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Maschio

By 6 Gennaio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Tratto da Antica Grecia, forum di sesso & cuckold

http://anticagrecia.community.leonardo.it/

Erano le 19 di un caloroso 18 agosto, il cielo era di un rosso fuoco e il sole veniva inghiottito dalle acque calme del lago. Fumai l’ultima sigaretta che avevo ed ad ogni boccata ricordavo la mia lunga vita. – “ Il mio nome è Samuele “ – così debuttai quando passai dalla squadra della mia città alla prestigiosa primavera del Chievo . Ero un ragazzino di 18 anni , alto più o meno 190 centimetri , cresciuto nelle campagne veronesi dando un calcio ad un pallone. Quell’occasione che mi era stata concessa , grazie alle spinte del mio allenatore del Negrar , mi avevano permesso di far parte di una società emergente di serie A. Mi presentai così ai miei futuri compagni di squadra ed ai miei allenatori.
Ero stato acquistato per sostituire il capitano, passato in prima squadra , quindi le gerarchie dello spogliatoio erano tutte da ridefinire. Gli sguardi dei miei compagni erano valutativi. Ero il più alto e anche quello messo meglio fisicamente grazie al lavoro nei campi che svolgevo nella tenuta della mia famiglia. In effetti ero proprio un ragazzo fortunato. Bello, ricco e con la possibilità di diventare famoso, il sogno di ogni ragazzo e fin da adolescente avevo vissuto con la consapevolezza che molti sarebbero stati invidiosi e gelosi di me. E così accadde anche quel primo giorno di allenamento. Si avvicinò un ragazzo tarchiato, il classico mediano da sfondamento – “ Piacere, sono Matteo e spero che le cose siano chiare fin da subito, le nostre donne sono le NOSTRE..non le tue “.
Non capii subito il senso della frase e lo guardai perplesso . Capii più tardi il motivo di ciò che poteva essere fraintesa da me come arroganza da parte sua, ma che in realtà era solo paura, paura di ciò che sarebbe poi accaduto nel futuro più prossimo.
L’allenamento procedette in maniera tranquilla, fin troppo per una società che gioca in serie A . Mi immaginavo allenamenti duri e lunghi, invece mi ritrovai a svolgere ogni esercizio con una semplicità estrema, a volte imbarazzante rispetto ai miei compagni i quali con fatica terminavano l’ultima ripetuta di addominali.
Terminato l’allenamento raggiungemmo le docce e qua si capì subito il motivo dei loro timori. In effetti una cosa che non ho specificato è che madre natura è stata molto magnanima con me e sono sempre stato un ragazzo dotato di testa , di fisico, ma soprattutto di cazzo.
Il confronto con i miei compagni di squadra era vergognoso, alcuni avevano il cazzo che sembrava una lumachina che esce dopo un acquazzone primaverile ; mi guardarono a lungo ed io sorrisi perché in quell’istante capii che io ero il leader e che loro sarebbero stati maschi inferiori a me.
Ad un certo punto , Mirko, il nostro bomber e miglior amico di Matteo, mi si avvicinò e mi disse –
“ Se si decidesse in base al cazzo, non avremmo nulla da obiettare, ma purtroppo non è così…- e mi diede un cazzotto appena sotto il torace che incassai abbastanza tranquillamente . Mirko col sorriso stampato sulla bocca uscì soddisfatto dalla doccia convinto della sua vittoria e della sua supremazia nei miei confronti. Gli altri ridevano, pensando di aver riportato la situazione dello spogliatoio alla normalità e non all’inferiorità che in molti credevano di trovarsi dopo aver visto il mio cazzo .
Uscii dalla doccia e vidi Mirko e Matteo che ridevano con due bellissime ragazze che molto probabilmente dagli atteggiamenti affettuosi erano le loro fidanzate.
Mi avvicinai a loro e vidi che una delle ragazze , era una splendida mora con occhi verdi e capelli lunghi e lisci , un fisico spettacolare e un’eleganza e sensualità nel vestirsi che subito mi eccitò. La guardai negli occhi e lei ricambiò , arrossendo un pochino , mentre Mirko , che seppi dopo essere il fidanzato di Martina , divenne di tutt’altro colore nero come la pece, talmente la gelosia lo stava sopraffando. La guardai ancora intensamente e poi dissi a Martina : – Se il sesso fosse questione di battute, Mirko forse qualche possibilità ce l’avrebbe – ci fu un silenzio e il sorriso sparì anche dal volto di Matteo – Ma… – proseguii – purtroppo è questione di cazzo e quindi mi dispiace per voi perché la vostra bellezza è tale che meritereste un uomo che sappia farvi godere – . In un’atmosfera surreale me li lascai alle spalle, consapevole di essere il maschio dominante e soprattutto di aver conquistato la donna di Mirko.

( continua )

 

 

 

 

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Ripensai a lungo sull’autobus che mi riportava a casa a quell’episodio tra me e Mirko, ma soprattutto ripensai alla reazione di Mirko. In effetti nonostante ci andai pesante , lui non fece nulla ; lo avevo deriso per le dimensioni del suo pene di fronte alla sua bellissima ragazza e non aveva mosso un dito. Il sangue sembrava essergli salito alla testa dal colore che aveva assunto quando scandivo quelle poche ma incisive parole, ma nessuna reazione nei miei confronti. Inoltre avevo notato che Martina aveva leggermente sorriso , un sorriso che diceva tutto, che diceva quanto insoddisfatta fosse dal lato sessuale nella relazione con Mirko.
Scesi dal pulmann e percorsi la strada sterrata che collegava la provinciale con la mia dimora immersa nelle campagne di Negrar. I miei avevano ereditato quella fortuna dall’anziano padre di mia madre, un’eredità divisa tra la mia famiglia e la famiglia del fratello di mia madre. Arturo, così si chiamava mio zio, uomo sulla cinquantina , aveva sposato Amanda , ragazza di origini brasiliana poco più che trentenne. In paese in molti mormoravano sulla relazione tra lei e mio zio, ed in fondo avevano ragione. Infatti la differenza fisica tra Amanda ed Arturo era abissale. Lui, un ometto paffuto con un mega riporto imbarazzante la cui unica fortuna l’aveva nel portafoglio grazie al padre che aveva lavorato duramente ed investito fortunosamente ; lei, una splendida donna con un seno da far invidia alle vacche ad alta produzione lattifera, un sedere , definito dai concittadini di Negrar , come l’ottava meraviglia del mondo, donna fine ma con una sensualità da attrice di film pornografici.
All’inizio della loro relazione, sembrava andasse tutto d’amore e d’accordo, ma la nostra famiglia aveva capito che era solo apparenza. Infatti ci si chiedeva sempre come un ometto così buffo come mio zio potesse eccitare una donna così sensuale come Amanda. Pochi mesi dopo infatti lei iniziò a seguire tutti i corsi del mondo che esistevano. Fece il corso da barman, si iscrisse in una palestra e iniziò a frequentare molte persone in città. Non passava giorno che un aitante giovane la riaccompagnasse a casa e lei lo salutasse con un casto bacio sulla guancia.
Un giorno, mentre stavo raccogliendo l’uva, sentii dei gemiti provenire dalla stalla dove tenevamo i nostri cavalli. L’odore di sesso inebriava l’aria circostante e capii subito che qualcuno stava godendo di un piacevole amplesso pomeridiano. Man mano mi avvicinavo, man mano capivo che la voce era quella di mia zia ( anche se non la chiamavo mai così, ma semplicemente Amanda, poiché non avevo mai creduto ad una vera relazione tra lei e mio zio ) e man mano questa situazione creava in me una forte eccitazione.
Spalancai la porta della stalla, e la vidi lì sdraiata mentre l’ennesimo giovane che l’aveva accompagnata stava baciando ogni centimetro della sua splendida pelle. Nel vedermi Amanda allontanò il giovane che accorgendosi della mia presenza prese i suoi abiti e se la diede a gambe probabilmente pensando fossi il marito . Passarono due minuti di silenzio, in cui io guardavo lei e lei guardava me ; poi ad un tratto il silenzio si interruppe – Che cazzo fai? – dissi – Mi sembra abbastanza ovvio – rispose lei con aria arrogante – Si, è abbastanza ovvio che ho una zia puttana – .
– Ed ora che lo sai? Che intendi fare? –
– Guardarti –
– Ma…. –
– Niente ma… –
– Sei solo un ragazzino viziato –
A quel punto mi tolsi la maglietta, mostrando i miei pettorali e addominali cotruiti con cura grazie al lavoro e alla palestra .
– Hai un bel fisico, niente da dire..ma.. –
Mi sbottonai i jeans e restai in boxer .
– Che fai? –
– Ho caldo –
– Si..ma … –
– Te lo ripeto, niente ma.. –
– Ok –
– Ti piace ? –
– Cosa? – rispose Amanda con aria incredula.
Mi abbassai i boxer e liberai il mio maestoso cazzo che nel vedere Amanda nuda era diventato così duro e nodoso.
– Oh mio dio… – esclamò Amanda.
– Non tirar fuori la religione – risposi sorridendo
– Stupido!! –
– Stupido ma con un cazzo che nemmeno ti immaginavi –
– Dai, smettila – sorrise Amanda
– Se tuo marito avesse questo cazzo, non cercheresti fuori vero? –
– Che ne sai del cazzo che ha Arturo? –
– Dai, vuoi dirmi che quel ridicolo ometto ha un cazzo da uomo? –
– No, ma ..basta insultarlo –
– E’ lui che si insulta da solo!! Ha i soldi e voleva la bella moglie, ed ecco il risultato, una bella moglie puttana !!!
– Non è come sembra, lui..è… –
– Lui è ..cosa?? –
– Insomma ….lui sa, percepisce –
– Cioè? –
– Insomma Samuele, tuo zio sa che sessualmente non può soddisfarmi e quindi chiude un occhio –
– Io direi che ne chiude anche due –
– Dai, stupido, e comunque si hai ragione –
– Ho ragione su cosa? –
– Che se avesse un cazzo come il tuo , non lo cercherei altrove –
– Quindi , la mia tesi è reale, mio zio è un’ometto del cazzo –
– Dai, smettila – ridendo mentre lo diceva e fissando il mio cazzo .
– Ok – risposi e mi rialzai i boxer
– Che fai? – mi guardò stupita Amanda
– Vado al lavoro –
– Eh..mi lasci così? –
– Così come? –
– Con la voglia del tuo cazzo –
– Si, ma mi pare che non confermi la mia tesi, quindi non se ne fa nulla –
– In che senso? –
– Voglio che ammetti che mio zio è un uomo minidotato del cazzo e che se tu avessi il mio cazzo saresti solo la mia troia –
– Ti accontenti di poco, vedo.. –
– Direi che un maschio deve pretendere , non deve accontentarsi –
– Mi ecciti, Samuele –
– Lo so –
– Sei stronzo però! –
– Lo so –
– Dammelo e ti prometto che tuo zio non mi sfiora più con un dito –
– Sicura? –
– Mai stata così certa , avere un cazzo così tutte le volte che lo desidero e avercelo a pochi passi da casa, chi se lo fa scappare?? –
– Vedremo, vieni qui –
Arrivò a 4 zampe e giunse con la bocca alla stessa altezza del mio cazzo. Le sue labbra carnose iniziarono un dolce pompino . Era brava , era una donna nata per fare sesso e in quel momento capivo che stava diventando la mia amante. La guardai negli occhi mentre continuava questo interminabile pompino ma con la coda dell’occhio mi accorsi che che tra la fessura della porta che portava in stalla qualcuno ci stava osservando.

( continua )

 

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– Siiiii – urlai nel momento in cui Amanda era riuscita a farmi godere . Venni nella sua bocca e lei con ingordigia ingoiò tutto il frutto di quell’orgasmo.
Mi girai per vedere se quegli occhi che ci stavano spiando attraverso la fessura della porta c’erano ancora, ma non li ritrovai. Di chi fossero quegli occhi? Di Arturo che spiava la moglie spompinare il giovane nipote? Dell’aitante giovane che prima di me aveva leccato la pelle di Amanda?
Intanto Amanda stava finendo il suo lavoro e stava pulendomi con cura l’oggetto della sua eccitazione. La guardai meglio, era proprio una bella donna . Quel giorno indossava una minigonna bianca di lino che le copriva a fatica il sedere , un top blu che metteva in risalto le sue mammelle e un paio di sandaletti con tacco alto. Era una femmina, una macchina da sesso, l’icona del sesso nudo e crudo. Il mio cazzo tornò duro e lei se ne accorse, mi sorrise e mi disse :
– Pronto per la seconda ripresa? –
– Non so –
– Beh mi pare sia pronto –
– Ah parli del mio cazzo? –
– Si –
– Lui è sempre pronto –
– Modesto il ragazzino? –
– No, solo fortunato –
– Chissà come sono contente le ragazzine che ti porti a letto? –
– Si, di solito sono soddisfatte –
– Sempre più modesto – disse Amanda ridendo
– Penso che la mia arroganza ti piaccia, in fondo sei abituata ad un coglionazzo come mio zio – risposi sarcasticamente
– In effetti sicuro che tu sia suo nipote? Non vi assomigliate né fisicamente né caratterialmente! –
– Mah..sai colpa sua se da piccolo si ammazzava di seghe perché nessuna gliela dava –
– Si, so tutto, sono sua moglie no? –
– Si, e saprai che ancora oggi lo becco in mezzo alla pineta a guardare le coppiette che vanno in camporella la sera e si masturba come un vecchio guardone –
– Si, a volte in quelle auto che spia c’è sua moglie –
– Zoccola!
– Porco ! – mi rispose e in quel momento la presi tra le mie braccia e la spinsi contro il muro della stalla.
Mi guardò negli occhi e mi fece capire tutto. Quegli occhi mi fecero capire la sua voglia del mio cazzo, il suo desiderio di essere presa lì , di essere penetrata e di diventare ufficialmente la mia amante.
– Ha un cazzo ridicolo vero? – dissi riferendomi a mio zio
– Si, non mi fa godere per nulla – rispose con un’aria da troia di strada
– Quanto ce l’ha grande ? –
– Così – indicandomi il suo mignolo
– Mamma mia – risi
– Si, che pena che mi fa – aggiunse
– Ma scopate ancora ? –
– Abbiamo raggiunto un accordo –
– Tipo? –
– Che può farmi venire con la lingua, ma nessuna penetrazione tanto non lo sento –
– E tu a lui? –
– Nulla, si masturba da solo –
– Che coglione, manco un pompino o una sega si fa fare –
– Mi rifiuto, sembra un vermicello –
– Un lumagotto –
– Ahah, che stupido!!!
– Si, un lumagotto, quegli esseri arancioni che escono fuori quando piove e che fanno schifo –
– Si, diciamo che la metafora è adatta al cazzo di Arturo –
– Quindi ora… – e presi la sua mano e gliela misi sul mio cazzo .
– Ora… – rispose ansimando
– Ora che hai il mio cazzo in mano cosa ti sembra ? –
– Mmm, diciamo che metaforicamente parlando ho in mano una bella mazza di un vero uomo – dicendo queste parole il mio cazzo si indurì notevolmente.
– E cosa vuoi fare con questa mazza ? –
– Voglio essere dominata, voglio essere chiavata come quel coglione di tuo zio non può nemmeno sognare di fare – e mentre diceva queste parole avvicinò il mio cazzo alla sua vulva. Io le alzai la coscia destra e la minigonna si alzò in maniera da rendere visibile la sua passera ormai estremamente eccitata dalla situazione. Le misi la mia mano sulla sua passera e la guardai :
– Da oggi questa figa è solo mia –
– Siii – ansimò
– E se so che ti scopi qualcun altro o che masturbi quella mezza sega di mio zio io ti ammazzo –
– Nooo, non preoccuparti sono tua –
– Di chi sei? – gli urlai , fregandomene se qualcuno in quel momento potesse passare di lì
– Tua – disse con voce spenta
– Non ho capito –
– Tua – aumentò il tono della voce, mentre dirigevo il mio cazzo nella sua apertura vaginale
– Urla di chi cazzo sei, urla il mio nome !!! –
– SONO TUA!!! TUA !!! SONO TUA SAMUELE!!! TUA !! TUA !!! TI PREGO SCOPAMI !!!
Ed in quel momento il mio cazzo entrò per la prima volta nella figa di Amanda, la quale non era abituata a quelle dimensioni e rovesciando la testa dietro le spalle mi fece capire che dovevo continuare che avrebbe voluto raggiungere l’orgasmo più bello della sua vita.

( continua )

 

 

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Fui definito da Amanda quel pomeriggio come la miglior scopata che avesse mai fatto nella sua vita. Mi raccontò poi che dopo una settimana dalle sue nozze , aveva già intrapreso relazioni extraconiugali a causa della vergognosa dotazione del marito. Mi raccontò che dopo un anno di matrimonio aveva avuto almeno una ventina di amanti ma solo dopo aver conosciuto il mio cazzo aveva capito che la sua estenuante ricerca del piacere era terminata quel pomeriggio. Ogni sera, ci incontravamo nella stalla e scopavamo come degli assatanati. Ogni giorno il suo piacere aumentava e diventava sempre più dipendente dal mio arnese tanto da definirlo la nona meraviglia del mondo in sintonia con ciò che dicevano in paese del suo sedere.
E anche quella sera che stavo tornando dal primo allenamento con la primavera del Chievo, Amanda mi aspettava in stalla indossando uno short di jeans scandaloso e una camicetta bianca legata con un nodo sul davanti. Appena la vidi , il mio cazzo capì che era giunto a casa e salì sull’attenti, mentre i capezzoli di Amanda induriti spingevano contro la camicia tesa che a fatica conteneva il decoltè.
– Ciao amore, com’è andato l’allenamento? –
– Bene, dubitavi? –
– Sempre il solito modesto – sorrise Amanda
– Beh sai quando entri in uno spogliatoio e sei più alto dei tuoi compagni di 10 cm, sei il più bello e soprattutto sei il più dotato…come ti aspetti che vada l’allenamento? –
– Immagino, ridotti tutti male questi maschietti calciatori? –
– Direi proprio di si, alcuni addirittura sono messi peggio di tuo marito Arturo –
– No, non ci posso credere –
– Si, si, ce n’è almeno un paio che sembrano ostrichette andate a male –
– Ahah, sempre azzeccate le tue metafore –
– Beh sai Amanda, il problema è che la colpa non è la mia, la colpa è la loro. Non ho deciso io di avere un cazzo più grosso della normalità degli uomini. –
– In effetti, dai vieni, ho voglia di fare l’amore con te! –
– Aspetta, sai ultimamente mi sento osservato mentre scopiamo e anche la prima volta che l’abbiamo fatto , sono quasi certo che qualcuno ci abbia spiato –
– E chi credi che potesse essere? Arturo? –
– Non lo so, ma se è Arturo, giuro che lo lego per il pisello e lo tengo appeso alla quercia che abbiamo dietro casa –
– Sempre il mio solito cattivone , amore ! –
– Mah sai anche oggi all’allenamento ho fatto lo stronzo –
– Che hai fatto? –
– Beh ho solo fatto sapere alla ragazza di un mio compagno di squadra poco dotato, che se vuole scopare come si deve sa a chi deve rivolgersi –
– Mi ecciti amore – e mentre lo diceva i meloni di Amanda in tutta la sua turgidità mi caddero in mano.
– Devo lavarmi e farmi una doccia , ti posso permettere una spagnola, ma solo se me la fai bene –
– Io per il tuo cazzo, farei ogni cosa – e mentre il mio cazzo spariva e riappariva tra la sua sesta, ripensavo a Martina e a come procedere per portarmela a letto.

 

( continua )

 

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La colazione è un momento classico per un calciatore. La mia è più che abbondante : 3 uova al tegamino con sottiletta, un bicchiere di succo ACE , una tazza di caffè e un cornetto che alzo guardando mio zio dedicandoglielo ogni mattina visto che la sera mi spupazzavo la sua dolce mogliettina. Ormai credo che lo zio Arturo avesse capito che tra me e Amanda ci fosse una relazione ma faceva finta di niente. Non so se la persona che spiava dalla fessura dello porta della stalla fosse proprio lui, perché la certezza non potevo avercela finchè non l’avessii colto sul fatto, ma sicuramente sono convinto che Arturo non avrebbe mai mosso un dito, o proferito una parola ; il massimo che avrebbe potuto fare era spararsi l’ennesima sega della sua vita vedendo sua moglie finalmente soddisfatta e appagata sessualmente.
Presi l’autobus per andare all’allenamento pomeridiano e mentre percorrevo quella strada che mi avrebbe tenuto compagnia almeno per tutto l’anno, pensavo a quante persone fossero ridotte come mio zio. Ricordo che in passato avevo letto per curiosità su alcuni siti internet , che negli Stati Uniti era diffuso il cuckoldismo, ossia la pratica del concedere la propria moglie o compagna ad un altro uomo e di goderne di questo. Penso che il godimento derivi dal fatto di sentirsi umiliato ed inferiore rispetto ad un uomo in grado di far godere la propria donna.
– Si, zio deve essere proprio un cuckold – pensai tra me e me sorridendo.
Poi mi girai verso un vecchietto sulla settantina , magrolino , con una dentatura giallastra e gli dissi :
– Sei un cuckold!!! –
– Eh? – rispose chiudendo l’occhio destro
– Si, sei proprio un cuckold!!! –
– Che è cuckold? –
– Cuckold, tua moglie si fa fottere dal postino, dall’idraulico, dall’elettricista, dal pompiere e tu seghina , comprendi? –
– Eh? – rispose spalancando la bocca dal quale uscii un alito fetido di chi non si lava i denti da anni
– Cazzo, capisci perché sei un fottuto cornuto? – risposi incazzato
– No –
– Perché non ti tira più, perché probabilmente non ti è mai tirato, perché sei un ometto del cazzo che manco sa lavarsi i denti ! –
– Ma come si permette? –
– Si, dammi del Lei , lurido pezzente – mi alzai e scesi dall’autobus visto che ero arrivato alla mia fermata e mentre ripartiva , guardai il vecchio che era incollato al finestrino e gli mostrai il mio dito medio e lo mandai a fanculo verbalmente .
Ero stato un bastardo, lo ammetto, ma era già la seconda volta che per colpa di quel vecchio avevo respirato un’aria di merda per la sua malcuranza dentale.
Entrai nello spogliatoio e l’atmosfera era tesa. Mirko e Matteo mi lanciavano occhiate e sembravano quei soldati dei giornalini di Sturmtruppen con in bocca il pugnale, praticamente due coglionazzi , anche perché appena aprii bocca , capirono che non era giornata e anzi non sarebbe stata mai giornata per potermi dire qualcosa.
– Ragazzi, ieri pomeriggio avete capito che una cosa che non dovete fare con me è rompermi le palle – e mentre lo dicevo guardavo negli occhi Mirko – anche perché se c’è una cosa che non sopporto è che una mezza sega che non riesce a soddisfare la propria donna voglia rompermi questo momento bellissimo di giocare in una prestigiosa società di Serie A , capito? –
In coro tutti annuirono, tranne i due nemici che comunque incassarono senza replicare.
Ad un certo punto, un ragazzo si alzò e si avvicinò a me
– Ciao, sono Patrick – e sorrise
Lo guardai, era un ragazzo  molto alto, ben palestrato, capelli neri e occhi scuri.
– Ciao piacere Samuele – gli risposi
– Sai ieri ho visto che gli hai detto alla ragazza di Mirko davanti a lui –
– Si? –
– Si, sei stato un grande –
– Beh questo lo so –
– Ahaha, sei un grande, davvero, hai sempre la battuta pronta –
– Sono le persone che ti mettono sul piatto d’argento le risposte che si meritano –
– Hai ragione –
– Ho sempre ragione –
– Sei un duro si vede, e penso che tutta la squadra ti vedrà come il vero leader vedrai –
– Beh a me poco mi interessa come mi vogliano vedere –
– Vuoi farti la Martina ? –
– Cosa? –
– Dai si vedeva che mentre umiliavi Mirko , la guardavi con desiderio –
– Beh è una bella ragazza –
– Si, in mano ad un pirla –
– E segaiolo aggiungerei – risposi sghignazzando
– Hai intenzione di provarci con la Martina ? –
– Penso che sarà lei a provarci con me, se devo essere sincero –
– Ahah, sei veramente un grande – rispose Patrick nell’istante in cui il mister ci chiamava in campo per l’inizio della seduta d’allenamento.
Mentre finivo di prepararmi , ricevetti un sms da un numero che non conoscevo
– TI ASPETTO DAVANTI ALL’ARENA IN CITTA’ STASERA ALLE 21, SPERO VERRAI. UNA TUA AMMIRATRICE –

( continua )

 

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