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Manuela e Franco – Incontro al lago

By 10 Settembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Lavorare nell’azienda di famiglia ha innumerevoli vantaggi. Uno dei quali &egrave quello di potersi prendere giornate di ferie come e quando si vuole, senza bisogno di chiedere permessi. Questa volta Manuela si &egrave limitata a un pomeriggio. In una calda giornata d’estate, cosa c’&egrave di meglio che passare il tempo a prendere il sole e a fare il bagno? Purtroppo le sue amiche non godono degli stessi benefici e quindi &egrave costretta a godersi il relax in solitudine. Poco male, l’ultima lite con Andrea e la definitiva fine della loro storia si smaltiscono meglio in solitudine. Non si può dire che Manuela sia particolarmente affranta dall’ennesima storia finita in frantumi; &egrave abitudine per lei staccare la spina non appena la cosa diventa troppo impegnativa o quando gli uomini provano a domare il suo carattere ribelle. Neanche il pianto disperato dell’ultimo di turno ha minimamente incrinato la sicurezza di Manuela al momento di dire basta. La sua bellezza &egrave indiscutibile, con un fisico mozzafiato, a 26 anni ha spezzato il cuore a decine di uomini. Non che abbia avuto molte storie, per lei tirarsela &egrave naturale e lo fa continuamente. Riuscire anche ad ottenere un semplice e innocuo dialogo con lei &egrave difficile per qualsiasi uomo. Come medusa il suo sguardo fulmina anche gli i più intraprendenti. Il luogo dove Manuela vuole passare il pomeriggio &egrave uno sperduto laghetto collinare distante circa una quarantina di chilometri da dove abita. Il posto &egrave un po’ di tempo che non lo frequenta ma qualche anno prima c’&egrave stata più di una volta con amici. Il lago si presenta nel migliore dei modi, immerso nella macchia mediterranea, risplende come uno smeraldo grazie alla sua bella acqua verde. Dopo aver parcheggiato il suo piccolo Suv sulla strada sterrata che porta al lago, Manuela si incammina per il sentiero che costeggia lo specchio d’acqua, per trovare un posto isolato e tranquillo per rilassarsi. In realtà il fatto di essere fuori dai comuni itinerari e la giornata feriale rendono il lago quasi deserto. Dopo una decina di minuti di agile cammino, Manuela trova una ampia e accogliente piazzola completamente circondata da macchia e sovrastata da un grosso pino marittimo che garantiva anche un po’ di ombra. Manuela stende il telo da mare, si toglie i vestiti rimanendo con indosso il solo bikini che aveva messo prima di partire. Si tratta di un normale due pezzi rosso che, però, indossato da lei sembra molto succinto; il suo generoso seno di quarta misura &egrave coperto solo in parte dalla leggera stoffa e il sedere sembra voler inghiottire buona parte della sua copertura. Dopo alcuni minuti che Manuela &egrave stesa al sole, un fruscio rompe il silenzio e nella piazzola entra un uomo. Si tratta di un esile ometto in costume da bagno, con la pelle molto abbronzata e con pochi capelli bianchi che circondano una bella pelata. L’età apparente &egrave di almeno 65 anni. “Buonasera, signorina !” esordisce “La disturbo se mi stendo qui ?” chiede il nuovo arrivato a Manuela sorridendo a più non posso. “Che cazzo vuoi ? Perché vieni a rompere i coglioni proprio a me ?” &egrave la risposta che Manuela riesce a malapena a trattenere e che il suo istinto le detta, ma uno scocciato e appena biascicato “No” &egrave quello che le esce. L’uomo prende il suo asciugamano e si stende all’estremità opposta della piazzola, a circa 5 metri da Manuela. Passano pochi minuti e l’uomo chiede: “Mi scusi le da fastidio se lo tolgo ?” Manuela scocciata per la frase rivoltale si gira verso lo sconosciuto per capire di cosa stesse parlando. Quello che per lei &egrave un semplice vecchietto si &egrave già calato il costume fino alle caviglie e stava sfilandolo dai piedi. Finita la manovra si gira verso la ragazza e continua: “Preferisco stare in libertà se per lei non &egrave un problema”. Manuela, che stupita si ritrova davanti l’uccello abbronzato e semi eretto dell’uomo, si volta verso il lago senza proferire parola. Passano pochi minuti e l’uomo, che per i canoni di Manuela non &egrave altro che un vecchietto, esclama: “Che figa che sei! Hai due bocce da paura”, Manuela si gira senza credere alle proprie orecchie e vede l’uomo seduto a gambe larghe sull’asciugamano, dall’altra parte della piazzola, che si masturba lentamente con un sorrisetto idiota stampato sul viso. “Perché non ti togli almeno il sopra del costume e mi fai vedere bene quei due meloni ?” l’uomo prova a prendere l’iniziativa. Manuela &egrave attonita non crede alle sue orecchie e ai suoi occhi ma non ha la reazione che la sua natura le detta e stupendo soprattutto se stessa, fa qualcosa di assolutamente inaspettato. Il suo istinto &egrave quello di inveire e magari anche di aggredire l’uomo, invece si rigira verso il lago emettendo solo un flebile “Noooooo” che a malapena si sente. Questa reazione &egrave come benzina sul fuoco per l’uomo che lesto si alza e lentamente le si avvicina continuando a masturbarsi e dicendole: “Su dai non fare la timida, chissà a quanti hai fatto vedere quelle splendide tette, chissà quante spagnole hai fatto, dai togliti il costume. Solo il pezzo di sopra”. Seguirono due interminabili minuti di silenzio in cui si sentiva solo il sommesso rumore del lento segarsi dell’uomo vicino a Manuela. Quel modo di parlarle, quell’approccio così assurdo, quella situazione in cui mai avrebbe pensato di trovarsi e così lontana dal suo mondo scatenano in Manuela la più incredibile delle reazioni. Lentamente porta le mani dietro la schiena e si slaccia il costume che, poi, sfila da sopra la testa restando a seno nudo di fronte all’anziano, che si sta masturbando di fianco a lei. L’uomo &egrave in estasi davanti a quella visione e accelera il ritmo della sua sega, fiero del risultato ottenuto dalla sua incosciente sfrontatezza, prova ad andare oltre: “Che meraviglia! Ti avevo visto passare quando sei arrivata e ho subito deciso di seguirti perché sei troppo bona e volevo segarmi guardandoti. Ti prego prendimelo in bocca”. Manuela si gira ancora verso il lago e senza guardare l’uomo si limita, ancora una volta, ad un flebile “Noooo” scuotendo lentamente la testa. Forse quella risposta &egrave più per se stessa che per l’uomo. Lui insiste e ci riprova: “Dai almeno una bella spagnola con quelle tette stupende” e dicendo questo si inginocchia accanto alla ragazza e le sfiora il seno con la punta della cappella rossa. Lei si irrigidisce istantaneamente e questa volta il “No” appare più deciso e convinto. L’uomo capisce al volo la situazione e si ritrae continuando a masturbarsi ferocemente il cazzo a pochi centimetri dall’immobile ragazza. Il primo schizzo di sperma il più lungo esce violento dal cazzo del vecchio e colpisce il lato del seno sinistro di Manuela che non si muove, il secondo le finisce sul fianco sotto al primo e gli altri si perdono sulla terra. L’uomo ansimante e beato si rialza e dice: “Grazie, grazie, grazie mille. Sei meravigliosa”. Manuela non risponde e non guarderà più nella direzione dell’uomo. Lentamente si alza. si rimette la maglietta, senza pulirsi e senza rimettere il costume; finisce di vestirsi, prende le sue cose e se ne va. Quasi di corsa, ma senza fretta. Ha voglia di andarsene ma non di scappare. E’ turbata e non si riesce a dare risposte alle mille domande che le affollano la mente. Mentre lascia la piazzola l’uomo, quasi a non voler far finire quel loro inaspettato incontro le dice: “Io mi chiamo Franco. Tu come ti chiami ?” ovviamente nessuna risposta. E allora: “ti prego torna, ti aspetterò qui tutti i giorni…..torna”. Le ultime parole sono dette ai cespugli che si chiudono dietro al passaggio di Manuela, che ormai &egrave già sul sentiero che la riporta all’auto.

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