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Racconti Erotici Etero

LE CINQUE GIORNATE DI MILANO

By 30 Luglio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ una folla immensa quella che la mattina di sabato 18 marzo 1848 si raduna in Piazza Mercanti, davanti al palazzo del Governatore Spaur, per chiedere riforme.
Il giorno precedente la notizia delle dimissioni del Metternich, che seguivano a un periodo di rivolte e concessioni in vari stati dell’allora divisa Italia, aveva convinto i vari Casati, Manara, Cattaneo, Litta ed altri, pur divisi dai progetti politici, ad unirsi per iniziare quello che volevano fosse il cammino verso la liberazione dalla dominazione austriaca.

La manifestazione, inizialmente pacifica, diventa un vero e proprio assalto. L’O’Donnel, in rappresentanza dello Spaur che era andato a Verona, firma alcune concessioni.
Il popolo milanese insorge compatto costruendo barricate nelle vie, dissestando le strade per impedire cariche di cavalleria, utilizzando case e tetti per bersagliare dall’alto i soldati austriaci.

‘ Signora Franca, vada via. Ci sono gli austriaci di là ‘

E’ l’avvertimento che Franca, vedova quarantenne, riceve da un conoscente mentre percorre le vie. Sta cercando suo figlio Martino, da ore non ha notizie di lui e il fermento, le grida, il rumore degli spari, la preoccupano.
Vede una barricata. Lì sopra, appollaiati, dei cittadini milanesi tirano schioppettate contro qualcuno dall’altra parte.
Si avvicina senza paura, il cuore di una mamma non teme nulla quando ci sono i figli di mezzo. Cerca, nella confusione, nel rumore, nell’odore acre della polvere da sparo, di vedere se tra quelle persone c’&egrave suo figlio. Sono giovani ed anziani, in abiti da lavoro sdruciti o in eleganti completi. Non c’&egrave differenza di ceto o di età, sono lì tutti insieme contro il nemico comune, impauriti ma decisi, sudati e scarmigliati, un unico pensiero: lottare.

Avvicinandosi vede che dall’alto delle finestre e dei tetti qualcuno spara o getta tegole. Si avvicina più che può e le pare di vedere un giovane, accasciato quasi sulla sommità della barricata, che somiglia a suo figlio. In preda al terrore corre, si arrampica, gira il corpo esanime e con un sospiro di sollievo vede che &egrave uno sconosciuto.

‘ Signora Franca .. vada via, qui sparano. AAAAHHHHH’ ‘

Si ritrova a terra, spinta da un corpo che le &egrave caduto addosso. Lo guarda e riconosce un suo vicino di casa intuendo che l’uomo l’ha spinta via prendendosi una pallottola al suo posto.

Scende dalla barricata per soccorrerlo, segue con ansia due giovani che l’hanno sollevato per portarlo via. Non vanno molto distante, una decina di metri indietro, in un portone di una casa disabitata. Li segue per le scale, in una stanza al primo piano, e li vede poggiarlo con delicatezza su un pagliericcio per correre subito via.

‘ Signora, pensi lei a lui, faccia quello che può, noi torniamo in strada. Se vediamo un dottore glielo mandiamo. ‘

I due giovani spariscono lasciandola sola con l’uomo che perde sangue da una ferita al petto. Non sa cosa fare Franca. Istintivamente tampona la ferita stracciandosi la sottogonna e riuscendo a fermare l’emorragia, ma l’uomo non riprende conoscenza. Impaurita, gli resta al fianco sentendo i rumori per la strada farsi più vicini e poi più lontani. Si affaccia e vede delle divise austriache. Torna dentro, chiude la porta e la barrica con un mobile spostato a fatica.

Dalla finestra la luce del giorno si fa più fioca.
Il trambusto di una folla che corre la atterrisce. Dalla finestra vede un fiume di gente correre urlando:

‘ Hanno preso il Bolza, hanno preso il Bolza ‘

Lei sa chi &egrave Luigi Bolza, uno sbirro odiato da tutti i milanesi. Non riesce a capire se &egrave lì prigioniero della folla o stanno correndo dove l’hanno preso. Non riesce a spostare velocemente il mobile e rinuncia tornando ad accoccolarsi vicino l’uomo. Nella penombra lui si scuote:

‘ Signora Franca, deve andare via, gli austriaci possono arrivare in ogni momento. ‘

La voce &egrave debole, il volto dell’uomo &egrave segnato.

‘ Non posso, sei ferito ‘

L’uomo cerca di mandarla via ancora ma lei resiste. Lui si chiama Giovanni, lei lo conosce bene perché, passato il periodo di lutto, le ha fatto una corte serrata che lei ha respinto solo perché doveva crescere il figlio adolescente.
L’uomo si assopisce e poi si risveglia.

‘ GLI AUSTRIACI’ SCAPPA! ‘

Urla non si sa a chi. Franca trova una brocca di acqua e, strappato un altro pezzo della sottogonna, gli bagna la fronte imperlata di sudore. Cerca di farlo bere riuscendoci appena e lui alterna momenti di lucidità a momenti di delirio, preda della febbre.

‘ Franca, dovete andare via, io sono spacciato oramai. ‘

‘ No Giovanni, non vi lascio così. ‘

Fuori &egrave quasi notte e la donna fortunatamente trova una lampada ad olio che illumina fioca l’ambiente. Alla nuova luce l’uomo si desta ancora, delira.

‘ Franca’ sei qui’ quante volte l’ho desiderato. Lasciati baciare. ‘

La donna non sa opporsi, anche se potrebbe, alla debole stretta dell’uomo. Gli concede le labbra in un bacio umido e veloce.

‘ Che felicità Franca, quanto ho invidiato la buonanima del vostro marito. ‘

L’uomo si accascia ancora sul pagliericcio ma non smette di parlare, sempre a metà tra la lucidità ed il delirio:

‘ Vi ho desiderata da sempre Franca, e ci volevano due grammi di piombo austriaco per ottenere un bacio da voi. ‘

‘ Tacete Giovanni, state male. Non dovete parlarmi così. ‘

‘ Voglio farlo Franca, voglio dirvi tutto quello che provo. ‘

‘ Lo farete quando starete meglio, adesso riposate, vi prego. ‘

‘ No Franca, io non starò mai meglio, e voglio dirvi quante volte vi ho sognata così, vicina a me. Datemi un altro bacio, ve ne prego, io non ce la faccio ad alzarmi. ‘

Turbata, la donna si china poggiando le labbra su quelle bollenti di lui.

‘ Grazie Franca, voi mi fate felice. In tutti questi anni vi ho ammirata da lontano dopo che mi diceste di no. ‘

‘ Ho dovuto farlo, dovevo crescere il mio Martino, non sarei stata una buona moglie ‘

‘ Volete dire che’ ‘

Franca parla sinceramente vedendo l’uomo sofferente.

‘ Sì, siete un bell’uomo Giovanni, non mi eravate indifferente. ‘

‘ Ed ora? Ora vi piaccio ancora un poco?’ GLI AUSTRIACI, dove sono? ‘

Lo scatto per sollevarsi e la repentina ricaduta sul pagliericcio delle spalle dell’uomo spaventano Franca ancor più della frase delirante. Sente, vede, l’uomo andarsene poco a poco, ed in quella stanza, loro due soli e la miseria del mondo fuori, si lascia coinvolgere.

‘ Sì Giovanni, mi piacete ancora’ ‘

‘ Un altro bacio Franca, vorrei morire sulle vostre labbra. ‘

‘ Non parlate così, presto arriverà un dottore’ ‘

‘ No, non ho speranza. Datemi un altro bacio. ‘

Quando le labbra si staccano Franca scopre che vuole continuare a baciarlo.

‘ Vi prego Franca, fatemi andare col ricordo di voi, del vostro seno’ ‘

Giovanni allunga una mano senza riuscire a raggiungerla e Franca, presa dal vortice delle emozioni, osa ciò che mai avrebbe pensato.

‘ State giù Giovanni, non affaticatevi, ecco’ ‘

Con fare impacciato slaccia il davanti dell’abito, lo abbassa, abbassa anche la camicia mostrando i seni floridi, prendendo una mano di lui e portandosela al petto.

‘ Ecco, fate pure Giovanni, ora sono vostri. ‘

L’uomo la palpa con bramosia, gli occhi lucidi, un nuovo vigore che pare percorrerlo.

‘ Che belli che sono, che morbidi. Oh quanto li ho sognati. ‘

La mano scivola dal seno e ricade sulla coscia coperta di lei, vi si ferma carezzevole.

‘ E le vostre gambe Franca, devono essere belle e tornite. Vi prego, mostratemele. ‘

Senza esitare la donna si rialza slacciandosi la gonna e lasciandola cadere a terra. Una piccola esitazione per l’imbarazzo ed i mutandoni la seguono mostrando all’uomo la parte inferiore del suo corpo, compreso il cespuglio rigoglioso, completamente nuda.

‘ Sono già morto e questo &egrave il paradiso ‘

‘ No Giovanni, &egrave la realtà. Ecco, toccate le cosce che tanto bramavate, carezzatele come più vi piace. ‘

Franca si &egrave inginocchiata ancora vicino all’uomo e gli permette di carezzarla lievemente.
Non si vergogna Franca, anche se pensa che dovrebbe, vuole solo accontentare quell’uomo disteso e senza forze.

‘ Oh che bello. Se solo potessi farvi felice’ ‘

Giovanni cerca di alzarsi senza successo, desideroso di abbracciare e possedere la donna sempre sognata. Un gemito di delusione gli fuoriesce dalle labbra, guarda implorante la donna sopra di lui, e quello sguardo smuove qualcosa in lei:

‘ State giù Giovanni, faccio tutto io. ‘

Ancora incerto se sia un sogno febbrile o la realtà, Giovanni vede la donna chinarsi su di lui.
Le braghe gli vengono aperte, sente l’aria fresca sulla punta dell’uccello teso e poi una sensazione di caldo che lo fa gemere. Non riesce ad alzarsi e può solo immaginare la bocca che sale e scende su di lui, la lingua che vortica intorno al glande. Geme ancora, e ancora, più forte, incredulo di quello che gli sta capitando. Di nuovo la sensazione di fresco e negli occhi l’immagine di lei che si alza con una strana espressione, gli si mette a sedere sopra e Giovanni si sente sprofondare in un forno rovente.

‘ ooooohhhhhhhhh. Franca’ sono dentro di voi’. Sono dentro di voi’ ‘

La donna si muove piano a causa della ferita; sono soprattutto brevi movimenti delle pelvi, contrazioni dei muscoli interni, ma bastano ad entrambi per far salire l’eccitazione.
Ora gemono assieme, lui gli occhi chiusi, le mani posate sulla pelle nuda dei fianchi di lei, accompagnandone il movimento, incapaci di stringere ma decise a rimanere; lei guardando le smorfie di piacere dell’uomo, assaporando emozioni che non pensava di poter rivivere dopo la morte del marito.

L’amplesso continua mentre le ombre si allungano ed il buio incombe sulla Milano martoriata, ma in quella stanza i due si sono ritagliati un universo tutto loro in cui null’altro esiste, null’altro &egrave importante.
Franca sente il piacere avvicinarsi, contrae con più forza i muscoli vaginali, con la mano corre a sfiorarsi il clitoride sentendo l’uomo fremere sotto di lei, cercare di inarcarsi, ricadere sul giaciglio mentre fiotti bollenti la riempiono e lei gode serrando le labbra.

Quando tutto &egrave finito si china in avanti, poggia le labbra su quelle esangui dell’uomo. Lo vede sorridere felice, cercare di dire qualcosa e poi non c’&egrave più, &egrave solo un corpo abbandonato senza più respiro.

Piange Franca mentre si alza e amorevolmente lo ricompone. Si riveste con lentezza e si dirige verso la porta girandosi un’ultima volta.

‘ Addio Giovanni, e grazie ‘

Poi sposta il mobile ed esce per continuare la ricerca del figlio. E’ il secondo giorno dei tumulti a Milano.
Il Viceré Ranieri Giuseppe &egrave a colloquio con i suoi sottoposti.

Si Rivolge al Generale Radetzky

‘ Josef, fammi il punto della situazione ‘

‘ Eccellenza, i rivoltosi sono molti ma male armati, per lo più con fucili presi dai musei anche se ne hanno sottratti diversi ai nostri soldati, però hanno innalzato barricate praticamente in ogni via, dissestando il selciato e cospargendolo di ferri e vetri per impedire l’uso della cavalleria, e dai tetti e dalle finestre ci tirano addosso di tutto.
Io ho circa 18.000 uomini a disposizione ma ogni pattuglia, ogni contingente che mando per quelle stradine rischia di essere perduto. Per adesso ci siamo asserragliati sulle mura e nel castello sforzesco. Ho messo gli jager sulle guglie del duomo e da lì bersagliano chiunque si faccia vedere. Purtroppo devo riferire che l’assalto al palazzo del governatore non ha avuto esito positivo. Pensavamo di catturare i capi della rivolta, quelli del club della Pasticceria Cova, ma ci sono sfuggiti e ci dicono che siano rintanati in Via Montenapoleone.
Sto pianificando un piano sia per catturarli che per riconquistare le strade. ‘

‘ La situazione &egrave delicata Josef, soprattutto politicamente. L’esercito di Carlo Alberto &egrave vicino, pronto ad intervenire, e adesso che l’O’Donnel &egrave stato costretto a fare quelle concessioni’ Il Governatore Spaur &egrave fugg’ si &egrave ritirato a Verona e dovrebbe mandarci rinforzi, ma &egrave il fattore tempo che ci condiziona, ogni giorno in più &egrave una tentazione per i piemontesi. So che Manara e Casati vogliono chiedere l’intervento di Carlo Alberto. Fortunatamente sono contrastati dal Cattaneo e dal Litta ma non so fino a quando resteranno divisi. ‘

‘ Forzerò i tempi Eccellenza. ‘

‘ Bene, conto su di te ‘

Uscendo, il generale incrocia il Conte Janosz che con aria affranta lo blocca.

‘ Generale, dovete aiutarmi. Mia figlia, la contessina Sissi, non riesco a trovarla. ‘

‘ Conte, c’&egrave una rivolta in corso, non posso certo dare la priorità alle ricerche, ma rivolgetevi al mio attendente e vedremo cosa si può fare. ‘

La contessina Sissi, 20 anni, figlia primogenita del Conte Janosz, non &egrave semplicemente scomparsa. No, &egrave in una casa vicino al Duomo e con lei c’&egrave il suo innamorato segreto, un giovane nobile italiano di nome Andrea. Lei non si interessa di politica e si &egrave infatuata di quel bel ragazzo così distinto e ricercato senza sapere che fa parte della cerchia del Marchese Gabrio Casati, uno dei capi della rivolta.
Ai primi rumori della sommossa, lei ha perso di vista i genitori, nel mentre tutti gli austriaci cercavano l’aiuto e la protezione delle truppe occupanti, e vistasi sola ha vagato per le vie cercando il suo innamorato. E’ stata fortunata, benché riconosciuta come austriaca ed oggetto di laide e non volute attenzioni da parte di qualche uomo, il suo perfetto italiano e il nome di Andrea hanno convinto qualcuno a condurla da lui, su una barricata posizionata strategicamente per tenere sotto controllo una delle vie di deflusso dal Duomo. Il ragazzo se l’&egrave vista arrivare all’improvviso, trovandosela tra le braccia, e sotto i commenti sarcastici degli altri l’ha condotta al primo piano di una casa lì accanto.

‘ Sei stata una pazza, potevi morire. Io ti facevo al sicuro al Castello insieme ai tuoi. Qui &egrave pericoloso. ‘

‘ Oh amore mio, dovevo venire da te, dovevo vederti. ‘

Nell’ombra della stanza i due giovani abbracciati si rinnovano le loro promesse d’amore dimenticando tutto ciò che li circonda.
I loro baci appassionati diventano più profondi, la mano di lui si protende nella scollatura dell’abito di lei carezzandole i seni, e la ragazza risponde con più foga ai baci, sentendosi riempire di calore.

Il pagliericcio &egrave a pochi passi ed &egrave naturale che i due vi si avvicinino e vi si lascino cadere persi l’uno nell’altra. Le carezze impetuose del ragazzo fanno da contraltare a quelle ugualmente appassionate ma goffe di Sissi, che non trova il coraggio di slacciare le braghe di lui e si limita a carezzarne il turgore da sopra la stoffa. La passione li prende portandoli con se in un mondo solo loro.

‘ Aiutami a spogliarmi ‘

Sussurra lei nella bocca di lui, e subito glielo impedisce riappropriandosi della bocca tumida.
A tentoni, continuando a baciarsi, i due si spogliano. Dell’essenziale l’uomo, più laboriosa l’opera della donna che comunque rimane con la biancheria intima togliendosi infine anche quella. Nuda, la pelle arrossata da un pudore istintivo, Sissi si copre i seni ed il pube.
La muta ammirazione di lui le dà coraggio, le fa allontanare le mani dal corpo. Si offre con ardore anelando i suoi baci. Si rannicchia tra le braccia forti del ragazzo e apre appena le gambe per permettere alla mano di lui di raggiungerla nel suo posto più intimo. Geme Sissi alla carezza che la fa impazzire, muove le anche per andare incontro alla mano, alle dita che la frugano curiose e che bagna copiosamente dei suoi umori quando gode, l’urlo smorzato dalla bocca di lui.

Affannata, rossa in viso, lo guarda con aria furbetta scivolando via tra le sue braccia, respingendo il tentativo di trattenerla, sdraiandosi di lato, la testa poggiata sulle gambe di lui vicino all’inguine. Impacciata, prende nella mano il cazzo eretto. Ancora non &egrave avvezza a elargirgli quella carezza che ha sempre considerato proibita, ma oggi vuole osare di più, sa che lo stupirà. Languidamente poggia la lingua aperta sulla cappella gonfia, la fa scivolare su un lato, poi sull’altro. Apre appena le labbra a racchiudere forse un centimetro della carne bollente, succhia forte.

‘ AAAAAAAHHHHHH. Sissi’ dove hai imparato’ ‘

Lei lo guarda dal basso, arrossendo ancora di più.

‘ Ho chiesto alla mia dama di compagnia cosa piace a voi uomini’ a te piace? ‘

‘ Oh sì, sì’ mi piace da morire. ‘

‘ E allora lo farò ‘

Adesso non può più parlare Sissi, la bocca riempita dalla dura verga. Segue i consigli della dama di compagnia e poi l’istinto, ripassando nei punti dove lo ha sentito vibrare, fremere di piacere. Cerca di prenderne in bocca più che può, avverte uno spasmo all’ugola ma non demorde e con cautela fa scomparire tra le sue labbra i due terzi della lunghezza. Di più non riesce ma &egrave abbastanza per il ragazzo che si affretta a staccarla da se per timore di goderle così, in bocca. Si ripromette di provare un’altra volta quel tipo di piacere ma ora l’urgenza &egrave un’altra.
Con gioia lei si fa distendere sul giaciglio, apre le gambe, lo accoglie e si muove insieme a lui fino all’apoteosi che li coglie quasi insieme: prima lei deliziata dalle sensazioni che le corrono per tutto il corpo, poi lui, attento ad uscire per eruttarle sul pancino bianco latte.
I due amanti si scambiano tenere carezze sulla pelle, strettamente abbracciati, solo allora rendendosi conto del rumore che, da diversi minuti, proviene dall’esterno.

Grida, urla, spari.

La pattuglia austriaca li sorprende ancora abbracciati e un colpo di baionetta stronca il tentativo di lui di alzarsi.
Sissi guarda sconvolta il suo amore cadere agonizzante sul pavimento, ma già &egrave stata afferrata da mani rudi che la alzano, la spingono. Voci in più lingue la insultano. Le capisce tutte.

‘ Maledetta baldracca italiana. Ti piace scopare? Adesso proverai i cazzi di veri uomini ‘

Vorrebbe gridare Sissi, dire che &egrave austriaca anche lei, però la sua bocca &egrave tappata da una mano sporca, che odora di polvere da sparo.
Più mani la tengono ferma sul giaciglio mentre a turno i soldati si calano i pantaloni e le salgono sopra. Continuano ad insultarla, godendo uno ad uno dentro di lei. Ebbri di sangue dopo aver conquistato la barricata e fatto fuggire i pochi difensori italiani, i soldati sfogano su di lei la rabbia, la paura della morte, la voglia di vendetta.

‘ Ehy, alla troia sta piacendo. Guardate, muove le anche. ‘

Una risata generale risponde alla frase del soldato che in quel momento &egrave tra le gambe di Sissi.
Non ha mentito, &egrave vero che le anche si sono mosse, ma non per il motivo che pensa, non a causa sua.
Sissi si sente estraniata. Il suo corpo viene abusato ma la sua mente vaga libera e, non riuscendo a accettare la situazione, si rifugia in un mondo tutto suo, dove lei e Andrea si amano come stavano facendo poco prima. Gli occhi fissi in quelli dell’amato poco distante, Sissi immagina di star facendo l’amore con lui. Il resto &egrave solo frizione meccanica di carne contro carne, nella sua testa &egrave Andrea che la sta possedendo e lei gli risponde con ardore, con il corpo che si agita anche nella realtà.

‘ Sì amore mio’ prendimi’ prendimi, sono tua, solo tua. ‘

Dice nel sogno ad occhi aperti, ma nessuna parola esce veramente dalla sua bocca.
L’amplesso onirico prosegue e lei nemmeno sente i commenti della soldataglia quando si bagna. Il corpo risponde agli stimoli della mente ma &egrave nel sogno che Sissi geme e incita Andrea a fare più forte, a farla godere. Anche quando la rigirano e la pongono a quattro zampe, si agita non per sottrarsi ma per mantenere il contatto visivo con l’amato.

Il dolore che prova nel momento in cui le forzano il piccolo ano vergine arriva appena nel suo mondo distante. Urla, &egrave vero, e le sue urla fanno ridere i mascalzoni che la stanno violando, ma Sissi, dentro di lei, geme ancora invocando il suo bell’amante italiano.

Andrea assiste impotente alla scena. Disteso sul pavimento, senza forze, sente la vita sfuggirgli dalla ferita al ventre. Sarebbe facile lasciarsi andare, addormentarsi per non sentire più il dolore atroce che prova, ma gli occhi di lei lo distolgono, lo incatenano. L’amore che promana da quello sguardo fa dimenticare anche a lui la sofferenza, come se il mondo etereo di Sissi lo avesse avvolto. Assiste passivo cercando di comunicarle tutto il suo amore, sorride quando lei gli sorride, socchiude le labbra quando lo fa lei e lentamente sprofonda nell’oblio.

Al termine, quando ognuno ne ha avuto abbastanza, i soldati si tirano su i calzoni, si riassettano le divise, riprendono le armi commentando l’un l’altro la propria ‘prodezza’, abbandonando Sissi distesa sul pagliericcio. Non si accorgono nemmeno di quando lei inizia a strisciare sul pavimento verso Andrea, di quando prende la sua mano e la stringe forte, lo fanno solo al momento di andarsene.

Sissi si &egrave ritrovata improvvisamente libera e, come può, si muove verso il ragazzo steso. Nel suo sogno lui la chiama e lei accorre. Centimetro dopo centimetro si avvicina fino a stringere la mano che già si fa fredda. Lo chiama senza voce e sorride felice sentendo nella mente la voce di lui che la chiama a sua volta. Nemmeno si accorge della baionetta che le penetra nella schiena inchiodandola al pavimento. ‘ Contessa Mantega, &egrave sempre un piacere vederla ‘

‘ Caro Conte Hubner, il piacere &egrave mio. Sono sinceramente dispiaciuta di aver dovuto annullare il ricevimento ma comprenderete di certo che non era possibile. ‘

‘ Certamente Contessa, però più che annullato direi solo rinviato. Presto torneremo a controllare la città e ci sarà agio per i festeggiamenti. ‘

‘ Non vedo l’ora. Tutta questa confusione &egrave così’ fastidiosa. Si figuri che la mia servetta questa mattina non &egrave riuscita a trovare della verdura fresca. Dicono che non si può uscire dalla città. ‘

‘ E’ vero Contessa, Il Generale Radetzky ha dato ordine che nessuno entri od esca dalla città, mentre lui vuol tenere i soldati divisi tra le mura ed il Castello in attesa di rinforzi, ma entro un paio di giorni si muoverà per riconquistare le strade. Vedrò se posso farle avere un salvacondotto se desidera allontanarsi per qualche tempo. ‘

‘ Oh no, non ho paura di qualche esagitato. E’ solo il fastidio di non poter essere liberi, ma passerà. ‘

‘ Certamente Contessa. Venga l’accompagno dal Viceré. ‘

Carla Mantega Contessa di xxxxxxx, giovane vedova e amante del Conte Hubner. Dichiaratamente filoaustriaca e nascostamente amante di un giovane aristocratico della fazione di Gabrio Casati. Segue il suo amante ‘ufficiale’ per i saloni del Castello Sforzesco ed intanto pensa a come fare per dare l’informazione appena ricevuta al suo amante ribelle.
Nell’anticamera del Viceré , in attesa che termini una qualche riunione, resta da sola, lontana da sguardi indiscreti, insieme al Conte Hubner che ne approfitta subito per prenderla tra le braccia e tentare di baciarla. Lei si schermisce con la scusa del luogo e della possibilità di essere sorpresi. In realtà &egrave compiaciuta dall’irruenza dell’uomo completamente preso da lei.

‘ Suvvia Conte, potrebbe arrivare qualcuno e se ci vedessero’ ‘

‘ Mia amata, tutta Milano immagina già di noi, diamo aggio ai pettegoli di poter dire qualcosa di concreto e piccante. ‘

La foga dell’uomo vince le tenui resistenze della Contessa che si lascia trasportare verso una finestra nascosta da pesanti tendaggi e lì, parzialmente occultati, si lascia baciare ed accarezzare i seni dal Conte.

‘ Contessa voi mi farete morire uno di questi giorni. Sentite come vi desidero’ ‘

Nel dirlo l’uomo ha preso la morbida mano di lei, coperta da un vezzoso guanto, e se l’&egrave portata all’inguine facendole toccare la propria durezza nascosta dalla stoffa.

‘ Non siate villano Conte, pretendete forse che io per appagare le vostre voglie mi alzi la sottana e mi conceda qui dove tutti possono vederci? ‘

E’ un gioco il loro, un tira e molla costante che inscenano davanti agli altri o anche, come in questa occasione, quando sono da soli. Sanno bene di cosa sono capaci entrambi quando sono soli e senza vestiti: lui pieno di voglie strane, lei ben disposta a seguirlo nelle sue fantasie.

‘ Non potete lasciarmi così, che figura ci farei davanti ai notabili se mi vedessero con le braghe gonfie. Sarebbe la fine della mia immagine. ‘

‘ Oh povero Conte, non potrei certo lasciarvi così nell’imbarazzo. E’ possibile che io possa aiutarvi. ‘

La mano sull’inguine ha carezzato l’uomo per tutto il tempo, e quando lui apre la patta facendo fuoriuscire il membro in erezione, se ne impadronisce muovendolo ritmicamente.

‘ Quanta dolcezza nella vostra mano Contessa, ma se voleste osare di più penso che faremmo più in fretta. ‘

‘ Siete un villano ed un impertinente Conte, ma chi sono io per oppormi ai vostri voleri? ‘

Cessata la pantomima, la Contessa si china in avanti e, scoperto bene il glande, vi racchiude intorno le labbra succhiando con forza. Il gemito dell’uomo &egrave la miglior risposta e la Contessa comincia a sentirsi eccitata a sua volta dal gioco. Però &egrave cosciente che da un momento all’altro qualcuno potrebbe arrivare, la porta del Viceré aprirsi, così si impegna come sa fare, succhiando e leccando con ardore il cazzo sempre più teso che dopo breve tempo le esplode in bocca densi e abbondanti schizzi di sperma. Fa fatica a non perderne neppure una goccia lasciando così una traccia evidente dietro il tendaggio, né può rischiare che uno schizzo le arrivi addosso lordandola. Così stringe più forte le labbra e deglutisce il seme man mano che sgorga dal cazzo sussultante nella sua mano.

Al termine, mentre il Conte si riassetta guardandola con un sorriso felice, lei si netta ostentatamente l’angolo delle labbra con un fazzolettino.

‘ Siete un vero maniaco Conte, ed io povera donna sono costretta a soggiacervi in queste cose così oscene. Chissà cosa penserete di me. ‘

‘ Che siete adorabile Contessa, e che mi avete fatto felice. La mia adorazione per voi cresce ogni giorno di più. Spero di potervi vedere questa sera. ‘

In quell’istante le porte si aprono e diverse persone escono salutando cortesemente la coppia che pare conversare tranquillamente in un angolo.

E’ sera. Nella casa della Contessa Mantega una finestra &egrave illuminata dal fioco riverbero di candele accese. Sul letto, nuda e deliziosamente sazia d’amore, la Contessa poggia il capo sul petto forte del giovane Mario raccontandogli, dopo le fatiche d’amore, quel di cui &egrave venuta a conoscenza.

‘ Quindi Radetzsky per un paio di giorni starà buono. Meglio, ci permetterà di risolvere qualche piccolo problema tra di noi. ‘

‘ Ancora i mazziniani? ‘

‘ No, con loro c’&egrave un accordo di massima per chiedere l’aiuto di Carlo Alberto. Il problema sono il Cattaneo ed il Terzaghi, i democratici riformisti. Non vogliono che il Piemonte si intrometta nelle nostre questioni, e forse hanno anche ragione ad avercela col Savoia, ma senza il suo aiuto non so se riusciremo a diventare liberi. ‘

‘ Basta parlar di politica amor mio, da qui vedo che il tuo amico più intimo si sta risvegliando ‘

Il giovane ride. L’età, il corpo nudo ed eccitante della Contessa, non ultimo lo scherzare di lei che gli soffia di tanto in tanto sui genitali, producono un nuovo principio di erezione.

‘ Non &egrave mai sazio di te cuore mio, guarda che effetto che gli fa la tua sola presenza. ‘

I due sono giovani, lei qualche anno più di lui, e uniti dal sentimento e dalla fazione sono felici anche solo del sentirsi pelle contro pelle.

‘ Mario, potremo mai farci vedere insieme alla luce del sole? ‘

‘ Presto tesoro caro, presto cacceremo gli austriaci e tutto sarà diverso. ‘

‘ Lo spero tanto, ma ora pensiamo a noi ‘

L’uccello che si sta ergendo a pochi centimetri davanti ai suoi occhi risveglia gli appetiti della contessa e lei lentamente scivola in giù, accostando le labbra, protendendo la lingua nella carezza che sa lui adora.

‘ Mi farai morire così, ti prego, prendimi dentro, prendimi in te. ooohhhhhhhh .-

La preghiera di Mario &egrave subito esaudita dalle labbra morbide di lei che circondano l’asta tesa e scendono, scendono fino ad arrivare a contatto con i peli del pube. La risalita &egrave altrettanto lenta, costellata dai colpi di lingua, corredata dalla mano che carezza i testicoli gonfi.
La contessa ‘gioca’ con il cazzo di lui per un po’ fino a che la sua stessa voglia la spinge a sollevarsi e mettersi sopra di lui.

Con entrambe le mani lo afferra, lo guida, si fa penetrare e lo cavalca portandosi le mani di lui ai seni. I loro gemiti risuonano nell’aria correndo insieme verso l’acme, quando lui sente di non poter resistere più e la avverte consentendole di togliersi poco prima che getti di sperma caldo volino in aria, aiutati dalla mano di lei, colpendole il ventre, ricadendo su quello di lui che generosamente, ripresosi dal piacere, insiste con le dita sul fiore di lei facendola godere a sua volta. Poi sono ancora distesi, tenendosi per mano, i volti a contatto, spiluccando teneri baci.

‘ Signora Contessa, il Conte Hubner chiede di essere ricevuto ‘

La voce della fantesca, dietro la porta, li risveglia dal torpore. Lei balza a sedere e si infila velocemente una vestaglia.

‘ Maledizione, il tempo &egrave volato. Fuggi amore mio, non deve vederti. ‘

‘ non voglio lasciarti, quel maiale vorrà averti, vorrà stendersi qui dove siamo noi ora. ‘

‘ Non essere geloso amor mio, lo sai perché lo faccio. Ecco, prendi i tuoi abiti ed esci dalla porticina nascosta. Domani ci rivedremo e forse saprò altre cose. ‘

‘ A domani amore mio, conterò i minuti. ‘

Uscito Mario, la Contessa fa entrare la fantesca scambiando con lei un’occhiata d’intesa. La lascia rassettare il letto sconvolto dalla battaglia d’amore appena conclusa e poi si fa aiutare per poter accogliere l’Hubner, in attesa nel salotto, al meglio.

Non appena la fantesca lo introduce e li lascia soli, l’uomo si inginocchia vicino alla Contessa seduta su una poltrona, le prende la mano e la riempie di baci mormorandole parole piene di passione. E’ una cosa che la Contessa odia, pur apprezzando le virtù amatorie del Conte, perché le parole la fanno pensare, la fanno desiderare che ci sia Mario a dirgliele. E’ un sentimento che prova ogni volta: la ripulsa prima del desiderio, i minuti in cui vorrebbe congedare il Conte con una scusa ed invece si trattiene per potergli carpire informazioni, minuti che precedono quelli in cui si abbandona alla passione, quelli in cui non pensa a Mario o alla politica ma solo al proprio piacere.
E quei minuti arrivano presto, col Conte che &egrave in stato di eccitazione sin dal breve incontro del mattino, come chi assaggia un antipasto due ore prima del pranzo vero e proprio.
La Contessa si lascia sciogliere ed aprire la vestaglia rivelandosi completamente nuda, celiando per far credere che &egrave così per lui e l’uomo, abbagliato dalla sua bellezza, si inorgoglisce palpeggiando a piene mani quel corpo che ben conosce.

Sul letto, tolti gli abiti ed ogni pudore, i due si avvinghiano carezzandosi con foga, baciandosi intensamente, rotolandosi nel tentativo, ognuno, di essere sopra, di dominare l’altro. Quando finalmente si sente aprire dal cazzo durissimo, la Contessa cessa ogni movimento, assaporando ogni istante, ogni centimetro della penetrazione. E’ un momento che le piace tantissimo, in cui l’attesa della successiva spinta le provoca spasmi di desiderio e la curiosità di vedere fin dove arriverà, fin dove lo sentirà. E quando &egrave completamente in lei ed il Conte la abbraccia stringendola forte, allora lei comincia a muoversi, a farglisi incontro, a roteare le anche godendo e strappando versi di piacere all’uomo.
Sono amanti da tempo, sanno entrambi che &egrave solo l’inizio, un modo di sfogare l’eccitazione prorompente, il bisogno impellente prima di dedicarsi a giochi piacevoli ed appaganti.

E difatti il Conte non dura molto. Stretto dalla carne bollente di lei, si muove avanti e indietro furiosamente fino a riempirla del proprio seme, riuscendo a farla godere a sua volta di un orgasmo che &egrave pallida immagine di quelli che verranno.
Nel tempo che segue, languidamente stesi sul letto, conversano ed &egrave così che solitamente la Contessa, con fare furbesco, riesce a far parlare il Conte, carpendogli informazioni mirate, memorizzando nomi e luoghi, piani e progetti che l’uomo rivela senza accorgersene, vanitoso della sua posizione e delle sue conoscenze ostentate.
La Contessa &egrave stesa bocconi, di fianco all’uomo che passa svogliatamente i polpastrelli sul suo corpo nudo, dalle spalle alle cosce tornite. E’ una prassi consolidata oramai, la Contessa sa che il desiderio di lui sta rinascendo, che le sue carezze presto si faranno più profonde. Il segnale &egrave il tono diverso del Conte mentre parla di cose diverse ma la sua mente &egrave persa dietro lo spettacolo di lei nuda.

‘ Adoro queste vostre dolci colline Contessa ‘

La mano carezzevole del Conte si &egrave fermata su una natica, la stringe, la palpa, scivola nel solco intrufolando un dito fino a toccare l’intimità di lei, a bagnarsi nei fluidi che stanno tornando a fuoriuscire.

‘ Siete un goloso Conte, ogni volta &egrave la stessa storia. Dovrò smettere di stare così davanti a voi. ‘

Celia la Contessa, allargando le cosce per permettere al dito curioso di penetrarla. Sa bene qual &egrave l’obiettivo di lui che sempre più frequentemente mostra di preferire i piaceri di Sodoma a quelli canonici, e quindi non si stupisce quando lo stesso dito si sposta di pochi centimetri più in alto, bussando al forellino grinzoso con lente carezze circolari.

‘ Oh no Conte, non ancora. Vi prego, non trattatemi da donna di strada, io sono una donna onesta. ‘

Continua a scherzare la Contessa sapendo che così facendo il desiderio di lui si accresce.

‘ Nessuna donna &egrave onesta come voi Contessa, e nessuna donna di strada può darmi il piacere che voi mi date. Suvvia, soddisfate questo mio capriccio. ‘

Il dito del Conte spinge forzando i muscoli che gli si serrano intorno.

‘ mmmmhhhhhh’ Conte siete un diavolo, cosa mi fate fare? Io vi amo e non sono capace di dirvi di no. ‘

La Contessa contrae e rilassa i muscoli lasciando entrare o bloccando il dito a piacimento. Le piace sentirsi frugare da un dito, meno quando la presenza si fa più ingombrante e l’ardore del Conte furioso, ma ha imparato a trarre piacere anche da quest’atto solitamente condannato. Docilmente si lascia tirare su a quattro zampe, geme quando il conte le spalanca le natiche e con la lingua le umetta il forellino.

‘ Fate piano, ve ne prego ‘

La voce &egrave fievole, timorosa, proprio quello che si aspetta il Conte sentendosi, pur avendolo fatto già diverse volte, come in procinto di violare la verginità della Contessa, di forzarla a un atto non voluto che lui adora.
Bagnatosi il membro con la saliva, lo punta sull’ano e spinge delicatamente incontrando una lieve resistenza. E’ il momento che gli piace di più, quando forza l’ingresso, quando supera ogni ostacolo ed entra nel suo corpo sentendosi stringere dalle mucose.

‘ OOOHHHHHHH’ piano ve ne prego. ‘

Senza ascoltarla, il Conte spinge con decisione sprofondandole dentro per metà, poi per tre quarti, fermandosi un secondo prima di ogni spinta ed infine dando un colpo secco.

‘ NNNOOOOOOOHHHHHHHHHHH’ siete un bruto Conte’. Mi fate male’ ‘

‘ Perdonatemi dolcezza mia, &egrave perché vi amo troppo, ho troppo desiderio di voi, del vostro culetto delizioso’ mmmmhhhhhh come mi stringe. ‘

Arrendevole, la Contessa si lascia possedere con ardore sempre crescente. Non &egrave vero che l’atto le faccia così male come dice, anzi dopo un poco riesce anche a apprezzare la sensazione di sentirsi riempita diversamente, aiutandosi con due dita sul clitoride, e quando il Conte si muove veloce avanti e indietro, gemendo e serrando i denti per non godere subito, lei si lascia cadere sul letto, infilzata come una farfalla in un quadro, gemendo e urlando di piacere per se stessa e per lusingare l’uomo. Solo lei sa che, nella sua mente, &egrave Mario che la sta possedendo in quel modo, &egrave Mario che la fa godere, &egrave Mario che le inonda l’intestino di sperma bollente.

‘ Prego Contessa, venite. Capitate proprio a proposito. ‘

La Contessa &egrave tornata al Castello sforzesco, con la scusa di cercare protezione dai rivoltosi, per vedere se riesce a sapere altro di utile.
Il Conte le si fa incontro prendendole la mano e conducendola ad una finestra.

‘ Ecco, guardate. Questa notte abbiamo catturato dei ribelli. Ora potrete vedere il destino che si sono scelti. ‘

Celando il disgusto, la Contessa si avvicina alla finestra. Nel cortile di sotto tre giovanotti sono legati a dei pali infissi nel terreno. Spavaldamente guardano i soldati in fila davanti a loro, i fucili puntati. Il cuore le balza in gola osservandoli, riconoscendo tra essi Mario.
Spalanca la bocca per gridare, gli occhi sgranati, e in quell’istante sente l’ordine:

‘ FUOCO! ‘

Dodici fucili sparano, dodici nuvolette di polvere di alzano nell’aria, tre corpi si contorcono colpiti dal piombo, senza poter cadere per terra per i legacci. Lo stesso istante dell’ordine Mario ha alzato gli occhi verso di lei, forse l’ha vista dietro il vetro, forse ha visto il suo viso sconvolto, e lei ha visto i suoi occhi chiari fissarla per l’ultima volta prima che la testa ricadesse inanime.
E’ troppo per lei, la vista le si oscura, le forze le mancano. Sente come in lontananza delle voci, delle mani che la sorreggono.

‘ Contessa. Contessa. Oh mio Dio, &egrave stato uno spettacolo troppo violento per lei.

Il Conte, insieme a due valletti subito accorsi, la sorregge preoccupato, equivoca il motivo del mancamento ed &egrave felice quando la donna si riprende. Non fa caso al suo sguardo ora glaciale.
Lo spadino che porta al fianco ha una funzione puramente decorativa, ma &egrave pur sempre un’arma. Quando lei, con uno scatto felino, se ne impossessa e glielo affonda nello sterno, spalanca la bocca per lo stupore. L’ultima parola che ode, da una voce piena di odio, &egrave:

‘ Assassino! ‘ ‘ Aspetta Fritz, quella non &egrave Rosina? La puttana? ‘

‘ Sì, sì, &egrave lei. Per fortuna &egrave passata di qui, mi stavo rompendo le balle. Ehy Rosina’ fermati ‘ ‘

‘ Ciao Fritz, ciao Gregorius, dai ragazzi, lasciatemi passare che vado di fretta. Se faccio tardi non trovo niente da mangiare e mio marito mi picchia. ‘

‘ E che importa a noi di tuo marito? L’ordine &egrave di non far passare nessuno senza permesso. Tu hai il permesso del Viceré? ‘

‘ Lo sapete bene che non ce l’ho. Vi prego ragazzi, veramente, mi fermo con voi un’altra volta. ‘

Rosina &egrave ben conosciuta dai due soldati di guardia a Porta Ticinese. Da loro e a da diversi altri soldati. Per loro &egrave solo una puttana che esce per cercare qualcosa da mangiare da dei parenti vicini, perché l’insurrezione, ed il blocco delle porte, ha avuto come immediata conseguenza la scarsità di cibo. Rosina &egrave veramente una puttana, ma il motivo che la spinge ad entrare ed uscire &egrave un altro. Cuciti nella gonna ha messaggi dei rivoltosi da consegnare a un emissario del Savoia.

‘ No, potresti essere una spia con addosso dei messaggi segreti. Dobbiamo perquisirti. ‘

Rosina sbuffa alla scusa ridicola che ogni volta i soldati usano per metterle le mani addosso. E’ una scena che ha recitato altre volte, ed ogni volta dentro di se ha il timore che la perquisiscano veramente, che le trovino quei rotolini di carta negli abiti.

‘ Ho capito, con voi non ho speranze. Va bene, ma facciamo qualcosa di veloce. Accontentatevi, quando rientro potrò fermarmi un po’ di più con voi. ‘

Docilmente si lascia condurre oltre una porta, nel corpo di guardia, Sotto lo sguardo lussurioso dei due si tira fuori i seni dal corpetto, se li carezza per eccitarli di più, e già le mani di entrambi le sono addosso, la frugano negli abiti con irruenza.

‘ Aspettate’ ve l’ho detto, ho poco tempo’ lasciate fare a me. ‘

Rassegnata, si inginocchia davanti ai due soldati e prende in mano l’uccello di quello che già se lo &egrave tirato fuori. Lo maneggia brevemente prima di accostare il volto e prenderlo in bocca.

Silenziosamente, cercando di fare più veloce possibile, li succhia a turno, tenendone uno in ogni mano, alternandosi e facendo salire l’eccitazione dei due uomini che ben presto raggiungono il limite e, uno dopo l’altro, le inondano la faccia con il loro seme.
Soddisfatti, le lanciano uno straccio per ripulirsi e la lasciano andare.
Rosina si affretta ad allontanarsi nella campagna. Ha un luogo ben preciso da raggiungere, un casolare tre chilometri fuori Milano. Trafelata, apre la porta ed entra.

‘ Finalmente, stavo per andarmene, pensavo vi avessero presa. ‘

‘ Chiedo perdono signor mio, un contrattempo con dei soldati. ‘

‘ Vi hanno seguita, pensate che’. ‘

‘ No no, quegli sporcaccioni volevano solo divertirsi con me. ‘

‘ Bene, allora cosa avete per me? ‘

Nello scucire l’orlo della gonna e liberare i foglietti nascosti, Rosina brevemente aggiorna l’uomo, un inviato dei Savoia, sulla situazione per come la conosce.

‘ C’&egrave un governo provvisorio con a capo Gabrio Casati e segretario Cesare Correnti, e si stanno preparando per cacciare gli austriaci. Purtroppo ci sono poche armi ma l’ardore non manca. ‘

L’uomo legge velocemente i foglietti e si scurisce in faccia.

‘ Sì, conferma le notizie che ci sono arrivate in mongolfiera. Brava Rosina, eccovi la vostra mercede. ‘

Allunga alcune lire milanesi alla donna che si affretta a nasconderle in petto.

‘ Grazie signor mio, se volete’ ‘

La posa della donna &egrave invitante, provocante, i seni sporgono dal corpetto e l’uomo li guarda con voglia repressa.

‘ Purtroppo devo raggiungere al più presto Sua Maestà. E’ a Novara con l’esercito e deve essere informato prima possibile. Dimenticavo, ecco il coniglio per giustificare la vostra uscita, spero che i soldati non vi diano problemi. ‘

‘ Signor mio, sono solo una puttana che cerca di mangiare, non avrò problemi e se anche vi fossero’ so come convincerli ‘

Nel dirlo Rosina si prende tra le mani e alza i seni facendo contemporaneamente uscire la lingua come per leccare un qualcosa invisibile. Per l’uomo &egrave una scudisciata ai lombi, &egrave fortemente tentato di approfittare dell’offerta della donna ma il senso del dovere vince.

‘ Allora buona fortuna, ci vedremo tra tre giorni sempre qui ‘

‘ Buona fortuna signor mio ‘

Rosina vede l’uomo allontanarsi velocemente a cavallo e, felice per il buon guadagno appena avuto, si incammina allegramente verso la città.
Arrivata alla porta entra tranquilla reggendo tra le braccia il fagotto con il coniglio.

‘ Alt. Fermati. Chi sei e dove vai. ‘

La voce dura, dal forte accento austriaco, la fa immobilizzare dove si trova. Vede un uomo in divisa austriaca che le si avvicina fermandosi davanti a lei e guardandola in modo truce. Non lo ha mai visto e un brivido di paura le corre per le ossa.

‘ Io’ signor ufficiale, sono solo una povera donna che &egrave andata a cercare qualcosa da mangiare. ‘

‘ Davvero? E cosa porti? ‘

Il militare le strappa il fagotto di mano e lo apre tirando indietro il naso per il forte odore che ne proviene.

‘ E’ cibo per i miei bambini signor ufficiale, per mio marito. La prego, mi lasci andare. ‘

‘ Non sono ufficiale. Non lo sai che &egrave proibito entrare ed uscire dalla città? ‘

‘ caporale Gruber. ‘

Da dietro arriva un’altra voce maschile. Rosina vede il sergente Wagner avvicinarsi di fretta ed il militare irrigidirsi sull’attenti.

‘ Agli ordini sergente ‘

‘ Cosa sta succedendo? ‘

‘ Ho fermato questa donna che voleva entrare in città, sergente. ‘

‘ La conosco io. Non preoccuparti Rosina, il caporale Gruber &egrave nuovo e non conosce le nostre abitudini ‘

La donna si rilassa. Ora che &egrave arrivata una persona che conosce, con cui ha già avuto rapporti intimi, si sente più tranquilla.

‘ Caporale, questa &egrave Rosina, una’ donna del popolo . Le permettiamo di uscire per procurarsi del cibo per la famiglia, nulla di male, e lei ‘ ci &egrave grata. Quando l’avrai conosciuta vedrai che l’apprezzerai anche tu. ‘

Il caporale, di fronte al suo superiore così ben disposto verso la donna, muta atteggiamento.

‘ Ho solo obbedito agli ordini ‘

‘ Ed hai fatto bene, ma Rosina’ &egrave un’altra cosa. Vero Rosina che sarai grata anche al caporale? ‘

‘ Certo signor sergente, lo sa che quando vuole c’&egrave la Rosina che’ ‘

Il sergente si guarda intorno, il sole sta calando, presto sarà buio.

‘ C’&egrave tempo per una’ chiacchierata amichevole, che ne dici? ‘

‘ A disposizione signor sergente, purché non faccia troppo tardi, mio marito mi starà aspettando. ‘

‘ Non ci vorrà poi molto. Vieni anche tu caporale, &egrave bene che tu la conosca da subito. ‘

Rosina si lascia condurre nel corpo di guardia che ha visitato non sa più quante volte in compagnia di qualche soldato. Sa che non se la caverà con un semplice pompino e si rassegna alla perdita di tempo iniziando a spogliarsi senza che qualcuno glielo chieda.
I due uomini guardano affascinati quel corpo di giovane donna che appare man mano che gli abiti cadono a terra. E’ forte di fianchi come piace a loro, i suoi seni sono pieni. Non resistono e si avvicinano contemporaneamente allungando le mani su quel ben di Dio.

Adesso sono nel campo di Rosina che sa bene come allettarli, blandirli, circuirli. Le basta uno sguardo particolare, che dichiara la propria disponibilità, per eccitarli, un verso di ammirazione come trattenuto, alla visione dei loro peni quando si spogliano frettolosamente, per inorgoglirli e impedirgli di pensare.
Sono in mano sua, entrambi: &egrave lei che decide le posizioni, &egrave lei che guida il trio facendo stendere il sergente per impalarglisi sopra e insieme prendere in bocca il cazzo del caporale, &egrave lei che sceglie il ritmo della cavalcata.

Ha un trucco Rosina, che &egrave il segreto del suo successo come prostituta. Sa fingere perché’ finge solo in parte. Ha imparato da tempo che il suo lavoro le può procurare anche piacere solo accettandolo come inevitabile. Certo non &egrave come con suo marito o, meglio, col bel garzone del vinaio vicino casa, ma riesce a trarre godimento con gli sconosciuti riuscendo, qualche volta, anche a raggiungere l’orgasmo. Questo modo di fare, poco da puttana scafata e molto da amante, la fa preferire ad altre donne costrette, come lei, a prostituirsi per vivere.
I due uomini sono irretiti, il caporale così duro all’inizio ora &egrave duro solo nel cazzo che scompare tra le labbra così apparentemente vogliose di Rosina, il sergente si gode ogni singolo movimento delle anche di lei, stretto nel caldo abbraccio della figa umida.

‘ Che succede qui? ‘

La voce improvvisa li fa sussultare tutti e tre. Sulla porta vi &egrave il sottotenente Huber, comandante della guardia. In modo ridicolo il caporale scatta sull’attenti, nudo come un verme, il pene dritto all’aria.

‘ Agli ordini signor tenente ‘

All’ufficiale &egrave evidente cosa accade, ha visto i due appartarsi con la donna che anche lui conosce bene ed ha deciso di divertirsi alle loro spalle. Dopo aver atteso un tempo congruo, ha spalancato di colpo la porta facendo il suo ingresso.
I due soldati sono impauriti, colti in flagrante durante il servizio, già immaginano la punizione che li attende, i loro cazzi perdono parte della rigidità precedente. Solo Rosina si tranquillizza subito: conosce il tenente e, in fondo, per lei &egrave solo un altro uomo.

‘ Benvenuto signor tenente, stavamo divertendoci un poco, se vuole unirsi ‘ c’&egrave ancora del posto libero. ‘

L’ufficiale la guarda leccarsi le labbra lubricamente, invitandolo, e continuare a muoversi sopra il sergente per mantenerne l’ardore. Quando Rosina si piega in avanti, riprendendo in bocca l’uccello del caporale ed esponendo le natiche rotonde, smette di recitare la propria parte e si tira fuori l’uccello accostandosi a Gruber.

‘ Succhiamelo per bene puttana, fammelo diventare duro per il tuo culo ‘

Rosina non si fa pregare, ogni istante che i tre pensano a lei &egrave un istante in meno in cui potrebbe essere scoperta. Docilmente imbocca il cazzo dell’ufficiale, lo insaliva, lo porta alla massima erezione. E’ con uno sforzo di volontà che Huber si sottrae a quella bocca accogliente, sarebbe facile lasciarsi andare e goderle tra le labbra ma la voglia di penetrare quelle natiche tornite, che ha già provato, &egrave grande.

Le si accosta inginocchiandosi, poggiandole una mano sulla schiena e spingendo verso il basso per farla esporre. Lei lo aiuta aprendosi le natiche con le mani ed &egrave semplice per l’ufficiale puntare e spingere contro il forellino grinzoso.
Rosina trattiene un urlo. Non &egrave la prima volta che ne prende due assieme, al massimo la novità &egrave il terzo tra le labbra, ma la spinta dell’ufficiale &egrave stata profonda, senza riguardo.
Cerca di rilassarsi e il dolore provato diventa fastidio. Non le piace farsi inculare, non le &egrave mai piaciuto anche se per denaro ha fatto quello ed altro; ora si muove sperando che siano veloci, che godano e la lascino andare via.
Con difficoltà, perché i due uomini che la penetrano pensano ognuno a se stesso, tanto che un paio di volte uno o l’altro fuoriesce, cerca di far loro assumere un ritmo costante che li conduca all’orgasmo. Non ha problemi a far godere il caporale tra le sue labbra, ingoiando il seme bollente che le riversa in bocca, poi si concentra sugli altri due, incitandoli con voce simulata di piacere, e dopo pochi minuti si sente riempire l’ano dello sperma del sottotenente, seguito a breve dal sergente che le inonda la vagina.

Tamponandosi i due orifizi da cui fuoriesce sperma, si riassetta guardando i tre, in particolare Huber.

‘ Soddisfatto signor tenente? Il mio povero culo mi darà fastidio per una settimana ma &egrave piaciuto anche a me. ‘

Attrice perfetta, con atteggiamenti e parole riesce a far sentire i tre grandi amatori, e quando va via nasconde in seno altro denaro.
In fretta percorre le strade semideserte. E’ buio quando arriva a casa sua. Ad attenderla il marito ed un uomo che, riconosce, &egrave tra i capi dell’insurrezione. Questi non le dà tempo per parlare: le strappa di mano il fagotto con il coniglio e da questo estrarre un piccolo contenitore con all’interno un biglietto che legge nervosamente.

‘ Bene. Brava Rosina. MARTINITT! ‘

Con fare autoritario chiama un ragazzino dalla strada consegnandogli il biglietto.

‘ Questo deve arrivare prestissimo al Marchese Casati. Corri ‘

Il ragazzino, uno dei tanti portaordini di quei giorni, parte di gran carriera.

‘ Buone notizie? ‘

Il marito di Rosina chiede con curiosità. Non si occupa di politica ma sa che &egrave in ballo il futuro della città e quindi il suo

‘ Sì, domani non uscite di casa per nessun motivo. ‘

Gli consegna alcune monete e scappa nella notte.
L’uomo si rivolge alla moglie:

‘ Brava Rosina, sei patriota e ci guadagniamo anche qualcosa. ‘

La donna gli sorride ma lo ascolta appena, già sta tagliando il coniglio per preparare la cena e pensa a quanto del denaro ricevuto quel giorno dovrà confessare al marito, negli occhi quel paio di scarpe viste vicino Porta Comasina. ‘ Cosa ci succederà Franz? ‘

‘ Non lo so amore mio. ‘

I due amanti sono abbracciati sopra lenzuola stropicciate ed umide, stretti stretti dopo un amplesso infuocato, le mani che scivolano pigramente sui corpi rilassati donando ulteriori brividi di piacere ad entrambi.

Maria &egrave una diciannovenne milanese, famiglia di media borghesia, cresciuta meglio che si poteva da una coppia di commercianti che hanno cercato di non farle mancare nulla, riuscendoci quasi totalmente. Mai un dispiacere ai suoi genitori, anzi uno solo: l’essersi innamorata di uno jager, un soldato austriaco, un nemico.

Franz ha 21 anni. E’ stato fatto arruolare ‘a forza’ da suo padre, militarista convinto, e inviato in Italia col suo reparto, abbandonando la sua terra natia, che un giorno verrà conosciuta come Trentino-Alto-Adige ma ora &egrave solo una regione del vasto impero austro-ungarico. E’ uno jager, una specie di élite, prima motivo di orgoglio ed ora di vergogna per lui.

Tre giorni prima gli &egrave stato ordinato di salire sul Duomo con altri suoi commilitoni e da lì sparare su chiunque, privo dell’uniforme austriaca, osasse farsi vedere nella piazza o nelle vie circostanti tenute sotto tiro. E’ un buon tiratore ma non &egrave riuscito a colpire nessuno. Gli &egrave bastato vedere un suo compagno, poco di lato, abbattere una donna dell’età di sua madre.
No, Franz non ce l’ha fatta a uccidere persone inermi; un po’ più in alto, un po’ più a destra, solo una volta ha colpito un uomo armato di fucile ma’ ha mirato alla gamba.
Il ricordo del corpo di quella donna, esanime sul selciato, lo tormenta da tre giorni, solo quando &egrave con Maria dimentica per qualche istante.

‘ mmmmhhhhh, ti sento duro contro di me ‘

La voce di Maria &egrave un sussurro e Franz si rende conto che &egrave vero, la forza della gioventù gli sta facendo inturgidire ancora il membro. Non ne ha mai abbastanza di quella ragazza. Quando l’ha vista la prima volta, in un mercato, &egrave stato subito colpito dall’ovale squisito del suo volto, dall’apparente fragilità del corpo minuto. L’ha seguita guardandola muoversi agilmente tra le tante persone e infine, timidamente, lui che timido non &egrave, l’ha fermata sulla strada di casa. Parlando un perfetto italiano con solo una leggera inflessione ‘straniera’, frutto di lunghi periodi passati presso una nonna italiana proprio a Milano, l’ha chiamata da dietro:

‘ Signorina ‘

A Maria, Franz ha inizialmente fatto paura. Non &egrave piacevole sentirsi chiamare e, voltandosi, vedere un qualcuno in divisa austriaca che ti si avvicina. Solo all’inizio, per qualche secondo, poi Maria &egrave rimasta ammaliata da due occhi chiari su un volto giovane ma maschio, con corti capelli biondi che spuntano dal berretto, e la paura &egrave passata. Si &egrave fermata aspettando che lui le dicesse qualcosa, guardandolo in quegli occhi quasi trasparenti. Quasi balbettando Franz ha detto qualcosa, qualcosa di stupido perché lei ha fatto una risatina. E’ cominciata così, con poche parole e gli occhi incollati tra loro in mezzo ad una via.
Ogni minuto libero dal servizio Franz ha cercato di passarlo con Maria, ogni scusa o invenzione &egrave stata buona a Maria per uscire ed incontrarsi con Franz. Di nascosto, perché non era bene fraternizzare con chi era percepito come un invasore.

Due settimane, tanto &egrave durata la resistenza di Maria prima di concedersi, lei che era scarsamente interessata ai ragazzi. Due settimane &egrave durata l’attesa di Franz, lui che era solito sfogarsi nei bordelli, prima di ottenere qualcosa da lei, non qualcosa’tutto insieme, scoprendo che la fragilità del suo corpo era solo apparente, che il fisico piccolo ed agile aveva una forza, un’energia tali da ribattergli colpo su colpo. Il tutto unito a una curiosità, a un entusiasmo da far arrossire anche lui abituato a donne con molta più esperienza.

Una volta nudi tra le lenzuola, in una stanza discreta, affittata e divenuta il loro nido, Maria si &egrave lasciata andare e la ragazza timida e inesperta si &egrave trasformata in un’amante che mai si &egrave negata alle richieste di lui facendo, goffamente all’inizio e poi imparando ogni volta di più, ogni cosa che lui proponeva, stupendolo per l’ardore e l’iniziativa’ Come ora:

‘ mmmmhhhhh, ti sento duro contro di me ‘

Maliziosamente, Maria porta la mano tra i due corpi uniti, prende in mano l’uccello che ha appoggiato al ventre, lo muove su e giù facendo gemere l’uomo. Faccia a faccia, giocando a strapparsi baci sempre più appassionati, le basta alzare una gamba, muovere di poco il bacino e lui &egrave dentro di lei.
Si ferma per un istante, assaporando la sensazione di sentirsi riempire, indi lo rovescia sulla schiena salendogli sopra.

‘ Non ti muovere, lascia fare a me ‘

Le piace molto così a Maria, quando il suo Franz &egrave steso immobile, solo un piolo di carne duro e puntato verso il cielo, e lei che lo cavalca muovendo i fianchi avanti e indietro, scegliendo il ritmo e la profondità che più le piace, roteando le anche perché sa che così lo farà impazzire. Ancora una volta Franz la lascia fare, attivo solo quando lei si china in avanti per intrecciare la lingua con la sua, ed alla fine, quando lei chiude gli occhi mugolando e si muove più velocemente, quando sente i lombi infiammarsi e il desiderio farsi irresistibile. Le mani corrono da sole sui piccoli seni che gli oscillano davanti, subito coperte dalle mani di lei, e insieme stringono, carezzano, stuzzicano i capezzoli dritti come fusi.
Stringe i denti Franz per non godere, aspettando che la cavallerizza abbandoni il galoppo per un più quieto trotto, gemendo di piacere e tornando ad aprire gli occhi su di lui. Solo allora si muove, sgroppa, le cerca le profondità, e quando nulla può più contro la marea montante ancora una volta la scosta uscendo da lei, abbandonandosi alle mani sapienti che lo stringono e lo strofinano sul ventre piatto, uno sguardo pieno di trionfo e di amore per l’uomo che si contorce sotto di lei.

Smorzata la passione, &egrave il momento di pensare al futuro, a loro stessi, perché se Maria può forse tornare a casa, Franz no. E’ un disertore ora, fuggito dalla battaglia.
Il mattino c’&egrave stato l’assalto a Porta Comasina, centinaia di milanesi armati alla meno peggio contro, inferiori di numero ma meglio armate, milizie austriache. In quel frangente ha visto Maria per la strada. Senza esitare ha abbandonato la postazione a cui era assegnato e, senza ascoltare i richiami del suo ufficiale, &egrave corso verso di lei, spingendola febbrilmente per una stradina deserta, verso il vicino covo d’amore. Solo quando ha chiuso la porta dietro di se ha compreso in fondo cosa aveva fatto, che non c’era più ritorno, e che nemmeno aveva voglia di tornare. Il suo mondo era lì, stretta a lui, spiegando spaventata che era andata a cercarlo quando aveva saputo dei tumulti.

La prima azione &egrave stata quella di togliersi la divisa, e quando Maria, forse fraintendendo, ha iniziato a spogliarsi a sua volta, ogni altra cosa &egrave passata in secondo ordine. Ora, sazi d’amore, tornano le preoccupazioni. Franz pensa velocemente e conclude che c’&egrave un’unica cosa da fare: andarsene. Entrambi, verso un altro paese, magari in Grecia dove ha una zia.
Vestitosi con abiti civili, abbracciato a Maria, Franz percorre le strade meno frequentate cercando un modo per uscire dalla città.

‘ Correte, stanno assaltando Porta Ticinese ‘

L’urlo della gente che corre e sorpassa li fa spostare di lato, in un androne. La mente lavora veloce: &egrave rischioso, ma forse approfittando della confusione’
Non &egrave un gran piano ma Franz non vede alternative. Guida Maria, costeggiando i muri, verso dove più alte sente le grida. Spari, rumore. Inutile, troppo rischioso, gli austriaci hanno fronteggiato l’assalto e controllano fermamente l’uscita. I due ritornano al loro nido impauriti, scossi, stanchi ed affamati.

‘ E’ impossibile passare, Franz, ho paura ‘

L’uomo la stringe a se. Ha paura anche lui ma non vuole farlo vedere ed intanto pensa a come fare.
E’ notte fonda, Franz e Maria sono di nuovo per strada, si riavvicinano a Porta Ticinese sperando che col buio sia più facile. Una folla li incrocia festante:

‘ ViITTORIA! Viva Manara, Viva Milano ‘

Urlano dirigendosi nella direzione opposta. Un uomo, bloccato da Maria che chiede notizie, si divincola spiegando affrettatamente che Porta Tosa &egrave stata conquistata, che gli austriaci si stanno ritirando. Franz esulta, ora dovrebbe essere più facile ancora. Tira Maria dentro un vicoletto e per vie traverse si affrettano verso la Porta.
Sbirciando da dietro l’angolo vedono movimento, le divise austriache si raggruppano, si mettono in ordine, iniziano a marciare verso l’esterno. E’ vero, si stanno ritirando. Preso dall’entusiasmo Franz non sente gli zoccoli dei cavalli dietro di lui se non quando Maria urla. Si volta impaurito e vede un austriaco che tiene per le redini due cavalli conducendoli verso la Porta.

‘ Wilhelm? Sei tu? ‘

Il cuore gli fa un balzo in gola per la gioia riconoscendo il suo amico, l’unico che conosce la sua storia con Maria.

‘ Franz? Che ci fai ancora qui, pensavo fossi scappato chissà dove. Non ti devono vedere, se ti prendono ti fucilano. ‘

L’amico &egrave contento di vedere Franz e insieme impaurito poiché lo riteneva già in salvo.

‘ Stiamo cercando di uscire dalla città. Wilhelm’ aiutaci ‘

E’ un’implorazione istintiva quella di Franz, preoccupatissimo per la sua Maria. Ed &egrave fortunato perché il suo caro amico sa già come fare.

‘ Venite con me, andrò avanti a vedere se tutto &egrave sgombero, poi prendete questo cavallo e correte come il vento. ‘

I tre, cautamente, si avvicinano alla porta ora abbandonata. Appena fuori delle mura spagnole Wilhelm si ferma.

‘ Dobbiamo salutarci. Radetzky ha dato l’ordine di ritirarsi verso Verona dopo che &egrave stata presa la scuola militare. Io andrò loro dietro perché ho dei dispacci da consegnare, voi tenetevi lontani dalle strade e andate verso sud, non dovreste incontrare nessuno. Addio Franz, vi auguro tanta fortuna e spero di rivedervi un giorno. ‘

‘ Addio Wilhelm, sei un vero amico ‘

I due uomini si abbracciano commossi, e dopo &egrave il turno di Maria che, non parlando tedesco, ha capito ben poco ma intuisce di essere quasi salva e abbraccia strettamente l’austriaco lasciandolo lievemente imbarazzato.
A cavallo, Maria davanti a Franz, dietro di lui le due borse con i pochi averi che hanno potuto raccogliere, compreso del cibo, si muovono nella campagna alla luce fioca di un quarto di luna. Oramai un’ora &egrave trascorsa e sono abbastanza lontani. Franz &egrave attento a dove far passare il cavallo: un ostacolo invisibile, una buca, tutto potrebbe rovinare la loro fuga. Ciò nonostante, non può fare a meno di eccitarsi. Lo strofinio continuo del suo inguine sul sedere di Maria gli ha provocato una prepotente erezione; non voluta ma non per questo possibile da ignorare.
Maria invece &egrave euforica. Vede la salvezza a portata di mano, &egrave col suo Franz e’ sente benissimo contro le sue natiche, anche attraverso la stoffa, l’evidente turgore di lui.

‘ Fermiamoci amore mio, siamo salvi, dobbiamo festeggiare ‘

Dicendolo, la donna si &egrave appoggiata maggiormente all’uomo, spingendo il sedere verso il suo inguine. La voce &egrave invitante ma Franz vuol percorrere più strada possibile prima dell’alba.

‘ No tesoro mio, dobbiamo sbrigarci. Dopo. ‘

‘ Franz’ ho voglia. ‘

La frase &egrave un miagolio sensuale. Baciandola sul collo, il calore che gli avvolge il ventre sballottato contro il sodo culetto di lei, Franz resiste alla tentazione.

‘ No, trattieniti amore, quando potremo fermarci faremo come vuoi tu. ‘

‘ ‘ te lo prendo in bocca’. ‘

Maria &egrave smaniosa, propone quella cosa che lui le ha insegnato e che ama tanto per smuoverlo ma non ha successo. Allora decide per un’alternativa. Con difficoltà, dondolandosi avanti e indietro sulla sella, facendo forza sulle ginocchia di lui, si tira su la gonna fino a renderla un fagotto tra i due corpi, poi tende le mani dietro per aprire i pantaloni di lui.

‘ Maria’ che fai. Smettila’ ti prego amore, aspetta questa sera. ‘

Sorda ad ogni protesta, la donna continua nella sua opera, emettendo un sospiro di soddisfazione quando lo sente duro e caldo tra le mani. Basta poco a quel punto, deve solo chinarsi un po’ in avanti per essere all’altezza giusta, i mutandoni sono un labile ostacolo subito superato.
Ogni ritrosia di Franz svanisce nel momento in cui si sente racchiudere dal calore umido di lei. Geme con voluttà e affonda ancora il viso nell’incavo del collo di lei, baciandole la pelle calda. Una mano lascia le redini per salire al seno e stringerlo con bramosia.

Mentre l’alba illumina via via il loro percorso i due si abbandonano all’amplesso, lasciando che sia il cavallo, con i suoi scossoni, a dettare il ritmo della loro unione. L’uomo fa fatica a guardare la strada, eccitato dalla situazione insolita. Di colpo dà di sprone ed il cavallo passa a un trotto leggero, amplificando i movimenti e facendo sfuggire un urlo di piacere ad entrambi. Se guardassero alla loro sinistra vedrebbero, in lontananza, le colonne austriache in ritirata, ma hanno altro a cui pensare: all’orgasmo che sta salendo incontenibile, ai muscoli che si contraggono senza controllo, alle gambe che tremano rischiando di farli cadere. Nulla importa loro, e quando Franz sente i lombi contrarsi ed il suo seme spandersi nelle profondità di lei dà ancora di sperone, Maria che si china in avanti, il trotto che diventa galoppo e il piacere che invade entrambi facendoli urlare frasi sconnesse.

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