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L’incontro era stato rinviato un paio di volte, finché non si fissò la data dello stesso presso una  struttura in locazione non avendo altre possibilità.
La struttura era molto bella con sale di aspetto, segreteria,  e piccole sale riunioni anche per 5/6 persone. L’arredamento era elegante con tavolo di vetro, sedie anatomiche, telefono, blocchi per appunti ecc.
Puntualmente alle 17,00 Elena entrò nella sala in attesa degli altri partecipanti all’incontro che dopo pochi minuti entrarono nella stanza, l’avvocato Renato si posizionò di fronte ad Elena mentre gli altri tre partecipanti agli altri due lati del tavolo.
La riunione si fece subito accesa e i vari argomenti vennero sviscerati secondo i propri interessi che era abbastanza difficile conciliare per trovare una sintesi.
Elena in quanto Ctu doveva farsi un idea per dare la sua opinione al Giudice motivandola adeguatamente.
Era una giornata quasi primaverile anche se il calendario segnava il 15 febbraio ed Elena si era vestita in modo elegante con una  gonna di alcuni centimetri sopra il ginocchio che metteva in evidenza le belle gambe coperte da calze.
Renato iniziò a fissare le gambe di Elena  ben visibili sotto il tavolo di vetro.
Le accavallo più volte e il movimento fece vedere gran parte della coscia fino alle mutandine. A Renato non sfuggirono tali movimenti e per  osservarli meglio dal suo punto di vista spostò dei documenti che ne avrebbero coperto in parte la visione. Gli altri seduti al tavolo per il riflesso di come la stanza era illuminata e per i documenti presenti sul tavolo non si accorsero dì nulla.
La riunione andò avanti ancora un po’, poi Elena la avvio alla conclusione avendo individuato con chiarezza gli elementi da far presenti al giudice anche alla luce di quanto la controparte le aveva riferito.
Le parti si allontanarono e rimasero solo Renato ed Elena per completare il verbale.
Renato cambio posizione e da di fronte si sedette accanto ad Elena per poter leggere meglio quanto Lei stava scrivendo.
Anche seduto affianco ad Elena Renato vedeva le belle cosce scoperte quasi a metà.
La sua mano iniziò a toccare il ginocchio e con molta delicatezza ad accarezzare la coscia, ma a parte uno sguardo di stupore e di meraviglia Elena non fece nessuna azione per far togliere la mano di Renato dalla sua coscia.
Era tanto tempo che non aveva rapporti con il marito ed erano ormai quasi separati, questo, e l’interesse che le veniva dimostrato la compiacevano a tal punto che si lasciò andare senza dire una parola quasi facendo finta di niente.
Il suo silenzio incoraggio Renato a tal punto che la sua mano sali lungo la coscia fino a raggiungere le mutandine che nel frattempo si erano inumidite dall’eccitazione che aveva coinvolto anche Elena. Le dita di Renato si spinsero ancora di più fino a spostare le mutandine di Elena e accarezzare la fica con un folto pelo ben curato.
Un dito iniziò ad insinuarsi nelle grandi labbra ed un altro stimolò il clitoride.
Renato vedendola rilassata ne approfittò anche per baciarla, subito le lingue si attorcigliarono e quella di uno andò a fondo nella bocca dell’altro.
Renato prese la mano di Elena e la portò sulla patta del suoi pantaloni, Elena constatò la consistenza di Renato che stava facendo quasi scoppiare i pantaloni e si adoperò per aprire la cerniera che teneva imprigionato il cazzo.
Il cazzo di Renato duro come non mai fu tirato fuori dalla mano di Elena e lei comincio ad accarezzarlo.
La scrittura del verbale fu interrotta, quello che i due volevano fare non doveva essere verbalizzato.
Le mani di entrambi cercavano a vicenda il corpo uno dell’altro.
Renato fece alzare Elena e la fece appoggiare quasi seduta sulla scrivania in vetro, alzo meglio la gonna e iniziò a tirare giù le mutandine fino ad abbassarle del tutto e poi toglierle. Anche la camicetta venne aperta e tolto il reggiseno le tette dì Elena apparvero in tutto il loro splendore.
Anche Renato si tolse del tutto i pantaloni e il suo cazzo svettò ancora di più.
Renato voleva la fica di Elena e  la mise in primo piano allargandole le gambe, Elena da parte sua non aspettava altro che di essere penetrata e Renato senza ulteriori indugio infilò tutto il suo cazzo nella fica di Elena muovendosi con forza.
Il desiderio di entrambi prevalse sul tutto Elena ansimando diceva “Si, ancora, ancora, lo voglio fino in fondo, sfondami tutta”. Renato a sua volta diceva “Ti sfondo tutta la tua figa pelosa, ti faccio godere come una Troia”.
Effettivamente dopo un susseguirsi di colpi violenti e una decina di minuti Elena e Renato vennero quasi in contemporanea e rimasero rilassati e stesi sulla scrivania.
Passati alcuni minuti Renato iniziò ad accarezzare il culo di Elena è un dito iniziò a stuzzicare il buchetto cercando di penetrare in esso, dopo un po’ di insistenza il dito entro e cerco di trovar spazio per farne entrare un secondo, non fu semplice ma alla fine due dita erano entrate nel culo di Elena. Per Lei fu una nuova esperienza, gli dava un po’ di fastidio ma non le faceva male,  anzi iniziò a darle un po’ di piacere. Renato disse, voglio il tuo culo e come sono entrate le mie dita così entrerà il mio cazzo, Elena non seppe rispondere altro che non l’aveva mai fatto e che aveva paura che le facesse male, Renato la rincuorò dicendole “forse all’inizio si, ma poi ti piacerà tantissimo”.
Così Elena si lasciò andare e messasi a pecorina contro la scrivania  si trovò il cazzo di Renato che spingeva per riuscire a penetrarla. Non fu per niente semplice Elena provo’ un po’ di dolore ma alla fine tutto il cazzo di Renato riuscì ad entrare fino in fondo e il dolore presto si trasformò in piacere. Renato con forza iniziò a muoversi con ritmo sempre più insistente, mentre Elena si accarezzava il clitoride, fino a che venne abbondantemente riempiendo il culo di Elena di in gran quantitativo di sborra, pochi secondi dopo anche Elena raggiunse l’organo e entrambi rimasero fermi appoggiati alla scrivania.
Il telefono squillò e la segretaria del centro comunicò che il tempo a disposizione era finito e la struttura era prossima alla chiusura.
Renato ed Elena dovettero ricomporsi in fretta e lasciare l’ufficio cercando anche di nascondere quello che dai loro volti ancora traspariva.
Elena si fermò a concludere le burocrazie richieste e pochi minuti dopo uscendo dalla struttura non trovò Renato ad aspettarla.

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