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Le avventure di Sergio 4 il ritorno di Genny, il nonno

By 16 Maggio 2023No Comments

Le storie di Sergio 4
Il ritorno di Genny, il nonno
Ormai sera, stiamo decidendo cosa cenare, quello preparato da Maria era giusto per uno spuntino a mezzogiorno.
-Giusy, che dici di due spaghetti aglio e olio, e due hamburger? Il pane è ancora fresco.
-Se permetti, due patatine….
Squilla il mio cellulare. Mamma. Dimmi Genny, successo qualcosa?
-No, basta stare fuori casa per giorni interi. Vengo a casa, stasera si cena fuori a quel ristorante sul lungo mare. Devo festeggiare e riposarmi. Ordine dell’….ex primario!!!
-Hai avuto la nomina? Auguri, finalmente ce l’hai fatta. Evviva. Le ragazze sono entusiaste. Si pure io sono contento, finalmente un pò insieme, un po’ più sereni. Preparo le bambine e ci facciamo trovare pronti.
Bellissima notizia! Era ora! Erano mesi che si può dire che non la conoscevamo più, tra lavoro e studio, simposi e congressi, convegni, seminari e chi più ne ha…. Insomma sia io che le ragazze sentivamo la sua mancanza.
-Su forza, Sara, Giusy a farvi belle. Mi raccomando, fuori fa freddo, siamo a metà dicembre e si cena sul lungomare. Io vado a farmi una doccia veloce e la barba. Alle diciannove tutti giù nel soggiorno. Ok?
Mai viste cosi eccitate. La mamma è sempre la mamma!
Pronti. Giusy e Sara hanno preparato uno striscione con sei fogli da stampante con scritto “AUGURI” a carattere cubitali. Più scotch che carta… ma efficace e colorato.
Finalmente si apre la porta. Le ragazze corrono ad abbracciare la mamma. Io rimango imbambolato: Genny è bella, stupenda con un tailleur azzurro come i suoi occhi, capelli lunghi, lisci e biondi. Un fisico mozzafiato, una bellezza tutta da baciare, da riscoprire. Magnifica.
-E con il sorriso sulle labbra sussurro “Professoressa, posso baciarle la mano? Umile servo alle sue dipendenze”.
-Sono la stessa di sempre, forse più contenta e felice. Sono arrivata dove volevo. Prima primaria donna dell’Ospedale e la più giovane. Li ho spiazzati tutti! E nonostante non avessi raccomandazioni politiche. Persino il Governatore della regione si è congratulato e proposto una cerimonia ufficiale a gennaio. Ma ora andiamo.
-Sono in ferie dal venti, riprenderò il dieci gennaio. Però mio padre mi ha pregato di supervisionare un po’ la clinica, sporadicamente. Ho risposto che forse, solo qualche giorno e non più di qualche ora! Sono in ferie, meritate, che si arrangiassero un poco!
-La cena magnifica, e “chissà perché” i camerieri e lo stesso proprietario si intrattenevano, chi per un motivo, chi con una scusa al nostro tavolo. Le mie donne erano magnifiche, con la loro bellezza davano spettacolo, anche a Sara le occhiate voluttuose dei maschi presente non mancavano. L’invidia nei miei confronti si toccava con mano, palpabile e palese.
-Che ne dite di andare a trascorrere le feste di Natale nella fattoria del nonno? È un bel pezzo che non lo andiamo a trovare. Ieri mi ha chiamato e desidera che andiamo, ha detto che ha delle grosse sorprese per ciascuno di noi.
-Si papi, l’idea mi piace, l’università riaprirà il quindici. Posso prepararmi in piena tranquillità. E poi ci sono i cavalli, la sai che mi piacciono tantissimo.
-Si Giusy, e tu Sara? Sei d’accordo?
-Ok, ma chiedi al nonno se può venire anche Anna. Sicuro che una fattoria le piacerà.
-Genny tu che dici?
-Anche io sono d’accordo, non è in cima al mondo e nel caso di necessità, in poche ore, potrò sempre intervenire. Sono in ferie, ma ho delle responsabilità.
-Va bene, da domani iniziamo a preparare i bagagli. Anche io non ho lavori urgenti, sarà un Natale fantastico.
Un altro poco di chiacchiere, un dolce magnifico, un amaro e cioccolata calda per le ragazze. Il conto, una lauta mancia per il servizio impeccabile e la promessa di ritornarci dopo un’insistenza, ossequiosa e caparbia del proprietario.
A casa. La notte con mia moglie! Eravamo tornati ragazzi, amanti sfrenati. La sua ansia si era trasformata in pura libidine. Cosa non abbiamo fatto? Forse me lo racconteranno quelle due spione che ci guardavano dalla porta lasciata socchiusa apposto. Le sentivo ansimare e godere, più le sentivo e più mi eccitavo e maggiore era l’impeto mentre cavalcavo Genny. Ascoltavo i loro sussurri, percepivo il loro desiderio di unirsi a noi, di assaggiare anche loro gli umori del sesso, di essere prese, penetrate, amate. La voce di Sara era più forte, temevo che Genny la sentisse, ma era tutta presa a godere. I gridolini di Sara mi eccitavano ancora di più, forse dal desiderio di cogliere quel frutto acerbo e vergine. Quelli di Giusy mi incitavano immaginandola e rivivendo i nostri lunghi ed intensi amplessi. Nulla da invidiare a Genny. Tale madre tale figlia. Che corpo magnifico, una fica calda ed ansimante, un amplesso dietro l’altro. Le arrivavo dento, in bocca, nel culo, trai i seni. Un sessantanove da brividi. Senza tregua, un continuo orgasmo, mio e suo, nostro. L’alba ci sorprese ancora avvinghiati, uno nell’altro, abbracciati con le nostre lingue che ancora battagliavano. Ero spompato, ma continuavo a succhiare le sue tette che sfidavano la gravità, grossi come pompelmi. I capezzoli turgidi, rosso scuro che chiedevano di essere morsi, strapazzati. Il ventre piatto nonostante le due gravidanze, si inarcava ad ogni spasmo. La mia mano sollecitava il clitoride che urlava di volerne ancora. Donna magnifica, sensuale, amante perfetta. Il sonno ci prese ancora nudi e nel pomeriggio una vocina, Sara, “E’ pronto, a tavola, su è ora di svegliarsi porcelli dormiglioni.
Genny, nuda divenne rossa coprendosi con le coperte.
-Genny, le nostre figlie sono cresciute, ne sanno più loro di sesso che noi. Sono grandi e di mentalità aperta, moderne, emancipate. Sono magnifiche. Giusy maggiorenne, Sara tra pochi giorni. Parliamo di sessualità come niente fosse. Su dai, pian piano ti renderai conto che non siamo stati gli unici che alla loro età abbiamo sperimentato il sesso. Non so Sara, ma Giusy e fidanzata. Zitta che non è ufficiale. A Sara piace un ragazzino della stessa scuola, ma non credo sia una cosa seria. Su andiamo a pranzare e facciamo contente le nostre cuoche! Chissà cosa hanno preparato. È bello farsi coccolare.
L’indomani è tutto pronto, anche Anna.
Tutto pronto, Anna, con un permesso scritto, firmato dal padre e dalla madre, con tutte le raccomandazioni possibili ed immaginabili, era pronta dall’alba, fuori la porta. Non bussava per paura di disturbarci. E dal visino assonnato si vedeva che non aveva dormito. Eccitatissima.
-Anna, su entra, che ci fai fuori? Se non fosse che volevo controllare l’auto, che facevi, rimanevi qui fuori al freddo…
-Ma io…
-Dai entra, fai colazione. Ti aspettavamo da un bel pezzo. Dammi la valigia che inizio a caricare la macchina.
Anna è impacciata, eccitata. Confessa che è la sua prima gita fuori dalla città, la prima volta che si allontana da casa e rimane senza genitori per tanti giorni. Nella sua semplicità la vedo più carina delle altre volte, forse perché l’ho vista nuda in quel filmino, la vedo più donna che bambina. Anche lei sta diventando un bocconcino desiderabile. Più minuta di Sara, ha però un corpo più sviluppato. I seni si stagliano benissimo sotto il maglione e nonostante lo spessore della lana, i capezzoli, turgidi, deformano la stoffa. Le gambe ben proporzionate all’altezza, sono ben formate ed il fuson lascia vedere le forme perfette. Una bella ragazzina, insomma.
Finalmente si parte. Direzione Piedimonte Matese. Un’ora e mezza. Quattro chiacchiere, come va la scuola, il ragazzo, tutte cose banali. Anna non è nei panni: schiacciata al finestrino sembra voler memorizzare ogni albero, stradina, boschetto, paese o casa lungo il percorso. Non parla, è immersa nel paesaggio. Per lei è una novità. Mi fa piacere farla contenta, farle scoprire che non c’è solo casa e scuola.
Arrivati! L’accoglienza è festosa. Mio padre, quasi come me, un po’ più vecchio ma con una vitalità che sprigiona da ogni muscolo, e mia madre ancora bellissima e desiderabile sono dei perfetti padroni di casa. Ci aiutano a portare dentro le valige. Caffè, biscotti, marmellate, miele, frutta. pane ancora caldo. Escluso il caffè è tutta loro produzione.
La fattoria è enorme. Più di dieci stanze ognuna con bagno. Una volta fu adibita ad agriturismo, ma le tasse, i dipendenti, ed una concorrenza sleale ed accanita fecero desistere i miei che si dedicarono a quello che sapevano fare meglio: coltivare la terra ed allevare bestiame. Solo sporadicamente e solo ad amici, parenti e conoscenti la fattoria diviene un agriturismo a tutti gli effetti. Qualche volta è sede degli scout.
Prima di assegnarci le stanze, il nonno ci sottopone al solito interrogatorio…. Vuole sapere tutto di tutto.
-Giusy, ti sei fatta grande, quando vieni con il tuo fidanzato a presentarcelo? Ormai sei una dottoressa! A che anno stai? E ti piacciono ancora i cavalli, ora ne ho sei, due da tiro e quattro da corsa. Tutti docili come agnellini. E tu Sara, come vai a scuola? Hai anche tu il fidanzato? Come ti sei fatta grande, l’ultima volta eri davvero piccina. Sei diventata anche tu una donna. Cia Anna, piacere di conoscerti. Sei la benvenuta, sentiti come a casa tua e non fare complimenti. Sei anche tu molto carina.
E baci ed abbracci, soprattutto a Genny ed a Giusy… mio padre apprezza.
Andiamo in camera. Una per me e Genny, una per Giusy. Per Sara ed Anna una camera doppia, due camere con rispettivi bagni unite da una porta. Non era il caso, ma mio padre ha insistito. L’ingresso è sia dalla sala centrale, con uno scalone, che arriva ad un pianerottolo comune, sia esternamente con delle scale che vanno sul cortile e nell’orto. Piena autonomia per gli ospiti con un ingresso indipendente.
La tavola già imbandita: lasagna, pollo allo spiedo, patate novelle al forno, funghi, parmigiana di melenzane, mozzarella, e poi, prosciutto, salame formaggi di tutti i tipi, miele, frutta, pane scuro… Mamma! Quanta roba, ma è per un esercito!!
-A tavola non si invecchia. Figliolo. Mangia oggi che domani chissà.
Un pranzo infinito, il camino acceso dava una atmosfera ancora più rustica e casereccia. Il vino, rosso, forte, generoso era apprezzato anche da Sara ed Anna… forse un po’ troppo. A fine pasto erano brille, ridevano da sole ed erano magnifiche. Uno spettacolo.
-Su ragazze andate di sopra, prima che crollate quaggiù. Siete grandi abbastanza e pesanti per portarvi in braccio.
-Neanche finisco di parlare che sprofondano sulla sedia, addormentate.
-Su forza, papà, portiamole sopra e mettiamole a letto.
-Si Sergio. Scusateci, dopo andiamo a fumarci una sigaretta fuori. Devo sistemare urgentemente l’innaffiatoio dell’orto. È una sciocchezza ma ci vuole più di quindici minuti, devo attendere che scatti. Rientreremo per il caffè. -Papà io non fumo. Fai quello che devi, ti aspetto giù.
E mentre le donne si danno da fare per sgombrare tutto, io prendo in braccio Anna, mio padre Sara. Saliamo lo scalone, metto Anna sul letto e le tolgo le scarpe. Certo che è bella. Le tolgo il maglione. La stanza è molto calda. Le slaccio il reggiseno e le sfilo i collant. Bel pezzo di ragazzina. Mi eccito tantissimo. Le bacio i seni e le metto una mano sul pube. Delizioso fiorellino.
-Anna mi blocca la mano, ahh Sergio, continua. Ne ho voglia anch’io. Da quanto tempo ti desidero. Dai, prendimi. Ora. Chiudi a chiave le porte. Sono ubbriaca, ma pienamente cosciente. La sai, Sara mi ha detto che avete visto il filmino. Poi ti spiego.
-Bella, pronta e vogliosa, la penetro con ardore e mentre le massaggio i seni, gioco con la sua lingua, la penetro con tre dita il sedere. Una scopata meravigliosa, la sua fica stretta, muscolosa mi stringe il pene come non avevo mai provato. Si muove bene, mi asseconda in ogni movimento. La sfondo, ma sembra volerne ancora di più. Allarga le gambe per farlo entrare sino al limite e poi le chiude con forza, intrappolandolo dentro la vagina. La sento tutta. Mirabile. Infinitamente magnifica.
-Dai Sergio vienimi dentro, prendo la pillola.
-Le sborro dentro, ma lei continua a muoversi. Sento gli spasmi del suo orgasmo. Si dibatte, mi morde, diventa selvaggia, mi graffia la schiena e mi spinge ancora più dentro. Il mio cazzo si ribella, è spompato, sento che si sta afflosciando, ma lei insiste. Mille mosse col bacino, mi stringe i coglioni, li spreme. Mi ficca un dito nel culo e magicamente il mio cazzo si riprende. Un animale pieno di libidine. Irrefrenabile. Mi allontana bruscamente e lo prende in bocca. Un pompino strepitoso, succhia forte me lo fa diventare duro come una mazza da baseball.
-La voglio dietro. Tutto dentro.
Con un po’ di fatica la penetro. Le sfondo il culetto. Penso di farle male. Il mio arnese è molto più grosso di quello di Carlo, ma lei lo sostiene benissimo. Si agita e mi aiuta nei movimenti. È tutto dentro, sento il suo sfintere chiudersi con forza, quasi a ricacciarmelo, ma accovacciata alla pecorina spinge il culo sempre più forte verso di me. Movimenti animaleschi. Urla piano ma si sente che gode come una matta. Le arrivo nel culo al culmine del suo e mio orgasmo.
Una esperienza più forte che con quella di Giusy o Genny. Un amplesso selvaggio ed animalesco, non una ragazza, ma una tigre affamata, una pantera in calore.
Non è sazia, vorrebbe ancora, ancora ed ancora, ma giù mi aspettano e non posso trattenermi.
-Anna non mancherà occasione, dai, lasciami andare.
Sciacquata veloce e scendo per il caffè.
Si gira come nulla fosse e si riaddormenta con il sorriso sulle labbra.
Intanto il mio paparino Mette Sara nel letto. La spoglia mentre dorme ancora.
-Dai nonno, fammi compagnia, ho paura di vomitare.
-Volentieri Sara, vedo con piacere che ormai sei una donna, hai un corpo bellissimo, ben armonioso. Sprigioni femminilità e sensualità da tutti i pori. Sei un bocconcino attraente e desiderabile. Dimmi hai mai provato…
-No nonno mi tocco da sola, solo una volta un uomo mi ha fatto avere un orgasmo, ma senza sverginarmi.
-E chi è quello stupido che non ha colto l’occasione di assaggiare questo fiorellino acerbo ed inviolato? Se lo incontro gli darò dello stupido cretino, sarà uno al quale piacciono gli uomini. Lasciare questo gioiello. Deve essere proprio uno stronzo!
-Non dire così… emm ha avuto le sue ragioni. È un uomo magnifico e mi ha promesso che mi farà sua appena si presenterà l’occasione.
-Non ti ho slacciato il reggiseno, mi fai vedere i seni, ed il fiorellino? Dai, forse ho capito di chi stai parlando.
-Nonno, non ti detto nulla. Aspetta che mi spoglio. Ecco, ora sono nuda. Ti piaccio?
Con una manona callosa e dura le accarezza quei seni duri come pere, i capezzoli si ergono svettando su quelle collinette. Un dito le sfiora la passerina. Un gridolino di piacere sprona il nonno ad andare avanti. La bacia con la lingua, le succhia le tette mentre le dita si fanno largo tra le grandi labbra. È già bagnata. La voglia, l’alcool, la novità la eccitano. Si ripresenta alla memoria quell’orgasmo avuto con il papà. Vuole riaverlo, riviverlo. Ancora eccitata dalla notte precedente alla vista del papà e della mamma avvinghiati in mille effluvi.
-Dai nonno, fammi sentire donna, caccialo fuori che lo voglio in bocca mentre tu me la baci. Penetrami con la lingua, fammi raggiungere un orgasmo.
-Si Sara, farò come Sergio, forse qualcosina in più. Ti piace essere maltrattata un po’? Si puttanella del nonno? Porca del papà, il nonno ora ti arriva in bocca e tu lo ingoi tutto. Si sgualdrina? Ti piace?
A bocca piena – Si nonno continua, mi piace ed essere chiamata puttana, sgualdrina, si sono la tua puttana, la cagna di papà, la tua troia.
-Ed adesso girati, mettiti alla pecorina che ti sfondo il culo. Non ti farò male, te lo prometto.
Sara non se lo fa ripetere due volte. Ancora con la sborra che gli cola dalle labbra si accovaccia sul letto con il culo a pizzo. Il nonno lubrifica con la saliva il suo cazzo che è più piccolo di quello di Sergio. Forse è per questo che acconsente senza timori… Già immagina il cazzone del padre che si fa largo nel suo culetto stretto.
Il nonno preme piano, mentre con un dito sollecita il clitoride. Sara gode di piacere. -Piano, fai piano. Dai entra, sento dolore ma mi piace. Il nonno continua la penetrazione. Il culetto inviolato fa resistenza, poi si apre, si rilassa ed il cazzo entra tutto dentro. Sara urla di piacere.
-Dai nonno mi piace. Si sfondami il culo, sono la tua puttana, la tua vacca. Fammi sentire tutta la tua virilità. Fammi tua. Dai, più dentro. Continuaaaa. È bellissimo. Continua con il dito nella fica. Pizzicami il clitoride, metti anche due, ti sento tutta dentro, anche davanti. Uhhh che bello, siii nonno sborrami dentro. Voglio essere la tua zoccola.
-Ohh Sara sei fantastica, sei una baldracca insuperabile. Hai un culo meraviglioso. Sei vogliosa come una lupa in calore, come una puledra sotto il cazzone di un cavallo. Prendilo tutto. Tutto dentro sino al pancino, sino all’ombelico.
-Dai nonno, che ci tieni in quelle palle? Svuotale tutte, Fammi sentire il tuo sperma colare dalle natiche.
-Arrivoooo. -Anch’ioooo. Urlano entrambi di piacere assoluto.
Il nonno si svuota completamente. Sara va a lavarsi.
-Nonno sei stato magnifico. Mi brucia un poco, ma è stato bello. Però adesso non vedo l’ora che papà mi svergini. Ora ho due amanti. Due magnifici stalloni.
Torna a letto e riprende sonno.
Continuo?

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