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Racconti 69Racconti Erotici Etero

Lo scrittore dei desideri ! Lorena

By 9 Aprile 2014Febbraio 9th, 2020No Comments

Aveva sempre amato quel leggero rumore che i tasti facevano sotto la pressione
delle dita.
La fantasia, era il suo punto di forza.
Un discreto italiano-
Molto di vero.
Aveva deciso da tempo di scrivere i suoi pensieri.
I risultati, a seconda del racconto, erano diversi.
Si divertiva e sopratutto, conosceva un casino di persone nuove che lo
contattavano per fargli complimenti o dirgli che era uno squallido illuso.
Aveva messo tutto nel piatto della bilancia.
Alla sera, trovava un piccolo spazio per rispondere ai suoi lettori.
Il gioco diventava sempre più interessante,
Uomini e donne immaginari che chiedevano, che spiegavano, che chattavano.
Ogni giorno, erano storie diverse
Aveva un grosso vantaggio in quei contatti.
Chiunque fosse a scrivergli, sapeva cosa attendersi.
Scrittore di racconti erotici.
E cosa si può chiedere a un simile personaggio?
Le prime volte, dopo avere scritto racconti insulsi, era stato attaccato
puerilmente.
Ricordava ancora Lorena.
– Sei volgare e squallido, sembra che operi!
– Ti manca la verve dell’erotismo!
E lui leggeva, ascoltava, andava a rileggere il proprio racconto.
Cominciò a leggere con occhi diversi.
Spaziando oltre il corpo, a trecento sessanta gradi.
Lorena, era sagace e lui ascoltava attentamente.
Era una professoressa di quaranta quattro anni;
– Le virgole, si metto prima dei verbi…
– Attento agli spazi…
– I dialoghi devono essere capiti…Usa righe iniziali
Quanti consigli e tutti giusti…
‘Era lei la prof, no?’
Ascoltavo e imparavo.
Poi…
Quel giorno, cercando d’immaginare un corpo, un viso;
– E tu per che mi leggi se sbaglio tutto?
– Non ho detto che sbagli tutto.
– Sei scomposto e fai molti errori,ma, sai descrivere bene e riesci a portarmi
dentro i tuoi racconti, molte volte, mi trasformo nei tuoi personaggi e vibro
sotto le sensazioni che descrivi.
‘Azzz’ Pensai. ‘ Questo, &egrave un bel complimento’
– Quindi, &egrave solo una questione di Italiano scritto male, tolto quello, ti
piace il mio modo di presentare le situazioni.
– Si…Stai abbassando il livello di bassa macelleria, cominci a fare
trasparire più le sensazioni che la fisicità.
Presi la palla al balzo;
– Potresti aiutarmi tu.
– In che senso.
– Io, butto gìù l’idea, tu, la correggi.
– Ma vah, lo faccio regolarmente con tutti i miei alunni.
– Ma, io sono un alunno speciale, sono l’unico che riesce ad eccitarti con i
miei scritti.
– Non esagerare, ce ne sono altri.
– Non lo metto in dubbio, ma, stai scrivendo con me.
– Vero…
– Potresti anche dirmi e descrivere in poche lettere, quali sono i racconti
che senti più tuoi.
– Questo, &egrave molto intimo…
– Dai, quello che ci scriviamo, &egrave intimità pura, &egrave un gioco di livello
superiore che parte da dentro.
– Gli attori, sono pochi, ma, tutti coinvolti emotivamente.
Silenzio e attesa di una risposta, poi, la sorpresa;
– Il dominio!
– Spiegati meglio.
– Il mio pensiero e desiderio segreto, &egrave essere dominata. Ho sempre dovuto
imporre la mia professionalità dominando le situazioni, mi piacerebbe provare
il contrario…
– Credo si possa fare tranquillamente…
– Tranquillamente no, non &egrave facile mettermi sotto, ma, se trovo l’uomo giusto,
mi piacerebbe provare.
– Potrei essere io quell’uomo?
– Beh, sarebbe carino. Io ti insegno a scrivere come si deve, tu mi insegni a
sottomettermi come ti piace…
– Più che carino, lo trovo eccitante…
– Anche io…
– Siamo sulla stessa linea di comunicazione.
– Non so, io, non cerco un violentatore o cose simili, non cerco dolore, cerco
uno che mi faccia sentire la sua geisha.
– Mi piace l’idea!
Scambio di foto, perfezionamento di un progetto, appuntamento:
logica e conseguenza!
Una settimana dopo, eravamo di fronte in un albergo di un paese di una regione
qualunque.
Discreta bellezza, reale come nella foto e vi assicuro che molte volte non &egrave
così!
Tremava, era agitata vistosamente.
Vestita con una gonna nera, altezza ginocchia, una camicetta bianca con
disegni floreali, scarpe serie, guarda caso, sembrava una professoressa.
Capelli legati da un fermaglio d’avorio.
Sguardo basso, questo, fu la cosa che mi eccitò subito.
– Sai per che sei qui?
Fece cenno di si con la testa, continuava a tremare.
Non dissi niente per molti secondi.
Le girai attorno palpandola come un oggetto inerte.
Lorena, cercava di stare ferma, anche quando volgarmente le misi una mano
aperta sopra la gonna all’altezza della fica.
Ebbe solo un attimo di esitazione e cominciò a respirare più pesantemente, si
vedeva il seno che si gonfiava sotto la tensione del momento
Feci di nuovo la domanda;
– Ti ricordi per che sei qui?
Annuì.
Teneva le mani sui fianchi.
Ero tornato davanti a lei.
Ero estremamente eccitato, sapevo quanto fosse colta e intelligente, sapevo
quanto si sentisse remissiva e geisha.
Era ora di farle sentire quelle sensazioni che cercava.
Tirai giù la cerniera dei calzoni e liberai il sesso.
Ero pronto e duro, lei, lo guardava fisso, senza mai alzare la testa.
– Inginocchiati.
Eseguì!
Si vedeva un leggero sudore attorno al viso, aveva smesso di tremare,
finalmente realizzava il suo desiderio…
– Guardami!
Obbedì.
– Sai cosa fare in queste situazioni. Voglio sentire la troia che &egrave nascosta
in te impossessarsi del mio cazzo e dimostrarmi quanto lo desideri, e devi
farlo guardandomi sempre negli occhi.
Mi venne un dubbio che non avevo ancora discusso con lei;
– Sei abituata ad andare fino in fondo con il cazzo di un uomo tra le labbra?
– No…
– Bene, questa, sarà la tua prima prova da superare e vedi di superarla bene.
Spinsi verso di lei il sesso fremente.
Mi guardava, aprì le labbra, le poggiò sul glande, cominciò a baciarlo piano,
lo fece entrare e socchiuse le labbra, lo strinse e lo lasciò scivolare nella
bocca calda.
Tutto in sequenza.
Sensazioni stupende per un discreto pompino, niente di eccezionale, ne avevo
avuti di molto migliori.
Le dissi dove mettere le mani, come accarezzare, come scivolare, come
stringere e rilassare la bocca.
Le dissi che venivo…
Quello, era il momento della verità per lei.
I primi fiotti, la imbarazzarono, i secondi fiotti, l’abituarono, i terzi e
quarti, l’obbligarono a ingurgitare per respirare.
Una piccola lacrima che bagnava gli occhi nel tentativo di esaudire.
Le mani sulla nuca per farle capire meglio, dove sbagliava…
Non smettemmo mai di guardarci.
Scambiammo mille parole stando in silenzio.
Quando la feci alzare, era soddisfatta e sorridente.
Accarezzò la bocca, si capiva che stava valutando l’esperienza e il sapore.
– Non male, puoi fare meglio, ma, per essere la prima volta, può andare.
Adesso, vattene a casa, accendi il computer e scrivi al tuo scrittore quello
che hai provato…

Aspettai che Lorena tornasse a casa, accesi solo dopo diverse ore a causa di
alcuni impegni famigliari.
Poche frasi, ma incisive.;
– Grazie, quello che ho provato, &egrave stato incredibile, ho ancora i brividi
addosso.
Era un piacere notevole leggere quelle affermazioni.
Non avevo fatto niente di speciale, avevo solo esaudito un suo desiderio
intimo, sicuramente, l’avrebbero fatto in molti.
Era anche una discreta donna, quindi, tutto, era avvenuto con facilità.
Risposi;
– Ho solo cercato di creare l’atmosfera che ti aspettavi di trovare e, ho
messo in pratica quello che ti aspettavi di sentire. Tutto molto soft e
tranquillo.
– Si, &egrave vero, avevo paura che nella realtà, tu fossi diverso e non mantenessi
i patti.
– No, sono quello che dico, come hai visto.
– Si…E ti ringrazio per questo
– Quindi, sei soddisfatta.
– Abbastanza…
-Abbastanza? Cosa ti aspettavi di diverso?
– No, Va bene così… E che forse avrei voluto sentirti anche dentro…
Aspettai a rispondere, non mi piaceva portare avanti i rapporti con le mie
scrittrici, ma, Lorena, mi aveva preso mentalmente, era molto intelligente e si
era costruito uno scambio piacevole di discussioni.
Io, imparavo da lei l’arte della scrittura nei suoi piccoli dettagli, lei,
imparava da me, il piacere della sottomissione.
Risposi;
Abbiamo preso un impegno reciproco: tu stai mantenendo il tuo, io manterrò il
mio.. Domani, alle quattro, ti aspetto al posto che sai. Vestiti pure come
l’altra volta, mi piace quel tuo atteggiamento da professoressina, ma, niente
slip, metti un autoreggente, mi intriga questa idea che tu ti senta imbarazzata
nel venire da me vestita a quel modo!
Qualche secondo di attesa, evidentemente, stava valutando;
– Va bene, ci vediamo domani.
– Ok, ti aspetto.
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Ed eccola li, davanti a me con quel suo sguardo abbassato che tanto mi prende
eroticamente.
Sta in piedi al centro della piccola stanza, le braccia lungo i fianchi.
Sono seduto sul piccolo divano nero che si trova a fianco dell’unica finestra
esistente nell’ambiente.
Un leggero riflesso di luce, le illumina il corpo.
Ha il viso di una donna che ha vissuto e i suoi anni li dimostra tutti, ma, il
fisico si &egrave mantenuto giovanile.
Penso a quello che mi ha scritto, penso a quello che ho voglia di fare con lei
Un giusto mix.
Sarà questa la prova di oggi, trovare un punto di dolore felicità che soddisfi
entrambi.
Devo comportarmi come s’aspetta: i ruoli devono essere chiari, &egrave questo che la
eccita, sarò come si aspetta
– Vieni qui!
Si muove verso di me a piccoli passi, senza mai alzare la testa.
Deve sentire la voce del padrone;
– Mettiti in ginocchio e prendilo in bocca!
Ha cominciato a tremare leggermente, mentre, apre la cerniera e lo tira fuori
guardandolo, ha il collo sudato come l’altra volta.
Si appoggia con le labbra e comincia a baciare la cappella, poi, ci gira
intorno con la lingua e infine , prende il glande stringendolo con la bocca e
lo succhia.
Le appoggio le mani sui capelli e a quel contatto, lei, memore del primo
incontro, lo lascia scivolare tenendolo stretto per darmi piacere.
Cerco di rimanere impassibile, ma, &egrave difficile!
Sento la sua passione scaricarsi sul mio sesso e ne apprezzo la qualità;
– Accarezza le palle, mentre lo fai!
Esegue.
La lascio ‘ lavorare’ per un tempo giusto, poi, decido che &egrave ora di darle
quello che vuole;
– Basta! Tirati su in piedi e alzati la gonna!
Lei, si stacca, mi lascia e si mette in piedi.
Adesso, si vede bene il sudore sulla fronte.
Ha gli occhi languidi.
– Devi guardarmi fisso, mentre lo fai!
Alza lo sguardo e mi guarda con quel suo sguardo sottomesso, estremamente
servile e docile.
La gonna sale, mette in mostra la fine di una calza all’altezza della fine
coscia.
E poi, sale ancora.
Per la prima volta, vedo il suo monte di venere, &egrave completamente glabra: due
grandi labbra discretamente aperte per l’eccitazione, sono piuttosto piene e
lucide di umori;
– Masturbati!
La vedo reagire sorpresa a quella richiesta, ha un attimo di tentennamento.
Mi alzo veloce, le prendo il seno sinistro e stringo con cattiveria sul
capezzolo già duro e irto.
Un urlo tra dolore e sorpresa.
Mi rimetto a sedere;
– Devi sempre fare quello che ti chiedo e, devi farlo senza esitazioni!
Fa cenno di avere capito, mentre si asciuga una lacrima.
La sua mano, scivola piano tra le cosce divaricate e accarezza le grandi
labbra,
Mi fissa.
Chiude un attimo gli occhi, quando le dita entrano in lei creando una danza
sensuale sul corpo.
Li riapre veloce, sono languidi.
La lascio fare per un minuto.
Il ritmo cresce, come la mia voglia;
– Vieni qui e scopami!
Stavolta ubbidisce veloce.
Sale sopra le mie ginocchia e si lascia andare decisa.
Un sospiro di soddisfazione.
Mette le mani sopra le mie spalle.
Continua a guardarmi come le ho chiesto, nel suo sguardo, adesso, vedo la
libidine.
Si lascia andare sempre più violentemente sul cazzo duro.
Le ho preso i seni e li accompagno giocandoci.
Le libero i capelli dal fermaglio.
La gonna si sta bagnando dei suoi umori e tutto, risulta altamente erotico.
I suoi sali e scendi stanno facendo saltare la mia resistenza sessuale, mi
sento pronto a scaldarle il corpo come s’aspetta lei.
Fermati!
Si blocca di scatto, ho tutto il suo corpo addosso.
Trema e suda, &egrave molto vicina anche lei;
– Ho deciso di sborrarti dentro!
Gli si illumina per un attimo lo sguardo.
Quella frase secca l’ha eccitata e resa felice.
– Si…
– Si cosa?
– Mi piacerebbe…
Ti piacerebbe cosa?
– Mi piacerebbe che mi venissi dentro…
Salgo con le mani, le prendo i capelli e li tiro a dominare il suo viso;
– Allora datti da fare, fammi sentire quanto sei geisha e troia!
Spingo forte a farla scendere fino al massimo del contatto.
Sospiri, gemiti, calore, fiotti di piacere, abbandono totale…
Quello che mi piaceva del rapporto con Lorena, era la chiarezza dei ruoli,
solo sesso e niente altro, ovviamente, sesso guidato a soddisfare i suoi
desideri.
Avevamo deciso di non parlare di sesso o post sesso durante i nostri incontri,
le sensazioni, sarebbero state descritte al computer.
La sera collegandomi, lessi con calma le emozioni che aveva provato.
– Ciao, dopo la prima volta, sapevo che sarebbe stato bello, ma, non credevo
di farmi coinvolgere così tanto. Quello che abbiamo fatto, &egrave stato sublime, non
vedo l’ora di incontrarti di nuovo. Intanto, ti mando la stesura del tuo
racconto corretta. Spero di trovare una tua risposta stasera.
Guardavo quelle righe con preoccupazione, non mi piaceva avere legami, ero
sempre stato molto libero e quello che mi diceva lei, me lo avevano dettotante
altre!.
Certo! Avere una geisha nell’amore, era una cosa molto soddisfacente, ma, non
potevo legarmi oltre.
Belle anche le vibrazioni provate con lei durante i rapporti.
Ragionai con calma.
Sicuramente, dovevo incontrarla ancora una volta.
Avevo palpato le sue natiche e immaginato di starci dentro, mi aveva dato
quelle sensazioni da fuori di testa.
I miei lettori, sapevano bene quanto io amassi la sodomizzazione, quindi,
anche lei si aspettava quella richiesta.
Se non l’avessi fatto, sarei andato contro la logica delle mie escursioni
erotico mentali.
Si sarebbe sicuramente sorpresa anche lei!
Aspettai di vedere che fosse in linea;
– Ciao Lorena.
– Ciao Maurizio.
– Raccontami di oggi.
– Non ho parole, sei stato quello che mi aspettavo…Ho avuto un orgasmo
fortissimo…
– Bene, mi fa piacere, quindi vuoi vedermi ancora?
– Si, mi farebbe molto piacere.
– Sai che ti chiederò sempre di più?
La risposta ,tardò ad arrivare
– Si, lo so, ma, posso sempre fermarmi, vero?
– Assolutamente si! I nostri incontri, devono essere nel massimo della libertà
e fiducia.
– Io, ho fiducia in te.
– Male! Mai fidarsi degli scrittori di erotismo.
– Si, lo pensavo anch’io prima di incontrarti, ma, poi…
– Poi?
– Ti ho incontrato…
– Ok. Ti aspetto domani! Solita ora.
– Devo avere paura di venire?
– Mi hai detto che hai letto tutti i miei racconti.
– Si…
– Allora, sai bene cosa ti aspetta se vieni qui, la sequenza delle cause
effetto, &egrave similare…
– Infatti, ho un poco di paura…
Non le diedi tempo di approfondire.
– Ti aspetto alle quattro!
Chiusi senza aspettare la risposta; ero già partito con la testa pensando a
lei piegata per me…
La mattina dopo, accesi e lessi la sua risposta;
– Ci sarò—
Niente altro…
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Alle quattro e cinque minuti, la stavo scrutando da diverso tempo..
Silenziosa, sempre con quel suo atteggiamento remissivo, aveva una calza
grigia che spariva sotto la gonna che immaginai fosse una autoreggente.
Era una donna sveglia e sapeva capire da sola come agire, una volta
indirizzata.
Stava al centro della stanza aspettando le mie mosse, i miei eventuali ordini,
era più sudata del solito e tremava come sempre.
Le girai attorno.
Mi fermai alle sue spalle, scesi ad accarezzarle la schiena e mi fermai a
palpare le natiche.
Con la mano sinistra, andai sotto la gonna e arrivai alla fine della calza
autoreggente, giocai con il bordo facendola sospirare, poi, salii.
Nuda come avevo previsto e chiesto la prima volta!
Nuda e bagnata, le labbra disponibili, il respiro che usciva con più fatica.
Entrai piano con un dito facendola gemere leggermente.
Nessuno dei due aveva ancora parlato.
Era un gioco di gesti, un gioco di ruoli, un seguito di azioni previste,
immaginate, aspettate…
Appoggiai il mio corpo alla sua schiena aderendo completamente, volevo
sentisse il sesso che l’avrebbe profanata.
Guardai i piccoli segni di sudore sul collo.
– Mettiti in ginocchio!
Lo fece.
– A carponi!
Eseguì.
– Abbassa la testa e alza il culo!
Mise le mani incrociate al pavimento e si adagiò sopra con il viso.
Le feci sentire chiaramente lo zip dei calzoni, doveva capire, immaginare,
prepararsi e offrirsi.
Feci cadere i calzoni per terra insieme ai boxer neri.
Lorena, non si girò mai.
Li buttai davanti a lei per farle capire che ero pronto a entrare in lei in
qualsiasi momento.
Aspettava tremando lievemente.
Andai ai suoi capelli e tolsi il fermaglio: i capelli caddero disordinati.
Mi piegai dietro di lei.
Presi la gonna e la portai sopra i fianchi.
Aveva un sedere largo, pieno: in quel momento i pori della pelle, erano
dilatati, aveva la pelle d’oca.
La guardavo affascinato, era supina nella posizione che bramavo di più nel
sesso e si donava senza protestare.
Con le dita, cominciai a giocare nello spazio del perineo, presi il suo miele
e lo spalmai delicatamente sul suo stretto bocciolo, forzai con calma
sentendola irrigidire il muscolo.
Era il momento di farla sentire geisha come desiderava lei;
– Lo sapevi che sarebbe successo!
Si, ho solo paura del dolore, &egrave una vita che non lo faccio…
Il dito dentro la sua calda carne, era stato assorbito e stretto voracemente;
– Lo sai che lo farò anche se mi dirai che ti fa male!
– Si, lo so…
– Allora rilassati!
– Ci sto provando, ma, non ci riesco…
– Usa la mente, naviga con i pensieri e pensa che ti stai donando come vuoi
tu, con chi vuoi tu.
Le misi le mani sulla schiena e l’obbligai a stendersi ancora di più.
Il sedere svettava imperioso, aperto e disponibile.
Mi adagiai alla sua forma.
Scesi sulla schiena a cercare il suo collo, il glande era a contatto con la
pelle.
Tremava lei, vibravo io;
– Sei pronta?
– No, ma, non credo che ti fermerai per questo…
Spinsi leggermente scontrandomi con la sua resistenza;
– No, non mi fermerò…
Spinsi ancora e nello stesso tempo andai a cercare la sua clitoride.
Un gemito strozzato;
– Oh Dio…
Spinsi ancora.
Il glande, varcò la porta stretta.
Una sua mano si alzò a protezione di un ulteriore spinta, cercando di bloccare
la mia avanzata.
La presi, la bloccai e spinsi ancora.
Questa volta urlò…
– Dio, che male….Oh Dio….fermati…
Le presi l’altra mano e le tirai a me.
Il suo viso sudato, era completamente appoggiato al pavimento, si vedeva la
sofferenza.
Spinsi le mani verso di me e nello stesso tempo, il mio corpo si unì
completamente al suo.
Aspettai che finisse di soffrire.
L’urlo, lasciò posto al gemito, il gemito, al sospiro.
Le lascia libere le mani, lei, le riportò sotto il viso, io, le misi ai
fianchi e cominciai a danzare dentro il suo culo…
Spinte sempre più complete.
Quando le palle cominciarono a sbattere contro il suo perineo normalmente,
aveva smesso di piangere.
Cominciò a cercare un ritmo che l’aiutasse, mentre, le mie dita sulla
clitoride,l’aiutavano a scambiare il piacere con il dolore.
Presi tutto il mio tempo. Volevo avere bene in mente quel momento. Sapevo che
dopo quell’incontro cruento di carnalità, la mia storia con Lorena, Sarebbe
finita.
Troppe persone aspettavano di prendere il suo posto per esaudire i loro
desideri con il loro scrittore preferito…
Manuela Perseveranza

La storia di Manuela, &egrave diversa e insolita nel suo generis.
Mi aveva contattato che era minorenne.
Mi aveva fatto delle proposte sessuali che ritenevo inaccettabili.
Le feci un lungo discorso sulla moralità, sul giusto e il non giusto e alla
fine, le dissi;
– Fatti risentire tra un paio di ani quando sarai maggiorenne.
Lei, mi rispose;
– Lo farò!
Furono alcuni giorni burrascosi per calmarla e chiarirle i concetti.
Con quella frase, sparì e non la sentii più!
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Sono passati due anni da quell’incontro di lettere e lei, &egrave qui!
Mi sta scrivendo;
– Ciao, sono Manuela, adesso posso continuare il discorso interrotto due anni
fa?
Allega un documento d’ identità che dimostra che ha appena compiuto diciotto
anni.
Rimango basito.
Mi vengono in mente tutti i nostri discorsi;
– Tenace ..
– Quando una cosa mi interessa, faccio di tutto per averla.
– Io non sono una cosa.
– Si, scusa, intendevo persona…
– Ok, Manuela, ricominciamo da capo, cosa cerchi esattamente?
– Te!
– Diretta al punto…
– Si! da troppo tempo, aspetto questo momento.
– Potresti rimanere delusa.
– Non credo, sono una fans sfegatata dei tuoi racconti. Ne hai scritti tanti,
ma, le sensazioni sono sempre quelle, riesci a trasportarmi dentro le
situazioni. Ogni volta, mi sento il personaggio della storia, divento lei,
soffro e godo come lei…
– Hai una bella fantasia fervida.
– Non &egrave quello che vuoi ? Che noi lettori diventiamo il racconto? Che lo
viviamo?
– Si, direi di si…
– Bene, allora fammi entrare nel tuo mondo.
Sapevo dove voleva arrivare con i suoi discorsi, erano gli stessi di due anni
prima.
– Sei molto decisa.
Si, &egrave troppo che ti aspetto!
Era molto gratificante sentirsi desiderato a quel modo.
Difficile resistere al fascino della seduzione da parte di quella diciottenne
– Ti mando un allegato, spero che ti faccia propendere per il si…
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Guardavo affascinato e eccitato l’allegato.
Aveva fatto un piccolo filmato di una trentina di secondi.
Tutto quello che faceva, era quello che io descrivevo come erotico nei miei
racconti.
Atteggiamenti, intimo, movimenti…
Impossibile resistere a quel canto di sirena.
Il giorno dopo mi contattò;
– Piaciuto?
– Molto?
– Quindi?
– Quindi, passiamo ai fatti e vediamo se ci meritiamo a vicenda.
– Era quello che speravo di leggere..
Sai a cosa vai incontro se starai con me, conosci i miei gusti e le mie
esigenze, non sarà un gioco semplice accontentarmi.
– Lo so, ma, &egrave quello che voglio, &egrave troppo che aspetto questo momento.
– Va bene, ti dico cosa devi fare…

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Sono le quattro del pomeriggio di questa tiepida giornata d’aprile.
Manuela, &egrave qui davanti a me.
Una corta gonna nera, una camicia bianca, sotto la camicia, i seni nudi
spingono mostrando la loro bellezza, i capezzoli duri sfiorano la stoffa
mettendo in mostra la loro vitalità.
Una collana d’oro attorno al collo, un braccialetto d’argento al polso
sinistro, niente orologio.
Indossa un paio di scarpe con tacchi che la slancia, sono di colore nero,
forse, troppo serie per lei,, &egrave ovvio che le ha messe per farmi contento.
Un paio di calze nere, immagino che siano autoreggenti.
La mia mente, &egrave già partita per la sua strada’ Chissà se ha messo un perizoma,
o non ha messo niente?’
Tra poco lo scoprirò…
Manuela, &egrave una ragazza dei tempi d’oggi.
Sembrano fatte con lo stampino.
Ha un viso grazioso e uno sguardo malizioso e cerca di mostrarsi disinvolta,
mentre sta al centro della stanza aspettando che io faccia qualcosa.
Mora, capelli lunghi, lisci, occhi marroni, alta circa un metro e sessanta,
fisico giusto, ne grassa, ne magra, tutto proporzionato.
Più o meno una terza di seno, più o meno un bel culo…
La bocca, &egrave carnosa e le labbra, sono molto sensuali, sicuramente sono la
parte visibile e più sexy di lei.
Sorride nervosa;
– Ho passato l’esame?
La guardo intensamente;
– Sembri un bel pacco da scartare. Ti dirò più avanti se dentro il pacco,
c’era quello che mi aspettavo.
Lei, cambia il tipo di sguardo, improvvisamente, percepisco lussuria e
desiderio.
Si avvicina sfacciatamente.
Venti centimetri ci dividono, la distanza giusta per il suo braccio, per la
sua mano che senza esitazioni si appoggia sui miei calzoni e va a cercare il
duro che si &egrave formato sotto.
Cerco di rimanere impassibile quando tira giù la zip e trova il contatto dei
boxer.
Rimaniamo avvinghiati con gli sguardi, bruciando l’aria per l’attimo che sta
arrivando.
Sposta il boxer…
Lo tocca per la prima volta, lo accarezza piano, lo valuta, poi, lo libera…
Il sesso svetta gonfio, teso, pronto, vibra nelle sue mani.
Lei, &egrave scesa con lo sguardo, lo guarda ipnotizzata, si piega verso di lui,
accarezza il glande;
La sento sussurrare, come se parlasse al cazzo;
– Da quanto tempo aspettavo questo momento…
Poi, il calore delle labbra che si avvolgono attorno alla cappella e subito
dopo, il contatto della lingua.
Io, non dico niente, voglio vedere quanto sa e quanto vuole.
Lei, mi ha voluto a tutti i costi, conosce le mie voglie normali e perverse.
Alza gli occhi a guardarmi.
Si ricorda bene tutto quello che scrivo e racconto.
Lo lascia entrare e scivolare.
Lo accoglie fino a dove &egrave possibile.
Una lacrima segue lo sforzo orale, ma, si vede dai suoi occhi che &egrave orgogliosa
di quello che sta facendo.
Un primo gemito a darle soddisfazione.
Un sospiro più lungo a farla felice.
Stringe forte il suo trofeo e lo succhia con passione.
Le mani a giocare con le palle, le accarezza, le tasta, le fa vibrare e la
bocca continua estenuante a torturare il mio piacere.
Gli occhi continuano a fissarmi, cerca e trova, stringe e rilassa, scivola a
fare danzare i suoi capelli in un ballo erotico indecente.
Le metto le mani sulla testa, le prendo i capelli.
Lei, sa cosa vuole dire quel gesto.
Prendo a scoparle la bocca, adesso, dirigo io il concerto, lei, deve seguire
la musica…
Mette le mani sui fianchi e mi lascia libero di agire.
Quando spingo troppo, mi stringe sui fianchi per darmi un segnale.
Ha gli occhi lucidi quando sente il primo fiotto scaldarle il palato.
Piange, quando la vedo abbeverarsi del mio nettare bianco.
Adempie al suo ‘ dovere’ in modo completo,
Tutto come descritto nei racconti.
Quello che non avevo mai scritto, &egrave il suo;
– Grazie –
Tra le lacrime e i singhiozzi.
C’&egrave sempre da imparare, anche da una ragazzina di diciotto anni…
Lo scrittore dei desideri Manuela Carnalità

Quello che mi aveva trasmesso Manuela con quel suo ‘ Grazie’ era stato
struggente e mi aveva commosso.
Era stato qualcosa di oltre la logica.
L’emozione, aveva preso il sopravvento sul sesso, per quell’incontro, non ebbi
la testa per andare oltre.
Rimanemmo uniti ad accarezzarci.
Non l’avevo neanche spogliata.
Ero talmente confuso da quel suo gesto, che la mandai a casa con la promessa
di chiamarla, ma, senza approfondire oltre.
Mi trovavo davanti al computer con la testa a quel fatto.
Eccitato, scrissi per ore racconti erotici.
Ero un fiume in piena.
I pensieri s’intrecciavano con storie di sesso e amore.
Ricordo che feci anche una scopata virtuale con una certa Rosalba.
Poi, arrivò Manuela;
Andò subito alle sensazioni provate;
– Sei stato incredibile, &egrave stato fantastico sentirti godere per merito mio…
– Sei stata brava, non c’&egrave stato bisogno di riprenderti.
– Era impossibile sbagliare. Ti ho letto talmente tante volte, che tutto, &egrave
stato spontaneo. Ero l’eroina dei tuoi racconti che viveva realmente la storia.
– Brava…
– Quando ti rivedo?
– Hei, calma, gustiamoci questa prima volta!
– No, non mi basta…
Era un vulcano di passione.
Avevo ancora il dubbio di come fosse vestita sotto quel primo giorno,
– Cosa avevi messo sotto?
– Niente, solo autoreggenti e fica pronta per te…
‘Cazzo, se &egrave diretta!’
– Eri pronta a seguirmi all’inferno?
– Sono pronta da due anni…
Mi ero di nuovo eccitato.
– Vai ancora a scuola?
– Si.
– Ok, domattina salterai la lezione e prenderai una lezione di vita vera, ti
aspetto alle nove dove sai.
– Grande! Stanotte non dormirò a pensare che ti rivedo.
– Io, invece, dormirò, così sarò sveglio domattina.
Un saluto e chiusi.
————————–
—————————– —————————–
Ed eccoci Siamodi nuovo qui, sembra il secondo tempo di un film, la pausa. &egrave
finita.
lei, &egrave anche vestita uguale!
Le vado incontro al centro della stanza;
– Alza le mani e mettile incrociate dietro la nuca!
Mi guarda con quei suoi occhioni svegli, esegue.
La camicetta si tira.
Slaccio due bottoni, guardo i seni che cercano spazio, li aiuto io a uscire.
La bacio per la prima volta, &egrave un bacio sensuale.
Le mani accarezzano decise i seni e giocano con i capezzoli tesi e irti.
Sono belli e pieni, floridi e appetitosi, ‘dopo li assaggerò.’
Lei, mi scruta, segue ogni mia iniziativa.;
– Allarga di più le gambe!
Appena prende la nuova posizione, le spingo la mano sul pube da sopra la
gonna, facendola sospirare.
Scendo veloce alla fine della gonna e la tiro su violentemente facendole
perdere l’equilibrio;
– Non ti muovere!
– Scusa,..
Prendo i bordi della gonna e li metto dentro la cintura che la sostiene.
Guardo affascinato ed eccitato il suo monte di venere, la piccola peluria
curata, le grandi labbra lucide, leggermente schiuse.
I bordi sono ben delineati, si vede che ha avuto pochi rapporti…
Sarà parecchio stimolante stare dentro quella stretta fica, sarà entusiasmante
vederla crescere.
La mano gioca con le sue intimità, Manuela, comincia a sudare e a muoversi con
le anche.
Quando il primo dito entra in lei per conoscerla meglio, un piccolo gemito le
esce dalle labbra.
Ci guardiamo, poi, un secondo dito s’accomoda facendola gemere più
intensamente.
Guardo il seno che sobbalza vistosamente, ha il respiro flebile e lungo, cerca
aria a ogni mia spinta nel suo corpo.
Aumento il ritmo.
Chiude gli occhi, poi, ricordandosi dei miei piaceri li spalanca veloce e mi
guarda fisso.
Luccicano, sono pieni di vita.
Mi fermo;
– Rimani in quella posizione!
Lei, ha cominciato a tremare per l’eccitazione;
– Si, certo…
Con la sinistra, mi slaccio i calzoni, mi faccio scendere i boxer neri;
– Mettiti in ginocchio e tieni le mani dietro la nuca!
Esegue.
– Apri la bocca!
Adesso, ha la lussuria nello sguardo.
Si apre e aspetta.
Entro e esco piano;
Stringi le labbra quando spingo!
Esegue E io muoio di piacere a quella penetrazione…
Vado avanti per diverse volte con quel gioco sessuale, poi, decido che &egrave ora
di sentire il caldo della fica vera.
Le metto una mano sui capelli e li tiro per farla alzare.
Lei, smette di prenderlo e si fa alzare facendo un gemito di dolore.
Ci guardiamo, le tengo i capelli e la porto sul divano.
La faccio sedere.
La gonna, &egrave fradicia dei suoi umori, Anche le cosce sono bagnate.
Le accarezzo con dolcezza la vagina, i capelli sono di nuovo liberi;
– Lo sai che adesso ti scopo, vero?
La guardo con uno sguardo di furia sessuale;
– Si…
– E sai che potrebbe non bastarmi?
– Si…
– Cosa potrebbe succedere?
– Che mi vuoi anche dietro…
Gli appoggio il glande sulle grandi labbra;
– Dillo come piace a me, hai detto che mi conosci a mena dito!
– Si…
– Allora usa le mie parole.!
Spingo a farle sentire il cazzo leggermente dentro…
Lei, geme;
– Oh Dio…Potrebbe non bastarti e forse me lo potresti mettere anche nel
culo…
– L’hai mai fatto?
E spingo eccitato dal pensiero della sodomizzazione.
– No…quello no.
Entro a farla gemere ancora di più, la sento stretta, calda, bagnata, pronta,
– Dillo con le mie parole!
E spingo a farle sentire il maschio.
– Oh…Si…
Affondo e mi fermo;
– No, nessuno mi ha mai inculato…
– Adesso, puoi togliere le mani da dietro la nuca e stringerti a me!
Comincio a scoparla per davvero.
Esco quasi tutto e affondo sbattendo contro il suo bacino, le palle scuotono
il perineo e lei geme forte.
Si stringe con le braccia al mio corpo e allarga al massimo le cosce per
facilitarmi.
E io la scopo selvaggiamente, con il piacere dei sospiri dei gemiti delle urla
soffuse di parole interrotte…
– Oh dio, Oh Dio mio…&egrave due anni che aspetto questo momento…Oh Dio…
Godo per quelle frasi, per quelle parole.
Sono arrapato come un ragazzino.
Sono pronto.
Lei, sta già venendo, &egrave tutto uno scatto di nervi.
– Oh Dio, che bello… sto venendo…Oddio…
Lascio che sfoghi il suo piacere, quando si riprende, le parlo ansimante;
– Prendi qualcosa?
– No…
– Lo sai che io oggi verrò dentro di te!
– Si…
– Con la bocca sei brava, molto brava per la tua età, ma, oggi, non verrò in
quel modo…
– Si, me l’aspettavo…
– Il tuo scrittore, ti vuole totalmente…
– E io sono qui per lui…
Manuela Servizio completo

Manuela, si era dimostrata duttile e disponibile.
Io, mi ero dimostrato meno resistente di quello che pensavo.
Era ovvio che il fascino della freschezza, legata al pensiero di lei ancora
vergine analmente, mi aveva fatto partire con l’adrenalina e non avevo
trattenuto la mia voglia.
Adesso, dovevo recuperare del tempo per reintegrarmi fisicamente.
Lei, stava con gli occhi chiusi e le gambe ancora divaricate, respirava ancora
pesantemente.
Stava ancora smaltendo il suo orgasmo.
Scesi con calma a farle sentire quanta esperienza avessi con la lingua tra le
cosce di una donna.
Ne avevo tanta…
E lei, era così indifesa, delicata, disponibile…
Si meritava un regalo, prima che io mi prendessi il mio.
Misi le mani sulle cosce e le allargai.
Manuela, aprì gli occhi e mi guardò languida, quando capì cosa sarebbe
successo, si abbandonò completamente a me, chiuse di nuovo gli occhi e portò
indietro la testa, alzando le gambe per facilitarmi il passaggio.
Cominciai dalle cosce.
Piccoli giochi di lingua e saliva.
Vortici immaginari e scritte erotiche sull’inguine.
Tocchi veloci, piccoli morsi seguiti da gemiti e sospiri di lei.
Leccate secche e poi tenere, poi, guardai un attimo le sue grandi labbra
dischiuse, polpose e tremule, lucide, pronte a farsi esplorare…
Affondai…
Un gemito più forte, un brivido incoerente.
Io, che tenevo strette le gambe, la lingua che cercava e aderiva alla
clitoride, seguito da un mio pompino a quel piccolo pezzo di carne indurita e
ingrossata.
I gemiti sempre più intensi, le sue mani sui miei capelli a cercare un ritmo,
E io, senza pietà a farle saltare qualche battito di cuore.
Le sue frasi sussurrate, interrotte da sospiri.
Era un piacere sentirla crescere nel suo desiderio ormai convulso;
– Dio che mi stai facendo…
L’unica frase intera che avevo percepito, oltre ai capelli tirati nel momento
di massimo piacere.
Lasciai che sfogasse il suo piacere, che urlasse la sua soddisfazione, che mi
eccitasse…
Così fu!
Tutto, ebbe una logica naturale.
Lei soddisfatta e appagata.
Io sessualmente eccitato e pronto a prendere il mio regalo.
Smisi di darle piacere con la lingua e mi tolsi dalla sua fica piena dei suoi
umori.
Aveva un sapore delizioso, ma, era ora di prendere il mio piacere.
Lei apri gli occhi, vide il mio cazzo eretto, alzò lo sguardo a incrociare i
miei occhi.
Lesse la mia passione.
Si girò con dolcezza mettendosi a carponi sul pavimento, le mani lunghe a
prendere l’inizio del divano, si posizionò alla meglio, immaginando la
posizione migliore per essere sodomizzata;
– Fai piano, ti prego…
Non disse altro.
Aveva dato per scontato quel momento.
Sapeva che sarebbe successo.
E forse, era anche qualcosa che inconsciamente faceva parte dei suoi pensieri
erotici.
Sicuramente facevano parte dei miei, ma, questo lo sapevamo entrambi.
Manuela, aveva un bel culo!
Niente di esagerato, niente di spropositato.
Era giusto per il suo fisico.
Era sicuramente giusto per la mia libidine e per il mio cazzo.
Bisognava solo prepararla a modo affino che soffrisse il meno possibile.
Stava alla mia esperienza e alla sua resistenza al dolore.
A parte le cazzate che si leggono in molti racconti, la prima volta, &egrave
doloroso.
Avevo preparato degli unguenti specifici e cercai di fare il meglio possibile.
Il vero problema, sarebbe venuto nel momento della mia estrema eccitazione,
era quello il punto in cui dovevo stare calmo per non farla soffrire.
Avrei fatto il possibile per dominare la mia parte animale.
Lo pensai al suo primo urlo di dolore.
Lo pensai anche al secondo.
Cercai di ricordarlo quando mi chiese di fermarmi…
Lo ricordai lontanamente quando mi chiese di uscire che stava soffrendo
troppo.
Lo dimenticai quando le palle toccarono il perineo facendola vibrare come una
corda tesa.
Giuro, avrei voluto resistere…
I suoi gemiti, uniti alle urla strozzate, ai suoi;
-No…ti prego…-
Furono la mia perdizione!
Presi i fianchi e li strinsi forte.
Non feci all’amore, le scopai il culo! Quello, era il mio desiderio in quel
momento, fu quello che feci.
Il rispetto, era finito.
Non c’era cattiveria, era l’atto in se che portava quelle conseguenze.
Continuai a sodomizzarla fino a che non la sentii adeguarsi nel tentativo
fatuo di sentire meno dolore.
Forse ci riuscì!
Non lo so, non ricordo.
Quello che ricordo, era lei che sbuffava e sospirava.
Ricordo molto bene il momento in cui per la prima volta ebbe dentro di lei,
nel stretto tunnel, il mio caldo nettare.
Si adagiò per terra con il mio peso sopra;
– Cazzo! Che male…Mi sento bruciare tutto, Tu sei un pazzo scatenato…
Sorrisi a quelle affermazioni, stavo tornando ‘normale’
– Così impari ad avere un culo così ben fatto!
Mi guardò con uno sguardo tra odio e adorazione;
– Lo era fino a qualche minuto. Adesso, mi sa che ballerà più di prima quando
camminerò…
Le accarezzai le natiche;
– Dai, &egrave una questione di abitudine…
– Abituarsi a questo, sarà difficile, ma, credo che se voglio stare con te…
Sorrisi ancora, le diedi uno schiaffo sulle natiche facendola urlare per la
sorpresa;
Eh, si…Mi sa proprio che dovrai abituarti…

Lo scrittore dei desideri 7 Tempi moderni

E Manuela si abituò!
Per alcune settimane, c’incontrammo quasi ogni giorno.
Il desiderio rimaneva forte.
Le cose cambiarono quando mi contattò Romina, una ragazza del nord di trenta
cinque anni.
Era bisex dichiarata e mi provocava continuamente.
Ogni volta mi esponeva le sue serate sessuali e mi dichiarava guerra
mentalmente.
Estremamente sensuale e letterata, aveva il fascino della perdizione.
Manuela, era ormai una ragazza navigata e esperta, aperta e pronta a vivere la
sua vita.
Qualche giorno di pianto, qualche promessa fatua e una garanzia di eventuale
incontri nel futuro
ed ero pronto per una nuova storia con La bisex Romina.
Il mio problema con le donne, non era mai di esperienza sessuale, di quella,
ne avevo a stufo.
La difficoltà stava nell’eccitarmi mentalmente, dopo, tutto diventava facile e
spontaneo:
Romina, toccò le corde giuste.
La foto che avevo davanti, mostrava una discreta ragazza dai capelli neri
corvino e fisico slanciato.
Occhi inquietanti con un misto tra grigio e verde, profondi, viso ovale
classico, all’apparenza, alta circa un metro e settanta.
Era una foto provocante dove, si vedevano in trasparenza i capezzoli tesi
contro la stoffa di un foulard di raso colore arancione.
Le gambe sode e lunghe, abbronzate, venivano nascoste all’altezza dell’inguine
dallo stesso pezzo di stoffa leggera.
Tutto, era immaginabile, desiderabile, invitante…
Aveva un sorriso mistico con tratti evidenti di erotismo ricercato.
Sotto la foto, poche frasi;
– Disponibile per tutti…
– Gestibile per pochi…
– Geisha per pochissimi…
– Troia per quasi nessuno…
– Puttana, solo per te…
Poche righe che avevano toccato il mio eros!
Continuavo a guardare la foto immaginando oltre il foulard, mi sembrava di
sentire i suoi sentimenti, i suoi gemiti, le contorsioni del corpo, il battito
del cuore.
Insomma, mi ero eccitato un casino!
Quella sera, scopai furiosamente Manuela per l’ultima volta, con il pensiero a
Romina.
Il giorno dopo, cominciava la guerra di scritte nel gioco della seduzione.
Si stabilivano i primi approcci sessuali per capire, conoscere, eccitare,
stuzzicare…
Lei che si raccontava.
Io, che leggevo e chiedevo…
flashback di attimi e eccitazioni improvvise sui racconti intimi.
Desiderio crescente!
Arrivò il momento di organizzare un primo incontro;
– La tua amica verrebbe ?
– Assolutamente si, ho decantato molto il mio scrittore preferito e poi, lei,
&egrave come un cagnolino al guinzaglio, &egrave completamente innamorata di me!
– Ehi, spero che tu non gli abbia detto che sono un play boy incredibile, con
una resistenza sessuale eccezionale! Non mi piace raccontare cazzate, ne fare
figure meschine.
– Ma no, le ho detto che meriti di essere ‘ conosciuto’ e lei, si fida molto
delle mie sensazioni.
– Bene, direi che si può provare.
– Anche io.
– Ok, sabato prossimo alle quattro all’albergo ‘ tal dei tali’ per una
conoscenza reciproca?
Confermò il tutto entro dieci minuti.
—————————-
———————————— ——————
Una settimana dopo, le aprivo la porta dandole un bacio caldo e passionale, la
mano che scivolava sui suoi vestiti accarezzando il corpo.
Un gioco veloce di palpamenti e uno sguardo furtivo alla figura che stava
dietro di lei:
La ragazza bionda, era il contrario di Romina, faceva da contro altare.
Minuta, esile, sguardo fanciullesco, sicuramente molto più giovane e inesperta
di Romina.
Aveva un fascino virgineo.
Guardava curiosa ogni nostra iniziativa, si capiva subito che era una
dominata.
Smisi di baciare Romina e le parlai;
– Ciao, sono Maurizio
– Ciao, mi chiamo Rosa.
– Di nome e di fatto!
Quello che mi colpì subito, erano i suoi vestiti, si era vestita da Puttana e
questo, contrastava ancora di più con la sua immagine purpurea.
Era molto più casta Romina!
Era probabile avesse eseguito ordini della sua’ maestra’.
Le girai attorno e apprezzai il suo lato B, subito pensieri perversi partirono
a infuocare la mente.
Romina, aveva cominciato a scaldare l’ambiente accarezzando lascivamente il
mio sesso da sopra i calzoni;
– Allora, cosa abbiamo di buono qui?
Rosa, guardava la mano che cercava con malizia.
Io, guardavo lei e fantasticavo sul dopo.
Mi girai su Romina;
– Prima voi…
Non dissi altro, mi staccai da lei e mi sedetti sul divano.
Romina, mi bruciò l’anima con quel suo sguardo passionale, prese la ragazza e
le diede un bacio intenso, poi, fece seguire le azioni.
Le mise le mani sotto la gonna tirandola su e andò direttamente a spingere sul
monte di venere.
Guardavo Rosa contorcersi a quel contatto, aveva reclinato indietro la testa e
subiva passivamente l’attacco furente della passione di Romina.
Intravvedevo le dita che spostavano e forzavano l’intimità della ragazzina.
Sembrava di essere un personaggio astratto che rubava immagini.
Loro, ormai incuranti della mia presenza, fregandosene dei suoni e dei rumori.
Atmosfera irreale per le mie abitudini sessuali.
Di solito, dominante e partecipe dei giochi, restavo assente con la gola arsa
dal desiderio.
Concentrato sulle mani e sui gesti.
Ora distese sul tappeto, bramose e assetate di umori si scambiavano baci e
tocchi sempre più violenti e intimi.
Difficile resistere oltre;
– Venite qui…
Romina, mi guardò come risvegliata da un lungo sonno: prese in braccio la sua
vittima e la portò al patibolo del sesso.
Nudo e con le gambe aperte, sesso teso e famelico.
La fece mettere in piedi e girare di schiena verso di me, poi, la fece
scendere a cercare e trovare il glande infuocato.
Si guardarono avidamente negli occhi, Romina mise le mani sulle spalle di Rosa
, la baciò e insieme scesero a prendere il loro trofeo.
Calda, stretta, struggente nei suoi sospiri strozzati dal bacio della donna.
Ogni attimo, era un suggello di sesso per gli altri.
Misi le mani sui fianchi di Rosa e le diedi il mio ritmo.
Romina spostò le mani sui piccoli seni della ragazza e li avvolse
appropriandosene, cominciò un gioco di stringi e allenta che fecero mugolare la
piccola Rosa.
Non avevano mai smesso di baciarsi.
Cercai e trovai la fica di Romina e le feci un ditalino selvaggio.
Era un groviglio di sensazioni estreme.
Le natiche strette di Rosa sbattevano indecentemente contro il mio inguine
provocando brividi che mi si spargevano per tutto il corpo.
Le grida languide delle due ragazze, erano un colpo mortale per la mia
resistenza.
Io, ipnotizzato dai movimenti sussultori del corpo che danzava sul mio sesso,
mi sentivo molto vicino all’apice del desiderio.
Uno scambio di sguardi con Romina e il ritmo si fece più turbolento e
confusionario.
La prima a cedere le armi, fu Rosa.
Fece scatti improvvisi e aumentò la sua spinta a flagellarsi sul mio sesso.
Io, la seguii alzando il bacino per gustarmi completamente il contatto fisico
Venni insieme a Romina, lei, si contorse sulle mie dita e sul corpo della
ragazzina.
Fu la prima a riprendersi;
– Ehi ragazzi, io, sono quella che ha goduto di meno, vediamo di riprenderci
in fretta, ho un paio di voglie da togliermi…
Io, la guardai e poi con una mano, andai ad accarezzare i glutei di Rosa;
Si, anche io ho parecchie voglie da togliermi…

Ilo scrittore dei desideri 8 Tempi sempre più moderni

Andai in bagno a rinfrescarmi.
Presi fiato e mi gongolai per il sesso fatto con le due ragazze.
Quando tornai nella stanza, le due donne, erano avvinghiate in un coito orale
rovesciato, ossia, un bel sessantanove.
Rosa stesa sul divano, Romina con il sedere rialzato che navigava sicura tra
le cosce dell’amante.
Era uno spettacolo incredibilmente erotico.
Le due ragazze, riuscivano a dare quel tocco di eleganza che solo due donne in
amore possono dare.
Rosa, vedendomi, mi lanciò uno sguardo complice, evidentemente, Romina le
aveva anticipato i miei gusti sessuali preferiti, probabilmente, le aveva fatto
leggere anche qualche racconto.
Restai a guardare la lingua di Rosa che vorticava attorno al sesso di Romina,
seguendo tutto il perineo, preparando anche il piccolo bocciolo.
Romina, dondolava i fianchi a ogni tocco orale.
Era una forza della natura.
Il culo pieno e polposo, era un invito cruento per il mio sesso.
Cominciavo a sentire le forze sprigionarsi e il calore crescere.
Rosa, si dimostrò meno ingenua di quanto avevo pensato, mise le mani sui
glutei di Romina e li aprì volgarmente, mettendo in mostra il piccolo bocciolo
rosa e rugoso.
Come se non bastasse, dopo avere esplorato per bene tutte le parti intime di
Romina con la sua lingua, un dito forzò il piccolo canale di Romina facendola
gemere.
Vidi perfettamente la contrazione istintiva a quella penetrazione.
Ero eccitato!
Adesso, la mente, era partita e il sangue scorreva veloce nei posti giusti.
Mi avvicinai.
Presi una posizione chiara dietro la schiena di Romina e feci una piccola
genuflessione con le ginocchia in modo da portare il glande tra le natiche
della donna.
Scesi con la schiena a formare un unica figura, la lingua vicino all’orecchio,
prima a leccare, poi, a parlare;
– Bella, calda, sensuale, vediamo se anche stretta…
E spinsi…
Entrai facilmente.
Il suo lato B, era chiaramente abituato a quel tipo di ginnastica.
Un piccolo gemito strozzato tra le grandi labbra di rosa, un attimo di
tentennamento e, subito dopo, Romina seguiva tranquilla il mio ritmo spingendo
le natiche a confrontarsi con il mio sesso.
Rosa, era sopraffatta dal piacere, ogni mia spinta, si rivelava un affondo di
lingua nella sua fica.
Stava sospirando soddisfatta.
Gli sguardi che mi lanciava, erano compiacenti e ludici.
Le parlai mentre scopavo il culo della sua ‘maestra’;
– C’&egrave ne anche per te, dopo…
E, a quel pensiero, affondai forte per farmi sentire da Romina.
Il gemito di dolore piacere per l’irruenza dell’affondo si confuse con altri
sospiri e gemiti.
Ancora una volta, Rosa, fu la prima a godere, cominciò a stringersi con le
gambe sul viso di Romina cercando di placare e. se possibile, fermare le
succhiate feroci che stava subendo, ma, tutto fu inutile.
Si perse nel suo piacere urlando alla luna il suo desiderio estremo.
Romina, imperterrita, continuava a spingersi con violenza contro il mio sesso,
evidentemente, la sodomizzazione, la eccitava oltre la normalità.
Io, mi stavo gustando il rapporto violento che lei stessa aveva creato.
La sentivo poco aderente, ma, l’effetto della posizione e la veduta delle
natiche che frementi sbattevano contro il mio inguine, creando movimenti
incoerenti, erano esaltanti!
Continuai a sbatterla selvaggiamente come voleva lei.
Venne prima lei.
E, mentre veniva, mi disse un sacco di parolacce.
Rosa, era felice e si gustava l’amplesso bestiale che si stava consumando
sopra di lei.
Questione di secondi e seguii la mia bella socia.
Era stato un godimento molto intenso.
Stavo respirando a fatica, ero stremato dal piacere, avevo bisogno di tempo
per continuare.
Mi alzai e mi buttai sul divano, stanco e senza forze.
Rimasi basito a guardare le due ragazze che si cercavano ancora.
Mi accesi una sigaretta e guardai il loro amplesso fatto di tocchi e giochi
erotici sui corpi.
Con la mente, le avrei scopate di nuovo tutte e due. Poi, mi sarei fatto fare
un bel pompino da entrambe e infine, avrei tenuto per ultimo il culo di Rosa,
sicuramente più stretto e meno abituato di quello di Romina.
A parole, o a scritti, le avrei distrutte, nella realtà, il mio sesso non
seguiva le mie voglie erotiche.
Restai tranquillo a fumare beandomi di quello che vedevo.
Di nuovo, ebbi la sensazione di essere uno spettatore incuneatosi per caso nel
loro gioco.
Romina, metteva in quel rapporto, tutta la sua esperienza di donna matura,
Rosa, imparava e cercava di stare al passo della natura ambigua di Romina.
Erano un vulcano in eruzione.
Romina ci metteva la lava e Rosa, il cratere che esplodeva e eruttava.
Fantastico rapporto saffico.
Assimilavo ogni loro contatto, ogni movimento, ogni scatto…
dieci minuti di perdizione.
Un film per pochi!
Purtroppo, anche dopo dieci minuti, il mio sesso rimaneva esente da pruriti
nuovi.
Rimasi concentrato ad aspettare il momento dell’apoteosi.
I ritmi aumentarono, insieme ai gemiti e ai sospiri.
Poi, scatti frenetici e a seguire, silenzio improvviso, respiri faticosi,
cuori impazziti…
sempre più voglia di scoparle.
Erano passate diverse ore dall’inizio di quella giornata infuocata.
Stavo ancora pensando al culo di Rosa, avrei chiesto a Romina di prendermelo
tra le sue calda labbra per vedere se si rimediava qualcosa di decente.
Il campanello alla porta, interruppe i miei pensieri.
Guardai sconcertato le due ragazze, vidi che Romina sorrideva, la guardai
curioso;
– Sarà Mauro!
– Mauro?
Ah, si, non ti avevo avvisato, ma, ho pensato che sarebbe stata dura portare
avanti da solo questa giornata, così, ho pensato di invitare un altro mio ‘
amico’ Mauro…
‘ Cazzo’ pensai ‘ Ma che razza di troia &egrave, questa Romina?’
La guardai alzarsi e andare ad aprire la porta nella maniera più naturale del
mondo, era ovvio che questo tipo di esperienze, faceva parte del suo
repertorio.
Rosa, si era girata a pancia sotto mettendo le mani tra tappeto e viso, il
culo svettava invitante.
Parlò per la prima volta;
– Hai invitato anche Mauro? Oh Dio, povere noi…

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Lo scrittore dei desideri Mauro, Il violento

Guardavo Mauro con quella diffidenza e invidia verso un uomo che non
conoscevo.
Dovevo ammetter che vestito faceva la sua bella figura.
Ricordava tanto i modelli delle passerelle di moda maschile, ma, aveva
qualcosa di perverso nello sguardo.
Scrutava tutto di quella piccola stanza e non mi sfuggì lo sguardo tagliente
verso le ragazze.
– Ciao.
Risposi con un mezzo sorriso sforzato
Era la prima volta che a un mio incontro con donne, partecipava un altro uomo
che non fosse stato invitato da me e la cosa non mi piaceva per niente.
Cercavo di essere il più disinvolto possibile dando una parvenza di sicurezza.
Romina, era corsa ad abbracciare e tastare il suo invitato.
Rosa, rimaneva in disparte guardandolo con gli occhi bassi.
La frase che aveva detto, unito al comportamento che aveva in quel momento, mi
fece pensare che l’esperienza vissuta, doveva essere stata tosta.
– Vedo che vi siete divertii parecchio anche senza di me.
– Abbiamo scaldato l’ambiente- Rispose Romina
Cominciò a spogliarsi mettendo in mostra un fisico notevole.
Quando rimase nudo feci le mie debite considerazioni.
Più o meno, eravamo dotati nello stesso modo, evidentemente, c’era qualcosa di
altro che inquietava Rosa.
Decisi di prendere tempo e fare da spettatore, onde evitare sorprese
spiacevoli.
Mauro, non perse tempo, mise Romina a carponi e la prese con decisione
facendola sospirare.
Mentre la penetrava, le tirava forte i capelli, poi, la picchiava sui seni,
sul sedere, sui fianchi, facendola gemere e urlare.
E più usava le mani, più la scopava furiosamente.
Ecco cosa intimoriva Rosa, la violenza del ragazzo!
Non era il tipo di rapporto che interessava a me, ma, se, a loro piaceva in
quel modo, che facessero pure, avrei osservato e valutato per eventuali nuovi
racconti per i miei lettori
Rosa, si tenne in disparte fino a che non fu chiamata dall’amica.
Andò remissiva vicino a loro, sapeva già cosa doveva fare.
Si sdraiò vicino a Romina e cominciò a usare la lingua per tutti posti
raggiungibili stando con il sedere rialzato a disposizione del giovane.
Mauro, cominciò a darle schiaffi violenti sulle natiche facendola mugolare
intensamente.
Usava troppa forza!
Presto, i glutei di Rosa presero un colore rossastro e violaceo.
Mauro, quando decise che bastava quello che aveva fatto, uscì veloce e si
posizionò dietro Rosa , le prese i fianchi e spinse nel suo stretto bocciolo a
infierire.
Questa volta, Rosa urlò per il dolore smettendo di dare piacere, si raddrizzo
come sotto un colpo di frusta e cominciò a lamentarsi vistosamente.
Si vedeva chiaramente che soffriva quella penetrazione brutale e inattesa, ma,
resisteva stoica.
Piccole lacrime che scivolavano inerti sul viso, prontamente leccate da
Romina, la quale, cominciò a baciarla e a masturbarla
Rosa, si era piegata verso il pavimento e aveva alzato il culo per favorire la
sodomia.
Mauro, riprese a picchiarla sul sedere e sulla schiena, poi, le prese i
capelli e li tirò forte verso di se, obbligandola a fare un movimento a ritroso
che inevitabilmente spinse al massimo lo scontro dei sessi;
– Basta, mi fai male…
Niente!
Era evidente che la violenza faceva parte del suo modo di fare sesso e che
Rosa, era la vittima giusta per i loro desideri.
Romina, cercava di tranquillizzarla e eccitarla sessualmente.
– Non vieni?
– No, preferisco stare qui.
Ci scambiammo uno sguardo, era uno scontro di potere.
Aumentò il ritmo continuando a guardarmi fisso.
Chi ne pagava dazio, era Rosa.
I suoi lamenti, erano sempre più flebili, ormai, si era abituata a quella
cattiveria gratuita, cercava di prendere quel poco di piacere che trovava,
baciando Romina e facendosi accarezzare da lei.
– Mi fai male…
Ogni tanto gli ricordava quello che stava subendo, ma, rimaneva impavida a
farsi brutalizzare.
Mauro, non cedeva di un millimetro, continuava a montarla con cattiveria
facendola sobbalzare.
Non mi piaceva quel modo di fare sesso.
La mente non partiva per la tangente.
Vedevo solo violenza e cattiveria.
Avrei voluto fare qualcosa, ma, quel rapporto, era consenziente,
evidentemente, ero io che ero fuori luogo in quell’amplesso bestiale.
Mi alzai e presi i vestiti, cominciai a vestirmi sotto lo sguardo indagatore
del pazzo scatenato.
Romina, quando vide quello che facevo, mi guardò perplessa;
– Ci lasci?
– Si, non &egrave un gioco che mi eccita.
Mauro, cercò di creare imbarazzo, voleva lo scontro fisico oltre che mentale;
– Sarai mica checca?
Lo guardai con un sorriso ironico;
– Sarebbe sempre meglio di quello che sei tu quando fai sesso.
Rosa, mi guardò con lo sguardo angosciato, non disse niente, continuò a
dimenare il culo sotto l’attacco cruento del sesso di Mauro;
– Ci sentiamo dopo?
Guardai Romina, questa volta, avevo gli occhi velati di tristezza.
– No, Non ci sentiamo, ne ci vediamo più.
Passai al loro fianco e diedi una carezza sul viso a Rosa;
Avrei voluto dirle mille cose, invece, uscii con la morte nel cuore per lei…

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