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Racconti Erotici Etero

Laura, segretaria tutto fare

By 11 Novembre 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

La mia segretaria era molto efficiente. A lei affidavo molte delle pratiche perché le curava con attenzione. Non aveva difetti professionali ma uno che si parava davanti ogni volta che la vedeva era il non essere carina.
Era piccola di statura, non proprio magra e a me pareva bruttina di viso. Le sue gambe erano apprezzabili; infatti non erano grosse ma sfilate e con la caviglia fine. Portava sempre scarpe con il mezzo tacco. Unica caratteristica apprezzabile era il seno enorme.
Il suo nome era Laura.
Una sera entrò nella mia stanza per comunicarmi che purtroppo avevamo perso un importante affare. Ero già molto stanco ma questa notizia mi abbatté ancora di più innervosendomi. Una giornata da dimenticare.
Vedendomi afflitto e stanco, Laura mi disse “Dottore, le faccio un massaggio ? “
“perché no!” risposi prontamente senza pensare che lei lavorava per me e non era certo esperta in massaggi.
Mi si avvicinò e, contrariamente ad ogni mia aspettativa, mi massaggiò energicamente il torace facendomi provare un notevole senso di sollievo.
“Laura, lei è molto brava” le dissi.
“So fare di meglio, se vuol provare” ribatté lei.
Mi sentii imbarazzato ma incuriosito e ringalluzzito dal massaggio che faceva già effetto e risposi di si.
Laura si tolse la giacca e cominciò a stringermi, tirarmi, spostarmi, giocando con il mio corpo, le spalle, le braccia, le gambe, le articolazioni, il collo. Mi fece questi movimenti con grande capacità e maestria al punto che mi sentii come rinato. La stanchezza era scomparsa ed era altresì comparsa una strana eccitazione dovuta al ripetuto contatto con il suo corpo accaldato per lo sforzo ed in particolare con il suo abbondante seno che a causa della sua dimensione sfregava in continuazione.
L’ eccitazione, decisamente inattesa, si era manifestata con un leggero indurimento del mio pene.
“Laura lei è una maga del massaggio” dissi  nascondendo l’imbarazzo.
“Dottore, vuole che vada avanti?” aggiunse lei sorridendo.
La mia replica con una vena di malizia fu “Certo! Continui pure”
Laura mi lasciò stupefatto. Cominciò a massaggiarmi le spalle facendo al contempo scorrere la sua gamba destra tra le mie.
“Dottore! Ma lei si è eccitato, noto che ha il cazzo duro!”
“Ma, veramente ……” balbettai, arrossendo in evidente imbarazzo.
“Non si preoccupi ci penso io” e senza darmi il tempo di controbattere si inginocchiò tra le mie gambe, mi aprì i pantaloni e prese il mio pene in mano.
“Laura, cosa fa?” le chiesi sorpreso da quella sua intraprendenza.
“Dottore, io sono la sua segreteria ed è mio dovere badare al suo bene ed alla sua serenità. S se vuole smetto subito e torno alle pratiche”  rispose stringendo in mano il mio sesso ormai durissimo.
Ero esterrefatto, Laura la mia segretaria super efficiente, tutta dedita al lavoro, mi stava masturbando delicatamente.
“Mhhhhhhh!! continui pure Laura, la prego!” esclamai
“Vuole che le faccia un pompino, dottore? Mi chiese lei accondiscendente.
“Siiiiii, lo prenda in bocca. Mi piace molto”
Laura cominciò a leccarlo e a baciarlo, poi se lo infilò in bocca e cominciò a succhiarlo avidamente. Andava su e giù con la testa, succhiava il mio cazzo, lo leccava in punta, lungo tutta la sua lunghezza, poi lo riprendeva in bocca e lo succhiava di nuovo arrivando a spingerlo tutto in bocca fino ai testicoli, fino in fondo alla gola.
Ad un tratto si fermò per un attimo “Le piace, dottore? le piace come le succhio il cazzo?” mi chiese spudoratamente.
“Sii! Moltissimo. Mmmmmhhhhggggg, lei è una troia Laura, mi sta facendo un pompino eccezionale”
“Voglio che lei stia bene dottore” insisté riprendo il cazzo in bocca e continuando a succhiarlo con mio grande piacere.
“Posso spogliarmi? Vorrei che lei stesse meglio, dottore?”
“a quel punto non vedevo il momento di poter ammirare quel gran seno che tante volte ho sognato.
Si tolse la camicia e rimase in reggiseno. Il suo seno era veramente grandioso.
“Ora la faccio divertire, dottore. Il suo bel cazzo mi ringrazierà”
“Si Laura, sei eccezionale. Non me lo sarei mai aspettato. Fammi godere”
Si infilo il mio pene nel seno tra le due grosse mammelle tra la fascetta che unisce le coppe del reggiseno masturbandolo tra le tette. Era bravissima nel farlo e in pochi istanti mi portò ad un piacere sfrenato. La mia fedele segretaria Laura mi stava facendo una superba spagnola. La sua tecnica da lei attuata era così perfetta che, con il cazzo ben tenuto fra le morbide tette, facendolo salire, riusciva ad accogliere la punta del cazzo in bocca dove lo lubrificava con la saliva, poi giù di nuovo fra le tette dove ormai scorreva perfettamente grazie alla saliva che lubrificava.
Una sensazione unica.
“Le piace dottore? Le piace chiavarmi fra le tette e in bocca?”
“Siiiiiii. Tantissimo! Sei proprio troia! Mi stai facendo venire”
“Aspetti dottore. Non è ancora il momento. Si alzi”
Mi alzai con il cazzo eretto, turgido e paonazzo pronto ad entrare nella sua figa.
“Cosa vuoi fare Laura?”
“Voglio leccarle le palle, dottore. Se lei vuole”
Laura si abbassò. Mi tolse le scarpe e le calze. Mi levò anche i pantaloni e sollevando il pene con una mano inizio a leccarmi i testicoli con voluttà. Con l’altra mano mi accarezzava i glutei ormai nudi.
Era un crescendo di piacere e per me Laura era una gradita sorpresa; scoprivo che la mia segretaria era una abilissima troia. Era quello che ci voleva per darmi maggiore tranquillità.
Mi sedetti su una sedia, la feci avvicinare a me in modo da avere i suoi capezzoli all’altezza della bocca e con le mani le accarezzai delicatamente l’interno coscia mentre con la bocca leccavo il seno, mordendo e tirando i suoi capezzoli con le labbra.
“Si, Laura, leccami, baciami le palle”
Laura leccava e succhiava le palle, poi il cazzo prendendolo in bocca leccandolo e lo succhiandolo, tornava alle palle e le cospargeva di saliva, le prendeva ad una ad una delicatamente in bocca, poi di nuovo leccava il cazzo fino alla punta e se lo infilava in bocca.
Sentivo il piacere salire e correre lungo il corpo. Volevo venire, ma non potevo e non volevo ma non ci riuscivo. Laura me lo succhiava e quando sentivo che stavo per eiaculare lei immediatamente, con una sensibilità unica, lo lasciava e riprendeva a leccarmi le palle.
La mano destra aveva preso possesso delle mie parti posteriori e le accarezzava, si infilava nel solco tra le natiche fino allo sfintere che solleticava amorevolmente, lo stuzzicava con un dito, lo sfiorava, poi lo aggrediva quasi a penetrarlo provocandomi infiniti sobbalzi e sensazioni splendide mai avute prima di allora.
“Ora le voglio leccare il culo, dottore. Vuole che le baci il buco del culo?”
Mai avrei immaginato di sentire una proposta simile e soprattutto da lei.
Senza aspettare la mia risposta, dicendo ciò, fu dietro di me. Mi spinse leggermente in avanti facendomi flettere verso la scrivania e unse il mio sfintere con la sua lingua saettante. Intanto con le mani mi segava delicatamente.
Non finiva mai di stupirmi.
La sua lingua cercava di insinuarsi nel mio sfintere cercando di aprirlo quasi a volermi sodomizzare.
Ebbe il tempo di dire “Dottore sono la sua segretaria. Cos’altro vuole che faccia ?”
“Voglio chiavarla in bocca, Laura, e poi godere”
“Mi dia pure lo sperma in bocca, dottore. Voglio sentire il suo sapore”
Ero attonito ma lei era lucida e organizzata. Si stese sulla scrivania con la testa riversa oltre il bordo. Mi fece avvicinare a lei. Ora il mio sesso dritto e duro era vicino alla sua bocca con cui riusciva a leccarlo ma non ad ingoiarlo.
La sua posizione era ottimale per accarezzare le mammelle che apparivano veramente fantastiche nonostante fossero grosse e leggermente flaccide.
Le strinsi con cattiveria quasi a farle male “Ohhhhhhh!! Siiihhhh! Mi faccia male, dottore. La prego!”
Le spostai il reggiseno scoprendole le tette. I suoi capezzoli erano grandi e duri e si ergevano prepotenti.
Le presi i capezzoli tra le dita e li strinsi, poi li tirai.
“Mmmmmmmm!! Ahhhhhh! ahiiiiiii !” si lamento lei.
“Scusa Laura. Mi dispiace” le dissi un dispiaciuto e pentito.
“Li morda dottore. Li tormenti tra i denti” fu l’invito di Laura
Scoprivo altri aspetti inimmaginabili di Laura e ciò mi sorprendeva ma anche mi faceva piacere. Non me ne ero mai accorto.
All’invito presi una tetta in bocca e la morsi con violenza. “Ahhhhhhhhhhh!” gridò Laura
Poi a lungo e con voluttà gli leccai e gli succhiai le tette. Lei apprezzava e mugolava, si leccava le dita e le labbra, godeva.
Stando sdraiata sulla scrivania si allungava sporgendosi per prendersi il cazzo in bocca.
“Mi chiavi in bocca, dottore. Voglio il suo cazzo in bocca”
“Siiiii, ora ti chiavo, Laura,. Ti riempio la bocca” ribattei
“Sii. Me lo metta tutto dentro. Lo voglio. Voglio la sua sborra in gola”
Le afferrai la testa fra le mani e le sprofondai il cazzo nella sua gola. Così iniziai a chiavarla lentamente per poi andare a ritmo elevato. Il mio sesso scompariva nella sua gola. Lo vedevo apparire tra le labbra e poi lo facevo rientrare. Lei mugolava per dirmi che le piaceva ciò che facevo. Il cazzo era ben  serrato nella sua bocca deformata dallo sforzo di succhiare ed assecondava i miei movimenti e li intensificava poggiando le mani sui miei fianchi dettando il ritmo della penetrazione, ma non solo. Mi incitava a chiavarla con maggior foga.
“- Mmmmmggggggg slurppppppp” mugolava come impazzita non avendo possibilità di parlare.
La profonda penetrazione fino alla gola le causò anche dei conati di vomito che la scossero un po’; era l’effetto secondario della chiavata orale ed erano dovuti alla pressione che il mio grosso cazzo esercitava nella sua gola profonda meno del mio sesso. Nonostante ciò non si fermava, anzi, con le mani spingeva il mio bacino affinché il cazzo spingendosi il cazzo sempre più dentro la bocca. Nonostante fossi eccitato allo spasimo non riuscivo a godere. Ad un certo punto esausto mi fermai e lo estrassi dalla sua bocca.
“So che vorrebbe venire. Non si preoccupi dottore, venga!” e dicendo ciò liberò in un attimo la scrivania e si stese sul piano mettendo la testa verso di me e con le mai prese a masturbarmi dolcemente.
Mugolavo e rantolavo di piacere.
“Non abbia fretta. Appoggi il suo cazzo qui fra le mie labbra e si muova lentamente. Vedrà che le sembrerà di essere nella mia figa”
Lo feci.
Lei con il mio cazzo fra le labbra leccava instancabile, lo ungeva di saliva, lo stringeva e lo accarezzava come fosse la cosa a cui teneva di più al mondo.
“Venga dottore, mi sborri in bocca, la prego! Sono felice che lei lo faccia”
Questa posizione mi piacque molto, mi rilassai e stringendo tra le mani una mammella di Laura, raggiunsi l’orgasmo.
Come si accorse che iniziavo a sborrare “Siiiiiiii, mi bagni, mi riempia, mi allaghi la bocca, la prego!”
Lei era li a bocca aperta a ricevere il mio seme
Le schizzai in bocca fiotti di sperma caldo, lo ingoiò e alcuni spruzzi andarono sulla faccia e sulle labbra. Fu il miglior orgasmo della mia vita.
Laura si sparse con le dita lo sperma sul volto, si lecco le dita, riprese il cazzo in bocca e lo succhio finché il pene non tornò alle normali proporzioni.
“Posso chiederle un piacere, dottore?”
“Certo!”
“Mi sputi in bocca. Sa, per me è una abitudine!”
Sono rimasto sconcertato ed incredulo da questa richiesta, ma dovevo essere riconoscente per l’incredibile orgasmo.
Raccolsi la saliva che avevo e avvicinando la mia bocca alla sua sputai.
Laura aprì la bocca ed accolse la mia saliva ingoiandola.
Ora volevo fare godere anche lei.
Laura era già eccitata, l’interno coscia era già bagnato dei suoi umori e quell’odore mi inebriava, era già distesa così da  aprirle le gambe e cominciare a leccarle la fighetta come un forsennato.
La tentazione era forte ma preferivo aspettare per gustare alla fine e con calma questo piatto speciale.
Salendo con le mani le introdussi un dito in vagina e subito andai a cercare il clitoride per masturbarlo, la vagina accolse bene il mio dito che dentro si muoveva senza alcuna resistenza. A questo punto lo estrassi e passai una parte degli umori sul capezzolo mentre il restante lo misi in bocca per assaggiarli e sentire a pieno il sapore dei suoi umori.
Mi avventai nuovamente sulla vagina ma questa volta con due e poi con tre dita.
Lei sollevò le gambe per aria appoggiandole sulle mie spalle
L’eccitazione si vedeva e gli umori aumentavano a dismisura, estrassi le dita e infilai due di queste nell’ano, le allargavo e le stringevo ancora ed ancora, spingendole sempre più in fondo.
Laura cominciava ad ansimare dal piacere ed il suo corpo era ricoperto da una pellicola di sudore che lo rendeva ancora più travolgente.
Da parte mia non riuscivo più a trattenermi, il pene cominciava a pulsarmi, la vena si era gonfiata e la cappella aveva raggiunto il massimo della dilatazione.
Feci sedere la mia segretaria e senza troppi indugi le infilai il pene in bocca. Lo accolse prontamente e subito mi leccò la cappella, poi l’asta e nuovamente la cappella, massaggiando con una mano i miei testicoli e tenendo con l’altra il mio sesso.
Il mio orgasmo arrivò quasi subito e in poco tempo venni in bocca alla mia segretaria che, data la grande quantità di sperma, non riuscì a trattenerla lasciandosene scivolare una parte sul mento e sul seno.
Nonostante fossi venuto il mio pene era ancora duro.
Lei, con abili colpi di lingua e di mano, seppe risucchiare le ultime gocce di sperma rimaste nel mio sesso lasciandomi stremato. Ero esausto ma volevo continuare.
Feci sedere di nuovo Laura e iniziai a baciarle un piede, poi la caviglia. Leccavo, baciavo ed andavo avanti; arrivai all’interno coscia e vidi che sarei arrivato ad un mare di umori.
Era totalmente bagnata e con mia grande gioia mi ci tuffai, leccando come un forsennato.
Arrivai finalmente alla vagina, misi nuovamente le gambe della mia segretaria sulle mie spalle e cominciai a leccare prima le labbra, poi il clito ed infine penetrai completamente la vagina con la lingua.
Era quello che avevo sempre sognato, leccare ore ed ore una vagina. Mi sentivo appagato e sentivo Laura eccitata; a volte voleva sottrarsi alla mia presa ma la tenevo salda e continuavo.
Strinsi il clito con le labbra e poi, con i denti, lo tirai verso di me. Lo tiravo, lo rilasciavo e lo leccavo nuovamente. Laura stava per venire, lo sentivo, ansimava ed emetteva gridolini di goduria, volevo che il getto mi arrivasse dritto in bocca e così continuai a masturbarla con le dita mentre con la bocca spalancata stavo di fronte alla vagina pronto a raccogliere ogni goccia del suo nettare.
Dopo poco tempo si dimenò, si arcuò ed ebbe con un spasmo violentissimo, tanto che a stento riuscii a trattenerla. Mi venne dritta in bocca.
Appena ebbe finito di versare i suoi umori nella mia bocca mi detti da fare per recuperare ciò che mi era sfuggito, leccando avidamente la superficie del corpo sul quale si erano depositati.
Lei era distesa sulla scrivania ed io ne approfittai per andare in una stanza  attigua e presi un dildo.
Laura non si meravigliò dell’oggetto, evidentemente lo conosceva e chissà quanti ne aveva preso dentro.
Lo infilai in vagina muovendolo, estraendolo ed affondandolo, alternando il dildo al sollievo della mia lingua, che dopo ogni penetrazione massaggiava il clitoride tanto provato. Lei si levò, io mi sedetti chiedendole di sedersi su di me, con il mio membro dentro il suo culetto morbido.
Da questa posizione introdussi dita mie e sue in vagina, mentre con la bocca mi occupavo dei suoi capezzoli. La posizione era fantastica, il pene e l’azione delle dita in vagina avevano sconvolto la mia segretaria preferita che oramai senza freni si abbandonava alle emozioni ed al godimento che quella situazione le stava procurando.
Il mio cazzo era diventato grosso a seguito dell’azione dello sfintere di Laura che se lo teneva dentro facilmente. Pensandoci doveva essere abituata a prendere cazzi in culo vista la facilità con cui si era lasciata penetrare.
Stavo per venire quando estrassi  in un attimo il cazzo dal suo culo e lei voltandosi ricevette lo sperma sul petto.
Le chiesi di spalmarsi lo sperma sui capezzoli e quando ebbe finito li leccai..
“Grazie dottore. Ha ancora bisogno di me?” mi chiese rivestendosi
“No Laura. Puoi andare”
“Quando vuole posso offrirle nuovamente il mio culo” replicò
“Si. Ho capito che sei una segretaria tuttofare”
“Buona serata dottore”
“Arrivederci Laura, Arrivederci a presto”

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