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Le delizie del dopocena

By 12 Gennaio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Lisa da Crema

Crema, 1970
Era veramente un periodo di merda! A causa dei debiti di gioco di mio padre avevo dovuto lasciare la scuola e mettermi a lavorare. Mi aveva assunto un ristorante come cameriera, il lavoro era duro e mi impegnava tutta la giornata domenica compresa. Non avevo più un cazzo di tempo da dedicare a me stessa per uscire con le amiche o farmi una chiavata in pace con un ragazzo e la voglia di cazzo mi stava facendo diventare scema. Ahi voglia a farmi ditalini nel cesso del ristorante o quando mi mettevo a letto, la mattina non facevo in tempo a infilare le mutandine che tempo di arrivare al lavoro erano già bagnate e dovevo subito chiudermi in bagno per sgrillettarmi sul water.
Una sera venne a cena l’ingegner Sergio Belletti, un ricco professioniste del posto che abitava non lontano da casa mia, con suo fratello Mario. Per stare più tranquilli chiesero di sedersi in una saletta appartata “ Ti sei fatta veramente carina, Lisa!” l’ingegnere mi conosceva fin da quando ero piccola, mia madre era stata a servizio dalla sua famiglia “ immagino quanti ragazzi ti sbavano dietro” mi disse, “ Non quanti ne vorrei, ingegnere” gli risposi ammiccando con aria maliziosa “ Oh, la nostra Lisa ha un temperamento bollente a quanto pare” e nel dirlo mi mise una mano al culo, vedendo che ci stavo me la infilò sotto la gonna “ devi avere un corpicino delizioso tesoruccio” stavo andando a fuoco, avevano fiutato entrambi il prurito che avevo tra le cosce, girai intorno al tavolo per servire Mario e il porco senza esitazione mi alzò il gonnellino “ Guarda guarda che deliziose mutandine ha la nostra Lisa, Sergio” ma proprio in quel momento sentii il padrone che mi chiamava, uscii di corse dalla saletta e quando tornai passai prima in bagno a pisciare e a togliermi le mutandine. Quando mi ripresentai Sergio mi fece avvicinare a lui “ Falle vedere anche a me queste mutandine” ma quando mi alzò la gonna si trovò davanti la mia bella fighetta tutta depilata, sgranò gli occhi “ Cazzo Elisa, sei stupenda! Hai da fare dopo la chiusura? Che ne dici di andare a farci un drink a casa mia?” accettai senza indugi con la certezza che mi sarei fatta finalmente una bella abboffata di cazzi.
Quando fummo a casa i due porconi non persero tempo, mi portarono sul letto e mi diedero subito da succhiare i loro cazzi, cosa che feci con estrema voracità. Benchè fossi molto giovane di cazzi ne avevo presi già a bizzeffe e sapevo come maneggiarli. Mi slappai quelle verghe stravaccata sul letto a cosce oscenamente spalancate come fossi una mignotta esperta poi i due zozzoni presero a sbattermi in tutte le posizioni. Alleprata com’ero potevo dare finalmente il meglio del mio repertorio, bocchini, pippe, inculate, leccate di culi e di palle, mi trovavo perfettamente a mio agio tra quei due porconi allupati che le parole più gentili che mi rivolgevano erano “puttana, troia e vacca”.
Mentre leccavo i coglioni a Sergio e mi gustavo tra le chiappe la fava di Mario una voce risuonò nella stanza “ MARIO! SERGIO!” porca vacca! Era la moglie di Mario rientrata in anticipo da una vacanza “ CHI CAZZO E’ QUELLA PUTTANA? SIETE DUE PORCI!” gridava come un ossessa. Si lanciò sul letto per schiaffeggiare suo marito ma Mario la tirò verso di se “ Dai porcona, non fare la stronza e vieni a divertirti anche tu” le disse Mario, la troia finse ancora di ribellarsi poi si spogliò e si buttò nel mucchio senza indugi. In realtà era troia e lesbica fino al midollo e suo marito lo sapeva bene. Demmo inizio a una rovente ammucchiata di corpi che si accoppiavano a casaccio come animali in calore senza esclusione di colpi, dove sonore pacche, gemiti e turpiloquio facevano da colonna sonora. Alle cinque del mattino, ormai sfiniti, i tre zozzoni mi liquidarono con 150.000 lire, l’equivalente dello stipendio di un mese!
Pochi giorni dopo dal ristorante mi licenziai, mi ero rotta le ovaie di sgobbare con la sorca a digiuno, i miei mi sbatterono fuori di casa, mi prese a vivere con lui un tipo che mi mise a lavorare sul marciapiede. Tutto sommato si faticava di meno e si guadagnava di più. Oggi ho tre figli e cinque nipoti e la mia spacca matura ha fame come quando avevo 18 anni.

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