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Sara stava guidando. Per avere più libertà di movimento aveva tirato su la gonna.
– Brava, Sara, guidi molto bene. Però che belle cosce che hai, posso toccartele?
– Certo. Marisa. Tu con me puoi fare quello che vuoi.
– A proposito: che effetto ti ha fatto quel bacio di Rosa?
– Mi ha emozionato. Mi è piaciuto. A te?
– Mi ha eccitato un po’. Bello. Ha detto comincerete con me, vuole insegnarci come si fa con le donne.
– Possiamo cominciare noi due, Marisa, se vuoi provare.
– Cominciamo con un bacio come quello?
– Se vuoi, si. Sai che mi piace la tua carezza sulle mie cosce?
– Andiamo a provarci i vestiti che abbiamo comprato.

Andarono a casa di Marisa , in una stanza per spogliarsi.
– Anche tu hai un bel corpo ,Sara.
– Ti stai innamorando di me, Marisa?
– Non lo so, mi piace vederti nuda.
– Tu sei più bella. Ti ho sempre invidiato i tuoi seni.
– Beh, toccali, che male c’è?
– Come sono belli, quanto mi piacciono, te li ho sempre invidiati.
Marisa prese Sara e la baciò in bocca.
– Spogliati tutta, voglio vederti nuda.
– Mi vuoi nuda? Per te farei qualunque cosa, lo sai, ma noi non siamo lesbiche.
– Non lo so più, Sara, so che adesso ti voglio nuda tra le mie braccia.
– Proviamoci, insieme. Può darsi che lo stiamo desiderando senza capirlo.
Marisa la abbracciò e Sara si spinse a baciarla.
– Sara, hai i capezzoli duri.
– Mi sto eccitando sentire il tuo corpo sul mio.
– Lasciateli baciare e succhiare un po’.
– Si, fammelo. Ma tu mi fai venire voglia di venire. Fatti toccare, Marisa. Apri un po’ le cosce.
Sara le carezzava il clito e poi la penetrò col dito medio.
– Fammelo anche tu , Marisa, veniamo insieme.
– Sara, le lesbo leccano la fica; ti senti di farmelo, così proviamo?
– Me lo farai anche tu? Ah, si, proviamo.
– Si, piccola. Perché questo bel corpo se lo devono godere quei bastardi e non noi? Non ci andiamo dove vuole mandarci Rosa, un posto che non conosciamo con persone sconosciute. Resta qui a dormire con me, Sara, e proviamo ad amarci.

Continuarono a baciarsi, corpo contro corpo e con Marisa che le succhiava e mordicchiava i capezzoli.
– – Ti piace così, Sara.
– Più forte, fammelo più forte. Il piccolo dolore ai capezzoli mi eccita molto.
– Ti sento che ti stai bagnando. Aspetta, fattela toccare. Sai che hai una fica molto bella, Sara?
– Se ti piace, allora perché non proviamo a baciarcele, insieme? Quella Rosa mi ha fatto venire come una esaltata con la sua lingua e le sue dita. Da, Marisa, facciamolo, ora sappiamo come si fa.
– Devi farmelo tu, Sara, voglio sentire la tua lingua mentre mi tiro i capezzoli. E voglio che spingi la lingua fino all’ano.
– Diventiamo lesbiche, Marisa? Io lo farei solo con te, in fondo ti amo.
– Anch’io ti amo e mi fa rabbia vederti chiavata da un uomo qualsiasi. Devi essere mia e poi lo facciamo anche con gli uomini. Devo essere io a darti orgasmo. Chiavare con gli uomini è solo un modo per farci pagare, anche se a me piace sentirmi puttana. Il cazzo mi piace sempre.

Il marito di Sara le confessò di sentirsi gay. Oramai non poteva più nasconderlo e la situazione era insostenibile. Sara andò a vivere a casa si Marisa ed insieme guadagnavano soldi con Rosa, a i clienti che procurava Rosa non sempre erano piacevoli. Cominciavano a circolare voci su loro due e decisero di andarsene da quel posto in un’altra cittadina, più grande e più ricca. Lì si sistemarono in una casa sulla costa, fuori mano e cominciarono a cercare occasioni. Sara conobbe la proprietaria di un piccolo albergo.
– – Sei una bella donna ,Sara, ma la tua bellezza è sprecata.
– – Dici, Ester? Sprecata perché?
– – Perché dovresti valorizzare quello che sei. Sapessi quanti in albergo mi chiedono di conoscere donne come te.
– – Conoscere perché?
– – Cosa può volere un uomo da una bella donna? Lo capisci?
– – E tu, nel tuo albergo, gliele fai conoscere?
– – Vedi, a volte mi chiedono compagnia, uomini o coppie, persone molto discrete. Io li capisco, ma è difficile trovare le ragazze o i ragazzi adatti a loro.
– Che compagnia ti chiedono?
– Sesso, che altro? Alcuni mariti si contentano di vedere la moglie che fa sesso con un’altra donna. Altri vogliono farsi possedere dal maschietto davanti alla moglie. Altri vogliono semplicemente una donna disponibile. Dipende dai loro gusti. Beh, te l’ho detto, ora sai. Tu e la tua amica sareste molto volute, ma occorre discrezione, perciò non tengo nessuno in albergo.
– Noi non siamo puttane, Ester. Ci piace il sesso, come piace a tutti, ma non lo facciamo con chiunque e per soldi.
– Perché no? Se hai il tuo divertimento ed in più anche un bel gruzzoletto di soldi, che male c’è? Tu dai felicità, prendi il tuo piacere e vivi meglio. Pensaci. Non è tutti i giorni, solo quando vengono quelli che mi fanno capire cosa gli manca. Di solito sono le donne a contattarmi, le donne sono più disinvolte. A due passi da casa tua, entri dal retro, sai già dove andare e spendi magari un’ora o due ed è tutto finito con la fica sazia ed i soldi nella borsetta. La tua amica ci starebbe?
– Lei ama troppo queste cose, magari lo farebbe anche con due o tre insieme. Le parlo e ti faccio sapere Ester.

– Sara – le disse Ester al telefono – devi mandare la tua amica. Ho tre clienti di passaggio e vogliono una donna sola. Poi domani arriva una coppia e quella è per te. Diventerete ricche, ragazze. Quelli che vi siete fatti erano proprio contenti di voi due.

Marisa stava nuda, in piedi, in mezzo a tre uomini che la palpavano, la toccavano e la penetravano con le dita nelle parti intime, anche nel culo.
– Sei una bella troia – disse uno di loro e lei rispose:
– E tu sei capace di soddisfare una troia? O hai bisogno di qualcuno dei tuoi amici che ti stimoli?
– Vogli prima incularti – disse – Hai il culo stretto e mi piace.
– No- rispose un altro- chiaviamola a troia, tutti e tre insieme. Voglio vedere quanto resiste.
– La fecero inginocchiare su un divano, col petto alla spalliera; poi la piegarono a pecora e cominciarono a chiavarla. 15 colpi ciascuno e poi cambio e così di seguito. L’interruzione rallentava i loro orgasmi ed il tempo diventava lunghissimo. Marisa sentiva già bruciore nella vagina troppo maltrattata da quella infinta penetrazione senza sosta. Le piaceva, era vero, e venne una prima volta, ma loro non si fermarono; continuavano a chiavarla senza sosta, e lei venne una seconda volta, ma uno dei tre ebbe il suo orgasmo nella fica. Un altro la inculò ed in due continuarono così. Il culo le bruciava per il troppo attrito, voleva che smettessero, ma fortunatamente anche il secondo venne, nel suo culo, ed il terzo, con il cazzo che aveva inculato, glielo mise in bocca e lei lo finì.

Ester le aveva messo 900 euro nella borsetta e quando stava uscendo le disse:
– Brava, Marisa. Nessuna avrebbe resistito a questo trattamento. Tu sei la più brava puttana che conosco e loro sono stati contenti. Dicono che tornano e ti vorrebbero di nuovo.
– No – disse Marisa – uno di loro mi ha fatto vomitare, non voglio più vederli.
– Sara adesso sta con una coppia: il marito si masturba mentre guarda le due donne che fanno lesbo. Ti raggiungerà tra poco. E’ brava con il lesbo, mi dicono. Quella donna è la seconda volta che la chiede, si è quasi innamorata di lei.
– La terza volta ci vado io – disse Marisa – Non vorrei che nascessero complicazioni.

Quella sera andarono a cena in un ristorante di lusso.
– Quella, Marisa, con il foulard rosso. Ha detto che se vado con lei lascia anche suo marito, il guardone.
– E cosa le hai risposto?
– Che ho già la mia donna e che la amo.
– Tra un po’ ci converrà andarcene da qui. Che ne dici di andare a T…? Pensavo che potremmo prendere in gestione un alberghetto e smettere di fare le puttane per Ester. Abbiamo abbastanza soldi per farlo. L’albergo di Ester sta diventando un covo di pederasti, prima o poi succede qualcosa e noi ce ne andiamo prima che succeda. Vorrei che io e te ci prendessimo un amante, uno per tutte e due.
– Un maschio in mezzo a noi due?
– Basterà un letto a tre piazze e non perderemo quello che ci piace.

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