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Racconti Erotici Etero

Marion

By 16 Novembre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Avevo notato quel ragazzo viaggiando a causa del mio lavoro, tra Roma e Milano, ogni settimana. Lo avevo osservato con attenzione : era alto, slanciato, spalle larghe, fianchi stretti’insomma un fisico da urlo. Il viso sembrava quello di un eroe greco: capelli biondi e mossi, profilo nobile occhi verdi e denti bianchissimi’avrà avuto al massimo trent’anni. Io un paio più di lui, ero sposata molto molto infelicemente e prossima alla separazione, per cui stavo volentieri lontano da casa.
A volte stavo proprio per quello a Milano anche se avrei potuto tornare a casa mia a Roma.
Dicevo che lo avevo notato incontrandolo quasi ogni volta, ed ero attirata come una calamita da lui’mi sedevo vicino a lui per poterlo osservare meglio, senza essere notata.
Era vestito sempre elegantemente, sembrava un operatore di borsa’orologio d’oro di foggia classica, scarpa nera, calzino lungo, non aveva mai un dettaglio fuori posto’un uomo di grande classe. Volevo a tutti i costi conoscerlo, dietro quell’aspetto così patinato volevo sapere che ci fosse.
Una sera scendendo dal treno, feci cadere apposta a terra i fascicoli che avevo in mano’è un vecchio trucco, ma se siete donna, e diciamo’piacente, funziona sempre. Era davanti a me, mi sorrise e mi aiutò a raccogliere i fascicoli, mi sorrise, e mi disse ‘Finalmente ci conosciamo! Piacere ! Io sono Marion!’ ‘ Era americano lui, che nome buffo! Stava in Italia da un paio di anni, effettivamente si occupava di finanza, era anche molto simpatico.
Anche lui mi aveva notato, da un po’, e non aspettava altro che il momento giusto.
C’era feeling, e in men che non si dica ci ritrovammo a chiacchierare come vecchi amici. Nel frattempo eravamo arrivati a Milano, e io dovevo prendere il solito taxi che mi portava nel mio residence. Marion mi chiese educatamente ma tutto d’un fiato : ‘ Senti, anche io sono solo in un residence e ci sono solo dei precotti nel freezer che mi aspettano, io so di piacerti e anche tu mi piaci molto, siamo adulti tutti e due, perché non ceniamo insieme?’
Accidenti! Hai capito il ragazzo? Per un attimo rimasi lì immobile, a riflettere, non sapevo che fare’ma lui incalzò:
‘Dimmi che non hai voglia di passare una sera con me, ma dillo guardandomi negli occhi’
I suoi occhi erano verdi e intensi, il suo sorriso bianco, perfetto, sapeva di buono, le sue labbra dovevano essere morbide’e poi erano due mesi che non toccavo un uomo. Al diavolo, accettai.
‘Va bene, passo dal mio residence, mi cambio e vengo da te’diciamo alle otto?’
‘Ok, vuoi una cena italiana?’ Ero brava a cucinare, e volevo stupirlo con tutti i sensi, anche col gusto’me lo sarei mangiato!
‘Ok, darling a tra poco! Ah dimenticavo, niente sentimenti stasera, solo sano e buon sesso’
‘Ma certo’ stavo già riflettendo su questa cosa, era la prima volta che pensavo al sesso come qualcosa di completamente, diciamo, scollegato dai sentimenti, e la cosa era molto eccitante, i sentimenti a volta condizionano i gesti. Volevo anch’io trascorrere una serata diversa, divertirmi, andare ‘oltre’ i limiti, con una persona bella e affascinante, stuzzicante e assolutamente amorale.
Eravamo solo due ‘splendidi animali’ : femmina e maschio, belli, giovani e affamati di sesso. Tutto il resto non contava.

Entrai nel mio appartamento, mi spogliai velocemente e mi infilai sotto la doccia.
Godevo nel sentire l’acqua che mi accarezzava la pelle, mi insaponai dolcemente gustandomi ogni centimetro del mio corpo, i lunghi capelli che mi sfioravano la schiena, il profumo di femmina che si spargeva attorno a me’ero già pronta.
Sono una donna che piace agli uomini, ne sono cosciente, ma quella sera volevo esagerare: mi guardai allo specchio e quello che vedevo avrebbe fatto impazzire il mio nuovo amico.
Alta, snella, avevo avuto la fortuna di ereditare da mamma un fisico perfetto, gambe lunghissime, seno ‘quanto basta’, da coppa di champagne per intenderci, capelli lunghi ramati , grandi occhi verdi da gatta, viso da finta ingenua, e soprattutto ero una donna molto ‘calda’, bastava uno sfioramento dei capezzoli per mandarmi in tilt, se fatto a dovere e dall’uomo giusto.
Calze autoreggenti nere, senza slip, sottana di seta nera, senza reggiseno, tanto le mie tettine stavano su come due piccole pesche, tacchi a spillo, e lunghi capelli sciolti.
Ma sopra, mi vestii da educanda, era lì la mia perversione: lunga gonna , camicia grigia allacciata fino all’ultimo bottone, insomma, da suora. Mentre finivo di prepararmi, e in cucina sfrigolava la cena, i profumi si propagavano, e io ero agitatissima.

Camminavo su e giù per il piccolo appartamento, in preda a un calore che risaliva dal profondo, ero eccitata come una femmina in calore. L’idea di rivederlo, di poter finalmente toccare quello splendido uomo, bello come un dio greco, mi annebbiava la mente, era il sopravvento dei sensi sulla ragione. Ne ero ormai irrimediabilmente schiava.
Puntuale alle otto lui arrivò.
Aprii la porta e me trovai davanti, finalmente soli, in un luogo che non fosse il treno.
Era uno splendore della natura, in jeans e maglietta, qualche filo bianco tra i capelli biondi, sorrideva, sentii il suo odore, era buono.
‘Allora? Posso entrare?’
‘Ma certo! Scusa’ ero imbambolata, era in assoluto l’uomo più bello che mi fossi portata a letto.
‘ Ehi, come sei vestita? Serata casta?’ Mi strizzò un occhio sempre con quel sorriso bianchissimo.
Lo lasciai entrare, fece un breve giro della stanza, annusò l’aria, e mi piantò addosso il suo sguardo verde.
Mi sentivo svenire dall’eccitazione, e chi pensava più alla cena’
Mi si avvicinò lento e sornione, e delicatamente mi baciò sulle labbra, le sue erano morbidissime.
‘Sei uno schianto piccolina, sei una macchina da sesso’non te ne rendi conto ?’
Mi prese per i fianchi e mi strinse a sé delicatamente, mi posò le mani sulle natiche e mi accarezzò prima delicatamente poi toccando e tastando con più forza, si accorse che non portavo le mutandine. Sentii un sospiro di eccitazione nel suo alito caldo che mi sfiorava il collo, mi guardò negli occhi ‘Oh my God’non hai niente sotto?’ ‘ ‘No’ risposi con finta ingenuità. Perse il controllo, come speravo, si abbassò inginocchiandosi, partendo dalle caviglie mi accarezzò con una lentezza esasperante, arrivò alle ginocchia, salendo salendo da sotto la gonna, fino al bordo delle calze di pizzo, e lì ebbe un altro piccolo sospiro, arrivò finalmente con le mani tiepide e sapienti, a quella parte di pelle che c’è alla fine delle calze e che è la più sensibile in una donna, stavo impazzendo di desiderio.
Risalì, e infilò la testa sotto la gonna, io divaricai le gambe, e lui in ginocchio si avvicinò con naso al mio sesso ormai bagnato, con le dita allargò dolcemente le grandi labbra, sentii il calore del suo fiato e poi la punta calda della lingua che centrò al primo colpo il centro pulsante della mia voglia di sesso, leccò lentamente e a piccoli centri concentrici il clitoride, leccava e succhiava, e io sentivo ondate di piacere e pelle d’oca, mi si piegavano le ginocchia. Ogni volta che succhiava la punta del clitoride sentivo una piccola scossa elettrica che partiva dal mio sesso e arrivava al cervello’ci sapeva fare, Marion.
Si fermò, si rialzò, io ormai ero di burro, non avevo più alcuna cellula cerebrale’alcuna volontà, sono sempre stata così: adoro scopare.
Mi spinse contro il tavolo apparecchiato, mi sfilò la gonna e mi tolse la camicia in un attimo, e si fermò a contemplarmi: ‘Sei bellissima” Ero scompigliata, con indosso solo la mia piccola sottana in seta nera, le calze e le scarpe altissime. Mi fece girare e si appoggiò a me, spingendomi contro la tavola, attraverso i jeans sentii sulle natiche la forza ancora compressa della sua erezione, le sue mani ricominciarono a sfiorarmi fino ad arrivare ai capezzoli, ormai durissimi da farmi male.
Quello era il mio punto debole’mi bagnai ancora di più, mi fece scendere le spalline della sottana, abbassandomela fino ai fianchi e da dietro, sempre tenendomi ferma, prese a titillarmi i capezzoli, e a strofinare il suo sesso gonfio contro il mio bellissimo culo. Era il paradiso del fottere’
Ormai non ne potevo più, il mio sesso era scivoloso e ardevo di desiderio di sentirmi penetrata e sbattuta a dovere, glielo dissi: ‘Basta’fammi sentire cosa sai fare, scopami, fammi urlare,..ti prego!’
Non se lo fece ripetere, sentii la zip dei pantaloni scendere, si tolse i jeans, la maglietta, i boxer, tutto in un attimo, mi girai per guardarlo’.era una statua’un fisico asciutto, tonico, abbronzato, il petto largo e con quale pelo biondo’non mi permise di vedere altro, mi rigirò bruscamente, prese in mano il suo bellissimo pene gonfio e di dimensioni notevoli, e me lo puntò con forza: ‘Lo vuoi? Eh? Sai te lo metterei dappertutto, in bocca, nella figa, nel culo’lo vuoi? Oh si che lo vuoi’.ahhh’ Spinse con vigore, tutto dentro fino in fondo, in un solo colpo, scivolò senza fatica, sentivo quel bellissimo membro maschile penetrare fino in fondo, ormai i miei umori mi stavano scivolando lungo le cosce.
Mi prese per i fianchi e mi tenne ben ferma, mi abbassò sul tavolo, ero lì, inchiodata, a gambe divaricate, praticamente assolutamente indifesa, non avevo alcun controllo su di lui, ed era un uomo ben allenato, forte. Cominciò a penetrarmi con una forza inaspettata, mi prese per i capelli e mi tenne ancora più salda, mi attaccai con le mani al bordo del tavolo per fare un po’ di resistenza, mi penetrava con tanto vigore da sollevarmi da terra, si stava lasciando andare ad ogni genere di frasi spinte, ma cominciò a parlarmi in inglese e io non capivo tutto: ‘I smash in to you, I open to you, I fuck you, ‘until the throat’ e i colpi erano sempre più veloci, sempre più profondi, io stavo sprofondando nel godimento più puro’e stavo per venire. Lasciò i miei capelli e allargandomi ancora di più le gambe mi titillo il clitoride aritmicamente ai colpi che mi assestava’non ne potevo più, era troppo’cominciai a urlare di piacere mentre l’orgasmo più forte che avessi mai avuto stava prendendo il sopravvento su di me, profondo, animalesco, forte e potente, sentii le ondate calde del mio piacere sopraffarmi con forza e urlai’oh si, urlai forte. Lui si fermo e si godette il mio orgasmo, ‘si, si, godi bella, godi’ho solo cominciato con te” Sentire queste parole mi eccitava ancora di più, ero oltre il limite. Quando lentamente il mio orgasmo si placò, ripresi fiato, la testa mi girava’Marion mi girò, ci guardavamo negli occhi ora, e mi sussurrò: ‘Suck me, please’oh please” mi appoggiò le mani sulle spalle e mi costrinse ad inginocchiarmi. Mi inginocchiai e mi trovai proprio all’altezza delle mie labbra l’oggetto del mio desiderio, era gonfio e pulsante, lucido di umori, cominciai a leccarlo solo sulla punta, a girarci attorno con la lingua, a succhiargli solo la cappella’. mi prese sospirando per i capelli, e mi spinse tutta l’asta in bocca, e tenendomi la testa prese a muovermi su e giù, mi stava scopando in bocca, era eccitante da morire, con le mani gli accarezzavo i testicoli, era ormai al limite. Sentivo che stava sballando, godeva come un pazzo pure lui.
Ormai avevamo perso entrambi il controllo.. mi rialzai e lo spinsi sul divano, ci cascò sopra, e rimase completamente nudo con il sesso ormai gonfio e duro da scoppiare, mi misi a cavalcioni sopra di lui, lo presi in mano e lo infilai lentamente tutto dentro, era così lungo che sentii una leggerissima fitta di dolore, ma passato un attimo di tempo per prendere aderenza al suo pene così grosso, cominciai a godere e a muovermi lentamente, oh si’era magnifico’mi prese per i fianchi e mi guidò in un su e giù, su e giù, che mi mandava fuori di testa’sentivo un altro orgasmo ancora più intenso che stava arrivando, strinsi forte le cosce e spinsi i fianchi in avanti così da sentirlo fino all’ultimo’e cosi venni altre tre volte, ero ormai in un’altra dimensione, mi venivano le lacrime agli occhi, stavo volando. Non avete idea cosa voglia dire per una donna essere scopata a dovere, si entra in un’altra dimensione, lì il sesso assume veramente del metafisico! Cominci a capire perché in alcune religioni l’atto sessuale è, o è stato considerato sacro.
Ero completamente in balia dei sensi, il mio corpo era ipersensibile, un’antenna pronta a ricevere ogni sensazione, anche solo le sue mani che mi sfioravano il seno, che mi tenevano per i fianchi, mi facevano impazzire. Quando proprio non ce la faceva più, mi chiese di predermi da dietro”ti prego, fatti scopare da dietro’ti sento ancora di più!’ allora ci alzammo e io mi misi carponi sul tappeto, lui si inginocchio dietro e mi infilzò di nuovo con una forza che mi fece urlare, mi sbatteva, e io continuavo a bagnarmi e a venire ancora, quando anche lui stava per venire mi fece girare e mi venne sulle tette, fiotti caldi e bianchi, mi riempirono fino alla gola. ‘guardalo, guardalo, look it’ mentre vengo’ohhh siiiiii”poi con le mani me lo spalmò dappertutto, ‘.una cosa così porca non me l’aveva mai fatta nessuno.
Poi ormai senza fiato ci fermammo e rimanemmo abbracciati per un po’, era stata proprio una scopata stratosferica per entrambi.
*****

Da allora, ci vediamo di tanto in tanto, passiamo delle serate stupende, ma quando ci incontriamo sul treno, facciamo come se non ci conoscessimo. Siamo ‘noi’ solo per qualche ora, poi ciascuno torna alla propria vita.

Angelica

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