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Racconti Erotici Etero

Memories

By 15 Giugno 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Finalmente erano soli. Sophie l’aveva invitato a casa sua, approfittando di un pomeriggio in cui i suoi genitori erano entrambi fuori per lavoro. La scusa era lo studio, ma aveva ben altri obiettivi in mente. Con lui non era mai riuscita ad andare oltre qualche breve frase, condita con grandi sorrisi, ma, contrariamente al solito, si era sempre sentita un po’ bloccata… Forse perch&egrave le piaceva sul serio, pensava.
Ed effettivamente Enrico era un gran bel ragazzo. Alto, spalle larghe acquisite in anni di piscina, muscoli ben disegnati senza essere eccessivi. Sophie sapeva di essere bella e di avere alcune ottime armi. Le sue forme erano perfette, fianchi stretti, gambe slanciate, seno che attirava gli sguardi nella sua terza misura che sfiorava la quarta, magnifici capelli mossi… e uno sguardo magnetico.
Era sicura che Enrico apprezzasse le sue doti: parecchie volte aveva notato che il suo sguardo era rimasto fisso su di lei e le sue curve per qualche istante di troppo, ma, pensava Sophie, forse era distratto da qualcun’altra.
Così aveva preso l’iniziativa, e ora eccolo lì, nel suo salotto, seduto sul divano, mentre scherzava e rideva con lei. Sophie si sedette vicino a lui, posandogli una mano sul ginocchio mentre rideva ad una sua battuta. Questo gesto sembrò incoraggiare il ragazzo, che mosse leggermente la gamba per toccare quella di Sophie.
Lei capì, e lo guardò sorridendo. Si protese leggermente verso di lui, e lo baciò sulla guancia, allontanandosi subito e guardandolo con le guance arrossate: il dado era tratto, e si chiedeva se la sua reazione sarebbe stata quella che aveva sperato.
Lui le passò la mano sulla guancia, la attirò delicatamente a s&egrave e la baciò sulle labbra, che Sophie, chiudendo gli occhi, dischiuse quasi subito. Le loro lingue si toccarono, e dopo pochi attimi iniziarono a giocare accarezzandosi a vicenda. Sophie lo baciava con passione, con lunghi sospiri eccitati. Era vero, ma non riusciva a crederci: ce l’aveva fatta, era al settimo cielo.
Sophie non riusciva a trattenersi, voleva dargli tutto il piacere che poteva. Enrico la coinvolgeva nella mente e nel corpo. Oltre ad essere bello, aveva un senso dell’umorismo che la faceva ridere, e questo era per lei molto importante, molto afrodisiaco. Voleva che quell’incontro rimanesse impresso nella mente di Enrico, voleva che fosse indimenticabile.
La sua mano scese lungo il petto del ragazzo, trovò la cintura dei pantaloni, e, dopo qualche tentativo, la slacciò. Enrico abbracciava Sophie con un braccio, mentre con l’altra mano le accarezzava il seno attraverso la maglietta. Quando sentì la mano di Sophie slacciargli la cintura e insinuarsi lentamente dentro i suoi pantaloni, gemette, senza però smettere di baciarla, anzi facendolo con più foga.
Il gemito di Enrico fu l’incoraggiamento che Sophie attendeva. Le sue dita scivolarono sulle mutande di Enrico e le accarezzarono, sentendo le forme ormai evidenti sotto la stoffa. Lo sentì duro, eccitato, e questo fece eccitare a dismisura anche lei. Si sentiva umida nel suo sesso ormai caldo, anche senza essere stata toccata. Il pensiero che lui era eccitato grazie a lei le regalava un piacere che non aveva immaginato.
Lentamente, Sophie introdusse le sue dita nelle sue mutande, toccando il pene. Lui gemette ancora, e Sophie sentì un fremito nel suo membro eccitato. Lo prese con due dita e le mosse leggermente in su e in giù. Enrico ansimava, non riusciva a capire come quel semplice tocco potesse eccitarlo così tanto. Eppure lei non era la prima donna con cui era stato, ma con nessuna aveva provato quelle sensazioni.
Sentiva l’uccello così duro che quasi gli doleva, e soprattutto aveva l’impressione che quella ragazza lo avrebbe portato a vette del piacere mai raggiunte. Già così, si sentiva così prossimo all’orgasmo da esserne imbarazzato.
Sophie sentiva il piacere di Enrico, il pene fremeva nella sua mano ed era veramente duro, gonfio di eccitazione. Con mosse attente e delicate, sollevò l’elastico delle mutande e liberò l’uccello dalla costrizione della stoffa, lasciando che svettasse libero verso l’alto. “Sophie… ” gemette semplicemente lui. Lei avvolse delicatamente il pene con le dita e iniziò a masturbarlo lentamente, scoprendo la cappella gonfia e lucida per gli umori che ormai aveva iniziato a stillare.
Smise di baciarlo e guardò la sua mano che stringeva il pene. La vista le strappò un gemito. Non solo era grosso, ma ben fatto: la sua mano arrivava a malapena a metà della sua lunghezza, ed era dritto, caldo e con una magnifica cappella violacea leggermente più larga dell’asta, cosa che prometteva piacere infinito se fosse entrato nella sua vagina accogliente.
A quella vista, agì d’istinto. Prese i pantaloni di Enrico e, quasi con violenza, glieli sfilò, facendolo sollevare leggermente. Poi lo baciò sul collo e iniziò a scendere lentamente, leccandogli e baciandogli il petto, i muscoli sul ventre e l’ombelico. Poi, timidamente, sfiorò il glande con la punta della lingua. “Aahh…” gemette lui, chiudendo gli occhi mentre Sophie iniziava a leccare la cappella come un gelato.
Con le dita alla base dell’asta, la lingua di Sophie giocava senza sosta con il membro eretto. Solleticava la cappella con rapide leccate, per poi avvolgerla in caldi e sinuosi movimenti. Sentì il sapore delle gocce di piacere che spuntavano dalla punta, calde, delicate, preludio al vero piacere del maschio. Ma Sophie voleva di più, voleva dargli di più.
Scese dal divano e si inginocchiò sul pavimento, tra le gambe di Enrico, che la guardava rapito e ansimante. Lei prese l’uccello con una mano e iniziò a masturbarlo con foga, con movimenti saldi e continui lungo l’asta, mentre con le labbra avvolse la cappella e continuò a massaggiarla con la lingua, senza smettere.
Enrico credette di venire all’istante, ma riuscì per miracolo a trattenersi. Non riusciva però a trattenersi dal gemere e grugnire di piacere. Quella ragazza sembrava avere il potere di moltiplicare il suo piacere, rendere le sue sensazioni più intense. Non riusciva a resistere, gemeva e ansimava come se stesse venendo, anche se non era ancora arrivato all’orgasmo.
Lei continuava nei suoi movimenti, instancabile, irremovibile nel suo intento di farlo godere come mai prima. E d’altra parte, anche Sophie provava un piacere fortissimo, quasi perverso nell’impedire al ragazzo di riprendere fiato. Lo sentiva suo, letteralmente nelle sue mani, era artefice delle sue sensazioni, e dalla sua reazione intuiva che dovevano essere esplosive.
All’improvviso ebbe un’idea. Non l’aveva mai fatto prima, ma con lui voleva provare: era sicura che gli sarebbe piaciuto. Smise di succhiarlo e leccarlo, e si tolse la maglietta, restando in reggiseno. Lui la guardava, incuriosito ed eccitato, ansimando. Sophie, guardandolo negli occhi, si tolse anche il reggiseno, liberandolo e mostrando i suoi capezzoli turgidi agli occhi di Enrico, che fissava quel seno stupendo senza poter pensare ad altro.
Il suo pene si mosse, in uno spasmo di piacere, mentre una goccia trasparente fece capolino sulla punta. Sophie sorrise e si chinò leggermente, sporgendo il seno in avanti e sospingendo verso di s&egrave, con le mani, l’uccello teso allo spasimo, spingendolo in mezzo al suo seno e stringendolo leggermente tra le due mammelle. Poi iniziò a muoversi in su e in giù, lentamente. Enrico fissò estasiato quello spettacolo per qualche istante, poi chiuse gli occhi e si appoggiò allo schienale del divano, come in trance.
Sophie massaggiava il pene con il seno, in una lenta masturbazione che le sembrava diretta anche verso di lei, talmente il piacere che si irradiava dal seno era intenso. Sentire la dura e calda asta di Enrico premere sul seno era veramente eccitante, la sua pelle sensibile lo sentiva pulsare dal piacere, sentiva i suoi umori che ricoprivano la cappella bagnarla leggermente. E sentiva che, nelle mutandine, ormai era un lago. Si sentiva bagnata ed eccitata, anche senza essersi mai toccata. Eppure sarebbe bastato un niente per venire.
Enrico sembrava al limite, gemeva e ogni tanto, quando Sophie si muoveva un po’ più forte, aveva dei leggeri tremiti. Quei movimenti del seno di Sophie sul suo uccello non gli davano tregua, sentiva l’orgasmo sempre più vicino. Il glande era sempre più sensibile e sentiva l’uccello pulsare, preparandosi a schizzare il suo piacere. Gli sembrava che Sophie l’avrebbe svuotato di ogni energia, di ogni goccia di virilità.
Proprio in quell’istante, Sophie iniziò a leccare la cappella ogni volta che scendeva nei suoi movimenti e il pene faceva capolino tra i seni. Al primo tocco della sua calda lingua, Enrico gemette forte. “Oh mio Dio, Sophie..!! Aahh, sì!” si lasciò sfuggire. Al secondo tocco, eiaculò. Lo schizzo fu improvviso, incontrollabile e violento. Colpì la lingua di Sophie, che lanciò un gridolino di gioia e, gemendo, aumentò il ritmo dei suoi movimenti, mentre dall’uccello di Enrico fuoriuscivano altri potenti schizzi, che finirono sulle guance di Sophie, sul collo e poi sul seno.
Sophie sorrideva e ansimava, tremando leggermente mentre leccava il glande gonfio e bagnato di sperma: un leggero orgasmo aveva scosso anche lei, mentre lui esplodeva, e l’aveva lasciata piacevolmente esausta. Ora sentiva il sapore dello sperma sulla lingua, il sapore del piacere di Enrico. E le piaceva. Lo assaporò facendolo scivolare sul palato e poi, incrociando lo sguardo stremato del ragazzo, lo inghiottì, passandosi la lingua sulle labbra.
Continuò a baciare e leccare l’uccello di Enrico, scosso da piccoli spasmi, fino a ripulirlo da ogni goccia di sperma, mentre lui respirava pesantemente cercando di riprendersi da quelle emozioni sconvolgenti. Non aveva mai incontrato una ragazza come Sophie. Era il suo 18′ compleanno, e Sophie era al ristorante con il suo fidanzato, che l’aveva invitata a cena per celebrare degnamente l’evento. Erano insieme da qualche tempo, e Sophie si sentiva molto bene in sua compagnia, si divertiva e sentiva che era un compagno fidato. Tra loro non c’era ancora stato sesso, cosa che per Sophie dava ancora più valore alla loro relazione.
Ma, in realtà, Sophie non vedeva l’ora di far l’amore con lui.
La cena era squisita, a lume di candela, e per tutto il tempo Nicola la stuzzicò scherzosamente con allusioni (non troppo velate) al sesso, che la divertivano e la conquistavano sempre più. D’altra parte, lei sapeva rispondere con altrettanta bravura… L’atmosfera era carica di erotismo, e i molti bicchieri di vino aiutavano a sciogliere ogni timore.
Non sentivano la gente intorno a loro, era come se fossero soli nel ristorante. Si guardavano, ridevano, si sfioravano le dita continuamente: sembravano avere bisogno del contatto reciproco.
Arrivati al dolce, Sophie iniziò a sfiorargli la gamba con il piede, bevendo gl ultimi sorsi di vino dal calice e guardandolo, godendosi l’effetto del contatto con il suo piede. Gli accarezzò la mano con le dita e sussurrò:” Per dopo ho un programmino… Spero che ti piacerà” e sorrise.
Lui non rispose, ma la guardò intensamente per qualche secondo. Poi chiamò il cameriere, pagò il conto e la prese per mano, avviandosi verso la macchina parcheggiata appena fuori dal ristorante. Lei rideva, un po’ ebbra di vino e contenta di quella reazione immediata… Nicola aveva capito cosa aveva in mente.
Entrarono in macchina e subito si baciarono, avvinghiando con passione le loro lingue. Si controllarono a fatica, ma Sophie non voleva farlo in macchina, non nel giorno di quel suo compleanno così speciale. Gli chiese dove potevano andare. “Stasera ho la casa libera, andiamo da me” disse lui baciandola, e mise in moto.
Arrivarono e salirono in ascensore, dove si baciarono abbracciandosi e toccandosi ovunque. I loro corpi fremevano per essere in contatto, e si sarebbero spogliati lì se il tragitto non fosse stato così breve. Sophie sentiva già un calore che conosceva bene farsi strada nel basso ventre, dimostrazione non necessaria di un’eccitazione incontrollabile. E del resto, sentiva distintamente la dura eccitazione di Nicola premere contro di lei.
Finalmente entrarono in casa, e allora non si trattennero più. Si strapparono quasi i vestiti l’un l’altra, rimanendo presto solo con l’intimo. Sophie si avvinghiò a lui, che la prese sorreggendola per le cosce, e continuarono a baciarsi. Sophie lo cingeva con le gambe strette sui suoi fianchi. Sentiva chiaramente la sua erezione spingere dal basso verso il suo ventre, e questo la eccitava alla follia.
Lui la sorreggeva mentre la baciava, in alcuni momenti la stringeva contro il muro e premeva contro di lei il suo membro eretto, aderendo a lei con tutto il suo corpo. Vagarono per la casa, stringendosi e baciandosi, finché arrivarono nella camera da letto e Sophie si sciolse dall’abbraccio, solo per spingere Nicola verso il letto. “Ora ci divertiamo”, disse. Lei rimase in piedi di fronte a lui, e iniziò farsi togliere lentamente il completo intimo di pizzo nero indossato per l’occasione.
Sophie aveva notato, soddisfatta, il grosso rigonfiamento visibile sulle mutande di Nicola, mentre le slacciava il reggiseno. Si fermò per qualche secondo, lasciando il ragazzo ammirare il suo seno libero, con i capezzoli turgidi e duri per l’eccitazione. Poi si sfilò le mutandine, offrendo alla vista di Nicola l’oggetto delle sue fantasie degli ultimi mesi. Poi si avvicinò a lui, si chinò e, mentre lui si sollevava leggermente per baciarle il seno, gli sfilò le mutande liberando il grosso pene del ragazzo, che svettò sotto lo sguardo compiaciuto di Sophie.
Salì lentamente sul letto, si voltò e, sollevando una gamba, si mise a cavalcioni del ragazzo, dandogli la schiena. Poi si abbassò, arrivando a sfiorare il pene con la bocca, facendo sentire a Nicola il suo respiro sul glande nudo. E allo stesso tempo offrì alla vista del suo partner il suo sesso, umido e socchiuso, che lo invitava a leccarlo e inebriarsi del suo sapore profumato.
Sophie leccò il pene, appoggiato pesantemente sullo stomaco del ragazzo, per tutta la sua lunghezza, e poi, senza toccarlo con le mani, lo sollevò prendendo il glande tra le sua labbra. Tenendolo in bocca, lo bagnò avvolgendo la cappella in un caldo massaggio con la lingua, iniziando ad andare su e giù con la bocca. Nicola ansimava, prigioniero di quella dolce tortura, e mentre godeva delle sensazioni che dal pene risalivano in tutto il corpo, leccava il sesso di Sophie, bevendo i suoi umori che colavano abbondanti.
Lei era un lago, gemeva mentre succhiava il suo uccello, non poteva nascondere il suo piacere. Sentiva la lingua di Nicola solleticarle le grandi labbra e il clitoride, che sentiva gonfio e bagnato, ed incredibilmente sensibile. Non poteva evitare ritmici movimenti del suo bacino, che incoraggiavano la bocca del ragazzo ad esplorare la sua vulva in ogni suo petalo. Lui guidava i suoi movimenti afferrandola per le natiche, e le mordicchiava, le leccava…
Lentamente introdusse un dito bagnato degli umori del suo sesso nel suo buchetto, strappandole un gemito. Lo mosse avanti e indietro, penetrandole in questo modo il suo sedere perfetto e regalandole sensazioni nuove. Sophie sentì improvvisamente anche la lingua di lui saettare sul suo buchetto, portandola ancora più in alto nel piacere perverso che iniziava a provare.
Nel frattempo, lei continuava a succhiare e leccare l’uccello di Nicola, prendendolo in bocca quasi fino in fondo e poi risalendo, con un leggero rumore di risucchio che rendeva la sua azione deliziosamente perversa.
Sentiva il piacere salire, ma non voleva venire così, voleva essere presa, sentire quel grosso uccello dentro di s&egrave, ormai era inevitabile e ne sentiva l’urgenza. Un secondo prima di arrivare al punto di non ritorno, si sollevò e urlò:”Oh sì, scopami Nicola, scopami!!!”. Lui si alzò con uno scatto, la spinse carponi sul letto e si mise dietro di lei in ginocchio. Il suo uccello era teso allo spasimo, e con la punta sfiorò la leggera peluria sul sesso di Sophie, che ansimava attendendo di essere penetrata. Lui spinse ed entrò dentro di lei con il glande gonfio, che si fece strada facilmente.
Lei gemette e spinse indietro il bacino, incoraggiandolo così a entrare fino in fondo. Lui avvertiva tutta l’urgenza e la voglia di Sophie, almeno pari alla sua. Con un una spinta decisa, entrò in lei fino in fondo, strappandole un grido. Poi si ritrasse lentamente e diede una spinta più forte, sbattendo contro le natiche invitandi di lei e facendola urlare ancora di piacere. Ormai era dentro, il sesso di lei lo massaggiava irresistibilmente, e lui non poteva trattenersi. Iniziò a penetrarla sempre più forte, con foga, quasi con violenza, sbattendo col suo bacino contro il suo sedere meraviglioso che stringeva con le mani.
Lei seguiva i suoi movimenti, con un’energia pari alla sua ed amplificando così le sensazioni che le dava il grosso uccello di lui che la trafiggeva ad ogni spinta. Si sentiva lussuriosa quella sera, voleva godere come mai prima, voleva celebrare degnamente i suoi 18 anni. E Nicola l’aveva capito. Con una spinta più forte la fece abbassare sui gomiti, in modo che il suo sedere e il suo sesso fossero ancora più esposti, e si chinò su di lei, con le braccia tese all’altezza delle sue spalle. La copriva col suo corpo e, facendo leva sulle gambe, continuava a scoparla penetrandola potentemente e godeva dei suoi gemiti caldi e sensuali.
Ben presto lei cedette e si trovò sdraiata a pancia in giù sotto di lui, che la sovrastava. Dapprima allargò le gambe e lasciò lui condurre il ritmo da dietro. Poi strinse le gambe, unendole e costringendo lui ad allargarle all’esterno delle sue. In questo modo anche la sua vagina si era stretta e le sensazioni della penetrazione si moltiplicarono. I due ragazzi gemevano, i loro corpi sudati si muovevano l’uno sull’altro in una danza violenta ma armoniosa. L’orgasmo più potente mai provato stava per travolgere Sophie, che però voleva qualcosa di più.
“Nicola…. aspetta non voglio venire ancora… Non ho mai concesso a nessuno di scoparmi nel culo, voglio che tu sia il primo..” sussurrò Sophie in preda ai primi spasmi di piacere, che riuscì a stento a frenare. Nicola si fermò, sfilò l’uccello dal suo sesso, da cui sgorgarono abbondanti umori, e lo puntò verso il suo culo. “Sophie, non resisterò per molto… sento che sto per venire” gemette lui mentre lubrificava il buco con un dito bagnto di saliva. “Non mi importa, mettimelo dentro… scopami nel culo…” gemette lei.
Lui appoggiò la cappella e spinse forte, inserendola nello stretto buchino. Sophie gemette. “Ahhh sì…. Così… Vieni più dentro dai… ” sussurrava con voce roca. Lui entrò ancora un po’, poi iniziò a scoparla, con veloci spinte che ogni volta facevano entrare un po’ di più il grosso uccello. “Oddio Sophie… come sei stretta… ahhh… oh sì!” gemette lui. Lei muoveva il sedere per aiutarlo, ma era completamente persa nel piacere e nelle sensazioni nuove e sconvolgenti che provava. Si sentiva riempita, violata e quindi perversamente eccitata, un piacere diverso ma ugualmente intenso.
Ansimava, gemeva, tremava… Sophie stava venendo. Urlò, e in quel momento sentì l’uccello di Nicola schizzare dentro di lei, nelle sue viscere, il denso liquido del suo piacere. Dopo il primo schizzo anche lui urlò, non si trattenne, e continuò a eruttare il suo piacere mentre Sophie si contorceva sotto di lui, gemendo in un lamento di piacere talmente intenso da essere quasi doloroso.
Finalmente l’orgasmo passò, perse intensità e lui pot&egrave sfilare piano l’uccello, che uscì con un rivolo di sperma. Rimasero allacciati per qualche minuto, prima di addormentarsi nudi e innamorati. I loro corpi non avevano più segreti.

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