Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Marina, la cougar cameriera

By 15 Luglio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Era la solita stagione estiva all’hotel dei miei zii di Senigallia. Le solite cose: hotel pieno o quasi pieno di famigliole venute a farsi qualche giorno di mare con bambini al seguito. Per il personale di sala del ristorante dell’albergo, mia zia come ogni anno aveva assunto dei ragazzi e delle ragazze della zona, desiderosi di arrotondare e aiutare così le proprie famiglie. Normalmente questi erano sempre degli studenti o studentesse dell’università e dell’ultimo anno delle scuole superiori.. Io come ogni anno scendevo a trovare i miei parenti e mi fermavo per un lungo periodo a fare vacanza. Tuttavia neanche io mi sentivo di stare con le mani in mano. Mia zia mi metteva di solito a prendere il suo posto in reception. Per lei dovevo fare della piccola contabilità, tenere il registro dei clienti in entrata e uscita con le rispettive consumazioni extra e rispondere alla corrispondenza estera,(nessuno in casa, a parte il sottoscritto e i miei cugini più giovani mastica propriamente l’inglese e soprattutto il tedesco) lasciandomi comunque il tempo per chiudermi in camera e preparare quegli esami da dare a settembre, che non ero riuscito a dare in tempo. Quell’anno però c’era qualcosa di diverso: Marina.
Marina era diversa dalle altre: non era una ragazza universitaria, aveva appena compiuto quarant’anni. Veniva da un paese relativamente lontano da Senigallia, nell’entroterra della provincia di Pesaro. Era alta un metro e settanta e il suo seno giunonico non la lasciava passare inosservata. Appena arrivato, una volta salutatiti i miei parenti ero andato a sistemarmi in camera. L’incrociai. Indossava un paio di sandali con suola alta che la slanciavano ancora di più. Fisico sodo, gambe fasciate da un paio di pantaloni neri e busto vestito da una camicia bianca ma non potei non notare il reggiseno nero sotto la camicia e l’apertura della camicia, con i bottoni della parte superiore strategicamente lasciati aperti. Per non dire i capelli neri tinto biondi colpi di sole. Avevo chiesto a mia zia di Marina. Mi disse che fino a qualche tempo prima possedeva un’agenzia di viaggi nel suo paese, poi chiusa a causa della crisi e dalla mancanza di utenti. Si era quindi ritrovata senza la sua impresa e aveva deciso di ricominciare da zero e portare a casa qualcosa facendo la cameriera, almeno per quell’estate.
Passarono alcuni giorni nella quasi indifferenza. Aveva legato con le altre ragazze del personale di sala, ma notavo che spesso, durante le pause, andava al mare da sola. Il momento in cui staccava era diventato per me l’occasione per osservare le sue curve generose, oltre ai suoi bikini stra-sexy e appena velati da una camicia bianca semitrasparente, che lambiva i suoi fianchi. Usciva, sempre da sola, anche la sera, alla fine del turno. Anche in quelle occasioni non mi lasciava indifferente. Una di quelle sere la incontrai, sul lungomare. Camminava da sola ed aveva un’espressione malinconica. Mi sembrava strano: indossava un top color dorato con scollatura a V, una gonna bianca corta e a pieghe e scarpe con tacchi alti. Sembrava fosse uscita per un appuntamento galante, poi andato male. Pensai che forse doveva sentirsi sola e forse tutto quello che faceva, quel modo di vestirsi e mettersi in mostra, oltre che essere un modo per valorizzarsi era anche per cercare di attirare l’attenzione e un po’ di compagnia maschile, al mare come di sera. Decisi che era l’occasione per conoscerla meglio e scambiare qualche battuta. Sicuramente era una persona interessante ed entrambi eravamo in cerca di compagnia. Poco importava della differenza d’età di quasi vent’anni.
Feci la prima mossa.
-Ciao Marina.-
-Ciao, anche tu qui?-
-Eh-annui io-Sembrerebbe proprio di sì. Non mi sembra il caso che una donna così bella e brava al lavoro.-mi stupii per la mia ruffianeria -trascorra la serata da sola.-
-Infatti non era questo il mio programma. – mi sorrise ‘ la serata &egrave ancora lunga e tu puoi dare un contributo. –
La risposta mi spiazzò. Di fatto mi stava chiedendo di portarla a fare un giro. – Se vuoi conosco un posto dove fanno degli ottimi cocktail. – il gioco era fatto.
La portai in un posto non lontano. Lei mi raccontò di lei: i suoi studi all’alberghiero di diversi anni fa, la sua attività da tour operator finita male a causa del ciclo economico e di un lungo fidanzamento non andato a buon fine, delle sue passioni per la moda e i viaggi. Passarono quasi due ore nelle quali ci raccontammo praticamente le nostre vite. Finché lei non mi chiese di tornare all’hotel. La mattina doveva svegliarsi presto: aveva il turno di colazione. Scherzammo mentre tornavamo all’albergo.
Arrivammo al corridoio che ospita le stanze dei dipendenti, dove dormiva lei e, qualche metro più in là, dormivo io.
-Bene, allora siamo vicini di stanza. Non l’avevo ancora notato.- Sorrise maliziosamente
-Eh pare proprio di sì… Bene, allora buonanotte.
-Buonanotte- Mi disse sorridendo. Nel congedarci, Marina avvicinò la sua testa alla mia, per un bacio sulle guance. Nel ricambiarlo, mi accorsi che per qualche secondo le nostre labbra sembrarono sfiorarsi.
Appena chiuse la porta della sua camera, mi fiondai nella mia a riflettere.
Mi coricai un attimo sul letto, ripensando a quel ‘quasi-bacio’ così strano, così leggero e così invitante…mi chiesi se magari non era un invito, una manifestazione di disponibilità.
Mi ritrovai a pensare a quella donna. A quel fisico e a quel corpo che in molte sue coetanee e donne più giovani avrebbero invidiato, ai top appariscenti che metteva ogni volta che usciva la sera e alle sue mise da mare così terribilmente sexy.
Mi ritrovai con il pene duro. Mi resi conto che Marina era ben più di una dipendente stagionale di mia zia, non una delle tante che lavoravano lì d’estate: era una donna bella e attraente che nonostante la differenza di età io desideravo. Ripensai a tutte le volte che mi ero masturbato o avevo visto dei porno con delle Milf o delle mature come protagoniste…e se quella fosse stata l’occasione per rendere vera una di quelle situazioni? Non ce la facevo più. Mi alzai in piedi e attraversai il corridoio per andare in bagno. Per farlo dovevo passare davanti alla sua camera. Fu lì che mi bloccai.
In fondo in fondo mi ero illuso che fosse aperta o che magari fosse lì ad aspettarmi. Ciò che incontrai fu però decisamente più conturbante. Passando di lì percepii un leggero suono. Mi fermai e mi avvicinai e ne sentii un altro. Non ci misi tanto a capire che erano dei veri e propri gemiti. Si stava masturbando. I suoni diventavano sempre più forti. Rimasi lì a sentire quel concerto che non avrei perso per nessun motivo al mondo. Avrei voluto mettere mano al mio amico e masturbarmi al loro ritmo, ma la paura che potessero passare i miei zii o qualcun altro e sorprendermi mentre mi toccavo oscenamente in mezzo al corridoio mi imbarazzava. Infine un gemito molto più profondo e lungo degli altri mi fece capire che doveva essere venuta. Sconvolto da ciò che avevo sentito andai in bagno e diedi sfogo a tutta la mia passione, nella speranza che adesso lei fosse di là, dall’altra parte della porta.
Persi ogni inibizione e aumentai il tono della voce. Senza riguardo che qualcun altro potesse sentirmi, anzi, sperando che lei fosse lì. -Ah sì, Marina, sìììh- mi sembrò di urlare mentre venivo e mentre il mio sperma schizzava violentemente sulla tavoletta del water. Uscì poco dopo aver cancellato le tracce di quell’orgasmo così liberatorio. Il corridoio era vuoto. Nessuna traccia di lei. Quasi sicuramente doveva essere ancora in camera. Tornai in camera ma nonostante la sega appena fattami, ero ancora così eccitato che feci fatica ad addormentarmi. Mi masturbai almeno altre due volte quella serata, prima di crollare addormentato.

Leave a Reply