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Le perversioni di una troia

By 20 Marzo 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Apro gli occhi, vedo la luce dell’alba che filtra dalle persiane, faccio per spostarmi una ciocca di capelli con la mano ma uno strattone al polso mi ricorda che sono legata. La mia mente allora si focalizza sulle corde, non sono ruvide ma tengono ben stretti i miei polsi e le mie caviglie. Non posso muovermi, se non per spostare un po’ il bacino avanti e indietro, &egrave fastidioso ma so che lo merito, non avrei mai dovuto bruciare la cena di mio marito per flirtare e fare la rizza cazzi con quel gigante di muratore nero. Il mio amore Paolo &egrave fatto così, sa della mia natura di troia e vuole che mi sfoghi ma solo sotto suo consenso; conoscendolo sicuramente avrebbe acconsentito a farmi assaggiare il cazzo di Asad ma l’averci provato senza che lo sapesse, oltretutto bruciando l’arrosto, lo ha proprio fatto infuriare e quando accade non so mai cosa aspettarmi.
Paolo ha 35 anni, alto, moro, con i tratti e l’incarnato del sud, discende da una famiglia di avvocati e lo &egrave a sua volta’ ama il potere e ama esercitarlo anche su di me. Io mi chiamo Luna, 29 anni, capelli biondo cenere lunghi fin sotto le spalle, occhi verdi, minuta ma con una terza abbondante naturale e un bel sedere, scolpito da anni di ginnastica artistica. Al contrario di quello che potete pensare non sono la schiava succube di mio marito, il nostro &egrave un rapporto paritario, io amo essere posseduta da un vero uomo come lui ma a mia volta sento il bisogno di dominare su altri, giovani ragazze e ragazzi, uomini inutili, bellissime donne ecc. E ogni tanto non disdegno anche di essere scopata da altri maschioni con il cazzo grande grande grande. Siamo sposati da un anno ma ci conosciamo da quando siamo piccoli, mio padre ha una grossa agenzia di spettacolo ed &egrave un buon amico del padre di Paolo, e così fin da bambini ci siamo sempre frequentati, poi ci siamo persi di vista e infine ritrovati 3 anni fa, mentre per festeggiare mi sbatteva nel bagno di una discoteca. Conoscendoci meglio le nostre menti perverse si sono legate e abbiamo capito che eravamo fatti l’uno per l’altra.
Finalmente un rumore, sento aprirsi la porta, sarà passata un’ora da quando mi sono svegliata, Paolo entra con una tazza in mano e si siede accanto a me. Avvicina il viso al mio come per baciarmi ma poi uno sputo mi centra la lingua seguito da uno schiaffo, mi prende per la gola e inizia a dirmi che non devo fare la troia senza il suo permesso, che merito di essere punita duramente e umiliata per questo. Poi mi lascia e con calma mi spiega che la punizione sarà restare legata al letto tutto il giorno, salvo brevi pause da lui programmate per farmi andare in bagno, e attenermi alla sua rigida dieta: pisello a colazione, pranzo e cena; almeno imparo a non bruciare il cibo. Detto questo si tira giù i pantaloni e me lo mette in bocca, &egrave grosso, 21 cm di cazzo mi scorrono nella bocca mentre mi scopa la testa, lo sento fino in gola, non respiro e inizio ad avere la nausea. Tossisco e lui si stacca, ma non &egrave soddisfatto e così prende a schiaffeggiarmi col cazzo e poi lo rimette di nuovo in bocca ma questa volta lascia fare a me. Continuo un po’ di su e giù, cercando di ingoiarne il più possibile, amo sentirlo gemere e sapere che grazie alla mia bocca gode come merita, poi mi stacco e inizio a leccarlo e baciarlo per tutta la sua lunghezza e infine arrivo ad una parte di lui che adoro, le palle. Sono così grosse, &egrave fantastico quando mi scopa e le sento sbattere su di me o quando le metto tutte in bocca; e così sono lì, a leccare le palle di mio marito mentre lui si sega su di me. Spero tanto che inizi a scoparmi perché sono tremendamente bagnata ma i suoi piani sono diversi, sento che inizia ad ansimare più forte e scopro il senso della tazza che ha portato con se, la prende e mentre mi fa leccare il buco del culo ci viene dentro. Minimo due dita di sborra sono dentro la tazza e capisco subito che quella sarà la mia colazione; mi slega e me la porge, io da brava mogliettina bevo tutto e pulisco anche il fondo con le dita. Poi mi lascia andare in bagno e mi lega di nuovo, ho chiesto se potevo stare chiusa nella stanza ma libera ma Paolo ha detto di no, non si fida a slegarmi le mani, pensa che da brava troia mi toccherei e non lo vuole assolutamente. Mi da un bacio sulla bocca, mi dice che mi ama ma che sono stata cattiva e se ne va. Restò lì ad aspettare trepidante l’ora di pranzo, so già che tornerà e non vedo l’ora.
Saranno già passate 4 o 5 ore da quando mio marito se n’&egrave andato lasciandomi qui legata al letto; ho fame, sete, devo andare in bagno e oltretutto ho una gran voglia di toccarmi . La ‘colazione’ di stamani non ha fatto altro che accrescere la mia voglia di cazzo, sono bagnata e la figa quasi mi pizzica dalla voglia che ho. Cosa darei per un dito che mi sgrilletta il clitoride o una lingua che me la lecca tutta e invece niente, me ne sto qui legata, immobilizzata’solo il bacino può muoversi un po’ e allora inarco la schiena e cerco di strusciarmi sul materasso. Sento il contatto delle lezuola sul culo, poi pian piano riesco ad arrivare all’apertura della fica, ma il clitoride &egrave ancora lontano e così restò lì sempre più vogliosa di un orgasmo. Inizio a muovermi, &egrave comunque bello, il materasso preme su un pezzo della mia fighetta e sul buco del culo, e mi fa contrarre involontariamente i muscoli. Ad un certo punto piego con forza una gamba e miracolosamente la corda si allenta, colgo il momento e riesco a slegarmi un piede; la mia mente subito pensa a come fare per godere e così piego la gamba libera e appoggiando il piede vicino alla figa inizio a strusciarcela. Il tallone preme sul clitoride, ed &egrave diventato già tutto bagnato, sento che sto quasi per venire quando si spalanca la porta ed entra mio marito. Cerco subito di ricompormi ma ormai &egrave troppo tardi, capisce subito quello che stavo facendo e alla vista della corda slegata si infuria di nuovo. Mi dice che sono vacca a livelli indecenti, così troia da non riuscire neanche a stare 24 ore senza godere, sono inutile, buona solo a svuotare le palle degli uomini; mi meriterei di essere venduta come una puttana da pochi spiccioli. Sono parole che fanno male ma guardo i suoi occhi e vedo quanto mi ama, so che in realtà mi rispetta, non farebbe mai nulla che io veramente non approvassi, ma prova un piacere perverso nel vedermi umiliatà, abbandonata ai miei istinti più primordiali ed io a mia volta vivo per questo.
Paolo si calma, esce dalla stanza e torna con un vassoio, mi ha portato degli spaghetti al pomodoro, dell’aranciata ed un caffè che carino, nonostante la mia disobbedienza mi ha portato il pranzo. Prende gli spaghetti e me li passa sotto il naso per farmeli odorare, sento il calore salire, non vedo l’ora di mangiare; mi chiede se ho fame e subito annuisco. Paolo ride o meglio mi deride, mi spiega che l’aveva portati per pranzo ma visto che mi sono comportata da cagna in calore non merito il cibo, poi mi slega e mi costringe ad entrare nella vasca da bagno vuota, prende gli spaghetti e me li rovescia in testa. Sono troppo caldi e non riesco neanche ad aprire gli occhi, mio marito sembra capire e quindi pensa bene di allietarmi rovesciandomi in testa anche l’aranciata seguita dal caff&egrave, fortunatamente appena tiepido. ‘Adesso puoi mangiare quello che ti cola dai capelli, cagna’, ride ma so che non scherza e così apro la bocca e inizio a leccare; il sapore del pomodoro mescolato all’arancia e al caff&egrave &egrave terribile e ogni tanto mi vengono quasi i conati di vomito. Ancora non riesco ad aprire gli occhi ma forse non &egrave un male perché ad un certo punto vengo colpita da uno schizzo caldo proprio su una palpebra seguito da altri in fronte, sul naso, sulle labbra e dritti sulla lingua; il sapore della sborra di mio marito &egrave quasi un sollievo dopo quel saporaccio. Provo ad immaginarmi vista da fuori: una bellissima ragazza nuda, con la fighetta lucida dal piacere, costretta a stare in una vasca con una maschera di cibo e sborra e la lingua di fuori’ Adesso capisco perché mio marito ha goduto, deve essere eccitante vedermi così umiliata e sottomessa, io stessa sono tutta bagnata ma so che anche a questo giro non avrò il permesso di venire. Paolo mi prende per le braccia e mi fa uscire dalla vasca, poi mi fa inginocchiare, lì per lì non capisco ma poi ci metto poco a realizzare e mi ritrovo con la testa nella tazza del gabinetto; ‘Sei sporca così nel letto non ci torni’ e così dicendo tira lo sciacquone. La cosa mi disgusta e quasi mi metto a piangere ma trattengo le lacrime perché so che in fondo lo merito, i patti sono patti e io li ho infranti.
Paolo mi asciuga un po’ alla meglio i capelli e poi mi da una ciotola d’acqua, da cui però posso bere solo leccando come una vera cagna; dopo mi rimette a letto e mi lega stretta ma questa volta a quattro zampe, immagino che se ne stia per andare ma sbaglio, la punizione non &egrave ancora terminata. Apre il secondo cassetto dell’armadio, quello dei giochi erotici ed estrae un plug anale con una coda, quello che usa quando vuole che sia il suo animaletto da compagnia, e senza neanche lubrificarmi me lo spinge nell’ano così potentemente che non riesco a trattenere un urlo, subito punito da un sonoro schiaffo sul culo. Vedo che torna verso il cassetto e questa volta sceglie una piccola frusta, torna da me e inizia a batterla violentemente sul mio culo; sento male, sento frizzare soprattutto quando colpisce due volte nello stesso punto, ma allo stesso tempo non voglio che si fermi ed anzi spero che inizi a colpirmi la figa al più presto. Mio marito sembra leggermi nella mente e così inizia a tirarmi piccole frustate sul clitoride che via via salgono di intensità, la pelle nera del frustino che schiocca sulla mia pelle mi fa inarcare la schiena e spingere il culo sempre più in alto mostrando ancora meglio la coda e soprattutto facendomi sentire di più il cuneo che mi sta sfondando il culetto. Sono lì lì per venire quando Paolo si interrompe e con un colpo secco mi toglie il plug, ripulisce tutto e lo ripone nel cassetto con la frusta. Capisco che &egrave tutto finito, niente più giochi, niente più orgasmo e sotto sotto un po’ mi intristisco ma non lo lascio trasparire; vengo rilegata al letto nella posizione iniziale e lasciata lì senza neanche una parola’ Mi sento improvvisamente sola, a questo giro sarà ancora più difficile arrivare fino a cena.
Sono immobilizzata al letto pensando alla mia situazione, &egrave da quasi 24 ore che sono legata ed inizio ad essere stanca e ad avere la smania di muovermi. Inoltre ho fame, &egrave da ieri a pranzo che non mangio per bene e non avrò neanche il tempo di riprendermi perch&egrave domani &egrave lunedì e dovrò tornare alla mia vita normale, al mio lavoro’non ne ho proprio la forza. Sento schiudersi la porta di camera e mi desto dai miei pensieri.
Paolo entra ma noto subito che non &egrave solo, accende la luce e riconosco Asad il muratore nero con cui troieggiavo la sera prima della punizione. Mi prende subito un formicolio tra le gambe pensando a cosa possa avere in mente mio marito’finalmente godrò.
I due si dispongono ai lati del letto e senza dire neanche una parola iniziano a tastarmi il seno nudo. Le mani di Asad sono veramente enormi, mi eccita vedere quelle manone nere e indurite dal lavoro che toccano la mia pelle candida e a quel pensiero i miei capezzoli diventano ancora più duri. Mio marito, dall’altro lato, mi strizza con forza un seno, vuole farmi male, non gliene frega niente di farmi godere ma nonostante ciò sento un lago in mezzo alle cosce; questa astinenza forzata non fa altro che rendermi ancora più vogliosa e poi quanto vorrei vedere quel bel cazzo nero.
Paolo si alza e va al cassetto dei giochini mentre Asad inizia a leccarmi entrambi i capezzoli con la sua lingua calda e la sua boccona carnosa. Mio marito torna da me con delle pinzette per capezzoli e le applica con cura; fanno male, stringono ma non faccio in tempo ad abituarmi alla pressione che subito vengono strappate via. Il dolore &egrave fortissimo, mi lascio sfuggire un urlo e subito vengo centrata da uno schiaffo ma questo non fa altro che eccitarmi di più. Mi sento completamente in balia di quei due uomini così forti e in questo momento potenti; sono completamente nuda, legata, con le tette e la figa esposte ad ogni loro desiderio e i capezzoli mi fanno male ma mi lascio trasportare da quella coinvolgente sensazione di essere per un attimo solo un oggetto.
Paolo applica di nuovo le pinzette sui miei capezzoli e insieme ad Asad inizia a muoverle e tirarle, mi sfugge un ‘si’ ad alta voce. ‘Si?! Ti piace?! Lo vuoi?!’ e così dicendo mio marito si spoglia, mi slega e mi spinge in gola il cazzo; lo succhio come se non ne vedessi uno da anni, me lo gusto mentre mi riempie la bocca e preme sulla lingua, voglio dargli piacere ed essere una brava mogliettina troia. Poi mi sento afferrare le tette e vedo Asad nudo, per un attimo mi spavento, non ho mi visto un cazzo così lungo ma soprattutto largo e noto che anche mio marito rimane un attimo stupito. Immediatamente il nero mi stringe il seno e inizia a farci scorrere in mezzo il suo enorme arnese mentre Paolo continua a spingermelo fino in gola; dopo un po’ i due si scambiano e mi ritrovo a spompinare Asad. Per la prima volta mi sento quasi inutile, non riesco a prendere in bocca per intero il suo membro, vorrei farlo godere al meglio come so fare e non ci riesco ma devo dimostrare che brava vacca sono. Così inizio a spingere per ingoiarne il più possibile, poi mi stacco e inizio a leccare e succhiare la cappella, lo passo su tutto il viso e poi torno a spompinarlo, lecco le palle e le massaggio per farlo godere di più; poi ad un certo punto anche Paolo mi porge il suo cazzo e mi spinge ad impegnarmi per soddisfarli entrambi.
Saranno passati 10 minuti e i cazzi non smettono di alternarsi nella mia bocca, Paolo ad un certo punto si stacca e va a dire una cosa a bassa voce ad Asad, non sento ma spero che sia arrivato il momento per la mia fighetta di accogliere quel gigante nero. Il ragazzo mi solleva e mi mette a pecora, aspetto con ansia il momento in cui la mia figa sarà penetrata ma uno sputo mi centra il buco del culo; spalanco gli occhi, non può essere, il mio uomo non può volere che quel bestione mi sfondi il culo. Mi dimeno ma Paolo per tutta risposta mi lega di nuovo, adesso con il sedere ben esposto ai loro occhi e ai loro cazzi. Le manone di Asad iniziano a tastarmi il sedere, poi avvicina il viso e inizia a leccarmi per bene il buchetto; &egrave bello sentire quella lingua calda che si muove nel mio culo ma l’idea di quello che mi aspetta mi spaventa. Asad si stacca, si posiziona dietro di me e pian piano inizia a spingermi la grossa cappella dentro; per ora non fa troppo male, alla fine ho il culo abbastanza allenato. Ma non faccio in tempo a finire questo pensiero che con un colpo secco me lo butta tutto dentro; sento le pareti del mio ano cedere di botto e le palle di Asad battermi contro la figa, fa malissimo e non posso fare a meno di urlare. Inizia a scoparmi con forza mentre Paolo si posiziona davanti a me e mi fa ingoiare il cazzo, adesso non posso neanche urlare. Sento mio marito dire: ‘Basta Asad muoviti a venire, se la scopi troppo &egrave capace che questa troia viene anche, e lei non merita di godere’ . Il ragazzo aumenta il ritmo e anche il cazzo di Paolo inizia a scoparmi a tempo la bocca, respiro a fatica ma finalmente sento quelle grosse palle nere svuotarsi dentro di me. Asad si sposta e mio marito me lo fa succhiare ancora un po’poi si mette dietro di me, inizia a segarsi e viene schizzando dritto nel mio buchetto ancora aperto. Paolo e il suo nuovo amico si gustano la scena del mio culo rotto e riempito dallo sperma di due uomini diversi mentre iniziano a schiaffeggiarmi il culo e ridere fra loro; poi Asad si avvicina, mi da un bacio e mio marito lo accompagna fuori. Paolo torna, mi slega e baciandomi dice che finalmente (per me) la punizione &egrave finita, anche se ho ancora l’obbligo di non venire fino a domani e a questo giro non intendo trasgredire, ho troppa paura.
Vado in bagno e inizio a farmi una doccia, &egrave bello sentire l’acqua calda che scorre sulla pelle e lava via la fatica ed il ‘degrado’ di quella giornata; il sapone poi elimina i residui di cibo e sborra che sicuramente ci saranno e mi fa sentire pulita anche se dentro sono ancora più sporca. Esco, mi asciugo e vado in cucina a mangiare un pezzo di pizza avanzato da mio marito, poi mi dirigo a letto e al minimo tocco del cuscino mi addormento. Domani a lavoro sarà una giornata impegnativa.

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