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Racconti Erotici Etero

Le diavolesse di Bolland

By 27 Gennaio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Una sera di autunno inoltrato
Mina &egrave partita stamattina da Grenoble. Ha appena passato un rilassante weekend nel parco nazionale della Vanoise presso una baita con alcuni amici; &egrave stato un peccato lasciare quell’oasi di tranquillità e di rilassante sesso, ma, lo sa, il suo non &egrave un lavoro per cui coltivare a lungo amicizie e legami. &egrave il lato meno edificante, ma era scritto nelle regole del gioco, mica l’hanno presa in giro, una sua scelta. O forse no, a volte ci ripensa…
Il taxi sfreccia sulla A41, tra vallate cangianti dal verde all’arancio, a tinte più scure. Ogni tanto la vista si apre su cime lontane e innevate.
Il plico recapitatole nella hall dell’hotel di Grenoble era stato inequivocabile, mercoledì scorso. Busta sigillata, carta groffata, il timbro in inchiostro rosso con il logo dell’Agenzia, la calligrafia elegante e nitida: Bolland. Insieme all’indirizzo e alle istruzioni, una chiave a carta magnetica.
Luogo dell’appuntamento, un appartamento a Ginevra. Senza indagare né grossi sforzi Mina sa che lo stesso plico &egrave giunto anche alle sue colleghe. E sa come deve presentarsi. é partita apposta la mattina presto per arrivare con largo anticipo, scegliersi una stanza in un albergo del centro, darsi una rinfrescata e cambiarsi per incontrare il Capo.
Poco prima di mezzogiorno giunge a destinazione. Hotel Ritz-Effort, cinque stelle, e poche domande se la carta di credito ha un platfond a quattro cifre.
Deposto il minimo bagaglio nella lussuosa camera al quarto piano, Mina scende nel ristorante: un boccone prima di concedersi un bel riposo. Tolto il leggero cappotto, scende nel suo tailleur lilla chiaro, gonna appena sopra il ginoccio, calze velate chiare e vertiginose scarpe decolte con tacco alto, ma non sottile. La giacca non nasconde una camicia di seta scura. Borsetta in tinta con le calzature.
Al ristorante non ci sono moltissimi clienti, uomini soprattutto. E così, per passare il tempo, si mette a guardare la platea. Maschi di mezza età, sicuramente uomini di affari. Ovviamente sbirciate e occhiate sono frequenti nei suoi confronti e, altrettanto ovviamente, ne &egrave per questo compiaciuta.
Al bar per un drink conosce Laurent un funzionario del Credit Suisse di quarantanni circa, bell’uomo e sicuramente a caccia. L’uomo non lo sa pensa di essere cacciatore, ma con Mina &egrave solo una preda, lei lo ha già scelto.
Poco dopo in ascensore, Laurent sta pompando la bella fichetta depilata di Mina, mentre lei &egrave appoggiata alla parete e mostra il bel culetto come fosse il suo trofeo. Prima che l’uomo raggiunga il limite si gira, si accoscia e riceve in bocca il cazzo paonazzo. Pochi movimenti e il palato di Mina viene innaffiato da calda sborra. Pulisce tutto, si ricompone, si alza, un sorriso. Laurent &egrave interdetto, vorrebbe un numero di telefono, una mail.
‘No, &egrave stato bello, ma finisce qui!’ ed esce, dirigendosi verso la sua camera.
***
Il taxi la sta portando al luogo dell’appuntamento: Quai de la Post al numero 27, appartamento numero 317.
Indossa solo lingerie sotto il cappotto, proprio come Bolland le vuole; lingerie e la sua Walther P99 compatta, si intende. A destinazione, scende e paga il taxi. Il tassista rimane colpito dalla seducente bellezza, ma &egrave troppa la distanza verso quel tipo di donna…
Mina apre il portone del 27, prende l’ascensore, terzo piano. Il corridoio &egrave ampio, si orienta subito e arriva sulla soglia del numero 317. Nessun rumore all’interno, mancano dieci minuti all’appuntamento, forse le altre non sono ancora arrivate. Infila la chiave elettronica, la serratura blindata scatta. Apre la porta. &egrave un ampio soggiorno quello che si trova di fronte. Dal grande divano a L spunta la chioma chiara di Delphi, sdraiata.
‘mmmmhhh, sei tu…? Mina?’, in mezzo a uno sbadiglio.
‘Certo che sono io. Dovresti darti una svegliata, però. Lo sai che il capo ci vuole efficienti al 100%’.
‘Sì, sì, – yawwwwnnnn ‘ non farmi la predica per favore, c’avevo già una mamma che mi rompeva.’, si siede stendendo le braccia affusolate.
‘bello il tuo completo’, dice Mina, un elegante pizzo colore vino di una costosa marca francese.
‘Grazie, l’ho preso ieri nella mia Parigi. Come stai? Ti sei ripresa dall’ultima missione? Avevi preso una gran brutta botta da quel gorilla. Sul fianco?’.
‘Sì, qui a sinistra, ma &egrave passato. Sono stata in montagna, in Savoia, con qualche amico e me la sono spassata. Come al solito mi &egrave scocciato andarmene, ma &egrave il nostro lavoro. C’est la vie, dite voi, no?’, c’&egrave un filo di tristezza nella voce, ma il volto &egrave sorridente; solo una nuvola passeggera.
‘Già. Io sono arrivata ieri sera in aereo. E non avendo nulla da fare ho fatto un po’ di shopping a Saint Gervais e poi una bella corsetta al Jardin Anglais. E infine… beh, sono venuta qui in anticipo per schiacciare un pisolino.’
‘vedo’ dice Mina, togliendosi il capotto e deponendolo sulla piantana. I tacchi, le autoreggenti le slanciano il culetto, lo vede nello specchio dietro. ‘C’&egrave possibilità di farsi un goccio di cognac?’
‘Bleah, guarda un po’. Lo sai che l’alcol lo odio!’
Mentre Mina apre un paio di ante, cercando e, finalmente, trovando, una bella bottiglia di cognac borderies, la porta si apre e nell’appartamento fa il suo ingresso la bellissima Linda. Cappotto nero e capelli raccolti dietro la nuca.
‘Ciao, ragazze! Tutto a posto?’
‘ben arrivata Linda’
Linda lancia il cappotto e mostra uno stupendo completo azzurro chiaro che contrasta suadente sulla pelle abbronzata della bella elvetica.
‘Sei il solito schianto’, dice delphi.
‘Neanche voi scherzate, pollastre!’ esclama l’ultima arrivata, solare ‘Che ne dite di questo appuntamento? Bolland ci ha spedite qui per normale routine, ma a me puzza che ci sia in ballo già qualcosa.’ e dopo una pausa ‘Nella mia lettera c’&egrave il segnale in codice B823!’
‘Chi dobbiamo attenderci stasera, dunque? Il ‘B823′ ci impone di recitare una parte piuttosto divertente!’ Delphi scoppia in una sonora risata.
Nel protocollo riservato, che tutte conoscono a memoria, B823 significa che si potrà presentare una preda dell’Agenzia, un tipo, da torchiare sicuramente, e nel modo forse migliore per essere torchiati, nel pieno rispetto dei Diritti…
Mentre Mina ha acceso una sigaretta, Delphi accende l’impianto musicale diffondendo una musica delicata, un concerto di archi e arpa, molto contemporaneo l’autore, Nino Rota? Delphi non &egrave sicurissima, ma &egrave quasi convinta.
Passa qualche minuto di attesa, poi suona un allarme soffocato.
‘&egrave qui, ragazze. Forza!’ ordina Lara.
Le tre si dispongono sparse sull’ampio divano, accavvallando le gambe e assumendo pose sensuali e palesemente ammiccanti, i trucchi appena rifatti, non sono troppo pesanti. La parte che devono recitare &egrave quella delle troie di lusso, molto lusso. E una troia di lusso non ha mai il trucco vistoso.
Dopo qualche minuto la porta scatta e appaiono due uomini molto distinti, tra i trenta e i quaranta anni. Uno di loro &egrave forse Bolland?
‘L’agenzia di escort ha dei numeri e vale tutti i soldi spesi, cazzo se li vale! Che ne dici Robert, non te l’avevo detto?’
Robert deglutisce vistosamente incantanto di fronte a quella visione.
‘Gasp! Spero che non presentino il conto alla mia azienda’
‘No, stai tranquillo. La nostra compagnia mi da’ un ampio margine di manovra per concludere tutti gli affari che sono necessari. Rilassati! Siamo maleducati: salve ragazze, sono Jean-Luc e lui &egrave Robert, voi…?’
‘Io sono Mina, Delphi e Linda. &egrave un piacere, per noi! Venite qui tra di noi, dai!’
In breve l’atmosfera si rilassa, gli uomini in camicia, Delphi toglie l’impermeabile kaki, mostrando le sue prepotenti grazie. Robert non si fa attendere e assaggia mordicchiando il rigoglioso seno.
Jean-Luc intanto non si &egrave fatto fuggire l’attimo e infila la lingua nella bocca di Linda mentre Mina gli slaccia il bottone dei pantaloni estraendo una nerchia di tutto rispetto già considerevolmente eretta. Accarezzando l’asta Mina, lecca e bacia il collo dell’uomo. Le mani di Linda intanto gli stanno togliendo gli indumenti. Delphi intanto abbassa i calzoni a Robert mettendo in mostra un palo che pare un obelisco. L’uomo accarezza i capelli della ragazza e lentamente costringe la bocca famelica a calarsi sul cazzo.
Gli uomini emettono gemiti di godimento mentre le ragazze sanno come accontentare la voluttà.
Questa scena prosegue per qualche minuto, i cazzi sono svettanti, quello di Robert &egrave davvero una trave, saranno 20cm di carne dura ed intensa che la bocca di Delphi riesce a insalivare a fatica.
D’un tratto, la mano di Robert che appoggiava in una piega del divano si alza repentinamente mostrando una Beretta PX4 Storm puntata direttamente al cervello di Jean-Luc.
‘Che cazzo fai?’ urla esterefatto Jean-Luc
‘Gran bella idea quella delle troie! Dimmi che cazzo hai in mente?’ senza esitazione.
‘N-No! Nulla non ho in mente nulla se non quella di concludere l’affare in maniera degna’, riacquistando la calma.
‘Non me la dai a bere. &egrave un vero peccato che si debba sprecare il sangue di queste strafiche o interrompere questa orgia che sta per iniziare, ma vedi o mi dici tutto o il tuo cervello salta ad imbrattare le pareti della stanza e il muso di queste due troie’.
‘Ascolta Robert…’
‘Ascolta, un cazzo! Voglio sentire la storia al completo e che sia convincente.’
‘mmmh… capiscimi Rob. C’&egrave un sacco di gente importante sopra di me, prendo ordini da loro. Ho agito secondo le loro istruzioni.’
‘Uno: per chi sono le armi?’
‘per… per…’
‘Avanti, testa di cazzo! Tu, zoccola continua a spompinarlo, mica ci deve ragionare sulla questione, non ha più niente da perdere, questo idiota’
Mina continua a scorrere sull’asta come se nulla fosse.
‘Il contratto &egrave gestito attraverso una intermediaria svizzera, la Wellsmann AG, con sede a Zurigo e probabile destinazione alcuni settori deviati dei servizi segreti europei, altro non so… ahhhhhhhhhhhhhh’
‘Ok, mi basta. Due: Perché Lafitte mi ha fatto seguire per tutta la settimana? Delphi continua a sbocchinare pure me, visto che abbiamo pagato, non mi sembra il caso’
‘Lafitte non si fidava di te, sapevi troppo il fatto tuo. E gli stai sul cazzo. Poi… ghhhhhh, ghhhh’ la bocca inesorabile scorre sul cazzo congestionato.
‘Poi?AVANTI!’
‘Poi ci sono… c’&egrave l’interpol… l’Interpol guida questi servizi deviati per rovesciare un governo. Seguono la faccenda per accertarsi che tutto non vada a rotoli, ma ora…. ora…’
‘Alt. Mina, fallo fiatare!’, con un mezzo sorriso ‘Ora voglio il nome del vostro capo’
‘se te lo dico sono morto!’ fa Jean-Luc
‘Sei già morto, con la differenza che se spari il nome ti do una possibilità di arrivare all’aeroporto e scappare il più lontano possibile’
‘ok… ok… il capo &egrave Manfred Weldsgoern, del Dipartimento federale di…’
‘So chi è non &egrave necessaria ulteriore pubblicità’ e poi ‘Ora ragazze aprite gli scuri. Ci stanno controllando di sicuro, facciamogli vedere lo spettacolo.’
‘Voi… voi siete in combutta?’ &egrave spaventato, ha capito di essere caduto in una trappola perfetta.
‘Uhm, perspicace! Ti va di culo che ora ti farai una scopata con i fiocchi!’
‘Non ve la caverete, come farete a portarmi fuori?’
‘non &egrave affare tuo! Forza, ragazze. diamoci dentro e scusatemi le parolacce di prima, ma la recita andava fatta fino in fondo!’
‘Figurati, capo.’ risponde Linda per le altre, che intanto si &egrave seduta sul divano divaricando le gambe. Delphi le martoria la fica con la lingua, mentre da dietro Robert-Bolland la fotte con calma e voluttà. Delphi gode già come una disperata date le dimensioni e i sapienti colpi del nostro.
Intanto Jean-Luc capita la posizione sfrutta lo sfruttabile: Mina gli &egrave salita sopra offrendogli le meravigliose tette e cavalcando con particolare maestria. L’uomo gode ed &egrave ormai prossimo al climax. Mina vuole però godere e allora rallenta portando Jean-Luc sotto una piacevole, ma protratta tortura.
Delphi ha già raggiunto il primo orgasmo. Linda tartassata dall’amica gode, urlando e inarcando la schiena, ma ha bisogno di cazzo. Cazzo che il nostro Bolland possiede in quantità spettacolari. Per niente provato dalla stantuffata in piedi, ordina alle due di dilungarsi in esagerato 69. E così il nostro, madido degli umori di Delphi, sfonda il culo di Linda che approva oscenamente. Poche pistonate e poi una lubrificata nella bocca di Delphi e poi di nuovo dentro sbattendo le palle contro le peccaminose natiche di Linda.
Intanto Jean-Luc emettendo grugniti animaleschi vomita fiotti di sborra sul ventre di Mina. Aprofittando del rilassamento muscolare, Mina prende da sotto un cuscino la siringa monodose e autoiniettante di SP423UX. &egrave un lieve pizzicore. Ma nel mentre sta per svoltarsi il nostro si accascia addormentato.
‘Uff… una frana anche a scopare!’ Dichiara mina papale.
‘Forza ricevi la tua razione di degno cazzo’
Bolland si &egrave sdraiato e Mina si impala sull’obelisco, Delphi si siede sul volto del Capo, ricevendo la giusta dose di lappate, mentre con la mano destra sonda la vulva di Linda che gode come una forsennata.
Dopo uno squassante orgasmo &egrave Delphi a montare sul palo della cuccagna mentre &egrave Linda che fa bere i proprio succhi al nostro prode.
Ripetuti orgasmi, poi &egrave il turno di soddisfare il capo. Bolland vuole innaffiare i loro visi, le bocche vogliose scorrono alternate sull’asta turgida e perfettamente scolpita. Finché:
‘Godo, mie belle assistenti, prendete il semeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee…!’
Eruttando fiotti interminabili di bollente sperma, sulle tette, sul viso, nelle bocche. Linda succhia il cazzo per estrarne le ultime stille. Boi un triplice bacio saffico che sancisce per l’ennesima volta la stretta fratellanza delle tre…
Terminato il tutto viene il momento di preparsi ad uscire di scena senza destare sospetti. La luce si affievolisce con un comando a distanza, fino a spegnersi.
‘Alla prossima, domani mattina riceverete istruzioni sul prossimo contatto nella vostra cassetta postale’
Le tre ragazze escono dall’uscita principale, mentre Bolland indossata una tuta, occhiali per visione notturna, si infila per il vano montacarichi e sparisce.
I taxi intanto si allontanano. Dal cielo una fredda e minuta pioggia.
***
Poco lontano, sull’altra sponda del Rodano un furgone nero senza insegne e una grossa antenna.
‘Ehi, Sergente Bouraix, dopo questo spettacolo, che facciamo? Lo chiamiamo il nostro uomo?’
‘Naaaaaa… &egrave solo un controllo di routine, niente colpi di mano.

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