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Ma che bella famiglia 3

By 1 Maggio 2020Maggio 10th, 2020No Comments

Capii molto presto che le giornate successive sarebbero state dedicate unicamente al sesso. Appena sveglio trovai un messaggio di Anna con una foto delle sue tette, in cui mi chiedeva se non mi sembravano troppo piccole. Quella che vedevo era una bella quarta e la mia risposta fu quella d’invitarla a venire in camera mia. Appena entrata le saltai addosso, ottenendo solo di essere bloccato a mezz’aria e sollevato fino a quando mi portò il suo uccello all’altezza della sua bocca.

“Ma io volevo leccarti le tette” dissi mentre godevo dalla sua bocca

“Prima, slurp, sarà il caso che ti riduco la tensione che hai accumulato durante la notte, dopo te le faccio leccare quanto ti pare” e fu così che ebbe luogo la prima, seconda e terza sborrata della giornata. Quando ci alzammo dal letto, di nuovo uno di fronte all’altro, mi accorsi di nuovo della sua crescita, ormai era alta quanto me se non di più. Stavo iniziando a farmi una teoria su quanto stesse succedendo e, per quanto assurda fosse, era l’unica spiegazione che con i dati in mio possesso potesse essere valida. L’unico modo per validare la mia teoria era continuare a scopare come un riccio con Anna, cosa che non mi dispiaceva minimamente.

Iniziai a chiederle di farlo nei posti e nei momenti più disparati, il secondo giorno venni venti volte, altrettante il terzo e il quarto, in cui andammo in spiaggia ed avemmo modo di stare più in disparte, una trentina. Il quinto giorno eravamo praticamente in calore, bastava che uno dei due guardasse troppo lungamente l’altro che ci ritrovavamo a scopare come i ricci. Ormai non facevo nemmeno più caso ai cambiamenti del corpo di Anna, ormai aveva raggiunto in altezza la madre e le sue tette erano quasi delle stesse dimensioni. Infatti Anna, consapevole della nostra differenza di altezza, continuava a mettersi maglie molto scollate e non perdeva occasione di chinarsi verso di me mostrando la generosissima scollatura.

Mentre la vacanza stava ormai volgendo al termine ed ero in camera mia a preparare le valigie per il rientro mi arrivò una chiamata da mia madre:

“Pronto Ma?! Come stai?”

“Io tutto bene, come ti trovi? Bello il posto?”

“Si, mi spiace un sacco dover tornare, avevamo preso proprio un bel giro” 

“Ma che strano, eppure ho sentito poco fa Giuliana e mi ha detto che sareste rimasti per qualche altro giorno, così da godervi la casa dopo i lavori”

Rimasi sorpreso da queste parole, ma cercai di non farlo capire a mia madre e dopo qualche altro minuto a parlare del più e del meno la salutai e chiusi la telefonata. Mi girai verso la valigia e decisi che era meglio chiedere delucidazioni prima di mettermi a sistemare tutto. Cercando qualcuno che non fosse Anna, con cui sarei finito molto probabilmente a scopare più che a parlare, m’imbattei in Chiara, la sorella maggiore di Anna. Anche lei una bellezza giunonica come la madre, di lei quello che mozzava il fiato era il culo, alto e tanto sodo che sembrava fatto di marmo e provvista di un seno prosperoso, non come la madre e Anna, da qualche giorno a questa parte, ma comunque di tutto rispetto. 

“Chiara, posso chiederti una cosa? Ho appena finito una chiamata con mia madre, dice che ha sentito Giuliana e che prolungheremo la nostra vacanza. Me lo puoi confermare?”

“Oh si, abbiamo deciso ieri sera, quando te e Anna siete spariti. Visto che le cose stanno andando meglio delle più rosee aspettative vogliamo portarci avanti”

“Portarci avanti?” Chiesi incuriosito

“Oh si, scusa, ti ho detto troppo. Comunque stasera potrò spiegarti meglio. Abbiamo intenzione di fare una bella festa in cui ci sarà da divertirsi tantissimo vedrai. Per prepararci al meglio io, Giuliana e Anna andremo a fare un po’ di spesa, voi uomini riposatevi che ne avrete bisogno” mi disse con uno sguardo predatorio

“Davvero non vi serve una mano?” Chiesi cercando di essere cortese

“No, mio caro. La cosa migliore che possiate fare è arrivare perfettamente riposati a stasera, perché abbiamo da farvi scontare parecchie cose.” E dicendo così si avvicinò a me, facendomi indietreggiare fino a sbattere contro il muro.

“Vedi, mentre te e Anna vi divertivate altri erano occupati in faccende meno divertenti. Stasera ci rifaremo con gli interessi” e mentre diceva così infilava il ginocchio tra le mie gambe divaricate, per poi alzarlo al altezza del mio inguine per sollevarmi da terra fino a portarmi occhi negli occhi con lei. In tutto questo io ero rimasto senza fiato, eccitato e impaurito allo stesso tempo. 

“Vorrei già divertirmi con te adesso, ma sarà meglio che ci controlliamo perché non sarebbe bello iniziare una festa solo noi due. Ora, io ti abbasserò e me ne andrò e noi faremo come se questo nostro scambio di battute non sia mai successo. Ma prima…” e così dicendo abbasso improvvisamente il suo ginocchio e mi schiaccio contro il muro con le sue tettone, iniziando a baciarmi furiosamente. Sulle prime rimasi bloccato ma dopo pochissimo iniziai a ricambiare un bacio così appassionato e cercai anche di palpare le tette di Chiara, che però erano talmente dure che non riuscivo a stringere. Dopo un tempo che mi sembrò infinito Chiara si staccò dalle mie labbra e mi guardò sorridendomi

“Non sono riuscita a trattenermi, un piccolo anticipo me lo meritavo però, non credi” disse lei

“Eh, anticipo di cosa?!?”

“È vero, tu non sai ancora nulla. Vabbè, stasera saprai. Adesso devo proprio andare, sono sicuro che mi stiano aspettando” e dicendo così, infilando le mani sotto le mie ascelle mi posò gentilmente a terra e sparì dalla mia vista. Ancora intontito da quanto successo mi diresse verso camera mia per disfare la valigia, sicuro che avrei prolungato la mia permanenza. Appena svoltato l’angolo per entrare nel corridoio che portava alle stanze andai a sbattere contro un muro. Ovviamente non era un muro, ma l’effetto fu praticamente lo stesso: io dolorante a terra e il corpo con cui era andato a impattare immobile al suo posto. Era Giuliana, la mamma di Anna che, dopo essersi accorta dai miei lamenti che qualcosa l’aveva colpita, lei non aveva percepito nulla, mi sollevò da terra e iniziò a prodigarsi in mille scuse

“Scusami Luca, ma sono di fretta per andare a fare spese con le mie figlie e non ti avevo proprio visto. Stai bene? A volte mi capita, per colpa di queste tette, di non vedere dove vado, perdonami”

Ancora sotto l’effetto del colpo cerco di dirle che non doveva assolutamente scusarsi, ero io che ero sovrappensiero.

“Ma no, mi sento in colpa. Senti, per farmi perdonare facciamo così, ti darò un bacetto, come si fa con i bambini, ok?” 

La guardai ancora più sconvolto, andava bene la differenza di altezza ma mi aveva preso per un bambino? Ancor prima che potessi protestare mi sollevò da terra m’infilo tra le sue enormi tettone che si spostarono sotto le mie ascelle per reggermi e m’infilo mezzo metro di lingua in gola, iniziando a baciarmi con ancora più foga di quanto avesse fatto la figlia.

Come prima, solo quando lei decise che era soddisfatta ci separammo e io rimasi incastrato tra i suoi seni, con i piedi nel vuoto, e lei riprese a parlare come se nulla fosse

“Forse mi sono lasciata trasportare un po’ troppo, però spero che capirai, sono stati giorni frustanti. Ora mi raccomando, vai a riposarti che stasera dovrai essere al meglio della forma. E ascolta i consigli di Enzo e Carlo, ti torneranno utili. Ora devo proprio andare.” Disse Giuliana 

“Mi potresti far scendere, io sono incastrato qui in mezzo.” Dissi a modo di scusa

“Oh si, scusa, non mi ero accorta che tu non potessi scendere, scusami.” E dicendo così si abbassò fino a farmi toccare di nuovo con i piedi per terra in modo che potessi liberarmi. Quando si rialzò, in modo studiato per permettermi di vedere le nuovamente le sue enormi tette, non potei far altro che guardarla inebetito.

“Mi raccomando” disse nuovamente Giuliana “resisti fino a questa sera, buona giornata” e dicendo così si diresse fuori di casa, dove l’aspettavano le figlie.

Visto che Anna non era in circolazione e che ero stato così calorosamente invitato al riposo raggiunsi Enzo e Carlo nella piscina della casa, dove stavano chiacchierando del più e del meno. Ovviamente mi trovavo in imbarazzo davanti a loro, le loro compagne mi avevano appena baciato, anche se in verità io non avevo fatto molto perché ciò avvenisse, e non riuscivo a parlare molto. Loro invece erano veramente in buona e tra una battuta e uno scherzo riuscirono a farmi sciogliere. Quando mi fui sciolto del tutto provai a chiedere a loro che tipo di festa si sarebbe svolta quella sera

“Una come mai parteciperai in vita tua, vedrai sarà una cosa unica” disse Enzo

“Ne abbiamo già fatta una simile per Carla e ancora oggi ne parliamo in maniera entusiastica. E questa volta parteciperà anche Anna, sarà veramente memorabile”

“Sono curioso, cosa è successo?” provai a chiedere

“Non possiamo anticiparti nulla, ci spiace, salterebbe la sorpresa del tema della festa. Saranno le donne a spiegarti tutto. Noi ti possiamo consigliare di bere tanto succo di frutta e prendere qualche energy drink”

“È così devastante questa festa???”

I due uomini si guardarono negli occhi e poi scoppiarono a ridere

“Oh si, molto stancante ma anche tanto appagante, vedrai” dopo questa battuta lasciammo cadere il discorso e continuammo a parlare di altro. Verso le diciannove entrammo in casa per farci una doccia, delle donne ancora nessuna traccia.

Andai in cucina a farmi uno spuntino e poco dopo mi arrivò un messaggio di Anna che diceva così: “fatti trovare per le 21 in sala, fino ad allora, per favore, rimani in camera tua, che dobbiamo organizzare per la festa. Non vedo l’ora di vederti, tua Anna”

Presi una birra e delle patatine e mi diressi in camera mia, in attesa delle 21. Una volta giunto l’orario mi diressi in sala, dove una nervosa Anna mi attendeva. Era bellissima, fresca di parrucchiere e perfettamente truccata, mi aveva lasciato di stucco. Rimasi fermo qualche secondo prima di salutarla, cosa che non fece che peggiorare il suo nervosismo

“Ti hanno strappato la lingua?” mi disse lei in modo brusco

“No, scusami, è che, wow, sei bellissima stasera” le risposi di rimando

“Sicuro??? Non è troppo eccessivo tutto questo?” disse lei indicando la messa in piega e il trucco

“Non so per cosa sia la festa, ma stai veramente bene” 

“Bene, non è stata una mia idea ma sembra ti piaccia. Allora, gli altri ci stanno aspettando, li raggiungiamo?” Continuò Anna sempre con un tono di nervosismo nella voce.

Le presi una mano tra la mia e le chiesi:

“Anna ma che ti prende? Non ti ho mai vista così nervosa?”

Lei prese la mia mano e se la portò sulla guancia, in attesa di una mia carezza

“Dopo capirai, per me è un momento veramente importante, sono felice che ci sia tu con me. Adesso andiamo, li abbiamo fatti aspettare abbastanza” e così dicendo si avvicinò alla libreria che occupava buona parte della parete della sala. Una di quelle librerie vecchie, pesantissime e, ovviamente stracariche di libri. Messe le mani sotto due mensole iniziò a spingere verso l’alto fino a quando la libreria non si sollevò da terra e la poté spostare in modo da mostrare un apertura dietro il muro che dava su una scala a chiocciola.

“Procedi pure, io devo rimettere a posto la copertura” disse Anna con noncuranza.

Iniziai a scendere la scala e una volta giunto in fondo mi trovai di fronte a una nuova pesante porta di metallo. La provai a spingere appoggiandomi con la spalla contro, ma senza successo. Quando arrivò Anna le basto un fluido gesto del braccio per spalancarla.

Entrati nella sala vidi Carlo, Enzo, Giuliana e Chiara seduti intorno a un tavolo, mentre lungo le pareti della sala erano presenti sia letti che divani.

Dopo che Anna richiuse la porta ci avvicinammo a loro e notai che le donne erano vestite tutte uguali: una lunga vestaglia ne copriva il corpo non mostrando nulla di quello al di sotto. Arrivati al tavolo ci sedemmo e Giuliana iniziò a parlare:

“Benvenuti, questa sera siamo qui per festeggiare il definitivo passaggio dall’adolescenza all’età adulta della nostra cara Anna. Prima di procedere con il rito andremo a controllare che tutto si sia conforme a quanto previsto dalle procedure della nostra famiglia. Anna, a te la parola”

“Grazie madre. La scelta del qui presente Luca P. è stata il frutto di una lunga ricerca, che ha portato tutti noi a spingere i nostri sforzi ai più disparati angoli del mondo, quando poi la soluzione era a pochi metri da casa. Non sto a rammentarvi quanti non si siano dimostrati idonei a caricarsi il fardello della nostra soddisfazione, per timore o per limiti fisici, ma posso assicurarvi che costui ne sarà degno. Negli ultimi giorni avete avuto prova delle mie parole e questa sera potrete provare in prima persona.” esclamò Anna.

Io ci stavo capendo sempre di meno, invece di avere risposte continuavano ad aggiungersi domande nella mia testa.

Probabilmente Enzo capì la confusione che stava crescendo in me e cercò di aiutarmi:

“Prima di continuare credo che sia arrivato il momento in cui Luca possa ricevere delle risposte. Hai qualche domanda?”

“Cosa sta succedendo? Prima Anna si rivela essere un incrocio tra una pornostar e hulk, poi mi continua a parlare di scelte fatte collegialmente, credo da tutti voi a questo punto, poi, sempre Anna, davanti ai miei occhi cresce di venti centimetri, almeno, in altezza e Dio solo sa quanti sul petto in meno di una settimana. Mi viene detto che verrà prolungata la nostra vacanza e che verrà tenuta una festa e da quel momento Chiara e Giuliana mi usano come se fossi un bambolotto, mostrando anche loro una forza incredibile. Che diavolo succede???” Stavo quasi urlando alla fine della mia frase, ma effettivamente erano troppe le cose che non avevo capito in quei giorni ed erano venute fuori tutte insieme di botto.

“Non sai quanto avrei voluto risponderti prima” mi disse Anna “quello che sto per dirti è un segreto della mia famiglia e anche se non ne fai parte al cento per cento te ne vogliamo mettere a conoscenza. La mia famiglia ha un patrimonio genetico molto particolare, come avrai capito noi donne siamo tutte molto molto molto più forti di un normale essere umano. Per fare in modo che questa nostra peculiarità non scappasse di controllo fu deciso che la selezione del compagno di una delle donne passasse attraverso varie fasi, per controllare che sia lui che lei potessero essere felici del loro rapporto, anche perché il modo per evitare che potessero esserci modi impropri nel uso di questa forza era il soddisfacimento sessuale della donna. Prima che tu lo chieda: si, questo sistema funziona da almeno otto secoli. Io ho sempre avuto un debole per te, fin da quando ci siamo trasferiti vicino a casa tua. Ma per superare la selezione della mia famiglia non basta l’infatuazione, ma devono essere superati determinati parametri fisici e psicologici. Non sai quanti candidati sono stati scartati per i più disparati motivi”

“Ok, per quanto mi sembri incredibile accetto la spiegazione della tua forza, ma per quanto riguarda la selezione, a cosa dovrebbe portare?”

“Ora ci arrivo. Per passare dall’adolescenza all’età adulta, a causa del nostro DNA, siamo costrette a un rituale: dobbiamo assorbire un quantitativo di sperma che ci permetta di svilupparci completamente, il nostro corpo usa il seme maschile come combustibile per la definitiva maturazione. E no, non possiamo buttarci in un’orgia sfrenata, ma deve essere il seme della stessa persona, altrimenti non ha effetto. È per questo che ti ho detto che mi sarei occupata io di tutti i tuoi bisogni durante questa vacanza.”

“Beh, direi che abbiamo fatto, no? Ormai sei sviluppata e la storia è finita. Mi hai usata per i tuoi scopi e adesso puoi cercare qualcun altro, migliore di me”

Anna scosse la testa ripetutamente, quelle mie parole le avevano fatto più male di quello che pensavo

“È proprio il contrario!!! Oltre a piacermi da sempre sei anche il miglior candidato possibile per entrare a far parte della mia famiglia, oltre a…. l’uomo che vorrei al mio fianco”

“Io di nuovo non capisco, cosa vuol dire entrare nella tua famiglia?”

“Entrare nella mia famiglia vuol dire che quello che hai fatto con me questa settimana lo potrai fare con me, Giuliana e Chiara. Oltre a un altro sacco di cose di cui ti metteremo parte in seguito”

Mi girai a guardare le due donne, quello che ricevetti di rimando erano gli sguardi di due predatrici pronte a sbranare una preda.

“E a Carlo ed Enzo sta bene?”

“Finalmente qualcuno che ci dà una mano” risposero in coro i due uomini “non ti credere che soddisfare queste dee del sesso sia così semplice”

“Come piccolo incentivo, perché fino ad adesso nessuno ti ha mostrato i lati positivi dell’entrare nella nostra famiglia, ti posso dare questo” era Chiara che parlava, mentre si levava la vestaglia che la copriva: sotto era solo in intimo nero, che lasciava veramente poco all’immaginazione e con dei tacchi che la slanciavano all’inverosimile.

“Pensa che avrai noi intorno, sempre, e che ti basterà una parola perché una di noi di scopi. Non male vero?” Disse chinandosi verso di me dandomi un casto bacio sulla fronte. Dopo essermi ricomposto e riordinato le idee ripresi a domandare, mentre Chiara si era allontanata sedendosi su un divano a gambe accavallate, ma quanto erano lunghe quelle gambe??

“Mettiamo che io accetti la vostra proposta, cosa dovrei fare per accettarla e cosa cambierebbe nella mia vita di tutti i giorni?”

“Per i primi tempi non cambierebbe assolutamente nulla, già adesso passi un sacco di tempo a casa nostra, andando avanti ufficializzerai la relazione con Anna, per semplicità di gestione della cosa e potresti trasferirti da noi. Per quanto riguarda l’accettazione della proposta devi semplicemente incularla” disse Giuliana

“Cosa????” Le risposi sorpreso

“Hai capito bene: è il massimo grado di sottomissione che avrai da lei, anche perché se non lo scegliesse liberamente non potresti mai averla in quel modo. Una volta completato il rapporto farai parte della nostra famiglia, oltre ad essere il suo compagno che la dovrà soddisfare sessualmente”

Mi girai verso Anna e presi la mia decisione

“Va bene, ci sto, spero di non pentirmene. Accetto!!”

“Siiiii!!!! Come sono contenta” disse Anna buttandosi verso di me e iniziando a baciarmi, prima in bocca, poi su tutto il viso.

“Vedrai, ti renderò un uomo felice” disse senza staccarsi da me

“Non vorrei interrompere il bel momento, ma abbiamo ancora alcune cose da sbrigare.” c’interruppe Giuliana avvicinandosi a noi “anche perché è una settimana che io e tua sorella aspettiamo questo momento. Prima procederemo alla fase di misurazione, poi Anna sarà il tuo momento di passaggio all’età adulta” e detto questo prese il suo viso tra le mani e le infilo la lingua in gola lanciandosi in un profondo bacio.

“Grazie madre. Dopo di quello, Luca avrai un importante esame, quello più duro di tutti, è fondamentale il suo passaggio, è chiaro?”

“Ma cosa dovrei fare?” Chiesi interdetto.

Giuliana si girò verso di me e con studiata lentezza fece cadere a terra la vestaglia che la ricopriva: indosso aveva un reggiseno a balconcino nero, il cui unico compito era quello di mettere ancora più in risalto il suo seno, perché nonostante le dimensioni enormi stava su sfidando apertamente la gravità, una guêpière nera con calze nere, brasiliana nera, tutto in pizzo ovviamente e un paio di scarpe con un tacco a spillo da, a giudicare, almeno venti centimetri di altezza.

“Dovrai cercare di soddisfare me e quell’altra ninfomane laggiù. E non credere che ti renderemo le cose semplici perché ci stai simpatico. Mentre noi ci divertiremo insieme, Anna dovrà prendersi cura di Carlo e Enzo”

“Ma non è…” cercai di articolare io

“Oh non pensarci nemmeno a quelle cose, nella nostra famiglia c’è la massima libertà. Adesso passiamo alle cose serie, Chiara porta qui il metro” 

Chiara si avvicinò, vestita con lo stesso completo intimo della madre, con l’unica differenza che indossava un perizoma che metteva ancora più in risalto il bellissimo culo, portando un cuscino con sopra un metro. Giuliana mi teneva contro di lei, girato verso Chiara che si fermò solo quando i suoi seni scontrarono contro quelli della madre, sopra di me avevo un soffitto di tette.

“Lo abbiamo fatto sparire” dissero ridendo le due donne. Poi Giuliana mise le sue mani sotto le mie ascelle e mi sollevò, fino a quando non mi trovai incastrato tra i loro seni, mi trovavo incastrato come nel pomeriggio.

“Adesso procederemo a misurare il tuo bel cazzone, ma dai video che abbiamo visto non dovresti avere nessun problema in questa fase.” disse Chiara

“Dovevamo controllare che non ti trastullassi inutilmente e che vi davate da fare, non è stato un caso che Anna sia comparsa in bagno a fermarti, l’altro giorno. Ora vediamo se questo trattamento ha fatto effetto.” disse Giuliana. Anche se rimanere incastrato tra i seni di due bellissime donne non avesse fatto effetto, quello che fece Giuliana avrebbe resuscitato un morto: come se fossi fatto d’aria mi sollevò, mi sfilo i pantaloni di dosso e s’infilo tutto il mio cazzo in gola dandogli una vigorosa aspirata, per poi sdraiarmi sulle sue poderose tettone. La mia erezione svettava, ero al massimo dell’eccitazione.

“Allora, vediamo, lunghezza quaranta centimetri, circonferenza ventotto… direi che la settimana è stata proficua” disse Chiara che prendeva le misure

“Qualche altra tradizione legata alla vostra famiglia?” chiesi io

“Si, se nel periodo del rituale anche l’uomo non aumenta le sue dimensioni non può passare la prova”

Mentre Chiara mi diceva questo Anna si avvicinava portando Enzo e Carlo in braccio, ovviamente senza nessuno sforzo apparente.

“Ragazze, prima di continuare vorrei dirvi una cosa. Mentre avete fatto sparire Luca sotto i vostri seni, questi due maialini continuavano a ripetere che avrebbero voluto essere al suo posto. Visto che tutti e tre sono parecchio eccitati dalla cosa, perché non rendiamo la situazione fissa, senza necessità di tacchi?” Disse Anna con noncuranza

Enzo e Carlo tremavano dall’eccitazione, mentre Giuliana e Chiara pensavano alle parole di Anna.

“Dite che se lo meritano? Già oggi avranno un grande premio” disse Giuliana

“Secondo me si, dopotutto anche quando abbiamo fatto il mio rituale abbiamo fatto un bello spettacolino” rispose Chiara

“Ma si, tanto prima o poi doveva succedere, mettili a terra, e levati la vestaglia Anna. E mi raccomando non esagerate” disse rivolta alle figlie

Una volta che Anna si fu liberata della vestaglia, mostrando lo stesso completo intimo della sorella, le tre donne si misero davanti a noi levandosi le scarpe. Erano più alte di noi, ma era una differenza a cui eravamo abituati ormai, i nostri visi arrivavano all’altezza dei loro seni.

“Adesso, Luca, vedrai un’altra particolarità della nostra famiglia” disse Giuliana “fai ben attenzione ai nostri corpi. Ragazze mi raccomando, non esagerate” e detto così chiusero tutte e tre gli occhi iniziando a concentrarsi. A me pareva che non stesse succedendo niente quando all’improvviso Carlo disse 

“Inizia” 

L’aria intorno alle ragazze cambio e lentamente ma in modo percettibile mi accorsi che quelle tre stavano crescendo, i loro seni, su cui mi avevano detto di tenere gli occhi si stavano sempre di più inalzando, ma che diavolo succedeva

“Ma cosa…” provai a domandare

“Ssshhh, dopo, ora le disturbiamo” mi rispose bruscamente Enzo

Quello strano silenzio andò avanti per un altro po’ poi Giuliana tirò un esalò un profondissimo sospiro e riaprì gli occhi.

“Uff è sempre più faticoso. Vediamo che risultati abbiamo ottenuto” disse girandosi a rimirare le figlie.

Io ero scioccato: vedevo i cambiamenti che erano avvenuti, ma non potevo credere che fossero avvenuti davanti a me. Erano chiaramente diventate più alte davanti a noi: non di poco, più di dieci centimetri sicuramente.

Dopo essersi complimentate tra loro si girarono verso di noi e si avvicinarono, come facilmente immaginabile noi uomini, alti più o meno uguali sparimmo sotto i seni di quelle dee, come successo a me prima, ma stavolta non avevano i tacchi. Rimanemmo senza parole, mentre le donne parlavano tra di loro

“Forse ci siamo trattenute troppo, io sento ancora la testa sfregare contro i seni” disse Chiara

“Hai ragione, mi sa che dovevamo aspettare qualche altro secondo” disse Giuliana

“Almeno così possiamo ancora mettere i tacchi” disse Anna che si stava rimettendo i suoi. Quando finì di calzarli e si mise davanti a me mi trovai di fronte il suo ombelico con i seni lontanissimi. Senza dire una parola fece una veloce piroetta sul posto, cosicché io mi ritrovai di fronte il suo bellissimo culo, coperto solo da un micro perizoma. 

“Non mi sono mai sentita così dominante in vita mia, eppure davanti a te l’unica cosa che voglio è essere posseduta. Che ne dici di sodomizzarmi?” mi disse sculettando davanti a me.

“In questi momenti sono più importanti i gesti delle parole” le risposi e mi avventai sul suo sedere, iniziando prima a baciarlo, poi le sfilai il perizoma e le chiesi di chinarsi leggermente in avanti, volevo massaggiarle l’ano prima di introdurre il mio cazzone dentro di lei.

“Qualcuno ha della vaselina?” 

“Ma quale vaselina, sto sbrodolando dall’eccitazione, mettimi una mano nella fica” rispose Anna. Feci come mi disse e iniziai a massaggiarla gentilmente fino a quando non arrivò Chiara di fianco a me

“Senti, non abbiamo tutta la notte, e visto le dimensioni del tuo cazzo o le infili una mano nel culo oppure è inutile. Quindi” e dicendo così prese il mio polso e lo spinse verso l’ano di Anna. Con mio stupore entrarono quattro dita insieme molto facilmente, tanto che quando le tirai fuori la volta successiva le infilai dentro l’intera mano

“E io che mi facevo tante premure, invece è sfondatissima di culo. Me lo potevi dire però” dissi mentre ruotavo la mano dentro di lei

“Aaaahhh no, non è come credi, mi sono solo allenata molto, lo sapevo da sempre che avrei dovuto prendere un cazzo gigante in culo, così mi sono portata avanti”

“Hai sempre una scusa per non essere troia eh?! Mettiti a quattro zampe che chiudiamo la pratica”

Lo spettacolo che mi si presentò era da mozzare il fiato, era la prima volta che una ragazza mi proponeva di fare sesso anale ed ero parecchio eccitato. Mi misi dietro di lei e iniziai a spingere, nonostante la dilatazione precedente ero troppo largo per lei. Andai avanti per cinque minuti senza nessun successo, fin quando non arrivò dietro di me Giuliana, che si mise sulle ginocchia.

“Mi sa che hai bisogno di una spintarella” mi disse avvicinando il bacino al mio.

“Ma non è contro le regole?” dissi temendo di combinare un casino

“L’importante è che lei venga in inculata da te, con le buone o con le cattive. Dopo di ciò potremmo divertirci, quindi adesso lascia che la tua Giuliana ti mostrì che tipo di forza ci voglia in questi casi” e prese a segare il mio uccello. Quando ebbe finito di studiare la dimensione e il peso me lo strinse molto forte alla base della cappella e con un colpo delle sue anche contro le mie mi fece entrare dentro Anna. Sia io che lei urlammo dal dolore, ma ormai era fatta.

“Bene, adesso muoviti a infilarglielo dentro fino alle palle e a riempirla che io e Chiara siamo stufe di aspettare” e così dicendo si allontanò nuovamente. L’aiuto era per loro, mica per noi, si erano stufate di aspettare.

Anna stava ancora ansimando dopo l’introduzione ma non potevo lasciarle troppo tempo per riprendersi, iniziai ad andare avanti e indietro lentamente, ma cercando di andare sempre più in profondità, temendo che mi dicesse di fermarmi per il troppo dolore. Invece capitò il contrario, una volta arrivato quasi a metà della lunghezza del mio pene dentro di lei Anna mi disse che stava iniziando a godere e che voleva che aumentassi la velocità e la forza delle mie spinte. Ben presto ci ritrovammo a darci dentro come degli animali, quasi estraevo di tutta la lunghezza il mio cazzone e poi lo spingevo dentro fino alle palle, Anna si era abituata benissimo. 

“Oh, non credevo che sarebbe stato così piacevole, aveva ragione Chiara quando diceva che mi si sarebbe aperto un mondo. Adesso prendo il controllo io” disse Anna mentre si sollevava con me dentro di lei. Una volta rialzata continuò a mandarmi avanti e indietro fino a quando non si fu abituata e iniziò a camminare per la sala, come se nulla fosse

“Oh mio Dio, sto godendo come una puttana, ho perso il conto degli orgasmi, Luca ti prego, riempimi, voglio essere riempita dalla tua sborra”

Ormai andavamo avanti da mezz’ora e non doveva assolutamente pregarmi perché io venissi, infatti dopo pochi secondi esplosi in una sborrata clamorosa, non la finivo più di venire, mi sembrò di andare avanti per un tempo infinito. Quando ebbi finito rimasi accasciato sulla schiena di Anna, con gli altri che accorrevano verso di noi.

“Lo hai svuotato e adesso noi due come facciamo” disse Chiara mentre mi prendeva in braccio

“Non è colpa mia, non la smetteva più di venire. Il mio piccolo ha una potenza incredibile” disse Anna baciandomi sulla bocca.

“Adesso però voglio vedere come farà con noi” ribattè Giuliana “rischiamo di non poterlo fare entrare in famiglia”

“Dategli cinque minuti per riprendersi, forza Chiara dallo a noi, lo accompagniamo un attimo in bagno a lavarsi e a rinfrescarsi.

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