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Racconti Erotici Etero

LE AVVENTURE DI CLARY – SCAPPATELLA ESTIVA.

By 25 Gennaio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Le avventure di Clary ‘ Scappatella estiva.

Salve a tutti i lettori, vi ricordate di me, Clary? Ormai è più di un anno che non pubblico più racconti, non perché abbia perso la voglia di scrivere, ma con l’età sia le mie voglie che le mie avventure si sono un po’ diradate.
Non crediate che sia diventata un cesso o una vecchia senza più stimoli, gli uomini mi guardano ancora (soprattutto il culo) e quando possono ci provano ancora, ma sono diventata più calma, più posata e mi godo una vita rilassata col mio compagno Mauro.
Comunque eccovi pronte due avventure avvenute di recente: una quest’estate e l’altra qualche giorno fa.
Cominciamo in ordine cronologico con l’estiva.

Come ogni estate, nel mese di agosto, con Mauro ci siamo presi una ventina di giorni di vacanza al mare; sono anni che frequentiamo la stessa riviera, in Versilia, e lo stesso stabilimento dove ormai siamo ben conosciuti.
Così anche la scorsa estate abbiamo affittato una villetta per goderci un po’ di relax lontano dalla città; quest’anno, però, c’era una novità.
Approfittando del fatto che è, finalmente, andato in pensione, Mauro ha soddisfatto un suo desiderio che covava da tempo: si è comprato una barca a vela.
Niente di grande e vistoso, una barca di sette metri, ma con la quale può, finalmente, dare sfogo alla sua passione per il mare.
Così, tutte le mattine, mentre io poltrivo a letto, lui si recava al porticciolo, dove l’aveva ormeggiata, per fare lunghe uscite in mare, fino all’ora di pranzo.
Io, dopo essermi alzata, mi recavo alla spiaggia per crogiolarmi al sole ed aspettare il suo ritorno per mangiare insieme.
Una mattina, avevo una gran sete, forse colpa della grigliata di pesce della sera prima, così andai al bar della spiaggia per bere qualcosa.
Il bar non aveva tavolini, ma due lunghi tavoli con delle panche ai lati dove si sedeva tutti assieme.
Quella mattina era molto affollato, così, dopo aver preso una bibita, mi sedetti all’unico posto libero, in mezzo ad un gruppo di ragazzi e ragazze che, a sentire i loro discorsi, erano in vacanza in un campeggio lì vicino.
Come tutti i giovani ridevano e scherzavano, incuranti del fatto che facevano una tale confusione da disturbare palesemente la tranquillità di tante persone che volevano stare in pace.
Erano indifferenti anche ai richiami del gestore del bar che li sgridava: ‘Ragazzi non facciamo casino, badate che altrimenti vi mando via.’ ‘ questo li calmava per qualche minuto e poi ricominciavano.
Tra tutti, l’unico ragazzo tranquillo e taciturno, era seduto proprio di fronte a me, poteva avere massimo diciannove o venti anni, era calmo e sorridente, mi ero accorta che continuava a fissarmi e non staccava un attimo lo sguardo dal mio viso.
Cominciavo a sentirmi un tantino imbarazzata, ma anche compiaciuta, come accade alle donne di una certa età quando sono oggetto dell’attenzione di un giovane.
Quel ragazzo giovanissimo, chiaramente interessato a me, lo trovavo strano e molto insolito.
Per un attimo mi sottrassi a quei suoi occhi sfrontati e in certo senso prepotenti e mi voltai a guardare il mare, ma continuavo percepire i suoi occhi puntati su di me.
Dopo un attimo, mi sentii toccare un piede, era sicuramente lui dal momento che stava seduto proprio di fronte a me.
Mi voltai e assunsi un’aria severa, lo guardai e dissi:’Cosa fai? Che cosa vuoi?’
Mi guardò per alcuni secondi e poi, a voce bassa per non farsi udire dagli altri, rispose:’Voglio te.’
‘Ma sei pazzo per caso? Neanche ti conosco, potrei essere quasi tua nonna e poi sto aspettando il mio compagno?’
‘Chi, quello con cui eri ieri? Sei messa male, per te ci vuole un vero uomo.’
Quella sfrontatezza mi colpì al punto che non seppi resistere a sfidarlo:’E saresti tu il vero uomo?’
‘Provare per credere.’ ‘ rispose sorridendo, intanto con il piede continuava a toccarmi, stava accarezzandomi una caviglia e pian piano saliva sempre più su.
Non sapevo se arrabbiarmi o mettermi a ridere, comunque fui molto determinata quando gli dissi:’Senti adesso mi sto seccando, smettila o chiamo qualcuno, queste che stai facendo sono molestie e sei passibile di denuncia lo sai?’
‘Sì ma tu non mi denunceresti mai vero? Anche se t’incazzi ho capito che ti piaccio e ti piace essere corteggiata, altrimenti avresti già protestato o avresti chiamato il padrone del bar.’
Ero allibita, quel ragazzo era così sfacciato e sicuro di se da non temere per nulla le mie possibili reazioni.
In realtà forse ci aveva visto giusto, perché al di la della mia indignazione, in me stava avvenendo uno sconvolgimento che non sapevo spiegare, ero molto turbata e il sorriso da canaglia del ragazzo mi stava comunicando che aveva capito quanto fossi sconvolta da tutta quella situazione.
‘Allora? Hai mai provato a scopare con un ragazzo molto più giovane di te?’
Io abbassai lo sguardo per non sorridere, non sapeva con chi aveva a che fare, comunque risposi:’Tu sei pazzo.’
‘Si sono pazzo di te, sai che ti dico? In questo momento vorrei spogliarti e leccarti in tutto il corpo, succhiare quei capezzoli duri che si vedono sotto il costume, leccarti la figa e metterti in mano il mio cazzo per giocarci. Ah, poi mi piacerebbe che tu lo prendessi in bocca per succhiarlo fino ad ingoiare tutta la mia sborra.’
‘Ma che dici, tu hai qualcosa di marcio nella testa, se ti sente qualcuno crederà davvero che io ci sto.’
‘Perché non è così?’
‘No, non è così e ora piantala tra un po’ sta per tornare il mio compagno e se continui gli dico che mi stai infastidendo.’
‘Non credo proprio che glielo dirai, anzi se mi dai retta, domani mattina ti aspetto qui, così potremo appartarci e divertirci un po’, ti garantisco che non te ne pentirai.’
Proprio in quel momento Mauro giunse al tavolo.’Ciao cara,’ ‘ disse dandomi un bacio ‘ ‘andiamo a mangiare?’
‘D’accordo.’ ‘ risposi alzandomi.
Mentre mi allontanavo con Mauro, diedi un ultimo sguardo al ragazzo e vidi che mi sorrideva divertito, che faccia da schiaffi che aveva, però pensai che fosse un tipo audace, nonostante la situazione imbarazzante che stava creando, appariva spavaldo e sicuro di se.
Sentii un tremore percorrermi il basso ventre; gli uomini audaci e sfrontati mi hanno sempre fatto un certo effetto!
Il resto della giornata trascorse normalmente, anche se ogni tanto ripensavo a quel ragazzo un po’ tra l’essere seccata e un po’ senza nascondermi che le sue avances mi avevano turbata.
L’indomani mattina Mauro era già uscito per andare in barca; dopo una doccia indossai un bikini nero (posso ancora permettermelo) con un reggiseno a triangolo che mal conteneva la mia terza abbondante ed uno slip quasi alla brasiliana, sul tutto avvolsi un pareo ed uscii per recarmi in spiaggia.
Quando entrai nello stabilimento, notai subito che lui era seduto ad una panca del bar.
Come mi vide i suoi occhi s’incollarono su di me e fece un gran sorriso.
Facendo finta d’ignorarlo, mi diressi alla mia sdraio e tolto il pareo mi distesi al sole.
Dopo qualche minuto eccolo lì.
Stese il suo asciugamano a qualche metro davanti alla mia sdraio e si sdraiò con il viso rivolto verso di me.
Incollò i suoi occhi sul mio corpo percorrendolo tutto dal viso alla punta dei piedi, mentre continuava a sorridere sfrontato; quello sguardo che scivolava sul mio corpo, mi provocò una strana sensazione di languore, come se invece che i suoi occhi fossero le sue mani ad accarezzarmi.
Per sfuggire a quello sguardo, mi alzai e mi diressi verso il mare, qualche passo nell’acqua e mi tuffai prendendo a nuotare verso il largo.
Credevo che mi avrebbe seguito, forse lo desideravo anche, ed invece no!
Quando mi girai sul dorso lo vidi in piedi, sul bagnasciuga, che mi guardava, ma non entrava in acqua.
Tornata a riva, senza degnarlo di uno sguardo, mi diressi verso la cabina per cambiare il costume.
Aprii la porta, entrai, ma quando feci per chiuderla una resistenza m’impedì di farlo.

Una spinta, la porta si spalanca e, come un tornado, lui entra richiudendola alle sue spalle.
‘Ma cosa fai? Esci subito.’ ‘ quasi grido indignata.
‘Perché?’ ‘ mi risponde sempre con quel sorriso sfrontato ‘ ‘non lo vuoi anche tu?’
‘Se non esci subito, urlo per chiamare il padrone del bar.’
‘Allora devo impedirtelo.’ ‘ e così dicendo avanza verso di me, mi prende per le braccia ed incolla le sue labbra alle mie.
Quel bacio inaspettato mi coglie di sorpresa e come per riflesso socchiudo le labbra.
La sua lingua le penetra subito e comincia a giocare con la mia, ad accarezzarmi i denti, mentre una mano lascia il braccio e sale a stringere un seno.
Ora voi sapete quanto io sia sensibile ai baci e alle carezze al seno; il languore di prima al ventre, ritorna più caldo, più intenso.
Le sue labbra scivolano sul collo, poi risalgono dietro l’orecchio (altro mio punto debole), in una lunga leccata.
‘Smettila’ dai” ‘ azzardo in una debole difesa ‘ ‘Sei troppo giovane”
‘Sssttt’ ‘ fa lui, soffiandomi nell’orecchio ‘ ‘Lasciati andare’ vedrai che ti piacerà.’
Le sue labbra tornano sulle mie e questa volta ci scambiamo un bacio appassionato.
Ho la sua lingua in bocca che mi fruga cercando la mia ed, ora, io lo assecondo con passione; intanto le sue mani accarezzano tutto mio corpo, spinge il suo ventre contro il mio e attraverso il tessuto sottile del costume, sento subito un bel pacco premere contro la mia pancia.
Intanto, mentre ci stiamo baciando appassionatamente, le sue mani armeggiano sulla mia schiena e sganciano il reggiseno del costume e di colpo si trova le mie mammelle tra le mani.
Sono mani calde e intraprendenti le sue, si porta i miei seni alle labbra e comincia a baciarli, poi prende a leccare le aureole e a mordere e succhiare dolcemente i capezzoli, duri come chiodi.
Rotea la lingua come impazzito ed io, ormai, sono eccitata da morire, in pochi istanti sono arrivata al punto da non capire più niente, sono preda della passione più sfrenata.
Sospiro e continuo a spingere il seno contro la sua bocca che sta succhiando avidamente i capezzoli.
Sono bagnatissima tra le gambe, questo ragazzino mi sta portando al godimento più sfrenato, sono stordita e non ragiono più, gemo e sospiro in estasi.
Continuando a leccarmi i seni, una sua mano scende sul ventre e s’infila nello slip.
Il contatto delle sue dita con le mie grandi labbra, mi provoca una scarica di piacere che mi attraversa tutto il corpo.
Sentendo come sono bagnata, gli sfugge un grugnito.
‘Vedi che anche tu ne avevi voglia.’ ‘ mi fa, sollevando per un attimo il viso dai miei seni e sorridendomi.
Non gli rispondo, lo afferro per i capelli e gli spingo il viso tra le tette.
Ora, però, è giunto il momento che voglio qualcosa di più.
Lo allontano da me e mi chino a palpargli il cazzo che ormai è così duro ed eccitato, da fare capolino attraverso l’elastico del costume.
Gli abbasso i pantaloncini e gli afferro l’uccello, quando lo ho tutto in mano, abbasso lo sguardo e provo una fitta allo stomaco: ha un membro molto lungo e grosso!
‘Ti piace? ‘ Mi dice sfrontatamente ‘ ‘Ne hai mai visto uno così?’
‘Non ti vantare troppo,’ ‘ gli rimando, dandogli una strizzatina alla cappella ‘ ‘ne ho visti anche di meglio.’
Mi accoscio davanti a lui e me lo porto subito alle labbra, lo bacio con trasporto, poi lo infilo in bocca e comincio a succhiare con foga; è talmente grosso che fatico a tenerlo in bocca!
Vado su e giù velocemente e lui comincia ad ansimare e a muovere i fianchi.
Io pazza di libidine e con un desiderio smodato di averlo presto nella figa, infilo la mano dentro lo slip e prendo a masturbarmi furiosamente; sono tutta un brodo, m’infilo due dita nella vagina, ma quasi non le sento a causa dell’eccitazione e della quantità di umori che mi colano tra le gambe.
La mia bocca, intanto, continua a succhiare con gusto, la mia testa va avanti e indietro e quei movimenti rapidi e continui lo stanno portando velocemente all’orgasmo.
Ma non voglio che venga così, desidero più di ogni altra cosa sentire quel cazzone dentro di me, già so che mi farà impazzire dal godimento e non vedo l’ora di sentirlo tra le pareti della mia figa.
Mi alzo in piedi, lui si china e mi sfila lo slip che è letteralmente da strizzare, mi solleva di peso e mi fa sedere sulla panchetta che è lì a fianco, s’inginocchia, mi apre le cosce e si china per leccarmi la figa.
La sua lingua prende a frugare tra le mie labbra intime, comincia a leccarle con movimenti regolari dal basso verso l’alto e ogni volta che arrivava alla clitoride, quasi fossi presa da una scossa elettrica, sobbalzo e gemo per il piacere intenso che provo.
Gli tengo la testa incollata al mio pube con le mani e lui lecca succhiando contemporaneamente gli umori che escono fuori dalla mia figa.
Io muovo i fianchi per accompagnare la sua azione prepotente, godendo come una pazza, comincio a lamentarmi e a gemere, incitandolo a continuare:’Ooohhh che bellooooo’ sto godendo troppo’ continua così’ ecco bravo, bravo’ oh dio come mi piace.’
Continuo ad agitarmi in preda all’eccitazione, ma anche lui si è eccitato al massimo, perché smette di leccare, si alza in piedi e prendendosi il cazzo in mano lo dirige verso la mia figa.
Ha proprio un cazzo incredibile e per un momento temo che non riuscirà ad entrare, ma sono talmente eccitata, che sono certa di poterlo ricevere.
Lo strofina un poco tra le grandi labbra bagnandolo con i miei umori, lo punta e con una spinta di reni me lo spinge, di colpo, fino in fondo.
Mi sento come trafitta da un palo e per un attimo mi manca il respiro, poi le pareti della mia vagina si adattano a quella presenza ingombrante e lo avvolgono come un guanto.
Quando si accorge che sto abituandomi al suo coso mostruoso e mi sto rilassando, comincia ad andare su e giù, all’inizio molto lentamente, poi con un ritmo sempre maggiore.
Mi sento riempita all’inverosimile e lui mena la danza sempre più velocemente, ogni tanto lo sfila del tutto, facendo fuoriuscire un rivoletto di umori che mi cola tra le natiche, per poi rientrare subito fino in fondo.
‘Ahhhh come sei grosso, è una cosa incredibile, sembra il cazzo di un cavallo.’ – gli dico sospirando e gemendo, mentre il tremore del piacere mi percorre il corpo.
‘Ti piace?’
‘E me lo chiedi? E’ bellissimo, mi piace da morire, anche se mi stai aprendo la figa in due.’
‘Si è un bel cazzo lo so, ma tu lo stai reggendo bene, ad alcune donne che ce l’avevano stretta, non sono riuscito a infilarglielo’
‘Non ti ho neppure chiesto come ti chiami’ ‘ gli domando tra una pompata e l’altra.
‘Enzo, mi chiamo Enzo.’
‘Adesso dacci dentro Enzo, sto impazzendo, voglio venire’ fammi venire.’
‘Certo cara aspetta e vedrai che ti accontento subito.’ – e ricomincia a pompare alternando spinte leggere ad altre più veloci e vigorose.
Non ce la faccio più, il piacere è troppo, ma ormai anche lui sta per venire, i suoi gemiti sono continui e prolungati, muove i fianchi e li fa roteare per trarre il massimo del piacere dalle pareti della mia figa, che nonostante il lago di umori che le bagna, aderiscono perfettamente a quel grosso fallo che mi martella di brutto.
‘Ooohhh che bella figa che hai, calda e bagnata mi stai facendo venireeeee”
‘Sììì’ dai vieniii’ sto venendo anch’iooo’
Sollevo le gambe e le allaccio ai suoi fianchi, per farmi penetrare più a fondo e mordendogli una spalla per non gridare, mi lascio travolgere dall’orgasmo.
‘Vengoooo” ‘ gli dico nell’orecchio e riprendo a mordere la sua spalla.
‘Anch’iooo’ vengoooo’ ti riempiooo”
Nonostante l’orgasmo mi stia scuotendo tutta, sento i suoi getti invadermi la figa e riempirmi di sborra calda.
Il sentirmi riempita, amplifica il piacere, prolungando l’orgasmo all’inverosimile.
Mentre il mio ventre è ancora percorso dalle ultime scosse dell’orgasmo, Enzo si stacca da me, toglie il cazzo dalla figa e me lo avvicina alle labbra.
Lo accolgo tra le labbra per ripulirlo per bene, lo succhio e lo lecco coscienziosamente per qualche secondo, quando inaspettatamente, con un rantolo strozzato, lui mi viene ancora in bocca.
Non so dire quanti getti sperma mi arrivano direttamente in gola e che devo ingoiare per non soffocare, perché ho la bocca completamente piena del suo cazzo.
Per un po’ rimane preda degli spasmi dell’orgasmo, rabbrividisce dal piacere e le gambe gli tremano; quando si calma, gli ripulisco ben bene la cappella con la lingua.
‘Adesso vai.’ ‘ gli dico- ‘Esci prima tu mentre io mi sistemo un po’.”
‘Se vuoi domani possiamo rifarlo.’ ‘ mi fa mentre s’infila i pantaloncini del costume.
‘No, caro. è stata una pazzia, una bella pazzia, ma non la ripeteremo più.’
Mi da un bacio profondo e nel salutarmi dice:’Tu sei una vera donna, forse in assoluto quella che mi ha fatto godere di più.’
Lo guardo sorridente e gli rispondo:’Per me è stata la stessa cosa, difficilmente ho avuto un uomo con un cazzo uguale al tuo.’
Ed esce chiudendosi la porta dietro.

Mentre mi ripulivo alla meglio con dei fazzolettini della gran quantità di sperma che avevo dentro e che mi colava sulle cosce, ripensai ad un’altra avventura, avuta qualche anno prima, con un giovane pressappoco della sua età (vedi Follie d’amore’ della mezz’età) e a come quella volta mi ero bruciata di brutto.
Sorridendo tra me infilai un costume pulito ed uscii dalla cabina.
Enzo era sparito.

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