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LONA,Padrona della mia vita

By 4 Dicembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Il sole già basso dietro le case del paese incendia ancora tutto con il suo circuito rosso. Nel vento caldo del tramonto cartacce e polvere volano giù per strada. Guardo fuori dalla finestra della cucina consumando gli ultimi resti della cena. Ragazzi e cani giocano per strada. Il traffico dei camioncini incessante di mattino ora &egrave inesistente. Mi alzo per preparare il caff&egrave quando Lona sbuca dalla porta. ‘Vieni di là,spicciati.’ Dice.
Non ho dovuto neppure sentire quello che ha detto per capire cosa volesse. Mi &egrave bastato scorgere com’era vestita. La vestaglietta rosa con le piume,le mutandine bianche,il seno flaccido e tondo in bella mostra. &egrave venerdì sera e prima di recarsi al locale vuole che le lecchi la figa a modo.
Le piace così,la rilassa.
A me sta bene. D’altra parte non posso rifiutarmi.
Lei mi tiene per le palle.

Da quando un e mezzo fa mi sono ripresentato da lei con un solo cambio di mutande in una borsa dell’adidas chiedendole perdono per essermene andato 7 mesi prima senza dirle niente e con 1,500 dollari in saccoccia rubati dal suo locale con la complicità di Mary. Mary era la mia ragazza. Ce ne andammo a S.Francisco la notte stessa attraversando il confine in auto senza problemi con la toyota di lei e il mio passaporto italiano.
Ero venuto da Firenze a Cabo Sesto cinque anni prima per fare l’animatore in un club francese. Dopo un anno ci avevano dato il benservito. 50 persone,licenziate. Siccome mi ero sputtanato i soldi dei primi stipendi e quello che mi ero portato dall’Italia in feste,donne e coca,mi ritrova senza un soldo a giro per Cabo Sesto. Una sera capiti nel locale di Lona. Un strip-bar di quart’ordine con annessa cucina. Lei stava alla cassa. Due cicane bruttine ballavano sul palco nel mezzo della stanza spoglia,vari tavolini di legno e pochi avventori. Chiesi da mangiare e una birra. Pagai con gli ultimi soldi.
‘Questi erano gli ultimi ‘ feci dando i soldi a Lona ‘ non me ne rimangono più..’ lei sorrise e guardò oltre.
‘Mica hai da offrirmi un lavoro?’
Silenzio.
‘Cio&egrave posso fare l’aiuto cuoco,il dj e..
‘Sparisci.’
Uscii dopo aver finito la birra,guardandola male.
Rimasi per strada fino a sera cercando di rimediare due spicci cantando canzoni italiane per strada. Feci appena per due birre. Riprovai qualche ora dopo,ma uno sbirro venne a dirmi di smetterla. Stavo andando quando mi sentii chiamare. La padrona del bar mi stava fischiando di raggiungerla. Era sul marciapiede a fumare. Alla luce del sole mostrava una cinquantina d’anni,forse più. Bassa,corpo flaccido,seno grosso. Volto piacevole ma imbronciato,grosse labbra color rosso,rughe,occhi scuri,segnati da rughe profonde,come attorno al mento. ‘Sei ancora in giro?’ ‘Sì. allora ci ha ripensato?ha un lavoro per me?’
Rise di gusto. ‘Che figlio di puttana!’
‘In effetti avrei qualcosa per te! Ti do 10 dollari se me la lecchi stasera..’
‘Cosa? Leccarti..la figa??’
‘E che cosa? La mia lampada da comodino?’
‘Una marchetta,insomma’?’
‘Mettila come vuoi. Ti do 10 dollari.OK?’
‘Sono pochi per una marchetta. Facciamo 25?’
‘Sono troppi per una leccata di figa. 15 e non uno di più!’
‘Accetto!’

L’appartamento era proprio sopra l locale, dalle finestre aperte si potevano sentire gli schiamazzi degli ubriaconi e la musica. Lona era una donna decisa a quanto capivo,ma anche una vecchia troia a cui piacevano i ragazzi. Se me la fossi giocata bene forse avrei rimediato un lavoro,oltre a 15 dollari che mi servivano quanto l’aria.
‘Serviti una Pepsi dal frigo,nella mia aggiungi del rum,Barcadero,e vieni di qua. ‘ disse. Preparai da bere per entrambi e bevvi due sorsate di fila del rum. Scese caldo e forte nello stomaco e in mi salì in testa veloce.
‘Muoviti,ragazzo,che non ho tutta la notte!’ urlò dalla camera. La raggiunsi. Era seduta con le spalle alla testiera del letto,indossava una vestaglia trasparente rosa,il seno debordante in un reggipetto bianco,calze rosa alle gambe,i rotoli in eccesso(non molti ma visibili)della carne abbronzata e rugosa,attirarono la mia attenzione. Schifo? Fastidio? Rimpiansi di non aver bevuto altri due bicchieri di rum. ‘Ecco..’ ‘Bravo ‘ brindò a noi ‘ e adesso,ficca la tua testa qua sotto,caccia fuori la tua linguetta e baciami la figa fino a farmi venire..’ e mostrò la sua figa nera,vecchia,rossa e con cespugli di peli neri. Sorridi,bevvi un sorso di Pepsi e mi chinai su di lei. Lona si allungò in avanti,mi mise una mano sulla testa e mi spinse giù. Affondai fra le sue labbra,tirai fuori la lingua di scatto e le baciai. Leccai la figa e baciai con calma,con relax. Leccando e baciando alternavo soffi nella cavità della figa. Lona apprezzava e mi teneva con dolcezza la nuca,spingendomi piano sempre più in basso,leccavo e baciavo. Le toccavo le cosce con le mani e lei gradiva. Mugolava piano,ripetendo a intervalli le parole Oh Baby’ Oh Baby’ Oh Baby’spinsi la lingua più a fondo,la facci immersa nella figa di quella vecchia baldracca. Mi piaceva,il rum mi girava in testa. Baciavo e leccavo a fondo. Oh Baby’diceva e mi spingeva la testa. Oh Baby’ed io leccavo più a fondo. Oh Baby’e baciavo e toccavo le sue cosce flaccide,rugose,abbronzate,profumate di essenze francesi e messicane,essenze di troia. Oh Baby’ Oh Baby’mi alzai per bere dal suo bicchiere,avevo voglia di rum. ‘Cosa fai? Torna qua,ragazzo..non abbiamo ancora finito..’ bevvi lunghi sorsi e sentii la testa girare..finii la bevanda e tornai con la testa sotto. Ripresi da dove avevo lasciato,baci,leccate,cosce. Ficcavo in fondo la lingua,lei godeva,la sentivo gemere e la lussuria salire. La sbirciai e il suo volto maturo,abbronzato,i capelli neri lunghi sulle spalle,sciolti,gli occhi chiusi nel piacere che le davo. Oh Baby’ Oh Baby’ Oh Baby’venne. Uno scarico di umori forti,poi un leggero fiotto di piscio caldo,forte. ‘AHHHHhhh,sìììììììììììì,ahhhhhhhhhhhhhhhh ohh ohh sìììììììì’ gemeva di gioia.
Mi beccai la piscia in faccia senza fiatare,anche perché lei non mi aveva mollato la testa e la tenne lì per darmi una lezione.
Si riprese lentamente.
‘Bravo,ragazzo,sei stato bravo,te le sei meritati quei 15 dollari. Prendili ‘ e mi dette 3 banconote piegate ‘ datti una rinfrescata alla faccia e levati dai coglioni!’
Afferrai i sodi e li misi nei jeans. La guardai.
‘Mi chiamo Tommaso.’
‘Piacere,Lona. Lona Pasena.’
‘Se torno domani c’&egrave un lavoro per me giù al locale?’
Lei mi squadrò. Sorrise. Si accese una sigaretta.
‘Riempimi di nuovo il bicchiere,te lo sei scolato tutto.
Vieni domani alle tre. Chiedi di Horatius. Ti darà da fare qualcosa lui.’
‘Grazie.’
Il giorno dopo mi presentai da Horatius che mi sbatt&egrave in cucina e a fare lavori pesanti. Mi davano 30 dollari al giorno,una miseria,ma meglio che niente. Sgobbai fino al venerdì sera, poi quel giorno Lona mi fece chiamare: ‘Ho un lavoretto per te. Alle sei fatti trovare nel mio appartamento ho voglio di farmi leccare la figa come l’altra volta..’ ‘Agli ordini’ dissi.
Salii alle cinque e mi scolai un po’ del rum speciale di Lona,quando arrivò anche lei ero già ubriaco. Si cambiò con la solita vestaglia e mi chiamò. Non dovette dire quella volta. Appena aprì le gambe per mostrarmi la figa pelosa,mi accucciai e iniziai subito a leccare e succhiare. A Lona piaceva e questo era bene per me. Venne come la volta prima,con pisciata annessa. Bevvi e succhiai tutto.
‘Bene!’ approvò lei.
‘Il solito?’ feci ammiccando ai soldi che porgeva. ‘Solito,dolcezza..’
‘Grazie.’
‘Che ne diresti di affiancarmi alla cassa?’
‘Oh sarebbe un onore..’
‘Ma io voglio fidarmi. Sarai anche il mio uomo?’
‘Ne sarei onorato-mentii- ti amo!’
‘Stronzo,non sottovalutarmi..’

Così divenni il ragazzo di Lona.
Fu un colpo di fortuna.
Gestivo la cassa con lei. era una jena,controllava tutto,ma mi passava 25 dollari il giorno per i miei vizzi. Mangiavo a colazione,pranzo e cena. Scopavo con le ragazze del locale: Janes,Rosey,Giovanna e vivevo in casa di Lona. Ciò comportava che stavo a suo servizio quando ne aveva bisogno,preparavo da mangiare e drink,le facevo un servizi etto di lingua quando ne aveva voglia.per il resto godevo di massima libertà. I problemi giunsero con Mary. Una californiana di passaggio a Cabo Sesto che conobbi in un locale del porto. Era una tipa allegra sui vent’anni che era scappata dall’università e da una famiglia impicciona e opprimente. Era bella Mary,capelli biondi,occhi chiari,un nasino alla francese e un corpo,magro sì,ma con due belle tette che avevano già attirato l’attenzione di un sacco di papponi della zona che volevano indirizzarla verso la prostituzione. Le dissi che era meglio per lei tenersi alla larga da certa gente,meglio fare qualche spettacolo da Lona,intascarsi qualche dollaro a serata e magari scegliere se farsi un cliente ogni tanto piuttosto che esserne obbligata. La presentai a Horatius e prese a lavorare da Lona. Eravamo anche amanti,scopare con Mary era un piacere va detto,Lona sospettava o sapeva ma non me ne voleva. Mary era giovane,carina da morire,simpatica e scopava come una gatta in calore. Le piaceva essere sodomizzata e farsi sborrare sul pancino,lo facevamo da lei,un appartamento sul porto,quando era libera. Lavorava da noi 3 volte alla settimana,certe volte si portava a casa dei clienti passabili,soprattutto yankee in gita di piacere,gente con qualche soldo in tasca,piuttosto che gli sfigati del posto,ma per lei,va da sé,quella vita non bastava. Una sera,dopo che avevamo trombato ed eravamo nudi,appagati e stanchi a mangiare pane e crema di formaggio sul letto,mi chiese se Lona guadagnasse molto con il locale,se la cassa il sabato(giorno di maggiore afflusso di clienti)era controllata strettamente,ecc. sapevo dove voleva andare a parare,ma non ero convinto. Lona &egrave una furba,i soldi li porta in banca 2 volte la settimana,il lunedì e il venerdì,in casa tiene poco. La cassa &egrave sempre sotto il suo controllo,eccetto quando sale di sopra a rifarsi il trucco o a mangiare qualcosa,ma quando lo fa chiama Horatius e quello &egrave uno tosto. Spiegai a Mary. Lei lasciò perdere per un po’ poi tornò alla carica. Diceva di avere un piano,lei poteva distrarre Horatius con una scusa,io avrei preso i soldi e in 2 ore saremmo stati in California. Ero dubbioso,rubare non era una cosa per me,non ci ero capace,avevo paura e tutto sommato non mi pareva giusto. Certo quello era un ambiente borderline,Horatius era un figlio di puttana che faceva il pappone sfruttando delle poveracce,così pure Lona,quei soldi erano sporchi come la merda,ma era comunque rubare a una donna che mi aveva preso in casa,mi aveva dato un lavoro e mi considerava persona di fiducia. Mi stavo abituando infatti alla vita a Cabo Sesto con Lona. Lei era una padrona che lasciava correre molto e non mi chiedeva tanto in cambio ai miei servizi di lingua e qualche volta una scopata come si deve,come diceva lei. Le piaceva,oltre a farsela leccare,anche farsi chiavare. Certe volte mi fermava sulla porta di casa: ‘Dove vai bellezza? Stasera ho voglia di farmi scopare un po’. Fatti una doccia,mettiti il profumo che ti ho comprato io,le mutandine rosse e porta il tuo culo in camera!’
Così lei in vestaglia rosa,le tette gonfie e mature al vento,la passerina rugosa e grossa mi aspettava in camera. Io arrivavo con le mie mutandine rosse,tutto profumato e iniziavo a leccarle le tette,succhiavo i capezzoli scuri,li tiravo e mordicchiavo,baciavo e succhiavo ancora,poi ci baciavamo a lungo come amanti mentre le toccavo la fica,infilavo due dita in quella caverna calda,poi tre,infine lei prendeva a succhiare il mio cazzo,da buona ex-puttana era una che ci sapeva fare coi pompini,mi faceva venire l’uccello bello duro e allora la prendevo con forza,glielo ficcavo dentro ed iniziavo a pompare. La sbattevo a lungo mentre lei mi teneva le mani sul culo,dandomi la spinta che preferiva. Il ritmo saliva,io scopavo,ficcavo,entravo,uscivo da lei,poi scoppiavo venendo dentro al sua figa vecchia,calda,accogliente e profonda di donna lussuriosa e canaglia.
Era una vita tranquilla che,devo confessare,mi piaceva. Ma Mary era una ragazza che aveva argomenti. Faceva la stronza,non me la dava più,minacciava di dire di noi a Lona,di vendicarsi con altri ecc. io non seppi fermarla. Che parlasse pure con Lona!tanto lei era sveglia da saperlo di già! Che fregasse i soldi con chi volesse,non con me! Ma alla fine,con il timore che lei scappasse con Jimmy,un nero di Londra che le stava attorno da tempo,mi lascai convincere. Che scemo! Un sabato lei distrasse Horatius mentre Lona era di sopra,io scivolai al banco della cassa,ficcai tutti soldi in una busta nera e aspettai Mary nella Toyota. Scappammo verso la mezzanotte e poco dopo eravamo già in California. I soldi erano pochi ma ce li godemmo almeno per un mese. Un bell’albergo,fumo,birra,scopate selvagge e tutto il resto. Quando finirono i soldi Mary si mise a fare pompini ai clienti dell’albergo per pagarci la camera,ma ci scoprirono e cacciarono. Passammo da una casa di amici di Mary all’altra,fino a che lei non si annoiò di me e mi lasciò per un tipo di Chicago. Mi ritrovai da solo,senza un posto dove andare. Feci qualche lavoretto e l’accattone in giro,ma una notte,un paio di messicani mi rubarono tutti i pochi soldi che avevo,mi gonfiarono di botte e per poco non mi ammazzarono lasciandomi stordito e privo di forze in un vicolo di S.Francisco. senza soldi e senza idee,passai il confine e rimediai un passaggio per Cabo Sesto,Lona era l’unica persona che conoscessi in quella parte di mondo,se lei mi avesse ripreso con sé bene,altrimenti avrei cercato di rimediare i sodi per tornare in Italia e l’avrei fatta finita con le Americhe.

Quando mi presentai al locale Lona mi squadrò come uno stronzo. Mi venne incontro e mi mollò uno schiaffo in faccia con una forza incredibile. Gli avventori e le poche ragazze di Lona risero come matte. Lona mi prese per un orecchio e mi portò da Horatius. Questi quando mi vide mi mollò un cazzotto in faccia e mi prese per il collo. ‘Hai i miei soldi,stronzo?’ chiese Lona.
‘No..’ e Horatius mi dette un pugno nello stomaco.
‘E allora che cazzo vuoi?’
‘Voglio chiederti perdono,Lona,sono stato uno stronzo e un coglione. Ti chiedo perdono. Vorrei tornare a lavorare da te. Puoi fidarti,ho capito di avere sbagliato,ma quella Mary mi aveva succhiato il poco cervello che avevo. Sai che non ti ho mai fregato un spiccio in casa e che ho sempre fatto quello che mi chiedevi senza fiatare. Ho sbagliato lo so,ti chiedo scusa. Sono cambiato. Lo giuro. Fidati. Riprendimi con te. Non farò più stronzate”
‘Come posso fidarmi?’ù
‘Mettimi alla prova. Ti prego”
‘Vuoi che sbatta fuori questo italiano del cazzo,Lona? Lo gonfio di botte che non proverà mai più a farsi vedere in giro” fece Horatius minacciando il pugno.
‘Noo..ti prego Lona non farmi questo. Ho sbagliato,ma riprendimi con te’posso esserti utile lo sai” strinsi gli occhi temendo che Horatius mi mollasse un altro pugno in faccia.
‘Lascia perdere..Horatius..vai pure..ci penso io a questo figlio di troia..’
‘Grazie Lona’sei così gentile’ti prego’sai che ti amo..cio&egrave sono legato a te”
‘Non fare lo stronzo con me..già il fatto che non abbia ancora chiamato la polizia..’
‘Lo so..sei gentile..grazie’dai dammi una seconda possibilità’lo giuro..non ti tradirò ancora’puoi stare tranquilla,&egrave stata colpa di Mary e del mio cazzo’sono uno stronzo lo so..ma tu sai che con te sono sempre stato sincero e fedele..e poi come te la lecco io”
‘Questo &egrave vero la tua boccuccia e la tua lingua ci sanno fare con la mia fighetta’,ma non può essere così semplice”
‘Farò tutto quello che vuoi,Lona,lo giuro,fai tu le condizioni,ti prego,ma riprendimi con te’dai..ti prego” mi gettai ai suoi piedi e piangendo la supplicai ancora. Baciavo i suoi piedi e le chiedevo perdono. Lei mi tirò per i capelli,mi mollò un altro schiaffo sonoro e mi disse:
‘Vai di sopra. Più tardi verrò da te e ti spiegherò le mie intenzioni. Muoviti. Fatti una doccia e aspettami di sopra! Vai!’
‘Grazie,Lona,sei una vera donna,una donna di cuore!’ e scappai di sopra.
Salì dopo la chiusura del locale. Aveva fatto in modo che mi sentissi in colpa e niente affatto certo della mia sorte. Dopo la doccia aveva riposato un poco e poi mi ero messo a bere il rum.
Quando arrivò mi precipitai a prepararle rum&Pepsi e inizia a blaterare:
‘Lona,tu che sei una donna comprensiva’lo so che sono stato uno stronzo,ma ti ridarò tutta la cifra..col tempo,concedimi 6 mesi’sei così bella e gentile con m..’
Mi mollò uno schiaffo in piena faccia.
‘Ascoltami bene. Da questo momento tu sei Mio. Fino a quando non avrai estinto il debito non ti concederò di andartene,se scapperai o farai stronzate ci penserà Horatius a conciarti per le feste e se scapperai,il sergente Agogno,che mio amico e amico delle mie ragazze,diramerà in meno di un’ora un mandato di arresto nei tuo confronti e non riuscirai a passare la frontiera e finirai in prigione e le prigioni di queste parti non sono quelle italiane..ora dammi il tuo passaporto,lo terrò io fino alla scadenza del nostro contratto. Poi ci sono le mie regole. Ma prima il passaporto.’
Titubante(ma in che guaio mi stavo cacciando?era la fine della mia libertà?)glielo detti. Lo fece sparire in cucina. Tornò:
‘Bene. Tu sarai il mio aiutante tuttofare. Prima per te verrà la cura della mia persona. E sai cosa intendo. Bei lavoretti di lingua e qualche scopata quando ne avrò voglia. Poi aiuterai Horatius al locale. Dormirai qui e dovrai comunicarmi tutti i tuoi spostamenti. Non mi interessa se andrai con altre donne,ma prima verrò sempre io,intesi? Scopa quanto vuoi,ma prima devi pensare alla mia passerina e solo dopo potrai uscire. Ti darò 10 dollari il giorno.’
‘Come,ma sono una miseria..’
‘Zitto non sei in grado di mercanteggiare. 5 me li terrò io per estinguere il debito e gli altri 5 te li darà a fine giornata Horatius.’
‘Ma Lona..5 dollari,”
‘Silenzio. Ora sono stanca. Vattene a letto e domani vedremo se sarai ancora disponibile ad onorare il contratto. Ma decidi in fretta,se vuoi andartene vattene domani mattina. Ti ridarò il passaporto e Horatius si accerterà che non ti verrà mai più l’idea di passare da Cabo Sesto. Se resti le regole le sai. Buonanotte!’ e se ne andò.
Ubriaco mi addormentai,ma all’alba ero sveglio e impaurito. Casa fare? Andarmene ora? Avrei potuto chiedere il passaporto a Lona e scappare prima che Horatius fosse svegliato e si mettesse sulle mie tracce. Ma dove andare? Non avevo un soldo e i pericoli della vita di strada non facevano per me. D’altra parte rimanere da Lona era consegnarmi nelle sue mani. Sarebbe diventata padrona della mia vita. Cosa decidere? Ero sveglio e lucido,ma stanco e privo di forze per continuare a fare il randagio e sperare di tornare in Italia dove avrei comunque dovuto ricominciare tutto da capo. Chinai la testa e scelsi di rimanere.
Preparai colazione a Lona e giela servii a letto.
‘Oh,vedo che hai capito subito come si tratta una Signora. Bravo! Allora hai deciso di restare?’
Silenzio.
‘Parla!’ mi intimò. Era nuda a parte la solita vestaglia rosa trasparente. Il seno pesante e debordante,con i capezzoli neri,vecchi come pistacchi ammuffiti mi fissava. La fica spelacchiata mi intimoriva muta e altera. Lona aveva grosse borse sotto gli occhi e il volto struccato mostrava tutta la sua età e una vita di sbattimenti.
‘Resto” mormorai alla fine.

Alla fine della settimana Lona mi portò fuori a suggellare il nostro patto. Cenammo in una pizzeria e andammo a bere in un pub. Era una bella serata fresca di inizio estate e c’era baldoria in giro. Bevemmo vino in un bar all’aperto. Lona era allegra ed io mi sentivo bene,rilassato, tranquillo. Andammo a ballare in un posto di gringos. Bevemmo tequila e Lona era felice. Indossava un top verde che le stringeva il seno pesante,una gonna bianca molto corta,aveva belle gambe,tacchi e truccata come una troia, le avevo suggerito di legarsi i capelli in alto e lei lo fece,così potevo baciarla sotto il collo-dissi ammiccando e la bacia a lungo sul collo,sotto l’orecchio- lei era contenta,si lasciò strusciare e baciare come una vecchia troia con il suo giovane amante di fronte a quei gringos allupati. Ci baciammo ballando e un vecchio bifolco si fece avanti per chiedere un giro a Lona. Lei rifiutò e mi disse: ‘Adesso andiamo a casa,ho il tocco finale della serata. Per suggellare il nostro patto..’
‘Che cosa?’
‘Zitto,lo vedrai a casa.’
In taxi tornammo da Lona, bevemmo ancora vari bicchieri di rum. La baciai a lungo appassionato e le ripetevo che era bellissima quella sera. Lei gradiva e godeva. ‘Posso leccartela,Lola? Lo voglio. Voglio farti godere come piace a te. Come piace a noi. Come ci siamo conosiuti”
‘Sei un tesoro. Ma ti parlavo di una sorpresa finale. Vai in camera. Spogliati e aspettamo disteo a letto. Vai..’
‘Sì, Lona..’
Andai in camera e mi spogliai. La sentii trafficare nel bagno. Tornò. Era nuda sotto la vestaglia rosa. Ma in mezzo alle gambe sbucava un fallo di gomma appeso alla vita con delle corde di pelle nera.
‘Ehi-scattai in piedi-che idee hai? Andiamo..non scherzare..’
‘Non scherzo bellezza. Credevi che ti avessi perdonato così facilmente? Mi tradisci con una troietta di vent’anni. Mi rubi 1,500 dollari e scappi come un figlio di puttana nella notte. Ti ripresenti dopo qualche mese con la faccia tosta di chiedere perdono e un lavoro. E vuoi che io te la faccia passare così facile?’
‘Andiamo Lona’non vorrai mica’ no..io’daiiii..
‘Zitto,prepara il culo che staserà sarà mio. Sarà un piacere sverginare quel tuo culetto bianco..’
‘..su..Lona’via’io non ce la faccio..tu..insomma..’
‘Zitto. Hai due opzioni. Farla facile o fartela difficile. Ti consiglio la prima,dolcezza’ e avanzo con il cazzo legato in vita.
‘Noo..Lonaaa..no..
‘Zitto. Mettiti con la pancia sotto. Fuori il culo.’
Impaurito lo feci e poi rimasi in trepidante attesa. Lona se la prese comoda. Prima si preparò le mani. Quindi mi aprì il culo e iniziò a baciarlo. Era piacevole e rilassante. La sua lingua sul mio buchetto. Ci sapeva fare con la lingua quella vecchia amante. Chissà quanti ne aveva leccati di culi quando faceva la troia? Lona passò a infilarci un dito nel mio culo. Non era male,ma strillavo già al secondo. Lo ravanò bene con mani sapienti. Passò a tre e versò del gel sul mio culo. Tre dita durarono a lungo tanto che rilassato sotto quel massaggio anale mi era venuto duro come il marmo. Col gel abbondante furono 4 dita e gridai di dolore. Cazzo,4 dita? Le tolse e riprese col gel e con dito solo. Poi,facendomi urlare di dolore come un pazzo,ce ne rinfilò di nuovo 4! ‘Ferma,Lona,ti prego non ce la faccio piùùù’ti preg’
‘Zitto e fermo. Prendi qui. Ti piace,lo vedo da come ce lo hai duro. Dopo ti concederò la mia vecchia figa da scopare ben bene,ma ora voglio il tuo culo! &egrave mio! &egrave il mio culetto vergine di troietta che stasera mi prenderò!’
‘Daii..Lonaaaaaa noooo’
Un paio di scolacciate con la mano pesante di Lona mi rimisero in riga. Col culo già aperto Lona ci puntò il suo cazzo finto. Lo infilò un po’ e lo tolse, andò avanti così per qualche minuto. Poi sentii uno strappo e un colpo secco e Lona urlò che era dentro.’Non tutto bellezza,ma quasi,ora rilassati,accoglilo,prendilo dentro come una vera puttanaaaa’ e mi salì sopra immobilizzandomi del tutto e spingendo con forza. Urlavo di dolore,piangevo,gridavo,ma ero bloccato e preso da Lona. Lo buttò dentro tutto. Il suo cazzo finto dentro il mio culo. ‘Eccolo bellezza,sei mio’il tuo culo &egrave stato sverginato,benvenuto nel regno delle troie..sei la mia troia,dolcezza,sei la mia troia, baby”
Piangevo,ma iniziai a sentire anche piacere. Lona picchiava spingeva. Affondava senza posa. Mi squassava e penetrava,io nel fastidio sentii calore e poi libidine. Goduria profonda. E mi godetti di essere fottuto dal Lona.
Avevo fatto definitivamente lei padrona della mia vita.
Scopò il mio culo Lona e mi fece godere come una troia,tanto che urlai:
Sììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììì
Sooooooooooonnnnnnnnnnnnnnnnnnnnno
La tuaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
TROIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
.
Mi ripresi,ma ero eccitato. Lona vide il mio cazzo duro e lo prese in bocca,mi fece un lavoro perfetto,succhiava da professionista,una che il cazzo lo conosceva bene.
Mi fece venire dentro la sua bocca con rabbia,ma ero ancora talmente eccitato che dopo pochi minuti ero di nuvo pronto per fottermela.
E lo feci.
Scopai Lona tutta la notte. La sfiancai. Cadde esausta,la figa trapanata dal mio cazzo. Sudata fradicia,ubriaca. Ci accasciammo a letto e dormimmo 12 ore filate.

Il sole &egrave tramontato dietro gli edifici bassi della cittadina.
Le strade si sono rianimate di ubriaconi, sbirri e puttane.
Guardo da basso.
Bevo.
Lona &egrave al locale.
&egrave passato del tempo da quando mi ha sverginato. Mi ha preso altre volte così. &egrave stato bello. Ma &egrave stato bello anche farsi fare un pompino da Lona. &egrave un’artista.
Sono stanco e ho bevuto troppo. Sto mettendo su chili. Ho 27 anni e Lona 61.
Forse potrei scappare di nuovo.
Forse potrei tornare in Italia fra un paio d’anni,senza scappare,esaurito il debito con Lona, potrei fare le valigie.
Qui sto bene.
Penso. Certo non sono padrone della mia vita.
Lona &egrave padrona della mia vita.
Mi sta bene?
No?
Sì?
Prendo una birra dal frigo per ammazzare il caldo della stanza.

per consigli,critiche,commenti:dorfett@alice.it

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