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Racconti Erotici Etero

MEMORIE DI UN BANCARIO cap. 1 parte seconda Gina il nostro incontro

By 19 Novembre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

 Parte seconda

Dopo la guardai, ero veramente mortificato, mi scusai pregandola di perdonare la mia volgarità.

– Volevo godere con lei e non abusando di lei, capisce?

Il suo viso si illuminò, gettò le braccia al mio collo baciandomi con passione. Oh com’era caldo il suo corpo contro il mio, quando si staccò i suoi occhi luccicavano.

– Sciocco! Non sa che in amore non vi é nulla che non sia lecito fare? Appena ho capito che desiderava quella parte di me, ho voluto offrirgliela. . . E la prima volta che lo faccio sa? Era solo naturale che lei ne godesse e lei ne ha goduto, la smetta di fare i complimenti mentre il suo cazzo sta nuovamente diventando duro.

Entrati nella doccia aprì il rubinetto, prese la saponetta e incominciò ad insaponarmi il ventre, il pene, i testicoli coprendoli di schiuma, fece scorrere l’acqua e mi sciacquò accarezzandomi ancora, la verga nelle sue mani ebbe una contrazione di piacere. Cercai la sua bocca e mentre l’acqua scorrendo sui nostri corpi portava via le ultime tracce di sapone, le lingue si accarezzavano lascivamente nelle nostre bocche. Uscimmo dalla doccia e ci asciugammo frettolosamente guardandoci con desiderio infinito poi tenendoci per mano rientrammo nella sala. Gina piantò gli occhi verdi nei miei e chiese:

– Amore. . . e adesso?

– Vorrei baciarla. . . lei sa dove! Non dica di no . . . la prego!

Non disse nulla ma il suo sorriso fu per me la più dolce delle risposte. La feci sedere sul divano e mi inginocchiai di fronte a lei. Aprì di buon grado le gambe alla pressione delle mie mani lasciando che il mio sguardo si spingesse fra di esse ad esplorare sotto la macchia di peli umidi il sesso nudo.

– Caro. . . ti piace cosi? Chiese con voce esitante quasi temesse un rifiuto da parte mia. Senza rispondere sollevai prima una poi l’altra sua gamba poggiandole sulle mie spalle poi mi chinai per baciare l’interno delle cosce candide. Al contatto delle mie labbra Gina trasalì lasciandosi andare contro lo schienale.

– Oh sì. . . lo voglio!

Era liscia e profumata la pelle che baciavo muovendo le labbra lentamente lungo le meravigliose colonne di carne, sempre più su, incuneando il viso fra le calde cosce che baciavo perdutamente.

– Amore. . . é la mia passera che vuoi? E tua. . . puoi prenderla, baciarla. . 

Schiacciai il naso nella carne umida, respirando il profumo particolare del sesso che la donna mi offriva e che sentivo morbido e aperto al mio desiderio. Voltando appena il capo leccai prima l’una poi l’altra piega deliziosa degli inguini.

– Ohh caro. . . mi piace quello che mi fai! Aspetta. . .

Passò le braccia sotto le ginocchia e tirandole a se sollevò alte le gambe aprendole al massimo permettendo alla mia bocca di baciare l’interno delle cosce vicino alla vulva, dove la pelle é particolarmente soffice. Gina tratteneva il fiato in un’attesa che non voleva prolungare.

– Amore. . . non farmi aspettare. Ti prego. . . 

Sollevai il capo, le braccia di Gina continuavano a tenere le ginocchia premute contro le sue spalle ma ora con le dita di entrambe le mani accarezzava la pelle ai lati del sesso, poi ne premette i lati. . . Il sesso si aprì come uno scrigno rivelando la carne rosa palpitante.

– Guardala caro. . . é tua!

Mi sollevai, Gina compiaciuta mi sorrideva, il viso inquadrato dalle gambe che le mani aperte sotto entrambe le cosce mantenevano alzate. I miei occhi indugiarono lungamente per imprimere nella mia mente la conturbante bellezza della sua intimità. Nessun pelo bordava le labbra gonfie della vulva che le lunghe dita tenevano aperta. In alto la cresta del clitoride scendeva ingrossandosi alla congiunzione delle labbra sottili e sporgenti fino all’apertura della vagina socchiusa, come a invitarmi ad entrare nel suo grembo.

Al di sotto le labbra si assottigliavano e si congiungevano in un tratto liscio e glabro dove iniziava il solco che divideva i tondi emisferi delle natiche aperte e . . . circondato a raggiera da corte pieghine vidi la gemma che avevo osato violare. A quella vista mi resi conto che non sarei mai stato sazio di una simile donna e ebbro di voluttà incollai le labbra al suo sesso.

– Ahhh. . . Amore, Oh si. . . siii!!!

Baciai il sesso di Gina con lo stesso ardore con il quale avevo baciato la sua bocca, frugandolo avidamente con la lingua e con le labbra, le orecchie piene dei suoi sospiri misti ad incitamenti osceni.

– Mhhh . . . che bello! Oh dai. . . Shhh. . . ah sai come baciarla. . . prendila, mordila. . . Ahhh così. . . sì. . . siii. Mhhh ti piace la mia fica? Oh si ancora. . . ancora, si! Ahhh. . .

A tratti le cosce si chiudevano sul mio viso imprigionandolo dolcemente. Oh com’era bello subire contro le guance la loro stretta mentre la mia lingua percorreva come un assetato il lungo taglio incurante delle sue grida, inebriato dal profumo delle carni che Gina continuava a mantenere aperte. 

Muovevo la bocca lascivamente assaporando le carni lisce soffermandosi sul clitoride, succhiandolo mordendolo, mentre lei gemeva il suo piacere senza smettere di offrirsi. 

Sentivo il pene più duro che mai, ma per me, niente era più importante del godimento di quella donna stupenda. La vulva, le cosce vicino al sesso erano viscide della mia saliva e sapevo che fra poco avrei bevuto il suo piacere, la mia lingua già percepiva i fremiti della vulva in calore, ancora poco e . . .

– Aspetta. . . non così!

Mi respinse con tanta fermezza che dovetti alzarmi. Anche lei si alzò, avvicinò una sedia e mi spinse su di essa facendomi divaricare le gambe. . . Guardò a lungo il membro pulsante, poi si chinò lentamente su di esso.

– Ohhh. . . cara. . . cara!

Non potei dire altro che già il glande era nella sua bocca. Provai un fremito che si trasformò in un sospiro di piacere. Le labbra di Gina scesero carezzevoli sul pene arrestandosi soltanto quando sentii il glande urtare il fondo della sua gola, la testa si sollevò liberando l’asta che apparve luccicante di saliva. Lei lo rimirò lungamente, lo prese in mano, lo premette sul bel viso poi porse il busto per imprigionarlo fra le mammelle, ne strofinò la cappella sui capezzoli quindi lo avvicinò alle labbra e lo leccò lungamente dal glande ai testicoli.

Lo riprese in bocca. . . Persi la cognizione del tempo, folle di lussuria guardavo la donna giocare col membro eccitato, protesi il ventre offrendomi alla bocca dolcissima, pregandola con voce rauca.

– Ohh voglio godere nella tua bocca. . . mentre mi succhi. . . Oh non resisto. . . Ahhh. . . fammi venire! Ohh. . . dai. . . dai!!!

Quel gioco perverso durò ancora qualche minuto poi la donna si alzò in piedi. L’afferrai dietro le cosce e l’attirai contro di me, affondai il viso nei suoi seni mentre con mani avide palpavo le natiche frugandole oscenamente. Gina mi lasciava fare ridendo, chiusi le gambe e l’attirai ancora puntando le ginocchia contro le cosce che lei divaricò subito, un solo passo e sentii contro lo sterno i peli fracidi del suo pube. Il mio pene pulsava di eccitazione sotto il sesso di cui percepivo il conturbante calore, si strinse a me e lentamente fletté sulle gambe mentre con mano ferma guidava il glande fra le cosce.

Chiuse gli occhi sentendo il membro aprire le sue carni, non si fermò ma continuò a piegare le gambe finché non si trovò seduta, impalata sull’asta turgida. 

– Ohh che bello amore. . . é così che voglio godere. . . e tu?

Non risposi estasiato dal calore della vagina di cui avevo gustato la penetrazione, le mani sotto il bel sedere che non avevo smesso di palpare mentre la sua vulva scendeva, umida, calda come prima lo era stato la sua bocca. La donna rimase immobile gravando col suo peso sulle mie cosce, il respiro affannoso diceva tutta la sua emozione, follemente eccitato dal calore del suo ventre, baciai il collo che lei mi offrì rovesciando la testa. 

Le mie dita percorsero il solco delle natiche per toccare il membro immerso fino ai testicoli nella vulva bollente. Gina gemette:

– Amore. . . é tutto dentro! Ohh. . . lo sento fin su . . . Ahhh. . .

Mi offrì la bocca, mentre la baciavo l’afferrai alle natiche. Lei capì e facendo forza sulle gambe si sollevò scorrendo sul membro in una lenta carezza che mi riempì di lussuria. Sospirò nella mia bocca sentendomi scorrere nella vagina, si fermò prima che il membro uscisse dal suo grembo e lentamente si abbassò ricevendomi nuovamente.

– Ohhh. . . che bello avere in corpo un cazzo così. . . Mhhh. . .

Si sollevò ancora, questa volta il pene usci del tutto, lo presi in mano e lo guidai nella sua guaina, ma non prima di averne strofinato il glande fra le calde natiche. Lei d’istinto contrasse l’ano esclamando:

– Mhhh. . . sei un vizioso ma. . . hai un cazzo divino! Ahhh. . .

Mi cavalcò lentamente sospirando lascivamente, saettando la lingua nella mia bocca permettendomi di catturarla, di succhiarla bevendo la sua saliva, gioendo insieme a me dell’intimità dei nostri sessi. Oh era bella Gina mentre godeva contorcendosi, muovendo il bacino per meglio gustare lo scorrere del membro nella vagina bollente.

Le mani sotto il sedere della bella accompagnavo i suoi sobbalzi, con le dita bagnate dal suo godimento, guidavo il pene nella vulva quando la donna nella sua foga se lo lasciava sfuggire, furono momenti folli, le nostre orecchie si beavano del rumore umido dei sessi in movimento, dello scricchiolio della sedia sotto il nostro peso poi all’avvicinarsi dell’orgasmo, la stanza fu piena delle nostre parole estasiate.

– Ohh. . . fichetta mia bella!

– Mhh. . . com’é duro il tuo cazzo!

– E tuo amore. . . per la tua bella fica! Ohh com’é calda! Mhh. . . prendilo, dimmi che godi. . .

– Ahh. . . si. . . siii!!! Shhhaaahhh. . . Godo amore. . . Mhhh. . . voglio il cazzo. . . oh dammelo, ancora. . . ancora. . . ahhh. . .

– Mhhh. . . é tuo! Oh amore. . . manca poco e . . . tu?

– Ahhh. . . anch’io. . . Mhh. . . dai. . . dai. . .

Avevamo raggiunto insieme l’apice del godimento oltre il quale vi era solo l’orgasmo e la pace. Ora Gina si muoveva piano, la vulva aperta scivolava sul membro dolce come bocca di una donna, come la sua bocca, ma la carezza fu così soave che mi fece salire l’ultimo gradino del piacere.

– Ahhh. . . meravigliosa Gina sto. . . venendo! Ahh. . . ahhh. . . ahhhh!!!

– Si. . . Mhhh anch’io! Oh ti sento. . .Amore, oh si. . . riempimi del tuo sperma! Mhh fammi sentire i tuoi schizzi. . . si. . . siii. . . godooo!!!

Per entrambi il godimento era arrivato nello stesso momento. Al primo getto, Gina arrestò la sua corsa facendomi sentire attorno al pene la stretta della sua vagina mentre in preda all’orgasmo gemeva senza ritegno. Il pene sobbalzava dentro di lei irrorando il suo utero dello sperma che non potevo più trattenere. Quasi venni meno per il piacere che provai nel ventre di quella donna eccezionale, nel godere e nel sentirla godere liberamente tra mille grida e gemiti. Per lungo tempo sentii attorno al pene gli spasimi della sua vagina, convulsamente stretti ascoltammo i battiti dei nostri cuori mentre i nostri sensi lentamente si acquietavano.

Finalmente Gina si scosse e si alzò, il membro usci lucido e molle, aveva il pube e la biforcazione delle cosce bagnati, una goccia ambrata scendeva lenta rigando l’interno di una delle sue cosce. La donna con una mano si coprì il sesso a trattenere lo sperma che continuava a cadere filtrando fra le sue dita.

Ridendo corse nel bagno. Facemmo la doccia in silenzio, consapevoli della nostra perfetta intesa. Mentre ci rivestivamo lei disse:

– Mio caro, lei oggi mi ha reso felice, era da tanto che non mi lasciavo andare. . .

Nascosi il mio imbarazzo chinandomi a baciare la sua mano.

– Amore, lei merita molto di più. . . l’ho trovata meravigliosa! La desideravo tanto che. . . spero di non essere stato volgare!

Gina accennò a fare il broncio poi scoppiò a ridere.

– Volgare no ma. . . per farsi perdonare mi inviterà a cena!

La portai in un piccolo ristorante dove cenammo scherzando come due collegiali, passeggiammo a lungo poi la condussi a casa mia dove trascorremmo la notte facendo all’amore finchè esausti ci addormentammo abbracciati.

Da quel giorno diventammo inseparabili, la nostra intesa era notevole in tutto ma era a letto che diventava eccezionale, era come se Gina leggesse nella mia mente, bastava uno sguardo e . . .

Benché il sedere di Gina mi tentasse più che mai, qualcosa mi tratteneva dall’immergervi ancora la verga, come se aspettassi un evento propizio per farlo. Continuavamo a darci del lei, salvo nei momenti culminanti del nostro piacere, Gina lo trovava eccitante e anch’io, le altre donne non esistevano più, neanche Teresa, trovavo delle scuse quando mi telefonava.

Stranamente fu proprio grazie a Teresa che scoprii il mondo straordinario delle donne che vivono la loro sessualità in modo singolare e per me follemente eccitante. Gina era una di queste e ben presto questa sua particolarità sconvolse completamente la mia vita.

Continua.

Questo é solo il primo capitolo che ho voluto dividere in due parti ma per proseguire ho bisogno di qualche incoraggiamento. Scrivetemi. Se vi è piaciuto ditemi perché e se non vi è piaciuto, anche!

E Mail: jadisanatole@hotmail.com

 

 

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