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Capitolo 1
Come tutti i mercoledì sera dopo la partita di calcio, a 6 al campetto dell’oratorio, salgo con alcuni compagni di squadra al bar dell’oratorio per una bevuta in compagnia. Sorpresa delle sorpresa a fare il bar dell’oratorio trovo mia cugina Lorella. A causa di un cambio di turno si trova, in via eccezionale, ad essere barista di mercoledì invece che di martedì. La sua compagna di turno invece non si è presentata ed è in difficoltà a gestire da sola il bar piuttosto affollato. Sapendo che fino alla stagione scorsa anch’io facevo il volontario allo stesso bar dell’oratorio mi chiede se le do una mano. Accetto volentieri l’invito perché Lorella oltre ad essere di buona compagnia è anche una bella donna. Cinquantuno anni, alta uno e settantacinque, bel seno e bel culo. Sono già le 22:30 e alle 23:00 si chiude. Il tempo trascorre veloce, si sta bene con Lorella e si può fare anche qualche battuta maliziosa. Alle 22:55 lei mi dice < Gabriel va bene se ti dico solo grazie per l'aiuto che mi stai dando? > la mia risposta è < se per te solo dire grazie va bene può andar bene anche per me ma '> e lei < ma cosa Gabriel? > allora mi butto < se invece di 'dire grazie' tu dicessi 'dare grazie' sarei molto soddisfatto> la sua risposta fu < vedremo >. Alle 23:10 dopo aver chiuso tutte le imposte e spazzato il pavimento ci apprestiamo a chiudere il bar. Dico a Lorella < cara cugina, e il tuo vedremo di poco fa? > < si cugino ci sto ancora pensando, perché la cosa mi turba molto > < bene, sono contento che la cosa ti turbi molto, almeno non ti sono indifferente >. Intanto Lorella entra nella dispensa per riporre alcune cose, ed io ne approfitto e do un giro di chiavi alla porta d’ingresso del bar e mi dirigo verso la dispensa. Sulla porta della dispensa incontro la cugina che sta per ritornare nel bar. Ci fissiamo per un attimo e lei rientra nella dispensa. Chiudo la porta e le dico < qui è molto più intimo, non ci sono le telecamere di sicurezza che ci sono si la >. < Ma cosa fai Gabriel? Dai che non si può, siamo cugini > < mica dobbiamo sposarci > le dico, ma non aggiungo non dobbiamo fare dei figli insieme perché lei non ne può avere. < Si è vero che non dobbiamo sposarci ma' > < ma cosa?, Lorella se non vuoi ce ne andiamo subito, però non lo devi volere davvero, e anche se rimani non sarai obbligata a fare niente che non vorrai fare >. Detto questo le prendo le mani. La cugina ha lo sguardo basso perché è molto a disagio. < Facciamo così, siccome è tutta la sera che ti sbircio nel decolté, e tu te ne sei accorta, e sono sicuro che hai gradito, mi fai vedere le tette e poi c'è ne andiamo >. Lorella mi fa segno di no con la testa. Allora apro la porta della dispensa e rientro nel bar ma la cugina non mi segue. Attendo un momento e vedendo che non esce dalla dispensa la chiamo ma non ricevo risposta. Penso di aver esagerato e rientro nella dispensa per chiederle scusa e ‘ ‘sorpresa, la trovo mezza nuda, si è tolta il golfino ed il reggiseno. Con le mani si copre le tette. La guardo e vedo che è a disagio. Richiudo la porta e mi avvicino a lei. Lorella guarda sempre in basso. Con una mano le sollevo il mento e quando i nostri sguardi s’incrociano le sorrido, poi avvicino le mie labbra alle sue e le do un bacio. Non ricevo risposta, le sue labbra restano chiuse ed immobili. A questo punto m’incazzo e decido di cambiare atteggiamento visto che con la gentilezza non ottengo nulla provo a fare il duro, ed in tono autoritario le dico < Visto che ti sei tolta il golfino ed il reggi, significa che anche tu vuoi questa cosa, perciò adesso togli le mani e mostrami le tette >. La cugina toglie prima una mano e poi l’altra, ma continua a tenero lo sguardo fisso sul pavimento. Non le guardo le tette ma le dico < guardami, devi guardarmi perché non sei una vittima, sei una troia e stai facendo la vittima, ma non lo sei >. Lorella alza lo sguardo e mi fissa, e le dico < adesso ti togli i jeans e le mutandine > lei mi risponde < no Gabriel, eravamo d'accordo solo che ti facevo vedere le tette > allora sempre più arrabbiato le dico < non rompermi i coglioni, spogliati subito e non contraddirmi più >. La cugina ubbidisce e ad uno a uno slaccia i bottoni dei jeans, li sfila fino ai piedi e li posa su di uno scaffale, poi si sfila le mutandine. Con una mano si copre la figa ed io le ordino < non fare la stupida, togli quella mano, per chi mi hai preso, ti spogli nuda davanti a me e ti copri per non farti vedere? Sii coerente con quello che vuoi fare >. Colpita nell’orgoglio la cugina toglie la mano e spingendo in avanti il bacino mi mostra fiera la sua figa ben curata, depilata con un ciuffetto biondo appena accennato sopra il monte di venere. Da parte mia le dico < adesso come adesso vorresti scopare vero? > ma Lorella non mi risponde < rispondimi troia che non sei altro, vorresti scopare adesso vero? > ed urlando Lorella mi risponde < SIII GABRIEL, VOGLIO CHE MI SCOPI, L'HO SEMPRE VOLUTO CHE TU MI SCOPASSI>. Io a quelle parole esco dalla dispensa e le dico < rivestiti, non mi va di scoparti stasera, mi hai fatto girare troppo i coglioni, scoperemo ma non stasera, ma te lo devi meritare se vuoi farti scopare da me >. Detto questo vado verso l’uscita del bar, apro la porta con le chiavi ed esco all’aria aperta. Aspetto che la cugina si rivesta ed esca. Mi passa davanti senza degnarmi di uno sguardo. Chiudo a chiave e con passo veloce la raggiungo nel parcheggio.

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