Skip to main content

Trasferirsi a Chicago per qualche mese, seppure per un lavoro che ci avrebbe consentito di guadagnare molto, anzi moltissimo, non fu decisione facile. Non avevamo mai vissuto in una grande città, figuriamoci in una metropoli americana. Quasi tre milioni di abitanti di ogni continente, lingua e colore tra palazzi enormi e grattacieli altissimi.

La casa che avevamo in affitto era un grande, tipico loft all’ottavo piano di un palazzo dei primi del Novecento, tra due grattacieli moderni che, alla sera e di notte, ci fermavamo ad osservare, quando le luci delle pareti a vetro si accendevano e spegnevano rivelando chi arrivava in ufficio e chi se ne andava, chi a notte fonda ancora lavorava.

Casella di testo:Dopo alcuni giorni, iniziammo ad ambientarci e alla sera ci godevamo i confort di quella casa che, benché avesse una sola camera da letto, era in formato “big”, come la maggior parte di tutte le cose americane. Grande il bagno, grande la cucina con il suo enorme frigo, grandi i due forni.

Se fosse stata in Italia, per Mary sarebbe stata un sogno, soprattutto perché il contratto comprendeva anche il servizio pulizie per cui, messi i piatti nella lavastoviglie, di tutto il resto si occupavano le addette alle pulizie.

Una sera d’estate, caldissima, dopo aver cenato, mi misi sul divano per cercare alla televisione qualche programma in italiano. Così, per potermi sentire un po’ più vicino a casa. Come sempre, non avevamo acceso l’aria condizionata, che non sopportavamo perché ci faceva venire mal di testa, preferendo lascare aperte tutte le finestre. Anziché guardare la televisione, Mary preferì fare una bella doccia, lunga doccia rilassante.

Mentre con il telecomando girovagavo tra i programmi in cerca di quello che potesse interessarmi, sentii il rumore del getto della doccia e per alcuni istanti immaginai o l’acqua cadere e scivolare sul suo corpo. Sul suo collo, scendere sul seno, creare un rigolo tra le tette che correva giù, sulla pancia e poi tra le sue gambe prima di finire a terra. Correre sulla schiena e arrivare sino al culetto, scivolando tra le chiappe rotonde e morbide. Feci fatica a resistere alla tentazione, fortissima, di andare a guardarla, eccitante, e poi entrare nella doccia e baciarla, toccarla dappertutto… ma decisi di non turbare quei momenti di relax e piacere.

Non passò molto tempo e sentii il rumore del phon con cui stava asciugando i meravigliosi capelli ricci. La immaginai di nuovo, con il suo corpo morbido avvolto nell’accappatoio mentre l’aria calda sollevava i capelli, mettendo in risalto ogni particolare del suo bellissimo viso.

Casella di testo:Ma quei capelli così belli richiedono molta cura e pazienza e ci volle oltre un’ora prima che finisse. Ero perso in un film d’azione polacco, quando sentii la porta del bagno aprirsi e poco dopo vidi apparire Mary completamente nuda. Il suo corpo eccitante, lussurioso, era un invito erotico così prepotente da farmi sentire il respiro corto e veloce. Non era perfetto, ma era il più eccitante. Non era di una ragazza giovane ma di una donna matura e vera e per questo ancora più attraente.

Si fermò un istante, quasi per mostrarsi meglio, poi mi passò vicino, così vicino che mi parve di sentire il profumo e il calore della sua pelle, con le grandi tette che si muovevano armoniose. Andò verso la cucina e da dietro la sua vita sottile e il culo carnoso e tondo mi attrassero quasi con la voglia di morderla.

Le sorrisi, guardandola con il desiderio che faceva brillare i miei occhi:

” Ei diavola, qualche secondo posso ancora resistere, ma se non ti vesti immediatamente ti salto addosso, ti tocco e lecco dappertutto e ti mangio! E poi, se non l’hai notato, abbiamo tutti i finestroni aperti e qualcuno potrebbe vederti, vestiti!”.

Ma Mary sapeva perfettamente che in realtà avrei voluto esattamente il contrario e cioè che rimanesse nuda lasciandosi stringere e toccare e baciare e leccare e scopare senza ritegno.

Mi guardò con i suoi occhi profondi, sorridente e luminosa come sempre e avvicinandosi mi rispose che nessuno avrebbe guardato proprio lei e che anche se fosse stato così, nessuno ci conosceva o poteva sapere chi fossimo, per cui non avrebbe dovuto importarcene. Sorridendo iniziai a spogliarmi, dicendole che allora anch’io potevo rimanere nudo visto che faceva così caldo e nessuno ci conosceva. Mary mi fermò quando ormai ero rimasto in boxer e si vedeva, chiaramente, che mi stava eccitando. Mi spinse, facendomi sedere sul divano, salendo subito a cavalcioni su di me. In un istante sentii il suo corpo caldo contro il mio, le sue labbra davanti alle mie, le sue tette che con i capezzoli duri sfioravano il mio petto. La sua figa premeva contro il mio cazzo duro, facendomene sentire il calore…

Le afferrai il culo, mentre lentamente iniziava a muovere il bacino con quel movimento voglioso che da sempre mi fa impazzire. L’eccitazione aumentava incontenibile quando Mary si avvicinò al mio orecchio e con la sua voce calda mi sussurrò:

Casella di testo:” Sono uscita nuda dal bagno di proposito… perché tutte le sere a quest’ora nell’ufficio di fronte a noi c’è uno che guarda…”

Sollevai subito lo sguardo verso il grattacielo davanti ma non si vedeva nessuno, gli uffici erano illuminati ma le scrivanie vuote.

“Vuoi dire che volevi farti guardare nuda??? Proprio perché poteva esserci qualcuno avresti dovuto uscire dal bagno vestita!”.

Il mio cazzo diventava ancora più duro, mentre se lo sfregava vogliosa tra le labbra della sua figa.

Mary rimase qualche istante in silenzio e poi, mentre i movimenti dei suoi fianchi diventavano più forti e qualche “versetto godurioso”, di quelli che mi fanno perdere la testa, iniziava a uscire dalla sua bocca mi disse:

” Cosa ne sai, magari è gay e gli piacciono gli uomini o magari non gli piaccio io… o magari invece si eccita a vedermi nuda, a vedere le mie tette…”.

Alzai di nuovo lo sguardo verso gli uffici e di nuovo non vidi nessuno. Esisteva veramente quel guardone? Quello spettatore? O Mary mi stava facendo ingelosire per eccitarmi e giocare con la mia gelosia per lei?

Decisi di non farmi troppe domande e di stare al gioco. Le presi le tette con le mani e le leccai, quasi affamato, i capezzoli meravigliosi, turgidi ed eccitanti:

” Se fosse gay non perderebbe tempo a guardarti e se non lo fosse non potresti non piacergli. Nessun uomo può non eccitarsi guardandoti nuda, guardando queste tette così porno, il tuo culo…”.

La sua bocca si avvicinò alla mia, le sue labbra morbide e calde mi avvolsero e le nostre lingue si cercarono avvinghiandosi. I baci erano così carichi di passione e desiderio che sembrava volessimo mangiarci l’un l’altro.

Il suo corpo morbido e caldo, carnoso, erotico, fatto per il sesso più lussurioso, il suo viso e il suo sguardo godurioso, appena messo in ombra dai suoi lunghi capelli, i gemiti vogliosi… mi eccitavano così tanto e così profondamente da avere quasi la sensazione di perdere il controllo di me e della realtà.

Volevo toccarla tutta e dappertutto, leccare le sue tette, la sua figa calda e bagnata, il culetto per farla eccitare e farla godere, farla godere, farla godere…

Ma lei, tenendosi forte a me, spinse ancora più forte e più velocemente con i fianchi facendo scorrere la sua figa sempre più bagnata sul mio cazzo duro, imprigionato nei boxer ma anche lui bagnato per l’eccitazione, quasi incontenibile.

Con la voce interrotta solo da piccoli, eccitanti, gemiti di piacere Mary avvicinò la bocca al mio orecchio:

” Se quello la vuole guardarmi, eccitarsi e poi scoparsi il cazzo mentre fantastica su di me… non ci vedo nulla di male… può fare quello che vuole se non mi tocca, no?”.

Sapeva che non era così, non lo pensava affatto, ma voleva farmi impazzire di gelosia, eccitare fino a farmi perdere il controllo…

6
2
Enzo Lupo

2 Comments

Leave a Reply