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Le relazioni affettive.

By 8 Settembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Le relazioni affettive

(Ricordi di un profondo ed appassionato amore tra madre e figlio
dai giorni dell’adolescenza fino all’età adulta)

Indice:
Capitolo 1 ‘ L’iniziazione
Capitolo 2 ‘ Il coraggio di amare la propria madre
Capitolo 3 ‘ Come aiutare un caro amico
Capitolo 4 ‘ La prima volta nel culo di mia madre
Capitolo 5 ‘ La prima notte a tre
Capitolo 6 ‘ La mamma del mio più caro amico
Capitolo 7 ‘ Un’estate al mare
Capitolo 8 ‘ Il bordello
Capitolo 9 ‘ Il rito nuziale

Capitolo n. 1 – L’iniziazione

Ricordo la prima volta che mia madre mi concesse di vederla completamente nuda e di toccarle quella meravigliosa fica circondata da una curata corona di peli scuri e quel desiderabile ed attraente sedere dai glutei tondi e sodi.
Fu l’estasi suprema e l’inizio di un percorso incestuoso iniziato nell’adolescenza e proseguito con intensa passione fino ad oggi.
Anche durante i primi anni della mia vita matrimoniale i rapporti d’amore sono proseguiti con continuità anche se con frequenza, purtroppo, sempre più ridotta. Ciò dovuto, non certo ad un affievolimento dei sentimenti d’amore tra mia madre e suo figlio, ma dalle nuove condizioni della vita familiare e di lavoro che non rendono facili tali rapporti.
Era un pomeriggio di una calda estate e, come avveniva fin da prima dell’adolescenza, mia madre ed io dormivamo uno accanto all’altra per il riposo pomeridiano.
Ricordo anche che, da bambino, spesso mi faceva dormire di notte nel letto matrimoniale tra lei e mio padre stringendomi tra le sue braccia accarezzandomi e stringendomi a se.
Di norma indossava una corta veste di cotone bianco e un paio di mutandine, sempre bianche, e un reggiseno minuscolo adatto alla sua misura.
Quel pomeriggio ero in canottiera e mutande mentre lei, così accertai dopo, era senza mutandine e senza reggiseno.
Da mesi seguivo tutti i suoi spostamenti in casa e, spesso, ero riuscito a spiarla quando andava in bagno per i bisogni o per farsi la doccia. Stranamente trovavo sempre la porta opportunamente socchiusa che aprivo quel che bastava per avere una visione più completa. Anche quando in camera da letto si vestiva, o svestiva, riuscivo ad ammirarla grazie allo specchio dell’armadio. Ogni volta che potevo ammirare le sue nudità andavo in estasi, diventando rosso paonazzo. Il pisellino si ingrossava ed induriva ogni giorno sempre di più e così restava anche per qualche tempo con conseguenti dolori testicolari. Mentre la spiavo avevo cominciato anche a scoprirmi il pisello provando a far scorrere il prepuzio in basso ma riuscivo solo a liberare la parte superiore del glande che si arrossava e, talvolta, sputava un paio di goccioline lubrificanti. Avevo visto un giorno quello di mio padre, di gran lunga più grande del mio e completamente scappellato, e non capivo come poter aprire anche il mio malgrado gli sforzi di abbassarmi la pelle del prepuzio.
Quel pomeriggio mia madre dormiva (o così mi sembrava) girata sul lato destro e le forme del suo corpo, in particolare dei suoi fianchi, mostravano in tutta la sua bellezza il sedere anche se parzialmente coperto dalla corta camicia da notte.
Io restavo supino ed immobile accanto a lei ed ero estasiato da quelle curve del corpo che le modellavano i meravigliosi glutei.
Sentivo di avere il pisello ingrossato per cui lo tirai fuori dalle mutande sperando che mia madre lo vedesse con l’ausilio dello specchio dell’armadio. Non successe nulla. Mia madre continuava a far finta di dormire sempre girata sul fianco. Allora mi tolsi completamente le mutande girandomi anch’io sul fianco in modo da avere un primo contatto fisico con il suo splendido sedere protetto appena da un lembo della camicia.
In questa posizione posizionai il pisello, che cominciava ad avere delle pulsazioni che non riuscivo a reprimere, al centro della piega dei glutei.
Non riscontrando reazioni mi convinsi che mia madre dormisse veramente e che non si era accorta di questo approccio. Rincuorato dal sonno cominciai a sollevare il lembo della camicia da notte in modo da scoprire completamente i sodi e rotondi glutei.
Con sorpresa e con grande piacere ebbi la conferma che quel pomeriggio mia madre non aveva indossato le mutandine per cui il sedere mi si presentava in tutta la sua bellezza e con gli splendidi glutei completamente scoperti.
Sbirciai più in basso dei glutei scoprendo che tra le cosce sporgevano alcuni peli scuri; sporgenza favorita anche per il fatto che una delle gambe era leggermente piegata verso il bacino.
Mi sembrava di svenire a quella vista anche perché avrei potuto toccare con la mano i peli sporgenti.
Tutte le volte che avevo spiato mia madre in bagno, o in camera, avevo sempre notato che davanti presentava un folto cespuglio di peli scuri non particolarmente lunghi e concentrati solo nella zona centrale. Adesso li vedevo da vicino e li avrei potuti anche toccare con le mani.
Ma non ebbi il coraggio di toccarli anche per non interrompere la visione e per non svegliare mia madre.
Mi ridistesi supino con un pisello duro e dritto. Mia madre continuava a far finta di niente. Presi coraggio, pensando che tutt’al più mi sarei preso un rimprovero o uno schiaffo, posizionandomi più in basso sul letto in modo che, girandomi sul fianco, il mio pisello si sarebbe potuto facilmente inserire sotto i glutei all’imbocco delle cosce e tra i peli sporgenti.
Così mi accinsi a fare cominciando ad inserire lentamente il pisello duro tra le cosce di mia madre accostandomi completamente con il bacino ai glutei.
A questo punto notai che la gamba superiore si alzò leggermente per facilitare l’inserimento del pene dandomi la conferma che mia madre non dormiva affatto ma che, al contrario, aspettava proprio questa mia iniziativa.
Rimasi gelato, il pisello ebbe un momentaneo rilassamento, e mi preparai alla reazione di mia madre la quale, invece, rimase ancora per un po’ in quella posizione stringendomelo fortemente tra le cosce facendolo, così, nuovamente indurire.
Infine si girò verso di me e, con un gran sorriso di compiacimento, mi disse:
– Vedo, anzi sento, che sei diventato sensibile al corpo femminile. Dopo avermi spiata in tutti questi mesi hai, finalmente, preso l’iniziativa di toccarmi. Vieni, da adesso dobbiamo iniziare una nuova vita e tu dovrai diventare un vero uomo in grado di soddisfare le voglie di tutte le donne. Io ti insegnerò tutto quello che dovrai sapere e come farle.
Così dicendo mi diede un gran bel bacio sulla bocca (era il primo bacio sulla bocca di quel genere che ricevevo da mia madre; ne sarebbero seguiti una infinità con maggiore intensità e piacere) e, sedendosi al centro del letto, si sfilò dalla testa la camicia da notte restando completamente nuda.
Completò la preparazione della prima lezione di sesso togliendo anche a me la canottiera.
Si ridistese al centro del letto divaricando le gambe in modo da mostrare la bellezza del suo basso ventre e del corpo intero con i suoi piccoli e morbidi seni dai capezzoli altrettanto piccoli ed appuntiti, il suo ventre piatto con un monte di venere ricoperto ed abbellito da un magnifico morbido ciuffo di peli scuri ben curato.
– Vieni, inginocchiati al centro delle mie gambe in modo da vedere meglio com’è fatto il sesso di una donna.
Non me lo feci ripetere due volte e subito mi insinuai tra le sue meravigliose cosce con il pisello che ricominciava ad allungarsi ed indurire. Mi madre iniziò con le mani a spostare i peli centrali della fica in modo da farmi vedere bene le grandi labbra che subito allargò per scoprire quelle più interne che davano l’accesso alla vagina.
– Ecco, queste sono le grandi labbra, quelle più piccole ed interne sono le piccole labbra che proteggono l’ingresso alla vagina. Ricordati che tu sei venuto alla vita uscendo proprio da questa parte del mio corpo. Quando sarai più grande e vorrai mettere al mondo un figlio dovrai prima inserire in questa cavità lo sperma che ti farò vedere come far uscire dal tuo pene. Questa è la zona di maggior piacere per la donna che dovrai stimolare inserendo il tuo bel pisello. Questa piccola escrescenza, posta subito sopra la congiunzione delle piccole labbra, prende il nome di clitoride. Manipolandola come sto facendo adesso riesci a farla uscire dalla pelle che la copre e a farla indurire. La pelle che la ricopre si chiama prepuzio proprio come la pelle che ricopre il glande del tuo pisello e che ti scoprirò tra poco. Con l’indice e il pollice la devi portare allo scoperto così come sto facendo adesso. Vedi come si è indurita e allungata diventando turgida per la manipolazione?
– Si mamma, sei stupenda! Posso toccarti? Posso baciarti i peli?
– Certo che puoi, anzi devi! Ti devi abituare a toccarmi in questa zona e dovrai pure inserire le tue dita nella vagina in modo da prender confidenza con il sesso femminile e conoscerne tutte particolarità. Adesso la chiudo e lascio a te la prima esplorazione del sesso di tua madre.
Mi chinai sul suo ventre cominciando a baciare e leccare i peli pubici e quelli attorno alla grande fessura centrale.
Ripetendo le indicazioni di mia madre aprì le grandi labbra baciandole con voluttà una alla volta, proseguii, quindi, con l’inserimento dell’indice dentro la vagina accorgendomi che cominciava ad essere particolarmente umida.
– Bravo figliolo, procedi così che già mi stai facendo eccitare. Inserisci insieme all’indice anche il medio. C’è spazio per ambedue. Così ”. Bravo! Adesso esci e rientra più volte. Bravissimo ”.. vedo che impari facilmente. Adesso prova a scoprirmi la clitoride così come ti ho fatto vedere prima. Dopo riprova ad entrare con la lingua dentro le piccole labbra, troverai la vagina molto più bagnata di prima.
Seguendo le sue indicazioni inserii ripetutamente l’indice ed il medio; quindi, impiegando l’indice ed il pollice della mano destra cominciai a far uscire la punta del clitoride che, con piccoli movimenti su e giù, diventò dura e turgida. Le iniziali piccole dimensioni diventarono, con la manipolazione continua delle dita, sempre più grandi raggiungendo una lunghezza di più di un centimetro. A questo punto mi venne spontaneo avvicinare il viso e prendere in bocca l’escrescenza succhiandola e mordendola leggermente con i denti stando ben attento a non provocare alcun dolore in mia madre che, sorpresa dalla mia iniziativa inaspettata, mi mise le mani sulla testa in modo che non interrompessi l’attività intrapresa e che l’avrebbe portata al primo orgasmo prodottole dal figlio adolescente. Così avvenne. Volle farmelo anche verificare invitandomi ad ispezionare nuovamente la vagina con la lingua in modo da verificare la maggiore lubrificazione e gustare il sapore del suo umore vaginale.
– E’ bellissima ed hai un sapore meraviglioso che non dimenticherò mai. Tutte le donne hanno questo sapore?
– No, ognuna lo avrà diverso e distinguerai anche quelle che si lavano dopo aver fatto la pipì e quelle meno pulite che mescolano il residuo della pipì con gli umori vaginali. Te ne accorgerai subito. Ti farò provare il diverso sapore su me stessa la prossima volta che mi leccherai e mi farai venire. Adesso fermati un poco e stenditi su di me.
Poggiai il pisello ancora duro sul suo ventre e la testa tra i seni che cominciai ad accarezzare, stringere e baciare. In particolare le presi in bocca prima un capezzolo poi l’altro notando che, leccandoli e baciandoli, si erano appuntiti ed induriti.
– Anche questa è una zona erogena per le donne; da qui dovrai iniziare quando comincerai i giochi erotici con le tue amichette e poi con la fidanzata. Inizia sempre da qui; mai dalla fica. Alla fica dovrai arrivare solo dopo aver fatto eccitare la donna con la manipolazione del seno. Vedo, comunque, che impari con grande facilità e sai già come far eccitare la donna per farla venire rapidamente. Bravo figlio mio, non ti credevo di così facile apprendimento! Ma adesso vediamo in quali condizioni si presenta il tuo pisello che lo sento già abbastanza duro per iniziare una eventuale prima ispezione vaginale. Mettiti supino come stavi prima di inserirmelo tra le cosce. Fatti vedere bene da vicino.
A malincuore mi alzai dalla posizione distesa che avevo sul corpo di mia madre e mi misi supino con il pisello eretto.
Mia madre lo prese delicatamente in mano, lo baciò ripetutamente in ogni parte e cominciò a scappellarlo riuscendo a scoprire, però, solo una parte del glande. Si fermò in quanto notò una certa espressione di dolore nel mio viso.
– Hai un bel pisello, anzi un bel pisellone come lo chiamerò da oggi in poi, che promette uno sviluppo interessante! Però il prepuzio si presenta alquanto stretto per cui dovrò procedere piano piano. Vedrai che la mamma riuscirà ad aprirtelo completamente in un paio di volte. Mi è capitato già una volta con un ragazzo ben più grande di te che non voleva farsi circoncidere. Piano piano sono riuscita a scappellarlo. Ancora oggi mi è riconoscente e, ogni volta che mi incontra, mi chiede sempre di ripetere l’intervento cioè mi chiede di masturbarlo come si usa dire. Fino a qualche tempo fa lo accontentavo saltuariamente ma ormai è grande e può farsi masturbare da sua moglie.
– Mamma chi è questo ragazzo ? Lo conosco ? Abita forse nel palazzo?
– No, non lo conosci. E’ molto più grande di te e si è sposato recentemente. Proviamo adesso con un lubrificante che è anche un disinfettante naturale.
Così dicendo avvicinò la bocca alla punta del pene bagnandolo con molta saliva. Riprese, quindi, l’opera di scappellamento con lenti ma continui movimenti di stiramento del prepuzio verso la base del pene. La saliva aveva favorito la lubrificazione ma non era sufficiente. Io stringevo i denti sperando che il supplizio finisse presto. Mia madre si decise, quindi, ad inserire in bocca tutta la punta del pene già scoperto continuando a tirare in basso la pelle del pisello. Con la lingua teneva sempre lubrificata la parte del glande che massaggiava anche con movimenti rotatori della lingua che lenivano in parte il dolore per il piacere che mi procurava. Piano piano la parte scoperta aumentava ed era arrivata quasi alla fine dove la base del glande si ingrossa dovendo simulare la cappella di un fungo. Mia madre, non volendomi procurare altro dolore, decise di sospendere l’attività.
– Domani ci riproveremo, vedrai che nel giro di qualche giorno riuscirò a scappellartelo tutto e con successivi esercizi questo supplizio sarà solo un ricordo e potremo dedicarci a migliorare le tue prestazioni. Devi comunque provare a scoprirlo quando è a riposo e fai la pipì. Chiamami quando dovrai urinare proverò io stessa. Essendo più piccolo e morbido ci dovrei riuscirci senza procurarti troppo dolore. Per oggi basta. Hai appreso anche troppo. Alzati e vestiamoci; io devo uscire per un appuntamento di lavoro.
Terminò così questo primo giorno di esperienze sessuali con mia madre.
Il giorno successivo ero subito tornato da scuola con grande trepidazione e desideroso di riprendere le lezioni. Finito il pranzo mio padre uscì per andare al lavoro (lavorava in genere il pomeriggio) ed io corsi in camera da letto spogliandomi completamente ed aspettando l’arrivo di mia madre disteso sul letto.
Mia madre entrò nella camera ancora tutta vestita e, vedendomi sul letto nudo, sorrise compiaciuta dicendomi:
– Ti sei già preparato per ripassare la lezione di ieri? Hai provato a scappellarti prima di fare la pipì? Perché non mi hai chiamato? Ci sei riuscito da solo?
– No mamma, ho ancora un leggero dolore e non ho il coraggio di forzare l’uscita del glande. Devi riprovarci tu.
La mamma cominciò a spogliarsi togliendosi il vestito e restando solo con le mutandine e il reggiseno. Venne verso il letto e si sdraiò accanto a me. Le mutandine, questa volta, erano più piccole del solito e quasi trasparenti in quanto si intravedeva tutta la peluria scura del sesso e i rotondi e sodi glutei erano quasi completamente scoperti. Strano ‘ pensai – che mio padre gli consenta di indossare indumenti così ridotti. Comunque era bellissima e la sua vista cominciava ad avere effetti sul mio pisello che iniziò ad allungarsi e a indurirsi.
– Mamma perché non ti spogli completamente come ieri? Anzi fai provare a me. Voglio essere io a toglierti il reggiseno e le mutandine. Sapessi quante volte ho desiderato spogliarti!
– Lo so che ti eccitavi ogni volta che mi spiavi! Ti ho sempre lasciato la porta opportunamente socchiusa per farti vedere il mio corpo. Stai proprio correndo figlio mio; sei impaziente di concludere le lezioni e ripetere quanto già appreso. Se ti fa piacere, spogliarmi! Così metterai in atto quello che avrai fatto tante volte con il pensiero quando mi spiavi in bagno o in camera da letto.
La strinsi tra le braccia baciandola in bocca e, sollevatole le braccia, sganciai il fermo posteriore del piccolo reggiseno che sfilai dalle braccia gettandolo sulla sedia ai piedi del letto.
Cominciai a baciarle i seni e a succhiare i piccoli capezzoli che subito si indurirono appena li presi in bocca. Continuai a baciarla scendendo verso il bacino passando per l’ombelico. Dai fianchi le presi le mutandine con le mani abbassandole fine all’inguine; infilai le mani dietro i glutei per completare l’abbassamento delle stesse e, contemporaneamente, mia madre sollevò il bacino per facilitare l’operazione. Completai l’abbassamento sfilandole dalle gambe che sollevai una alla volta. Mia madre era nuovamente completamente nuda davanti ai miei occhi ed io mi riposizionai tra le sue gambe come la prima volta sdraiandomi sul suo corpo in modo che potesse sentire il mio pisello eretto che gli premeva sul bacino. Mi baciò teneramente in fronte ed anche sulla bocca inserendomi la lingua alla ricerca di un contatto con la mia. Restammo abbracciati per diversi minuti.
– Sdraiati supino! Devo risolvere prima il tuo problema altrimenti non possiamo procedere con le lezioni di sesso.
Così dicendo mi fece rotolare da sopra il suo corpo e stendere supino accanto. Girandosi sul fianco mi prese subito il pene in mano baciandolo tutto e ricominciò ad aprirlo procedendo con lenti e delicati movimenti su e giù lubrificandomelo continuamente inserendolo ripetutamente in bocca in modo che la saliva aiutasse a completare lo scappellamento. Il piacere di tenerlo in bocca a mia madre superava il leggero dolore che ancora mi procurava questa attività. Ogni tanto si fermava ed osservava il progresso che stava ottenendo. Ormai si trattava di pochi millimetri in quanto il glande era quasi completamente venuto allo scoperto. Mia madre era molto soddisfatta del risultato. Si fermò per riposarsi consentendomi di baciarle nuovamente la fica e di introdurle l’indice ed il medio nella vagina leggermente umida.
– Oggi ti sei lavata dopo aver fatto pipì? Vorrei provare il sapore della tua vagina misto alla pipì come mi hai promesso ieri.
– Si, mi lavo sempre! Ma voglio accontentarti. Aspettami, vado a far pipì e torno bagnata. Così valuterai la differenza.
– Aspettami, mamma, vengo anch’io in bagno perché voglio vedere da dove esce la pipì in quanto ti ho sempre vista seduta sulla tazza da lontano senza capire come avviene esattamente .
– All’età tua sei già uno sporcaccione, figlio mio! Comunque vieni in bagno che ti faccio vedere da vicino e ti faccio anche sentire quanto è calda.
Ci alzammo dal letto e, prendendomi per mano, mi portò in bagno; si sedette sulla tazza allargando bene le gambe dicendomi di inginocchiarmi davanti a lei ed inserire una mano sotto la fica senza toccarla. Subito un getto di urina calda uscì dall’orifizio uretrale posto subito sopra le piccole labbra. Finita la minzione attese alcuni secondi per far scendere le ultime gocce e si alzò senza asciugarsi. Mi disse di lavarmi la mano bagnata di pipì e tornammo a sdraiarci nel letto.
– Ora leccami le piccole labbra ed i peli bagnati e dimmi che differenza trovi.
L’odore agro di quelle gocce di urina ancora presenti sui peli, che asciugai con la lingua, mi inebriarono nuovamente facendomi eccitare ancora di più. Il sapore dell’umore vaginale misto ai residui di pipì era sicuramente più forte ed intenso di quello che avevo gustato il giorno prima ma era ugualmente eccitante.
– Mamma sei meravigliosa! Anche l’odore ed il sapore della pipì mi manda in estasi. Non so dire quale sia migliore. Ma forse si, preferisco leccarti dopo che hai urinato senza asciugarti!
Mia madre, felice di questa mia decisione, mi fece nuovamente stendere e ricominciò l’attività interrotta decisa a portarla a buon fine nel più breve tempo possibile anche perché doveva uscire per il solito appuntamento di lavoro.
– Mamma, ma di che lavoro si tratta? Posso venire con te ? Non ti darò fastidio.
– No caro, non posso portarti con me. Devo andare da sola. Quando sarai grande ti spiegherò.
Riprese in bocca il mio pene, quasi completamente scoperto, e cominciò a farlo entrare ed uscire con continuità tirandomi con le dita la pelle di copertura del pene e massaggiandomi il glande scoperto con la lingua. Il piacere superava sempre il dolore. Ad un cero punto si sfilò il pene da bocca e, impugnatolo con una mano, mi diede un colpo deciso e veloce verso la base del pisello. Il glande era finalmente tutto uscito ed il prepuzio tutto stirato verso la base. Mia madre diede un segno di evidente soddisfazione.
– Finalmente anche con te ci sono riuscita! Ti ho scappellato completamente questo bel pisellone. Hai sentito dolore figliolo?
– Si ma solo leggermente in quanto il piacere è stato superiore. Come si chiama questo che mi hai fatto?
– Si chiama fellatio, volgarmente pompino, se praticato con la bocca, o sega se si utilizzano le mani. Adesso dovrai migliorare l’elasticità del prepuzio procedendo a segarti con le tue mani. Io ti aiuterò la mattina, quando tuo padre ancora dorme, ed il pomeriggio dopo il pranzo come oggi. Per adesso te lo massaggio nuovamente con la lingua per lasciartelo pulito e lubrificato.
Lo prese, quindi, nuovamente in bocca e cominciò a spompinarmi con maggiore intensità e passione facendomi uscire le prime gocce di un liquido giallognolo ed appiccicaticcio che, mi spiegò successivamente, non era ancora sperma ma solo lubrificante.
Terminata con soddisfazione l’operazione di scappellamento del pene del proprio figlio si alzò, si infilò le mutandine e il reggiseno che le avevo tolto e andò a scegliere nell’armadio un vestito adatto all’appuntamento di lavoro che aveva detto di avere.
Entrò in bagno lasciando la porta completamente aperta dicendomi:
– Da oggi ci conosciamo intimamente, non c’è più bisogno che mi spii di nascosto. Puoi venire ad assistere alla mia preparazione.
Il terzo giorno cominciò svegliato dal piacere che mia madre mi stava procurando per avermi preso con una mano il pisello (ancora moscio) per controllare il regolare scappellamento procedendo ad aprirmelo completamente con una mano. Raggiunta l’erezione se lo infilò in bocca succhiandolo appassionatamente. Infine lo sfilò dalla bocca e, presolo con una mano, cominciò a masturbarmi stando ben attenta a non toccare il glande con le dita. Terminata la sega con l’uscita di diverse gocce di liquido gelatinoso baciò il pene invitandomi ad alzarmi per andare a scuola chiedendomi:
– Ti è piaciuto il risveglio ? Te lo ripeterò anche domani, e dopodomani e così via’.tutti i giorni fino a quando mi dirai di smettere.
Dopo il pranzo, e l’uscita di casa di mio padre, fu mia madre a prendermi per mano e portarmi in camera da letto invitandomi a spogliarla:
– Adesso spogliami nuovamente come hai fatto ieri!
Le sbottonai il vestito facendolo cadere per terra, le sganciai il reggiseno che posai sul comodino; quindi la girai ed iniziai a far scendere le mutandine (simili a quelle di ieri ma di colore diverso) prendendole dai bordi laterali in modo da scoprire subito i meravigliosi e sodi glutei; le scesi fino a terra ed alzai prima una poi l’altra gamba per completare lo spogliarello.
Subito cominciai a baciare ed accarezzare i glutei con ambedue le mani passandole ripetutamente nella piega fino al buco del culo che massaggiai più volte senza provare a violarlo. Quindi, sempre da diedro, le infilai due dita nella fica già umida; girai mia madre, spostai i peli che circondavano la fica, le aprii con i pollici le grandi labbra che baciai ripetutamente e iniziai a succhiarle la clitoride che subito si indurì e fuoriuscì dal prepuzio.
– Vedo che con i preliminari sei diventato molto bravo! Adesso sdraiamoci sul letto che la lezione di oggi dovrebbe essere per te molto interessante.
Inizialmente ci posizionammo supini con lo sguardo al soffitto senza dire una parola; quindi mia madre mi prese una mano stringendomela amorevolmente. Mi girai sul fianco e con la mano libera cominciai a massaggiarle i seni stringendo i capezzoli con delicatezza fino a sentirli diventare piuttosto duri; il mio pisello, ormai eretto, si appoggiava e premeva sulla sua coscia.
– Posizionati sopra a me come la prima volta ed allargami le gambe. Vedo che il tuo pisellone è pronto al gran passo.
Le allargai le gambe, mi inginocchiai davanti il suo meraviglioso sesso e mi sdraiai sul suo corpo stando ben attento che il pisello, o pisellone come ormai lo chiamava mia madre, premesse sulla selva di peli e i testicoli sulle grandi labbra leggermente già aperte (forse anche per le gambe divaricate). Mia madre mi prese la testa e la strinse al suo seno che baciai nuovamente. Dopo alcuni minuti di silenzio mi disse:
– Ora inizia ad inserire il tuo pisellone dentro di me come hai già fatto con le dita; ma inizia piano piano in modo da avvertire gli effetti della penetrazione e l’apertura delle piccole labbra che avvolgeranno il tuo bel pisellone. Vieni ti aiuto inizialmente io.
Con l’indice ed il pollice mi prese il pisellone, lo scappellò interamente e posizionò la punta del glande al centro delle grandi labbra.
– Adesso entra piano piano. Io ti facilito l’inserimento piegando le gambe per puntellarmi. Adesso è tutta tua. Entra figliolo. Non aver paura. Proverai un gran piacere per il calore della vagina e per l’accoglienza che riceverà il glande completamente scoperto e l’asta del tuo pisellone.
Seguii i suoi suggerimenti procedendo all’inserimento in vagina di tutto il mio pisellone che non trovò alcuno ostacolo ma si indurì ancora di più per il calore delle pareti della vagina già sufficientemente lubrificata. Rimasi così fermo non sapendo cosa fare. L’istinto mi diceva di uscire e provare a rientrare ma rimasi fermo con le mani che stringevano ambedue i seni di mia madre.
– Vedo che ti sei bloccato. Adesso ti guido nuovamente io. Esci lentamente e rientra subito con un bel colpo di reni. Ecco così” bravo! Ripeti nuovamente il movimento. Bravo! Un’altra volta con più decisione! Bravo”..così! Ripeti ancora con sempre maggior velocità fino a quando non ti dirò di smettere o tu ti sentirai venir meno l’erezione. Bravo” Bravo” Ancora”’ Ancora”. Con più forza’.. Più veloce”..Più veloce”. Adesso un colpo di reni più forte che puoi” Bravissimo’..! Adesso fermati che mi hai fatto raggiungere l’orgasmo. Senti come è bagnata? Sei riuscito a far uscire qualche goccia dal pisellone? Dalla durezza credo proprio di no. Se ti piace restami dentro fino a quando vuoi.
Rimasi dentro fermo per qualche minuto, poi ripresi ad entrare ed uscire più volte senza aver più bisogno dei suoi suggerimenti sulla frequenza e velocità da assumere. Mia madre era sfinita perché ogni volta che ricominciavo lei raggiungeva l’orgasmo. Alla fine fu lei a distendere le gambe e a togliermi il pisellone dalla fica sfinita e bagnata oltre l’inverosimile.
– Nessun giovanotto è mai riuscito a farmi raggiungere tanti orgasmi in una sola volta! Neanche in gioventù! Chi l’avrebbe detto che ci sarebbe riuscito mio figlio e per di più alla prima esperienza! Sei veramente molto bravo! Diventerai un gran chiavatore! Ma prima dovrai essere lo stallone di tua madre! Ti amo come non mai, figlio mio! Con la pratica diventerai sempre più bravo e la nostra intesa più profonda. Nessuno ci dovrà dividere anche se avrai tante ragazze e se ti sposerai quando sarai più grande. Io ti accoglierò sempre con passione ed amore, figlio mio! Le nostre scopate non avranno niente a che fare con quelle che farai con le tue future fidanzatine. Purtroppo non posso darti un figlio. Adesso fermiamoci e riposiamoci . Oggi non devo lavorare per cui adesso ci andremo a fare una bella doccia e poi usciremo assieme per andare a prenderci un bel gelato. Te lo sei veramente meritato.
Ci alzammo e ci dirigemmo verso il bagno; entrammo nella doccia assieme e cominciammo ad insaponarci in ogni parte. Mia madre mi toccava in ogni parte del corpo come quando mi faceva il bagno da bambino.
Io cominciai ad insaponarle le spalle, quindi il petto stringendole i seni ed i capezzoli, quindi il ventre e la fica ricoperta di peli , quindi passai al sedere accarezzandolo e passando le mani ripetutamente nella fessura dei glutei arrivando a massaggiare con cura l’orifizio dell’ano che rispondeva con piccole contrazioni al mio tentativo di violarlo. Poiché mia madre accettava con piacere di essere solleticata in quella parte decisi di infilarle la prime due falangi dell’indice non trovando alcuna resistenza.
– Fermati figliolo quel buco lo esplorerai quando sarai un po’ più grande. Per il momento limitati alla fica. Sarò io a dirti quando potrai penetrarmi da dietro ed inserirmi il tuo pisellone nel culo. Solo pochi maschi hanno avuto la facoltà ad entrare e tu, presto, sarai tra questi fortunati e, ti prometto, sarai anche l’ultimo a violare il mio lato B.
Si divincolò dalla presa e cominciò a lavarmi il pisellone scappellandolo ormai con facilità spiegandomi:
– Ricordati che lo devi sempre tenere ben pulito lavandoti con l’acqua specialmente dopo un rapporto sessuale; il sapone, se non specifico , potrebbe arrecarti qualche infiammazione. Devi fare come sto facendo io; lo scappelli completamente e passi le dita sotto la corona della cappella in modo da togliere eventuali residui. Specialmente se ti accorgi che si sta formando la cosiddetta ‘ricottina’. Se dovesse accadere pulisciti subito con un detergente specifico per la zona. Potrai usare, se vuoi, il mio che trovi sempre sul bidet. Oggi non lo uso perché sei mio figlio e il tuo pisellone ha avuto contatti solo con la mia fica che tengo sempre ben pulita e sterile. Quando andrai con altre donne, anche se credi di conoscerle bene, mi raccomando lavati subito per bene. Eviterai così qualche fastidiosa infezione. Adesso usciamo ed asciughiamoci.
Ci asciugammo per bene (mia madre volle anche spruzzarmi il suo profumo sul pene dopo essersi profumata la fica), ci vestimmo e quindi uscimmo per andare a prenderci un gran bel gelato nella più famosa gelateria della città.

Capitolo n. 2 ‘ Il coraggio di amare la propria madre

Le lezioni e gli approfondimenti continuarono con sempre maggiore passione e trasporto reciproco. Ormai ci amavamo a tal punto che non potevamo far passare neanche un giorno senza scopare.
Un giorno, seduti su una panchina della villa comunale, mia madre stringendomi sempre una mano mi disse:
– Questa notte, figlio mio, ti voglio mettere alla prova. Voglio vedere se hai abbastanza coraggio per amare tua madre anche in circostanze rischiose. Ti lascio la porte della camera da letto socchiusa in modo che potrai entrare senza far rumore. Tuo padre dormirà russando. Dovrai venire già nudo e pronto a montarmi. Ci ameremo al cospetto di tuo padre che dorme. Vedrai che la cosa ti ecciterà. Ti aspetto!
– Certo mamma, sarò da te appena sentirò papà russare. Ma se si sveglia e ci vedrà scopare cosa succederà?
– Non ti preoccupare, tuo padre, quando russa, non lo svegliano neanche le cannonate!
Dopo la cena ero visibilmente eccitato per l’appuntamento notturno con mia madre.
Notando l’agitazione mi tranquillizzò stringendomi a se e, dopo esserci stesi sul divano posto alle spalle di mio padre intento a seguire la partita in TV, mi baciò appassionatamente infilandomi la lingua in bocca ed una mano nelle mutande stringendomi fortemente il pisellone ancora a riposo. Io, con una certa trepidazione, feci altrettanto insinuandole una mano tra le sue cosce e, constato che era senza mutandine, le inserii facilmente due dita nella calda fica.
Restammo per molto tempo in questa posizione scambiandoci appassionati e voluttuosi baci.
Dopo diversi minuti mia madre, incurante del marito sempre concentrato nel seguire la partita, mi tirò fuori dai pantaloni il pisellone, che aveva fatto indurire con la manipolazione, si alzò la veste scoprendo i meravigliosi glutei e si sedette a cavalcioni sopra di me dandomi le spalle e allargando le gambe in modo da premermi il pisellone eretto sulla pancia con il culo
Vedendo che mio padre continuava ad essere assorto nella visione della partita e non si poneva alcun problema su cosa accadeva alle sue spalle, si alzò leggermente, mi prese il pisellone e, scappellatolo con l’indice e il pollice, se lo inserì dentro di se facendomi capire che aveva la fica già abbastanza lubrificata.
Rimase ferma in questa posizione per molti minuti.
Allora le misi le mani sui fianchi sollevandola e facendola riscendere sul pisellone ancora in erezione; ripresi a sollevarla e a farla riscendere, e così di seguito con sempre maggiore velocità fino a quando mia madre mi tolse le mani dai fianchi facendomi intendere di essersene venuta (cosa che constatai per l’abbondante lubrificazione della fica).
Rimase in quella posizione fino a quando sentì che il pisellone era tornato a misure più modeste; quindi si alzò, si abbassò la gonna e, sedendosi nuovamente accanto a me, mi disse sottovoce:
– Vedi, non succede niente! Quello stronzo di tuo padre non si accorge di nulla; eppure un po’ di rumore lo abbiamo fatto. Il tuo pisellone sciacquava così bene dentro di me! Basta che vede la partita! Constato con grande soddisfazione che il coraggio non ti manca! Mi devi amare veramente molto! Comunque, ti ricordo che questa notte abbiamo un appuntamento al quale non dovrai mancare. Sarà ancora più eccitante! Ti aspetto amore mio!
Si alzò, raggiunse mio padre alle spalle chiedendogli se voleva bere qualche bibita in attesa della fine della partita preannunciandogli che sarebbe andata a dormire perché era sfinita e molto stanca per tutto quello che aveva fatto in casa dopo cena (!). Mio padre, senza domandarsi quali fossero le fatiche a cui alludeva, le chiese di portargli una coca cola e la salutò senza neanche girarsi.
La partita finì e mio padre si alzò per andare a dormire. Io mi chiusi nella mia stanza iniziando una lunga attesa. Ogni tanto uscivo ed andavo a spiare cosa succedeva in camera da letto dei miei. Inizialmente solo brusii e scambio di qualche parola. La seconda volta notai un rumore ritmico, come se il letto cigolasse. Mi avvicinai e, aprendo la porta a sufficienza, vidi mia madre piegata al centro del letto a 90 gradi e mio padre che la chiavava da dietro tenendole fermo il sedere con le mani. Al termine mio padre si sdraiò esausto e mia madre si alzò immediatamente per andare in bagno a pulirsi. Uscendo dalla camera mi notò immobile dicendomi:
– Hai visto che bestia è tuo padre? Ti farò vedere io come è eccitante quella posizione che è tra le più desiderate sia dalle donne sia dagli uomini. Aspetta ancora una mezz’oretta. Io mi vado a lavare in modo da accoglierti completamente pulita. Ti aspetto!
Dopo una mezz’ora tornai, questa volta completamente nudo, davanti la porte della camera. Mio padre russava sonoramente. Entrai. Mia madre mi aspettava, anch’essa completamente nuda, distesa il più possibile distante da mio padre. Mia madre si girò su un fianco sul bordo del letto e prese subito il mio pene leggermente eretto infilandoselo in bocca e cominciando a spompinarmi interrompendosi poco dopo. Si rigirò supina allargando le gambe in modo che potessi subito baciarla sulle grandi labbra ed inserire la lingua nella vagina completamente pulita e fresca. Con una mano cominciai a scappellare la clitoride portandola alla massima erezione e durezza. Quasi subito mia madre ebbe il primo orgasmo e volle baciarmi appassionatamente sulla bocca.
– Vieni montami sopra che ti faccio entrare.
– Ma mamma, se papà si sveglia?
– Non si sveglia’. non si sveglia. Lo conosco troppo bene. E poi se si sveglia gli diremo che ci amiamo. Guarda adesso gli tiro fuori il cazzo ma lui continuerà a russare come se nulla fosse. Guarda che modeste dimensioni presenta! E’ più piccolo del tuo!
Così fece, estrasse dal pigiama il cazzo moscio tutto bagnato di sperma, lo strinse con una mano e lo scappellò. Mio padre smise un attimo di russare ma riprese subito dopo. Mia madre, lasciata la presa, si posizionò a pancia sotto invitandomi a salirle sopra la schiena. Con una certa trepidazione montai su di lei ammirando per l’ennesima volta i meravigliosi glutei. Lei aprì le gambe in modo che mi potessi posizionare per bene al centro, io la circondai con le braccia inserendole sotto il suo corpo per stringerle i seni, lei alzò leggermente il bacino invitandomi ad entrare in quella posizione. Il pisellone trovò subito la strada aperta ed entrò con un violento colpo di reni che fece muovere leggermente il letto. Mio padre smise di russare. Io mi bloccai anche per la paura. Mio padre riprese a russare. Io ricominciai ad entrare ed uscire dalla fica di mia madre con sempre maggiore velocità e forza. Dopo una decina di entrate ed uscite mi accorsi che il mio pisellone cominciava a sputare nelle profondità della vagina una certa quantità di liquido facendomi smettere per il venir meno della forza. Il pisellone si ridusse di dimensioni ma lo lasciai dentro per alcuni minuti.
Mia madre era felice sia per la prima eiaculazione di suo figlio sia perché questa era avvenuta dentro di se.
Mi chiese di uscire dalla fica bagnatissima per l’orgasmo raggiunto e mi prese con ambedue le mai il pisello (si era ammosciato per cui non poteva esser chiamato pisellone), cominciò a baciarlo e a leccarlo tutto inserendolo infine in bocca per assaporare il mio primo vero sperma. Mio padre si girò verso la moglie ma continuò a russare ignaro di quello che era successo a pochi centimetri da lui. Mia madre si alzò e andammo in bagno per pulirci .
– Il tuo primo sperma lo custodirò dentro di me fino alla prossima eiaculazione. Così come lo custodirò il più possibile anche in futuro. Nei prossimi giorni non voglio neanche andare a lavorare. Voglio stare vicino a te figliolo! Che ti dicevo di tuo padre? Più stronzi di così si muore! Comunque hai avuto abbastanza coraggio anche questa volta. Se ti saranno tornate le forze lo ripeteremo anche domani notte ed una delle prossime notti voglio provare a farti eiaculare sul viso di tuo padre. Sai le risate quando si sveglierà? Ma questo gioco a tempo debito. Adesso vai a dormire che domani mattina devi andare a scuola.
Sfinito per il primo orgasmo e per la prima vera eiaculazione mi addormentai profondamente per la felicità raggiunta. Nei giorni successivi continuarono le lezioni pratiche di sesso.
Mia madre era sempre più inorgoglita e soddisfatta per i miei continui progressi e per come i nostri amplessi erano sempre più focosi ed appassionati. Eravamo diventati amanti nel vero senso della parola. Spesso mia madre, dopo aver soddisfatto controvoglia le voglie del marito, veniva a coricarsi nel mio letto per addormentarsi felice con il figlio stretto tra le sue braccia (e tra le sue gambe).
Ricordo che una mattina mio padre si alzò prima del tempo e, non trovando la moglie accanto, cominciò a cercarla in tutte le stanze; mia madre, sentendo che la cercava, fece appena in tempo ad alzarsi, infilarsi la camicia da notte e a sedersi sul bordo del letto accanto a me prima che mio padre aprisse la porta.
– Cosa stai facendo? Perché non sei a letto?
– Son venuta a vedere se nostro figlio ha ancora la febbre; ieri sera aveva 37 e mezzo ma adesso mi sembra sfebbrato. Potrà alzarsi e andare regolarmente a scuola.
– Ma tuo figlio è ormai grande e non ha più bisogno di queste tue attenzioni morbose!
– Si è vero, è ormai un ragazzo maturo che farà innamorare molte fanciulle per quanto è ben fatto in tutte le parti del suo corpo!
Anche questa volta ci eravamo salvati per pochi secondi e per la prontezza di mia madre nel trovare una scusa plausibile. La cosa finì lì.
Passarono alcuni mesi e si presentò la prima grande occasione di stare solo in casa con mia madre per un periodo abbastanza lungo.
Mio padre era stato mandato a lavorare in un cantiere di un paese orientale e non sarebbe rientrato prima di tre mesi . La notizia ci rese felici.
Finalmente potevo dormire senza trepidazione nel letto matrimoniale e fare l’amore con lei tutti i giorni notte e giorno. La stessa cosa deve aver pensato mia madre.
Furono mesi di intensi rapporti sessuali durante i quali mia madre mi fece provare tutte le posizioni tra le più comuni ed usuali a quelle più spinte e particolari; in piedi, seduti, sul letto, sul pavimento, nella vasca da bagno e sotto la doccia.

Capitolo n. 3 ‘ Come aiutare un caro amico

Una mattina, dopo aver scopato più volte durante la notte, al risveglio chiesi a mia madre:
– Mamma dovresti farmi un gran favore.
– Dimmi amore mio, sai che esaudirò sempre le tue richieste. Di che si tratta?
– Si tratta del mio caro amico di banco che tu ben conosci per esser venuto tante volte a casa a studiare. Mi ha confessato che ha un problema simile a quello che avevo io tempo fa. Non riesce a scappellarsi completamente il pene. Sapendo che tu sei brava in queste operazioni (gli ho raccontato come hai risolto l’analogo mio problema e come mi hai insegnato a far l’amore) mi ha pregato di chiederti se potevi risolvere il problema anche a lui.
– Ma perché non chiede aiuto a sua madre? Anche lei saprà sicuramente come fare!
– Ci ha provato ma lo ha rimproverato per aver osato a chiedergli un intervento riservato, secondo lei, alle prostitute. Ha provato con una donna di strada ma questa si è fatta pagare senza risolvere il problema.
– Beh! hai fatto male a raccontare i particolari dei nostri rapporti. Dovevano restare un segreto tra noi. Nessuno deve sapere che ci amiamo. Comunque, poiché le tue richieste sono degli ordini per me ti accontenterò; ma tu non dovrai essere geloso quando ripeterò sul tuo amichetto quello che ho fatto a te. Domani portalo a casa dopo l’uscita da scuola. Vi preparo un bel pranzetto e poi cominciamo la visita ispettiva. Ma, mi raccomando, non prepararlo. Digli solo del pranzetto e che dopo andrete a studiare.
Il giorno dopo lo invitai a pranzo a casa dicendogli del pranzetto appositamente preparato da mia madre. Accentando l’invito capii che le sue speranze erano ben altre!
Mia madre ci venne ad aprire presentandosi vestita con una sola vestaglietta di cotone molto corta ed abbottonata sul davanti da alcuni bottoni. Non era una minigonna ma vi somigliava molto. La vestaglia era sbottonata fino alla vita e faceva intravedere i piccoli seni, privi di reggiseno, e l’alto ventre. Non indossando neanche le mutandine ci consentiva di intravedere anche i peli pubici tra un bottone e l’altro.
Restammo di stucco a quella visione. L’imbarazzo del mio amico era palese. Per me erano cose già viste tante volte e familiari. Il mio amico, che non sapeva cosa fare e cosa dire, divenne rosso in viso suscitando il sorriso di mia madre compiaciuta per l’effetto prodotto.
– Bene, adesso andate a lavarvi le mani, toglietevi i vestiti di scuola e restate con le sole mutandine o, se preferite, toglietevi anche quelle. Alle donne piace vedere gli organi maschili così come piace ai maschi vedere quelli femminili!
In bagno il mio amico, ancora rosso in viso, mi chiese se mia madre stava scherzando chiedendoci di denudarci.
– No amico, dice sul serio. Noi siamo abituati a girare per casa nudi quando siamo soli (la cosa non era vera, ma mi inventai la giustificazione per metterlo più a suo agio). Avendo tu la mia stessa età ti considera come un figlio. Hai visto che anche lei è praticamente nuda e ti ha già dato un’idea di come è fatta sotto. Vedrai che dopo il pranzo risolverà facilmente il tuo problema. Tu la dovrai assecondare su ogni cosa che ti dirà di fare. Io ti starò sempre accanto. Dai, togliti queste mutande e andiamo a mangiare quello che ci ha preparato. Sai, è anche molto brava nel cucinare. Sul resto giudicherai tu. Vediamo come commenterà le misure del tuo grosso pisello. Ma aspetta ad eccitarti. Ci penserà mia madre a fartelo indurire.
Ci presentammo, quindi, in camera da pranzo in costume adamitico, come ci aveva invitato a fare, con i piselli solo leggermente ingrossati ma pendenti. Mia madre si era slacciata gli altri bottoni della vestaglia e stava riempendo i piatti con succulenti fettuccine al ragù mostrando, in tutta la sua bellezza, i piccoli seni, il ventre e il monte di venere ricoperto di peli scuri. Servendo il mio amico si accostò volontariamente al suo braccio strofinandosi con il ciuffo di peli. Il mio amico, imbarazzato, ebbe una prima erezione che cercò di coprire con le mani. Quando fu vicina a me la presi per i fianchi e, alzata completamente la vestaglia, le baciai i sodi glutei e le inserii, da dietro, un dito nella fica.
– Ragazzi, pensiamo prima a mangiare; per il resto abbiamo tutto il pomeriggio!
Così dicendo si tolse completamente la vestaglia lanciandola sul divano e cominciammo a mangiare. Dopo la frutta la mamma sparecchiò mostrandoci le rotondità del suo culo ed invitandoci, quindi, ad andare a stenderci nel suo letto (che era ormai diventato il ‘nostro letto’). Poiché restavamo incantati dalla bellezza del suo corpo completamente nudo ci prese per mano entrambi e ci portò in camera da letto dicendo:.
– Sceglietevi il posto; a destra o a sinistra? Io mi metterò al centro di questi due bei maschioni.
Senza una particolare predilezione per la desta o la sinistra ci sdraiammo sul letto supini mostrandole i nostri piselli semi eretti. Ci osservò con interesse e decise di salire scavalcando il corpo del mio amico in modo che potesse vedere da vicino il suo sesso appena circondato da peli scuri. Si posizionò anche lei supina poggiando una delle mani una sul mio pisellone, parzialmente in erezione, e l’altra su quello del mio amico già eretto. Rimanemmo in silenzio per diversi minuti. Mia madre, quindi, si girò su un fianco verso il mio amico chiedendogli:
– Mi spieghi quale è il tuo problema? Per la tua età ce l’hai già abbastanza grosso e con una circonferenza decisamente fuori del comune anche se non è particolarmente lungo. Stai tranquillo che crescendo ti si allungherà ancora un poco. Anche quello di mio figlio dovrà crescere ancora ma il suo ha già ispezionato e penetrato tante volte il sesso di sua madre. Spero che anche il tuo sia già entrato in quello di tua madre. Le mamme sono sempre le prime donne ad essere penetrate dai figli.
– No Signora, mia madre non mi permette neanche di toccarla. Sono solo riuscito un paio di volte a toccarle il seno scambiandoci un bacio augurale. Ambedue le volte lei mi ha ricambiato solo con un gran sorriso. Una volta, ricordo, sono riuscito a farle sentire il mio pene in erezione coprendola da dietro su un mezzo pubblico affollatissimo. Gli uomini, con la scusa di dover scendere, passavano dietro mia madre, ma anche dietro altre donne, strusciando i loro cazzi eretti sul suo culo. Un ragazzo, credo un po’ più grande di me, dopo essere sceso risalì sullo stesso autobus per strusciarsi una seconda volta sul culo di mia madre. Subito dopo un negro, per la verità molto affascinante e longilineo, si fermò anche diversi istanti premendole con forza un cazzo spaventosamente lungo e duro (lo si capiva dal rigonfiamento dei pantaloni) al centro del sedere accennando anche dei movimenti ritmici per simulare una inculata. Mia madre, contrariamente a quello che pensavo, restava immobile e si mostrava piuttosto compiaciuta e concentrata col pensiero su questi continui strofinamenti, specialmente su quello del negro che, quasi, la estasiò (e chi lo sa se non se ne è anche venuta!) ; la cosa mi ingelosì alquanto e decisi di proteggerla posizionandomi stabilmente dietro di lei. Stando in questa posizione ebbi subito una forte erezione avvertita chiaramente da mia madre che mi ricompensò con un sorriso di compiacimento. Un’altra volta nella doccia mi ha preso in mano il pene per controllare la lunghezza per poi subito rilasciarlo. Gli unici contatti sono stati questi. Riesco, però, a vederla nuda quando si fa la doccia e quando scopa con mio padre la domenica mattina prima di andare in chiesa. Ma il mio problema è quello che sicuramente le ha esposto suo figlio.
– Si, me ne parlato. Vediamo un po’ di risolverlo rapidamente. Adesso rilassati e cerca di smorzare questa erezione e fallo tornare morbido se ti riesce. Più è duro maggiore sarà il dolore.
Mi girai anch’io sul fianco verso mia madre accostandomi tutto al suo corpo in modo da premere fortemente il pisellone nella piega dei glutei e stringerle uno dei seni. In questa posizione assistetti alla risoluzione del problema del mio amico.
Mia madre, con la mano che aveva coperto il pene già eretto del mio amico, cominciò prima a controllare i testicoli verificando che le gonadi fossero ambedue scese nello scroto e che avevano le dimensioni adatte all’età, quindi, impugnata l’asta, riverificò la inconsueta circonferenza che presentava. Strinse con delicatezza il pene e cominciò ad abbassare il prepuzio. Il glande era quasi totalmente scoperto. Mancavano solo alcuni millimetri alla completa uscita. Mia madre capì, quindi, che il problema prospettato era solo una scusa. La verità era che voleva essere masturbato da lei e, forse, anche scoparsela.
Con un sorriso di compiacimento, per il desiderio nascosto, fece un po’ di sceneggiata dichiarando la gravità del problema per la cui risoluzione erano necessarie pratiche particolari. Volendo soddisfare i desideri repressi, ma non dichiarati, del mio amico riprese il pene portandoselo alla bocca cominciando a massaggiare il glande con la lingua come aveva fatto con me il secondo giorno. Continuò con un classico pompino ed infine, senza che il mio amico se ne accorgesse per il piacere raggiunto, se lo sfilò da bocca assestandogli con la mano un colpo secco e deciso verso il basso dell’asta completando lo scappellamento senza incontrare una particolare resistenza. Lo riprese in bocca per massaggiarlo bene nella parte appena scoperta. Sentendo che stava uscendo del liquido si ritrasse stringendolo fortemente con la mano. Un liquido gialliccio ed appiccicaticcio sgorgò dal foro uretrale con considerevole forza che mia madre indirizzò sulla pancia del mio amico.
– Ecco il tuo problema è stato risolto con grande facilità. Sei contento? Ti è piaciuta la conclusione?
– Si Signora, è stata bravissima! E’ meravigliosa! Lo sapevo che solo lei, Signora, avrebbe risolto il mio problema ! Gliene sarò grato per sempre!
Mia madre lasciò libero il pene del mio amico e si girò dalla mia parte.
– Adesso vediamo come sta il pisellone di mio figlio. L’ho sentito particolarmente duro premermi tra le chiappe mentre assistevi alla risoluzione del problema. Ti sarai sicuramente ricordato come ho risolto il tuo che era molto più difficile ed è stato molto più laborioso.
Mi prese quindi con una mano il pene e con l’altra mi strinse i coglioni.
– Sono curiosa di vedere quanto sperma riesco oggi a farti uscire. Voglio poi confrontare la consistenza ed il sapore con quello del tuo amico.
Cominciò quindi a scappellarlo con lenti movimenti su e giù senza più incontrare alcuna resistenza mostrandolo al mio amico che si era inginocchiato sul letto per assistere alla scena appoggiando il suo pene, ormai rilassato, al culo di mia madre. Lo infilò in bocca cominciando una lunga dolce fellatio al termine della quale mi fece venire ingoiandosi tutto il liquido spermatico e pulendomi per bene il glande con la lingua; mi rilasciò il pisellone e si ridistese supina divaricando leggermente le gambe per attrarre lo sguardo del mio amico sulla sua splendida fica abbellita dai peli scuri.
– Sono soddisfatti adesso i miei due maschioni? Prima di affrontare il secondo tempo riposatevi un po’.
Prese quindi le nostre mani e se le portò sui seni che stringemmo con desiderio. Così restammo forse per più di mezz’ora. Poi il mio amico prese coraggio e chiese:
– Signora posso baciarle il seno e morderle il capezzolo ?
Mia madre annuì . Anch’io le presi l’altro capezzolo in bocca cominciando a succhiarlo e a morderlo leggermente. Ci teneva le mani sulla testa premendole a se. Chi ci avesse visto avrebbe pensato che stava
allattando due gemelli.
– Ragazzi non succhiate troppo forte! Il latte non esce più ! E poi siete troppo grandi per l’allattamento al seno. Il latte per la vostra età risiede in altra parte del corpo femminile! Avanti amore mio, fai da guida ed istruttore al tuo caro amico. Io vi metto a disposizione la materia prima. Tu procedi per gradi come ti ho insegnato.
Mi posizionai in ginocchio di lato all’altezza del bacino; altrettanto fece il mio amico. Cominciai spostando i peli che contornavano la fica ed aprendo con i pollici le grandi labbra portando allo scoperto quelle più interne che aprii inserendo l’indice e il medio; continuai uscendo e rientrando prima lentamente poi con sempre maggiore velocità. Il mio amico guardava compiaciuto ed interessato alla zona e alla penetrazione. La cosa lo eccitò provocandogli una nuova evidente erezione. Smisi la simulazione del coito estraendo le dita bagnate:
– Vedi come sono bagnate le dita? Questo vuol dire che la mia mammina si è eccitata ed è venuta per lo sfregamento delle pareti della vagina. Avanti, adesso prova tu a ripetere quello che ti ho fatto vedere. Vedrai che a mamma gli piaceranno anche le tue dita.
Il mio amico, eccitato com’era, introdusse subito le dita con fare brusco e violento.
– No ” non così veloce! Prima devi entrare lentamente anche per prendere confidenza con l’interno della vagina che adesso trovi già lubrificata ma che, all’inizio del rapporto, è in genere più asciutta. Vero mamma che è così ?
– Si è così, vedo che sei diventato un perfetto istruttore. Conosci ormai la materia abbastanza bene. Riprova amico, prima entra piano piano e poi continua accelerando.
L’amico riprese ad esplorare la fica della mamma con più calma seguendo i suggerimenti ricevuti. Continuava e continuava quasi non volesse più smettere fino a quando mia madre gli bloccò la mano dicendogli di fermarsi e sfilandogli le dita dalla fica ancora più bagnata di prima. L’amico si portò le dita al naso per annusarne l’odore e se le infilò in bocca per gustarne il sapore.
– E’ stupendo l’odore; altrettanto meraviglioso è il sapore! Chi lo sa se, un giorno, potrò assaporare anche quello di mia madre.
– Ma per gustarlo meglio devi fare come adesso ti farò vedere.
Mi abbassai sul sesso bagnato della mamma cominciando a leccarlo e a introdurre la lingua più in fondo che potessi in modo da raccogliere l’umore vaginale emesso. Alzai la testa e , tenendo ben aperte le grandi labbra, invitai il mio amico a fare quello che aveva visto.
L’amico mi allontanò le mani sostituendomele con le sue per tenere aperte le grandi labbra ed inserì subito la lingua nella vagina venendo a contatto con il residuo umore rimasto e che si riproduceva per la nuova eccitazione che il movimento della lingua procurava in mia madre. Terminato il connilinguo disse:
– E’ bellissimo! E’ inebriante! E’ meraviglioso! Che fortuna avere una mamma come la tua!
– Vedo che il secondo atto ti è molto piaciuto! Il tuo pisello è nuovamente cresciuto. Lo dobbiamo necessariamente scaricare nuovamente altrimenti ti scoppia. Adesso figlio mio fai vedere come il pisello eretto del maschio torna alle dimensioni naturali dopo essere entrato nel sesso della donna.
Mi inginocchiai al centro delle sue bambe allargandole tutte e piegandole in modo che si potesse puntare con i piedi sul letto per facilitare la penetrazione da parte del figlio. Alzò anche leggermente il bacino ed io entrai rapidamente con un colpo di reni dentro di lei. Tenendola ferma con le mani sui fianchi cominciai ad entrare ed uscire con sempre maggiore velocità ed intensità di reni fino a quando eiaculai inondandola con una buona dose di sperma.
Come sempre fu meraviglioso! Rimasi dentro per un bel po’ fino a quando il pisellone si ridusse di lunghezza ed uscì naturalmente.
– Vedo amore mio, che ogni giorno che passa la quantità di sperma che espelli è sempre maggiore. E’ un buon segno perché ciò significa che stai raggiungendo la maturità sessuale e che ti ricarichi con sempre maggiore facilità e le erezioni sono continue. Quante eiaculazioni hai avuto da questa notte?
– Non le ho contate ma penso di essere arrivato a quattro – cinque.
– Controlliamo adesso come se la cava il tuo amico che troverà, adesso, la strada ancora più lubrificata di prima. Valuterò poi la differenza dei vostri spermi che mi conserverò in vagina fino a questa notte.
Mi tolsi dalla posizione in cui stavo ed invitai il mio amico a prendere lo stesso mio posto. Così fece mostrando un pisello già pronto ad esplodere. La mamma si riposizionò, piegò le gambe per puntarsi con i piedi alzando leggermente il bacino. La punta del pisello del mio amico era pronta ad entrare ma mia madre volle prenderlo con una mano, per indirizzarlo bene e per scappellarlo completamente, prima di farlo entrare.
– Prima di entrare devi sempre scoprire completamente il glande per aumentare sia il tuo piacere sia quello della donna che ti appresti a scopare. Non hai visto come ha fatto mio figlio prima di entrare dentro di me? Ormai il problema che ti assillava è passato e il pene si scappella senza più alcuna difficoltà.
Si lasciò quindi penetrare dal mio amico aiutandolo a raggiungere il giusto ritmo prendendogli i glutei con le mani e guidandone la cadenza. L’attività durò più a lungo perché spesso il pene usciva dalla vagina e mia madre doveva riprenderlo per reinserirlo. Al termine anche il mio amico eiaculò una modesta quantità di sperma dentro mia madre. Felice per il suo primo coito uscì dalla fica distendendosi, con il pene tutto bagnato, su mia madre baciandole i capezzoli; mia madre ricambiò con un appassionato bacio sulla bocca, come era solita fare con me quando era felice e contenta, inserendogli la lingua per incontrare la sua.
– Bene ragazzi, per oggi mi sembra che la lezione si possa concludere. Avete tutti avuto i vostri orgasmi e il tuo amico ha risolto anche il problema che lo assillava. Sdraiatevi accanto a me e cercate di dormire un po’ per riprendervi. Faremo poi tutti una bella doccia per pulirci e rinfrescarci. Poi cercherete anche di studiare un po’ e fare qualche compito per la scuola.
Così detto ci inserì le braccia sotto le spalle e ci stinse a se facendoci posizionare su un fianco in modo che le nostre facce si poggiassero sui suoi seni e i nostri cazzi, ormai a riposo per le eiaculazioni, premessero sui suoi fianchi. Una delle mani di noi ragazzi , quasi avessimo avuto lo stesso pensiero, si andò subito a posare sui peli pubici e cominciammo a giocare con questi con l’intento di arrotolarli (cosa non facile in quanto non erano sufficientemente lunghi) concludendo la palpazione con l’inserimento contemporaneo dell’indice dentro la fica super lubrificata per la presenza dei nostri sperma; muovevamo gli indici dentro la vagina come se fossero dei fioretti fino ad arrivare ad incrociare le dita sempre dentro la fica.
Mia madre era al settimo cielo per quel trattamento inaspettato e sconosciuto.
– Ragazzi siete portentosi; lo sapete che è la prima volta che godo per questo vostro giochetto? Nessun altro uomo me lo ha mai praticato anche perché sarebbero dovuti essere in due come voi. Oggi è per me la prima volta che vengo soddisfatta da due maschi contemporaneamente. Nei prossimi giorni ve lo farò ripetere perché è veramente eccitante. Adesso fermatevi e cercate di addormentarvi per un poco.
Restammo con le dita incrociate nella fica di mia madre senza più muoverle e ci addormentammo felici. Ci svegliammo dopo un’oretta con le dita ancora inserite. Mia madre subito ci prese le mani e sfilò le dita dal suo sesso. Si alzò sedendosi al centro del letto e, dopo averci accarezzato i piselli, ci invitò ad andare a fare con lei una bella doccia ristoratrice.
La seguimmo in bagno entrando tutti e tre nel vano doccia che era abbastanza grande a contenerci.
La mamma ci insaponò tutte le parti del corpo ripetendo al mio amico le indicazioni su come doveva pulirsi il pene sia per igiene personale sia per evitare possibili infezioni dando ampia dimostrazione pulendo prima quello del mio amico e poi il mio.
Cominciammo quindi noi ad insaponare tutto il corpo di mia madre massaggiandole ripetutamente il seno , il culo, la fica e le cosce con conseguenze inevitabili sull’erezione dei nostri membri.
– Bene, mi avete insaponato a sufficienza , adesso fatemi sciacquare! Voi uscite ed asciugatevi con gli accappatoi che trovate. Vestitevi ed andate a studiare. Per oggi avete finito! Mi sembra che le esercitazioni siano state sufficienti!
Finì così una delle più belle giornate della mia gioventù.
Con il mio amico al settimo cielo per tutto quello che aveva visto e fatto con mia madre che, da quel giorno, divenne l’oggetto dei suoi sogni erotici insieme a quello di sua madre che rimaneva il suo chiodo fisso.
Io continuai a dormire nel letto di mia madre con la quale gli accoppiamenti erano diventati naturali e continuativi. Questa continuità mi consentì di conoscere e praticare tutte le posizioni pensabili sotto la guida abile e delicata della mamma sempre più innamorata del suo giovane figlio.
Anche i pomeriggi a tre con il mio più caro amico si ripeterono un paio di volte fino a quando, un giorno, mio padre con una telefonata ci annunciava un suo breve rientro.

Capitolo n. 4 ‘ La prima volta nel culo di mia madre

Di notte mia madre, piuttosto contrariata per la notizia, mi abbracciò fortemente dicendomi:
– Credo proprio che sia arrivato il momento giusto di farti provare ad entrare anche nel mio culo. Adesso ti insegno come fare anche se non c’è bisogno di particolare fantasia. Comincio con una breve fellatio per lubrificartelo bene e indurirtelo a sufficienza. Ma cerca di non venire subito, trattieniti perché tutto il tuo sperma me lo dovrai scaricare dentro il culo.
Al termine della fellatio si inginocchiò al centro del letto e, piegato il suo corpo a 90 gradi, allargò le gambe attendendo la penetrazione anale a testa bassa. Io mi posizionai al centro del sedere con le chiappe già ben aperte e cominciai ad aprirle l’ano con i pollici delle mani (come facevo sempre per aprirle le grandi labbra) e ad inserirle tutto l’indice per saggiarne la strettezza, poggiai la punta del pisellone completamente scappellato sul buco parzialmente aperto e le chiesi:
– Mamma, posso entrare?
– Si figlio, devi fare come quando mi entri nella fica; inizia entrando lentamente e raggiungi la massima profondità che puoi. Le pareti del retto si adatteranno alle dimensioni del tuo pisellone. Quindi esci e rientra subito dopo reinserendolo nuovamente fino in fondo. Ripeti i movimenti con maggiore frequenza ma sempre con la massima forza che puoi fino a quando ti senti venire. Mi raccomando non uscire ma fai in modo che tutto il tuo sperma rimanga nelle profondità del retto.
Entrai con estrema facilità; pur riscontrando una minore facilità di penetrazione rispetto alla fica ebbi la conferma che non era la prima volta che veniva penetrata in quella parte del corpo.
Seguii i suoi consigli raggiungendo l’orgasmo dopo diverse entrate ed uscite; mia madre, ansimando per l’orgasmo raggiunto, si rilassò sdraiandosi a pancia sotto e trattenendo il mio pisellone, anche se rilassato, nel retto per un tempo che mi sembrò molto lungo.
– Ti è piaciuto figlio? Sei stato bravissimo! Non pensavo, essendo la prima volta per te. La prossima volta sarà ancora più bello!
– Si mamma, è stato bellissimo come quando ti sono entrato dentro la fica la prima volta! Ma tu sei stata inculata molte volte? Chi è stato a violarti dietro la prima volta visto che a papà ancora lo hai autorizzato?
– Non fare mai alle donne domande di questo genere. Non è necessario che tu conosca gli autori. Sono segreti di tua madre che non è necessario che te li riveli.
– Quando mi concederai il bis?
– Domani notte.
– Ma domani notte sarà presente papà.
– Ti ricordi la notte di alcuni mesi fa? Bene riproveremo mentre lui, come al solito, russerà. Anche perché vorrà prima sfocarsi scaricandosi dentro di me dopo tanti mesi di astinenza. Almeno che non si sia già sfocato e scaricato in qualche bordello arabo. Speriamo proprio di si, in modo da ridurmi il supplizio che dovrò subire domani notte. Mi devi perdonare figlio mio, se sarò costretta a farmi scopare da tuo padre ma lui non dovrà mai sospettare che tu sei il vero amore della mia vita.
– Decisamente mi fai intendere che non vi è più intesa tra voi due.
– Si è vero, lo detesto e non lo sopporto più! Adesso amo te che lo hai sostituito in tutto, principalmente nei rapporti sessuali. Sai, una donna può scopare anche con più uomini senza che questo abbia alcun significato; la scopata può diventare un atto meccanico come fare la pipì o lavarsi le mani. Solo con chi si ama profondamente assume un valore profondo e sentimentalmente coinvolgente. Come è tra noi due, benché tu sia mio figlio ed io tua madre. Ricordati sempre che noi non ‘scopiamo’ ma ci uniamo per amarci. Ogni volta che ti faccio entrare dentro di me per ricevere il tuo seme compiamo ambedue un atto d’amore e il raggiungimento dei nostri orgasmi sigillano e sublimano il nostro amore. Ogni rapporto con terzi, ad esempio con il tuo amichetto o quando tu comincerai a corteggiare qualche donna diversa da me, quelli sì possono considerarsi ‘scopate o chiavate (come meglio ti piace chiamarle)’ senza alcun significato interiore. Sono solo giochi più o meno innocenti che servono ad approfondire e migliorare le prestazioni sessuali degli esseri umani. Il giorno dopo si sono già dimenticate anche se vi fosse stata qualche sensazione di piacere!
– Sì mamma, anch’io ti amo tantissimo e ti sarò sempre vicino. L’ho capito che con il mio amico hai voluto solo giocare e farlo sentire più grande di quello che è e pronto ad andare con qualche donna anche se lui pensa sempre a sua madre come icona femminile. Ti aiuterò sempre quando me lo chiederai! Spiegami , adesso, cosa hai in mente per vendicarti di tuo marito! Farò tutto quello che mi dirai di fare. Ti amo troppo mamma! Farò tutto quello che mi dirai di fare. Ti amo troppo mamma!
– Non avevo dubbi sul tuo aiuto. Quando si sarà addormentato, e russerà come sempre, mi raggiungerai in camera e dovrai incularmi come hai fatto poco fa. Appena sentirai che stai per venire tiramelo fuori ed eiacula tutto lo sperma che hai sul suo viso, sulla bocca, sul petto e sul cazzo.
– Ma quando si sveglierà e si accorgerà di cosa è coperto cosa gli dirai?
– Gli dirò che avevo un gran desiderio di fargli una sega mentre dormiva e quello che vedeva era il risultato. Così impara quello stronzo!
Tutto avvenne minuziosamente come previsto ed organizzato da mia madre.
La seconda inculata della mamma avvenne regolarmente alla presenza di mio padre che, come al solito, continuando a dormire non si accorse di niente.
Mio padre ripartì dopo una settimana ed io ripresi a dormire tutte le notti nel letto matrimoniale riprendendo i rapporti sessuali con mia madre.
Attività che ci rendeva sempre più felici e sempre più attratti ed intimamente coinvolti.

Capitolo n. 5 ‘ La prima notte a tre.

Un giorno rimase a dormire con noi anche il mio amico in quanto i genitori erano dovuti partire per andare a trovare un parente malato.
Fu, naturalmente, una notte indimenticabile per noi giovani e, credo, anche per mia madre impegnata a soddisfare non più uno ma, bensì, due figli contemporaneamente .
Lo fu in particolar modo per il amico in quanto mia madre ebbe particolari attenzioni nell’esaudire le sue richieste anche perché era diventato ormai esperto e riusciva ad eiaculare quantità di sperma considerevoli.
La cosa mi generò una certa gelosia perché, praticamente, scopò solo con lui. Io potei solo penetrarla da dietro una volta mentre gli praticava il secondo o terzo pompino.
Nel dormiveglia notai che mia madre se lo scopava dopo essersi messa a cavalcioni su di lui con le gambe divaricate. Con le mani poggiate sul suo torace lo cavalcava con veemenza e passione. Alla fine si addormentarono sfiniti ed anch’io presi sonno.
La mattina mi svegliai per primo. Mia madre era ancora completamente nuda con le gambe leggermente aperte e il lenzuolo piuttosto bagnato per lo sperma fuoriuscito dalla fica. Le allargai di più le gambe ponendomi in mezzo e cominciai a leccarle la fica, sia fuori che dentro, assaporando così lo sperma del mio amico; mi sembrò uguale al mio. Succhiandole il clitoride si svegliò per l’erezione procuratale e mi premò la testa sul sesso in modo che non smettessi:
– Si amore mio, questa notte ti ho trascurato ma il tuo amico è anche lui molto cresciuto e migliorato nelle prestazioni. Non me lo devi portare più a casa! Non posso innamorarmi di due ragazzi contemporaneamente. Tu mi basti e tu devi restare l’unico ragazzo ad entrare dentro di me! Adesso scaricati per bene dentro di me che ho bisogno del tuo sperma.
Mi posizionai per bene, lei alzò ambedue le gambe piegandole e poggiandole sul mio torace e avvinghiandomi il collo con i piedi, io entrai immediatamente nella vagina ancora particolarmente lubrificata e cominciai a chiavarla con particolare violenza e rabbia. Tutto avvenne sotto gli occhi attenti dell’amico che si era svegliato e si era girato verso la nostra parte. Mia madre, sentendosi piena del mio sperma ridistese le gambe sul letto e mi pulì il pene a modo suo (cioè prendendolo con ambedue le mani e leccandomi il glande).
– Adesso, ragazzi alzatevi, andate a farvi una bella doccia e preparatevi per andare a scuola. Io devo risistemare il letto e cambiare le lenzuola bagnate dal vostro sperma. E che questa sia la prima e l’ultima notte a tre. A me basta mio figlio. Tu vedi di convincere tua madre a farsi scopare dal proprio figlio!
L’invito finì con il mio amico un po’ sconsolato per la decisione di mia madre di non voler ripetere la meravigliosa notte trascorsa a tre (in realtà notti del genere si ripeterono diverse volte nei mesi successivi ed anche in villeggiatura al mare).
Ci lavammo, ci vestimmo ed uscimmo per andare scuola.
– Certo che tua madre è la più bella e adorabile mamma che si possa desiderare di avere. Mi dispiace che non voglia più scopare con me; eppure mi è sembrata particolarmente soddisfatta per gli orgasmi raggiunti questa notte.
– Non ti demoralizzare, vedrai che l’occasione per qualche altra scopata non mancherà, specialmente se glielo chiederò io. L’ho vista molto attratta dallo spessore del tuo pisello. Senti, ma è vero che con tua madre non riesci ad avere rapporti sessuali ? Neanche superficiali ?
– Beh negli ultimi tempi si è abbastanza sciolta ma non più di tanto. Tempo fa mi ha concesso di entrare con lei nella doccia per lavarci le spalle reciprocamente. Accorgendosi della mia erezione me lo ha preso in mano e scappellato senza però masturbarmi. Io sono riuscito solo ad insaponarle le spalle e il sedere; le ho insaponato anche il seno e il bacino ma quando ho cercato di inserirle un dito nella fica mi ha spinto fuori la doccia. Ho aspettato che uscisse anche lei e ci siamo asciugati reciprocamente. Riprendendomi il pene con ambedue le mani mi ha ricordato che ero suo figlio e che non potevamo andare oltre. ‘Fatti masturbare da qualche compagnuccia di classe’ mi disse ‘sei ormai grande, se io ti masturbassi compiremmo peccato d’incesto; io non eseguirei mai un atto del genere su mio figlio anche se, riconosco, sei ben fatto e piaci molto anche alle mie amiche’. Tutto qui!
– Senti e se provassi io a farla sciogliere un po’ di più?
– Non credo che ci riuscirai. Ti manderà sicuramente in bianco. Sapendo poi che sei mio amico sarà ancora più ritrosa. E poi come pensi di fare?
– Verrò un pomeriggio a casa tua con la scusa di studiare assieme. Ma tu uscirai con una scusa prima del mio arrivo. Così resterò solo con lei in attesa del tuo rientro. Ma tu dovrai tornare non prima di un paio d’ore . Credo che il tempo sia sufficiente a convincerla. Se non ci riesco non ci sarà niente da fare e potrai scordarti di scopartela. Ci sarà, però, sempre la mia che ti consolerà quando vorrai. Sai, questa mattina era, forse, un po’ nervosa per tutto quello sperma sulle lenzuola. Le chiederò io di accoglierti nuovamente. Soddisfa sempre le mie richieste. Proverò questa estate invitandoti a trascorrere qualche settimana con noi nella villetta che abbiamo al mare. Vedrai che la nudità e il caldo favorirà la ripresa dei rapporti anche perché le chiederò di farti dormire nel nostro stesso letto. Di notte ti sarà più facile farti fare una sega e penetrarla nuovamente. Mia madre non si rifiuterà certo di accontentarti anche perché a lei piace fare sesso. Vedrai che questa estate qualche scopatina con lei riuscirai a farla. Che ne dici se venisse con noi anche tua madre? Le nostre madri potrebbero così conoscersi meglio e tu potrai dormire con lei tutte le notti. Di mattina, quando ancora dormono, ci scambieremo di letto così io potrò scoparmi tua madre (almeno spero!) e tu la mia. Ci penso io a preparare la prossima villeggiatura in compagnia di voi due. Stai tranquillo andrà tutto per il meglio sempre che, chiaramente, riuscirò nel mio tentativo di far sciogliere tua madre e farle riprovare il piacere di accogliere nella fica un bel cazzo giovane; in caso contrario ci consoleremo o con mia madre o con qualche bella ragazza disponibile a farsi rimorchiare e scopare. Per esperienza, al mare, le donne, qualunque sia l’età, sono tutte disponibili a farsi chiavare da due fichi come siamo noi.
Rincuorato ed allettato dalla prospettiva che gli preannunciavo disse:
– Bene, se vuoi provare inizia subito sperando che tu riesca a farla cedere e ad aprirmi la strada. Ma la vedo dura.
Stabilimmo di provare il sabato successivo. La scusa sarebbe stata una improvvisa partita di calcetto a cui l’amico non poteva mancare in quanto era il portiere di una delle squadre. Io confidai a mia madre il tentativo che volevo fare per convincere la mamma del mio amico a soddisfare le voglie del proprio figlio. Ne fu contenta e mi incoraggiò suggerendomi come avrei dovuto fare.
– Così cominci a conoscere e a penetrare ed ispezionare qualche fica diversa! Poi mi racconterai come è andata e se hai provato lo stesso piacere che provi con me.

Capitolo n. 6 ‘ La mamma del mio più caro amico.

Il sabato stabilito, prima di salire, aspettai che il mio amico uscisse da casa come convenuto.
Prima di bussare mi sistemai il vestito tenendo in mano un bel mazzo di rose rosse comprate appositamente. Bussai e subito mi venne ad aprire la mamma dell’amico vestita con una vestaglietta di cotone allacciata con la cintura della stessa vestaglia che lasciava ben visibile un’ampia scollatura che metteva in evidenza la piega del seni e parte degli stessi in quanto il reggiseno ne copriva la restante parte e i capezzoli.
– Mio figlio è uscito da poco. Non mi aspettavo la tua visita. Scusa se mi trovi vestita con indumenti di casa ma stavo sistemando la cucina. Non so quando torna, non credo subito in quanto è andato a giocare a calcetto. Comunque, se vuoi, puoi aspettarlo qui a casa. Che meravigliose rose! Per chi sono?
– Sono per lei Signora! Le ho comprate appositamente per donarle alla più bella mamma che conosca! Lei è sempre meravigliosa e splendida anche se vestita con la vestaglia di casa; anzi, questa, la rende ancora più attraente per tutto quello che posso ammirare. Ero d’accordo con suo figlio che avremmo studiato assieme per tutto il pomeriggio. Sa, gli esami si avvicinano. L’aspetterò dandole un po’ di compagnia se la gradisce.
– Grazie ragazzo di questo complimento e di questo bellissimo omaggio che mi imbarazza! Sai, alle donne piacciono sempre i complimenti. Ma certo che mi fa piacere stare in tua compagnia. Entra e siediti mentre io finisco di sistemare la cucina e cerco un vaso per queste bellissime rose rosse. Ma lo sai che il colore dei fiori hanno un significato preciso?
– Si, lo so Signora! Il rosso indica passione. Queste rose rappresentano la mia passione per la sua eleganza, la sua bellezza e il suo splendore di donna!
– Che galante che sei! Sei molto gentile e sai, anche, adulare bene le donne! Non mi aspettavo di essere così ammirata e desiderata dall’amico di mio figlio! Siediti, ti offro intanto una Coca Cola.
– Signora, posso andare a posare lo zaino in camera di suo figlio e mettermi più libero? Qui fa molto caldo.
– Si, vai pure, tu conosci bene la casa.
Tornai in cucina con i soli pantaloni (mi ero tolto anche gli slip) e la camicia opportunamente lasciata aperta sul torace. Mi vide con il petto scoperto facendo finta di non mostrare attenzione alla nudità del torace ma notai, comunque, nel suo sguardo un certo interesse per la muscolatura del mio corpo libero da indumenti. Notai anche che, invece di coprirsi il seno, si era scoperta ancora di più le voluminose mammelle lascindo coperti solo i capezzoli (che fosse un invito a farsi toccare? ‘ pensai).
Prese la Coca Cola dal frigorifero e cercò due bicchieri nel pensile sopra il lavello. Io mi avvicinai da dietro appoggiandomi al sedere con l’intento di aiutarla a prendere i bicchieri. Nel frattempo avevo già tirato fuori dai pantaloni il pisellone (come lo chiama ancora mia madre) e lo posizionai eretto in corrispondenza della piega dei glutei. Rimase interdetta e bloccata nel sentire premere sul suo sedere il mio pene eretto e particolarmente duro. Rimase ferma per diversi secondi consentendomi di infilarle una mano dentro il reggiseno e stringerle una mammella. Dopo altri secondi di stupore, o direi meglio di piacere, si divincolò dalla posizione in cui l’avevo bloccata e, togliendomi la mano dal seno, si girò verso di me.
– Ma cosa stai facendo! Sono la mamma del tuo amico non una puttanella qualunque! Come ti sei permesso di toccarmi in modo così sfrontato!
Ma il suo sguardo andò subito al mio pene eretto e duro che fuoriusciva dai pantaloni.
– Ricomponiti, chiuditi i pantaloni altrimenti ti faccio andare via!
– Signora lei è bellissima e particolarmente attraente. Lei è da sempre l’oggetto dei miei desideri notturni e le masturbazioni in suo onore sono continue. Oggi volta che la penso o la vedo il mio pene si allunga e diventa duro. Sogno sempre di far l’amore con lei e di essere ricambiato dalla più bella ed affascinante mamma della città.
– Mi fa piacere che mi sogni ed hai reazioni del genere ma non ti sembra di esagerare un poco? E’ vero che sei un gran bel ragazzo e, vedo, che sei anche ben dotato ma io sono sposata e sono la mamma del tuo amico. Se vuoi ti posso accontentare toccandoti il pene che, vedo, ti si è piuttosto allungato e indurito. Ma poi basta, dovrai smetterla e ricomporti anche perché può tornare mio figlio. Pensa che anche lui mi chiede da qualche tempo, con sempre più insistenza, di masturbarlo ma non l’ho potuto mai accontentare perché è mio figlio. Ma alla vostra età pensate solo alle seghe?
Così dicendo mi prese in mano il pene e lo strinse fortemente trascinandomi, senza lasciare la presa, nella adiacente camera da letto. Mi stese sul letto sedendosi di lato sempre senza lasciare la presa. Cominciò a guardarlo bene spostandolo verso l’alto, verso il basso, da un lato e dall’altro. Terminata questa prima ispezione cominciò a scappellarlo fino a far uscire completamente il glande turgido; lo richiuse e lo riaprì subito dopo ripetendo la manovra con sempre maggiore velocità. Notando che restava duro cambiò mano riprendendo un frenetico su e giù fino a quando uno zampillo di bianco sperma uscì dalla punta del glande e raggiunse il suo viso e la sua bocca. Lasciò la presa per pulirsi passandosi il dorso della mano sulla bocca. Eccitata dalla mia venuta su di lei si leccò il dorso della mano per assaporare il mio sperma.
– Ecco, ti ho accontentato! Questo, sicuramente, deve essere una delle cose che, con il pensiero, avrai desiderato ti facessi. E’ gustoso il tuo sperma giovanile! Quello di mio marito è diverso, forse, anche perché è ormai anziano e gli escono solo poche gocce.
– Perché non prova a confrontarlo con quello di suo figlio?
– Ma cosa stai dicendo! Tu pensi che possa fare una cosa del genere ad un figlio?
– Perché no, tutte le mamme lo fanno ai propri figli.
– Anche tua madre te lo fa?
– Si, certo, tutte le volte che glielo chiedo.
– Non ci credo, ti stai inventando tutto.
– Beh, lo chieda a suo figlio. Mia madre spesso ci masturba assieme. Lui si lamenta spesso di questa sua indisponibilità ad accontentarlo.
– Ti racconta anche questi suoi desideri intimi? Comunque, se è dovuto ricorrere a tua madre per venirsene cercherò di accontentarlo visto che non ne può fare a meno.
La gelosia materna stava venendo allo scoperto ‘ pensai – Ho aperto una breccia che speriamo venga sfruttata dal mio amico. Mentre ci scambiavamo queste parole mi riprese con ambedue le mani il pene, tornato morbido, e cominciò ad accarezzarlo producendomi subito una nuova erezione. Iniziò, quindi, a sbottonarmi la cintura dei pantaloni abbassandomi anche la lampo e, scoprendomi il ventre, si accorse dell’assenza degli slip:
– Perché non porti gli slip?
– Li ho tolti prima in camera di suo figlio per averlo più libero e in modo che lei potesse vederlo subito e toccarlo più facilmente.
Sorridendo mi abbassò tutti i pantaloni sfilandomeli dalle le gambe. Rimasi al suo cospetto completamente nudo, con il pene eretto e duro, e con la sola camicia aperta sul torace.
– Hai un gran bel corpo, ragazzo! Non pensavo che i giovani fossero così attraenti senza quella orribile pancia degli anziani. Lo confronterò con quello di mio figlio che, comunque, ho già visto recentemente asciugandolo dopo la doccia. Visto che tua madre ti masturba si fa anche vedere nuda?
– Certo, non vi è alcun segreto con mia madre con la quale dormo normalmente quando mio padre è all’estero.
– Dormite assieme nudi?
– Si certo, sempre! Sotto le lenzuola lei mi stringe sempre a se per riscaldarmi con il suo corpo e per riscaldarsi lei con il mio.
– Quindi avrete anche scopato?
– Beh, stando nudi a letto è naturale che si ami non senza esserci prima accarezzati e baciati le reciproche zone erogene.
– Ma te ne vieni dentro o fuori la mamma?
– Sempre dentro! Mia madre vuole sempre sentire e conservare dentro di se il mio sperma. Sa, dopo avermi partorito, deve aver avuto qualche problema all’utero che non le avrebbe più consentito di avere altri figli per cui non usiamo mai il preservativo.
– Non mi dire che anche mio figlio è venuto dentro tua madre?
– Si , tante volte . E’ con lei che ha avuto il primo rapporto sessuale con una donna. Così è stato anche per me. La mamma ci ha ‘sverginato’ quasi contemporaneamente. Prima me e dopo qualche mese suo figlio che si sta adesso un po’ troppo innamorando di mia madre anche se, ritengo, che quando scopa con mia madre immagini di farlo con ‘la sua’ cioè con lei Signora. Lei è la sua icona di donna!
– Mi stai sconvolgendo con queste rivelazioni! Devo cercare assolutamente di recuperarlo! Comunque hai fatto bene a dirmi queste cose. Vedrò di riportarlo a me.
Avevo aperto una seconda breccia suscitando nuovamente la gelosia materna ‘ pensai.
– Perché non si libera anche lei di questa vestaglia?
Rimase in silenzio pensando a quello che aveva ascoltato. Si slacciò, quindi, la vestaglia sfilandosela dalle braccia restando con il reggiseno e le mutandine di seta trasparenti. Presentava nel complesso un bel corpo anche se il seno era molto più voluminoso di quella di mai madre, il culo e le cosce erano ben modellati pur presentando qualche smagliatura che, comunque, la rendevano ancora estremamente interessante. Sotto le mutandine si intravedeva un folto ciuffo di peli neri poco curato in quanto molti peli uscivano dalle mutandine all’altezza dell’inguine.
Mi alzai e la strinsi a me per baciarla in bocca inserendole la lingua incontrando la sua che cercava di insinuarsi nella mia. Il bacio fu molto prolungato e gradevole per il buon sapore della saliva. Le sbottonai, quindi, il reggiseno che liberò due tonde e pronunciate mammelle. Con calma cominciai a stringerle con le mani, a leccarle e baciarle delicatamente. Lei strinse la mia testa a se in modo che continuassi a premerle e baciare i seni. I capezzoli cominciarono ad indurirsi. Sempre leccandole i seni presi i bordi delle mutandine sui fianchi e cominciai a farle scendere lentamente. Nessuna reazione ma uno sguardo estasiato di piacere e di soddisfazione. Man mano che sfilavo le mutandine la mia lingua scendeva sul ventre solleticandole l’ombelico, il bacino, il monte di venere ricoperto di folti peli neri fin quando, abbassate le mutandine fino all’inguine, la bocca si fermò sopra le grandi labbra ostruite dai peli.
Fermo con la bocca sul suo sesso completai la discesa delle mutandine fino ai piedi che lei alzò uno alla volta in modo da liberarsene completamente. Tenendola ferma, con le mani sui morbidi glutei, cominciai ad insinuarmi con la lingua dentro le grandi labbra raggiungendo quelle più interne e le pareti della vagina. Era immobile ed in estasi per il piacere che stava provando. Mi bloccò con le mani la testa in quella posizione allargando le gambe. Mi accorsi del piacere che stava provando per la fuoriuscita spontanea del clitoride e del suo indurimento. Lo presi in bocca e cominciai a succhiarlo con passione. Aveva un clitoride molto meno sviluppato di quello di mia madre (sicuramente meno di un centimetro) ma ugualmente piacevole e gustoso da succhiare.
Poiché la posizione in piedi cominciava ad essere scomoda la sollevai per la vita (malgrado il peso mi sembrò di sollevare un fuscello) e la feci distendere supina sul letto.
Le salii di sopra predisponendoci ad un bel 69. Il pene pendeva in corrispondenza della sua bocca e sentii che, subito, lo prese con le mani e cominciò a baciarlo inserendolo successivamente in bocca. Io poggiai la faccia sul suo sesso, che aprii con i pollici, e ripresi ad inserire la lingua nella vagina e a giocare con il suo clitoride; la vagina era sempre più bagnata. Sentivo che stavamo raggiungendo l’orgasmo.
Mi girai rapidamente sfilandole il pene dalla bocca assumendo la classica posizione del ‘missionario’.
Le sollevai le cosce in modo che poggiasse le gambe sul mio torace e mi circondasse il collo con i piedi; mi scappellai il pisello ed entrai velocemente con un colpo di reni raggiungendo facilmente la bocca dell’utero. Continuai così con sempre maggiore velocità e forza fin quando eiaculai per la seconda volta riempendole la vagina di sperma.
Ci fermammo esausti per il raggiungimento contemporaneo dell’orgasmo.
Lei si sdraiò sopra di me stringendomi fortemente il pene tra le cosce; ci baciammo sulla bocca inserendoci le rispettive lingue. Ebbe così modo di assaporare il suo umore ancora presente nella mia bocca. Non ci staccammo da questa posizione se non dopo molti minuti roteando le lingue nelle nostre bocche.
– Hai visto com’è bello farlo con me che ti adoro? Ti è piaciuto? Credo proprio di si. Il tuo umore ha un sapore meraviglioso e devi promettermi di farmelo riassaggiare il più presto possibile. Quello di mia madre è decisamente più intenso ma il tuo più apprezzabile (mentivo spudoratamente, quello di mia madre era e rimane sicuramente il migliore in senso assoluto specialmente se unito a quello della sua pipì).
Inorgoglita per il complimento ricevuto sorrise per la soddisfazione e il piacere raggiunto.
– Sei stato fantastico ragazzo mio! Non immaginavo di provare ancora simili sensazioni. Con mio marito è diventata una cosa meccanica priva di qualsiasi piacere. Lui entra , si scarica, esce e si addormenta. Io resto come una stronza, anzi, diciamo meglio, come la puttana di turno, e mi addormento anch’io. Pensi che con mio figlio sia ugualmente bello?
– Lo sarà ancora di più, perché lui è suo figlio. Tutte le volte che suo figlio se ne verrà dentro di lei non vuol dire che la sta scopando ma, semplicemente, che la sta amando!
Mi tolsi da quella posizione sdraiandomi supino accanto a lei prendendole la mano che strinsi fortemente ricambiato. Passarono minuti di silenzio; io soddisfatto per la scopata e per aver aperto la strada al mio amico, lei per il piacere ritrovato con il giovane amico del figlio. Di scatto si alzò dicendo:
– Ma son passate più di due ore! Mio figlio sta tornando! Se ci trova così nudi resterà traumatizzato. Dai alziamoci, facciamoci una bella doccia e rivestiamoci. Ma facciamo presto perché non voglio farmi trovare in questo stato e piena del tuo sperma che mi sta uscendo e mi scivola tra le cosce.
– Stia tranquilla mia adorata e bella Signora! Suo figlio rientrerà al momento opportuno.
– Non mi dire che vi siete messi d’accordo! Se si, siete dei mascalzoncelli e io son caduta nella trappola. Comunque, sai che ti dico? La trappola che mi hai teso è stata particolarmente intricante, piacevole e coinvolgente. Tu sei stato un perfetto adescatore e non ti dimenticherò facilmente. Anzi, devi promettermi di venire a trovarmi molto spesso e farmi riprovare il piacere degli orgasmi ritrovati. Questo indipendentemente da come evolveranno i futuri rapporti con mio figlio. Per stare più tranquilli ce ne andremo nella casa di campagna che possediamo sulle colline qui vicino. In meno di un’ora arriviamo. Avvisa quel cretino dell’amico tuo che può rientrare tranquillo. Questa sera me lo cucino per bene. Vedrà che servizietto gli farò. Prima, però, fate finta di studiare un po’.
Ci alzammo e ci andammo a fare una bella doccia. Questa volta la mamma del mio amico non si limitò a prendermi il pene in mano, come aveva fatto con il figlio, ma lo strapazzò per bene fino ad inserirselo da sola nella fica; procedendo poi a pulirmelo per bene con l’acqua passando e ripassando le dita sotto la corona del glande, turgido per la nuova erezione raggiunta, facendomi intendere che conosceva bene l’anatomia maschile e che non doveva poi essere così inesperta di cazzi come aveva fatto credere al figlio.
– Quando mi fa farai ispezionare questo meraviglioso buchetto al centro del tuo eccitante culo?
– Come corri ragazzo mio! Abbi pazienza! Sai, è ancora inviolato! Neanche mio marito è mai entrato. Non ti nascondo che ho una certa paura a farlo. Dovrò prima prepararmi psicologicamente al gran passo. Ti prometto che, se mi deciderò, tu sarai il primo ad incularmi. Mio figlio, se ci proverà, dovrà aspettare che sia tu ad aprirmi il culo per primo. Lui sarà il secondo! Con tua madre hai già provato? Ha avuto dolore?
– Si, diverse volte ho inculato mia madre che non ha mai provato dolore ma solo piacere. Non avere paura non proverai alcun dolore ma solo un immenso piacere. Quando proviamo?
– Ci devo prima pensare bene e mi devo preparare, come ti ho detto, psicologicamente al gran passo. Lo faremo presto quando ti porterò nella casa di campagna. Non qui.
Ci asciugammo e vestimmo come all’inizio del pomeriggio. Io andai a spegnere la luce del terrazzo (che avevo acceso quando mi ero spogliato e che era il segnale convenuto) per avvisare il mio amico che poteva rientrare. Quasi subito il mio amico entrò in casa con fare quasi sospetto e indagatore.
– Ti eri dimenticato che dovevi studiare con il tuo amico? E’ qui che ti aspetta da più di due ore!
– Mah, veramente sapevi ‘ rispose rivolgendosi a me – che sarei andato prima a giocare a calcetto.
– Si, son voluto venire prima per fare un po’ di compagnia a questa splendida mammina che lasci sempre sola. Nell’attesa ci siamo raccontati tante cose interessanti; tua madre si è particolarmente interessata alle tue avventure con una gran bella ed affascinante Signora che abita nel mio palazzo. Sai queste avventure l’hanno molto divertita ed incuriosita; le ho anche rivelato i tuoi desideri notturni nei suoi confronti e come ti sfoghi prima di addormentarti.
– Ma cosa sei andato a raccontare! Mamma si è inventato tutto! Io voglio bene solo a te e ritengo che te ne sei anche accorta qualche volta!
– Si, lo so figlio mio che mi vuoi molto bene. Stai tranquillo, dopo quello che mi ha raccontato l’amico tuo e con il quale ho già avuto uno scambio di piacevoli sensazioni; da oggi ricambierò il tuo affetto secondo i tuoi desideri . Adesso vai a farti una doccia e mettetevi a studiare un poco. Gli esami sono vicini.
– Mamma, la doccia me la sono già fatta negli spogliatoi del campetto.
Ci chiudemmo nella sua camera e gli feci il rapporto del pomeriggio trascorso con la madre.
– E’ stato molto facile far sciogliere tua madre. Ha resistito solo inizialmente più, forse, per mantenere un atteggiamento distaccato che per mancanza di desiderio. Assecondando le mie richieste ha chiaramente manifestato di avere desideri repressi in materia di sesso in quanto tuo padre, a quanto pare, non la soddisfa più. Puoi andare tranquillo. Mi ha promesso che, da oggi, avrebbe esaudito tutti i tuoi desideri sessuali. Chiaramente prima si è sfogata con me raggiungendo diversi orgasmi consentendomi di riempirla di sperma che ha anche assaporato con gusto suggerendole di confrontarlo con il tuo. E’ bravissima nel far sesso. Credo che da giovane deve aver scopato anche con molti uomini in quanto conosce bene le giuste posizioni da assumere per raggiungere il massimo del piacere e conosce bene l’anatomia di noi maschi.
– Mah, forse avrà scopato con qualche fidanzato prima di sposare mio padre. Successivamente non credo. E’ sempre stata donna di casa e chiesa.
– Certo mia madre è migliore ma, forse, perché non ha perso l’abitudine di chiavare. Cerca tu di farle raggiungere la stessa bravura e di soddisfarla il più possibile sostituendoti a tuo padre. Io ti aiuterò a farle tornare il desiderio sessuale in quanto ci siamo già dati appuntamento a lunedì quando ti assenterai per andare a lezione di francese. Mi raccomando, prima di rientrare a casa, controlla sempre la luce del balcone. Mi ha promesso anche di portarmi nella vostra casa di campagna per stare più tranquilli. Lì vorrà provare anche ad essere inculata da me. Mi ha detto che il suo culo è ancora vergine. Appena me lo concederà ti saprò dire se è vero o meno. Adesso me ne vado con una scusa in modo che sarete liberi di iniziare qualche approccio sostanzioso.
– Amico sei stato grande! Ti sarò sempre grato per quello che sei riuscito a fare in poche ore e che io, invece, non sono riuscito a fare in anni. Tua madre ha risolto il mio problema al pisello e tu hai risolto il problema di poter scopare con la mia. Sarò grato ad ambedue per sempre. In compenso, però, tu hai già ispezionato e penetrato mia madre assaporandone anche il suo umore vaginale. A proposito è uguale a quello di tua madre?
– Prima prova ad assaggiarlo e poi ne parliamo.
Me ne andai scusandomi con la Signora che, nel frattempo, aveva rifatto il letto, si era cambiata di vestito e aveva sistemato le rose rosse in un vaso di cristallo al centro del tavolo da pranzo.
– Signora, dimenticavo che dovevo accompagnare mia madre dal medico per una visita. Adesso vado via ma tornerò lunedì, come convenuto, per rivederla e trascorrere un altro pomeriggio piacevole come quello di oggi.
Tornato a casa raccontai minuziosamente quello che era accaduto con la mamma del mio amico; mia madre fu molto contenta della mia iniziativa e di come l’avevo portata a termine.
– Vedo che sei diventato ormai un uomo esperto e capace di conquistare le donne. D’altronde sei un così gran bel ‘fico’ e difficilmente le femmine, qualunque età abbiano, ti resisteranno. Questa notte mi farai vedere in pratica quello che mi hai raccontato a parole.
La notte mi fece ripetere tutti gli atti messi in atto con la madre del mio amico per predisporla ad accogliere il figlio dentro di se.
Il pomeriggio successivo incontrai l’amico al campetto di calcio e mi raccontò nei particolari quello che era successo dopo che me ne ero andato.
Il mio amico era al settimo cielo per tutto quello che aveva fatto con la madre.
– Appena sei uscito mia madre mi chiamò dalla camera da letto facendosi trovare distesa e completamente nuda.
– Avanti spogliati e fammi vedere cosa vuoi che ti faccia per soddisfare i tuoi desideri repressi di adolescente anche se, mi è stato raccontato, ti sei già tolto qualche soddisfazione con la mamma del tuo più caro amico.
– Mi ha aiutato a spogliarmi, mi ha fatto stendere accanto a lei cominciando a prendermi il pisello con le mani e a baciarlo tutto dopo averlo scappellato completamente. Lo ha lubrificato abbondantemente prendendolo in bocca per poi eseguirmi un prolungato pompino ingoiandosi lo sperma uscito per confrontarlo con il tuo. ‘Ha lo stesso gusto del tuo amichetto’ concluse. Mi ha poi invitato, portandomi la faccia sulla fica, ad assaporare il sapore della vagina e confrontare il suo umore con quello di tua madre. Ho dovuto, naturalmente, dirle che il suo era migliore e più estasiante anche se conteneva ancora parte del tuo sperma di qualche ora prima e, quindi, il sapore era falsato. Ringalluzzita e felice per il complimento si è predisposta a farmi entrare dentro di lei con il cazzo che mi stava scoppiando per l’eccitazione. Non so quante volte l’ho penetrata. Alla fine, sentendola particolarmente bagnata per lo sciacquio che produceva il mio pene nell’entrare e uscire velocemente mi sono scaricato dentro di lei riempendola di sperma che si è aggiunto al tuo. Mia madre era felice e contenta per l’esito così come lo ero io. Concluse dicendomi :
– Sei contento? Sei soddisfatto di tua madre, figlio mio? Da oggi in poi ogni volta che vorrai scaricarti lo dovrai fare venendotene dentro di me e non nelle fiche delle mamme altrui. Però dovremo stare attenti, io posso ancora far figli per cui tu e il tuo amico dovrete usare, nei giorni rischiosi, il preservativo. Se ti vergogni di comprarlo ci penserò io in quanto conosco bene la Farmacista con la quale sono anche in confidenza. Tutte le mie amiche ricorrono a lei per acquisti del genere. Oggi, ed anche per i prossimi giorni, possiamo stare tranquilli ma poi dovrete usarli per non correre rischi.
– Mamma, sei stata bravissima e meravigliosa! Ti voglio possedere tutti i giorni! Ma dimmi, in gioventù hai scopato con molti uomini? Quando scopi con papà ti ho vista sempre passiva e non particolarmente interessata all’atto.
– Mi hai spiata anche quando soddisfavo le voglie di tuo padre? Sei un vero porcellone! Beh, sai figliolo non ti nascondo che da giovane ho avuto molti spasimanti di tutte le età e con loro ho avuto anche diverse avventure amorose. Uno di questi fu tuo padre che mi mise incinta di te costringendomi a sposarlo. Purtroppo non era amore ma solo sesso. Ho cercato di dimenticare accostandomi alle pratiche religiose. Da oggi in poi il mio corpo sarà riservato a te e, poiché gliel’ho promesso, anche al tuo caro amichetto che è molto bravo ed intraprendente. E’ stato piuttosto scaltro nel tendermi la trappola. Prima ha cominciato ad adularmi regalandomi anche quel gran bel mazzo di rose rosse che ho sistemato in camera da pranzo, poi mi ha fatto ammirare il suo giovane e ben modellato corpo con un bel pisello dritto e duro riaccendendo, così, i miei desideri repressi da anni. Sai, anche le donne, quando non sono soddisfatte sessualmente, fanno sogni erotici immaginandosi di essere possedute da affascinanti maschi super dotati con grossi cazzi come, ad esempio, il tuo. Le donne, inoltre, si eccitiamo toccandosi la vulva. Hai mai sentito parlare di autoerotismo femminile? Voi maschietti vi masturbate facendovi le seghe per raggiungere l’orgasmo con l’eiaculazione, noi femminucce ci manipoliamo la clitoride facendola uscire dal prepuzio e la facciamo indurire con massaggi e, se non più vergini, ci inseriamo anche le dita nella vagina per simulare un coito e raggiungere l’orgasmo. Certo che queste cose se fatte da qualche bel ragazzo, come siete voi due, è tutta un’altra cosa. Tu e il tuo amico mi avete fatto ringiovanire di colpo di almeno vent’anni! Non avrei mai pensato, e sperato, che ci riuscisse prima un giovane affascinante ragazzo poi mio figlio! Meglio così! Adesso che mi avete ridestato il piacere sessuale mi dovete anche far recuperare gli anni persi. Tuo padre ha chiuso con la mia fica; può benissimo rifarsi con una delle tante mignotte che circolano per strada!
Il mio amico era felice, raggiante e al settimo cielo per tutto quello che aveva provato ed anche perché la madre gli aveva promesso di farlo dormire nel suo letto ogni volta che il padre si fosse assentato.
– Possiamo anche andarcene in campagna, magari anche con il tuo amico, così staremo tranquilli in quanto tuo padre detesta quella casa e non verrà mai a scovarci. Voglio provare anche a scopare contemporaneamente con voi due bei maschioni come hai fatto, mi ha raccontato il tuo amico, con sua madre. Stai tranquillo, a te darò sempre la precedenza, dopo soddisferò anche lui.
‘Sai ‘ concluse ‘ mia madre questa mattina non si è fatta chiavare da mio padre e non è voluta andare a messa malgrado le insistenze’.
Finì così questa ossessione del mio amico per la madre grazie al mio intervento preparatorio.
Le scopate con la Signora si ripeterono frequentemente (ormai si era sciolta completamente e gli piaceva concedersi sia al figlio, con cui dormiva ogni volta che poteva, sia all’amico del figlio) accogliendomi a casa propria, quando il marito si allontanava per lavoro, o nella casa di campagna per non essere sorpresi.
Iniziarono anche le scopate a tre che rendevano felice all’inverosimile sia il figlio che me.
In estate, come avevo preventivato prima di provare a farla sciogliere e a scoparla, madre e figlio furono ospiti nella nostra villetta al mare per quasi un mese.

Capitolo 7 – Un’estate al mare

Finita la scuola ci trasferimmo al mare nella villetta di proprietà dotata di ogni confort compresa una piscina di media grandezza e circondata da una folta vegetazione in grado di proteggere da sguardi indiscreti.
Su mia richiesta la mamma (qualunque cosa le chiedessi di fare mi accontentava sempre) invitò il mio amico e la madre che conosceva solo di vista per averla incontrata qualche volta alle riunioni dei consigli di classe.
I primi giorni servirono alle due mamme per conoscersi bene e diventare anche amiche, a noi ragazzi per pensare a come rendere le vacanze le più piacevoli ed eccitanti possibile.
In realtà tutto si evolse con molta naturalezza e senza particolari forzature in quanto, fin dal primo giorno, il mio amico e la madre si sistemarono nella stessa stanza e dormirono assieme nello stesso letto.
La madre non mostrò alcuna incertezza ed imbarazzo per la scelta, consapevole com’era, che anche mia madre dormiva con me nello stesso letto da tanto tempo (si ricordava fin troppo bene delle mie confessioni e come anche suo figlio fosse stato accolto nel letto di mia madre unitamente a me). La scelta, così palesemente ostentata, in realtà, tendeva a precisare che lei era la mamma del mio amico e che lei avrebbe provveduto a soddisfare le richieste del figlio. Era la gelosia materna a farla esprimere.
Nel corso del mese, in realtà, le eccezioni furono numerosissime con reciproche soddisfazioni.
In genere si trascorreva la mattinata in riva al mare dove le due mamme, indossando minuscoli slip che coprivano appena il loro sesso, facevano a gara per mostrare e far ammirare ai restanti bagnanti le curve dei propri corpi e lasciando ben in vista i magnifici glutei (sodi e rotondi quelli di mia madre, più voluminosi ma altrettanto eccitanti quelli della madre del mio amico) e i seni (piccolo quello di mia madre, più abbondante quello della madre del mio amico). Specialmente quando, uscendo dal mare, i loro slip bagnati modellavano alla perfezione la carnosità delle grandi labbra lasciando anche intravedere l’ombra più scura dei peli che le circondavano; ciò per la leggera trasparenza della stoffa degli slip.
Inutile dire che i loro corpi erano l’attrazione della spiaggia e l’oggetto del desiderio di quasi tutti gli uomini che con difficoltà riuscivano a nascondere l’erezione dei loro membri pur se contenuti nei costumi o pantaloncini causando anche risentiti richiami delle rispettive mogli o fidanzate. Tutti questi spettacoli spesso ci causavano qualche imbarazzo per la gelosia che si accendeva in noi, specialmente quando qualche intraprendente giovanotto cercava di avvicinarle per tentare qualche approccio subito sventato da noi figli che ci intromettevamo con invadenza ed anche maleducazione.
Si rientrava, quindi, a casa per pranzare e si utilizzava la piscina e il sole pomeridiano per completare l’abbronzatura e per divertirsi.
Mia madre, che ben aveva intuito le finalità di quell’invito, cominciò a guidare i giochi proponendo, uno dei primi pomeriggi, di tuffarsi in piscina privi di costume. Senza aspettare l’assenso della mamma del mio amico si tolse il minuscolo slip e il reggiseno e, camminando completamente nuda sul bordo della piscina, raggiunse il basso trampolino tuffandosi in acqua.
La visione di quel meraviglioso corpo e della fica appena circondata da una corona di peli scuri fece immediatamente eccitare il mio amico. La madre, accortasi della vistosa erezione del suo pene, seguì l’invito di mia madre togliendosi immediatamente anche lei slip e reggiseno avviandosi lentamente, in modo da farsi ammirare da noi ragazzi rimasti estasiati dalla visione di quei due meravigliosi corpi femminili, verso il trampolino dal quale e si tuffò per raggiungere mia madre.
– Avanti ragazzi, vi siete imbambolati? Vi siete talmente emozionati nel vedere le vostre mamme nude da restare immobili? Non mi risulta che sia la prima volta che ci vedete come ci ha fatto la natura! Spogliatevi anche voi e venite in acqua! L’acqua fresca vi smorzerà un po’ i bollori giovanili. Vediamo chi di voi due ha più resistenza e farà più vasche senza fermarsi. Il vincitore sarà esaudito da una di noi in qualche suo particolare desiderio. Sei d’accordo ‘ disse mia madre all’amica ‘ a soddisfare il vincitore eseguendo il desiderio che esprimerà?
La mamma del mio amico, che si era accostata al corpo di mia madre quasi a toccarla, annuì con entusiasmo.
– Certamente, se vince tuo figlio penserò io ad accontentarlo, se vince il mio ci penserai tu. Sai già cosa ci chiederanno i nostri figli?
– Conoscendoli entrambi da tempo ritengo di immaginare cosa vorranno. Avanti, tuffatevi ed iniziate la gara!
Mia madre aveva appositamente proposto questa gara sapendo che ero molto allenato nel nuoto e riuscivo a fare con facilità dieci e più vasche senza fermarmi. Voleva, infatti, far sciogliere ancora di più l’amica (ormai erano diventate amiche e sicuramente si erano anche confidate cose intime della loro vita giovanile e matrimoniale) mettendo alla prova la sua ostentata disinibizione forzandola a soddisfare, sotto gli occhi dei altri presenti, la prestazione sessuale che uno dei figli avrebbe richiesto .
Fu facile per me risultare vincitore. Dopo 5 -6 vasche l’amico si fermò un po’ esausto ed io continuai per altre due per non volerlo umiliare troppo. La mamma del mio amico, felice della mia vincita, rimase in attesa di conoscere quale sarebbe stata la richiesta che doveva esaudire. Mi sedetti sul bordo della piscina con le gambe a penzolone nell’acqua e la invitai ad avvicinarsi. Subito si avvicinò sorridendo anche per l’inizio dell’erezione del mio pisellone.
– Devi dare dimostrazione ai presenti come sai far bene i pompini!
– Ma stai scherzando? Davanti a mio figlio e a tua madre?
– Dai mamma ‘ intervenne il figlio ‘ lo hai fatto tante volte anche a me! Lo puoi benissimo ripetere anche adesso sotto gli occhi della Signora che non si scandalizzerà certo.
– Quindi sapete tutto su come ho, talvolta, soddisfatto le voglie di questi due sfrontati ragazzi! Lo sai che tuo figlio ‘ continuò rivolgendosi a mia madre – mi ha adescato adulandomi con parole deliziose per una donna ed anche portandomi rose rosse quale espressione della sua passione per me? Cogliendomi nel momento giusto è stato capace di farmi cedere alle sue irresistibili avances. Così, adesso, mi avete anche costretto a confessarmi pubblicamente! Poiché mi è stato richiesto, adesso, vi faccio vedere come, tante volte, ho smorzato l’erezione di questo splendido pisellone, mi sembra che si chiami ancora così!
Stando in acqua nella parte più bassa della piscina il suo viso era perfettamente alla stessa altezza del mio pisellone. Posizionatasi al centro delle mie gambe allargate mi prese con una mano il pisellone scappellandolo tutto con un solo colpo ben assestato. Lo rimirò spostandolo a destra, a sinistra, in alto e in basso. Lo bagnò con l’acqua della piscina e si inserì in bocca il glande cominciando a massaggiarlo e leccarlo con la lingua. Intanto si erano avvicinati a noi per assistere al pompino sia mia madre che il mio amico; lui l’aveva stretta a se prendendola da dietro con le braccia e le stringeva con le mani i seni mentre il suo cazzo, duro per l’eccitazione raggiunta, lo aveva inserito sotto i glutei tra le cosce. Restando seduto sul bordo della piscina le presi con le mani la testa avvicinandola al bacino in modo che il pisellone entrasse facilmente e completamente in bocca. Continuò lei con un sempre più veloce movimento della bocca sull’asta del pene fino a quando si accorse che stavo per venire; lo sfilò di bocca e, prendendolo con una mano, continuò la masturbazione facendomi eiaculare lo sperma accumulato indirizzandolo in acqua dove si disperse andando a fondo. Un applauso di mia madre e dell’amico concluse la premiazione della gara.
– Mamma, devi ripeterlo anche a me! Sei stata fantastica, ci hai fatto arrapare guardando la foga che ci hai messo!
– Non adesso! Ripassa quando e se ne avrò voglia! Adesso voglio riposarmi e prendere ancora un po’ di sole.
Uscì dalla piscina e si sdraiò su uno dei lettini disponibili senza asciugarsi e senza indossare il costume. Uscì anche mia madre che, senza slip, la raggiunse stendendosi nel lettino accanto prendendole la mano per rincuorarla e consolarla per la forzata esibizione a cui era stata costretta.
– Cosa non si fa per questi giovani figli! ‘ le disse per risollevarle il morale continuando a stringerle la mano.
– No, con tuo figlio è stato sempre bellissimo fare l’amore! Fin dal primo giorno che mi ha adescato. Mi ha fatto rinascere sessualmente e ringiovanito di almeno vent’anni riportandomi ai tempi in cui ero corteggiata ed amata dai miei spasimanti. Però non mi aspettavo di esibirmi al vostro cospetto in atti che sono sì piacevoli ma anche estremamente privati. Comunque so che anche tu hai più volte eseguito la fellatio ai nostri figli diventati ormai esperti scopatori di donne. Adesso voglio vedere te alla prova con mio figlio. Lo sai, che è innamoratissimo di te! Io resto sempre sua madre e a me ricorre tutte le volte che non trova soddisfazione con le altre donne.
Dopo aver un po’ nuotato e giocato uscimmo anche noi dalla piscina e ci andammo a sedere vicino alle rispettive mamme conservando lo stato adamitico che avevamo in acqua. Rimiravamo estasiati quei meravigliosi corpi femminili completamente nudi senza proferire parola. A un certo punto l’amico ruppe il silenzio per farmi constatare:
– Hai visto come ho depilato bene mia madre? L’incolto cespuglio di peli che aveva, e che ostruiva anche la vista della fica, l’ho sufficientemente sfoltito realizzando questa deliziosa corona che contorna le grandi labbra che adesso si possono ammirare più facilmente.
– Si, l’ho già notato! E’ la copia perfetta di quella di mia madre! Non hai certo molta fantasia in materia!
Le due mamme, che ancora si tenevano per mano, si guardarono e sorrisero compiaciute per le osservazioni dei loro figli.
Il sole cominciò a tramontare; ci alzammo per andare a fare una bella doccia rinfrescante e prepararci per andare a cenare in locale sul mare sito in un paesino vicino. Quindi tornammo piuttosto tardi dopo aver anche bevuto dell’ottimo vino e ci chiudemmo nelle rispettive camere da letto (io con mia madre, l’amico con la sua).
All’alba, prima che le nostre mammine si svegliassero, io entrai silenziosamente nel letto della madre del mio amico svegliandolo e invitandolo ad andare a dormire in quello di mia madre.
Sdraiandomi accanto a lei constatai che era completamente nuda, come lo ero anch’io.
Cercando di non svegliarla la accarezzai delicatamente e la baciai in ogni parte del corpo fin quando si svegliò avvertendo la pressione del mio pisellone eretto nella piega dei glutei.
Giratasi verso di me mi sorrise felice dicendomi:
– Ti aspettavo, ragazzo mio! Non vedevo l’ora di ripetere le meravigliose sensazioni che mi hai fatto provare nei mesi scorsi e di farti riprovare ad entrare nel mio lato B che tanto ti attrae. Mio figlio, con sempre più insistenza, mi chiede di concederlo anche a lui. Lui ha un pene con un diametro eccessivo ed ho paura che mi faccia troppo male entrando nell’ano esplorato, fino ad oggi, solo da te. Malgrado tu ce l’abbia più fino, la prima volta che sei entrato mi hai procurato un certo dolore subito lenito dal piacere che mi procuravi con le continue entrate ed uscite. Prima che mi decida a far entrare anche mio figlio devi cercare di allargarmi il buchetto un po’ di più! Sarà meno doloroso anche per lui! Mi devi perdonare per questo pomeriggio ma non ho gradito praticarti un pompino sotto gli occhi attenti di tua madre e di mio figlio. Sai, quello, è un atto d’amore da fare riservatamente e non in pubblico. Mi hai voluto umiliare trattandomi come mignotta! Comunque è roba passata. Spero che, almeno a te, sia piaciuto perché, tutto sommato, non mi dispiace essere la tua mignottella. Continuerò, finché lo vorrai, ad essere sempre pronta ad accoglierti dentro di me con passione e amore. Ti prometto, anche, che quando in autunno tornerai a trovarmi e ce ne andremo nella casetta di campagna ti praticherò nuovamente tutti i pompini che vorrai ma lo faremo stando soli. Adesso ho voglia di scoparti come dico io. Mettiti supino, ti monterò sopra e ti cavalcherò fino a quando non mi avrai riempito con il tuo seme. Non ti preoccupare, sai che da mesi ormai prendo la pillola sistematicamente. Non posso certo correre il rischio da avere una seconda gravidanza! Il padre chi sarebbe? Tu o mio figlio?
Si posizionò sul mio bacino con le gambe allargate che mi stringevano i fianchi, mi prese il pisellone alla massima erezione e duro, lo scappellò completamente con una mano e se lo inserì nella fica già umida; si poggiò con ambedue le mani sul torace e cominciò a cavalcarmi con sempre più velocità guardandomi negli occhi aspettando l’arrivo dell’orgasmo di entrambi. Dopo una prolungata cavalcata si fermò un po’ esausta sentendo che la vagina si era riempita di sperma. Poiché il mio pisellone era ancora abbastanza duro lo trattenne dentro di se per riprendere una seconda cavalcata dopo alcuni minuti di silenzio e di estasi reciproco.
Questo fu il meraviglioso ed insperato inizio di una nuova giornata di vacanze al mare.
Da quel giorno le due mamme decisero tacitamente di scambiarsi, durante la notte, i figli. Ognuna avrebbe dormito con il figlio dell’altra. Io ripresi ad incularmi sistematicamente la madre del mio amico per cercare di allargarle il più possibile l’ano e predisporlo all’esplorazione da parte del figlio. Esplorazione anale che avveniva sempre con grande piacere di entrambi.
La serenità era tornata tra tutti e quattro e ripresero i giochi di gruppo in piscina.
Un pomeriggio fu la madre del mio amico a proporre il gioco dei ‘subacquei’.
Fece mettere mia madre da un lato della piscina con le gambe allargate mentre lei assunse la stessa posizione dall’altro lato. Superfluo precisare che tutti e quattro eravamo completamente nudi.
Il gioco consisteva nel passare, dopo essersi tuffati, tra le gambe allargate della prima, baciarle la fica ed eventualmente inserirle un paio di dita per poi dirigersi verso la seconda e ripetere l’operazione e, senza uscire dall’acqua per respirare, ritornare dalla prima e poi dalla seconda e così via fino a quando la mancanza d’aria avrebbe costretto il subacqueo ad emergere. Terminata la gara da parte di noi maschi iniziarono le mamme a passare tra le gambe di noi figli a cui, a turno, dovevano scappellare il pene e inserirselo in bocca.
La coppia vincitrice sarebbe stata quella che avrebbe portato a termine più passaggi subacquei senza uscire dall’acqua. Il gioco piacque molto a mia madre oltre che a noi ragazzi. Noi potevamo ripetutamente baciare e ispezionare le fiche di ambedue le mamme; loro potevano scappellare, baciare ed anche succhiare il pene di entrambi i figli. Ognuno ripeté gioco una decina di volte. Poi, un po’ stanchi per le nuotate sott’acqua, ci fermammo sedendoci sul bordo della piscina e cominciammo a fare i conti dei passaggi subacquei per stabilire quale sarebbe stata la coppia vincitrice. Alla fine risultarono vincitori mia madre ed io.
– Ma non abbiamo stabilito quale sarebbe stato il premio! ‘ disse mia madre.
– Il premio lo sceglie il maschio! Come accade spesso, ma per fortuna non sempre, è la donna a doversi sottomettere alle richieste del maschio – rispose l’altra madre.
Mia madre ridiscese in acqua trascinandomi appresso a lei.
– Avanti figlio mio, come posso accontentarti?
Mi avvicinai a lei e la strinsi fortemente tra le braccia baciandola appassionatamente in bocca restando così avvinghiati per molti minuti. Il pisellone era diventato duro per l’eccitazione e si era posizionato tra le sue cosce.
– Voglio entrare dentro di te e riempirti di sperma!
Così dicendo cominciai a sollevarla, lei allargò le gambe posizionandole attorno al mio sedere e stringendomi con forza al suo bacino. Con le braccia la strinsi a me ed altrettanto fece lei, il pisellone trovò subito la strada già aperta ed entrò con un gran colpo di reni che la fece sussultare. Le nostre bocche si ricongiunsero e le nostre lingue si incontrarono scambiandosi la saliva. Sarei voluto restare dentro di lei per sempre. Dopo alcuni minuti cominciai ad uscire dalla vagina e a rientrare subito dopo, e così di seguito con sempre più velocità e passione fin quando mia madre, esausta per l’orgasmo raggiunto, lasciò la mia bocca e si appoggio con la testa sulla spalla e, continuando a stringermi fortemente con le braccia, mi fece capire che voleva restare in quella posizione per il maggior tempo possibile. La posizione assunta avvinghiandosi a me facilitava però l’uscita dello sperma dalla vagina. Quando se ne accorse si distaccò da me e richiuse le gambe facendomi intendere che voleva uscire ed andare in camera per farsi una doccia e riposarsi. L’amplesso avvenne nel silenzio più completa e sotto lo sguardo ammirato dell’altra mamma e di suo figlio. In camera, dopo esserci asciugati, mia madre volle che venissi nuovamente dentro di lei per sostituirle lo sperma che le era uscito in acqua a seguito della posizione in cui eravamo rimasti per tanti minuti. Questa volta volle lei condurre l’accoppiamento; mi salì sopra volgendomi le spalle e stringendomi il bacino con le gambe inginocchiate sul letto, prese con una mano il pisellone, lo scappellò come faceva sempre e se lo inserì nella fica ancora bagnata dal residuo sperma di prima. Io le posai le mani sui fianchi per guidarla nei movimenti mentre lei mi stinse con le sue i polpacci delle mie gambe. Quindi cominciò a cavalcarmi, prima lentamente e poi con sempre più velocità e voga. Si fermò quando si accorse di essere nuovamente piena e il mio pene si era leggermente ammorbidito. Si alzò sfilandoselo dalla fica, si girò e si sdraiò su di me abbracciandomi fortemente.
– Figlio mio, ti amo da morire! Solo tu riesci a farmi felice! Non ci dovremo mai separare! I nostri sono veri atti d’amore, tutti gli altri non hanno alcun valore in quanto sono solo giochi per far crescere te e il tuo amico!
Da quella sera ogni figlio tornò a dormire con la propria mamma non senza consentire qualche visita da parte del figlio altrui. I bagni nudi in piscina e i giochi pomeridiani continuarono sotto la guida attenta e i suggerimenti delle due mamme sempre più immedesimate nel ruolo di ‘istruttrici sessuali’.
Dopo quasi un mese di esposizione al sole dei nostri corpi nudi avevamo raggiuto una abbronzatura integrale ed uniforme anche nelle zone più intime. Sui corpi delle nostre mamme non vi era più alcun segno o diversità di abbronzatura che potesse indicare quali fossero le misure e i contorni dei loro costumi che usualmente indossavano la mattina in spiaggia e che tanto interesse e curiosità destavano negli altri bagnanti in special modo quelli di sesso maschile.
Altro piacevole ricordo va a quando, verso la fine del mese, un pomeriggio convincemmo le nostre mamme (la loro disponibilità era totale nell’esaudire i nostri desideri) a scopare contemporaneamente tutti e quattro nello stesso letto.
Fu uno dei momenti di maggior piacere raggiunti sia da noi figli sia dalle nostre mamme.
La scopata di gruppo avvenne, in realtà, su un morbido tappeto di lana steso sul pavimento dell’atrio della villetta, in quanto i letti non potevano accogliere quattro persone assieme, e sotto i raggi di un sole prossimo al tramonto.
Ricordo che io montavo freneticamente la mamma del mio amico e lui la mia; le due donne, mentre venivano penetrate con veemenza dai nostri organi sessuali, si strinsero la mano come se volessero scambiarsi le sensazioni che provavano. La tensione e il piacere di noi maschi e delle nostre madri fu tale che raggiungemmo l’orgasmo tutti e quattro contemporaneamente.
Le meravigliose e disponibili mammine vollero trattenere i nostri cazzi dentro di loro per tantissimo tempo per ringraziarci delle meravigliose sensazione che avevamo suscitato in loro.
Purtroppo il mese finì. Ci salutammo con molta tristezza ma anche con allegria per la meravigliosa ed indimenticabile vacanza trascorsa con l’augurio di rivederci con l’inizio della scuola. Nell’abbracciarsi le due mamme, ormai intime e affiatate amiche, si scambiarono un appassionato bacio sulla bocca come a sigillare la loro intesa di mamme e, contemporaneamente, di ‘istruttrici sessuali’.
Bacio che diedero anche a noi ma non con quel trasporto e quella passione.
Fu una delle più belle, appassionate ed interessanti villeggiature della mia vita!
Il mese successivo fu riservato a riprendere i quotidiani ed intensi rapporti d’amore tra me mia madre non senza ricordare i giochi e i momenti di allegria e felicità trascorsi con la coppia ospitata.

Capitolo n. 8 ‘ Il bordello.

Il tempo passava, i rapporti con mia madre continuavano ad essere idilliaci anche perché mio padre risiedeva, di fatto, all’estero e vivevamo come more uxorio anzi come due amanti sempre appassionati.
Cominciato il liceo conobbi diverse compagne disponibili ad intrattenere rapporti sessuali.
Rapporti seguiti e controllati da mia madre a cui raccontavo sempre nei minimi particolari lo svolgimento di tutti gli amplessi.
Un giorno incontrai sul portone l’infermiera (così la conoscevano tutti) che abitava al primo piano. Conosceva molto bene mia madre da un po’ di tempo e spesso era salita anche a casa nostra.
Mi fermò per salutarmi e mi chiese di salire a casa sua per aiutarla non ricordo a far cosa. Aveva un bellissimo appartamento lussuosamente arredato come, d’altronde, era anche il nostro; il nostro era un attico con un terrazzo che circondava tutto l’appartamento.
Mi fece accomodare chiedendomi di aspettare alcuni minuti par darle il tempo di cambiarsi d’abito.
Si presentò con una vestaglia di seta tutta svolazzante e con una scollatura fino all’ombelico mostrando in tutta la sua bellezza ampi e voluminosi seni con capezzoli appena coperti dalla vestaglia. Sedendosi sulla poltrona davanti a me accavallò le cosce facendomi capire che non indossava le mutandine.
La visione mi fece subito avere una erezione che nascosi accavallando anch’io le gambe.
Con un gran bel sorriso si alzò e mi chiese cosa volevo bere.
– Ti piace più il cognac o il whisky ?
– Il cognac, ha un sapore più morbido. Aspetti che vengo ad aiutarla a prendere i bicchieri.
Ricordandomi di una situazione simile di diversi anni fa con la madre del mio migliore amico mi accostai alla Signora (!) da dietro appoggiandomi alla sua schiena e ai voluminosi glutei che orgogliosamente metteva in evidenza pur se coperti dalla vestaglia. Le inserii le mani nell’ampia scollatura stringendo con forza le voluminose mammelle.
La Signora (!) non reagì minimamente anzi si sbottonò completamente la vestaglia lasciando scoperto completamente il ventre e una fica contornata da una sottile corona di peli biondi.
– Come corri, ragazzo! Tua madre mi ha spesso detto che sei molto audace ed esperto. Ma procediamo con calma. Prima beviamoci un po’ di cognac e poi vedremo di fare qual cosa di più interessante.
La Signora (!) fece scivolare a terra la vestaglia e, restando completamente nuda, mi fece accomodare accanto a lei sul divano tenendo i bicchieri in mano che cominciammo a sorseggiare.
– Perché non ti liberi anche tu dei vestiti? La casa è ben riscaldata. Così potrò ammirare anch’io il tuo bel corpo tanto esaltato da tua madre. Il mio ti piace?
Non me lo feci ripetere; posai il bicchiere e cominciai a sbottonarmi i pantaloni e a farli scendere fino ai piedi restando con gli slip e maglione. Con calma mi tolsi le scarpe da ginnastica, i calzini, il maglione e la sottostante canottiera. A torso nudo e con i soli slip mi avvicinai alla Signora (!).
– Vuoi vedere cosa c’è dentro?
Senza rispondere mi prese gli slip sui fianchi e lentamente cominciò ad abbassarmeli fino ai piedi che sollevai uno alla volta per liberarmene completamente. Un pene in erezione e duro si liberò vibrando davanti al suo viso e a pochi centimetri dalla sua bocca.
– Tua madre ha veramente ragione a dire che sei un bel maschione e che hai un gran bel corpo!
Prese subito il pisellone con una mano e, stringendolo fortemente, cominciò a scappellarlo per iniziare una masturbazione lenta e delicata. La bloccai togliendole la mano dal pene avvicinandolo alla sua bocca che subito si aprì per ingoiarlo tutto. La Signora (!) cominciò una lunga fellatio terminata con la solita eiaculazione in bocca. La Signora (!) mostrò di apprezzare il sapore del mio sperma.
– Certo che quello dei ragazzi è decisamente più gustoso di quello degli anziani ! Adesso che te ne sei venuto che facciamo? Ci rivestiamo?
– Non prima di avermi fatto assaporare il tuo umore e di avermi fatto esplorare la tua fica così ben curata e profumata. Io sono già pronto!
– Lo vedo e lo sento che sei già pronto! Andiamo in camera così staremo più comodi e potrai sfogarti fin che vorrai. Era da tempo che volevo far la conoscenza del tuo cazzo tanto esaltato da tua madre.
Andammo in camera da letto, arredata con ampi specchi alle pareti, e ci sdraiammo su un ampio letto (forse era a tre piazze!).
– Da dove vuoi iniziare ? Da dietro o davanti ? Io non ho preferenze.
– Prima devo assaporare il tuo umore senza contaminazione di sperma. Allarga bene le cosce che ti devo ispezionare la vagina e vedere di quanto riesco ad allungarti la clitoride.
La Signora (!), alquanto sorpresa dei miei imperiosi comandi, ubbidì ed allargò al massimo le gambe piegando le ginocchia. Mi posizionai al centro della vulva forzando con i pollici l’allargamento delle grandi labbra notando una smorfia di dolore e di piacere assieme. Entrai con tre dita nella vagina e cominciai a masturbarla fino a quando la sentii estremamente bagnata. Finii con la vagina e continuai prendendo in bocca la clitoride già indurita ed appena uscita dal prepuzio; la strinsi interamente in bocca cominciando a succhiarla con voracità fino a farla allungare al massimo (forse quasi un paio di centimetri. ‘E’ più lunga di quella di mia madre’ ‘ pensai !). Rilasciata libera dalla bocca appariva come il pisellino di un neonato. La Signora (!) aveva raggiunto più orgasmi e la sua fica era inondata di umore. Immediatamente le inserii la lingua e, con movimenti rotatori, le raccolsi gran parte dell’umore uscito. Terminai congratulandomi per il sapore (quello di mia madre era di gran lunga migliore e non aveva nulla a che fare con il suo ma, per non dispiacerle, le dissi che era il migliore di tutte le donne che avevo scopato).
– Ti vuoi riposare un po’ o vuoi continuare?
– Continuo, continuo. Mettiti in ginocchio a 90 grandi ti voglio chiavare a pecorina.
Si girò, si piegò a 90 gradi poggiandosi con le mani sul letto, allargò le gambe per facilitare la penetrazione restando in attesa di accogliere nella vagina il mio pisellone (come lo chiama da sempre mia madre) che stava per scoppiare per la nuova erezione raggiunta. Prima di entrare le accarezzai, da dietro, la vulva aperta per l’attesa e per l’orgasmo di prima, quindi i glutei ed infine il buco del culo che si era anche leggermente aperto. Entrai, quindi, con un colpo secco di reni raggiungendo la profondità della vagina e la bocca dell’utero. Presi a stantuffarla freneticamente fin quando, accortomi che avena raggiunto un nuovo orgasmo, eiaculai una consistente quantità di sperma riempendole la fica. Spossata per la chiavata si distese a pancia sotto cercando di trattenere dentro il pene che io, invece, estrassi poggiandolo nella piega dei glutei e stendendomi con il corpo sul suo. Le infilai sotto le mani e le stinsi fortemente le voluminose mammelle.
– Vedo che sei un po’ stanca. Come mai? Oggi hai lavorato molto e non reggi ai miei assalti? Eppure ti ho chiavato una sola volta. Vuoi che riprovo in qualche altra posizione? Nel culo ti piacerà sicuramente!
– Si, ho avuto una mattinata molto faticosa. Prima il turno di notte in clinica, dove le richieste dai pazienti maschi di masturbazione sono continue, poi lo studio di fisioterapia che mando avanti con un certo numero di collaboratrici che vorrei farti conoscere. Pensa che questa notte ho dovuto fare ben tre seghe ad un vecchietto piuttosto arzillo malgrado soffra di cardiopatia: la prima dopo la cena, quando sono andata per portar via i piatti della cena e lui si è fatto trovare sdraiato sul letto con l’uccello scoperto e dritto, la seconda verso mezza notte dicendomi che non riusciva ad addormentarsi e mostrandomi il cazzo nuovamente in erezione e la terza la mattina quando sono andata in camera per pulirlo. Aveva nuovamente il cazzo dritto e abbastanza duro e pretendeva di incularmi. Gli ho rifiutato il culo procedendo ad una nuova masturbazione conclusa con l’uscita di una nuova gran quantità di sperma che ha inondato le lenzuola che ho subito cambiato. Il vecchietto ha tenuto egregiamente testa a tutti gli altri pazienti più giovani che si sono accontentati di una sola sega. Sento che sei nuovamente pronto. Avanti ti concedo, per oggi, ancora un nuovo assaggio. Poi la smettiamo. Riprenderemo al mio studio dove, oltre a me, troverai tante belle ragazze pronte a soddisfarti in ogni desiderio.
– Si, girati e mettiti nuovamente a 90 gradi che ti entro nel culo! Concedi a me quello che non hai voluto dare al vecchietto ma che, sicuramente, avrai dato a qualche altro paziente. Quanto ti sei fatta dare? Il tuo culo costa molto?
– Come hai fatto a capire che questa notte il mio culo è stato visitato? Sei piuttosto perspicace! Questa volta a te lo dò gratis; però prima di incularmi mettiti il preservativo che trovi in quel cassetto. E’ per la tua protezione! Non conosco la persona che mi ha inculato questa notte.
Mi alzai per prendere il preservativo nel cassetto indicato. Trovai una gran quantità di bustine di tutti i colori. Ne scelsi una nera che porsi alla Signora (!). Lei l’aprì e mi infilò il nero preservativo con grande facilità per l’erezione del mio pene. Si posizionò a 90 gradi invitandomi ad entrare rapidamente. Così feci non trovando alcun ostacolo in quanto le pareti del retto si aprirono spontaneamente adattandosi alle mi dimensioni. Dopo diverse stantuffate eiaculai abbondantemente riempendo il serbatoio del preservativo che subito mi sfilai.
– Ma lo sai che sei veramente bravo? Ha ragione tua madre! Ti voglio far valutare anche dalle mie collaboratrici quando verrai in studio. Certo non potrai utilizzare le loro fiche come stai facendo oggi con la mia. Sai, con loro ogni prestazione ha un costo. Io, visto che sei il figlio di un’amica, non ti farò pagare nulla. Ma che la cosa resti un segreto tra noi. I tuoi amici, però, dovranno pagare le prestazioni che richiederanno alle ragazze dello studio. Se vieni sabato prossimo nel pomeriggio ti riservo una tua coetanea che, forse, già conosci o hai visto al liceo che frequenti. Per l’età che ha è già molto brava ed esperta ma è anche piuttosto cara. Cercherò di convincerla a farti uno sconto magari concedendole io uno sconto sulla percentuale riservata allo studio. Se ti piace te la riserverò tutti i sabati che verrai. La trovi solo il sabato perché negli altri giorni deve studiare per la maturità. Portati anche qualche amico purché fidato e di cui sei certo che non andrà a raccontare a tutti le prestazioni che offre lo studio fisioterapico. Sai, nel mio studio vengono persone molto importanti che richiedono il massimo della riservatezza. Adesso andiamo a farci una bella doccia per pulirci. Sento che il tuo sperma comincia ad uscirmi dalla fica e dall’ano scendendomi tra le cosce. Tu pure sei un po’ sudato ed hai il cazzo bagnato di sperma.
In bagno, un locale tutto marmi, specchi, vasca con idromassaggio e doccia con sauna in grado di contenere almeno 4 ‘ 5 persone, ci insaponammo reciprocamente massaggiandoci tutte le parti del corpo per poi lavarci con acqua ben calda.
– Ti è piaciuto passare il pomeriggio con una delle amiche di tua madre?
– Si, molto. Ma perché non mi hai invitato prima?
– Tua madre non ha mai voluto che tu mi frequentassi. So che è una madre gelosa del proprio figlio. Ma ormai sei grande e tu ti devi distaccare da lei, prendere la tua strada e fare le tue scelte in modo autonomo. Allora ti aspetto sabato? Ti prenoto la studentessa che ti ho accennato?
– Si, sarò nel tuo studio in compagnia del mio migliore amico di cui potrai fidarti come di me.
– Per te penserò io a ricompensare la fanciulla, per il tuo amico digli di portarsi almeno 1000 euro. Se gli chiederanno di più provvederò io alla differenza, ma solo per questa prima volta! A sabato mio bel maschione!
Raccontai a mia madre l’incontro avuto con l’infermiera del primo piano e come si era evoluto il pomeriggio. Mia madre mi sembrò, inizialmente, piuttosto contrariata per l’incontro ma, subito dopo, si calmò mostrandosi ‘non dispiaciuta’ per come avevo trascorso il pomeriggio commentando:
– Sei ormai un gran bel maschione ed è giunta l’ora che cominci a conoscere anche simili posti che, comunque, non ti daranno mai le soddisfazioni che hai provato con me. Prova ad andarci, poi ne riparleremo. I soldi che ti dò settimanalmente ti dovrebbero essere più che sufficienti. Eventualmente chiedili sempre a me. Mi raccomando, usa sempre il preservativo; è necessario per proteggere la tua salute.
Ne parlai con il mio amico, gli diedi 1000 euro e ci organizzammo per andare, il sabato successivo, a conoscere questo ‘studio fisioterapico’ situato in una riservata ed elegante villetta sita in uno dei quartieri più scic della città. Fummo accolti con grande cordialità dalla Signora (!) che si curò subito di presentarci alcune delle collaboratrici presenti. Tutte donne di giovanile aspetto, tra i 28-30 e i 40-45 anni, signorili ed eleganti nel portamento e nel vestire, esteticamente ben curate e senza alcuna espressione volgare. Dal modo di parlare, privo di qualsiasi accento dialettale, s’intuiva l’elevato livello culturale anche per la perfetta sintassi del loro parlare e per l’assenza di errori grammaticali. L’ambiente era tutto ovattato e di gran lusso, con un gran bel parco pieno di fiori ed anche di una piccola piscina. Era, quindi, un bordello di lusso e le ‘Escort’ erano tutte d’alto bordo.
Con il mio amico ci guardammo negli occhi e pensammo contemporaneamente: ‘Ma queste ce le dobbiamo scopare tutte!’
Ci intrattennero nell’ampio salone di ricevimento dove ci offrirono anche qualche alcolico da bere.
A un certo punto sentimmo, senza però poter vedere, che qualcheduno usciva dalla villa; subito dopo si presentò nel salone una giovanissima ragazza sorridente e vestita sportivamente. La Signora (!) subito si alzò, le andò incontro, le prese una mano e la porto verso di me per presentarmela.
– Ecco questa è quella meravigliosa fanciulla di cui ti ho parlato e di cui, tra poco, apprezzerai le doti e la bravura nell’ars amandi !
Nel scambiarci lo sguardo la ragazza arrossì leggermente per avermi riconosciuto come uno dei tanti studenti del liceo. Si, era la fica più corteggiata ed anche la più ‘chiacchierata’ della scuola. Alcuni raccontavano che ‘se l’erano fatta’, ma mentivano. Non era il genere di ragazza disposta a concedersi ai compagni di liceo!
Ci presentammo facendo finta di essere la prima volta che ci si vedeva.
– Adesso da brava, porta il tuo compagno a visitare una delle stanze del primo piano. Ci vediamo dopo.
Contemporaneamente una delle altre Escort prese per mano il mio amico e se lo trascinò dietro precedendoci nel salire le scale. Loro entrarono subito nella prima stanza di un lungo corridoio ricoperto di moquette rossa, mentre la mia ‘compagnuccia’ mi fece entrare nell’ultima. Erano tutte stanze bellissime, arredate con gusto e dotate di bagno con doccia, bidet ecc. Naturalmente non mancava un ampio letto a due piazze. La luce era soffusa e di vari colori. Il sottofondo sonoro poteva essere scelto tra i vari stili musicali secondo le preferenze del clienti. La mia compagnuccia subito tenne a precisarmi:
– Senti io sto qui per farti scopare ma guai a te e al tuo amico se racconterete a scuola che mi avete visto in questa villa. In particolare nulla devono venire a sapere i miei genitori. I soldi che mi guadagno servono a me e solo a me. La Direttrice mi ha detto che devo farti uno sconto perché sei il figlio di una cara amica. Bene, per questa volta dammi solo 500 euro. Ma se ci vedremo altre volte mi dovrai dare almeno il doppio. Questo se ti limiti a chiedermi solo una marchetta. Se vuoi anche altre prestazioni il prezzo sale ancora. Se vuoi il culo mi devi dare 2000 euro: questo è il mio ‘listino’ Adesso spogliati e sdraiati sul letto. Io vado in bagno, faccio pipì e ti raggiungo.
Iniziò così la prima visita ad un bordello (di lusso) che proseguì nel modo più classico: preliminare massaggio delle zone erogene, inserimento del preservativo, parziale masturbazione, qualche leccata degli organi genitali ed infine usuale chiavata seguita da una doccia rinfrescante e che finì con il pagamento della prestazione (in contanti!) e con un ‘a presto’.
Scendemmo, quindi, nel salone dei ricevimenti dove già sostava il mio amico in cordiale colloquio con un paio di Escort libere (la sua era già risalita con un nuovo cliente). La Signora (!) mi venne incontro per salutarmi notando che non ero particolarmente soddisfatto.
– Il tuo amico l’ho visto decisamente più allegro di te! Tu mi sembri un po’ meno. Non sei rimasto soddisfatto? Eppure è la più richiesta in senso assoluto e, quindi, la maggiore ‘azionista’ dello studio. Domani passa a trovarmi a casa ci penserò io a farti tornare allegro!
Nei mesi successivi le visite allo studio si limitarono solo ad un paio con risultati non molto differenti. Ogni volta dovetti ricorrere, per risollevarmi il morale e tornare ad essere felice ed allegro, al corpo e all’affetto di mia madre con la quale i rapporti continuavano ad essere sempre più meravigliosi ed intensi come i primi giorni.
Non esisteva al mondo, e non esiste ancora oggi, donna più adorabile e meravigliosa di lei!

Capitolo n. 9 – Il rito nuziale

Il giorno del matrimonio era finalmente arrivato ed eravamo tutti indaffarati nei preparativi .
Mio padre, tornato appositamente dall’estero, aspettava impaziente di andare a prendere la macchina nel vicino garage per accompagnare lo sposo e la sempre attraente ed affascinante consorte alla chiesa dove si sarebbe svolta la cerimonia.
Mia madre, verso il traguardo dei cinquant’anni, era come sempre bellissima mantenendo un portamento ancora giovanile ed affascinante. Il suo corpo era ancora perfetto: gambe slanciate, seno come quello di una fanciulla con due piccoli ed appuntiti capezzoli, sedere sodo e tondo privo di smagliature e cellulite. Malgrado la frenesia del momento la futura ‘suocera’ completava la sua preparazione con estrema lentezza soffermandosi sui particolari del trucco al viso indugiando davanti allo specchio con indosso solo il reggiseno e delle splendide trasparenti mutandine di seta che esaltavano la bellezza e la rotondità dei glutei.
La notai più volte in questo abbigliamento passando davanti alla camera da letto ma ero troppo intento a completare la mia preparazione per soffermarmi ad ammirare la bellezza delle sue curve anche perché conoscevo il suo corpo in ogni minimo particolare da più di dieci anni per essere stato ‘iniziato’ al sesso da lei e per aver posseduto quello splendido corpo nel corso di oltre un decennio durante i quali avevamo intrattenuto rapporti sessuali tra i più intensi ed appassionati e vissuto, di fatto, come marito e moglie.
Sembrava non aver fretta e più volte aveva invitato mio padre, già pronto da tempo, a scendere per andare a prendere l’automobile ed aspettarci al portone.
Finalmente mio padre, impazientito per l’attesa, scese e ci avvisò che, appena tornato, ci avrebbe citofonato per farci scendere.
Mia madre completò subito il trucco ed indossò l’abito che si era fatto appositamente confezionare da una nota casa di moda (un meraviglioso abito bianco particolarmente attillato con un giubbino nero che esaltavano la bellezza del suo corpo e le sue forme) ed entrò nella mia stanza per farsi ammirare e ricevere i miei apprezzamenti.
– Mamma sei meravigliosa con questo vestito! Non penserai di essere tu la sposa! Vuoi far restare tutti di stucco? Ma papà ti ha visto con questo splendido vestito? Resterà imbarazzato anche per tutti i commenti che susciterai!
– Non mi interessa quello che pensa tuo padre; a me interessa quello che pensi tu che mi hai alquanto trascurato in questi ultimi tempi. La sposina ti ha distratto e fatto dimenticare la mamma?
– Mamma, lo sai che non potrò mai dimenticarti! Sei stata la mia maestra di sesso e la prima donna con cui ho avuto i rapporti sessuali tra i più intensi ed appassionati raggiungendo gli orgasmi più estasianti della mia vita. Orgasmi raggiunti anche da te ogni volta che ci siamo amati. Si, in questi ultimi tempi mia moglie mi ha impegnato particolarmente sia per aiutarla ad organizzare la cerimonia sia per ‘ripassare’ tutte le posizioni del Kamasutra, verificare la mia ‘tenuta’ e il sapore del mio sperma. Anche se sono tutte cose che avevamo già sperimentato più volte in questi ultimi due anni.
– Quindi la sposina non è di primo pelo come vuol far credere! Spero che, almeno, a sverginarla sia stato tu!
– Ma mamma lo sai bene anche tu che non esistono più ragazze vergini; a 13-14 anni tutte fanno le seghe e i pompini ai propri ed altrui compagni. Forse qualcuna conserva ancora il culo intatto ma non ci credo molto. Sicuramente sono casi rari.
– E la tua sposina con il culetto come sta?
– Si, il culo l’ho sverginato io. Ma la fica no perché è successo molto prima di conoscerla.
– Quanti cazzi ha conosciuto e maneggiato oltre al tuo ?
– Il numero esatto non ha mai voluto confessarmelo, ma sicuramente parecchi. La persona che le farà da testimone è il cugino che l’ha sverginata a 15 anni e che, credo, continui a scoparsela con una certa frequenza. Dovrò stare particolarmente attento a questa frequentazione! Ma mamma pensiamo a te. Sei meravigliosa e già mi hai fatto rizzare il pisellone come lo chiami da sempre! Fammi vedere ed ammirare quello che nascondi sotto questo splendido vestito!
– Ti accontento togliendomi la gonna per farti ricordare che la fica di tua madre è stata la prima che hai conosciuto, ispezionato e posseduto; dentro di lei hai raggiunto il tuo primo orgasmo e tutti i successivi rendendo felice anche me.
Così dicendo cominciò a sbottonarsi la gonna abbassando la lampo e facendo scivolare l’indumento a terra.
Mi si presentò una visione meravigliosa con le piccolissime mutandine di seta trasparenti che facevano intravedere un monte di venere e le carnose grandi labbra perfettamente depilate.
– Mamma sei bellissima, da chi ti sei fatta depilare? Tu mi hai sempre detto che le grandi labbra devono sempre essere contornate da un po’ di peli! Per abbellirle e far desiderare di più l’esplorazione della vagina ‘ mi ripetevi.
Seguì un attimo di silenzio ed imbarazzo di mia madre che si riprese subito rispondendomi:
– E’ stato tuo padre che si è dilettato a depilarmi attorno le grandi labbra. Lo sai che, da quando ha il diabete, è diventato impotente e si diverte ormai così! Pensa che gli è diventato piccolo come quello che avevi tu all’età di 10 anni! Ricordi quando ti facevo il bagno e te lo massaggiavo e baciavo dolcemente? Tu, che non avevi ancora capito che quel muscoletto sporgente non ti sarebbe servito solo a fare la pipì, ridevi per le mie effusioni mostrandomelo dopo aver allungato il prepuzio al massimo ed io ti controllavo la discesa delle gonadi nello scroto massaggiandoti i testicoli ancora non maturi.
– Mamma non ti credo! non è stato papà! Però potevi dirmelo che avrei provveduto io a depilarti, così come tante volte l’ho fatto alla mia futura moglie in questi ultimi anni! Quando tornerò dal viaggio di nozze mi racconterai tutto. Al ricevimento lo hai invitato? Presentamelo! Ma torniamo al tuo meraviglioso sesso che adesso bacerò ed esplorerò nuovamente con la passione ed il desiderio di sempre.
Così dicendo presi il bordo delle mutandine, le abbassai velocemente sfilandogliele dalle gambe che lei alzò una alla volta; le grandi labbra erano perfettamente prive di peli e lisce ed emanavano un odore inebriante di profumo femminile.
Mia madre allargò il più possibile le gambe poggiando la destra sulla mia spalla; mi mise le mani sulla testa e l’avvicinò al suo sesso in attesa di essere penetrata e bagnata dalla mia lingua.
Con le due mani allargai le grandi labbra e cominciai a mordere e leccare quelle più interne. Con l’indice e il pollice presi la clitoride e la scappellai facendo fuoriuscire la piccola cappella già indurita e turgida. La mia lingua era ormai entrata tutta nella vagina che si inumidiva sempre più per l’imminente raggiungimento del suo primo odierno orgasmo.
Superfluo dire che il mio cazzo era alla massima erezione e stava per scoppiare; mi sbottonai i pantaloni facendoli cadere a terra e mi abbassai gli slip. Mia madre vedendolo così dritto e duro lo prese con la mano sinistra stringendolo con forza, mi allontanò la faccia dalla fica e, scappellatolo come faceva sempre, lo avvicinò al suo sesso, ormai completamente aperto e bagnato dalla mia saliva e dal primo umore conseguente l’orgasmo raggiunto, e lo introdusse dentro di se cominciando a muoversi avanti e indietro.
La posizione in piedi era piuttosto scomoda e il mio pene non poteva penetrarla tutta. Decisi così di uscire dalla fica. Presi mia madre per i fianchi a la girai, la feci appoggiare con le braccia alla scrivania piegandola a 90 gradi; immediatamente entrai prepotentemente e violentemente dentro l’accogliente e lubrificata vagina.
Mia madre era ormai al settimo cielo; continuai a penetrarla con sempre maggiore intensità e velocità con i testicoli che sbattevano sulle cosce sincronicamente alle penetrazioni fino a quando eiaculai dentro di lei tutto lo sperma che era presente nei miei coglioni.
Rimasi con il cazzo ancora leggermente eretto dentro di lei per alcuni minuti fin quando sentii suonare ripetutamente il citofono; era mio padre che interrompeva, come spesso era accaduto anche nel passato, l’estasi raggiunta.
Estrassi il pene, ancora pronto ad un secondo assalto ma completamente bagnato di sperma, mi alzai gli slip e i pantaloni ed andai di corsa a rispondere.
– Si papà, sono pronto ma mamma ha bisogno ancora di qualche minuto per essere presentabile. Siamo stati impegnati a risolvere un problema non rinviabile. Ora che l’abbiamo risolto è felice e soddisfatta. E’ tanto che aspetti? Non ti abbiamo sentito perché eravamo impegnati a risolvere il problema che ti dicevo. Intanto scendo io.
– Dai mamma, purtroppo non possiamo continuare, risistemati il vestito, papà ci sta aspettando da un po’! Non lo abbiamo sentito prima perché abbiamo raggiunto l’orgasmo nello stesso istante come ci accade sempre. Quando torno dal viaggio riprendiamo il discorso interrotto! Io scendo, chiudi tu la casa così non destiamo sospetti.
Subito dopo scese la mamma più bella e radiosa che mai; il suo viso e lo sguardo emanavano felicità e soddisfazione per l’orgasmo appena raggiunto (anzi per gli orgasmi!).
In macchina quasi nessuno parlò; papà era preoccupato di arrivare in ritardo e fare una brutta figura. Gli dissi di non preoccuparsi perché la sposa avrebbe sicuramente ritardato (e così fu) e che la bellezza della mamma avrebbe attirato l’interesse dei presenti facendo dimenticare qualsiasi altro problema.
Parcheggiammo nel cortile della chiesa; mia madre scese mostrando le bellissime gambe scoprendole ben al di sopra delle ginocchia e, forse, lasciando anche intravedere il colore delle splendide mutandine di seta indossate lasciando senza parole gli amici e i presenti già arrivati. Comportamento classico delle donne mature che ci tengono a rimarcare come il sesso delle cinquantenni non solo non è da meno di quello delle femmine più giovani ma, anzi, è sicuramente più interessante e più attraente (quello di mia madre era, sicuramente, il più bello in senso assoluto).
Dallo sguardo dei miei amici intuivo che se la stavano scopando con il pensiero.
Sapevo che con uno dei mei più cari amici, quello di più antica data risalente agli anni adolescenziali e che quel giorno sarebbe stato uno dei miei testimoni, aveva effettivamente scopato più volte con mia madre complice io stesso per aver chiesto alla mamma di insegnare anche a lui l’attività sessuale.
Dopo quelle prime esperienze adolescenziali li sorpresi, all’età di 20 anni, a scopare appassionatamente nel locale lavanderia dell’edificio dove abitavamo.
Era quello il posto dove noi ragazzi del palazzo (eravamo tre) portavamo le ragazze per pomiciare, per insegnargli a fare le seghe, i pompini ed anche a scopare.
Avevamo escogitato, quale segnale di occupazione del locale, l’accensione di una particolare lampadina del corridoio di accesso.
Anche il mio amico, pur non abitando nel palazzo, aveva utilizzato spesso il locale per scopare con qualche amichetta ma quella volta si era dimenticato di accendere la lampadina.
Credendo vuoto il locale mi avvicinai al locale tenendo per mano la Signora del secondo piano che ero finalmente riuscito a convincere a farsi scopare anche da me (gli altri due del palazzo se l’erano chiavata già più volte) mentre il marito bivaccava ignaro davanti la TV.
Avvicinandoci al locale si sentivano sempre più chiaramente i segnali e i rumori derivanti dall’amplesso di due persone.
Dalla porta semichiusa vedemmo la coppia che scopava con grande effusione e desiderio.
Con sorpresa scoprì che le persone erano mia madre e il mio più caro amico.
Ci accostammo alla porta leggermente aperta ed assistemmo alla scopata del mio amico con la mamma che, completamente nuda, si era chinata a 90 gradi su uno dei lavatoi e il mio amico che la penetrava inserendole il cazzo nella fica da dietro con sempre maggiore velocità fino al raggiungimento di una prolungata eiaculazione.
La scena era particolarmente eccitante anche per la Signora accanto a me che volle subito emulare mia madre togliendosi le mutandine ed aprendosi totalmente la vestaglietta che portava.
Mentre continuavo ad assistere all’amplesso di mia madre la Signora mi sbottonò i pantaloni e, abbassandomi gli slip, prese in mano il mio pene, già arrivato alla massima erezione, cominciando a masturbarlo con intensità e stringendolo con gran forza quasi da produrmi un leggero dolore che terminò appena se lo inserì in bocca per succhiarlo ed ingoiare lo sperma che inevitabilmente mi fece uscire dopo un prolungato pompino .
Mia madre, finita la scopata, si inginocchiò e prese il pene del mio amico in bocca per pulirlo di tutto lo sperma che lo ricopriva Altrettanto fece il mio amico subito dopo facendola sedere sul lavatoio a gambe completamente spalancate e leccandole e pulendole la fica pelosa dallo sperma che fuoriusciva. La Signora al mio fianco, non contenta di essersi riempita la bocca del mio sperma, si girò alzandosi tutta la vestaglietta e, mostrandomi il suo prosperoso culo con evidenti segni di cellulite, mi invitò ad emulare il mio amico e considerare il suo culo simile a quello di mia madre (anche se non c’era paragone tra i due!).
Con una certa rabbia e gelosia, per la violazione di mia madre da parte del mio più caro amico, la feci piegare a 90 gradi e la penetrai da dietro cominciando a stantuffarla con forza e quasi violenza fino a raggiungere una seconda eiaculazione nella fica della Signora che dimostrava di aver molto apprezzato anche la penetrazione da parte del terzo ragazzo del palazzo.
Feci appena in tempo a ritirare il pene fuori dalla fica grondante di umori che mi accorsi che mia madre si stava rivestendo e il mio amico si era tirato su i pantaloni e si apprestavano ad uscire dal locale.
Presi la Signora e la spinsi dietro un grosso armadio abbandonato da tempo nel corridoio accostandomi il più possibile al muro e a lei ma con il cazzo ancora fuori i pantaloni rimasto ancora parzialmente eretto e bagnato di sperma. La Signora riprese il pene in mano e, sentendolo bagnato, lo asciugò con la vestaglia.
Mia madre e il mio amico uscirono dal locale camminando con sicurezza senza accorgersi della nostra presenza grazie al buio del corridoio.
– Quando possiamo scopare nuovamente? ‘ chiese il mio amico a mia madre.
– Quando vuoi; prima avvisami così ti dico se puoi salire a casa che conosci e ti è familiare da tanti anni; lì staremo meglio che in questo orrendo posto. Mi sembra di fare la mignotta qui in cantina. A casa nel mio letto, dove ti ho accolto tante volte quando eri adolescente, sarà tutta un’altra cosa. Lo sai che oggi mi hai fatto venire almeno tre volte? Hai sempre un cazzo molto grosso con una circonferenza non comune; ricordo che la prima volta che ti ho fatto entrare dentro di me ho avvertito una piacevolissima sensazione di piacere mista a un leggerissimo dolore prodotta dallo spessore del tuo pisello che mi ha subito fatto raggiungere l’orgasmo. Quando te l’ho scappellato la prima volta alla presenza di mio figlio non era così grosso. Complimenti, avrai sicuramente fatto felici molte ragazze.
– Se ci sorprende tuo figlio cosa gli diciamo?
– Non credo che si scandalizzerà più di tanto considerando tutte le volte che vi siete alternati ad entrare nella mia fica nel passato. ‘ ed uscirono dalle cantine.
La Signora si ricompose, io reintrodussi il pene, ormai moscio, negli slip ed aspettammo un poco per uscire anche noi non senza esserci prima toccati in tutto il corpo; in particolare io ero particolarmente attratto da quel gran culo, che mi ripromettevo di violare quanto prima, e dalle voluminose mammelle a mala pena compresse in un reggiseno di misura inferiore al necessario.
– Anche tu mi consideri una mignotta ? ‘ mi chiese prima di uscire.
Sorvolai sul giudizio che mi aveva chiesto dicendogli:
– Domani lo faremo per bene a casa tua dopo che tuo marito sarà uscito per lavoro. Chiamami sul cellulare appena esce ed io scendo da te.
– Ma lui esce molto presto; in genere verso le sette.
– Farò finta di uscire per andare all’Università ma passerò la mattinata tra le tue cosce con il pisellone -così lo chiama ancora mia madre – dentro la tua fica pelosa e nell’ano di questo voluminoso culo che voglio esplorare al più presto.
La Signora si inorgoglì della proposta e, felice per la nuova esperienza che si apprestava a condividere con me, concluse:
– Si , sarà una mattinata indimenticabile; insegnerò anche a te, come ho già fatto con gli altri due ragazzi del palazzo, tante eccitanti posizioni sperando che nessuno ci disturbi e che, principalmente, non rientri anticipatamente mio marito.
Tornando alla cerimonia notai che, nell’accompagnarmi all’altare tra le due ali di amici e parenti, mia madre rivolse uno sguardo particolarmente invitante e intricante al mio amico d’infanzia.
Che fosse il mio amico l’autore della perfetta depilazione di mia madre? La cosa non poteva essere esclusa considerando la sua predilezione a depilare tutte le ragazze che conosceva.
Quando rivelai il mio sospetto a mia madre si mise a ridere.
– No, non è lui! E’ un giovane ed attraente professore universitario che ho conosciuto ad una riunione di lavoro e che, forse, ti farò conoscere molto presto. Con il tuo amico ho scopato, come ben sai e ricordi, diverse volte quando eravate entrambi giovincelli per istruirlo al meglio come ho fatto con te. L’ultimo anno di liceo, ad un certo punto, ha cominciato a corteggiarmi insistentemente portandomi, un giorno, anche un mazzo di rose rosse imitando, forse, un tuo analogo omaggio di qualche anno prima a sua madre (ti ricordi l’effetto che ebbero quelle rose sulla madre?). Da quelle rose capii cosa voleva da me. Lo accontentai sapendo che, essendo il tuo più caro amico, tu non ti saresti dispiaciuto e poi per scaricargli anche la tensione per gli imminenti esami di maturità (anche tu, in quei mesi, eri molto teso e preoccupato per gli esami e volevi continuamente scaricarti dentro di me). La prima volta mi portò in quell’orribile locale in cantina dove vi portavate le amichette per scopare. Poi è venuto più volte a casa nostra e lui mi ha anche portato nella sua casetta di campagna dove sei andato tante volte anche tu per scopare con sua madre. Sono stati alcuni mesi piacevoli perché, oltre ad essere un bel ragazzo, ricordo che ha un cazzo con un diametro fuori dal comune, anche se non eccessivamente lungo, che ogni volta che mi penetrava mi procurava un piacevolissimo leggero dolore misto a piacere.
Raccontandoci queste cose, in attesa dell’arrivo della sposa, mia madre mi teneva sottobraccio orgogliosa del figlio nei pressi dell’altare quando, ad un certo punto, mi strinse il braccio e mi disse:
– Ma quanti litri di sperma mi hai inserito oggi nella fica? Mi sento completamente bagnata tra le gambe ed ho paura, malgrado mi sia messa un assorbente, che qualche goccia possa uscire e scendermi tra le cosce. Speriamo di no altrimenti cosa diranno gli invitati? Speriamo che la sposa arrivi presto perché devo correre a levarmi l’assorbente intriso del tuo sperma. Meno male che mi sono portata il ricambio. Speriamo che in sacrestia ci sia un bagno in modo da potermi cambiare l’assorbente. Da quanti giorni non scopavi? Potevi dirmelo e ti avrei, come sempre, scaricato un po’. Questa sera la sposina resterà all’asciutto! Sono sicura che non hai più sperma disponibile anche per lei! Tutto quello che avevi lo hai donato a me! Ti ringrazio, amore mio! Ti amo sempre da morire!
– Non credo, ho sperma a sufficienza anche per Lei. Comunque credo che ieri gli siano cominciate le mestruazioni per cui sarà una notte di riposo e, forse, solo con qualche pompino. Sai nella sua vita adolescenziale ha conosciuto e maneggiato molti cazzi e non credo che abbia più tutto questo desiderio di scopare continuamente. Pensa che le amiche, ieri, ci hanno tenuto a raccontarmi che alla festa del nubilato del giorno precedente si è fatta chiavare nuovamente dal cugino con cui è andata alla festa e che l’ha riportata a casa alle quattro o cinque del mattino. Quindi le sue scopate se l’è fatte, oltre che due sera fa, anche in precedenza con i miei amici e con i suoi compagni di scuola ed università. Comunque questo è stato sempre l’accordo tra noi : tu ti scopi la mia ragazza ed io scopo la tua. Così è stato. E siamo sempre andati d’amore e d’accordo.
Ecco finalmente l’arrivo della sposa nel suo abito bianco (pensate un po’, dopo tutte le scopate, le seghe e i pompini fatti dall’età di 15 anni il colore bianco si adattava perfettamente alla sceneggiata!).
– Mamma, adesso che è arrivata puoi andare a cambiarti l’assorbente. Mi raccomando l’assorbente bagnato del mio sperma lo devi conservare e regalarmelo; conservalo nella bustina di quello pulito e portamelo. Lo voglio far annusare alla mia sposa come ricordo della più bella scopata fatta nel giorno delle nozze con la donna che più ho amato e che più amerò nella mia vita.
– Ma sei pazzo ? Ti odierà per sempre e, forse, ti lascerà subito dopo. Lo sai che tra nuora e suocera, da sempre, non corre buon sangue. Invece lo conserverò io e te lo farò annusare quando ti ricorderai di me e mi verrai a trovare per ripetere il nostro atto d’amore. Ecco la sposa, io ti lascio e vado a cambiarmi. Ti bacerò a fine cerimonia.
Così mia madre scomparve dalla scena infilandosi di corsa in sacrestia lasciando gli ospiti e mio padre, che come al solito non aveva capito niente, un po’ sorpresi.
A cerimonia già iniziata, con la coda degli occhi, scorsi mia madre rientrare in chiesa e con disinvoltura andare a sedersi vicino al marito che subito si informò dove era stata.
– Dovevo fare urgentemente pipì perché a casa, per la fretta che mi hai messo, mi sono dimenticata. Me la stavo facendo sotto e forse ho una leggera macchiolina di urina sulla gonna di dietro. Speriamo che non se ne accorga nessuno.
In realtà si trattava di una gocciolina di sperma che era fuoriuscita dall’assorbente e che aveva bagnato la gonna quando era seduta in macchina.
Mio padre accolse la giustificazione e prese orgoglioso sotto braccio sua moglie senza notare che nel banco dietro stante si erano messi tutti i miei amici che, con il pensiero, immaginavano di inserire il proprio pene tra le cosce di mia madre e, magari, anche di incularsela.
Le amiche e le rispettive fidanzate, notate le protuberanze sporgenti dai vestiti scuri, sorridevano maliziosamente o mostravano finto imbarazzo per la visione di quel meraviglioso culo di mia madre con una leggera macchiolina al centro del meraviglioso sedere su cui si era già posata l’attenzione di quasi tutti i presenti.
La vera attrazione del pomeriggio non era l’abito bianco della sposa, la bellezza della Basilica, gli addobbi floreali e la musica dell’organo di accompagno alla cerimonia ma il culo di mia madre!
Durante il rinfresco ricordo che mia madre, ad un certo punto, mi prese da parte ed estrasse dalla borsetta una bustina di plastica rosa porgendomela.
– Se vuoi te la faccio annusare adesso che è ancora fresca. Dentro questa bustina c’è il tuo sperma e il mio umore che conserverò amorevolmente fino a quando non verrai a trovarmi a casa per confermare il tuo amore verso tua madre che continuerà sempre ad amarti ed essere la tua unica, vera ed appassionata amante.
Così dicendo se lo riprese dandomi un gran bacio sulla bocca destando qualche sorriso in chi ci stava vicino e in mia moglie che ci aveva seguiti ed osservati da lontano.
La cerimonia finì. Finì anche il rinfresco e la conseguente grande abbuffata con amici e parenti.
Alla fine i saluti, gli auguri, i baci ed abbracci; quindi finalmente la notte.
Una semplice sega eseguita da mia moglie con grande passione, come la prima volta di un paio di anni fa in riva al mare, ma senza ingoio anche per la quasi assenza di sperma (mia madre aveva ragione! tutto lo sperma che trattenevo da diversi giorni lo avevo trasferito nella sua vagina; mia moglie sarebbe rimasta all’asciutto se avesse voluto scopare!); quindi una gran sonno ristoratore.
Prima di addormentarmi il pensiero andò proprio al giorno in cui conobbi la mia attuale mogliettina.
Eravamo in riva al mare una sera di una calda estate quando la nostra comitiva di maschi alla ricerca di fiche vogliose si incontrò con una altrettanto comitiva di sole ragazze in cerca di cazzi da manipolare.
Dopo i primi approcci cominciarono le prime pomiciate con superficiali carezze delle rispettive zone erogene, quindi si passò a cose un po’ più serie quali l’ispezione e l’introduzione di uno o più dita nelle fiche pelose e bagnate delle ragazze e con la masturbazione dei piselli degli occasionali compagni.
Ad uno di noi venne l’idea di proporre di fare il gioco della ‘resistenza’ che consisteva nel farsi masturbare dalle ragazze a turno. Eravamo quattro maschi e quattro femmine. Quindi, al massimo, avremmo subito quattro masturbazioni dalle quattro femminucce. Chi fosse riuscito a mantenere il proprio cazzo in posizione eretta dopo la quarta masturbazione si sarebbe scopato una delle ragazze a sua scelta mentre le altre (e gli altri) dovevano assistere in silenzio alla chiavata.
Le ragazze restarono inizialmente in silenzio imbarazzate su cosa fare. La prima a rispondere entusiasta del gioco fu proprio quella che sarebbe diventata la mia futura mogliettina che era già molto scafata ed esperta.
Le amiche, per non sembrare da meno, si accodarono ed accettarono di stare al gioco.
Ci sdraiammo in cerchio e ogni ragazza scelse il primo compagno con cui iniziare il gioco.
Noi ragazzi ci togliemmo completamente i pantaloni e i costumi da bagno mostrando il proprio pisello eretto e pronto ad essere masturbato.
Le ragazze, sdraiate accanto ad ognuno di noi, cominciarono con la mano a stringere il pene del ragazzo prescelto scappellandolo e verificando le misure e il glande già turgido per l’eccitazione; la masturbazione iniziò in modo tradizionale con iniziali lenti movimenti su e giù e proseguendo con sempre maggiore velocità con una perfetta sincronizzazione tra le quattro ragazze. Cominciarono le prime eiaculazioni con grande reciproca soddisfazione. Quando l’ultimo di noi venne le ragazze si alzarono scambiandosi di posto e, quindi, di compagno. Nuova ripetuta eiaculazione di noi quattro.
Le loro mani erano ormai intrise di sperma gelatinoso ed appiccicaticcio che serviva da lubrificante per il pene del nuovo compagno.
Iniziava il terzo giro ed il primo di noi cominciò a presentare qualche difficoltà nell’erezione per cui la ragazza che lo doveva masturbare pensò di aiutarlo leccandogli il glande e l’asta per rinvigorirlo ma solo una piccola goccia di residuo sperma riuscì ad uscire; era fuori gioco.
Alla fine della terza masturbazione altri due si ammosciarono dopo l’eiaculazione.
Rimasi solo io che chiesi una leggera pausa per ricaricarmi.
Mi fu concesso dalle femminucce perché ognuna sperava di essere scelta per la scopata finale.
Cominciò, quindi, la quarta masturbazione sotto lo sguardo compiaciuto delle restanti ragazze e dei miei compagni che mi incitavano a resistere; questa volta l’eiaculazione fu meno abbondante ma tutte le altre ragazze lo vollero, comunque, stringere con la mano per sentire quanto era ancora duro notando che tutte si portarono le dita alla bocca per gustare il sapore dello sperma che colava sull’asta e che si era depositato tra i peli pubici del maschio vincitore.
Ci distendemmo esausti (anche le ragazze volevano riposarsi prima di assistere alla scopata finale) invitando le femminucce a togliersi il costume per far prendere un po’ d’aria fresca alle loro fiche vogliose.
Non se lo fecero ripetere due volte, tutte si sfilarono il costume (già bagnato nella zona più intima per le eccitazioni raggiunte) mostrando i loro sessi pelosi e bagnati a tutti noi che cominciammo a baciare e a leccare fin dentro la vagina facendole venire nuovamente.
Quindi mi alzai per scegliere la ragazza da scopare.
– La scelta cadrà su chi ha la fica più saporita – dissi mostrando il pisellone eretto e pronto alla penetrazione – posizionatevi per bene a gambe aperte!
Cominciai quindi a leccare una ad una le fiche (erano tutte bagnatissime per gli orgasmi raggiunti!) delle femmine che si erano disposte distese una accanto all’altra con le gambe piegate ed allargate al massimo in modo da facilitare la mia ispezione e la degustazione dei loro umori vaginali.
Io me le sarei scopate tutte e quattro ma una sola doveva essere scelta; la scelta cadde su quella che oggi è la mia mogliettina.
Mi posizionai davanti a lei con il cazzo sempre in erezione, la presi per i fianchi e la girai mettendola ‘a pecorina’, le carezzai da dietro la fica pelosa aprendole le grandi labbra; quindi, con un colpo deciso, la penetrai con tutto il pene in erezione. La risposta fu un significativo verso di piacere a cui seguì l’incitazione dei presenti a continuare il coito che conclusi con penetrazioni continue, inizialmente lente poi con una frequenza sempre più veloce, fino a quando una quinta eiaculazione la riempì di sperma con sua grande soddisfazione per l’orgasmo raggiunto in contemporanea al mio.
– Sei meraviglioso, ragazzo!. Nessuno mi ha mai fatto venire come hai fatto tu oggi. Dobbiamo rifarlo spesso.
Ed infatti così accadde perché le nostre scopate si ripeterono quasi tutti i giorni.
Nel concentrarmi nella prima scopata della mia futura moglie non mi accorsi che le restanti tre coppie, invece di continuare ad assistere in silenzio, si stavano scopando tra loro in quanto la vista del nostro amplesso aveva consentito ai cazzi dei miei compagni di tornare ad essere eretti e duri.
Sfiniti ci sdraiammo e ci addormentammo fino al mattino dopo quando i primi raggi del sole nascente cominciarono ad illuminare il cielo.
Eravamo tutti nudi; una coppia era abbracciata e la ragazza teneva il pene moscio del compagno ben stretto nella mano, le altre due erano disposte a croce con due teste femminili poggiate sulla pancia del maschio in prossimità del pene (rilassato) che dovevano aver baciato e massaggiato prima di addormentarsi e con la testa del mio terzo compagno adagiata tra le cosce di una delle due a cui doveva aver leccato e lavato per bene la fica prima di addormentarsi.
Io ero steso sul corpo della mia futura mogliettina che mi mostrava le spalle e la tenevo abbracciata con il pene inserito tra le pieghe del suo meraviglioso culetto dalle rotonde chiappe e con una mano che le stringeva uno dei morbidi seni.
Questa era la scena che i primi raggi di sole mi facevano ben distinguere.
Con la mano libera mi insinuai tra le cosce leggermente divaricate e, dopo aver massaggiato leggermente e violato con l’indice il primo breve tratto del buchetto del culo, raggiunsi la fica pelosa ed infilai il medio nella vagina ancora piena di uno sperma gelatinoso ed appiccicaticcio e di umori vaginali conseguenti ai ripetuti orgasmi raggiunti nella nottata.
L’inserimento nella fica del dito medio, e successivamente anche dell’indice, fece svegliare la mia futura mogliettina che, girandosi verso di me, mi diede un prolungato ed appassionato bacio con l’incontro delle rispettive lingue. Girandosi ebbe modo di vedere i corpi nudi delle amiche e dei mie compagni.
La vista l’eccitò palesemente invitandomi a stendermi con le spalle a terra; subito prese il pene con ambedue le mani e cominciò a masturbarlo per fargli raggiungere la giusta erezione, quindi si posizionò sopra di me a candela e si infilò il pene eretto nella fica già lubrificata, si appoggiò con le mani sul mio petto e cominciò a cavalcarmi con passione e con sempre più velocità fino a raggiungere nuovamente un reciproco contemporaneo orgasmo. Si fermò in questa posizione per diversi minuti; alla fine si sfilò il pene dalla fica consentendo a parte dello sperma introdotto di uscire scolando tra le cosce.
Gli altri continuavano a dormire.
– Siamo fatti l’un per l’altro; è la quarta volta che raggiungiamo l’orgasmo nello stesso momento! E’ stato veramente meraviglioso! Hai un cazzo che mi manda in estasi! Altri, con cazzi più lunghi e grossi del tuo, non sono mai riusciti a farmi venire tante volte come hai fatto tu! Chi ti ha istruito così bene? Con chi hai fatto la tua prima scopata? Mi hanno spiegato che, per i maschi, tutto dipende dalla prima scopata. Per noi femmine dall’esperienza e dall’età; infatti più scopiamo e più diventiamo brave.
Così dicendo si sollevò dal mio bacino chiedendomi dove poteva andare a fare pipì in quanto aveva la vescica piena per il lungo periodo trascorso dall’ultima minzione.
– Dove vuoi, la sabbia assorbirà tutta la tua urina senza lasciare traccia. Vieni, ti aiuto. Chinati alla turca con le gambe allargate ed urina . Io ti osserverò e, quando avrai finito, assaporerò la tua pipì.
– Ma non ti fa impressione assaporare la pipì? So che ha un pessimo sapore per l’acidità che presenta.
Così dicendo si chinò e cominciò a far uscire dalla vulva, opportunamente aperta, un getto violento di urina che venne subito assorbita dalla sabbia lasciando in superfice solo un piccolo laghetto giallo.
Le ultime gocce bagnarono e rimasero appese ai peli della fica che contornavano le grandi labbra. Io immediatamente avvicinai la bocca al sesso bagnato procedendo ad una leccata con la lingua ed assaporando, così, la pipì della mia futura moglie.
Lei ancora mi prese per la testa e mi baciò appassionatamente per ringraziarmi delle attenzioni che le avevo prestato.
– Dammi le mutandine del costume che comincio a rivestirmi, tu sveglia questi dormiglioni che ormai il sole è sorto e comincia a circolare qualche insonne bagnante che potrebbe essere indotto a pensieri scoparecci vedendo tanta nudità.
Li svegliai dicendo che era giorno e cominciava a passare qualche mattiniero villeggiante che poteva essere attratto dalle loro nudità in particolare dalle fiche pelose di così deliziose fanciulle.
Si svegliarono tutti (le femmine un po’ sorprese per lo stato adamitico del gruppo si accorsero anche dell’umidità delle loro fiche conseguenti le ripetute scopate della notte) mettendosi alla svelta i costumi e i vestiti sparpagliati sulla spiaggia.
Tutte le femminucce mostrarono anche loro l’urgenza di urinare e chiesero come fare.
La mia futura moglie spiegò loro come fare.
Le tre femminucce si disposero una accanto all’altra piegandosi alla turca e urinarono violentemente davanti a noi che, in ginocchio sulla sabbia, le osservavamo e aspettavamo il nostro turno per urinare. Chiaramente, l’aver assistito a tale piacevole ed interessante spettacolo, aveva portato tutti all’erezione dei rispettivi organi sessuali impedendo la fuoriuscita della pipì. Le ragazze capirono il da farsi, anche perché il tempo trascorreva e vi erano sempre più persone che passeggiavano sulla riva del mare, cominciando a segare i rispettivi compagni fino all’eiaculazione e alla successiva fuoriuscita dell’urina dai membri ormai saturi e rilassati. Anche la mia futura moglie partecipò compiaciuta alla masturbazione di gruppo consentendomi di svuotare la vescica.
Fu allora che decidemmo tutti di fare un patto e un giuramento di fedeltà.
Il gruppo, costituito da noi otto, non si sarebbe mai dovuto lasciare e si sarebbe impegnato, ogni volta che ci si riuniva, a scopare solo tra i componenti del gruppo stesso senza gelosie ed invidie reciproche.
Il gruppo, da quel giorno, avrebbe costituito un’unica indivisibile comunità.
Così fu e, ogni volta che ci si riuniva, le ragazze, questa era l’altra regola imposta, decidevano di scoparsi uno diverso di noi. Fin dall’inizio mia moglie sceglieva sempre me (ma talvolta qualcun’altro giustificandosi ‘Per fare i confronti e per apprezzarti meglio’). Fino a quando, dopo qualche mese, comunicammo agli amici l’intenzione di sposarci. Analoghe intenzioni espressero gli altri.
Oggi siamo quattro coppie che vivono felicemente e che nei week end, talvolta, non disdegnano, per trascorrere qualche serata e qualche nottata diversa ed allontanare la monotonia quotidiana, di tornare ai primi amori di gruppo e di scambiarsi le compagne, più esatto sarebbe dire scambiarsi i compagni in quanto la ferrea regola che riserva alle donne la scelta del partener è stata finora sempre rigorosamente rispettata.

Il futuro è ancora tutto da vivere e da scrivere.

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