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memorie di una matrigna

By 30 Marzo 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Il mio lavoro di insegnante mi lascia parecchio tempo libero, Deborah la mia unica figlia ormai diciannovenne vive in un’altra città per motivi di studio. Ho una vita piuttosto piatta, priva di forti emozioni, abito con il mio compagno e il mio figliastro Gio, studente universitario di 21 anni. Gio è un ragazzo semplice, con pochi amici, molto introverso e schivo. Da quello che so, alla sua età non ha ancora avuto una fidanzata sebbene sia un ragazzo normale, anche piuttosto carino.

Oggi sono passati tre mesi, esattamente 89 giorni dall’ultima volta che io e il mio compagno abbiamo fatto sesso. Pazzesco, è una situazione che non reggo più. Ho 42 anni, mi tengo in forma, sono una bella donna eppure niente, non mi cerca. Questa astinenza per me ha un peso immane, incombe come un macigno sul mio essere donna. Placo le mie voglie masturbandomi, addirittura più volte al giorno, ma questo non mi basta più.
Alcune settimane fa ho scoperto Gio che mi spiava mentre mi vestivo, all’inizio non ho dato molto peso all’accaduto, ma stando più attenta al suo comportamento ho presto capito che questo suo vouyerismo era molto più frequente di quanto avessi potuto immaginare. Mi spiava in ogni occasione, sia in bagno sia in camera, con una tale arguzia che rendeva difficile accorgersi delle sue gesta. Mi vergognai tremendamente pensando di essere stata spiata mentre mi masturbavo, mentre mi davo piacere priva di ogni inibizione comodamente sdraiata sul mio letto. Ma la vergogna lasciò presto strada alla morbosa curiosità, al desiderio sessuale nei confronti del mio figliastro e delle sue voglie. Sapere che mi desiderava e sicuramente si masturbava pensando a me, mi faceva sentire attraente, bella e soprattutto voluta.
Sapevo benissimo che Gio era troppo timido per prendere l’iniziativa, non avrebbe mai osato avvicinarsi a me con intenti sessuali; misi in conto che sicuramente avrei dovuto fare io la prima mossa.

Con l’estate ormai alle porte sia Giò che io avremmo passato molto più tempo in casa e questo non poteva che agevolare i miei piani nei suoi confronti. Sapevo che, come tutti i ragazzi, si masturbava guardando siti porno al PC. Decisi che sarebbe stato quello il momento migliore per avvicinarlo, nella sicurezza della sua camera ma con la giusta dose di eccitazione addosso.

Giò trascorse la mattinata a studiare coi suoi amici in vista degli imminenti esami, tornò per il pranzo che consumammo assieme soli, parlando del più e del meno. Il rapporto tra noi era sempre stato buono, mi aveva accolto nella sua vita come una seconda mamma, con una cordialità che non mi sarei mai aspettata nei miei confronti, ma comunque tipica della sua personalità. Erano ormai più di 4 anni che vivevamo sotto lo stesso tetto e il nostro rapporto era andato consolidandosi anno dopo anno.
Mi rattristava moltissimo vederlo sempre in solitudine, gli unici amici che frequentava erano due o tre compagni di università ma si vedeva benissimo la profonda solitudine dentro i suoi occhi, la tristezza per non aver mai avuto una fidanzata, non aver nemmeno mai camminato mano nella mano con una ragazza. Durante il pranzo mi confesso di aver chiesto ad una ragazza, conosciuta su un sito internet, di uscire e conoscersi dal vivo. Mi disse che si erano incontrati pochi giorni fa e che lei, senza farsi troppi scrupoli, gli aveva detto chiaro e tondo che lui non è alla sua altezza. Mi confesso che delusioni simili ne aveva accumulate diverse in questi ultimi due anni passati a cercare l’anima gemella sul web.
Non capivo, è tutt’oggi non capisco, cosa cerchino queste ragazze, certo, Giò non è un modello, è alto solo 1,65 però ha un bel fisico scolpito, è carino e soprattutto ha un cuore d’oro.

Mi decisi, quello era il momento giusto per agire, per trasformarlo in un uomo.

Si congedò dicendomi che sarebbe andato in camera sua a studiare. Sapevo benissimo che in realtà si sarebbe fiondato sul web in cerca di eccitanti ragazze nude da ammirare, dovevo solo essere brava nello scegliere il momento giusto in cui intervenire. Andai in camera mia, guardai la mia immagine riflessa dalla porta a specchio dell’armadio e decisi di cambiarmi. Indossai una gonnellina da tennista ammirando le mie gambe, lunghe, magre, lisce senza nemmeno un filo di cellulite. Sorrisi compiaciuta come una ragazza alle prime esperienze. Da quanto non provavo più quella spensierata gioia che si era impadronita di me in quell’istante! Decisi di togliere il reggiseno e indossai solo una canottierina aderente a coprire le mie piccole tette. Mi guardai di nuovo allo specchio e mi piacqui, sistemai per bene la canotta accarezzandomi il ventre piatto e in ultimo, con le mani diedi una sistemata ai miei capelli colore del grano maturo, lisci e lunghi fino alle spalle.
“Ok”, dissi a me stessa, “ora sono pronta, devo solo attendere il momento giusto”.

Per non far rumore uscii dalla mia camera scalza e mi avvicinai alla stanza di Giò silenziosa come una gatta in cerca della preda.
Trovai la porta socchiusa, da quella posizione potevo vedere benissimo il monitor del PC, lui era girato di spalle, con le cuffiette in testa. Stava guardando un filmato porno tipicamente amatoriale in cui una ragazza praticava un pompino. Devo ammettere che la protagonista ci sapeva veramente fare e a breve la sua boccuccia fu letteralmente riempita dallo sperma del partner. Giò si stava toccando, non potevo vederlo ma lo percepivo.
Bussai e nel contempo entrai in stanza. Giò trasalì quando si accorse della mia presenza alle spalle e chiuse immediatamente la finestra del monitor sistemandosi alla meno peggio il pene nei pantaloni.

-Sara, io ecco… hai bisogno, posso fare qualcosa per te?-
-Giò rilassati non ti preoccupare, voglio parlarti ma devi garantirmi assoluta sincerità e riservatezza-
-ok Sara- disse che un impercettibile filo di voce tremante.

Mi appoggiai alla scrivania sostenendomi coi palmi delle mani e incrocia le gambe guardandolo con dolcezza.

-Ti piaccio?- gli chiesi senza mai staccare lo sguardo da lui.
-Beh Sara… cioè sei bellissima, assomigli moltissimo all’attrice Maria Bello, solo con i capelli più corti-
-Grazie, quindi ti piacerebbe avermi tutta per te?-
-Beh Sara, io..ecco…però non possiamo….cioè…- il suo volto era comprensibilmente paonazzo.
-Giò, non devi pensare a quello che tu ritieni sia giusto o sbagliato, dobbiamo fare ciò che ci da la felicità, senza tabù o falsi moralismi, dobbiamo sentirci liberi di avere il meglio dalla nostra vita. Non sei d’accordo?-
-si-
-promettimi che sarai sempre sincero qualunque domanda io ti faccia ok?-
-certo Sara, te lo garantisco-
-hai 21 anni e mi hai sempre detto che non hai mai avuto una fidanzata, ma non hai proprio mai avuto nessun tipo di contatto sessuale con nessuna?
-beh Sara, solo una volta, ho chiesto una cosa-
-parlamene, raccontami tutto-
-è successo qualche mese fa, pochi giorni dopo il mio compleanno, ero tristissimo per essere arrivato alla mia età senza aver nemmeno mai sfiorato il corpo di una donna. Decisi di cercare una prostituta su internet e trovai una bellissima ragazza ungherese. Fissai un appuntamento e andai a trovarla nel suo appartamento. Dal vivo era ancora più bella, mi disse di essere una ex modella e non stentai a crederle e…-
-e?…dai non essere timido, raccontami tutto- gli dissi sorridendo, contenta che almeno una donna gli avesse procurato piacere!
-Fece uno spogliarello per me, era sensuale, trasmetteva una carica erotica inspiegabile a parole. Quando fu completamente nuda venne verso di me, toccai il suo corpo, era liscio come la seta, le accarezzai il viso, le baciai il seno, poi lei si sedette sul bordo del letto e mi slacciò i pantaloni. Tirò fuori il mio cazzo, con quello spettacolo ero già in piena erezione, lo accarezzò dolcemente e mi chiese cosa volevo fare. Le risposi che mi sarebbe piaciuto ricevere una sega fatta con i piedi. Si sdraiò sul letto, mi inginocchiai e le tolsi i sandali, accarezzai i suoi piedi, li baciai leccandoli con la punta della lingua mentre lei con le mani si accarezzava la fichettina. Mi misi in piedi, a quel punto lei, continuando a toccarsi iniziò a masturbarmi usando i piedi, prima delicatamente poi il suo tocco si fece sempre più forte, i movimenti sempre più veloci e dopo pochi minuti le inondai i piedi di sborra.-
-Oh almeno hai avuto una esperienza, e da quella volta li nulla? Non l’hai più incontrata?-
-purtroppo no-
-Quindi non hai mai toccato una fica?-
-no-

Giò era ancora seduto, indossava gli short senza nulla sotto e il suo stato di eccitazione era ben evidente, era il momento di passare ai fatti.

-So che mi spii Giò, so che mi hai già vista nuda, mi hai spiato anche mentre mi masturbavo?-
-Si-
-Adesso sono qui con te, tutte le fantasie che hai avuto su di me possono diventare realtà, toccami se vuoi, tocca il mio corpo.-

Le sue mani calde e timide si posarono sulle mie gambe, le accarezzarono lentamente dai polpacci fin su dove terminava la minigonna.

-sei meravigliosa Sara- disse con voce emozionata
-slacciami la gonna.- replicai con fermezza.

Le sue dita tremanti dall’emozione raggiunsero rapidamente l’unico bottone dell’indumento e lo slacciarono, la gonna cadde ai miei piedi. Giò fissava le mutandine nere ricamate e praticamente trasparenti, rimase come ipnotizzato ad osservare il pelo biondo scuro in contrasto con la stoffa che lo copriva.

-Annusala, annusala bene da vicino, voglio che nella tua mente rimanga impresso il mio odore, l’odore di una femmina, voglio che tu scopra il sesso con ogni tuo senso, solo così potrai comprendere fino in fondo la sessualità di noi donne. Annusala!-

Aprii leggermente le gambe mentre il suo volto si avvicinava al mio sesso, appena sfiorò con il naso la stoffa delle mutandine si fermò ed iniziò a respirare a pieni polmoni il profumo, la dolce fragranza di una donna in calore.

-che buon odore che hai, mio Dio è buonissimo- continuò ad annusarla più e più volte premendo il suo viso sulla stoffa.
-abbassami le mutandine, falle scivolare lungo le mie gambe.-

Obbedì senza dire una parola, ora le sue mani non tremavano più, il ghiaccio era rotto. Prese i bordi della biancheria e li calò finché le mutandine non raggiunsero la gonna sul parquet. Rimase estasiato nel vedere il folto ma curato pelo biondo, lo invitai a toccarmi e non si fece pregare. Toccò il pelo sentendone tutta la morbidezza sotto i polpastrelli, prese ad accarezzarlo come fosse una gattina in cerca di coccole, poi le sue dita si insinuarono nella fessura. Con la massima delicatezza inizio ad esplorare quel mondo fino ad allora sconosciuto, aprì le grandi labbra, sfiorò con dolcezza le piccole labbra esili e sottili, ne percepì tutto il loro calore, cercò il clitoride piccolo e duro, lo mise a nudo osservandolo con desiderio. Il suo dito scivolò lungo tutta la fessurrina bollente bagnata e vogliosa, si fermò sull’apertura, la accarezzo a lungo con movimenti circolari sempre più pesanti e infine si spinse dentro di me. Il suo tocco era sublime, Giò iniziò a frugare la mia passerina muovendo il dito in ogni direzione immaginabile facendomi mugolare di piacere. Mi piaceva, mi piaceva parecchio e i miei umori ne erano la prova.

-Ora fermati, tira fuori il dito e succhiatelo.-

Senza dire una parola obbedì, il dito era pregno del mio miele, della mia femminile essenza. Lo annusò e poi lo mise interamente in bocca succhiandolo.

-allora Giò, ti piace il sapore delle donne?-
-è buonissimo Sara-
-dopo lo assaporerai direttamente, ti insegnerò come si fa sesso orale ad una donna, ora però alzati, mettiti in piedi-
-ok, cosa vuoi che faccia?- chiese con lo stesso tono che uno studente timido userebbe con la sua professoressa
-toglimi la canottiera-

Mi accarezzo i seni da sopra la stoffa, con le dita sfiorò i capezzoli che premevano duri disegnandosi sul soffice cotone. Quei tocchi mi fecero provare emozioni, sensazioni, brividi che non provavo da anni ed anni. Mi sfilò la canottiera mettendo a nudo la mia seconda misura, mi palpò teneramente il seno, poi lo baciò, lo lecco andando a titillarmi i capezzoli con la lingua. Ansimavo e gli accarezzavo la testa mentre ora, con la foga tipica delle prime esperienze, mi succhiava avidamente i capezzoli turgidi.

Dopo le lunghe attenzioni dedicate al mio seno mi misi in ginocchio dinanzi a lui, presi a due mani i suoi pantaloncini e li calai. Il suo pene era in piena erezione, svettava dritto duro e nerboruto tra una selva di peli neri, la sua cappella era magnifica, ben tornita grossa e lucida.

-guarda cosa si sono perse quelle stupide ragazze- gli dissi iniziando ad accarezzargli il cazzo con la punta delle dita.
-è bellissimo- furono le mie ultime parole prima che iniziassi a baciargli la cappella.

Iniziai a succhiarglielo lentamente, con la massima delicatezza, volevo che quel rapporto orale durasse il più possibile, volevo che mai e poi mai Giò potesse dimenticare questo momento.
Lavoravo solo di bocca sul suo cazzo largo e duro come il marmo, ad ogni movimento sentivo la mia bocca piena del suo membro, il suo buon sapore di maschio eccitato mi faceva impazzire. Il suo respiro si faceva sempre più affannoso, sentivo il suo piacere crescere. I suoi sospiri si trasformarono in gemiti di piacere. Aumentai il ritmo soffermandomi a sollecitare la grossa cappella con la lingua, orami non mancava molto all’esplosione di piacere. Inizia a pomparlo ancora più forte, come se volessi succhiargli la linfa vitale.

-vengo Sara, cazzo vengono!!!- furono le sue uniche grida soffocate di piacere, mentre la mia bocca veniva invasa da una ondata abbondante di caldo e denso sperma. Mi staccai dal suo cazzo solo alla conclusione del lungo orgasmo, avevo la bocca piena di sborra, ricordo le pesanti e dense gocce uscire dalle mie labbra ancora socchiuse e cadere sul mio seno, sul mio ventre piatto, ci guardammo negli occhi e la sua espressione soddisfatta era più eloquente di mille parole.

-vado a darmi una ripulita- dissi alzandomi –sistemati anche tu e poi raggiungimi in camera mia- aggiunsi sorridendo.
-va bene Sara- mi rispose accarezzandomi teneramente il culetto mentre gli passavo di fianco

Andai in bagno per darmi una ripulita, una rinfrescata al mio viso. Avevo appena ingoiata il suo sperma, la mia bocca era ancora pregna del suo sapore e non lo avrei cambiato con nulla al mondo; il ragazzo aveva una venuta molto, veramente molto abbondante e questo non mi dispiaceva affatto.
Pensai a come far proseguire nel migliore dei modi il primo pomeriggio di sesso con il mio 21enne figliastro, tornai in camera mia ancora completamente nuda e mi sdraiai sul letto in attesa del mio giovane amante.
Mi lasciai cullare dalla freschezza delle lenzuola di raso, accarezzai il mio corpo, in attesa del suo ingresso.
Giò entrò, anch’egli completamente nudo, ammirai il suo fisico asciutto e muscoloso, il suo pene moscio ma completamente scappellato si muoveva al ritmo lento del suo passo. Mi raggiunse sul letto e si sdraiò al mio fianco. Mi baciò in bocca con tutta la passione di chi lo fa per la prima volta. La sua mano iniziò ad accarezzarmi il corpo, dal collo scendeva lenta verso i seni, li accarezzava e li palpava mentre le nostre lingue si strusciavano in profondi baci. La sua mano proseguì la lenta corsa, attraversò la setosa morbidezza del ventre e arrivò al pube. Aprii le gambe e la sua mano si insinuò tra le calde labbra ormai zuppe di umori. Continuammo a baciarci come due ragazzi in amore, la mia mano guidò la sua insegnandogli come si tocca il sesso di una donna. Imparò molto presto come si fa a dare piacere usando le dita, la mia micetta era ormai fradicia e fui costretta a fermarlo prima che le sue dita mi conducessero all’apice del piacere.

-Giò, ora sai come toccare una donna, adesso devi imparare a leccare la fica, mettiti in ginocchio sul tappeto-

Obbedì silenzioso e io mi sdraiai a gambe larghe col sedere sul bordo del letto, offrendogli il mio sesso bollente e voglioso. Gli spiegai a parole come leccare per bene una passerina e a quel punto non mi restava che scoprire se avesse capito tutte le dritte che gli avevo dato. Giò avvicinò il suo volto, mi baciò delicatamente la fichetta inebriandosi del suo profumo. La sua lingua si incuneò tra le labbra gonfie di desiderio e iniziò a leccarmela delicatamente dal basso verso l’alto e viceversa per tutta la sua lunghezza dal buchino fino al clito gustando per la prima volta in vita sua il prezioso nettare di una donna. Si fermò, stacco la sua bocca dal mio fiore, con le dita aprì i petali carnosi e rimase per lunghi attimi immobile scrutando ogni millimetro della mia patatina. La accarezzo, scappucciò il clitoride ammirandolo spuntare piccolo e duro tra quei lembi di pelle poi il suo dito medio scivolò verso il basso trovando la calda apertura del piacere, vi si intrufolò di nuovo dentro e prese a muoverlo in tutte le direzioni frugandomi per bene. Gemevo di piacere a attendevo con ansia la sua calda lingua. L’attesa durò poco, posò di nuovo le sue labbra sulla fichettina e iniziò a lapparmi lentamente il clito mentre il suo dito esplorava ogni anfratto della grotta. Il ragazzo stava imparando veramente bene, aveva messo in pratica tutti i miei consigli e lo incitavo a continuare tra i gemiti di puro piacere. Le mie mani scorrevano tra i suoi capelli, spingevo la sua testa sul mio sesso e lui mi assecondava leccandomi sempre più forte. Era da una vita che non ricevevo sesso orale e le lussuriose attenzioni di quella bocca inesperta mi stavano letteralmente portando al settimo cielo.

-Ora, adesso tesoro è ora… fai come ti ho detto!-

Giò aprì maggiormente le labbra attorno al clito e prese a titillarlo velocemente, con la punta della lingua, con movimenti rapidi e pesanti. Raggiunsi l’orgasmo, un orgasmo intenso, profondo, sconvolgente e liberatorio. Si staccò dal mio sesso con l’espressione soddisfatta di chi, per la prima volta nella sua vita, ha fatto venire una donna. Si rialzò mostrandomi il suo sesso in piena erezione. Leccarmela lo aveva eccitato e non poco, era pronto a scoparmi, ma io avevo bisogno di un attimo di tregua per riprendermi e lo inviati a sdraiarsi di nuovo con me.

-allora come sono andato?- mi chiese accarezzandomi il viso
-ehi non si fanno queste domande a una signora!- risposi con tono scherzoso- comunque, per essere la prima volta hai fatto un ottimo lavoro- Lo baciai in bocca sentendo il sapore del mio sesso dentro di lui.

-ti posso scopare Sara?-
-tra un attimo lo facciamo tesoro, dammi solo qualche minuto per riprendermi dall’orgasmo, però visto che per te è la prima volta e io sono nel mio periodo fertile ti metto il preservativo, non vorrei che in preda all’eccitazione mi venissi dentro ok?
-ok Sara-

Passammo lunghi, stupendi minuti a baciarci teneramente poi dal cassetto del comodino presi un preservativo, lo aprii e mi avvicinai al suo pene. Era durissimo come se dal pompino precedente fosse passato chissà quanto tempo. Gli srotolai il vestitino in lattice e mi misi a pecorina pensando che sarebbe stata la posizione più semplice da fare per un principiante.
Giò si mise in piedi ai bordi del letto dietro di me, prese in mano il suo pene e poso la cappella sulla mia fessurrina inzuppata. Iniziò a spingerlo dentro in modo abbastanza deciso, mi prese saldamente per i fianchi e lo spinse dentro senza tanti complimenti. Preso dalla foga del momento si scordò i consigli che gli avevo elargito e iniziò a montarmi con tutta la forza che aveva in corpo assestandomi colpi veloci, forti e cruenti. Sentirlo dentro di me era una sensazione favolosa ma ero ben conscia che in quel modo sarebbe durato pochissimo, dovevo insegnargli a scopare e per farlo dovevo interromperlo.

-Giò fermati, ora cambiamo posizione-

Per fortuna mi diede retta e mollò la presa. Lo invitai a sdraiarsi e mi misi a cavalcioni sopra di lui, presi in mano il suo cazzo pesante e durissimo e posai la cappella sulla mia fessurrina. Scesi piano impalandomi completamente sulla sua verga eretta. Lo sentivo scivolare piano piano dentro di me, centimetro dopo centimetro mi sentivo riempita. Presi a scoparlo dolcemente con movimenti lenti ma decisi mentre le mie dita trastullavano il clito duro e voglioso di attenzioni. Mentre scopavamo Giò continuò ad ammirare il mio corpo accarezzandolo e palpandolo come stesse cercando un tesoro nascosto. Adoravo guardare le sue espressioni mentre il mio corpo gli regalava il piacere che per tanto, troppo tempo, aveva solo sognato di provare.

-Ricorda Giò, è così che si fa godere una donna, scordati i film porno e impara a usare bene il cazzo, così, come sto facendo io ora. Gli dissi passandomi le mani nei capelli mentre il mio bacino si muoveva sinuoso e sensuale.

Non ottenni risposta ma dalla sua espressione capii che aveva capito.

Continuai a scoparlo lenta e decisa tenendo tutto il suo cazzo dentro di me, mi sentivo piena, mi sentivo donna. I miei umori colavano inzuppandogli il pelo e i grossi coglioni. Mi guardavo riflessa nel grande specchio dell’armadio, mi vedevo come una amazzone alla monta del suo destriero. Presi a scoparlo con più vigore e i suoi lamenti di piacere si fecero più concitati e profondi mentre sentivo le sue mani mi accarezzavano ovunque riuscivano ad arrivare.
Mi sentivo ormai vicina all’orgasmo quando inaspettatamente Giò mi tirò a se baciandomi con passione e mi capovolse senza uscire da me. Mi ritrovai supina a gambe spalancate in balia della sua ardente passione. Prese a scoparmi con forza, con tutto il vigore che un giovane maschio può avere in corpo. Serrai le mie esili gambe attorno alla sua vita stringendolo a me mentre lui mi montava in modo sublime mostrandomi il suo lato più selvaggio e animale.

-Fottimi, adoro il tuo cazzo… fottimi…fammi godere-

Furono le uniche parole che riuscii a pronunciare prima che il mio corpo venisse sconvolto da un orgasmo lungo e intenso. Con la stessa irruenza di un fiume in piena una ondata di piacere percorse il mio corpo dalla testa ai piedi. Appena iniziai a rilassarmi dalla tensione dell’orgasmo Giò mi assestò un paio di colpi violenti e venne restando saldamente aggrappato al mio corpo come un leone sulla preda appena catturata. Si sfilò dal mio corpo e si sdraiò di fianco a me, gli tolsi il preservativo pieno di sborra e con la bocca pulii il suo cazzo che andava perdendo la sua virile possenza. Restammo sul letto nudi e abbracciati come due amanti, in perfetta sintonia parlammo della vita, dell’amore, del sesso finché non venne sera.

La giornata era caldissima, il cielo, azzurro come gli occhi di mia figlia, era totalmente privo di nuvole, così dopo stressanti giorni spesi a scuola scrutinando i miei alunni, decisi di dedicare quel pomeriggio di sole all’abbronzatura del mio troppo pallido corpo. Indossai il bikini che avevo comprato al mare l’anno prima, tinta unica blu elettrico con graziose arricciature lungo tutto il bordo superiore. Andai in giardino con la sdraio e, vista la riservatezza del luogo, impenetrabile ad occhi indiscreti, optai per il topless. Avevo sempre desiderato abbronzare le mie tettine ma in vacanza il mio bigotto compagno non me lo aveva mai permesso e poi, non posso nascondere che mi sarebbe piaciuto testare la reazione di Giò quando, rincasando, mi avrebbe trovata in topless nel nostro giardino.
Senza accorgermene, cullata dai raggi del sole e da una leggera brezza rinfrescante, mi addormentai.
Fui svegliata da un formicolio al piede sinistro, mezza accecata dall’intensa luce schiusi di poco gli occhi e scorsi Giò che, accovacciato sul terreno, mi accarezzava delicatamente i piedi e li baciava.

-Giò tesoro… ben tornato-

Si scostò di scatto dai miei piedi come se l’avessi colto in flagranza di chissà quale reato.

-Ciao Sara, io… scusami, io non volevo svegliarti- disse incrociando timidamente il mio sguardo
-No, non scusarti, mi fa piacere che tu sia tornato così presto… ma che ci fai sotto questo sole ancora vestito?- dissi con un finto cenno di rimprovero. –Dai spogliati e fammi compagnia-

-Ti piacciono i miei piedi?… li vuoi baciare?- gli chiesi mentre si spogliava.
-Si, mi piacerebbe baciarteli e leccarteli se posso.-
-Certo che puoi tesoro, sai… nessuno ha mai dedicato attenzioni particolari ai miei piedini… mi piacerebbe scoprire cosa si prova.

Giò, con addosso solo i boxer, si accucciò nuovamente dinanzi alle mie estremità e prese ad accarezzarle e baciarle con la sua tipica dolcezza. I baci lunghi e umidi sulla tenera pelle dei piedi, le sue carezze così delicate mi facevano sciogliere; è difficile descrivere la miriade di sensazioni che provai nel farmi “amare” i piedi, ma lo trovai sensuale e tremendamente eccitante. I baci si fecero più spinti e iniziò a leccarli con passione, la sua lingua scorreva dalle dita al tallone soffermandosi sulla più sensibile zona della caviglia; li baciava e li leccava con ardore e dentro di me la voglia e l’eccitazione salivano, quel particolare tipo di trattamento mi piaceva, mi piaceva moltissimo e mi stava facendo sciogliere come neve al sole.
Giò si alzò e il suo stato di eccitazione era ben evidente sotto la stoffa dei boxer.

-Sara, puoi farmi una sega con i piedi?- mi chiese senza avere il coraggio di guardarmi negli occhi.
-Certo, mi piacerebbe provare… però…per me tesoro è la prima volta…non ho mia fatto una cosa simile…non sarò certo brava come quella puttanella da cui sei andato tempo fa.-
Sorrise alle mie parole. –I tuoi piedi sono stupendi, sono i piedini più belli che abbia mai visto, voglio godermeli.- Dicendo ciò si tolse i boxer mostrando il suo cazzo in piena erezione, possente virile e venoso.

Scivolai sulla sdraio avvicinandomi a lui, con un piede iniziai a stuzzicargli il bastone facendo scorrere l’alluce dalle palle fino alla cappella turgida e rosea.

-Hai dei coglioni veramente grossi sai?- gli dissi continuando a stuzzicarlo col piede. –Ti insegnerò a tirare fuori le palle con le ragazze… ma adesso…adesso concentriamoci a godere.-

Alzai entrambi i piedi verso il suo cazzo, era durissimo, marmoreo, lo strinsi tra le piante e inizia una lenta sega. Ero compiaciuta nel vederlo godere, amavo osservare le espressioni di godimento nel suo volto mentre i miei piedi gli davano il piacere che aveva sempre desiderato, ma mai colto.
Cambiai stile, misi quel stupendo pezzo di carne turgida tra i due alluci iniziai a masturbarlo con sempre maggiore foga.

-Sara mi stai facendo impazzire- disse tra un sospiro e l’altro.
-Voglio farti venire, voglio sentire la tua sborra calda sui miei piedi- gli dissi aumentando ancora il ritmo della sega.

Eccitato dal mio tocco e dalle mie parole, in breve tempo gli feci raggiungere l’apice del piacere.

-Sto per sborrare, sto per sborrare…sto per sborrare… cazzo Sara vengo!!!- Nel mentre prese il suo cazzo in mano, il glande era come un vulcano in eruzione e diresse gli abbondanti densi e caldi schizzi di sborra sui dorsi e sulle piante dei miei piedini che in breve si trovarono inondati dalla sua abbondantissima venuta. Fu una sensazione stupenda sentire la sua densa sborra scorrere lenta e calda sulla sensibilissima pelle dei piedi.

-è stato fantastico… però adesso puliscimi i piedini eh?- sorridendogli gli porsi un telo da mare.
Con delicatezza pulì le mie estremità dal suo sperma e venne a sdraiarsi di fianco a me completamente nudo.

Parlammo abbronzandoci sotto il caldo sole, gli spiegai come approcciarsi con le ragazze poi iniziammo a baciarci, ci baciammo a lungo come una coppietta di amanti. Tra noi c’era un feeling perfetto, una passione incommensurabile ci spingeva l’uno verso l’altro senza freni inibitori. Eravamo un uomo e una donna che vivevano liberi soddisfacendo i loro ancestrali desideri.

-Sara, posso farti alcune domande personali?- mi chiese accarezzando delicatamente il mio seno nudo
-Certo tesoro, tu puoi chiedermi tutto quello che vuoi-
-Come è stata la tua prima volta?… quanti anni avevi?-
-Ero all’ultimo anno di liceo, 19 anni appena compiuti, onestamente non è stato un granchè…-

Senza aggiungere altre parole presi a baciargli il petto, scesi lentamente sino ad arrivare al suo pene ancora moscio e inizia a succhiarglielo con estrema dolcezza. In men che non si dica il suo cazzo riprese tutta la virile consistenza.

-Giò, hai mai sognato di fare sesso anale?- chiesi con spontanea naturalezza.
-Si, mi piacerebbe provare Sara… tu hai un culetto così bello!
-Vieni entriamo in casa, per far bene certe cose bisogna essere su un letto comodo-

Entrai in casa e Giò mi seguì, guardavo divertita il suo cazzo grosso e in piena erezione muoversi al ritmo dei suoi passi, era bellissimo.

-Vai in camera e aspettami, io arrivo subito- gli dissi mentre mi dirigevo in cucina.

Presi un piattino, vi posai sopra un pezzo di burro e lo raggiunsi in camera. Raggiunsi Giò sul letto e mi sdraiai con addosso solo gli slip del costume.

-Giò ricorda, nel sesso anale la lubrificazione e la delicatezza sono tutto, ricordatelo quando sarai a letto con le ragazze; adesso usa il burro per lubrificarmi l’ano, penetrami anche con il dito in modo che il burro entri e il mio ano si abitui alla penetrazione, poi, prima di penetrarmi, dovrai imburrarti il cazzo così saremo ben lubrificati tutti e due!-

Ero sdraiata a pancia in giù, le sue mani presero i lembi del mio costume e lo sfilarono mettendo a nudo il mio culo piccolo e sodo. Con le mani mi aprì le chiappe poi sentii il freddo contatto del burro in contrasto col calore del mio ano. Mi stava ungendo per bene il buco del culo, poi sentii il suo dito premere sullo sfintere. Sentii entrare un pezzettino di burro e subito dopo il suo dito unto, mi stava lubrificando l’interno dell’ano come gli avevo detto di fare e sentirmi penetrata dal suo dito mi eccitava, mi sentivo bagnata, bagnata e vogliosa.

-Bravo così, abitua l’ano alla penetrazione, ungilo ancora.-
-Lo voglio Sara, ti voglio inculare.-
-Ricorda quello che ti ho detto Giò, fai piano sii dolce e delicato.-

Appena ultimai la frase sentii la sua cappella posarsi sul mio ano. Era da tantissimo tempo che non facevo sesso anale, non ricordavo nemmeno l’ultima volta, non ero mai stata una patita di questi rapporti così alla mia età avevo ancora l’ano di una vergine. Mi concentrai su quello che stava accadendo, non volevo perdermi un solo attimo, non volevo perdermi una sola sensazione che quel rapporto mi avrebbe dato.

Sentivo la cappella gonfia e dura che apriva il mio ano stretto ma ricettivo. Lo spingeva pianissimo, percepivo il suo cazzo entrare millimetro dopo millimetro, mi sentivo violata e posseduta.

– è magnifico Sara, è stupendo scoparti il culo!-
– mettimelo tutto ora! Inculami Giò, inculami come un animale!- dissi con la voce rotta dai gemiti di godimento, mentre il suo cazzo duro come l’acciaio mi apriva il culo e conquistava le mie viscere come un valoroso guerriero.

Nella mia vita avevo già fatto sesso anale, poche volte a dire il vero poiché lo ritenevo poco piacevole, ma ora, quel rapporto così ancestrale, istintivo e animalesco mi stava sconvolgendo la mente con una tempesta di emozioni mai provate prima.

Iniziai a masturbarmi ma ero talmente bagnata che il ditalino risultò ai limiti della fattibilità così decisi di penetrarmi con le dita. La fica era un fiume di lava bollente, mi penetrai con due dita e presi a masturbarmi mentre il suo cazzo mi imponeva un ritmo selvaggio. Mi stava inculando e lo stava facendo in modo duro, cruento. Per la prima volta in vita mia un leggero dolore fisico mi stava procurando un incommensurabile piacere mentale.

Le mani di Giò erano serrate sui miei fianchi e tenevano il mio minuto corpo ancorato al materasso. Godeva, grugniva come un animale in calore, mi stava inculando privo ormai di ogni freno, guidato dal solo istinto sessuale mi stava possedendo come ogni vero uomo dovrebbe saper fare.

– Voglio raggiungere l’orgasmo assieme a te Giò, dimmelo quando stai per venire- dissi col filo di voce che mi rimaneva.

Non ottenni risposta ma ero sicure che il messaggio era andato a buon fine.

-Sara, sto per sborrare, manca poco cazzo, ti riempio il culo Sara-

Quando udii quelle parole le mie dita andarono più in profondità dentro di me e li trovarono l’Eden.
Per la prima volta nella mia vita scovai il famoso punto G, mi masturbai premendo proprio in quel punto e la mia mente andò letteralmente in corto circuito. Lo sentii venire dentro di me e il mio orgasmo seguì a ruota, ma fu un orgasmo diverso dai soliti. Mentre venivo il mio corpo era come in preda alle convulsioni, quasi mi sentii svenire da quanto era intenso il piacere che stavo provando e proprio in quel momento mi accorsi di qualcosa di strano. Stavo schizzando, per la prima volta nella mia vita ero riuscita a fare lo squirting, avevo avuto la famosa eiaculazione femminile, mi ero appena schizzata ripetutamente sulla mano un liquido bollente e avevo inzuppato il letto.

Rimasi li sdraiata, inerme, quasi incapace di qualsiasi movimento a causa dello sconvolgimento fisico appena provato e mi resi conto che quello era stato sicuramente uno dei momenti più belli, magici e intensi della mia vita.

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