anne le disse che non sarebbero tornati a casa.

Anne rimase sorpresa, e lo guardò interrogativamente, lui le spiegò che aveva comperato una casa nuova, dove ho spostato la sede legale, sarà più comodo.

Ci sono alcune novità che entreranno nella nostra vita, ho assunto il nipote del maggiordomo di Mitsuo, che ce lo ha consigliato gentilmente e anche la sua domestica più giovane quella di sedici anni che ti ha anche lavato una volta appena arrivati a casa di Mitsuo dopo la tua notte di punizione in cucina. Sono partiti già ieri sera, per fare i preparativi per accoglierci nella nostra nuova abitazione.

Ebbene loro sono incaricati della tua sorveglianza e di punirti ogni volta che non posso farlo io. Questo le spiegò Mike mentre stavano per atterrare, le spiegò che i ragazzi sono dai nonni e devono finire le scuole sarebbe assurdo farli venire da loro per il momento, per il nuovo anno scolastico si vedrà come fare se farli venire o meno ne dovranno riparlare.

Andremo comunque a trovarli, e ti vestirai come una brava mamma in quelle occasioni altrimenti in casa indosserai solo abiti succinti e trasparenti, o nuda a seconda delle esigenze che riterrò opportune.

La casa è molto grande con un parco enorme recintato, vi sono una ventina di stanze da letto, e una dépendance per il personale, sul retro della casa c’è una piscina e un’ala è separata con due appartamenti staccati con ingresso indipendente.

In questo modo i parenti che vengono a trovarci saranno indipendenti e non ci daranno disturbo nelle nostre consuetudini quotidiane.

Era chiaro che tutta la sua vita avrebbe subito un enorme cambiamento ma non lo aveva già fatto in quel mese?

I suoi pensieri oramai erano assorti nel cercare di immaginare come avrebbe potuto conciliare il suo amore per i figli con il suo amore per il marito e il desiderio di continuare a godere della sua nuova sessualità.

Anne aveva ascoltato tutto il discorso del marito in merito alla loro nuova sistemazione ma si era come assorta in una specie di sogno cercando di immaginare realmente come avrebbe potuto essere.

Lui la scosse per un braccio, lei si rese conto che le aveva parlato ma non aveva capito la domanda, Mike la ripeté:”allora cos’hai da dire in merito”, “Mio signore e padrone , io sono la vostra umile e devota schiava, e benché consapevole di essere immeritevole di qualsiasi vostra considerazione, accetterei qualsiasi vostra decisione anche di andare a vivere in un paese dove la schiavitù sia legale o perlomeno accettata e di essere al vostro fianco come tale e che tutti possano sapere ciò che sono compresi tutti i nostri parenti, io non merito alcun rispetto da parte vostra, le mie colpe sono troppo gravi, il mio tradimento mi brucia molto più delle punizioni che mi infliggete”.

Mike restò sorpreso della risposta, mai avrebbe pensato che Anne fosse arrivata a tale punto di sottomissione, le disse che con i soldi si può tutto forse anche trasferirsi in un paese dove la sua sottomissione possa essere legalizzata.

Ma per il momento avevano solo una casa all’interno della quale lei sarebbe stata una schiava doveva accontentarsi, era una risposta ironica che non aspettava nessuna risposta e Anne lo capì.

Arrivati alla loro nuova casa Anne ne restò impressionata, era veramente enorme, il cancello che immetteva nella proprietà era automatico, e dall’ingresso non si vedeva la casa, si scorse la dépendance, cento metri dopo l’entrata.

C’erano alberi che formavano un boschetto che coprivano la visuale intorno alla recinzione.

La casa era enorme. Entrati vennero ricevuti all’ingresso dai due domestici, che si inchinarono, entrambi vestiti con delle uniformi da camerieri, il ragazzo aveva un pantalone nero una giacca bordò e guanti bianchi, la ragazza aveva un classico vestito da cameriera nero con colletto bianco e polsini della stesso colore, una crestina e grembiule bianchi.

Mike le disse che per comodità aveva detto loro di usare dei nomi occidentali e siccome il ragazzo era un patito di John Wayne, lo chiameremo John. La ragazza Jane, così non ci saranno errori.

Subito Mike le ordinò di spogliarsi, e di salutare i due giovani domestici baciando le loro scarpe in segno di omaggio e sottomissione.

Anne obbedì prontamente come la brava schiava ben addestrata che era, consapevole che adesso la sua vita era tutta dedicata ad espiare le sue colpe nei confronti del marito tradito.

Lui le disse che era al di sotto di chiunque, e lui aveva assunto entrambi questi giovani con lo scopo principale di sorvegliare lei e di punirla per ogni sua mancanza ai doveri che le sarebbero stati imposti soprattutto in sua assenza.

Anne seguì Mike nuda fino alla stanza da letto, dove Mike le fece notare che c’era nell’armadio solo lo stretto necessario per il suo abbigliamento. 

Corsetti, delle sottovesti trasparenti, un abito da cameriera, calze reggicalze, ed un abito di un eleganza discreta, che era piuttosto confortevole da togliere allacciato con una serie di bottoni sul davanti.

Poi Mike le chiese se quello che aveva detto in merito a vivere la sua schiavitù apertamente lo pensava veramente.

Anne gli disse che era pronta a vivere come avesse voluto, e se ci sono paesi dove una donna può essere effettivamente una schiava se lui voleva lei lo avrebbe seguito senza discutere.

Mike la osservò attentamente fissandola negli occhi, lei abbassò lo sguardo ma Mike le prese il mento tra le dita e le sollevò il viso, dicendole “guardami”.

Anne lo fisso e Mike poté leggere negli occhi della moglie che era sincera allora le parlò con tono gentile ma deciso:” qui siamo in una tenuta enorme, abbiamo almeno trenta ettari di parco, è una proprietà privata quasi come un piccolo stato, se la paragoniamo ad alcuni Principati Europei, ma se sei pronta a vivere apertamente la tua condizione di schiava qui e davanti ai tui familiari quando verranno a trovarci, riflettici e poi rispondimi”.

“sì, se lo vuoi tu sì, sono pronta a confessare le mie colpe, perché ancora mi sento in colpa nei tuoi confronti e nei loro confronti, e penso che debba espiare ed essere punita per tutto quello che ho fatto per le menzogne e gli inganni anche verso di loro, e “ si interruppe ma poi coraggiosamente ultimò la frase “perché non riesco a farne a meno, sono veramente una sgualdrina che gode a farsi frustare e non posso farci nulla, non credo che riuscirei più a provare piacere in un altro modo” alla fine tirò il fiato l’aveva detto, adesso guardava suo marito diritto negli occhi con il coraggio di chi non si nasconde più che ha affrontato la verità.

“Va bene” disse Mike, riprenderemo il discorso con altrettanta sincerità se te la senti domani, al mattino prendiamo l’aereo della società e andiamo a trovare i nostri genitori e tu confesserai davanti a loro quanto mi hai detto, che mi hai tradito e del figlio che hai concepito con un altro,un altro con il quale hai giocato alla schiava masochista e da allora tu sai che sei così e che non volendo divorziare sei desiderosa di vivere questa tua realtà pienamente consenziente di essere sottomessa, perché solo così io ti terrò con me”.

Il giorno successivo, Anne a casa dopo un breve volo aveva incontrato i suoi genitori e quelli di Mike e con enorme vergogna e rossa in volto aveva confessato i suoi tradimenti il figlio concepito con un altro uomo, tutto secondo gli accordi.

Certo era stato facile acconsentire all’inizio ma lì era stato terribilmente imbarazzante, vedere come tutti la guardavano completamente colti si sorpresa, le lacrime di sua madre, lei stessa non aveva potuto trattenersi dal piangere.

Anche i due figli più grandi erano stati messi al corrente, il piccolo non doveva sapere e tra l’altro era troppo piccolo.

Sua figlia era quella che pareva la più arrabbiata, guardava la madre con un espressione di evidente rancore.   Il ragazzo invece era rosso in viso certamente provava vergogna nello scoprire delle cose sulla madre che avrebbe preferito non sapere.

Anne aveva scritto la sua confessione e l’aveva letta, in modo da non omettere nulla, e lei stessa aveva deciso in che modo doveva espiare, e chiese alla sua famiglia di accettare la sua decisione, lei da quel momento non avrebbe più dato loro del tu, e avrebbe rivolto la parola solo se interpellata, nel caso si fossero incontrati, e di accettare che lei avesse d’ora in poi questa nuova condizione e di non considerarla come una loro parente ma come la domestica del marito, la sua serva, e nulla di più.

Tutti erano scioccati e arrabbiati, tutti credevano che fosse pazza, poi il padre di lei le disse che il suo comportamento era assurdo, me che se lei voleva vivere così erano fatti suoi, per lui non esisteva più e riteneva di non avere più una figlia.

Anne si inginocchiò e chiese perdono a tutti, poi con Mike ripartirono, e rientrarono nella loro nuova casa, i figli li avrebbero raggiunti al termine delle scuole.

Appena rientrati Mike la fece spogliare e consegnare l’abito alla cameriera, poi Mike le chiese come si sentiva e lei disse che si sentiva più leggera, adesso non potevano esserci più ipocrisie tra loro.

Mike si fece consegnare un quaderno dalla cameriera, e disse ad Anne che quello era il quaderno in cui sarebbero state annotate le sue eventuali mancanze, da parte del personale che la sorvegliava, ma lui si aspettava che lei stessa indicasse le mancanze che altri non avrebbero eventualmente notato.

“Poi ogni fine settimana stabiliremo le punizioni in base alle mancanze”. Mike se ne andò dicendo a Jane e John di portare Anne nella sala sotterranea, che avevano preparato.

Anne seguì i due, e scesero per una scala il cui accesso era nascosto dietro un pannello e le fecero vedere una sala attrezzata con vari strumenti di tortura, gogna lettino ginecologico munito di cinghie, catene e anelli che pendevano dal soffitto vari modelli di panche per fissare la schiava, appese alle pareti c’erano fruste e altri strumenti di tortura, falli muniti di cinghie e varie attrezzature di cui non comprendeva l’uso, ma certamente servivano a punire lei in modo particolare, o altre schiave che sarebbero state portate dai soci di suo marito.

Mike dovendo lavorare non poteva occuparsi di lei a tempo pieno e aveva dimostrato di non essere molto portato nel punire personalmente la moglie, così decise che le punizioni sarebbero state impartite dai domestici.

Al mattino lasciava loro le istruzioni sui compiti che Anne doveva svolgere e le eventuali punizioni da infliggere poi alla sera rientrando la schiava in ginocchio doveva fargli un racconto dettagliato di quanto avvenuto durante il giorno.

In realtà entrambi i giovani domestici assunti per sorvegliarla potevano al massimo sculacciarla con la paletta, le punizioni più severe venivano inferte solo alla presenza di Mike.

Anne era una masochista convinta e sapeva di non poterne fare a meno, a volte commetteva delle piccole sbadataggini per farsi sculacciare apposta.

Era da una settimana che si trovava nella nuova casa, che Mike le disse che avrebbero  avuto degli ospiti.

Nel frattempo avevano fatto degli acquisti aveva più di un abito, tutti ovviamente erano fatti per spogliarla con rapidità.

Per quella sera aveva indossato uno stupendo abito rosso che la fasciava rivelando le sue forme procaci, sotto aveva indossato delle calze autoreggenti.

Gli ospiti che arrivarono puntualissimi erano un nuovo cliente con il quale Mike doveva chiudere un contratto e Tom, il suo amante che l’aveva iniziata alla sottomissione e che non aveva rivisto dal Giappone.

Lei accolse gli ospiti e servì loro da bere, Mike nel frattempo parlava di affari con loro, nei quali lei non aveva alcun diritto di intromettersi, poi passarono a tavola, i camerieri avevano portato i carrelli con le portate fino all’ingresso della sala da pranzo e poi competeva ad Anne provvedere a servire a tavola.

Il cliente di Mike, Gorge, disse che era sorpreso di vedere questo tipo di servizio, in fondo i camerieri facevano solo metà servizio.

Allora Mike rispose che ad Anne piaceva servire, era molto servizievole, e sottomessa, così se avesse desiderato gliene avrebbero dato anche più ampia dimostrazione.

George disse che era veramente curioso, trovava molto interessante la sottomissione femminile in particolare, e da lì parlarono di sesso e di rapporti vari.

Il massimo piacere di George era di vedere una donna sottomessa ad un’altra donna, ma non aveva mai potuto soddisfare questa sua fantasia, sua moglie era un tipo troppo asessuato e lui aveva allora provato con la sua segretaria, però quest’ultima era una ragazza calda ma piuttosto tendente ad una indipendenza mentale eccessiva e sarebbe stata un’ottima dominatrice.

Tom gli disse che se voleva poteva invitare la segretaria ad una seduta qui in villa e avrebbe dovuto lui convincerla a partecipare e Anne sarebbe stata disponibile a sottomettersi alla sua segretaria.

Il fatto che parlassero di lei come se fosse assente la imbarazzava, soprattutto perché la serata era iniziata in modo abbastanza normale, era consapevole che tutto ciò sarebbe accaduto, ma malgrado ciò si sentì quel senso di vergogna che la coglieva ogni volta che si doveva mostrare ad un estraneo nella sua veste di schiava.

Il peggio era che lei si eccitava e sentiva che si stava bagnando infatti Mike che ogni tanto spiava le sue reazioni, le ordinò di spogliarsi prima di servire il caffè.

Anne in silenzio turbata e rossa in volto aprì il vestito e lo fece scivolare dalle spalle restando solo con le calze autoreggenti, poi si diresse verso il tavolino dove Jane aveva depositato il vassoio con le tazze e la caffettiera e servì i caffè ai signori.

George oramai non staccava più gli occhi da lei e soprattutto dal suo pube liscio.

Appena su indicazione di Tom lei andò a piazzarsi accanto a George, questi le toccò il pube e iniziò ad accarezzarla, lei aprì le gambe per facilitargli il compito, e allora l’uomo rosso dall’eccitazione disse:” accidente è molto calda, è fradicia, allora è vero che le piace essere sottomessa”.

Mike sorrise, e aggiunse:”certo, Anne è una vera schiava, e le assicuro che se entrerà in società con noi, potrà usufruirne a suo piacimento ogni volta che verrà a trovarci”.

L’uomo era ipnotizzato dal pube liscio di Anne.

Allora disse che se loro si impegnavano nell’aiutarlo a sottomettere sua moglie in modo che quella stronza frigida divenisse la sua schiava e della sua segretaria, lui era disposto a investire nel loro progetto, ad occhi chiusi, quale miglior garanzia.

Quella notte Anne venne punita dalla domestica Jane sotto lo sguardo dei tre uomini, i quali poi la presero ognuno in un buco diverso, Mike volle incularla, Tom la prese nella fica e l’ospite volle farsi succhiare, ed ebbe a fare tanti di quei complimenti da non riuscire a capacitarsi che una donna che succhiava come una regina così potesse esistere mai in vita sua qualcuno gli aveva fatto un pompino così.

Mike gli disse che Anne era stata addestrata da una dominatrice tra le più abili in giro una donna molto capace in grado di fare di ogni donna una perfetta schiava o prostituta.

Fecero il loro patto, e Tom si incaricò di sedurre la moglie dell’uomo, mentre per la settimana successiva George sarebbe ritornato con la sua segretaria per essere ospite di Mike e avrebbero potuto disporre di Anne a loro piacere.

Anne andò lei stessa ad accogliere George e la moglie nonchè la sua segretaria che li accompagnava per  quello che ufficialmente era un viaggio di lavoro.

John faceva da autista, tutti si accomodarono nella limousine, Anne poté notare una certa freddezza tra le due donne, Veronica la moglie di George, era una donna molto bella dai lineamenti fini ed eleganti molto aristocratici, capelli castani, occhi castani, mentre la segretaria era bella ma più procace nelle forme statuaria meno raffinata, sembrava più carnale e emanava una sensualità animalesca Samantha era un bel nome avrebbe potuto fare film pornografici tranquillamente e aveva uno sguardo da pantera, di quelli che dicevano passo io, anche se doveva essere attenta a cosa diceva per non tradirsi.

Ad ogni modo, giunti alla villa, Tom era lì che li attendeva, e inviò la giovane e bella domestica giapponese a fare vedere le stanze alle signore.

Poi disse a Gorge che era atteso da Mike in ufficio per alcune questioni da regolare, e quest’ultimo partì con la segretaria. La moglie Veronika era rimasta lì, si sistemò i bagagli e poi scese, presso gli ospiti.

Anne si era ritirata dicendo che doveva sbrigare delle faccende in cucina, e Tom rimase con la bella e altezzosa Veronika. Molte donne sono delle finte frigide e in verità non aspettano altro che l’uomo che le faccia vibrare, Veronika era una di queste e Tom era un esperto psicologo dell’animo umano, e oltretutto un uomo molto affascinante.

La corte che fece a Veronika era elegante da gentiluomo, ma con una certa forza animalesca che faceva cedere le sue prede, veroniKa non era insensibile al suo fascino, e dopo aver bevuto qualche Cocktail che lui le aveva preparato, fu cotta  a puntino.

La donna era più disinibita dall’alcool assunto, allora Tom iniziò ad appoggiarsi a lei scherzosamente Veronika si ritrasse ma senza volontà ridendo, poi lui la invitò a fare un giro nel parco.

Fuori Anne secondo gli ordini ricevuti era nuda vicino alla piscina in attesa, aveva preparato un tavolino e due sdraio, quando i due si avvicinarono, Veronika rimase di stucco nel vedere Anne completamente nuda, ma non disse nulla forse era una che le piaceva mostrarsi.

Tom ordinò ad Anne di servire loro due cocktail ed Anne lo fece nel frattempo si erano accomodati su una delle sdraio e Veronika si lasciava toccare fece il gesto di ritrarsi dicendo ma dai c’è Anne, Tom le disse che Anne non avrebbe fatto nulla era lì solo come una schiava a disposizione dei padroni.

Tom vide il volto di Veronika sconvolto dalla rivelazione, la quale arrossì, e lui le disse puoi comandarla se vuoi dalle degli ordini vedrai come obbedirà, allora Veronika mezza ubriaca oramai ridendo disse:”Anne vieni qui in ginocchio” e Anne obbedì.

Appena le fu davanti la guardò con lo sguardo perso oramai non connetteva bene, quei cocktail l’avevano stordita.

E si lasciò spogliare da Anne e da Tom, poi quando fu nuda tom cominciò a toccarla, e si accorse che la donna era bagnata, quindi malgrado tutto non era frigida, allora ordinò ad Anne di leccarla, poi le fece delle foto mentre la si vedeva che si abbandonava al piacere sotto le carezze e la lingua di Anne.

Poi Anne le fece delle foto mentre Tom la scopava e lei godeva e lo si poteva vedere dalle sue espressioni, aveva la lingua fuori e gli occhi velati, e urlava il suo piacere forse troppo a lungo represso, nelle foto non si vedeva mai la faccia dei partners, solo la sua.

Fu così che Anne contribuì alla sua prima missione di fare diventare un’altra donna una schiava.

L’indomani, Samantha con le foto costrinse Veronika a sottomettersi ricattandola, e portandola nella stanza sotterranea, la legò alla gogna e la sculacciò con una paletta dalla sala accanto i tre uomini e Anne guadavano la statuaria Samantha ridurre in suo potere la non più frigida Veronika.

Fu così che Anne sperimentò anche il ruolo attivo, perché fu lei poi a restare con Veronika oramai sottomessa per insegnarle le basi della sottomissione, punendola per le sue mancanze, e poi assieme con Veronika divenuta sua sorella di schiavitù si sottomise per un periodo in prestito alla coppia di amanti George e Samantha come promesso da Mike appena fu firmato il contratto tra George e la multinazionale .       

E’ così che Anne divenne una perfetta schiava, impiegata come entraineuse per i vari clienti e per istruire altre schiave come lei. 

 

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