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Racconti Erotici Etero

L’AMANTE DI UN GIORNO

By 9 Gennaio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

L’AMANTE DI UN GIORNO
Non vorrei che pensaste male se nella mia vita dichiaro apertamente di porre il sesso in primo piano. La mia irrequietudine mi spinge a frequentare saltuariamente una Chat, é lì che di tanto in tanto trovo qualcuna delle mie ‘distrazioni’ maschili. Benché il compagno con il quale vivo da anni mi accontenti e assecondi ogni mio desiderio, il mio bisogno di cambiamento mi spinge a fare nuove conoscenze.
Le cerco nelle chat perché sono quelle che mi garantiscono il più assoluto anonimato e quando queste conoscenze portano ad un incontro, faccio in modo che questo avvenga sempre lontano dal paesino nel quale abito.
Non dirò di quale Chat si tratti ne tanto meno quale Nick io usi, tanto più che, conclusa la mia avventura (non dura mai oltre uno o due incontri), cambio il Nick, poi quando desidero fare una nuova conoscenza mi ripresento in Chat.

Come ben sapete nelle Chat é necessario tenere un certo comportamento, le discussioni sono pubbliche a meno che non si venga invitati a proseguire privatamente il colloquio, allora ci si trasferisce in una ‘stanza’ virtuale; ma anche lì vi sono certi limiti che non si possono superare pena l’espulsione da parte del moderatore della Chat.
E’ così che ho conosciuto Elio, di lui mi ha colpito non soltanto la sua correttezza ma sopratutto la sua sincerità. Riuscii a comunicargli il mio indirizzo email ( cosa vietatissima nelle Chat pubbliche) e l’invitai a scrivermi liberamente, cosa che lui fece il giorno stesso.
Nella sua prima email disse che era sulla sessantina, sposato ma che da parecchio tempo i suoi rapporti di sesso con la sua consorte si erano diradati fino a cessare del tutto. Accettò di buon grado di rispettare la mia privacy, non chiedendomi il numero di cellulare e io non pretesi di conoscere il suo, espresse solamente il desiderio di sapere com’ero fisicamente e poche altre cose.

Confessai subito la mia bisessualità ma che in quel periodo ero propensa ad avere un rapporto etero; mi descrissi sobriamente e per assicurarlo che non lo stavo prendendo in giro, gli inviai una foto di parecchi anni addietro (allora avevo 19 anni) dove mi facevo vedere a viso aperto e anche se mi mostravo completamente nuda la foto era talmente giocosa da non apparire sconcia.
Elio mi ricambiò il giorno seguente e complimentandosi per la mia avvenenza (bontà sua), volle farmi vedere quanto gli fossi piaciuta, lo fece con efficacia inviandomi alcune immagini della sua virilità eccitata.
Quella virilità mi piacque molto anche se consisteva ‘nell’onesto membro’ di un uomo normale ma quello che vidi mi invogliò a conoscere meglio quel membro e lo comunicai al suo proprietario.

Seguirono alcune email dove lui palesava cosa mi avrebbe volentieri fatto se mi avesse incontrata e lo stesso feci io dicendogli quello che avrei gradito mi facesse, lo assecondai anche inviandole un’altra foto presa di spalle con l’autoscatto dove esplicitavo chiaramente dove avrei desiderato le sue attenzioni.
Mi invitò a ‘prendere un caff&egrave ‘ in una cittadina non troppo distante che mi indicò. Quella cittadina la conoscevo perché era in uno dei suoi supermercati che una volta la settimana andavo a fare la spesa. Ci vollero alcuni giorni per riuscire a trovare una scusa convincente per assentarmi senza suscitare i sospetti del mio compagno, poi mi accorsi che non dovevo fare altro che inventarmi un’amica che abitava da quelle parti e dissi al mio compagno che facendo le compere avrei approfittato per andare a trovarla e di non stare in pensiero qualora avessi ritardato il mio rientro a casa, quindi fissai io stessa il giorno e l’ora dell’appuntamento.

Se leggete questo mio racconto vi prego di non giudicarmi troppo male; a parte la mia bisessualità penso di essere una donna del tutto normale solo che a differenza di altre donne mi piace assecondare i miei desideri avendo cura di non far soffrire nessuno, men che meno l’uomo che amo veramente; la cosa vi sembrerà strana ma sono fatta così.

E’ noto a tutti che l’aspettativa del piacere ne fa crescere il desiderio e volare la mente a pregustarne lo svolgimento. Per l’occasione indossai una giacchetta in pelle con collo di pelliccia adatto alla stagione autunnale ancora tiepida, con sotto una maglietta abbastanza attillata da segnare la forma dei miei seni che l’assenza del reggiseno rivelava non troppo discretamente e una gonna che mi permetteva di accarezzarmi la micia durante il tragitto in macchina. Nella borsetta infilai le mutandine che avrei indossato giunta a destinazione.
Mi misi alla guida e per tutta la durata del tragitto, circa una mezzoretta, mi trastullai la fichetta assaporando dentro di me il piacere che speravo di ricavare da quell’incontro.
Parcheggiai nella piazzetta che avevo io stessa indicato, con gesti discreti misi le mie mutandine e scesi dalla macchina dirigendomi verso l’edicola dei giornali luogo dell’appuntamento.

Elio mi riconobbe subito dal viso malgrado non fosse più esattamente quello visto nella foto che gli avevo inviato, in quanto a me mi ero aspettata un uomo un po pingue forse calvo, l’uomo che mi salutò dandomi la mano con un leggero inchino corrispondeva in meglio a quello che mi ero immaginato, era un uomo ben portante, decisamente piacente con un sorriso simpatico, vestito impeccabilmente con giacca e cravatta sotto un soprabito leggero
Entrammo sedendoci ad un tavolino del bar che si trovava dietro l’edicola e quello che si sarebbe rivelato in seguito un amante stupendo ordinò i caff&egrave. Parlammo poco ma ci guardammo molto, disse che ero meglio di quanto si fosse aspettato, osò prendere la mia mano e stringendola con dolcezza disse che era felice che avessi accettato di incontrarlo in quella città perché, guarda caso, proprio lì aveva un appartamentino ammobiliato ora vuoto, che intendeva affittare e con un sorriso timido chiese se mi sarebbe piaciuto vederlo.
‘ Certamente! ‘ risposi io che non aspettavo altro.
‘ E a due passi, vogliamo andare? ‘

L’alloggetto era veramente vicino, tanto che dopo appena cinque minuti eravamo davanti ad una casa di recente costruzione. Salimmo a piedi al secondo piano, Elio infilò la chiave nella porta e si fece cerimoniosamente da parte facendomi entrare.
A lato dell’ingresso vi era una cassapanca a specchio con accanto un attaccapanni a muro. Elio vi appese il soprabito e la giacca e mi invitò a togliermi la giacchina visto il piacevole calore che regnava nella casa, nell’aiutarmi mi sorprese sfiorandomi il collo con un timido bacio che mi fece chiudere gli occhi e appoggiare la schiena contro il suo petto.
Fu un contatto molto piacevole tanto più che cingendomi le spalle lui continuava a baciarmi il collo poi spostò le sue attenzioni al mio orecchio.

Era come se lo sapesse che impazzisco a sentirmi baciare e mordicchiare il lobo, istintivamente spinsi all’indietro il sedere, allora lui mi abbracciò alla vita e per la prima volta sentii premere contro il culetto la durezza della sua eccitazione. Attraverso lo specchio vidi il suo sguardo pieno di desiderio e lui vi lesse la mia voglia, poi i suoi occhi scesero sotto le braccia che mi cingevano e gli sembrò di riconoscere la gonna con le tasche aperte da me descritta in una mia email.
‘ E’ questa la tua famosa gonna? ‘ alitò al mio orecchio.
Al mio assenso, sciolse il suo abbraccio e le sue mani si infilarono nelle tasche che non c’erano, le sentii sui miei inguini poi sopra la mia fichetta che accarezzò attraverso l’impalpabile velo delle mutandine.

La mia eccitazione era tale che il timore che lui ne sentisse l’umidore mi indusse a disfare i bottoni che la chiudevano e ad aprirla. La gonna rimase appesa ai suoi polsi e io mi incamminai lungo il corridoio consapevole di offrire all’uomo la vista del mio culetto che lo ‘string’ che passava fra le mie natiche faceva apparire praticamente nudo; Individuato il bagno alla sua estremità vi entrai.
‘ Faccio subito! ‘ dissi prima di richiudere la porta.
Era un bagno con doccia oltre ai soliti sanitari; rimasta sola mi accovacciai sul bidet e tolte le mutandine mi sciacquai e asciugai la passerina, poi rimesso il piccolo indumento uscii.
‘ Sono qui! ‘ la voce di Elio proveniva da una porta socchiusa.

Entrai nella camera dalla quale proveniva la sua voce con addosso unicamente la maglietta e le mie mutandine nere regalo del mio uomo, talmente ridotte da coprire appena il mio pube ed erano tenute, insieme alla striscia che passava in mezzo ai miei glutei da una larga cintura della stessa stoffa nera; la gonna che era rimasta nelle sue mani la rividi sul letto accanto a lui. Avanzai sui miei tacchi a spillo che come disse Tilde, una donna anche quando é nuda dovrebbe sempre tenere.

Elio mii guardava incantato, ” Non ti spogli? ” chiesi tirando e sfilandogli la cravatta; rosso in viso lui si tolse la camicia, poi la canottiera, quando allentò la cintura lo fermai e dopo aver tirato la zip che li chiudeva, abbassai i suoi calzoni fino alle caviglie, si sedette sul bordo del letto mentre sfilavo le sue scarpe, i calzini, sollevò il bacino dandomi agio di far scorrere i suoi slip, quando gli dissi di alzarsi eseguì un po confuso per essere nudo davanti a me ancora parzialmente vestita.

Volevo ammirare il mio nuovo amante e lo ammirai, se era in leggero sovrappeso, era un sovrappeso da guardare, un petto moderatamente muscoloso, un accenno di pancetta (appena un accenno), la peluria del petto era grigia e le sue tempie brizzolate, le gambe diritte e muscolose e . . .
Il suo membro semi eretto mi attirò talmente che volli fargli un regalo. Non mi inginocchio mai davanti ad un uomo per fargli un bocchino ma per Elio lo feci. Inginocchiata presi in mano il suo membro e cominciai a baciarlo iniziando dal glande che trovai morbido e caldo.

Lo baciai lievemente con sfioramenti delle labbra e rapidi guizzi della mia lingua; l’assenza del frenulo forse strappato da una donna troppo irruenta rendeva quella parte del suo pene particolarmente sensibile, lo leccai amorosamente, continuando a leccarlo fino a che non udii il suo primo sospiro, proseguii scendendo lungo quella bella asta di carne con la bocca ora aperta e salivante, giù fino ai testicoli che leccai devotamente poi presi in bocca le sue palle succhiando prima una poi l’altra, quindi con voluttà la mia lingua risalì il cazzo ormai duro e giunta in cima aprii la bocca sulla cappella che trattenni brevemente quindi feci scendere la bocca lungo tutta la verga.
Aveva un buon sapore, un sapore di uomo, la risalii e mi fermai con la bocca aperta per sentire come le pulsioni del suo sangue facevano oscillare la punta del membro nella mia bocca, e sollevai gli occhi.

Elio mi guardava con il viso una po congestionato trattenendo il respiro. Sorrisi felice dentro di me e gli occhi nei suoi occhi gli feci vedere come la mia lingua facendo il giro del glande ne muoveva la punta dentro la mia bocca. Le mie mani accarezzarono le sue cosce, il suo culo apprezzando la compattezza delle natiche. Lo vidi chiudere gli occhi quando le mie labbra iniziarono a scendere e a risalire l’asta dura e ogni volta che giungevo in cima la trattenevo per succhiarla.
Ebbi la soddisfazione di udirlo ancora sospirare e man mano che la mia bocca ingoiava il suo cazzo scorrendo sempre più voluttuosamente, i suoi sospiri si facevano più rauchi.

Poi sentii la prima goccia contro il palato; i suoi occhi ora aperti guardavano allucinati come una donna ancora sconosciuta prendeva il suo pene, lo succhiava, lo ingoiava con una voluttà che non avrebbe mai sospettato. Mi fermai.
Un rivolo dal sapore un po salato usciva ininterrotto dal meato impregnando la mia lingua; la cappella nella mia bocca si era gonfiata, fatta più dura . . .
Sapevo che fra non molto avrebbe inondato la mia bocca con il suo piacere, era quello che mi aspettavo, che volevo, volevo il suo sperma, volevo fargli vedere come lo avrei trangugiato ma il mio novello amante mi bloccò.
Si sedette e dopo avermi fatta alzare mi attirò contro di se, le sue forti mani strinsero, plasmarono il mio culo, la sua bocca, la sua lingua cominciarono a baciare, a leccare il mio pancino, poi . . .’

Mi allargò le natiche ancora solcate dalla sottile striscia delle mutandine, disse che amava, adorava le mie chiappette al di sopra di ogni cosa. Mi strinsi maggiormente contro di lui dicendogli che ero sua, che non doveva chiedere ma prendere quello che stava toccando.
Lui mi scostò facendomi scivolare sul letto dolcemente a pancia in giù e io immaginai, desiderai che volesse immergersi nei miei glutei . . . ma no.
Mi sentii voltare, lui si girò ponendo le gambe ai due lati della mia testa e chinandosi offrì il suo glande ormai viola per il turgore alla mia bocca e io istintivamente lo presi e socchiudendo le labbra lasciai entrare quella cappella morbida e dura allo stesso tempo, cominciando a giocherellare, a lambire il pezzettino di pelle appeso, unica cosa che rimaneva del suo frenulo poi afferrando l’uomo alle reni lo attirai facendo entrare maggiormente il suo pene.

Elio continuava a baciare il mio pancino torturandomi’amabilmente l’ombelico, infilandoci la lingua come per gustarne il sapore poi vi schiacciò il naso come per inebriarsi del suo profumo. Le sue mani scivolarono lungo i miei fianchi fino ad arrestasi sul bordo delle mutandine nere, infilandovi dentro gli indici.
La sua bocca lasciò l’ombelico e scese ancora e io cominciai a muovere la testa per scorrere lungo il suo cazzo e quando sentii le sue labbra cercare attraverso il velo delle mie mutandine la forma della mia fica, del mio clito e il suo naso aspirare rumorosamente il profumo che il mio sesso emanava, presi a succhiare voracemente il membro la cui cappella arrivava in fondo al mio palato.

Sentii che faceva scivolare le mie mutandine fino alle caviglie togliendole del tutto insieme alle scarpe che sentii cadere sul pavimento, il suo cazzo, con mio grande dispiacere uscì dalla mia bocca e lui si voltò per sfilare la mia maglietta mettendo a nudo le mie tettine che subito prese a lambire con lunghe passate della sua lingua, titillò sapientemente i miei capezzoli con mordicchiamenti e amorosi succhiotti che mi facevano fremere di un desiderio che mi indusse a sollevare il bacino e esclamare:
‘ Adesso dammelo . . . lo voglio . . . lo voglio subito! ‘
Si posizionò fra le mie cosce che fece divaricare e il suo cazzo fu a contatto con la mia fichina grondante di umori e con estrema facilità ne aprì le labbra insinuandosi in essa dolcemente, progressivamente fino in fondo.

Rimanemmo così per un tempo lunghissimo uno nell’altra, era da molto tempo che non mi sentivo ‘chiavata’, non nel senso di ‘scopata’, ero stata scopata molte volte ma chiavata raramente, come se la mia fica fosse la toppa nella porta del mio corpo, la cui chiave era il cazzo che l’aveva aperta, e dopo essere entrato la bloccava costringendomi immobile sul letto.
Una sensazione stupenda, sentirmi inchiodata dal membro che sentivo pulsare riempiendo la mia vagina e per la prima volta sentii di essere un solo corpo con Elio, fu istintivamente che serrai i muscoli vaginali, volevo trattenere, succhiare il suo cazzo come se la vagina fosse la mia bocca e la mia fica fossero le mie labbra

Poi guardandomi negli occhi cominciò a muoversi scorrendo soavemente,
entrando e uscendo dalla mia fica. Disse che voleva solo amarmi e io mi godetti quella scopata, lunga, dolcissima, tanto che dopo non molto esplosi in un orgasmo incontenibile evidenziato dal tremore del mio corpo e dalle mie grida sussurrate poi sentii il suo cazzo farsi durissimo e esplodere dentro di me una quantità di sperma che sicuramente non sarei riuscita a contenere.

Rimasi abbracciata a lui per lunghi istanti con la vagina dilatata del suo membro finché lo sentii perdere la sua durezza e scivolare fuori dalla mia fica.
Mi alzai per correre in bagno, la mano che tenevo a coprire il mio sesso non riuscì ad impedire che lo sperma colasse rigando l’interno di una delle mie cosce. Non feci la doccia ma mi detersi con cura sul bidet schiaffeggiandomi la vulva con l’acqua prelevata dalla vaschetta, mi asciugai frettolosamente e quando raggiunsi il mio amante ero nuovamente vogliosa.
Elio era rimasto sul letto, impedii il suo alzarti per andare in bagno dicendo. ‘Non serve, ci penso io! ‘, e prima che potesse dire cosa alcuna calai la bocca sul suo ventre.
Il suo membro era ancora molle quando lo presi in bocca, lo presi tutto, anche le sue palle avrei potuto prendere se avessi voluto, aveva il sapore del suo sperma e del mio godimento, la cosa mi eccitò, tanto più che dopo non molto lo sentii distendersi, lo leccai lo nettai, leccai anche i testicoli e l’interno delle sue cosce.

Quando ebbi terminato, il suo cazzo era duro come il marmo ed era lucido della mia saliva.
‘ Lo voglio, dammelo ancora! ‘ dissi ma la mia voce usci da me come un ordine.
‘ Dove lo vuoi? ‘ chiese conoscendo la mia disponibilità.
Non risposi ma rimisi le mie scarpe dai tacchi a spillo che mi fecero ancheggiare mentre mi dirigevo verso l’armadio, mi appoggiai con una guancia allo specchio e guardandolo divaricai leggermente le gambe che i tacchi a spillo esaltavano la forma tesa poi portando dietro di me le mani mi apri le natiche mostrando entrambi gli orifizi vogliosi di essere riempiti.
‘ Vieni, ecco dove ti voglio! ‘
Elio mi guardava con espressione di adorante ammirazione cercando forse di definire mentalmente chi razza di donna fossi, sapeva solo che sprizzavo desiderio da ogni poro della mia pelle ed era vero, quando mi dono lo faccio senza reticenze e senza sotterfugi e questo Elio sembrava capirlo.

‘ Sei una femmina splendida, fatta per essere amata. ‘ disse con slancio.
Quelle parole mi riempirono di gioia, molti avrebbero detto che ero una troia, una puttana da letto e altro ancora, Elio no.
Ogni donna vorrebbe incontrare un uomo che la rispetti, che la tratti come una signora, che sappia sedurla facendola sentire amata ma che sappia apprezzarla nei suoi slanci e che quando si concede alle sue voglie, sappia prenderla lasciando da parte quelle inibizioni e quei Tabu che fanno sembrare l’atto sessuale una cosa sconcia.
Quando venne verso di me, non fui shoccata di vedere il suo modo di brandire il membro, come guardava l’offerta che gli facevo allargandomi con le mani le natiche per mostrargli senza vergogna alcuna le mie intimità, erano per lui, come se fossi una schiava e lui il mio padrone, il mio sultano.

Non mi toccò con le mani, semplicemente si inginocchiò dietro di me e con la punta della lingua andò diritto a toccare il mio clitoride, ebbi un sussulto, non me lo aspettavo . . . Non mi aspettavo quel picchiettamento fatto in punta di lingua ma poi cominciò a farla scorrere su e giù lungo le labbra della mia fica a giunta all’apertura della vagina cercò di insinuarla in essa, sempre più dentro.
Riservò lo stesso trattamento al mio buchino senza darmi modo di capire come la sua lingua lo raggiungesse staccandosi dalla mia fica e colpisse il centro della mia rosellina, lo fece a lungo passando dall’una all’altra, eccitandomi al punto di provocarmi un improvviso orgasmo, talmente evidente che Elio non si lasciò sfuggire l’occasione per applicare la bocca, per immergere la lingua nella mia fica leccandola quasi furiosamente, arrivando a prolungare il mio godimento, ci riuscì facendomi provare sensazioni prima sconosciute che mi fecero sussultare di piacere.

Non mi lasciò il tempo di riprendermi che sentii la sua bocca risalire il solco delle mie natiche e mentre si rialzava, il suo petto strusciare e la sua bocca salire lungo la mia schiena baciandola e leccandola, poi raggiunto il mio collo, le sue dita scostare i miei capelli e baciarlo delicatamente e delicatamente mordicchiare i miei orecchi.
Mentre faceva questo il suo membro duro strisciò facendosi strada fra le mie cosce finché giunse contro la mia fica. Bastò un suo movimento per separarne le labbra e cominciare ad entrare, quindi con un lento e delicato movimento del bacino lo spinse dentro tutto e credo che avrebbe continuato ad entrare se i suoi inguini non avessero trovato ‘l’ostacolo’ delle mie chiappette.
Poi le sue mani furono sulle mie tettine e le sue dita a stuzzicare i miei capezzoli, forse un po rudemente perché mi sfuggì un lamento e placcai il corpo contro lo specchio ma subito dopo la mia voglia rinnovata mi fece spingere di colpo il sedere ad urtare il suo ventre facendomi entrare il suo membro più a fondo che potevo.

Furono momenti bellissimi; ci muovevamo entrambi, il suo cazzo scopava la mia fica e la mia fica scopava il suo cazzo nelle ondulazioni che imprimevo al bacino nel riceverlo, poi prese a penetrarmi più velocemente, sempre più velocemente e ad ogni suo colpo mi sentivo sollevata come se fosse la forza del suo cazzo a farlo mentre io gridavo il mio piacere contro lo specchio dove davanti alla mia bocca il mio alito aveva formato un alone.
Ebbi una altro orgasmo e anche Elio stava per venire, lo capivo da come rantolava contro il mio collo, stringeva i miei seni . . .
Ma non venne, sentii il suo membro uscire e lui inginocchiarsi dietro di me tornando a leccare, a lappare la mio fica aperta e fradicia raccogliendone gli umori, spingendoli a colpi di lingua a bagnare il mio buchino mentre le sue mani aprivano le mie natiche.

Lo bagnò talmente che quando si rialzò e vi presentò il glande, il suo cazzo scivolò dentro quasi senza resistenza; incredibilmente era la prima volta che provavo piacere alla penetrazione del mio ano fin dall’inizio.
Furono momenti bellissimi, ero riuscita ad incavare le reni e a protendere il culetto e così . . . mi godetti in modo quasi sconcio lo scorrere della cosa calda e dura che apriva le mie natiche, affondava, si ritirava, affondava ancora . . .
Ben preso partecipavo anch’io alla scopata picchiando contro il suo ventre dei colpi quasi più possenti di quelli che mi dava lui cacciando il cazzo nelle mie interiora quasi volessi introdurmelo più a fondo possibile.

Nello specchio vedevo il mio viso deformato dall’osceno piacere che mi stava procurando, le mie grida salivano alte nella stanza, mo penetrò sapientemente inframmezzate le sue spinte da esclamazioni rauche.
Mi penetrò a lungo accarezzando i miei seni, torturando i miei capezzoli, mordicchiandomi il collo, stavo nuovamente per venire e venni quando con un ultimo colpo mi inondò le interiora di sperma caldo che contribuì a rendere l’ultima parte di quell’insolita scopata stupenda, tanto che gridai il mio orgasmo contro il vetro dello specchio e lui gridò il suo piacere sbavando sul mio collo.

Non posso dire per quanto tempo rimase dentro di me, le contrazioni del mio sfintere strinsero a lungo il suo cazzo finché rimase duro; e anche dopo, avrei voluto trattenerlo ancora dentro di me; fu con rammarico che lo sentii scivolare via ma lo sentii ancora contro il sedere mentre stretto contro di me mi sussurrava parole dolcissime, che ero stata meravigliosa, che mi amava, tutte le parole che una donna ama sentire da un amante anche dopo, quando é sazia di piacere.
Mi voltai e mi venne spontaneo ringraziare Elio per i momenti meravigliosi che mi aveva fatto passare, mi fissò negli occhi, gli sorrisi e lui mi sorrise.
‘ No Lisa, niente grazie; lo abbiamo voluto entrambi ed é stato stupendo! ‘

Ci abbracciammo e lui mi baciò, mi sciolsi dal suo abbraccio e mi diressi verso il bagno non curandomi di mostrarmi con il rivolo del suo sperma che colava lungo le mie cosce.
Ci rivestimmo, ancora un bacio caldo e appassionato e uscimmo di casa dirigendoci verso il giornalaio davanti al quale ci eravamo incontrati, lì ci salutammo con un casto bacio accomiatandoci. Era quasi sera e sentivo un po di freddo sulla mia passerina e il mio culetto, vidi Elio mettere le mani nelle tasche della giacca e quando la sua mano estrasse a metà le mie mutandine nere, gli sorrisi.
‘ Sono tue, perché ti ricordi di me . . . ‘ dissi.
‘ Ma te le ha regalate . . . prenderai freddo alla patatina! ‘
Feci spallucce e girando sui tacchi mi allontanai dirigendomi verso la mia vettura.
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