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L’intreccio – Capitolo 11 – L’intesa tra Corrado, Filippo e Luana

By 23 Settembre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Puntuale come sempre mi recai nella villa di Corrado e Luana. Era una villa sontuosa immersa nel verde situata nella collina della città. Avevo trovato facilmente il posto grazie alle indicazioni di Luana attraverso WhatsApp. Non feci neanche la fatica di scendere dall’auto che il cancello della villa si aprì elettronicamente. Evidentemente la sicurezza era stata avvisata del mio arrivo e attraverso le telecamere a circuito chiuso lo avevano visualizzato. Percorsi circa 200 metri in direzione della villa che era di una magnificenza incredibile, una sorta di resort per come era strutturata. Arrivato alla fine del vialetto mi attendeva un uomo alto vestito di nero addetto alla sicurezza. Mi aprì la portiera e mi chiese “Il Signor Filippo?” “sì”, risposi “L’attendevamo! Lasci pure le chiavi attaccate al quadro che le porto l’auto in garage, si accomodi all’ingresso ci sarà un mio collega che l’attende” Rimasi stupito. Feci gli scalini per l’ingresso ed effettivamente c’era un altro uomo vestito di nero anche lui addetto alla sicurezza che mi attendeva. Anche lui mi chiese: “il Sig. Filippo?” “sì sono io” risposi anche a lui. “Si accomodi i signori la stanno attendendo nel salone.” Mi aprì il portone della villa lussuosamente arredata in stile moderno e mi accompagnò al salone, ne aprì la porta e mi annunciò: “Il Sig. Filippo”. Luana era seduta su una poltrona con un bicchiere in mano e Corrado era in piedi vicino a lei, anche lui stava sorseggiando un drink. “Vai pure, disse Corrado all’uomo, e lui si congedò richiudendo la porta dopo esserne uscito. Mi guardai intorno ammaliato da tanta ricchezza e stupito per l’accoglienza. Non appena l’uomo richiuse la porta dietro di sé Luana nella sua magnificenza si alzò dalla poltrona e si avvicinò a me. Era fantastica, i capelli raccolti, indossava un abito aderente con maniche in pizzo e collo a choker. “Ciao Filippo”, non mi dette neanche il tempo di risponderle e mi infilò la sua lingua in bocca. Ero sorpreso e imbarazzato, in fin dei conti c’era pur sempre Corrado ad osservarci. “Vieni ti presento mio marito”. Mi prese la mano e mi condusse dal marito che era rimasto immobile vicino alla poltrona. Lui piegò la schiena in avanti per posare il bicchiere e tese la mano, feci altrettanto “Piacere Corrado” “Sig. Corrado, piacere Filippo” replicai. Sentivo in ogni caso una situazione di disagio. Avevo appena limonato con sua moglie e la situazione mi sembrava imbarazzante. “Lei ha una bellissima casa” mi uscirono queste parole di circostanza ma mi sembrava di aver detto una cazzata. “Diamoci del tu Filippo” cercando di stemperare la tensione e mettermi a mio agio. “Certamente sig. Corrado” avevo appena fatto un’altra gaffe. Corrado era un ometto sulla settantina evidentemente sovrappeso semi calvo vestito in maniera elegante. Si percepiva che era carico di denaro proprio per l’abbigliamento che indossava. Luana era sempre al mio fianco e mi teneva la mano con entrambe le sue mani era visibilmente eccitata e contenta della mia presenza. Io continuavo a guardarmi intorno cercando qualcosa con gli occhi che mi avessero messo nella condizione di parlare di qualcosa e rompere il ghiaccio. Vidi su una mensola una riproduzione fedele dell’Amerigo Vespucci il veliero della Marina Militare. “Corrado lo hai fatto tu?” indicando il modellino. “Sì, Filippo una delle mie passioni è proprio quella di dedicare del tempo al modellismo, ho realizzato diverse riproduzioni che sono esposte qui in casa. È una cosa che mi rilassa e mi aiuta nella concentrazione” “interessante” risposi. E continuammo a parlare di modellismo per un breve tempo. Poi Corrado ruppe gli indugi: “Filippo, Luana ed io ti abbiamo fatto venire in casa per darci la possibilità di conoscerci reciprocamente” “Filippo, ho già parlato a Corrado di te e della proposta che ti ho fatto ieri” aggiunse Luana, sempre tenendomi la mano. “quindi?” chiesi sempre imbarazzato. “quindi il mio ruolo sarà sempre quello di guardare mia moglie mentre tu la farai tua ed io sarò un comprimario contemplativo delle vostre performance, non dirò una parola se non richiesto, mai mi avvicinerò a voi due e l’unica cosa che mi sarà concessa sarà quella di potermi masturbare”. Era ancora incredibile quello che stavo sentendo, adesso anche lui era venuto subito al dunque. “Le uniche condizioni che ti chiediamo sono: tenere la massima discrezionalità e riservatezza. Gli incontri avverranno per lo più in casa nostra in una stanza rossa che abbiamo predisposto per lo scopo. Abbiamo avuto questa idea guardando un noto film. Altri incontri potranno avvenire in luoghi che Luana sceglierà di volta in volta. Ho una reputazione da difendere e mai e poi mai nessuno deve sapere nomi, luoghi dei vostri incontri. Soprattutto quelli qui in casa. Avrai a disposizione il telecomando elettronico del cancello e la sicurezza sarà sempre avvisata del tuo arrivo. Tutti gli incontri saranno videoregistrati perché amo rivedere le varie situazioni. Nel caso di uscite serali a cena potranno esserci due condizioni: la prima è che io ceni con voi, la seconda che io ceni in un tavolo a parte ma sarò sempre presente. Le cene avverranno in locali di un certo prestigio ma in altre città. All’interno della stanza rossa è presente un bagno dove potrai essere in libertà. Purtroppo, non possiamo farti vedere il resto della casa quindi i tuoi movimenti saranno circoscritti all’ingresso, a questo salone e alla stanza rossa.” Luana ascoltava attenta le parole del marito “Filippo mi sembra che siano condizioni accettabili non trovi?” mi disse guardandomi come a chiedere di dare il mio consenso. “Posso fare una domanda?” “Certo” rispose lui. “Ci potrebbero essere degli incontri da solo con Luana?” chiesi “Sarò io che deciderò di volta in volta se vederti da sola, ma in quelle occasioni sarà difficile che faremo sesso, il piacere di Corrado è quello di assistere, potrà capitare che faremo sesso da soli senza la sua presenza ma quegli incontri saranno nella stanza rossa in modo che lui possa rivedere i nostri amplessi. Altri incontri potrebbero avvenire senza che Corrado sia presente, ma saranno incontri dove noi due ce ne staremo buoni, buoni solo a parlare e dialogare. Rilassati Filippo andrà tutto bene e a meraviglia”. Rimasi in ogni caso un po’ perplesso era decisamente una situazione nuova. Luana allora mi prese la mano e mi esortò: “vieni Filippo ti faccio vedere la nostra stanza giochi” e così dicendo uscimmo dal salone accompagnati da Corrado. Prese le chiavi aprì la serratura e spalancò la porta. L’immagine che si presentava ai miei occhi era stupefacente. In fondo alla stanza c’era un letto rosso a baldacchino bordato di anelli alla struttura. Sulla sinistra una panca verde in pelle con uno sgabello dello stesso colore ai piedi della stessa. Sulla destra un divano in pelle di color rosso. Dall’altra parte della stanza una struttura in metallo con anelli e cinghie. Sembrava o forse lo era un luogo dove si poteva praticare del sadomaso. Ne rimasi incuriosito. Corrado si mise in libertà e si accomodò sul divano, era un chiaro invito ad agire. Luana prese l’iniziativa e iniziò a spogliarsi calò la zip e fece scendere l’abito ai suoi piedi. Non indossava intimo. Pensai tra me e me: ma Luana l’intimo lo porta? Perché anche nell’occasione della prima volta l’intimo non lo indossava. Scavalcò il vestito a terra e si diresse verso di me, iniziò ad armeggiare con i bottoni della mia camicia sbottonandoli uno ad uno. La aprì di colpo e iniziò a poggiare le sue labbra sul mio collo vicino all’orecchio e mi sussurrò: “Ti voglio! Ti voglio adesso!” scese con la bocca sul petto soffermandosi sui capezzoli leccandoli e mordicchiandoli. Avevo una sensazione di piacere mista ad un piccolissimo dolore, scese ancora e si inginocchiò davanti a me. Con la coda dell’occhio vedevo Corrado allargarsi il nodo della cravatta e slacciarsi un paio di bottoni allargando poi il collo della camicia. La situazione si stava surriscaldando. Luana prese a massaggiare il mio cazzo sopra i pantaloni che nel frattempo iniziava ad irrigidirsi. Temevo di non riuscire data la novità e la presenza di suo marito, ma le sapienti mani di Luana riuscivano nell’intento. Proseguì armeggiando con la cintura dei pantaloni sfilandola completamente e leccandola tenendola da entrambi i capi. La posò per terra e fece calare la cerniera dei pantaloni calandoli leggermente. Ora la sua bocca indugiava con i denti sul mio membro che nel frattempo si era irrigidito ed era pronto. Con entrambe le mani afferrò l’elastico dei boxer tirandoli giù a mezza coscia. L’uccello si alzò immediatamente liberato dall’indumento. Lo baciò un attimo, per poi aiutarmi a liberare le gambe dai pantaloni e dai boxer sfilandomeli. Adesso ero anche io nudo in piedi di fronte a lei. Riprese a baciare il cazzo da sopra il glande afferrandolo con una mano, l’altra scivolava piano piano verso la sua fica completamente depilata e si accingeva a massaggiarsi il clitoride. Raccolse il succo dei suoi umori che fuoriuscivano dalla sua fica e se li portò in bocca leccandosi le dita. Mi voltai verso Corrado per vedere cosa stesse facendo e lo vidi armeggiare con il suo uccellino in procinto di iniziare a masturbarsi. Poi rivolsi lo sguardo nuovamente su Luana che nel frattempo aveva tirato fuori la lingua roteandola intorno alla cappella. Si soffermava volutamente intorno al prepuzio. Le misi le dita di una mano fra i capelli che teneva sempre raccolti. Il gesto fu un chiaro messaggio a lei che prese ad ingoiare piano piano il glande ma non prendeva ancora tutto il cazzo in bocca. Appena la mia mano fece una leggera pressione lo ingoiò tutto fino alle palle come se il mio gesto fosse un chiaro ordine. Avevo capito il gioco immediatamente e allentai la pressione della mano, immediatamente risaliva con la bocca fino alla cappella per andare a leccare le palle e riprendersi in bocca il glande, a questo punto scattava nuovamente la pressione della mia mano e immediatamente ubbidiente ingoiava tutto il membro. Quando sentivo che stava per soffocare allentavo la pressione. Lei riprendeva fiato e lasciava una quantità importante di saliva sul cazzo. Era un pompino incredibile. Il mio cazzo stava per scoppiare. Volevo che lei raggiungesse l’orgasmo prima di me. L’afferrai per la nuca e le feci capire di alzarsi. La condussi sulla panca alla destra del letto, la sinistra rispetto a me. Corrado si era tolto i pantaloni e ora si trastullava il pistolino eccitandosi a guardare la scena. La feci adagiare sulla panca le aprii le gambe e con gli indici delle mani le allargai le grandi labbra. Ammiravo quel fiorellino rosa che si schiudeva. Era bagnatissima i suoi umori riflettevano la luce tenue della stanza. Mi alzai e mi posi vicino a lei. Ora ero io a dirigere il gioco. Iniziai a baciarla in bocca roteando e intrecciando la mia lingua con la sua. Scesi a baciarla sul collo e successivamente mi dedicai ai suoi seni e ai suoi capezzoli. Li succhiavo, li leccavo, li mordicchiavo. Un fremito la pervase. “scendi Filippo, scendi” mi supplicava. Voleva la mia lingua nella sua fica. Capii che la desiderava ardentemente e assecondai la sua richiesta. Mi riposizionai nuovamente davanti a quel frutto e nuovamente con le dita le allargai le grandi labbra. Iniziai a leccarla lungo tutto il solco della passera soffermandomi particolarmente sul clitoride che colpivo con la punta della lingua. Lo prendevo fra le labbra e lo succhiavo. Lei inarcò la schiena: “Mi fai venire i brividi” mi disse. “Continua ti prego, hai una lingua incredibile. Non ti fermare”. Le sue parole erano ancora chiare ma venivano sospirate. Le feci questo trattamento per un tempo interminabile i suoi umori colavano e io ne bevevo. Aveva un sapore molto gradevole. “ohhhhhh siiiiiiiii Filippo, Continuaaaaa, continuaaaaa, dai non ti fermareeeeeeee” Mi prese la testa con entrambi le mani facendo una forte pressione in modo tale che la mia bocca non si staccasse da lei. La guardavo mentre la leccavo e vedevo che il suo sguardo era ora riservato a me, ora a sinistra a cercare gli occhi del marito. “Guarda come mi lecca cornuto! Tu non ne saresti capace” lo apostrofò perentoriamente. Non mi aspettavo queste sue parole. Erano un incitamento verso di me ed un‘umiliazione a Corrado. “Continua Filippooooooo, fai vedere al cornuto come si fa a far godere una donna”. Ed io leccavo, leccavo e succhiavo spronato da questa femmina. Lo trattava come una femmina dominante. “ohhhhhhh, ahhhhhhh, ahhhhhhh, siiiiiiii, Filippo continua ti pregooooooooo” Mi bagnai il medio della mano sinistra e iniziai a giocare con il buchino del culo prima roteandolo poi introducendolo piano piano. La cosa fu da lei gradita. “siiiiiiii massaggiami il culo, mettici il dito dentro e leccami, leccami ancoraaaaaaa”. Era un’esortazione nei miei confronti e la descrizione del lavoretto che le stavo facendo a suo marito. Ogni tanto lo guardavo per vedere cosa stesse facendo. Ora era seduto con la mano sinistra si teneva le palle e con la destra si masturbava furiosamente. Un urlo liberatorio si udì nella stanza: “Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Vengooooooooooooo, vengoooooooooo” Sentivo le sue gambe fremere incessantemente gli umori scendevano copiosamente nella mia bocca, inarcò la schiena e si rilassò ansimante sulla panca. Le diedi un attimo di tregua. Mi alzai da quella posizione e iniziai a menarmi il cazzo per tenerlo sempre in erezione. Il suo respiro affannoso si faceva sempre più regolare si alzò seduta sulla panca. Si girò verso il letto e l’aiutai a scendere. Le presi per mano e la condussi sul letto. Mi fece sedere su di esso e con entrambe le mani mi spinse delicatamente facendomi adagiare sulla schiena. Salì sul letto allargo le gambe sopra di me prese il cazzo e se lo imboccò nella fica. I suoi umori agevolarono la penetrazione. Si fermò un attimo, volse lo sguardo verso Corrado: “Ora vedrai come me lo scopo” lo apostrofò perentoriamente. Ed iniziò una lenta cavalcata sul cazzo. Le cinsi i glutei con forza aiutandola a dare il giusto ritmo alla scopata. Mentre era sopra il cazzo si fermò un attimo e si sciolse i capelli muovendo la testa a destra e sinistra più volte come a dargli un volume aiutandosi con le mani. Ora i suoi capelli scendevano fino oltre le spalle. Con quegli occhi da cerbiatta era un’immagine celestiale. Riprese allora il movimento della cavalcata. Ed i suoi capelli volteggiavano ora a destra ora a sinistra. “oddio che cazzo che hai…. È durooooooo, è di marmooooo” Assecondavo i suoi movimenti penetrandola il più possibile. Mi sembrava di esplodere da un momento all’altro sentivo i muscoli della fica contrarsi. Si adagiò sopra di me baciandomi voluttuosamente, poi risollevò il busto e continua la lunga cavalcata. Si girò verso Corrado e lo apostrofò: “Corrado guarda come mi scopa bene. Lui sì che mi fa godere non tu con quel pisellino che ti ritrovi. Continua Filippo, scopami, scopami ancora, scopami sempre più forte. Sbattimi”. Stavo per esplodere lo dissi apertamente: “Luana sto per venire” “Fermo Filippo io sono già venuta ma ne voglio ancora” Si fermò si staccò dal cazzo e si mise a carponi sul letto. “prendimi da dietro Filippo, fottimi ancora”. Le cinsi i fianchi e la penetrai in figa con un sol colpo, attesi un attimo prima di iniziare a chiavarla nuovamente. Aumentai gradatamente il ritmo, lei sbatteva la testa e gridava forte “Vieni Filippo, vieni. Riempimi tutta.” Esplosi tutto dentro di lei, sentivo i muscoli della vagina contrarsi sempre più come se mi stesse facendo un pompino con la figa. Si girò verso di me mi prese il cazzo in bocca e lo ripulì completamente. Poi mi attrasse a sé e mi baciò appassionatamente. Ci adagiammo sul letto. “Grazie Filippo” mi disse “sei magnifico, scopi meravigliosamente” Ci girammo entrambi verso Corrado intento a pulirsi una mano con una salviettina. 

“Posso farmi una doccia?” Chiesi “Certo” rispose lei e mi accompagnò nel bagno attiguo alla stanza rossa. Entrai in bagno aprii l’acqua e mi feci una doccia calda. Mi misi l’accappatoio ed entrai nuovamente nella stanza rossa e vidi uno scena incredibile: Corrado intento a ripulire la figa di sua moglie del mio sperma e degli umori di lei. “Lecca Corrado, lecca e pulisci bene” lo esortava. E lui docile, docile eseguiva l’ordine imposto.

Finito di pulirla lei gli ordinò: “Ora basta vado a farmi una doccia anche io”. Lo fece togliere da sopra di lei e andò in bagno. Guardavo Corrado umiliato con la testa china non era più l’uomo che aveva posto le condizioni di riservatezza. Mi faceva un po’ pena. 

Uscita dalla doccia venne da me. “Ora devi andare Filippo, ti chiamo domani mattina e domani, se non hai tanti impegni di lavoro, stiamo un po’ insieme da soli.” “Ok” replicai “ti faccio sapere i miei impegni” le dissi. Mi rivestii, attesi che anche lei si rivestisse e mi accompagnò al portone di casa. Chiamò l’uomo della sicurezza e le disse “Giovanni vada a prendere l’auto del Sig. Filippo”. Passarono pochi minuti ed arrivò Giovanni dal garage. Mi accingevo a baciarla per salutarla ma lei mi stoppò “Non qui davanti a Giovanni” “Ok” annuii.

Salii in macchina e feci i 200 m. di vialetto. Collaudai subito il telecomando ed il cancello si aprì. Svoltai a destra ed imboccai la strada verso casa. I miei pensieri erano rivolti a Luana. Mi prendeva quella donna, la trovavo irresistibile.

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