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Racconti Erotici Etero

l’entrata nel mondo del lavoro

By 20 Gennaio 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

il racconto che segue ho cercato di mantenerlo il più vicino possibile alla realtà, il sesso &egrave nella vita di tutti, e per viverlo a pieno non bisogna fare altro che accettarlo, farlo entrare, senza paura, solo così si possono vivere situazioni altrimenti impossibili, emozioni mai provate e sogni irrealizzabili.
Mi chiamo Marco, 1,85, fisico magro ma molto atletico grazie ai tanti anni di sport, questa &egrave la storia dei miei primi giorni di lavoro avvenuta un paio di anni fa. Avevo 25 anni, avevo da poco finito l’Università a Padova quando ho ricevuto una telefonata da una nota banca per fissare un colloquio per uno stage a Milano. Ovviamente ho accettato senza pensarci, un colloquio non si nega a nessuno e l’occasione sembrava interessante.
Arrivato nella sala di attesa mi ritrovo insieme ad altre 4 persone che aspettano il loro turno, tutte ragazze, giovani come me, forse anche con qualche anno in meno. Mi colpisce la ragazzina che ho di fronte, fisico minuto, bassina ma ben proporzionata: il seno spiccava evidente sul suo petto nonostante fosse ben coperto da una camicia totalmente abbottonata, il viso sottile e gli occhi azzurri aiutavano a fare di quella ragazzina un vero angelo. Bellissima.
Quando mi chiamano, entro per fare il colloquio, tutto regolare, mi accolgono la responsabile delle risorse umane e un marketing manager, parliamo dei miei studi, della tesi di laurea, di cosa voglio fare della mia vita. Ad un tratto però il manager si deve assentare e rimango da solo con la ragazza delle risorse umane, il discorso che mi fa inizia a diventare strano: “sai Marco, non so se ti sei guardato intorno prima di entrare qui, quelle ragazze.. quelle vengono tutte dalla Bocconi, queste sono quelle che ci mandano, il nostro management punta forte su quella Università e punta forte soprattutto sulle ragazze. Tu sei un cigno nero, sinceramente alla luce della nostra chiacchierata ho intenzione di spingere molto per la tua candidatura e fare in modo che venga scelto tu, vedi, quando ci sono tante ragazze bisogna anche fare in modo che ci siano dei ragazzi…”
Esco dall’ufficio molto soddisfatto, evidentemente avevo fatto una buona impressione e il discorso della necessità di inserire un ragazzo pensavo che si trattasse della necessità di differenziare i caratteri e le competenze, ma sbagliavo.
Passano meno di 24 ore quando arriva la chiamata nella quale mi informano che sono stato selezionato per lo stage, potevo iniziare già la settimana seguente.
Il lunedì successivo mi alzo molto presto e lascio velocemente la casa che ho preso in affitto a Milano alla volta della sede centrale della banca. Arrivo nel parcheggio con largo anticipo, così decido di rimanere qualche minuto in macchina per aspettare l’orario di entrata che mi era stato indicato. Ho gli occhi leggermente socchiusi, ma qualcosa nella macchina parcheggiata davanti a me attrae la mia attenzione: vedo che inizia a muoversi, come se dentro ci fosse qualcuno, siamo in un parcheggio coperto e la scarsa luce non permette di vedere chiaramente dentro alla vettura. Sforzo leggermente gli occhi quando vedo distintamente una ragazza che sul sedile posteriore sta cavalcando alla grande, si tiene stretta alle maniglie in alto, sopra agli sportelli e continua a muoversi incessantemente. Sono sorpreso dalla situazione ma allo stesso tempo divertito. Senza farmi notare esco velocemente e mi allontano dall’auto per lasciargli l’intimità che cercavano, chissà cosa li ha spinti a fare sesso in auto, prima che iniziasse la giornata lavorativa, capisco la voglia, anche io non ne farei mai a meno, ma a quest’ora della mattina &egrave già molto che io riesca a camminare sulle mie gambe, non mi verrebbe mai in mente di dare un appuntamento ‘galante’.
In ufficio si dimostrano subito molto gentili e disponibili con me, Giacomo il mio Manager, un uomo sui 40, alto e atletico, ex giocatore di pallavolo, Lisa, donna molto attraente, 35 anni, castana, con un seno decisamente prorompente e le labbra carnose e Fabiana, qualche anno in meno di Lisa, intorno ai 30, molto alta, magra, tendente al biondo e poco seno, appassionata di beach volley (poco seno, ma un culo come il suo non l’avevo mai visto). Questi sarebbero stati i miei compagni di scrivania per i successivi 6 mesi, le premesse per fare un bel lavoro c’erano tutte. A turno mi spiegano il loro ruolo nell’azienda, il tipo di lavoro che fanno e insieme cerchiamo di capire in quali ambiti avrei potuto contribuire.
Tutto perfetto, tutto bellissimo, non mi sarei mai aspettato di trovare un ambiente così professionale e allo stesso tempo stimolante già durante i primi giorni del primo stage, oltre a questo, ho legato molto con Fabiana, che essendo seduta proprio di fianco a me non ha mai perso l’occasione per spiegarmi qualcosa o per chiedermi qualche consiglio. Entrare in un ufficio di una banca importate &egrave stato un salto enorme per me e tante dinamiche non mi erano per nulla chiare, non riuscivo a capire la durezza con la quale Giacomo si rivolgeva alle ragazze, non capivo quando a volte si alzava e chiedeva ad una delle due di andare a prendere un caff&egrave da soli; immaginavo che dovessero parlare di argomenti che esulavano dai miei compiti, magari degli andamenti delle loro carriere, o dei feedback sui lavori che stavano portando avanti.
I giorni passano piacevoli, io e Fabiana siamo diventati molto affiatati, nel senso che mi piace sempre di più, i suoi grandi occhi grandi che mi fissano mi fanno sentire sempre più a disagio, giorno dopo giorno, mi perdo nel sentirla parlare, non riesco a distogliere lo sguardo, &egrave veramente qualcosa di meraviglioso, credo di essermi innamorato. Una ragazza così non l’avevo mai conosciuta, un feeling mai provato con nessun altra, mi posso confidare, posso chiedere consigli, lei riesce sempre a dire la cosa giusta e se necessario a tirarmi su il morale; allo stesso tempo però &egrave sempre aperta nei miei confronti, anche lei mi racconta tutto, a volte anche troppo rispetto a quello che vorrei sapere.
Un pomeriggio durante una pausa caff&egrave, inizia a raccontarmi dettagli della sua luna di miele avvenuta un paio di anni prima, niente di sessuale ovviamente, ma sentirla raccontare del rapporto speciale con suo marito e dei bellissimi momenti che hanno vissuto durante il viaggio mi faceva stare decisamente male. Non ho dubbi ormai, sono veramente cotto. Lei continua a raccontare quando nella saletta entra anche Giacomo, mi saluta e molto gentilmente mi ringrazia per l’ultimo lavoro che gli ho inviato, poi, sempre altrettanto gentilmente mi chiede se può scambiare due parole in privato con Fabiana. Ovviamente esco e raggiungo velocemente la mia scrivania al piano di sopra. Passa qualche minuto e il telefono di Fabiana inizia a squillare, all’inizio lo lascio fare, ma dopo pochi secondi da quando smette ecco che ricomincia immediatamente. Alla terza chiamata consecutiva penso che sia qualcosa di importate o urgente, così mi avvicino e prendo su la cornetta: &egrave la Direttrice Marketing e dice che sono proprio in questo momento in un meeting in cui stanno analizzando delle previsioni fatte da Fabiana e che avrebbe bisogno di lei urgentemente. Mi alzo immediatamente e mi precipito al piano di sotto, dove l’avevo lasciata insieme a Giacomo, entro nella saletta ma adesso &egrave completamente vuota, mi guardo intorno e cerco di pensare a dove potrebbero essere andati ma non &egrave il mio piano e non so se ci sono altre aree break o sale riunioni in cui potrebbero essersi messi a parlare. Oltretutto non &egrave neanche il piano al quale lavoro e la paura che qualcuno mi possa fermare e chiedermi come mai non sono nella mia area &egrave tanta. Inizio a svoltare in qualche corridoio guardando di sfuggita dentro agli uffici, faccio un’altra svolta ed arrivo in un’area del palazzo che sembra essere sotto manutenzione, nessun rumore, nessuna battitura di tasti, nessun telefono che squilla e nessuna stampante che butta fuori fogli a ripetizione. Adesso la sensazione che non dovrei trovarmi qui diventa una certezza, inizio a camminare più velocemente per passare in fretta all’area successiva e allo stesso tempo d’istinto cerco di fare meno rumore possibile per non farmi sentire. Una delle porte a vetri sulla sinistra &egrave leggermente socchiusa, passandoci davanti velocemente mi sembra di scorgerci qualcuno e mi fermo all’istante. Faccio un passo indietro e mi avvicino, sto per spalancare la porta per controllare se per caso Giacomo e Fabiana fossero lì dentro, ma proprio in quel momento li ho visti.
Erano decisamente loro, ma la situazione mi ha lasciato completamente pietrificato di fronte alla porta, fortunatamente mi sono bloccato in tempo e non l’ho spalancata ma quello che sto vedendo mi sta distruggendo il cuore. Giacomo &egrave appoggiato alla scrivania e davanti a lui, Fabiana, in ginocchio, sta lavorando il suo cazzo con la lingua. Resto completamente pietrificato, vorrei urlare, vorrei spalancare la porta e prendere a calci quel figlio di puttana, in fondo la amo, non può farmi questo, lasciala stare, basta, ma perché lei continua, perché non si ribella. Cerco di osservarla meglio, cerco di percepire nella sua faccia un senso di disgusto un senso di disprezzo, non può piacerle veramente. Quello che vedo invece &egrave una grande professionalità, esattamente come sul lavoro, nei suoi occhi vedo solo concentrazione, osserva attentamente l’asta, con una mano la accarezza velocemente e intanto fa scorrere la lingua dalla base fino alla punta, ogni tanto prende in bocca tutta la cappella, prima di ricominciare il trattamento dalla base. Mi sento morire, ma Fabiana &egrave bellissima anche così. Adesso spalanca la bocca e fa sparire agevolmente metà della lunghezza del cazzo di giacomo in fondo alla sua gola, con la mano accarezza leggermente le palle mentre con la testa non accenna a cambiare ritmo, una macchina perfetta, lo infila in profondità, poi lo tira fuori e lo cura con la lingua, continua a leccare la porca, io non so cosa fare, non riesco a muovermi. Giacomo ha un bel cazzo, saranno 20 cm ma non molto grosso, su questo aspetto credo di essere molto meglio fornito io’ ma la bocca di Fabiana non &egrave il mio cazzo che sta succhiando. Giacomo socchiude leggermente gli occhi sospirando un ‘sii’ ancora” ma Fabiana non accenna a smettere, continua la sua meravigliosa poesia, cura con le labbra ogni centimetro, continuano a stantuffare su e giù con la testa, continua a leccare, con la mano adesso inizia una lenta sega che accompagna all’unisono i movimenti della testa, sublime. Poi agisce, spalanca ancora di più la bocca e tenendosi stretta a lui tenta di infilarsi tutto il cazzo in gola, qualche secondo e lo tira fuori per prendere fiato, non arriva alla base del cazzo ma sono certo che la sua gola &egrave stata abbondantemente riempita da quell’asta perfettamente dritta, poi di nuovo, ancora tutto dentro, più che può. Giacomo le tiene la testa, la tiene con la bocca piantata sul suo cazzo, e viene. Entro qualche secondo finisce di scaricare la sborra nella gola di Fabiana’
Io mi rendo conto solo in questo momento che non devo trovarmi qui, mi giro velocemente e ritorno nell’area break nella quale li avevo lasciati, sono sconvolto, disgustato, ma il mio cazzo adesso &egrave di pietra, ho appena assistito al più bel pompino della mia vita, vorrei correre in bagno e svuotarmi, ma cosa dico, vorrei correre da Fiabana e svuotarmi, svuotarmi su di lei, il desiderio mi sta uccidendo.

Torno quasi correndo verso la mia postazione, mi siedo e fissando il monitor cerco di non pensare a niente, devo calmarmi, devo dimenticare quello che ho visto, non &egrave possibile che una ragazza così bella e dolce si possa prestare a questo, una pompa al proprio capo, più ci penso e meno ci credo; e non fosse tutto lì? Se ci fosse altro, se io avessi visto solo una situazione delle tante? Se avessero una relazione seria? Quest’ultimo pensiero quasi mi rasserena, vorrei continuare a pensare a Fabiana come la splendida e affidabile ragazza che avevo conosciuto, se fosse veramente innamorata di Giacomo forse potrei capirla, e magari perdonarla.
Dopo qualche minuto eccoli tornare, perfettamente sistemati e puliti, Fabiana mi guarda e mi chiede se va tutto bene, annuisco mostrando tutta l’indifferenza che ho a disposizione. Deglutisco un attimo e prendo coraggio, spero solo che la voce non mi esca tremolante: -Fabiana, mentre eri via ti ha cercato la direttrice, aveva bisogno di te in sala riunioni-, si volta sorridente e solare, come sempre ‘grazie Marco, corro subito!-.
Nei giorni successivi cerco di capire i movimenti di Fabiana e Giacomo vorrei scoprirli di nuovo, vorrei vederla di nuovo all’opera, in queste notti non ho fatto altro che segarmi pensando a lei, le sue labbra coperte di sperma, la sua lingua che le pulisce, il suo deglutire tutto il seme che ha ricevuto’ i flash sono ancora nitidi nella mia mente. Sfortunatamente non ho notato niente di strano o sospetto, quando dicevano di andare a prendere il caff&egrave tornavano effettivamente pochi minuti dopo con il caff&egrave in mano, non potevano essere tanto veloci, nella mia testa inizio a pensare che sia stata una situazione isolata, magari un ricatto, chi può saperlo.
Passa un altro giorno, oggi sono due settimane che lavoro qui, appena accendo il pc trovo una mail da Annarita, la ragazza delle risorse umane che mi ha fatto il colloquio insieme a Giacomo, una ragazza bassettina, non magrissima ma neanche grassa, il seno prosperoso le dona una buona proporzione con il resto del corpo, avrà sui 35 anni, mora e con il naso piuttosto pronunciato. Nella mail mi chiede se verso le 11 posso recarmi nel sui ufficio per fare un primo punto sulle prime due settimane di stage.
Alle 11 meno 5 ecco che mi trovo fuori dalla porta che aspetto il mio turno. Entro un paio di minuti la porta si apre e vedo uscire Annarita insieme ad una ragazza’ faccio mente locale, mi sembra di averla già vista, poi metto a fuoco meglio, &egrave proprio lei, la ragazzina bionda che aspettava di fare il primo colloquio insieme a me. Chissà cosa ci fa qui, &egrave stata presa anche lei? O sarà stata chiamata per un secondo colloquio per un’altra posizione? Incrocio un attimo il suo sguardo, lei mi sorride gentilmente, &egrave probabile che anche lei mi abbia riconosciuto. Rispetto al colloquio, quando aveva un camicia totalmente abbottonata e gli occhiali tondi da ricercatrice universitaria questa volta &egrave molto più provocante; la camicia &egrave mezza aperta e il bellissimo seno &egrave messo palesemente in mostra, una bella seconda, forse terza misura, gli occhiali sono spariti per lasciare posto ad un trucco nero, piuttosto pesante, i capelli non sono più mossi ma perfettamente lisci. L’aria da angelo e brava ragazza che aveva, era completamente sparita. Torno alla realtà quando Annarita mi chiede di accomodarmi; entro e mi siedo davanti alla scrivania. Lei chiude a chiave la porta e invece che sedersi dall’altro lato si accomoda sulla sedia libera proprio di fianco a me. Si appoggia bene allo schienale e il seno prosperoso si presenta in tutto il suo splendore. Perfettamente coperto ovviamente, il maglioncino nero che indossa ha solo un leggero scollo a V ma non lascia intravedere nulla nella scollatura, d’altra parte, un seno del genere non lo si può nascondere facilmente e inarcando leggermente la schiena all’indietro &egrave riuscito a catalizzare tutta la mia attenzione. Mi sorride qualche secondo, spero vivamente che non si sia accorta che le stavo fissando le tette e che sinceramente mi stavo già immaginando cosa avrei potuto farci se le avessi avute libere e a disposizione. Ritorno velocemente alla realtà ‘Dimmi Marco, come va? Come ti trovi?- Molto bene grazie, Giacomo e le ragazze sono stati molto gentili con me, mi hanno insegnato tanto e credo di avere iniziato a dare un buon contributo- Molto bene, sono contenta, vedi, in effetti questi incontri li facciamo proprio per capire se le cose stanno andando bene e per valutare cosa si può migliorare- dice chinandosi leggermente verso di me, – e, ecco, &egrave proprio di questo che ti vorrei parlare oggi, nei giorni scorsi ho parlato con il resto del team e crediamo che tu non stia facendo abbastanza- mi sento gelare, rimango completamente impietrito, non me l’aspettavo. ‘ la tua preparazione &egrave eccellente, la tua volontà &egrave encomiabile, ma crediamo tu possa fare molto di più per la nostra azienda-. Ma di cosa cavolo stava parlando, il mio manager ha sempre detto di essere contento dei miei lavori, il mio rapporto con Fabiana &egrave splendido e con Lisa non ho ancora avuto modo di lavorare, non riesco a capire a cosa si stia riferendo o chi possa essersi lamentato del mio lavoro. ‘ Questo al momento non &egrave un problema, possiamo rimediare, possiamo mettere subito in chiaro le cose e capire quali sono gli aspetti del tuo lavoro da cambiare-, mi appoggia una mano sulla coscia, quasi per tranquillizzarmi, ma l’effetto che provoca &egrave esattamente l’opposto. Rabbia. Mi sento preso in giro, non &egrave possibile avere ricevuto complimenti ogni giorno, ringraziamenti continui per i lavori che presento e poi sentirmi dire che non sto facendo abbastanza, sono disponibile a tutto, posso aumentare le ore di lavoro, posso fare più attenzione nelle consegne e posso finire le presentazioni in meno tempo, ma perché non dirmelo, perché farmi richiamare dalla responsabile del personale. Sono veramente arrabbiato adesso. ‘ Non ti preoccupare- continua Annarita, – possiamo fare in modo che questa sia l’ultima volta che facciamo questo discorso, ma ovviamente dipenderà dalla tua disponibilità a cambiare-, io sono disponibile! Lo sarò sempre! Maledizione sbrigati a dirmi cosa devo fare! Lei si alza, sempre tenendomi la mano sulla gamba, lentamente mi gira intorno, posizionandosi dietro di me, la sua mano mi ha accarezzato tutto il fianco fino a salire sul collo, rimango un attimo perplesso, mi sta veramente accarezzando il collo. Aggiunge anche l’altra mano, continuando a dire qualcosa riguardante la gentilezza e la disponibilità dei dipendenti, non riesco più bene a seguire il discorso, le sue mani calde e il suo seno appoggiato alla mia nuca stanno trasformando la mia rabbia in eccitazione, inizio a sentire il cazzo spingere contro alla cerniera dei pantaloni. ‘Bravo Marco, &egrave esattamente questo che intendevo, lasciati andare, vedo che laggiù hai già qualcosa che vorresti dirmi-, inizia a baciarmi il collo, io cedo, ho già capito cosa vuole, non sarà certo una sciocchezza del genere a farmi mandare tutto all’aria, non ci voglio tornare a Padova, il mio lavoro adesso &egrave qui, con Fabiana. Se questa vuole il cazzo, il cazzo avrà. Mentre mi bacia il collo mi sbottono i pantaloni e lo tiro fuori, appena lo libero lei alza la testa per godersi lo spettacolo e le parte un leggero gemito di approvazione. Fa per allungare una mano per afferrarlo, ma la blocco subito, – se lo vuoi te lo devi guadagnare- adesso sono io che ho preso in mano la situazione, la sento che lo vuole, lo desidera, la mia voglia di castigarla per avermi fatto spaventare la scaricherò direttamente tutta su di lei. Mi alzo velocemente, le prendo la testa con le mani e la abbasso fino al livello del mio cazzo. Non aspetto neanche che apra la bocca e inizio a spingerle contro i denti, al secondo tentativo ecco che spalanca bene la bocca e posso infilare tutta l’asta dentro. La sua bocca lo avvolge alla perfezione, tenta di succhiarlo dolcemente ma ormai non ho più voglia di smancerie, la voglia del classico pompino professionale me la sono già tolta pensando a quello di Fabiana, questa troia si merita più violenza. Le sbatto il cazzo in gola, fino in fondo, dopo le prime spinte anche lei si adatta e tenendo la bocca aperta riesce a prendere dentro tutti i 18 cm. Ancora qualche colpo, aspetto che tossisca e poi ricomincio a spingere, le tengo la bocca chiusa con tutto il cazzo infilato dentro fino all’attaccatura delle palle. Che meraviglia. Non &egrave abbastanza, mi sento ancora arrabbiato: la alzo e le tiro su il maglione e il reggiseno, in modo che le tette rimangano in bella vista, poi la aiuto a togliersi i pantaloni. Lei non dice più niente, ha finito con i suoi discorsetti sulla disponibilità, adesso &egrave completamente in balia di quello che le faccio fare io. Fa per togliere anche le mutande, ma non le dò il tempo di farlo, la prendo per le tette e la spingo sdraiata sulla scrivania, poi le apro le gambe e con una mano le sposto le mutande dalla figa. Molto bella, curata, quasi totalmente depilata, le do una leccata veloce, lei geme, ma mi rendo conto che non c’&egrave bisogno di lubrificarla, &egrave totalmente inondata dei suoi umori. Fa leggermente resistenza quando tento di allontanare la faccia dal suo sesso, ma le sposto le mani portandole sopra alla sua testa. La penetro. Senza pensarci, senza troppi complimenti, due colpi e il cazzo &egrave tutto dentro, lei spalanca gli occhi e la bocca, la vedo che lo sente, &egrave arrivato fino in fondo. IL mio inguine adesso &egrave completamente a contatto con il suo, le afferro le tette, mi chino su di lei e la bacio sul collo, non voglio guardarla, sto fermo un paio di secondi poi ricomincio ad affondare, le metto una mano sul collo e una sulle tette, continuo a spingere, la voglio riempire completamente, che non provi neanche a chiedermi di non venirle dentro, tanto non lo farò mai, spero che prenda la pillola la porca, aumento il ritmo, lei, con le braccia aperte si tiene stretta alla scrivania, mentre le tette rimbalzano ad ogni mio colpo, nella sua faccia vedo il godimento salire. Qualche altro secondo e lei riprende coraggio, – Dai, Marco, voglio godere, voglio godere!- continuo più forte, non voglio nemmeno cambiare posizione, continuo sbatterla qui sopra, con la vista delle sue tette che continuano a ribalzare. ‘ Voglio riempirti tutta, completamente, dono disponibile adesso? SONO DISPONIBILE? –
altri 3, 4 colpi, eccolo, lo sento, lei inizia ad urlare, le metto una mano sulla bocca e con un colpo di bacino le scarico tutto dentro. Ancora qualche secondo, resto dentro finendo di scaricarmi completamente, fino agli ultimi spasmi non mi muovo. Le stringo per l’ultima volta un seno prima di estrarre il mio cazzo ancora duro e coperto di sperma. Lei rimane lì, ferma, esausta, oscenamente aperta verso di me. Ho un po’ di fiato grosso, ma mi sento meglio, la rabbia per essere stato preso in giro &egrave passata, effettivamente non so se esiste qualcosa che non possa essere risolta con una bella scopata. Mi passa qualche fazzoletto, mi pulisco, lei se lo tiene qualche secondo a contatto con la figa aspettando che il resto dello sperma esca fuori, poi si riveste, mi saluta e si dirige verso il bagno. MI congeda con un ‘grazie Marco, quando ho bisogno di nuovo ti scrivo! ‘ e se ne va, come se fosse normale. Ma dove sono capitato?

La sveglia suona come sempre, mi giro di scatto e con una manata distratta tento di spegnerla, poi mi ributto sul cuscino. Dio quanto odio la sveglia. Rimango ancora qualche secondo nel dormiveglia cercando un buon motivo per alzarmi e per uscire dalle coperte, inutile dire che l’intorpidimento mentale dei primi minuti mattutini non riesce a farmi pensare a niente se non alla sfrenata necessità di caffè. Poi qualcosa mi accende, l’immagine di Fabiana mi si crea istantaneamente in mente e mi sento di nuovo vivo. Tutte le giornate iniziano così, riflessioni sulla vita, ricerca di un motivo valido per dover lavorare, poi lei, e tutto cambia. Penso a lei ancora qualche secondo, penso alla bellezza, alla gentilezza, a quanto si è dimostrata una persona meravigliosa in queste settimane in cui abbiamo sempre lavorato fianco a fianco; poi penso anche a quell’unico neo, quella sbavatura nella sua vita perfetta, quel pompino fatto al suo capo. Mi si stringe sempre lo stomaco ogni volta che mi viene in mente, ma allo stesso tempo ho ancora voglia di toccarmi, ripenso al suo sguardo, alla sua dedizione, le sue labbra che scorrono sul membro, la lingua che raccoglie ogni goccia di sperma, i movimenti sicuri della mano… senza rendermene conto mi sto masturbando ferocemente, non ne posso fare a meno, poi arriva il momento, quello in cui Fabiana si sente sparare in gola tutto lo sperma, inizia a deglutire, gli occhi sono chiusi, concentrati, le labbra serrate intorno al membro, non esce niente, continua a succhiare, manda giù tutto, un lavoro assolutamente perfetto, come sempre, vengo. Mi ritrovo le mani piene del mio seme… è il momento di alzarsi e farsi una doccia,.

Arrivo a lavoro con il consueto anticipo, non voglio rimanere imbottigliato nel traffico e preferisco iniziare a lavorare senza l’ansia del parcheggio e dell’orario di entrata. Quando entro nell’ufficio mancano ancora 30 minuti all’orario di entrata classico ma Fabiana è già alla sua postazione che risponde a qualche mail – Buongiorno Fabi! – Buongiorno a te!- risponde come sempre solare, non so veramente come faccia, ma il suo buongiorno tutte le mattine è l’unica cosa che mi mette di buon umore quando entro in ufficio, bè, in effetti mi mette di buon umore già da prima, quando sono nel letto e sogno arrogantemente forse, di riempirle la bocca con il mio sperma… Parliamo un po’ della sera precedente, di come abbiano dormito e della colazione, come se stessimo insieme, come se le parole e i discorsi uscissero naturalmente, come se fosse normale raccontarsi assolutamente tutto, oserei quasi dire, come le lei non fosse sposata. Non riesco a capire quanto questi pensieri siano frutto della mia immaginazione o quanto effettivamente stia nascendo veramente qualcosa di profondo tra di noi, una cosa è certa, io sto veramente impazzendo, il suo sguardo, i suoi occhi, gli occhi trasmettono una felicità sincera che è raro incontrare; si può mentire con il corpo, si può mentire con le parole, ma è difficilissimo mentire con lo sguardo e oramai ne sono convinto, lei è veramente felice quando parla con me. Ride, ride ancora, resto incantato ogni volta che si mette a ridere, lei abbassa lo sguardo, quasi come se non volesse esagerare, come se sapesse che non è una buona idea lasciarsi completamente andare, come se ci fosse una parte di lei che costantemente le ricordasse che ha un marito. Mi strofino un attimo gli occhi e mi distraggo da questo labirinto di pensieri nel quale mi ero perso, lei si ferma – tutto bene Marco? – faccio ovviamente finta di niente – certamente Fabi, ho solo un po’ sonno, stanotte non ho dormito benissimo, ho qualche pensiero che mi gira per la testa e soprattutto la mattina mi fa svegliare presto – mento ovviamente, non so quanto vorrei dirle che la penso tutte le mattine, ma non è ancora il momento, a dire la verità non so neppure se lo sarà mai, ma per ora devo solo cercare di gestire le mie emozioni e controllare i sentimenti, sperando che la situazione non rischi di diventare ingestibile. – Senti Marco, in effetti me ne ero accorta anch’io che in questi giorni hai qualcosa di diverso, se me ne vuoi parlare io sono qui, lo sai che puoi raccontarmi tutto – un flash nella mia mente mi fa per un attimo pensare a cosa potrebbe succedere se veramente le raccontassi tutto.

Ma è solo un flash, poi mi riprendo – ma no, non ti preoccupare, non è niente, passerà, devo solo capire alcune cose della mia vita, credo sia normale che in alcuni momenti ci si pongano delle domande, ma vedrai che è un periodo passeggero non durerà a lungo – Senti Marco, se vuoi io domani sera vado a giocare a beach volley con alcuni amici, se ti fa piacere puoi venire anche tu, così ti distrai, magari ti fa bene.- Rimango un attimo in silenzio, facendo finta di pensarci su, in effetti non c’era molto su cui riflettere, l’avrei seguita fino in capo al mondo figuriamoci se avrei mai rifiutato l’occasione di vederla anche fuori dal lavoro – certamente, mi farebbe davvero piacere- d’altra parte non avrei neanche potuto mentire, sa bene che sono a Milano da troppo poco tempo per avere altri giri di amicizie, non posso avere le sere occupate. – andiamo diretti dopo lavoro? Chi sono gli altri?- certo, andiamo diretti, gli altri sono due miei amici e una mia amica, vedrai, se la cavano, ci divertiremo!- era ovvio che la mia domanda aveva uno scopo ben preciso, scoprire se ci sarebbe stato suo marito ma, a quanto pare, lui non era un appassionato di sport, bè, meglio così. Il giorno successivo scorre ad una lentezza infinita, non vedo l’ora di giocare, non vedo l’ora di vederla in costume e di passare un po’ di tempo con lei, continuo a chiedermi a come potrebbe giocare, dice di essere forte, spero sinceramente non troppo più di me, altrimenti che figura ci farei, poi i miei pensieri indugiano di nuovo sugli amici, dice che sono 3, il che vuol dire che con me e lei siamo in 5, un numero strano, perché mai avrebbe voluto essere dispari? Non riesco a darmi una risposta, potrebbe avere veramente sacrificato una partita in numero pari pur di portarmi con lei? Non ci posso credere, non sto più nella pelle.

Così arriva la sera, ci troviamo direttamente al campo, lei entra già cambiata, con canotta sportiva e shorts, rimango qualche secondo incantato fissando la perfezione del suo culo, la forma perfetta, tonico, leggermente sporto all’indietro, il bacino non troppo pronunciato, da sportiva, ma mette comunque in risalto la vita stretta e le forme leggere del seno che si intravedono sotto la canottiera. Poi inizio ad osservare i movimenti, tecnica, precisa, come tutta la sua vita, la passione e la professionalità che mette sul lavoro la rivedo anche qui, ho completamente perso la testa. La serata passa veloce, ma senza che il cuore smetta un secondo di battermi, spesso abbasso lo sguardo per non indugiare troppo nei suoi occhi, rischio di perdermi ogni volta, guardo per terra piuttosto, fingo di essere stanco, non voglio incrociare il suo sguardo, rischia solo di farmi male. Un paio di volte mi aiuta a rialzarmi, sorride, ma è un sorriso determinato di chi vuole vincere, di chi non si arrende e di chi sa esattamente cosa sta facendo; io invece? Io cosa sto facendo? E lei? Ha la più pallida idea di cosa sta facendo a me? Che sia questo il suo scopo? Basta, non posso più pensarci. Il tempo è finito e andiamo tutti sotto le docce, nel parcheggio fuori dal centro sportivo ci fermiamo un attimo a parlare, i suoi amici salutano subito dicendo che domani si dovranno svegliare presto e ci lasciano, lei senza neanche pensarci troppo mi chiede se vogliamo fermarci a mangiare qualcosa fuori prima di tornare a casa. Non ci penso nemmeno e accetto all’istante. Una situazione che non sarebbe potuta succedere se non nella mia fantasia, una serata meravigliosa che si conclude in una cena da soli, io e Fabiana.

Lei sale in macchina con me e andiamo verso una pizzeria che dice essere particolarmente buona, il locale è leggermente fuori Milano e ha un ampio parcheggio posteriore, quindi faccio tutto il giro e mi sistemo nella zona più libera. Stiamo conversando piacevolmente, esattamente come fossimo in ufficio, appena spengo il motore le faccio la battuta- Prego signora, siamo arrivati, un momento che le vengo ad aprire la porta- lei ride, faccio velocemente il giro dell’auto e le apro la portiera, lei ancora sorridente si appoggia alla mano che le ho offerto e fa per scendere quando appoggia male un piede e quasi non finisce per terra. D’istinto mi lancio su di lei e la prendo al volo prima che crolli per terra, questione di un attimo e lei è stretta a me, guarda per terra, probabilmente controllando di avere un appoggio sicuro prima di lasciarmi, poi alza lo sguardo, quello che ho cercato di evitare per tutta la sera, rimango pietrificato, in un momento tutto quello che credevo di sapere era completamente sparito, la sua sicurezza e la determinazione non esistevano più, era uno sguardo completamente diverso, uno sguardo da ragazza innamorata, perso, senza parole, rimaniamo qualche secondo in silenzio, senza rendermene conto sto trattenendo il respiro, poi lei sorride e tutto diventa più semplice, ho davanti a me la ragazza di cui sono innamorato, uno sguardo sincero e un sorriso di timidezza, non ho bisogno di altro. Mi avvicino e la bacio.

Appoggio le labbra sulle sue molto delicatamente, lei non si sposta, rimane immobile, provo a muovermi sulle sue labbra delicatamente, senza esagerare, per non rompere l’incantesimo e finalmente anche lei si lascia andare e contraccambia il bacio. Un bacio dolce, delicato, passa qualche secondo e non nessuno dei due retrocede, socchiudo leggermente le mie labbra e mi faccio strada nella sua bocca, lei mi stringe il viso con le sue mani, mentre io le appoggio la mia dietro la nuca. La fresca serata primaverile, la luce della luna, Fabiana e il bacio più bello della mia vita, non posso volere altro… o forse… Mi fermo un attimo, stacco le mia labbra dalle sue per godermi ancora una volta il suo meraviglioso sorriso, ma quando apro gli occhi la sua espressione è cambiata, diversa, non l’avevo mai vista così, tutta la sicurezza e la determinazione che l’accompagnava in ogni momento della vita lavorativa era completamente sparita, mi guardava con gli occhi spalancati, sognanti, non riuscivo più a leggere cosa stesse pensando, gli angoli della bocca erano leggermente incurvati delineando un leggerissimo e forse inconscio sorriso. Adesso, per la prima volta da quando la conosco, la sto guardando veramente negli occhi, occhi di ragazza, semplice ed indifesa, l’espressione di è completamente nuda, di chi ha abbassato ogni barriera ed è in balia di chi ha di fronte. Sono io Fabiana, sono qui, adesso so cosa si provi ad essere guardati con amore, non mi allontanerò mai, sono tutto tuo. Le cingo una mano intorno alla vita e l’avvicino a me, fino a baciarla ancora, lei mi stringe e questa volta il bacio è ancora più intenso, più passionale, sento la sua lingua farsi largo nelle mie labbra, inclino la testa e contraccambio fino a creare un abbraccio totale tra i nostri corpi, un contatto completo, dal viso ai piedi, come una sola persona. Faccio scivolare un dito lentamente sul suo collo, una carezza lenta e sensuale che lei sembra apprezzare, apre la bocca e si stacca dalle mie labbra, anche gli occhi rimangono socchiusi mentre delicatamente sospira. Siamo ancora appoggiati alla mia auto, il pensiero della fame e della pizzeria è completamente svanito e adesso l’unico impegno per entrambi deve essere quello di portare questo momento a non dissolversi e farlo durare per sempre. Le bacio il collo, quel meraviglioso lungo e sottile collo, mentre sento che lei tenta di stringersi ancora di più a me, si muove lentamente, il suo bacino inizia ad ondeggiare e a premere contro il mio inguine, solo in questo momento mi rendo conto di cosa potrebbe succedere, preso dall’enfasi del momento mi ero soffermato sui sentimenti, senza pensare a cosa mi sarebbe potuto aspettare, eppure eccomi pronto, non mi sarei di certo tirato indietro.

Fabiana ricomincia a baciarmi mentre con una mano inizia a massaggiarmi il pene, lo ha individuato bene anche attraverso i pantaloni della tuta e con un movimento aggraziato lo sta facendo crescere. La mia mano intanto si insinua dentro i suoi jeans fino a poterle stringere il culo, dio, è veramente perfetta; il suo massaggio diventa più consistente e decido che è il momento di svelare le mie carte, mi guardo un attimo intorno, ma è tardi e in questa parte del parcheggio non c’è anima viva che ci possa vedere. Mi abbasso l’elastico dei pantaloni quanto basta, fino a liberare il cazzo e farglielo ciondolare davanti, lei intanto si è abbassata e guardandolo non riesce a non mordersi le labbra, nonostante non sia in piena erezione è chiaro che lo stia bramando, lo guarda ancora qualche secondo, poi lo afferra con una mano proprio sopra all’attaccatura delle palle e aiutandosi con la lingua lo fa sparire completamente nella sua bocca. Aspira, lo ciuccia fino a farlo uscire completamente e poi ricomincia, il contatto con le sue labbra è praticamente costante, in pochissimo tempo raggiungo la massima erezione; lei continua, adesso il movimento della mano si fa più deciso, mi sega con vigore e con i movimenti della bocca accompagna, sento la sua lingua scorrere velocemente su tutta l’asta, fino a renderla completamente umida e pronta per il passo successivo. Alza un attimo lo sguardo, adesso con complicità, come a volermi spingere ad andare oltre, ma io le avvicino ancora il cazzo alle labbra, la voglio sentire ancora, le voglio scopare la bocca come si deve, d’altronde era quello che sognavo ormai da settimane. Lo sguardo di una donna durante un pompino non l’ho mai trovato particolarmente poetico, gli occhi lanciati verso l’alto, mentre la bocca è occupata, spesso non fanno altro che chiedere approvazione, come se in quel momento fossero completamente in balia dell’uomo, con l’unico obiettivo di farlo godere. Con Fabi è diverso, non mi guarda, se non nel momento in cui estrare tutta l’asta dalla bocca, e guardandomi sorride; è una complicità che non avevo mai provato, nessuna paura di non compiacere ma solo dedizione al momento, all’atto in sé, nella sua purezza. Continua a sorridermi muovendo lentamente la mano ancora stretta sul mio pene, allungo una mano e le accarezzo il viso. Difficile trovare un buon motivo per interrompere un lavoro di bocca magistrale, ma in questo momento i miei sentimenti hanno ancora il sopravvento, voglio renderla felice, voglio farla sentire a suo agio e soddisfatta. Senza lasciare il contatto avvicino il suo viso al mio, un altro bacio, profondo, intenso; con entrambe le mani le posto i capelli all’indietro e continuo a baciarla. Lei continua a lasciarsi manipolare mentre la sua mano continua lentamente a segarmi, sta aspettando la mia prossima mossa, lo percepisco chiaramente. Non la faccio attendere oltre, a fatica interrompo il suo movimento di mano e le appoggio la schiena alla fiancata della macchina, poi scendo lentamente, lei ha già capito le mie intenzioni e ha già infilato una mano all’interno delle mutandine, rimango un attimo in ammirazione della sua bellezza, una mano a contatto con la sua figa, ancora coperta dai pantaloni, il suo sguardo che lentamente la porta a buttare gli occhi verso l’alto, il godimento del suo volto con gli occhi leggermente socchiusi. Le abbasso lentamente i pantaloni mentre lei non accenna a togliere la sua mano dall’interno delle sue mutandine. Le prendo l’elastico le abbasso quel tanto che basta per ritrovarmi davanti agli occhi la sua meravigliosa figa. Completamente depilata, solo un minuscolo triangolino scuro appena sopra la fessura, la sua tonicità, la compattezza del suo fisico la ritrovo anche qui. Lei sposta la sua mano per permettermi di osservarla completamente nella sua nudità. L’altra mano inizia a massaggiarsi un seno mentre delicatamente inzio ad appoggiare le mie labbra sulle sue. La assaggio, se esistesse il sapore di dea credo che abbia esattamente questo sapore, lei sospira, butta la testa indietro e si appoggia completamente alla macchina, io prendo forza, la lecco delicatamente, poi inizio a spostare la lingua per cercare il movimento che le dia più piacere possibile. Continuo lentamente, ma incrementando il ritmo nei momenti in cui la sento gemere sottovoce, i suoi umori mi invadono lentamente la bocca, lei è in estasi, io pure. Non penso a niente, solo a lei, completamente dedicato alla mia musa, la ragazza che amo, niente mi rende più felice che soddisfarla.

Qualche minuto, interminabile, il suo movimento di bacino mi ricorda che il mio cazzo è più in tiro che mai, ma lei continua a spingere il suo sesso contro la mia bocca, non voglio smettere… poi arriva, sento le contrazioni, mi stringe la testa tra le mani, chiude d’isitinto le cosce e rimango stretto nella sua meravigliosa morsa di piacere. La sua bocca spalancata, con un gemito trattenuto a fatica, strozzato a forza solo per non farci sentire dall’intero quartiere, poi mi prende il viso, mi alza e mi bacia. Il cuore all’impazzata, il respiro corto, di entrambi, questa ragazza mi ha fatto impazzire.

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