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L’ultima volta con Anna

By 26 Maggio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

E finalmente arriva martedì. Come accordatici ti passo a prendere verso le dieci e tu ti presenti con le tue scarpe nuove. Avevo richiesto le Doctor Martens senza calze ma con quel tuo “Fidati di me che anche le scarpe nuove vanno bene” ti avevo lasciato decidere, ovviamente impedendoti comunque di mettere le calze. Sappiamo già entrambi come si svolgerà la giornata: inizialmente faremo un giretto assieme, per passare un po’ di tempo tranquilli, poi, dopo aver pranzato fuori, andremo da me dove tu mi dominerai facendomi felice con i tuoi piedini. Passate queste orette in giro, arriva quindi il momento di rintanarci nel nostro mondo passionale, così prendiamo la macchina ed andiamo da me. &egrave tutta la mattina che indossi quelle scarpe senza calze, ed &egrave facile immaginare che grazie al caldo della stagione, i tuoi piedini siano cotti al punto giusto per essere gustati da un estimatore come me. “Tesoro sei pronto per giocare ora? Dai, tra pochissimo ti farò vedere le stelline” mi dici in auto prima di arrivare, e senza aggiungere altro muovi una mano verso la mi coscia, accarezzandola. Sono felicissimo all’idea che tra poco appagherai nuovamente i miei desideri più segreti, e con un sorriso sincero ti accarezzo la mano che hai portato verso di me. Arrivati in casa lasci giù la borsa e ti dirigi subito in camera, ti siedi sul letto e mi ordini senza perdere tempo di inginocchiarmi di fronte a te, dopodiché mi afferri la testa, ed accompagnandola verso il basso “Baciami le scarpe con devozione amore, che i miei piedini si devono sentire onorati e richiesti per uscire” mi dici. Incomincio a baciarti le scarpe sul dorso e sui lati, ripetutamente e continuativamente, mettendoci seria devozione per spingerti a levartele al più presto. Passano cinque minuti, per me interminabili, dopo i quali mi dici “Bravo tesoro, ci siamo quasi, ora puoi slacciarmi le stringhe, ma mi raccomando, voglio che tu lo faccia usando solo i denti” e sorridendo mi porgi prima un piede e poi l’altro per farmi slegare i nodi. Non &egrave semplicissimo e ci impiego un po’ di tempo, ma sono intenzionato ad eseguire ogni tuo ordine ora, e per questo non muovo nemmeno un dito per aiutarmi nell’impresa. “Allontanati un attimo amore” mi ordini dopo che sono riuscito a slacciarti le stringhe, e dopo che ho eseguito anche quest’ordine continui “Ora mi toglierò una scarpa e leverò il mio piedino in aria molto velocemente, in modo da non fartelo ancora annusare. Subito dopo tu ti butterai con il naso dentro la mia calzatura ed inspirerai forte fino a quando non ti darò il permesso di passare alla mia estremità. Tutto chiaro?”. “Certo amore, tutto chiaro e nessun problema” ti rispondo sorridendo eccitato prima che tu, con estrema calma, fissandomi quasi a volermi trapassare con lo sguardo, ti levi la prima delle due scarpe nuove. Non appena levi in aria il tuo piedino, mi tuffo dentro la tua calzatura per odorare l’aroma che il tuo sudore ha lasciato durante questa intensa mattinata. Fantastico a dir poco, un odore così non me lo sarei mai aspettato in una scarpa nuova. Mentre vengo avvolto da mille emozioni e da una goduria irrefrenabile, sento un peso sulla testa che mi preme ulteriormente il naso dentro alla tua scarpa: &egrave il tuo piede nudo che mi sormonta aggiungendo la sottomissione alle piacevoli sensazioni generate dall’odore che il mio naso sta gustando. “Annusa forte amore. Continua così, da bravo” mi dici, incitandomi a continuare a gonfiarmi i polmoni del tuo aroma. Per cinque minuti buoni mi lasci generosamente tenere il naso dentro alla tua scarpa, dopodiché mi fai allontanare nuovamente per levarti l’altra e per riservarmi lo stesso trattamento. Stavolta appoggi entrambi i piedi sulla mia nuca, spingendomi ancor di più nell’interno della tua scarpa. Avvicini anche l’altra calzatura, e mi inciti ad annusarle entrambe per capire quale abbia più odore, quale delle due profumi di più, ma non riesco a comprenderlo bene per via dell’eccitazione. Finalmente mi fai alzare la testa e mi ordini di sdraiarmi sotto al letto tenendo fuori solo la testa e parte del busto. Eseguo. Mi appoggi i tuoi magnifici piedini nudi e sudaticci sul petto, e fissandomi con una gran voglia di sottomettermi mi dici “Se vuoi i miei piedini devi pregarmi per averli e dirmi esattamente ciò che hai intenzione di fargli. Avanti, vediamo quanto li desideri amore”. Non so se hai idea di quanto mi piaccia questo tuo atteggiamento, e preso da una forte eccitazione, toccandomi un poco il membro ormai troppo eretto, ti dico “Ti scongiuro mia regina, mia dea, posami i piedi sul viso. I tuoi piedi li adoro poiché sono bellissimi e voglio trattarli e venerarli come si meritano. Voglio annusarli forte sentendo il loro odore trapassarmi il cervello facendomi girare la testa, e voglio poi ripulirli con la lingua in ogni centimetro, passando dal tallone, alla pianta ed infine alle dita. Voglio infilare la mia lingua tra le dita e succhiarle poi una ad una fino a quando non risplenderanno”. Sorridi semplicemente alzando un piede in alto per farmelo osservare bene e desiderare un’ultima volta, prima di spalmarmelo sul naso. Ecco il mio paradiso: l’odore forte dovuto al fatto che il tuo piedino &egrave stato rinchiuso senza calze fino ad ora in una scarpa chiusa, mi invade le narici stimolando i recettori olfattivi che trasmettono uno stato di estasi a livello del cervello. Incomincio ad iperventilare respirando frequentemente a pieni polmoni, col naso infilato tra le tue dita dove l’odore si fa più intenso, per godere al meglio di quel profumo forte che solo di rado i tuoi piedi divini hanno. Dopo dieci minuti di tua bontà a lasciarmi solamente annusare il tuo piede, decidi di farmi passare all’altro, ancora caldo ed umido di sudore. Riservo lo stesso identico trattamento al tuo secondo piedino, inspirando forte col naso tra le tue dita per inebriarmi il cervello. Lasci passare altri dieci minuti durante i quali non faccio altro che annusare, dopodiché mi posi entrambe le estremità sul viso strofinandole ovunque. Continuo a sentire il loro odore anche se meno forte di prima essendo il mio naso a livello delle tue piante, ma vederti sopra di me che mi metti i piedi in faccia schiacciandomi un po’ la testa e pulendoteli dal sudore sulle mie guance, mi fa sentire sottomesso e la cosa non fa altro che eccitarmi. “Ti piace amore?” continui a chiedermi, “Sono brava oggi? Ti sto facendo divertire per bene? Li vuoi ancora i miei piedini o mi fermo? Avanti supplicami ancora un po’, altrimenti non te li faccio leccare” mi ripeti. Inizio quindi a supplicarti per avere il permesso di posare la mia lingua su quelle tue estremità magnifiche e potere assaporare il loro sapore e ripulirli al tempo stesso. Non sono sporchi, perché in tal caso pure a me avrebbe dato fastidio leccarli, sono semplicemente umidi di sudore e qua e là presentano piccole sporcizie derivate dall’interno della tua scarpa. “Ti prego mia principessa, mia regina, mia dea. Dammi la possibilità di appoggiare la lingua su quei tuoi piedini perfetti e di farla scivolare ovunque per assaporarli e pulirli” ti supplico mentre mi masturbo lentamente il membro ormai durissimo. Sei soddisfatta e mi fai quindi aprire la bocca per infilarci il primo tallone da farmi leccare e succhiare fino a farlo luccicare. Dal tallone passi alla pianta del piede e successivamente mi fai leccare le dita, facendomele poi succhiare più volte una ad una e facendomi ripassare anche negli spazi tra queste. Ripulisco tutto volentieri, ma al termine del primo lavaggio già la lingua mi duole un poco e mi manca la saliva. Noti subito che la mia bocca &egrave impastata e per rimediare mi ci lasci scivolare dentro un blocco di saliva, dopo averlo spremuto dalle tue ghiandole. Grazie a questa tua azione, che fra l’altro ripeti tre volte prima di mettermi in bocca il tallone del tuo secondo piedino, mi riprendo quanto basta a continuare il mio lavoro. Tornatami la saliva ricomincio a muovere la lingua, stavolta ripulendo la tua seconda estremità da sudore ed imperfezioni, seguendo il percorso precedente: iniziando dal tallone mi muovo verso la pianta e poi alle dita, succhiandole e leccando tra di queste. Finalmente finisco di leccare anche il tuo secondo piede e tu soddisfatta me li passi entrambi sulla faccia per asciugarteli. Sei contenta del lavoro che ho svolto, e non avendo altro da farmi fare con i tuoi piedini mi proponi di farmi venire. Date le mie condizioni, con il pene duro e dolente per la troppa erezione, penso che sia il caso di accettare la tua proposta e di lasciare che tu mi faccia venire. Mi fai quindi uscire da sotto il letto ed alzandoti da questo mi ci fai sdraiare sopra. Prendi quindi una delle tue scarpe e me la porgi dicendomi “Annusa ancora il suo interno mentre io te lo succhio, e non fermarti fino a quando non mi esploderai nella bocca”. Afferro la scarpa e dopo essermela piazzata sopra il naso ne annuso con foga l’interno ancora odoroso di te, mentre tu, dopo esserti piazzata in ginocchio tra le mie gambe, ti butti sul mio membro impietrito succhiandolo con forza ed avidità. Tempo cinque minuti a dir tanto i miei testicoli non reggono più, dovendo liberarsi da troppo tempo, ed esplodo nella tua bocca riempiendotela del mio seme bianco. Ti irrigidisci come sempre, tentando di non ingoiare per paura di avere poi mal di pancia, ma stavolta ho vaglia di godermelo fino in fondo questo lavoretto orale, venendo come Dio comanda. Con una mano tengo la tua scarpa sul mio viso mentre con l’altra ti afferro velocemente per i capelli spingendoti la testa verso il basso per stimolare bene l’eiaculazione. Mi tiri uno schiaffo sulla coscia e ti irrigidisci ulteriormente, ma non mi fermo fino a quando non sono venuto del tutto. Ti lascio poi andare posando anche la tua scarpa per terra, e tu subito scatti in piedi con la bocca serrata per dirigerti di corsa in bagno a sputare il seme raccolto. Dopo esserti sciacquata un minimo e ripulita la bocca torni da me rassegnata per l’atto finale, dicendomi quasi sorridendo “Stronzo, mi hai fatto ingoiare la tua roba”.

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