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Racconti Erotici Etero

Lorna e Michele

By 14 Dicembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Era stata una settimana davvero faticosa, Lorna si mosse sotto il caldo piumone e pensò che aveva ancora sonno, eppure non doveva essere tanto presto. Rimase ferma immobile cercando di capire dai rumori che provenivano dall’esterno della sua stanza che ora fosse.
Per nulla al mondo avrebbe allungato il braccio alla ricerca della sveglia. Si concentrò.
Niente, l’albergo sembrava immerso nel silenzio. Sapeva con certezza di avere udito suo marito prepararsi in tutta fretta, bussare alla porta della stanza di sua figlia ed uscire per andare a scalare qualche roccia fredda e scivolosa.
La sera prima avevano deciso un percorso con l’alpinista che si occupa di portare alla scoperta della montagna gli ospiti di quel delizioso albergo.
Delizioso e silenzioso. Però Lorna sapeva che prima o poi sarebbe dovuta scendere per la colazione. Non poteva passare l’intero weekend a letto, tanto valeva starsene a casa.
Cosa che le aveva detto il marito, cosa che l’aveva irritata non poco la sera prima.
Il marito era uno sportivo, di quelli che non stanno mai fermi. Lei era invece una donna a cui piace stare ferma, magari a godersi la vita, per esempio. Quel tepore di quel morbido letto unito alla sonnolenza fece venire una interessante voglia a Lorna. ‘Ad ognuno il suo sport’ pensò con un sorrisetto malizioso. ‘Ora ci starebbe bene una bella scopata, quella &egrave la ginnastica migliore, fa bene dentro e fuori’.
Nel pensare questo Lorna cominciò ad accarezzarsi un seno. Con la mano destra ed il palmo aperto iniziò a fare cerchi, lenta lenta. Gli piaceva sentire il corpo risvegliarsi. Sentiva il capezzolo inturgidirsi sotto la sottile canotta. Aveva la mano calda, la infilò sotto e con le dita riprese a sfiorarlo, dolcemente. Socchiuse gli occhi e cominciò ad immaginare che al posto di quelle dita ci fosse la più calda delle lingue. Una lingua umida e calda, un po ruvida che con insistenza le tintillava quel suo capezzolo viola.
Poi infilò anche l’altra mano e fece lo stesso con l’altro capezzolo.
Questa volta però cominciò a stringerlo fra le dita, a pizzicarlo.
Aveva voglia. Con la mano destra abbandonò il seno e cominciò ad accarezzarsi.
Si inumidì le labbra con la lingua e decise che lo avrebbe fatto con il migliore dei suoi amanti, la fantasia. Si infilò le dita fra le cosce e scoprì che il suo corpo non l’aveva delusa nemmeno stavolta. Era già bagnata. Sorrise al piacere di tuffarsi nei suoi umori. Era bello sentire quel dito bagnato penetrarla. Con movimenti lenti frugava dentro di lei, poi risaliva e riprendeva ad accarezzarla per poi scendere di nuovo.
Lorna desiderò fortemente di essere presa ma non aveva con se nemmeno uno di quei giochetti che usava con maestria. Si sarebbe accontentata.
Cominciò a strusciare sempre più le sue dita dentro di lei finch&egrave inarcando la schiena si contorse in un piacevole orgasmo
Stette un po così, con la mano fra le gambe pensando che come inizio non era male.
Si poteva avere di meglio però. Si alzò di scatto.
Rimase seduta a guardarsi intorno. Poi andò a farsi una doccia calda.
Usci in una nuvola di vapore avvolta nel suo grande asciugamano bianco.
La doccia non aveva ridotto la sua voglia, anzi. ‘Oggi sarà una giornata lunga, se continua cosi!’ pensò. Aprì il cassetto dove aveva sistemato la biancheria e tirò fuori un reggiseno di pizzo nero con il perizoma coordinato. Si liberò dell’asciugamano e lo indossò.
Sfiorò il pizzo, lo trovò sottile e morbido. Poi guardò il perizoma. Decise che non lo avrebbe indossato. Inutile negarlo, stava uscendo in cerca di un uomo. Perché complicarsi la vita con un perizoma? Indossò quindi le autoreggenti. Aprì l’armadio e tiro fuori una lunga gonna sportiva, sopra un giacchino con la zip e sotto un paio di stivali alti. Calcolò che ciò che serviva poteva essere scoperto in un paio di secondi. Sorrise. Spazzolò i lunghi capelli biondi e si truccò. La seguì una scia del suo immancabile profumo.
Era a caccia Lorna e la cosa le piaceva un sacco.
Arrivò alla reception in tempo per cogliere lo sguardo ammirato di un paio di sciatori che uscivano per una delle loro ridicole discese. ‘Peccato ragazzi’ pensò ‘ad ognuno il suo sport!’.
Andò al bar per la colazione. Si appoggiò al banco guardandosi intorno.
‘Cosa le preparo?’ Lorna si voltò e si ritrovò a fissare un paio di occhi neri su di un viso abbronzato, il tutto, e questa era la cosa più importante, il tutto si concludeva con due labbra carnose e morbide. Per un attimo se le vide intente a succhiare il suo capezzolo destro.
‘ Un caff&egrave, grazie’.
Lui si voltò e nel farlo mostrò un culo tondo e sodo. Alto lo era, le spalle erano dritte, le mani grandi. La cacciatrice aveva trovato la sua preda. Si sistemò meglio sullo sgabello. La zip del suo golfino precipitò lasciando intravedere il pizzo nero. Quando lui le porse il caff&egrave i suoi occhi frugarono con calma il suo seno, poi la fissò e le sorrise. ‘Tana!’ pensò Lorna.
Iniziarono a parlare, di cose senza senso e senza importanza. Ciò che pensavano entrambi era dove farlo. Lorna sentiva la voglia di lui e la sua aumentava.
Ad un tratto lui le chiese perché non fosse a sciare o a fare quello che fanno in genere i turisti, andare in giro. Lei rispose che non amava particolarmente la montagna, dolci a parte, anche se non era capace di farne. ‘Se vuoi, visto che in cucina a quest’ora non c’&egrave nessuno posso insegnarti qualcosa?’ Le fece strada. Appena la porta si chiuse alle loro spalle, Lorna si sentì afferrare per la vita e spingere contro il tavolo. Poi sentì le dita di una mano penetrarla. Gemette. Ma un attimo dopo al posto della mano senti la più fantastica delle lingue leccarla con cura. Lui era sotto di lei e mentre la leccava con la mano prese a penetrarla di nuovo, poi con le dita bagnate dei suoi umori cominciò a penetrarla da dietro. Lorna si sentì piena. Cominciò a strusciarsi contro quel tavolo gemendo sempre più forte. Ma lui voleva farla impazzire. Si tirò su, la voltò e si abbassò i pantaloni. Lorna si inginocchiò di fronte a lui e lo prese fra le labbra. Era grande e caldo. Esattamente come doveva essere. Le solleticò la gola e la lingua compiva cerchi intorno alla sua punta, ma Lorna pensava a quanto sarebbe stato bello sentirselo dentro. E pensando a questo iniziò a succhiarlo. Sempre di più. Mentre con le mani stringeva quello splendido culo, con la bocca succhiava e succhiava. Poi quando sentiva che lui stava per venire, lo lasciava e se lo passava umido sulle guance e sulle labbra. Lo prendeva fra le mani eppoi tornava a succhiare, avida. Poi capì che non avrebbe potuto resistere oltre, si alzò e guardandolo gli passò la lingua sulle labbra ‘Scopami’. Lui la voltò, le sollevò di nuovo la gonna e la penetrò con foga. Il tavolo sbatteva sul muro mentre Lorna se lo sentiva sbattere dentro. Stava godendo, ad ogni affondata un immenso piacere le scuoteva il corpo e le inarcava la schiena. Poi lui si levò e le penetrò da dietro.
Lorna gemette di dolore ma anche da un profondo piacere perché la sua mano la stava toccando.
‘Ti sto inculando, dimmi che ti piace!’ ‘Si’ si senti rispondere. ‘Si’ ‘e godeva per ogni si, prolungò questo piacere quanto più riuscì mentre lo sentiva sbattersi sul suo culo.
L’ultimo ‘sì’ fu quasi urlato e suggellò il suo orgasmo che liberò anche il piacere di lui.
Le venne dentro e Lorna sperò non finisse mai.
Si voltò e per un tempo meraviglioso si guardarono.
‘Come ti chiami?’ le chiese.
‘Michele, piacere’ con un sorriso beffardo le tese la mano.
Lorna gliela prese e se la portò alle labbra. Sapeva di lei.
Leccò la punta delle sue dita e guardandolo rispose ‘Piacere mio.’

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