Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Maledetta

By 8 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Stronza, maledetta stronza che lo insegui dovunque lui vada e pretendi, pretendi attenzioni che lui non ha e neanche penserebbe di darti.

Stronza, stupida stronza sfigata e sognatrice che dorme e vive sulle nuvole bianche create dalla sua fantasia dove, se lui non fa, non puo’ ma vorrebbe.

Stupida, mi fai pena, rabbia e anche un po’ schifo, con quel tuo atteggiamento a tratti di sfida, seccato, fatto di subitanei lampi d’orgoglio, che mal celano paure che ti corrodono. Ma sono lampi che sfumano in vapor d’acqua non appena lui sbotta un monosillabo di stizza.

E torni ad essere come dovresti, sottomessa e rattrappita nel tuo angolo e ti pisceresti sotto per glorificarlo della tua umiliazione, e i tuoi organi
diventano di brace ardente, che ti brucia dal di dentro.

Stronza che invano speri che lui si renda conto del male che senti, la smetta finalmente di infierire e capisca che ti sta scoppiando il cuore.Stronza, stupida stronza che issi una bandiera bianca cercando mercede dove non esiste e per un istante senti nella bocca il sapore dell’ingiustizia mentre ti mordi le labbra a sangue per non singhiozzare, altrimenti susciteresti anche il suo disgusto.

Stupido fagotto di carne lontano, buono neanche per farlo godere. Hai freddo e ti sembra di sentire ancora l’impronta del suo corpo sul tuo, i sensi ormai assopiti dalla lontananza e dall’indifferenza, ti lasci colpire dalle parole che sputa contro di te, insieme al suo disprezzo, il capo chino, senza respirare perché l’aria si ferma lì in gola dove fa più male e non va oltre, dove annaspano i polmoni affamati.

Gli occhi puntati sulle tomaie, conosci fin troppo bene la piega dura delle sue labbra – quelle stesse labbra! – e ti sembra di vederle, attraverso il filtro di quella inutile acqua salata, e cerchi scampo rievocando un tempo che sembra remoto, cancellato da un tuo stupido gesto, passato come uno straccio bagnato su ardesia piena di colore.

Cosa speravi di ottenere? Stronza, stupida stronza. Non è più tempo di tenerezza, né di comprensione e anche l’amore è un amore nonostante: nonostante ciò che sei, nonostante ciò che fai, nonostante te.

E ti ripieghi su te stessa cercando di essere come lui ti vorrebbe, ma poche cose ti vengono bene come l’annullarti e avverti di già i conati che ti scuotono, presenza familiare quasi amica a cui ti aggrappi con la stessa disperazione di un naufrago ad un salvagente bucato.

Dove sono ora le tue ragioni? Quelle a cui hai permesso di darti la forza di affrontare la sua ira. Stupida, ridicola stronza. Cerchi una vana consolazione nel pensiero che se lui fosse vicino sarebbe diverso, lo abbracceresti cercando conforto e lui farebbe l’amore con te, violentemente,
per farti male e vendicarsi della tua ribellione. Fottendosene del tuo piacere e dei segni che ti lascerebbe sulla pelle, solo per riprendere ciò
che è suo e che per un attimo ha pensato di godere di libero arbitrio.

Piegata col busto sul tavolo, il legno che ti penetra nelle carni a ogni colpo, stringendo i denti per non urlare mentre ti forza, servile e bagnata perché così lui ti vuole, ti lasceresti artigliare i fianchi e rubare la
linfa. La tua mente volerebbe già cinque minuti in avanti, al momento in cui elemosineresti carezze e perdono che, magnanimo, ti arriverebbe dall’alto,
seppur vagamente minaccioso.

E ti sentiresti rassicurata, scambiando quell’emozione per l’amore di cui hai una fame disperata, quella fame che ti fa brillare gli occhi spalancati,
due buchi neri che assorbono tutto, ogni singola briciola distratta che lui ti concede, tizzoni che non riescono a riscaldare il vuoto che hai dentro.

Guardati! Cazzo, guardati con i miei occhi! Ascolta come suona la tua voce
mentre lo supplichi di richiamarti e ingoi fiele insieme a parole di spiegazione che farebbero scatenare nuovamente la sua furia.
Solo per un istante, solo per mezzo secondo, guardati!

Ma è il mio destino, quello di stare dall’altra parte dello specchio e di vedere la Verità, senza potertela gridare perché tu, ormai, eviti anche il mio sguardo.

Leave a Reply