Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Madre e figlia

By 2 Marzo 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Magda: la prof di letteratura italiana (100’58-86);
Katya: la figlia della prof (102’60-90);

Oggi &egrave l’anniversario del mio primo rapporto avuto con una donna. Un rapporto che non ha mai avuto fine. Nonostante questa donna sia di molti anni più grande di me sono diventato il suo amante e niente sembra presagire una conclusione del nostro rapporto. Lei non &egrave mai stanca di me ed io non riesco a non sottrarmi alle sue insaziabili voglie. Tutto ha inizio un giorno di fine giugno dell’anno passato. L’anno scolastico &egrave terminato e la mia classe insieme ad altre partiamo per una vacanza di dieci giorni ad Amsterdam. Ci fanno da accompagnatori nostre professoresse: la mia &egrave quella di italiano. Si chiama Magda; &egrave una donna bellissima. Alta 175cm. Bionda con lunghi capelli ondulati che le cadono sulle spalle e scendono fino a raggiungere la metà della schiena; occhi di un blu notte; viso ovale con zigomi lievemente sporgenti; una bocca con labbra carnose; un fisico favoloso:sembra essere uscito da un blocco di marmo di Carrara. &egrave sposata ed ha una figlia della mia stessa età e bella quanto la madre. la differenza che le divide &egrave che Katya (&egrave il nome della figlia) ha i capelli neri, e caso vuole che fosse mia collega di classe. Io sono innamorato di entrambe dal primo giorno che le ho viste entrare in classe ed andarsi a sedere una dietro la scrivania e l’altra prendere posto ad tavolo di prima fila vicino al mio. Le gironzolo intorno come un lupo affamato. Magda, da donna intelligente ha intuito che mi piace, sa che sono innamorato di lei e la cosa, per un verso, le fa piacere sapere di essere nei pensieri di un pivello quale io ero, e per altro verso, mi tiene a debita distanza. Trova sempre il modo per dirmi o farmi capire che &egrave inutile sognarla. Quando viene a tenere le sue ore di lezioni si accosta e avvicinando il suo viso al mio mi sussurra la frase che ho imparato ad odiare.
‘Dai Ivan, smettila di sognare; quello che vuoi non lo puoi avere per una serie di motivi primo fra tutti &egrave un sogno troppo grande per te. Rassegnati.’
Ogni volta la vergogna mi fa diventare rosso. Sua figlia sa della mia infatuazione per la madre. Anche lei gioca, crudelmente, con il mio sentimento.
‘Non te la prendere. Mamma non &egrave per te. Per lei ci vorrebbe un toro e tu non lo sei. Rivolgi altrove le tue mire. Guardati in giro; ci sono tante puledre che sarebbero contente di far parte del tuo recinto.’
Un giorno le do la risposta che credevo l’avrebbe offesa invece’
‘Forse che anche a te piacerebbe far parte della mio recinto?’
La sorpresa fu sentire la sua risposta.
‘In un recinto affollato? No, mio aitante puledro. Se vuoi frequentarmi devi essere solo mio.’
La discussione finìsce lì. Resto scioccato. La figlia della prof mi ha chiaramente detto che sono nei suoi pensieri. Da quel giorno, con la testa in piena confusione, tiro i remi in barca e divento taciturno. Katya, &egrave il nome della ragazza, mi piace. Somiglia molto alla madre. Hanno lo stesso fisico. Ma &egrave la prof che più mi attrae e so anche il perché. Lei somiglia molto alla donna dei miei sogni. In lei vedo la donna di cui, anche se ha il doppio dei miei anni, sono perdutamente innamorato. Questa donna &egrave mia madre. Si, desidero mia madre. Sacrificherei il mio futuro pur di giacere nel letto di mia madre e fornicare con lei. I grandi sogni irrealizzabili erano tre e non due. Quello che accadde durante il viaggio e durante la permanenza in albergo tramutò buona parte dei miei sogni in pura realtà. L’inizio avviene sull’aereo. Sto in una fila di due posti ed io sono seduto vicino al finestrino quando la prof si avvicina e mi chiede se voglio fare cambio di posto.
‘Vorresti cedermi il tuo posto? Sai non riesco a stare tranquilla. In aereo ho sempre viaggiato stando vicino al finestrino.’
La guardo. Ha degli occhi bellissimi. Sono di un blu notte. Senza proferire parola mi alzo e le cedo il posto. Lei si siede e poi mi invita a sedermi sulla poltrona libera al suo fianco. Non me lo faccio ripetere. L’aereo decolla ed il viaggio inizia. D’un tratto sento una mano poggiarsi su una mia coscia e stringere forte. Sobbalzo. Guardo. &egrave la mano della prof. Ingoio saliva. Lei mi guarda.
‘Scusami. Ma i viaggi aerei mi mettono in tensione. Sento il bisogno di aggrapparmi a qualcosa; la tua coscia &egrave a portata di mano e l’ho afferrata. Spero non ti dispiaccia?’
E perché avrebbe dovuto dispiacermi. &egrave pur sempre un contatto. Azzardo. La fisso negli occhi; allungo la mano ed vado a posarla sulla sua coscia.
‘Non mi dispiace. Faccia con comodo. Sa, anch’io sono in tensione ed ho bisogno di aggrapparmi a qualcosa.’
Lei sorride.
‘Mi sa che noi due ci divertiremo molto durante questa vacanza.’
Il viaggio trascorre con io che accarezzavo la sua coscia e lei che accarezzava la mia. Un solo momento di panico mi colgli quando la figlia si avvicina. Veloce stacco la mano dalla coscia della madre e divento più rosso di un peperoncino. Magda invece continua a tenere la sua mano sulla mia coscia.
‘Mamma, ti senti bene? Hai bisogno di qualcosa?’
‘Grazie Katya. &egrave tutto a posto. Le cose vanno come già sapevamo. Torna pure al tuo posto.’
La figlia mi guarda, mi sorride, mi strizza un occhio; si abbassa fino ad avvicinare la sua bocca al mio orecchio e mi sussurra:.
‘Mi raccomando. Trattala bene e vedrai che non te ne pentirai.’
Si allontana ritornando al suo posto.
Per il resto del viaggio non azzardo più ad allungare la mano sulla sua coscia. Lei invece continua ad accarezzare la mia e di tanto in tanto me la stringe fino a farmi sentire dolore. Ho la testa che mi scoppia ed un dolore al basso ventre. Ho il cazzo duro come l’acciaio e mi fa male. Di colpo sento la sua voce.
‘Siamo quasi arrivati; tra poco atterreremo. Sei in condizioni pessime. Perché non vai in bagno a liberarti? Dopo ti sentirai meglio.’
La guardo. Mi sta sorridendo. Accetto il suo consiglio. Mi precipito in bagno; tiro fuori il cazzo e do il via ad una megagalattica sega che concludo pisciando nel water tutta la forza accumulata in due ore di volo. Svuotato ritorno al mio posto. La prof mi guarda.
‘Fatto? Tutto a posto? Bene, bene. Poi mi devi raccontare.’
Atterriamo. Usciamo dall’aeroporto e ci imbarchiamo su un pullman che ci porta fino all’albergo. Durante il tragitto le cose sono tornante ad essere come lo erano prima di partire. Magda si &egrave ricongiunta con gli altri nostri accompagnatori. Sul pullman &egrave Katya ad occupare il posto al mio fianco.
‘Allora? Ti &egrave piaciuto avere per compagna di viaggio mia madre? Lo so; ti ha fatto soffrire ma vedrai che la tua sofferenza ne sarà ampiamente ripagata. Quello che &egrave accaduto sull’aereo non &egrave che l’inizio; non &egrave finita. Tu le piaci. Il guaio &egrave che piaci anche a me.’
Magda: la prof di letteratura italiana (100’58-86);
Katya: la figlia della prof (102’60-90);

Sono frastornato. Ho la testa che mi scoppia. Katya, la figlia della prof. mi sta dicendo che quanto accaduto durante il volo non &egrave che un approccio a quello che dovrà ancora succedere; mi sta dicendo che piaccio alla madre ed anche a lei. Il mio sogno di entrare nel letto della prof prende forma. Arriviamo in albergo e ci assegnano le camere. Per un attimo ho fantasticato che mi abbiano dato una camera matrimoniale e che la mia compagna di stanza fosse la bellissima Magda. Purtroppo, la camera pur essendo una matrimoniale, sono solo io ad abitarla. Lei sta con la figlia. Prendo possesso della camera e la prima cosa che faccio mi precipito in bagno; mi abbasso i pantaloni e lo slip; mi siedo sul water e do vita a fantasie hard. Mi accarezzo il cazzo mentre con la mente fantastico di giacere ora con Magda ora con Katya. Sarebbe bello averle entrambe nello stesso letto. La fantasia si conclude con una masturbazione. Mi sparo una sega pensando a Magda nuda; raggiungo l’orgasmo gridando il nome della prof. e schizzo il mio piacere nella mia stessa mano. Quando la sensazione si esaurisce entro nella cabina e faccio una doccia. Tiro fuori dalla valigia una camicia la indosso insieme a slip puliti mi infilo i jeans ed esco dalla camera per scendere nella hall dell’albergo. Nel corridoio incontro Katya la quale dopo aver fatto scorrere i suoi occhi sui mio corpo scoppia a ridere fragorosamente. Poi sento la voce della madre che ha appena girato l’angolo.
‘Cosa hai da ridere?’
‘Mamma. Guardalo e capirai.’
Magda mi scruta e poi fissa i suoi occhi nei miei.
‘Nooo! non posso crederci. L’hai fatto di nuovo. Non ti &egrave bastao quella fatta in aereo?’
‘No, mamma. Non gli &egrave bastato. Lui &egrave cotto e il suo desiderio &egrave troppo forte. Troverà la pace solo quando il suo sogno si realizzerà. Solo tu puoi aiutarlo. Lo farei volentieri io al tuo posto ma i suoi pensieri sono tutti per te. Dai prendilo. &egrave questo il momento. Siamo lontani da casa e nessuno può accusarti di niente. A parte me nessuno saprà.’
‘Non posso. Se si viene a sapere che figura ci farei? Una tardona che se la spassa con un ragazzino. Ci pensi a tuo padre. Cosa direbbe se scoprisse che mi sono fatta cavalcare da un mio alunno. No, no.’
‘Mamma, papà &egrave lontano 2000 km e chi vuoi che glielo dica. Se non lo farai tu allora lo farò io. Lo sai che piace anche a me.’
‘Non posso; non posso. Andiamo. Scendiamo altrimenti saltiamo la cena e non mi va di stare digiuna per una notte intera.’
La figlia guarda prima me e poi la madre.
‘Mamma, io saprei come sfamarmi. Il peggio &egrave solo tuo.’
Si prendono per mano e si allontanano in direzione dell’ascensore. Spariscono. Sono ancora impietrito per il dialogo ascoltato. La prof e sua figlia hanno liberamente espresso il loro desiderio. Entrambe vogliono cavalcarmi. Magda si trattiene perché ha paura che si sappia e che lo venga a sapere suo marito. Katya invece si trattiene perché non vuole offendere la madre; non &egrave che non mi voglia, ma vuole che sia la madre la prima a cavalcarmi. Io sono nel mezzo. A me non importa chi sia la prima, ma facessero in fretta a decidere. Quelle due mi fanno impazzire. Dopo anni, sono venuto a conoscenza che non sono solo io a desiderarla; che sono presente nei suoi pensieri. Ci sono dieci giorni e tutto può accadere. Invece di scendere al ristorante faccio ritorno in camera. Mi getto sul letto ed i pensieri cominciano a vorticare nella mia mente. Di colpo uno più degli altri prende forma. E se fosse tutto un gioco che madre e figlia portano avanti? Loro hanno sempre giocato con il mio desiderio di giacere fra le cosce di Magda. Si, &egrave così! Mi hanno preso in giro ed io ci sono caduto. Un moto di rabbia mi pervade. Stremato da quel pensiero mi abbandono al sonno. &egrave notte fonda. Mi sento scuotere ed una voce che mi incita a svegliarmi.
Cap.: 3′ – Prima la madre e poi la figlia

Magda: la prof di letteratura italiana (100’58-86);
Katya: la figlia della prof (102’60-90);

‘Ehi? Svegliati. Su fammi un po di posto che ho voglia di stare con te. Mi sento sola. Ho bisogno di un poco di compagnia.’
Inconsciamente mi sposto su un lato del letto; sento la coperta sollevarsi ed un corpo si stende sul lato libero del letto e si rannicchia contro di me e mi abbraccia. Resto immobile. Poi ricambio l’abbraccio e le mie mani toccano un corpo nudo. Ne sento il calore e la liscia pelle. Apro gli occhi e vedo gli occhi di Magda che mi stanno guardando. La sua voce.
‘Dormi sempre vestito? Perché non sei sceso al ristorante? Ti ho aspettato per tutta la serata. Sai la cena &egrave stata squisita. Sei a digiuno? Non &egrave bene che un giovane puledro non mangi. Le forze gli vengono meno e non potrà occuparsi della sua compagna. Con mia figlia abbiamo continuato a parlare di te. Mi ha convinta. Non ci &egrave voluto molto ma mi ha dato la spinta necessaria. Io ti voglio. Ti ho sempre voluto. Fin dal primo giorno che entrai in classe e ti vidi. Eri un pulcino. Mi facevi tenerezza. Poi mi accorsi che ti piacevo. In un primo momento pensai ad una infatuazione. Invece durante gli anni che si sono succeduti ho capito che tu eri innamorato di me. Ne fui contenta. Cominciai ad interessarmi a te. Mi piacevi. Quello che mi tratteneva dal farti mio era la mia età. Potevo essere tua madre. Non era la sola ragione. Non volevo che tu mi vedessi come una donna di facili costumi. Non voglio essere considerata una puttana. Se tu lo pensi &egrave meglio finirla qui. Ne parlai con mia figlia e scoprii che piacevi anche a lei. Facemmo un patto. Ognuna di noi due avrebbe usato le sue armi per conquistarti e portarti a letto. Mia figlia mi disse che mi avrebbe dato la precedenza. Cominciammo a provocarti ed a fare allusioni su noi. Mi divertiva molto farti stare sulle spine ed allo stesso tempo mi dannavo perché mi trattenevo dal confessarti il mio sentimento. Io ti amo ed anche mia figlia sa del mio amore per te. Non voglio che questa notte sia solamente un momento di follia. Voglio che quello che accadrà fra noi due abbia un seguito. Tu dovrai sposare mia figlia. Se tu diventi il marito di Katya io e te potremo continuare a frequentarci senza destare sospetti ne in mio marito ne nei nostri vicini. Diventerò la tua amante. Ora spogliati e vieni ad abbracciarmi. Questa sarà una lunga notte.’
In un lasso di tempo molto breve sono nudo e mi stendo dietro il suo corpo. Le circondo il torace con le mie braccia e la stringo contro di me.
‘Tua figlia dov’&egrave?’
‘Nella nostra camera. Prima che me lo domandi ti dico che sa che sono qui.’
Magda si agita quel tanto bastante a portare il mio pube a schiacciarsi contro il suo culo. Ho il glande fra le sue grandi labbra. Poi mi prende le mani e le accompagna sul suo petto.
‘Stringimi. Fammi sentire quanto mi desideri.’
Il mio cazzo &egrave impennato e duro come un piolo d’acciaio temperato ed &egrave completamente posizionato fra le sue opulenti chiappe mentre le mie mani sono agganciate alle sue tette con i capezzoli che premono contro il centro del palmo delle mie mani.
‘Però; da quello che sento fra i miei glutei, sei ben messo.’
‘Magda, mi devi aiutare.’
‘Aiutare? Perché?’
‘Non l’ho mai fatto.’
‘Vuoi dire che non sei mai stato con una donna? Nemmeno con una prostituta? Io sono la tua prima donna? Cosa hai fatto in tutto questo tempo? Ti sei solamente masturbato?’
‘Sì’
‘Da oggi non dovrai più farlo. Quando avrai voglia basta dirmelo ed io sarò molto contenta di accoglierti nel mio letto e permetterti di scaricare la tua forza nel mio corpo.’
‘Sarai la mia puttana?’
‘No; sarò la tua donna.’
&egrave quello che ho sempre bramato di sentirgli dire. Con il bacino do una spinta in avanti ed il mio cazzo scivola nel ventre di Magda fino ad affondare del tutto in quel caldo antro del piacere. Un grido seguito da un gemito mi dicono che sono sulla strada giusta.
‘Aiha! Hai detto che &egrave la tua prima volta, però il tuo aquilotto la strada l’ha subito trovata.’
‘&egrave stato l’istinto a guidarlo.’
‘Ben venga l’istinto. Ora però non muoverti. Resta dentro. Voglio sentire quanto &egrave grande il tuo desiderio di avermi. Lascia a me il compito di gestire il tuo inquilino.’
Le vene che attraversano il mio cazzo sono gonfie ed il sangue scorre veloce. Le sento pulsare. Lei sente le pulsazioni battere contro le pareti della sua vagina nel mentre le mie mani le pastrugnano le mammelle e le mie dita le torturano i capezzoli.
‘Sento la tua eccitazione; &egrave un buon segnale. &egrave la dimostrazione che il tuo desiderio di avermi &egrave sincero. Sono contenta di essermi lasciata andare. Farò di tutto affinché il nostro rapporto non abbia mai fine. Promettimi che quello che si instaurerà fra noi due non sarà mai portato a conoscenza di altri. Solo mia figlia deve sapere.’
‘Con tuo marito come ti comporterai?’
‘Stai tranquillo. Con lui non ho più rapporti. Sono anni che non frequenta il mio letto. Ha un’amante. Sta più con lei che con me. Katya ed io lo vediamo solo la domenica pomeriggio. Viene a salutarci, prende un caff&egrave e poi scappa.’
‘Conosci la sua amante? Sai chi &egrave?’
‘No. Katya però la conosce.’
‘Perché non divorzi?’
‘Perché dovrei farlo? Lui per me non &egrave più niente.’
‘Però se vuoi risposarti non potrai farlo. Devi comunque divorziare.’
‘Io non ho nessuna intenzione di risposarmi. Ho trovato te e questo mi basta. Tu sarai il mio uomo ed occuperai nel mio letto il posto che fu di mio marito. Sarai il mio amante.’
‘Ma la gente parlerà e ti additeranno come la tardona che se la fa con un ragazzino.’
‘&egrave qui casca l’asino. Tu sposerai Katya. Diventerai mio genero e quando ci vedranno insieme nessuno potrà dire niente.’
‘Sarò un genero che si fotte la suocera.’
‘Non essere volgare. Piuttosto vedo che riesci a gestire il tuo sparviero. Io sono al limite. Datti da fare che non ce la faccio più ad aspettare. Il mio nido ha bisogno di sentire gli artigli del tuo sparviero ghermire la mia passera.’
Mi do da fare. Non so come e ne il perché ma riesco a controllare il mio piacere e riesco a stantuffare il mio cazzo nel ventre della mia bella prof per diversi minuti. Magda geme e miagola come una gatta in calore. Raggiunge una sequela di orgasmi che la fanno gridare al punto che, per evitare che qualcuno irrompesse nella stanza, le metto una mano sulla bocca soffocando le sue grida. Poi anche per me arriva il tempo di rottura. Grugnisco e vengo. Il mio vulcano erutta e anni di desideri si rovesciarono nel caldo nido di Magda. Lei lo avverte.
‘Sì; così; vieni, allagami; riempimi della tua forza; farcisci il mio utero con il tuo seme.’
‘Sei protetta? Prendi la pillola?’
‘No. niente protezione. Dal momento che mio marito non entra più nel mio letto perché avrei dovuto proteggermi?’
‘E se resti incinta?’
‘Lo farò. Darò un fratello a tua moglie ed io sarò madre di un figlio tuo.’
‘La gente cosa dirà?’
‘Cosa vuoi che dica. Loro non sapranno mai che il bambino &egrave tuo figlio; crederanno ad un incidente di percorso.’
‘Diranno che sei una puttana.’
‘Forse che non lo sono? L’hai detto tu: sono la tua puttana.’
Per tutta la notte ed il giorno seguente non facciamo altro che amarci. La figlia fa circolare la voce che la madre non si sente bene. Io mi faccio servire la colazione ed anche il pranzo nella mia camera. Magda, quando portano le cibarie, corre a nascondersi in bagno. Così &egrave per i seguenti tre giorni. Io non sono stanco di pomparle il cazzo nella pancia e lei non mostra di esserne sazia. &egrave la figlia ad interrompere il nostro fornicare. La sera del terzo giorno bussa alla mia camera.
‘Aprite. Sono Katya.’
Vado ad aprire. Lei entra e chiude la porta alle sue spalle. Poi si rivolge alla madre.
‘Non sei ancora sazia? Lo stai consumando. Esci dal letto e vai in camera che fra poco i tuoi colleghi verranno a trovarti. Vogliono sapere come stai. Io non sono riuscita ad evitarlo.’
Magda, sbuffando e dimostrandosi contrariata, scende dal letto, indossa la sua vestaglia e esce dalla stanza. Katya non resta ferma. Quando la madre &egrave uscita, lei chiude la porta con la chiave, si avvicina e mi spinge facendomi cadere sul letto.
‘Ora tocca a me. Spero che quella ninfomane di mia madre non ti abbia prosciugato.’
Si sfila la vestaglia, sale sul letto e mi cavalca. Le sue magnifiche tette sono sotto i miei occhi. Lei si piega in avanti e me le sbatte sulla faccia.
‘Dai, prendile, sono tue. Lo so che ti piacciono.’
Sono più grosse di quelle della madre. Affondo il viso in quell’ammasso di soda carne e le mordo.
‘Ahia! Mi fai male. Vacci piano. Nessuno te le porta via. Le mie zizze saranno per sempre tue. Trattale bene perché dovranno allattare i nostri figli. Io e te diventeremo marito e moglie. Solo sposandomi potrai liberamente continuare ad albergare il tuo sparviero nel mio nido ed in quello di mia madre. ‘
Ho il suo pube contro il mio pube. Il mio cazzo che non ha perso la sua durezza si inalbera contro la sua pancia. Lei lo artiglia con una sua mano e lo guida fra le grandi labbra della sua pelosa figa.
‘Oggi farò di te il mio uomo.’
Solleva quel tanto che basta il bacino facendo in modo che il glande si sistemi meglio fra le grandi labbra; poi rotea il bacino e lentamente si fa penetrare. Un piccolo insignificante ostacolo si presenta durante l’avanzare del mio cazzo verso l’interno del suo ventre. Guardo il suo viso e vi vedo dipinta una smorfia poi più nulla. I nostri pubi sono l’uno contro l’altro. I suoi ricci peli si sono intrecciati con la corona di peli che circondano la base del mio cazzo. Sono dentro la sua pancia. Il mio glande &egrave contro il suo utero.
‘Finalmente sono donna come lo &egrave mia madre. Tu continua a stare fermo lascia che sia io a galoppare sul tuo cazzo. Ti ho dato la mia verginità ma non mi basta. Voglio che tu mi spacchi l’utero; me lo devi frantumare; lo devi innaffiare con il tuo liquido seminale; mi devi mettere incinta. Io da te mi staccherò solo quando sarò sicura che mi avrai fecondata. Datti da fare e vedrai che ci riuscirai.’
‘Come posso farlo? Mancano pochi giorni e poi si ritorna. Sei sicura che questi restanti giorni possono bastare a metterti incinta? E con tua madre come faremo?’
‘Ci abbiamo pensato. Continueremo a cavalcarti anche quando saremo a casa. Da oggi noi siamo fidanzati e tu potrai venire a casa ogni volta che lo vorrai. Solo così il tuo compito di stallone da riproduzione potrà essere portato a compimento. &egrave un compito difficile. Le giumente che dovrai fecondare sono due: io e mia madre. Vedrai che ce la farai.’
‘Cosa direte a tuo padre?’
‘Oh! quello? Non darti pensiero. Per lui non esistiamo. Lui &egrave tutto occupato a soddisfare la sua amante.’
‘Tua madre ha detto che la conosci. &egrave vero?’
‘Si, ma non ne voglio parlare. Ora mi interessi solo tu. La mia pelosona sta aspettando che tu la faccia gridare di piacere. Questo &egrave il tuo compito. Quindi lascia che la mia micetta domi il tuo inquilino e che tragga da lui la forza necessaria a farmi procreare.’
Sono le sue ultime parole. Per i giorni rimasti nella mia camera si sentono solo gemiti, grugniti e grida di piacere. Gli orgasmi, miei e suoi, si ripetono all’infinito. Le riempio la pancia del mio seme. Il suo utero naviga in un mare di sperma. Ogni tanto nella camera irrompe la madre per sincerarsi che tutto fili liscio. &egrave lei a garantire la nostra intimità. Arrivo alla fine della vacanza senza essere uscito un solo giorno dall’albergo. Amsterdam era per me una città sconosciuta e tale rimase per circa ancora un anno. Il mio ritorno in quella città avviene in un’altra occasione e con una diversa compagna di viaggio.
Un anno dopo mi trovo sposato con Katya. Lei &egrave incinta. &egrave al quinto mese di gravidanza. Nel suo grembo cresce un figlio mio. Ha un pancione enorme e le sue mammelle sono gonfie come mongolfiere. Anche Magda &egrave gravida. Anche lei ospita nella sua pancia un bambino frutto del nostro amore. Anche lei &egrave al quinto mese. Vederle gironzolare per casa, nude, con il pancione al vento e le zizze gonfie di latte che sballottano come campane, mi tengono in uno stato di eccitazione perenne che trova la sua conclusione con una di loro messa alla pecorina ed io dietro che le stantuffo il cazzo nella pancia. Alla scadenza, a distanza di pochi giorni l’una dall’altra, entrambe partoriscono. Magda mette al mondo un maschietto e Katya una femminuccia. Poi il tran tran riprende il suo percorso. Le mie scorribande tra le loro cosce riprendono senza esclusione di colpi. Scarico nelle loro pance tutta la forza che il mio stato di giovane stallone mi consente. Le riempio il ventre di linfa vitale. Le allago la vagina innaffiando il loro utero con miliardi di spermatozoi. Dopo pochi mesi sono nuovamente gravide. Entrambe sono entusiaste. Delle due Magda &egrave al settimo cielo. Ha divorziato dal marito. A suo dire lo ha fatto per dedicarsi ad allevare i bambini già nati e per quelli che in futuro nasceranno dal nostro rapporto. La verità &egrave che lei sta vivendo una nuova vita. Magda ha acquistato una vecchia casa di campagna con annesso terreno. Ci trasferiamo e mettiamo su una nutrita famiglia. Con il passare degli anni il nucleo familiare aumenta in modo esponenziale. Magda e Katya fanno a gara nello sfornare bambini. Sono due stupende e bellissime scrofe. Dopo aver partorito per ben cinque volte dando alla figlia tre fratellastri e due sorellastre, il ciclo biologico di mia suocera si esaurisce. Va in menopausa. Per pareggiare il conto con la madre Katya si lascia ingravidare una sesta volta (Magda &egrave madre, contando anche mia moglie, di sei figli.) e poi si fa prescrivere la pillola. Gli anni scorrono. I miei undici figli sono ormai tutti adulti e si sono costruiti una loro vita. Hanno sempre saputo quale &egrave il rapporto che unisce me e le loro madri. I figli di Magda sanno che la loro madre &egrave mia suocera. Sanno che i figli della loro sorellastra sono loro fratelli Io continuo ad alternarmi nel letto ora di Katya ora di Magda la quale, nonostante l’età avanzata, riesce ancora a godere come una ragazzina. Poi la tragedia. Un infarto ce la porta via. Ha 80 anni.

Leave a Reply