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Mi piaci quando taci…

By 26 Febbraio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

In quel momento tutti i suoi sensi erano tesi al massimo; o meglio, tutti sensi che poteva utilizzare… Sentiva la dolce carezza della seta che gli copriva gli occhi. Il non poter vedere la faceva concentrare su tutto il resto. Il suo respiro, e il respiro accanto a lei. Andavano allo stesso ritmo. Le narici erano piene dei loro odori, e dell’incenso che lui aveva acceso. E poi c’era il fresco del lenzuolo, sotto il suo corpo sdraiato e nudo. Lui ora stava finendo di armeggiare attorno alle sue caviglie. Prov’ a muoversi, ma i nodi la strinsero immobili, senza però farle male. Le braccia e le gambe erano completamente bloccate, legate saldamente con delle soffici fasce, che però sembravano molto resistenti. Non si sarebbe mai potuta liberare da sola. Questa consapevolezza, da sola, le trasmise un brivido di leggera paura, e quando si unì all’immagine che lei si stava disegnando di se stessa, quasi che potesse vedere tutta la scena dall’alto, di lei, nuda, bendata, e legata al letto, con lui accanto, allora la paura lentamente si trasformò in eccitazione. Si stava completamente lasciando andare, stava perdendo il controllo, anzi, a quel punto il controllo non lo aveva già più. E la cosa più eccitante era, che per quanto si fidasse di lui, una piccola parte di lei, non poteva non avere paura. E l’eccitazione cresceva. Sentiva una leggera corrente che le sfiorava il corpo, e quando l’aria incontrava il suo sesso nudo, la sensazione esaltava il suo essere completamente bagnata. Cercò di allargare un altro po’ le gambe, quasi a voler con i propri muscoli spalancare le labbra della sua fessura, per sentire quella scia d’aria ancora più dentro di sé. Aveva un tale desiderio di essere presa che ormai ogni sua sensazione era legata al sesso. Lui l’aveva gettata in un gioco perverso e allo stesso tempo dolcissimo, fatto di carezze e parole, ma anche di passione e forza. Le aveva detto che in nessun modo doveva parlare, e lei sapeva che avrebbe ubbidito. Un sospiro accanto al suo orecchio la fece trasalire: percepiva le sue labbra a pochissimi millimetri di distanza. Quando lui cominciò a parlare il suo fiato la colpì, era come se potesse sentire ogni piccola minuscola goccia di saliva che quelle parole si portavano appresso. Si morse un labbro, in attesa :”cominciamo… Oggi sei mia, totalmente mia. Prima regola: non potrai parlare, se non per rispondere a domande dirette. Se lo farai, il gioco verrà immediatamente interrotto. Ti do la mia parola che non proverai nessuna sensazione dolorosa, solo piacere.
Seconda regola: dovrai fare tutto quello che ti chiederò”
Quando percepì il suo viso che si staccava da lei, ebbe quasi un fremito di dolore, di assenza; quel brevissimo e dopotutto innocente contatto, solo fiato, l’aveva comunque ulteriormente eccitata. Sentiva gli umori che cominciarono a scendere dalle sue cosce aperte. Avrebbe voluto sfiorarsi in quel momento, insinuare un dito tra le labbra del suo sesso, aprirle leggermente, per sentire la consueta scarica, ma ovviamente non poteva, e, immaginava che lui non avrebbe soddisfatto tanto presto il suo desiderio. Allora strinse leggermente il sedere, come se quel piccolo movimento potesse darle il sollievo voluto, ma l’effetto fu solo di sentire altri liquidi scendere da lei. Ora ne sentiva anche l’odore. &egrave lui non l’aveva ancora sfiorata…
Un rumore improvviso la mise in allarme. Lo scatto della serratura e dei passi lenti. Capì che un’altra persona era entrata dentro la stanza. Istintivamente irrigidì i muscoli quasi a volersi ritrarre, ma le fasce la bloccavano. Subito la mano di lui si pos’ sulla sua spalla: “stai tranquilla, andrà tutto bene… Fidati di me.” Il tono era talmente dolce e sicuro che subito si ritrovò calma e rilassata. Era quasi magia. La voce di lui aveva il potere di ipnotizzarla, di portarla in qualunque stato emotivo lui volesse. La eccitava, la calmava, la rilassava, la rendeva impaziente. Poche parole la trascinavano come un vento potente e lei non poteva non farsi trascinare. Lui continuò a parlare mentre lei percepiva un’alta presenza accanto a sé, ma questa volta non sentì imbarazzo o paura. Anzi, il fatto che uno sconosciuto la potesse guardare nuda, inerme, e aperta, la fece eccitare a tal punto da temere di raggiungere l’orgasmo senza essere sfiorata. Lui continuò a parlare. Dal suono della voce, capì che si era spostato di qualche metro. “Oggi voglio regalarti una poesia. &egrave di Neruda, il mio autore preferito. ” E lei senti nitidamente il rumore di pagine sfogliate:
“Mi piaci quando taci perché sei come assente,
e mi ascolti da lungi e la mia voce non ti tocca.
Sembra che gli occhi ti sian volati via
e che un bacio ti abbia chiuso la bocca….”
Le parole della poesia scorrevano come un liquido vischioso nella sua mente, perdendo ben presto di significato, ma portandola a cavallo delle onde che la musicalità delle parole stesse formavano.
Non appena lui aveva cominciato a leggere quelle strofe un tocco leggero aveva cominciato a sfiorargli le gambe, disegnando percorsi invisibili sul suo corpo. La mano che la toccava al ritmo delle parole che lui leggeva era delicatissima e sembrava leggerle il pensiero. Andava ad accarezzare proprio le zone del suo corpo che lei desiderava di più, ovviamente solo lambendo quelle più sensibili; dalle gambe si spost’ al ventre, ai fianchi, le spalle, le braccia, poi di nuovo verso la pancia. Lei ormai sentiva che le lenzuola sotto di lei erano zuppe dei suoi succhi che colavano dal suo sesso ormai caldissimo. Lui aument’ il ritmo della lettura, e proprio in quell’istante un dito si posò sulla sua fessura. Quel semplice contatto la paralizzò. Smise di respirare, in attesa. Sentì il dito scivolare dentro di se, quasi risucchiato, facendosi largo tra le labbra. Era sottile, e gentile, quasi femmineo. E in quel momento una luce le si accese nel cervello… Capì perché quella mano sconosciuta sembrava conoscere a memoria il suo piacere, e questa nuova consapevolezza là elettrizz’. La persona che in questo momento usava un dito per fare l’amore con lei era una donna. Anzi no… Non era con lei che stava facendo l’amore, con il suo dito. Francesca si rese conto che quella donna la stava scopando, dolcemente, ma la stava scopando. L’amore Francesca lo stava facendo con Daniele, attraverso la sua voce. E quando al dito la donna misteriosa sostituì la sua lingua dolce e vellutata, quel pensiero l’accompagn’ nel primo dei numerosi orgasmi che sapeva avrebbe avuto quella sera. Non appena quella bocca esperta le sfiorò il clitoride, uno spasmo improvviso l’investì violentemente; cerc’ di chiudere le gambe, ma ovviamente le era impossibile. Senti la lingua che la continuava a leccare al ritmo della poesia che lui ancora le leggeva. Ogni contrazione era una pioggia di piacere che la invadeva dal profondo. Non poté fare a meno di emettere dei gemiti che cerc’ di strozzare in gola, ma quando, proprio sull’ ultima parola della splendida poesia, il suo orgasmo si liberò potente, mentre quella lingua la penetrava, un urlo selvaggio le uscì portandosi appresso tutto il suo piacere.
Si afflosciò leggera sul letto, nel silenzio totale. Quando il suo respiro si regolarizz’ senti un fiato caldo vicino alle labbra, e subito dopo una bocca profumata la baci’. Rispose subito al bacio, e ebbe conferma dell’intuizione di pochi minuti prima. Quelle erano labbra di donna. Le loro lingue si unirono fameliche. Ora Daniele taceva, ma sapeva che le stava guardando e questo risvegli’ subito il suo desiderio. Sentì la frenesia risvegliarsi in lei e fu grata del fatto che fosse lui a dettare i tempi. Probabilmente da sola non se la sarebbe goduta così. Mentre pensava queste cose sentì delle mani che armeggiavano vicino alle bende che le bloccavano le braccia. Non appena sentì la tensione allentarsi e capì che era libera si precipitò a toccare il corpo sopra il suo. Sentì che la donna, ora la sicurezza sulla sua identità era completa, era nuda. Accarezzò la pelle calda e tesa. Aveva un corpo minuto e flessuoso, e quando fu finalmente totalmente libera da ogni impedimento l’abbracci’ con passione e trasporto, non pensando neanche a levarsi la benda dagli occhi. Nel momento stesso in cui i loro corpi aderirono, Francesca sentì che anche la ragazza sconosciuta era completamente bagnata per l’eccitazione. Quando si mise a cavalcioni sul suo ventre i suoi liquidi le colarono sulla pancia. Non riusciva a staccare la propria bocca dalla sua. Alla fine fu lei a fermarsi, bloccandole le braccia con il proprio peso, e a sussurrarle. “Stai ferma che ti levo la benda”. Le mani gentili armeggiarono attorno al suo viso e quando lei fu finalmente libera di vederci ci mise qualche istante per abituarsi alla luce. Quando finalmente la vista si schiarì, si trovò con sopra una splendida ragazza di circa 25 anni, i capelli corti neri che incorniciavano un viso regolare con 2 occhi terribilmente maliziosi. Come aveva sentito abbracciandola il corpo era minuto e un seno piccolo e sbarazzino la fecero tremare di desiderio. Scese con lo sguardo fino al ventre e poi più giù dove una fichetta liscia e delicata mostrava due labbra deliziose, imperlate di umori. Non appena la giovane donna vide la direzione del suo sguardo prese a strusciarsi lasciva sopra Francesca. La guardava con uno sguardo da bambina capricciosa che la fece subito impazzire. La giovane donna continu’: ” mi chiamo Giulia…E oggi tu sei mia..almeno finché Daniele non ti vorrà tutta per se”. A quella parole Francesca si ricordò della presenza del uomo e gir’ la testa per cercarlo. Lo trov’ seduto su una sedia, completamente vestito, anche se i pantaloni tesi sull’inguine tradivano la sua eccitazione. Si fiss’ sul suo sguardo. Dolcissimo e allo stesso tempo misterioso. Lui si alzò, e senza dire una parola, si avvicinò a lei. Era ancora bloccata dal peso di Giulia e la testa le girava, per tutti gli stimoli che investivano la sua mente e il suo corpo. Quando lui la baci’, dolcemente ma profondamente, seppe che quella serata non se la sarebbe scordata mai più. Quando le loro labbra si staccarono, lui sorridendo le disse: “Divertiti con Giulia per me”. Francesca non poteva chiedere di meglio. Le due donne presero di nuovo a baciarsi, ma questa volta Francesca prese l’iniziativa. Istantaneamente diresse la sua mano verso la fessura di Giulia e mentre la baciava cominci’ a penetrarla con un dito. Sentendo i mugolii di piacere della sua nuova amante tirò fuori il dito, ma solo il tempo necessario per infilarne due. La stava penetrando da pochi secondi quando sentì anche le mani di Giulia scendere verso il suo sesso. Ma invece di cominciare le carezze che lei si aspettava, la ragazza diresse le sue attenzione verso il buchetto del suo bellissimo sedere. Francesca lo sentiva bagnato degli umori che ormai colavano incessantemente e quando Giulia appoggiò il suo dito medio al buchetto, non dovette fare molta pressione per farlo entrare talmente era lubrificato. Lo sentiva dentro e la sensazione era più che piacevole. Sentendosi addosso lo sguardo di Daniele, allargò maggiormente le gambe per permettergli una visuale migliore di quello spettacolo; sapeva che la scena lo avrebbe eccitato e il suo esibizionismo godeva di questa possibilità. Giulia cominciò a muoversi più velocemente, probabilmente anche lei era vicino al piacere. D’improvviso sfilò il dito dal suo culetto, lasciandole una sensazione di vuoto, e muovendosi velocemente si mise a cavalcioni esattamente sopra il suo viso. La donna si trovò il sesso grondante di umori di fronte agli occhi. Le labbra spalancate scoprivano una pelle rosa e profumata. Non ci pens’ due volte e affondò la lingua in quella carne che così generosamente veniva offerta alla sua bocca. Prese a leccarla avidamente e infil’ dentro la lingua. Sentiva le labbra piene del suo sapore. Adesso decise che era arrivato il suo turno di prendere l’iniziativa &egrave con pochi gesti decisi fece voltare la ragazza e la spinse a chinarsi su di sé. Lei non se lo fece ripetere due volte e cominciarono a leccarsi a vicenda in una splendida 69. Sembravano intendersi alla perfezione; ogni volta che Francesca sentiva di essere vicina al piacere, Giulia rallentava il ritmo. Ora stava allungando la testa per infilare la lingua nel culetto della ragazza. Quando fu completamente bagnato dalla sua saliva gli restituì il favore di poco prima e cominciò a infilarci un dito dentro. La ragazza subito le disse “non essere timida…. Voglio di più” e lei non se lo fece ripetere. Anche in questo caso raddoppi’ la posta in palio e cominciò a penetrarla con due dita mentre sentiva che la ragazza faceva lo stesso con la sua fessura. Si gir’ verso Daniele e sorrise nel vedere ch&egrave l’uomo si era spogliato e si stava accarezzando il sesso duro e teso. La pelle del glande era rossa e lucida. Subito Francesca fu presa dalla frenesia di sentire quell’asta dentro la sua bocca, e allung’ una mano per invitare l’uomo ad avvicinarsi. Con passi lenti Damiele si fece avanti e appena fu alla distanza giusta Francesca afferrò il suo sesso e lo attirò a se. Prese a leccarlo con una smania incredibile e dopo poco lo fece scivolare tutto dentro la sua bocca. Nel frattempo Giulia stava concentrandosi con la lingua sul suo clitoride. Francesca ora era sommersa dal piacere. Sentiva il pisello dell’uomo arrivare a ogni spinta in fondo alla bocca e ne assaporava il sapore. Poi lui si scostò leggermente, e sfilandosi dalle sue labbra punto verso il sesso spalancato di Giulia. Con un solo colpo lo infil’ tutto dentro di lei e la donna vedeva il pisello a pochi centimetri dal suo viso che entrava e usciva dal sesso della ragazza. Poteva notare ogni vena di quel l’asta di carne e i liquidi che ne bagnavano la superfice. Istintivamente tir’ fuori la lingua per leccarlo quando le passava davanti e sulla punta della lingua i sapori di tutti e tre erano ormai mischiati formando un’aroma inebriante. La ragazza ora non riusciva più a leccarla presa come era dal pisello dell’uomo. Francesca vide chiaramente le contrazioni sulla sua fica quando l’orgasmo la raggiunse e la sentì irrigidirsi sopra il suo corpo. Quando l’ultimo spasmo la abbandon’ rotol’ di lato con gli occhi chiusi. Francesca ora sapeva che sarebbe stato il suo turno e non vedeva l’ora. L’uomo si chinò a baciarla, e stettero parecchi minuti così, cercando piacere nel fiato e nella lingua dell’altro. Ora però aveva solo voglia di venire e di regalarsi un orgasmo da ricordare per sempre. Quasi si fossero messi d’accordo , senza fiatare, daniele si staccò dalle sue labbra con un ultimo bacio lento e si alzò per guardarla. Lei era totalmente aperta e lui chinandosi senza esitazioni punt’ subito alla sua fica spalancata. Appoggi’ la punta del suo pisello alle calde labbra aperte e cominciò a entrare lentamente per farle sentire bene ogni centimetro che la penetrava. Arrivato a metà le fece mancare il fiato con un ultima spinta decisa. Ora sì che era piena. Nel frattempo Giulia si era appoggiata alla sua pancia e aveva preso a leccarle furiosamente il clitoride. Daniele pompava il cazzo furiosamente dentro di lei e a ogni colpo Francesca sentiva fitte crescente di incredibile piacere….. Poi una luce le esplose nella testa. Perse completamente il controllo sul suo corpo che prese a muoversi di volontà propria. Contrazioni violentissime la sconvolgevano mentre un piacere più inteso del solito si irradiava in tutto il corpo. Sentì il piacere diventare estasi e l’estasi tramutarsi in liberazione. Non riuscì a trattenere delle urla che andavano al tempo con le contrazioni dei suoi muscoli impazziti. Quando l’ultima scarica, come un assolo di batteria la raggiunse, si ritrov’ sdraiata di lato alla donna, grondante di umori e sudore. Accanto a lei daniele la guardava con passione e dolcezza, il cazzo ancora dritto imperlato del piacere di tutti e tre. Capì che mancava solo una cosa da fare e ancora vagamente stordita si avvicinò all’uomo, subito seguita da Giulia. Insieme cominciarono a leccare e succhiare tutto il pisello dell’uomo dalla cappella gonfia fino ai testicoli, che lei poteva immaginare pieni del suo sperma. Questo pensiero la riempì di voglia. Lo voleva, voleva quel caldo liquido. Aument’ la velocità della sua lingua, desiderava che l’uomo venisse subito. Alz’ lo sguardo e vide il piacere nei suoi lineamenti. Con un rapido movimento scese sotto i testicoli e prese a leccargli la pelle sensibile vicino al sedere. Quando sentì i gemiti di piacere dell’uomo insistette fino a infilargli la lingua nel buco, mentre con una mano gli massaggiava i testicoli. Sapeva che Giulia si stava egregiamente occupando di tutto il resto. Lei roteò la lingua nel culo di daniele e con un dito gli accarezzò il solco tra le natiche. Quando anche il dito raggiunse il buco non ci pens’ due volte e lentamente comici’ una piccola penetrazione. Senti l’uomo irrigidirsi ma lei non si fermò. Alla fine percepì i muscoli rilassarsi. Prese a muovere leggermente il dito nell’uomo e dopo pochi secondi percepì che il momento era giunto. Veloce si spost’ di nuovo di fronte, giusto in tempo per appoggiare le labbra accanto a quelle di Giulia sulla cappella. Il primo schizzo la sorprese, colpendola al lato della bocca, ma riuscì ad accogliere il secondo sulla lingua, gareggiando con la ragazza per quel premio. Sentiva il caldo liquido vischioso scenderle giù per la gola, mentre Giulia dopo aver pulito per bene il cazzo dell’uomo prese a leccare il viso dell’amica per raccogliere ogni più piccola goccia. Quando le loro lingue si unirono un un bacio voluttuoso ma dolcissimo, lei si accorse che in tutto quel tempo non aveva detto una sola parola… Ma allo stesso tempo che raramente si era sentita così compresa….

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