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Mia moglie Elena ed il suo collega Giulio

By 23 Marzo 2016Dicembre 16th, 2019One Comment

Mia moglie Elena ed il suo collega Giulio

Mia moglie, Elena era al telefono con qualcuno. Era talmente presa da non accorgersi del mio prematuro rientro. Ero tornato due giorni prima dalla trasferta lavorativa . Mi colpiva il suo atteggiamento; era particolare , parlava a bassa voce, quasi intimidita. Era così assorta da non curarsi di cosa avveniva in casa per cui mi incuriosii e facendo attenzione che non si accorgesse di me mi misi in un punto dove non poteva vedermi ed ascoltai.
Da alcuni suoi accenni compresi che stava parlando con un collega di lavoro e quando nominò il nome, Giulio, mi ricordai di lui.
Stavano parlando di una cena tra colleghi che sarebbe avvenuta quella sera.
Mia moglie me ne aveva accennato dicendomi anche, che per divertimento, i colleghi maschi avrebbero voluto che le colleghe si presentassero molto femminili ,possibilmente in minigonna, ed avrebbero dovuto indossare sotto un intimo arrappante.
Io non sono mai stato ‘troppo’ geloso, anzi la cosa ,anche se non mi coinvolgeva direttamente, era intrigante . Comunque ero convinto che fossero, come al solito, quelle idee che nascono in ufficio tra maschi per soddisfare la fantasia e per uscire dalla solita monotonia. Non avevo mai preso in considerazione che mia moglie potesse tradirmi, ma neanche che potesse aderire a certe richieste. Conoscendola mi ero detto che, non solo non avrebbe messo un ‘intimo ricercato’, ma neanche la minigonna.
Rimai perciò sorpreso quando la sentii dire, a bassa voce e con una certa titubanza : si, mi metto la minigonna…e sotto ‘qui la sua titubanza svanì e’quello che mi metterò sotto non si chiede ad una signora, soprattutto se è sposata.
La telefonata continuò..
Cosa ? Sei stato incaricato di verificare dai tuoi colleghi che tutte le colleghe mettano la minigonna e l’intimo ?
Ma non so ‘ mi sembra una cosa sciocca. ‘ Si fa ridere , ma non esageriamo.
Viveva la cosa come uno scherzo.
Non so cosa disse Giulio ,ma le fece sciogliere e con una risata lei disse : va bene ho capito.. farò quello che posso’e rise ancora.
Infine, rispondendo a qualche sua considerazione ‘.ma se telefoni a tutte qualcuna di quelle a cui piaci farà quello che voi uomini chiedete e magari, se sarai bravo, ti faranno dare una sbirciatina .. e continuava a ridere di gusto, dal tono di voce si capiva che mia moglie parlasse volentieri con Giulio .
Mi aveva parlato di Giulio molto tempo prima. Era arrivato da loro da un’altra azienda del settore. Aveva quasi due anni meno di lei, che ne ha trentadue. Mi disse che aveva una discreta presenza e ci sapeva fare con le persone. Mi aveva confidato, che alle colleghe più giovani piaceva e parlavano spesso tra loro di lui in mensa. Sapevano che era fidanzato. Erano i soliti sciocchi discorsi tra donne per ‘trascorrere’ in allegria un po’ di tempo.
Questo raccontare di mia moglie non aveva innescato la mia curiosità. Lei ed io ci scambiavamo spesso notizie e fatti dei nostri diversi ambienti di lavoro
Elena è molto carina. Appare riservata, ma è solo timida e schiva con gli sconosciuti. Ha un fisico naturalmente bello. Esile , ma ben fatta .Seconda/ terza di seno, un bel culetto ,gambe lunghe, alta e magra. E’ sempre elegante, ma non evidenzia il suo fisico, anzi tende ad un abbigliamento da anziana signora. E’ biondina, capelli lisci e viso dolce.
Mi pare serena e soddisfatta della sua vita. Sesso? Ne tanto, ne poco ,il giusto(spero).
Non è certamente una che cerca il sesso . E’ l’affetto che ci lega che ogni tanto sfocia nel sesso.
La telefonata tra i due rimase sempre su un livello scherzoso e continuava. Mi chiedevo: quanto ancora per terminare?
Infine decisi di non rivelare la mia presenza. Uscii ed andai a fare un giro per la città aspettando la sera.
Mia moglie mi chiamò al cellulare. Ci salutammo .Mi disse dei bimbi, in quei giorni, per comodità, ‘parcheggiati’ dai nonni. Mi chiese come andava e mi ricordò che quella sera sarebbe stata fuori a cena. Le dissi che ricordavo e la stuzzicai: falli impazzire. Mi disse: scemo.
Chiudemmo dopo un po’ la telefonata coi soliti saluti e bacio
Alla sera mi appostai vicino al portone di casa in un punto in cui non fossi visibile.
Venne a prenderla proprio Giulio ( o almeno dalla descrizione fattami poteva essere lui) e vidi che in macchina vi erano già due colleghe. N so perché, ma mi sentii più rilassato.
Andarono ed io potei salire in casa.
Mangiai e misi in ordine ; guardai un po’ di televisione, ma non so perché ero in tensione. Non svuotai il mio trolley da viaggio, lo lasciai nel mio piccolo ufficio in casa.
Ad ogni rumore di auto in strada guardavo dalla finestra se era lei che stesse rientrando.
Quando fu quasi mezzanotte arrivò. Era nella stessa auto che era venuta a prenderla. Vidi che in macchina c’erano solo due persone. Mi aspettavo si salutassero quando, con mia grande sorpresa, la macchina fu parcheggiata ed ambedue vennero verso casa.
Mia moglie ed il collega.
Incuriosito mi misi nel piccolo vano, adibito a mio ufficio, da dove potevo , con attenzione, seguire eventuali sviluppi e da dove ,volendo, essendo prima del soggiorno e della zona notte ,avrei potuto simulare di arrivare in casa
Arrivarono in casa e, ignari della mia presenza, si sistemarono proprio in salotto.
Attraverso la porta ,appena socchiusa, potevo vedere l’intero salotto ed in particolare il divano. Erano spostati , ma in diagonale vedevo bene.
Si sedettero e parlarono dei loro colleghi e di come era trascorsa la serata.
Elena, con mia sorpresa, indossava una gonna sufficientemente corta, calze trasparenti , e scarpe con una leggero tacco. Si sarebbe potuta identificare con una giovane professoressa .
La sua timidezza non pareva presente , parlava con lui come fossi io. Ecco, forse, forse era un po’ troppo sciolta rispetto al consueto.
Lui le chiese dei bimbi e di me. Lei gli disse che ero via per lavoro e che i bimbi , quando ero via, erano affidati ,per comodità ai nonni.
Lui le chiese se non avesse qualche foto da fargli vedere e lei tutto contenta si alzò dicendogli che andava a prendere alcune foto. Si recò nella camera da letto dove in un armadio vi erano i nostri album di foto.
Lui la guardò allontanarsi rimirando con attenzione il suo bel didietro.
Elena ridente tornò con alcuni album e gli disse: visto che hai voluto’
Si sedette di fianco a lui e sfogliarono le pagine. Per vedere erano a contatto e continuavano a sfiorarsi, ma non c’era imbarazzo. Lei spiegava di chi, dove , quando ‘e lui chiedeva’.gli mostrò anche le foto dell’ultima vacanza al mare. In alcune di queste ricordavo che lei era in bellissimi due pezzi che valorizzavano il suo bel corpo. Anche Giulio se ne rese conto e le disse : sei bellissima. Mia moglie arrossì al complimento.

Ad un momento mia moglie gli chiese se desiderasse bere qualcosa.
Al suo accettare si ripetè la scena precedente . Lei va’lui la guarda. La cosa strana è non tanto che mia moglie gli offrì da bere, ma che anche lei bevve con lui. Lei che è quasi astemia; lei, che per farle bere due bicchieri di vino bisogna pregarla.
E ci andarono pesante. Limoncello da ghiacciaia. Lo sorseggiarono e ne bevvero alcuni bicchierini. Vi era limoncello per un quarto di bottiglia e terminò i fretta. Allora Giorgio chiese: c’è qualche altro liquore ? E mia moglie prese la bottiglia del brandy. Mia moglie doveva essere già un po’ brilla ancor prima di entrare in casa; solo questo giustificava il fatto che avesse bevuto il limoncello ed adesso anche il brandy.
Erano (anche Giulio?) ‘leggeri’ ed allegri ,era evidente. Terminarono la visione di un paio di album e ripresero a parlare dei colleghi e tra una frase, una battuta ed una risata Giulio le disse: complimenti , sia il due pezzi che la minigonna ti donano. Hai un bellissimo fisico. Perché lo nascondi in ufficio?
E approfittando del suo divertito silenzioso, continuando a guardarle con non celato piacere le gambe, le disse: mi fai dare una sbirciatina per vedere il tuo intimo. Solo per riderci un pò su. Le tue colleghe sono state al gioco ;solo tu non hai voluto. Mi è rimasto il dubbio. Dai’fammi vedere. E mia moglie , ormai ‘sbragata’, gli disse :non ti è bastato vedere quello delle colleghe? Sei un porcellino.
Era un modo strano di dialogare di mia moglie. Doveva aver bevuto tanto e troppo. Un’altra Elena si stava manifestando.
In quel momento Giulio si era avvicinato a lei che aveva ripreso in mano un nostro album di foto. E come se nulla fosse stato detto ripresero a guardarle. Pochi attimi dopo, mentre guardavano le foto, Giulio aveva messo distrattamente un braccio dietro alle sue spalle e di tanto in tanto , mentre continuavano a dialogare, la stringeva affettuosamente a se.
Mia moglie disse: che caldo che fa; mi gira anche un pò la testa. E Giulio simpaticamente le scompigliò con una mano i capelli.
C’era tra loro una improvvisa naturale affinità .
Lei, all’improvviso, come parlando a se stessa e seguendo dei suoi pensieri disse: devo aver bevuto molto e mi stai facendo ancora bere, ma non pensare ti faccia vedere . Era chiaro a cosa alludesse.
Era tornata a prima. Alla sua richiesta.
Io ero in uno stato d’ansia. Mi rifiutavo di pensare. Guardavo e basta.
Giulio, sempre sorridendo, colse la palla al balzo: ma insomma ,prima che vada, mi mostri o no qualcosa?
Lei, dopo averlo fissato, indecisa per qualche secondo, incautamente rispose: Giulio, sarà forse colpa dell’alcool, ma se mi prometti che te ne starai bravo ti faccio vedere l’intimo che indosso, così poi te ne vai contento, parola? – Lui simulando noncuranza – Ma si ,dai, sono proprio curioso. Finalmente vedrò e mi levo sto pensiero..
Mia moglie, con fare rapido, si appoggiò con la schiena alla spalliera del divano e si tirò su la gonna. Girandosi verso il suo lato, con un sorriso divertito, fece vedere da dietro il suo intimo. Indossava un tanga che metteva in risalto il suo bel culo.
Vidi il desiderio negli occhi di Giulio. E’bello, e il reggiseno com’è? Mia moglie attese, pensò e disse: in fondo hai già hai visto sotto puoi vedere il reggiseno. Ti faccio vedere, ma stai fermo.
Nonostante le parole, il mostrarsi indifferente e sciolta, Elena, mia moglie ,era impacciata nei movimenti (l’alcol). Non riusciva a sbottonarsi la camicetta. Lui con la scusa di aiutarla le sbottonò la camicetta e quando apparve il reggiseno in un lampo lo scostò verso il basso liberando le tette che rimasero appoggiate sullo stesso.
Mia moglie era con la gonna parzialmente alzata, con gli sip ancora a vista e le tette bene in mostra.
Giulio intuendo che la situazione ormai permetteva di rischiare, rompendo gli indugi le disse: voglio farti vedere qualcosa.
Lei lo guardò come guarda una persona che non capisce e lui: voglio farti vedere l’effetto che mi stai facendo…guarda…. e così dicendo si calò giù le braghe fino alle ginocchia e mise in mostra il membro già in piena erezione, le cui dimensioni erano veramente notevoli, Giulio aveva un arnese che doveva essere lungo almeno ventisei ventisette/ centimetri; molto più lungo del mio. A quel punto mi venne l’istinto di uscire allo scoperto, ma mi trovai, con sorpresa, altamente eccitato da quella nuova situazione. Avevo l’uccello ed i pensieri in tiro.
Rimasi in silenzio aspettando con curiosità morbosa gli ulteriori sviluppi.
Giulio, ma ti dà di volta il cervello? Disse lei con un’espressione incredula, non aspettandosi probabilmente quell’azione così spinta.
Elena scusami….non resisto…vederti così…perdonami, ma ho bisogno ormai di sfogarmi…sei irresistibile…
Impugnò l’uccello e cominciò a masturbarsi,. Mia moglie, sorpresa ed imbarazzata, rivolse lo sguardo da un’altra parte ed allora lui si mise in piedi davanti al suo viso mostrandole il pene di cui notavo un glande davvero mostruoso.
Elena vedi in che stato mi hai messo?….perchè non ne approfittiamo, quale altra situazione migliore di questa?…su non farti pregare…..lasciati andare….chi può vederci?….. Lei cercando di ricomporsi: Giulio smettila di fare così, mi metti in imbarazzo, rimettiti in ordine su…..
Giulio cercando di convincerla: Ele, quando mi hai detto che potevo salire, sapendo che tuo marito non c’era, ho creduto che tu, magari involontariamente, hai pensato di…..dai è una situazione ideale…..
Elena non era per nulla convinta e con tono supplichevole : Giulio, abbiamo un buon rapporto, dai, non roviniamolo così.
Ma lui, avendo cura di mettere bene in mostra il suo pene azzardò: Elena….perchè non continui tu con la mano?
La mia Elena si lasciò andare in un linguaggio non suo. Gulio sei proprio un maiale!….in che situazione mi hai messo …stai rovinando tutto…..ma ti rendi conto di cosa stai facendo? Intanto, però, notavo che non riusciva a distogliere lo sguardo dal suo arnese le cui dimensioni l’avevano impressionata. Io stavo godendo e soffrendo come una bestia.
Ele…..aiutami almeno a finire…dai…Ele…dai e continuava a menarlo, oscenamente, davanti al viso di lei, tanto che Elena, forse cercando di fermare il gesto di Giulio, ottenne il risultato che lui approfittando della vicinanza delle mani di mia moglie gliele indirizzò sul proprio membro. Con le sue mani teneva le mani di Elena sul suo cazzo implorandola: continua tu…. Le teneva le mani attaccate al cazzo e con le sue le spingeva ad movimento masturbatorio.
Elena, con disappunto, guidata da lui, non si oppose e guidata da lui prese a segarlo come se volesse terminare al più presto.
Gli disse rassegnata: con me hai chiuso….hai capito? Dopo questa hai chiuso. Lui, ormai con tono di chi controlla la situazione, ti prego Ele, continua.
Stacco le mani da quelli di Elena che in autonomia continuò a segarlo, . Passarono lunghi minuti, ma la situazione non cambiava. Elena stava diventando impaziente. Lo stava segando a due mani ,era talmente grosso che una mano non riusciva a cingere il tronco dell’uccello e allora si era aiutata anche con l’altra, ma lui non dava segni di ‘venuta’.
La gonna le era ricaduta sulle cosce e gli slip non erano più visibile, ma le tette oscillavano al muoversi delle mani e del busto. Era un erotico movimento.
Giorgio guardava allupato.
Elena aiutami per favore. Non riesco se ti togli le mutandine e mi fai vedere , di sicuro vengo. Sbrigati, che sto male. Aiutami a venire.
Senza più la forza di contrastarlo Elena lasciò il cazzo e da lui aiutata sollevò la gonna e si tolse le mutandine.
Non credevo ai miei occhi. Mia moglie era a gambe larghe davanti ad un altro uomo e mostrava la fica.
Le guardava tra le cosce la farfallina che solo io aveva guardato ed avuto la fortuna di possedere. I peli biondi la ornavano e facevano da goloso richiamo. Con voce rotta dall’emozione, ammirandone le grazie, Giulio disse: sei stupenda.
Staccò le mani da lei dal suo cazzo e velocemente si piegò tra le sue gambe. Prendendola di sorpresa appiccicò la bocca alla farfallina. Ne saggiò gli odori ed il profumo. Sentì la consistenza del suo biondo boschetto e aiutatosi con le dita ne aprì le intime labbra e le diede all’interno alcune profonde leccate, poi si risollevò stando piegato a fronte lei. Il suo cazzo era sempre irto . La farfallina rimase un attimo aperta e mi parve di vedere il suo luccichio interno.
Mia moglie era ancora nella fase di sorpresa. Doveva aver ben sentito la sua lingua nella sua intimità ,ma non reagì immediatamente. Anzi agì come se nulla fosse successo.
Glielo riprese tra le mani e guardandolo, preoccupata, le sfuggì: com’è grosso…senti chiudiamola veloce . Concentrati . Ho fatto quello che hai chiesto. ‘Vieni’ e vattene.
Nel dire questo lo guardò in viso; vide il suo sguardo lubrico ed intese ..non avrai intenzione di….non voglio, non mi sento pronta…..non …..(non avevo il coraggio di dire il corretto verbo)’ hai capito? Ti prego non farlo…..- Rimasi stupito dalla rapidità con cui si stavano svolgendo ora le cose. Giulio non ascoltava; era partito. Aveva altre intenzioni. Era l’occasione giusta , forse mai ripetibile. Aveva scoperto Elena nelle sua intimità. Conosceva di già la sua bellezza esteriore. Adesso aveva visto tutto e toccato. La voleva.
Senza dar peso alle sue parole poggiò i piedi di lei sulle spalle; le puntò il membro sull’orifizio e, favorito dalla conquistata posizione e dall’impossibilità di difesa di lei, poggiò il peso dell’intero corpo sull’uccello. Il suo glande si fece spazio in lei . La sua farfallina si apri ed il peso di Giulio spinse il suo cazzo con costanza dentro lei. Il suo cazzo aveva raggiunto la meta finale. Era dentro lei. Erano un unico corpo.
Un ahh iniziale di Elena accompagnò la penetrazione , un ahhh che divenne un ohhh di stupore e soprattutto di piacere quando lui conquistata la meta cominciò senza fretta il suo su e giù. La stava scopando con metodo.
Un continui ohhh di Elena accompagnava la scopata.
Il piacere aveva preso il sopravvento.
Vedevo il grosso tronco riempirla a dismisura, poi uscire e poi rientrare.
Ad Elena piaceva.
Continuò così a scoparla e a rinforzo prese a tormentarle con le dita i capezzoli. Glieli torceva tirava facendole esprimere gemiti di dolore che si confondevano con il piacere della scopata.
Intuendo di avere la situazione saldamente sotto controllo incrementò le spinte di penetrazione e , con un briciolo di depravazione, ebbe cura di dirle frasi shock’. che quella posizione gli consentiva di farle sentire tutte le dimensioni del pene e di penetrarla il più possibile, che era dispiaciuto di non avere un altro cazzo da poterle metterle nel culo.
Che al suo bellissimo culetto , pur desiderandolo , ci avrebbe pensato la prossima volta.
Mia moglie, che a quel punto cercava di assecondarlo nei movimenti dopo qualche affondo però si lamentò dicendo: fa piano però Giulio…fallo più dolcemente… mi sfondi…così mi sfondi…è troppo grosso .
Per tutta risposta lui le consigliò di accarezzarsi la clitoride che sarebbe stato più bello.
Ero sconvolto, stava possedendo mia moglie con colpi ritmati e profondi e lei non si lamentava più, ma aveva preso come ad incitarlo mentre si stava sgrillettando con foga.
Si sentiva il forte ansimare sia di Elena che di Giulio che stava aumentando il ritmo della scopata fino a che lei stravolta dal piacere disse: sto per venire….ohhh …attento non venirmi dentro, non prendo nulla, ma subito dopo’ ora non ti fermare.. si ti prego, sto venendo non ti fermare…
Giulio continuava a scoparla a fondo. Il viso tirato, concentrato, non pensava a lei, ma al suo cazzo, al suo piacere.
Voleva lasciarle un ricordo indelebile di quella scopata. Vedevo il suo lungo cazzo entrare ed uscire da lei quando si fermò, le disse: cosa stavi dicendo ?
Non ti fermare. Continua. E lui sempre continuando a tirarle bordate in figa le disse :tira fuori la lingua, troia, che te la voglio succhiare. Mia moglie avrebbe fatto qualunque cose e spinse la lingua in fuori. Lui gliela succhiò. Pareva volesse strappargliela. Poi disse: è bellissimo, ti voglio riempire tutta…eccomi….ohhh. disinteressandosi della richiesta di Elena dopo una ultima spinta rimase ben saldo in profondità della figa facendo urlare di piacere Elena e contemporaneamente le venne dentro emettendo versi di godimento.
Poi’.Rimase infisso nella sua figa. Il suo corpo disteso su quello di mia moglie.
Io. Io non mi ero accorto che avevo il cazzo in mano e mi stavo masturbando e quando il suo sperma entrò in mia moglie anch’io venni inzaccherando la porta.
Poi stetti immobile, ansante e stupito per quanto avvenuto, aspettando di vedere se vi sarebbero stati ulteriori sviluppi. Nella quiete che seguì Giulio la coprì di bacini e carezze. Allungò la mano a toccarle il culetto.
La prossima volta, la dava per scontata, voglio questo e mia moglie: ma mi farai male.
Non solo non negava la possibilità di un nuovo incontro, ma anche non negava la possibilità che quel cazzo le togliesse la verginità del culetto. Si verginità, perché a me il culetto, nonostante le reiterate richieste, non l’aveva mai dato.
Sperai fossero state parole non volute . Parole ancora da effetto alcol, sbandamento e confusione.
Lui le disse :ma che male , solo un po’ di fastidio e poi tanto piacere. Mi darai ragione.
Con te voglio fare le cose bene e per fare bene ci vuole tempo.
Quando rientra tuo marito?
Dopodomani.
Ottimo; allora domani sera verrò da te prima ,diciamo verso le sette, sette e mezza.
Potremo mangiare qualcosa insieme .Si. Prepara qualcosa da mangiare dopo avremo tutto il tempo che vorremo per noi.
Io ero in silenzio seduto su una sedia della stanza dove mi trovavo, la testa tra le mani, gli occhi chiusi, il cervello in pappa. Non avrei mai pensato che mia moglie potesse tradirmi e neanche che vederla scopare con un ‘altro mi avrebbe contemporaneamente distrutto e piaciuto. E adesso?
La reazione di mia moglie alla richiesta di un nuovo incontro, per fortuna fu quella che speravo.
Non ci penso neanche. Quello che è successo oggi non si ripeterà’.
Era questa la Elena che conoscevo. Mia moglie.
Lui sorrise a questa levata di scudi.
Capisco, ma adesso sei la mia troia e farai quello che ti dirò. Nel dire questo gli mostro il suo cellulare. Il bastardo doveva aver videoregistrato alcune fasi del rapporto avuto. Vidi mia moglie impallidire.
Preferisci che ci vediamo ancora o che questi filmati vadano prima a tuo marito e poi su internet.
Ripensando alle scene viste in diretta, certamente non si può pensare che mia moglie si fosse difesa. Sappiamo il perché , ma ciò non è visibile ai terzi. E poi se lui ha filmato i suoi si ed ancora’. ,c’è poco da dire o fare. Non aveva difesa.
Lui accomodante. Facciamo un patto. Tu sarai a mia disposizione da domani sera sino al mattino dopo e farai tutto, ma proprio tutto di quello che vorrò. Poi lascerò a te la scelta se continuare a vederci o se’..Prometto cancellerò le registrazioni e non ti darò più fastidio.
Mi sembra uno scambio equo (bastardo) cosa ne dici?
Mia moglie era molto combattuta; gli effetti dell’alcol e del resto erano passati completamente e adesso cercava ,lucidamente, di trovare la soluzione migliore per uscire dall’impiccio in cui si era cacciata. Quanto involontariamente?
Provò a trovare delle varianti che potessero aiutarla.
Come farai con tua moglie?
E’ un problema mio.
Ci stai o no? Un minuto e me ne vado e saranno cazzi tuoi’.
Mia moglie disse: va bene ;come vuoi tu. Una condizione però..
Qual è?
Non mi vieni più dentro.
E perché ?Non mi fermo quando sto scopando e non mi tiro indietro. E’ troppo bello venire dentro. e sono sicuro che anche per voi donne , nonostante tu possa negarlo, è la stessa cosa. E poi di cosa ti preoccupi. Sei già sposata’.
E con tuo marito cosa fai?
Non prendiamo precauzioni: ne pillola, ne altro, ma non vogliamo più figli, due bastano, e lui viene sempre fuori.
In più questo è il mio periodo fecondo. O accetti la condizione o non se ne fa niente. Succeda quello che deve succedere.
Lui parve riflettere. Era stato spiazzato da Elena?
Dopo qualche secondo’..Ok, mi pare di buon senso quello che dici.
Per cui ti faccio io una proposta e ,come hai detto tu è l’ultima, poi succeda quello che deve succedere.
Faremo l’amore e verrò dentro dove voglio, però domani ti procuro e ti porterò la pillola del giorno dopo. Mia moglie ne ha sempre la scorta in casa. In cambio tu farai tutto quello che vorrò senza alcuna obiezione. Ok?
Fu il turno di Elena di riflettere. Non aveva spazio e lo sapeva.
Disse : se dico va bene poi manterrai tutte le tue promesse?
Si
Allora va bene. Si.
Il patto era stato sugellato.
Era a sua completa disposizione e Giulio aveva un sorriso compiaciuto sul volto. Cosa avrebbe fatto?
Visto che ci siamo messi d’accordo adesso vado che ho un mucchio di cose da fare. Domani non sono in azienda ci vediamo qui come da accordi. Mi fido di te.
E come se parlasse tra se: domani avrò il tempo di farmi il tuo bellissimo culetto e poi non usciamo così se chiama tuo marito troverà la sua fedele mogliettina in casa . Solo non saprà che hai un cazzo nel culetto.
Che bastardo. Passava da momenti di normalità a momenti di perversione in cui non si curava di niente e nessuno. Era pericoloso.
Parlavano viso a viso. Lui era scivolato sul suo fianco e mentre parlava le stringeva e manipolava le tette.
Ancora parlava tra se e si disse: si devo andare, vado, ma prima ‘e fece girare mia moglie su un fianco verso lui.
Viso a viso.
Le fece passare un braccio sotto facendola poggiare sulla sua spalla, l’altro braccio su lei, la mano a premerle il culo a spingere il bacino contro il suo.
Poi la baciò. Elena girò il viso per rifiutare, ma lui le disse: i patti’
Lei rigirò il viso verso lui. Lo guardava, coi suoi bellissimi occhi azzurri, fisso nei suoi. Non erano sguardi felici.
Lui poggiò le labbra sulle sue e premette attendendo la sua partecipazione. Elena dopo un po’ dischiuse le labbra e lui insinuò la lingua in bocca. Fu , di lui un crescendo, quasi a sottrarle il respiro.
Prima gentilmente e poi sempre con più vigore la baciò, La limonò. Per correttezza devo dire limonarono poiché lei non potè esimersi quando lui le disse: non fare stronzate, muovi la lingua.
Si baciavano e lui spingeva il suo bacino contro quello di mia moglie. Vedevo il suo culo che continuava a muoversi e la sua mano artigliare e spingere sul culo di Elena.
Furono pochi minuti quando lui si staccò da lei. Guardò verso il basso.
Si guardava l’uccello.
Le disse : guarda che effetto mi fai.
Le fece piegare il capo a guardare . Il suo cazzo era prepotentemente in tiro.
L’avrebbe nuovamente scopata?
Mia moglie non diceva nulla. Prese lui l’iniziativa dicendo: beh un po’ di tempo , in fondo, me lo posso prendere.
Prese una gamba di mia moglie e la portò sulle sue in modo che lei avesse le gambe divaricate con la passera ben esposta. Poi, con la mano, si prese l’uccello e lo guidò verso la passera. Pensai volesse penetrarla, invece no. Lo usò come un pennello inserendolo tra le grandi labbra e come un pennello spennellò. Su e giù, giù e su. Al terzo passaggio le labbra di mia moglie erano aperte e si intravedeva il rosa intimo.
Pennellava con costanza e aveva chiaro cosa stesso facendo. Con il glande ‘massaggiava’ le parti intime dando la giusta attenzione alla clitoride.
Il lavorio in breve colse i suoi frutti. Mia moglie no poteva essere e restare insensibile a quella mirata manovra. Le labbra si inumidirono ed ad ogni passaggio tendevano ad aprirsi per favorire il passaggio del cazzo di Giulio. Mia moglie si mordeva le labbra per non mostrare il piacere che stava provando. Ma lui appariva disinteressato a cosa avveniva, continuava’..solo quando le grandi labbra , anche ad una leggera pressione del glande, tesero ad aprirsi per avvolgerlo in esse e mia moglie cominciò a dare segni inequivocaboli si rivolse a lei.
Fai la sostenuta, ma ti piace. Il tuo corpo dice quello che non vuoi dire. Lasciati andare, tanto’.e continuava..
Mentre da basso il punto di congiunzione era alterno, toccava, non toccava; in alto continuavano il lingua a lingua in modo continuativo.
Elena non resistette a lungo. Il suo respiro si fece ansante da pregiudicare il lingua a lingua, il suo bacino cominciò a muoversi ricercando il grande piacere. Era alla soglie dell’orgasmo clitorideo e quando lui si accorse che mia moglie aveva quasi raggiunto il punto di non ritorno fece la mossa conclusiva.
Spinse. Spinse il cazzo dentro la sua bagnata passera che lo accolse come un boa risucchia un topolino. Scivolò in fondo ad essa. Fu per Elena la sua tracimazione, il colpo finale. Liberò la bocca da quella di lui e un nitido ohh accompagnò l’atto di penetrazione di lui e l’ orgasmo di lei.
Erano movimenti involontari. Strinse la gamba contro quelle di lui spingendo il bacino in avanti a cogliere il suo cazzo e con spasmi del corpo venne. Venne in modo fragoroso ed evidente.
Lui rimase fermo
Passata la fase del piacere mia moglie si calmò. Sentiva ancora la presenza di lui in lei e guardando il cazzo dentro gli chiese : sei venuto dentro ?
No. Io mantengo le promesse e si tirò indietro facendolo lentamente uscire
Era dritto lucido e coperta dai trasparenti liquidi di lei .
Elena fece un viso da sollievo.
In quel momento non pensava che comunque aveva ancora fatto sesso con lui, ma allo scampato pericolo.
Non poteva finire così.
Perché lui le disse: adesso a me.
Non chiese, fece.
La dispose con le spalle sul bordo del divano. La testa di mia moglie ,non poggiata, cadeva nel vuoto e lui si pose in piedi di fianco al divano, dietro lei.
Appoggiò il suo pacco sul viso. Mia moglie si trovò le palle di lui che pendevano sul viso. Le disse : leccami le palle e ” sostituì alle parole i fatti . Le prese una mano e la portò alla base dell’uccello e, inizialmente guidata dalla mano di lui, si fece masturbare.
Insegnatole la via la lasciò e mia moglie, da sola, lo segava.
Lui suggeriva: si così. Lecca più su. Succhia. Non tirare.. Non ci volle molto prima che Elena esaudisse in autonomia i suoi desideri.
Lui la guardava soddisfatta mentre veniva leccato e segato.
Si godette per un po’ la situazione mentre Elena si affannava a dargli piacere sperando che finisse i fretta.
Ma vista la precedente esperienza avevo i miei dubbi in proposito.
La scena era surreale e per me molto fastidiosa.
Vedere quell’uccello in faccia mia moglie non mi faceva piacere ed anche vederla impegnata a masturbarlo mi disturbava.
Vedevo la sua gentile mano andare su e giù e pensavo che ad un dito c’era un cerchietto d’oro che avrebbe dovuto rappresentare fedeltà e rispetto ,ma la realtà era diversa.
E la visione di quel cerchietto che andava alternativamente verso il basso e verso l’alto era per me dolore e per un altro piacere.
Per poi stare peggio guardavo la lingua di lei vellicargli i coglioni e mi chiedevo come si potesse fare una cosa del genere. Mai una tale cosa mi era passata per la testa.
Era giusto o non trattare così una donna? Avevo ragione io o era giusto così?
Le mie riflessioni non mi staccavano dal pensiero principale: mia moglie stava facendo sesso con un altro ed io non sapevo cosa fare.
Intervenire significava poter interrompere il nostro matrimonio. Nessuna l’aveva costretta alla minigonna, a portarselo a casa , a bere’poi lui ne aveva approfittato. Ma era veramente così?
Ero in un amletico dubbio: intervengo o no? Quando lui, piegandosi un pò, catturò con le mani le sue tette.
Le toccò, schiaffeggiò, tirò i capezzoli si divertiva della loro pienezza.
Mia moglie per assecondare la sua nuova posizione dovette allungare il braccio e tenere sollevata , con fatica la testa. Era una posizione faticosa e non poteva resistervi a lungo. Gli disse: non ce la faccio. Mi fa male il collo.
Lui: va bene adesso finiamo. Si tolse da dietro e la fece poggiare la testa sul bracciolo del divano, che rimanesse la testa ed il busto un po’ sollevato. Infine si mise in ginocchio a cavalcioni di lei ,all’altezza delle sue tette. A me era chiaro sul cosa stesse facendo. Si piegò e mise il cazzo tra le tette di mia moglie.
Le disse: stringile. Lei le strinse ed il suo uccello si trovò stretto tra le sue tette. Lui muoveva il bacino come cavalcasse ed il suo cazzo scivolava tra le tette godendosi il loro contatto. Quando arrivava in alto , la punta andava a superare il mento di mia moglie sino a toccare le labbra. Tanto che lui le disse: tira fuori la lingua. E quando arrivava in alto la lingua di lei gli lambiva il glande.
Doveva piacergli molto quello che stava facendo perché in ultima salita, improvvisamente eiaculò. I suoi schizzi di sperma colpirono la lingua ed il viso di mia moglie e si depositarono persino sui capelli.
Mia moglie, sorpresa, si trovò inzaccherata del suo sperma.
Finalmente si sollevò da lei e si recò nel nostro bagno. Tornò e si rivesti, mentre mia moglie era ancora distesa, incapace di agire.
Si piegò su lei e le diede un nuovo prolungato bacio. Le disse: vado, non alzarti conosco la strada. Ci vediamo domani sera. Fai d conseguenza.
Non capii cosa intendesse.
Andò e sentii chiudersi la porta.
La sua assenza fu il ritorno alla normalità di Elena che si sollevò e mise seduta sul divano come uscisse dal torpore di un sogno.
Rimase a capo chino. Stava rivedendo mentalmente quella serata.
Portò le mani al volto in un accenno di disperazione e così tocco il secco sperma lì attecchito.
Con un ,evidente, sforzo si alzò andò in bagno ed io ne approfittai per uscire da casa.
Raggiunsi la mia auto e mi ricordai che, contrariamente al solito, non l’avevo ancora chiamata per la buonanotte.
La chiamai.
Aveva una voce affaticata e le chiesi se tutto andasse bene. Mi disse: sono un po’ stanca, ma adesso mi preparo per andare a letto; una bella dormita e domani andrà meglio.
Avevo il cuore a pezzi, ma non potevo far nulla. Le solite raccomandazioni e chiacchiere tra coniugi e si chiuse così la telefonata.
Andai presso un vicino motel e presi una camera per due notti.
Disteso sul letto ripensavo a quanto avevo visto .
Rivedevo la mia casa nei suoi dettagli e cercavo soluzioni .
Cercai di lasciare uscire a ruota libera i miei pensieri.
Non so perché si indirizzarono sulla nostra casa.
Quella casa di cui eravamo diventati proprietari, in termini reali, solo due anni fa all’estinzione del mutuo.
Ci era piaciuto subito a tutti e due. Semplice, ma completa per la nostra vita.
Al terzo piano di un ‘nobile, antico’ palazzo vicino al centro cittadino. Dalla porta d’ingresso a destra una piccola stanza che è diventato il mio studio; in realtà la utilizzo come deposito per i miei hobby. In particolare mi piace la musica e per sentire al meglio i suoni dal mio favoloso impianto stereo l’ho fatta insonorizzare. Nulla di importante ,ma funziona. Così non disturbo nessuno; ne in casa, ne nel palazzo. Certo è sempre tenuta chiusa a chiave per evitare imprevedibili ‘devastanti visite’ dei bimbi.
A sinistra dell’ingresso la cucina che è di fronte al mio studio. Ampia e spaziosa con un ripostiglio.
A fianco della cucina un grande soggiorno.
Dal soggiorno un disimpegno porta alla zona notte. A destra confinante con il mio studio la camera da letto. Al centro due contigui bagni. Uno per noi e gli ospiti. Uno per i bimbi; qui c’è anche la lavatrice. Infine la camera per i bimbi che deriva dall’unione di due camerette.
Un lungo terrazzo circonda i due terzi dell’appartamento.
L’abbiamo arredata di tutto punto. Dalla cucina a terrazzo. Principalmente dell’arredo se ne è occupata mia moglie e tutti gli ospiti dicono che è una ‘bellissima’ casa.
Ora, in questa nostra bellissima casa, uno si sta scopando mia moglie.
La divagazione terminò ed i pensieri tornarono alla realtà Uno si stava scopando, in casa nostra, mia moglie.
Cosa sarebbe successo l’indomani?
Non essendo intervenuto prima adesso dovevo seguire l’onda. Potevo avvisare che sarei tornato anticipatamente a casa ,ma avrei solo rinviato il temuto momento tra Giulio ed Elena; perché sicuramente Giulio non avrebbe rinunciato ad Elena. Aveva ‘estorto’ un patto che le avrebbe fatto rispettare.
Allora sarebbe stato meglio se fosse avvenuto con la mia, occulta, presenza. Pian piano un’azione prese vigore nella mia mente.
Carico di questi pensieri caddi in un agitato sonno.
Vedevo mia moglie a gambe aperte sotto l’incidere di lui. Il suo membro che voglioso entrava ed usciva dalla sua passera, ma quello che ni faceva agitare erano le parole di lei’.ancora, continua, mi piace, riempi questa puttana. E lo incitava a fotterla con le parole e con il corpo.
Fu una brutta notte.
La mattina mi svegliai più stanco di prima. Mi preparai per uscire e la chiamai al telefono d’ufficio per essere sicuro che non fosse a casa. Parlai con lei e la salutai augurandole una buona giornata. Uscii e passai da alcuni negozi per ottenere il materiale necessario al mio piano di presenza occulta.
Andai a casa e preparai.
Dal mio studio feci due fori. Uno per la parete che si rifletteva sul soggiorno e una per quella che dava sulla nostra camera da letto.
Li feci all’altezza dei miei occhi; erano tre-quattro centimetri per lato. In essi inserii un aggeggio che ha una doppia funzione. In una parte funge come un normale vetro da u altra ti permetto di vedere a 270′. Indi non potevo vedere solo la parete a me confinante ; per il resto vedevo tutto.
Pulii per bene per non lasciare tracce del lavoro svolto.
I fori all’esterno dello studio erano occultati da un leggero strato di un’apposita vernice bianca, dello stesso colore delle pareti, che mascherava senza interrompere la visuale.
Sottrassi le chiavi dello studio che erano attaccate in alto vicino il suo ingresso. Se anche mia moglie avesse voluto entrarci non avrebbe potuto ed avrebbe pensato che sarebbero state da qualche altra parte in casa.
Comunque sapeva che una copia delle chiavi le avevo sempre con me. Inoltre nel mio studio vi erano solo cose mie.
Andai.
Richiamai mia moglie in ufficio, nel pomeriggio, e le chiesi a che ora terminasse in ufficio. Era una richiesta normale, di consuetudine, e non destò sospetti. Mi disse che contava di essere a casa per le sette, dopo essere passata dai nonni a vedere i bimbi.
Avevo il tempo che volevo per le ultime cose. Mi comprai dei sandwiches e da bere. Alle sei ero nel mio studio, chiuso ,che attendevo.
Attendevo e rivedevo mentalmente la sera precedente : il mio ritorno anticipato ,la telefonata, il loro arrivo, la curiosità che poi mi ha fregato, il vedere ed ascoltare da nascosto e”e imbecille. Vedevo ed ascoltavo attraverso la fessura della porta aperta . Ora mi ero blindato nello studio e nell’ansia non avevo attivato l’ascolto. Era compreso nell’aggeggio comprato, ma mi ero dimenticato di inserirlo e ciò andava fatto dall’esterno dello studio. Con il cuore in gola, nel timore che mia moglie anticipasse il rientro, mi recai prima in camera da letto, poi in soggiorno, per ‘sistemare’ il ricevitore/amplificatore di suoni. ‘Prendeva’ dall’esterno e ‘girava’ all’interno.
Non era un lavoro complesso, ma richiedeva attenzione e poi dovevo riaprire, chiudere e celare quanto avevo già fatto.
Guardavo l’orologio, ci volle quasi mezzora prima che terminassi.
Ero rientrato, stressato, nel mio studio da non più di cinque minuti quando sentii la porta d’ingresso aprirsi. Mia moglie era rientrata.
Ebbi la conferma quando si recò in camera da letto per cambiarsi. Per abitudine, rientrata dal lavoro, indossava una pratica tuta da ginnastica per poi dedicarsi ‘ alla casa’ ed anche quella sera si comportò nel solito modo.
Era pensierosa.
La sentii poi muoversi per casa.
Il tempo, nell’attesa di Giulio, passava lentamente ed io ad ogni minuto mi rodevo un po’ di più, quando”trillò il citofono.
Elena rispose e aprì il portone d’ingresso. Doveva essere Giulio.
Un paio di minuti e udii il trillio del campanello d’ingresso. Mia moglie aprì. Sentii la voce di Giulio
Ciao, eccomi qui.
Movimento’ Sono in posizione ‘ all’occhiello’ del soggiorno. E’ lui. Ha un mazzo di fiori in una mano ed una borsa nell’altra . Lo stronzo voleva pure fare il galante, ma non sorrideva . Anzi pareva incazzato
Cosa era successo in quei pochi secondi dal suo arrivo?
Stava guardando irritato mia moglie . Come’., abbiamo fatto un patto. Ti ho dato e concesso quello che volevi e tu mi ricambi accogliendomi vestita da sguattera. Non sono tuo marito, mi aspetto ben altro da te.
E’ bene che mettiamo in chiaro su cosa faremo stasera e stanotte.
Imprimetelo nella mente perché così sarà. Non vi saranno discussioni. Vale il patto che abbiamo fatto. Un solo tuo rifiuto e me ne andrò e subirai le conseguenze. Chiaro?
Fu una cattiva sfuriata.
Mia moglie, spaventata, chinò il capo in forma di assenso.
Lui continuò: dedicherò, anzi dedicheremo, le prossime ore insieme perché tu possa fare diverse esperienze di sesso. Sono convinto che ad oggi tu hai ne hai fatto poco e male. Domani sarai un’altra persona.
Il mio programma è farti godere, tanto, poi deciderai tu il futuro.
Per cominciare andiamo in camera da letto. E’ gettò per terra il mazzo di fiori.
Cambiai postazione.
In camera da letto la fece sedere sul letto. Lui si guardò intorno e si avvicinò alla parete di fronte, alla mia sinistra. Aveva la borsa in mano.
Dalla borsa estrasse un martello e dei chiodi. Riconobbi dei ganci alpini.
Le disse: vieni qui. Appoggiati al muro ed alza le mani. No. Aperte . Si, un po’ di più.
Adesso apri le gambe. Si, così.
La fece spostare e con capacità fissò due ‘chiodi’ dove prima erano le mani di mia moglie e due dove erano le sue caviglie. Poi guardo il muro ed a mezza strada tra i ‘chiodi’ inseriti ne mise altri due.
Chiese a mia moglie: c’è uno specchio trasportabile in questa casa? Un maggiolino’ o simile?
Mia moglie gli disse di no.
Vedo io.
Uscì dalla camera.
Rientrò con lo specchio a muro che era nella camera dei bimbi. L’aveva staccato dai ganci. Disse: questo va bene e lo poggiò sul muro di fronte a me.
Ho finito. Adesso a te.
Da questo momento inizia il tuo percorso di femmina. Per cominciare devi entrare in sintonia con il tuo corpo. Non avere più vergogna o timidezza a mostrarti. Spogliati.
E alla naturale ritrosia di mia moglie le disse: datti una mossa . Non ripeto.
Ero curioso.
Si tolse la tuta , ma lui la disse: tutto.
Con imbarazzo si svestì completamente. Le mani a proteggersi.
Ma Giulio: sposta quelle mani. Lasciati vedere.
Vedevo mia moglie nuda come non mai da molti anni. Solitamente prima di fare l’amore ci si infilava nel letto in pigiama e poi’.e anche al mattino e/o sera era quasi impossibile che la trovassi nuda in bagno o d’ in altro luogo.
Ebbi dopo tanto tempo avevo l’occasione di rivederla nuda. Aveva ancora un bel fisico, arricchito dalle dolce pienezza delle avvenute maternità.
Le tette si mantenevano sode e piene e facevano la loro bella figura. Così come anche il culo , le gambe e quell’erotica leggera pancetta che mostrava.
In mezzo alle gambe il cespuglietto biondo cenere era curato e nell’insieme si notava come tenesse alla propria immagine fisica, anche se poi non la valorizzava con l’abbigliamento. Tante volte le avevo detto di avere più ‘libertà’ nel vestirsi, ma con scarsi risultati.
Ora era nuda davanti un estraneo ed attendeva’
Giulio la guardava e pareva soddisfatto di quel che vedeva.
Bene. Complimenti.
Ma prima ‘mantengo gli impegni. Guarda. E le mostrò una piccola confezione color oro. Questa è la pillola del giorno dopo che avevo promesso di portarti. Così sarai tranquilla e potrai goderti le scopate, sino al termine, senza preoccupazioni. Gliela diede in mano. Lei guardò la confezione. Lesse quello che vi era sopra scritto. Parve rasserenata e la poggiò sul comodino a fianco del letto.
Lui potè continuare’.
Adesso metti un paio di scarpe. Solo scarpe niente calze. Quelle che vuoi , che abbiano un po’ di tacco.
Andò nell’altra stanza, mentre le guardavamo il culo, e rientrò con delle scarpe che indossava per l’ufficio con un modesto tacco. Normalità.
Bene. Adesso farai degli esercizi, meglio delle figure . Ti dirò come e per quanto. Non ti preoccupare. Gestirò io il tempo. Ripeto voglio che ti abitui a mostrare il tuo corpo.
Contro il muro con la schiena ,là in mezzo ai ganci; allarga le gambe. Bene. Guarda lo specchio. Dieci minuti immobile a guardarti nuda nello specchio.
Furono dieci lunghi minuti di silenzio.
Lui disse: cambio.
Piegati. Girata di schiena, di fronte lo specchio, le gambe allargate. E attraverso le gambe guardati allo specchio. Cosa vedi?
Il mio sedere.
Ok. Cinque minuti così.
In quella posizione il culo veniva tirato verso l’alto e la tensione evidenziava le due semisfere ed il solco che le divideva.
Era una pesca da mangiare
Passarono i cinque minuti ed aspettavamo’
Cambio.
Poggia la schiena al muro, gambe allargate. Cosa vedi?
Imbarazzo.
Insistette. Cosa vedi?
Vedo la mia farfalla.
Ok. Sette minuti così.
Compresi. La stava abituando a guardare con attenzione il proprio corpo , ma soprattutto la stava abituando ad essere guardata nuda; anche in posizioni non consone.
Dalla prima posizione che le era stata fatta ‘prendere’ ad ora c’era stato un cambiamento.
Elena effettuava i cambi senza ritrosia e quando terminava il tempo dedicato pareva attenta al prossimo, come aspettandolo.

Cambio.
La quarta figura fu banale nel suo essere, ma importante.
Lui si distese sul letto. Mani sotto la testa poggiata sul cuscino.
Adesso passeggerai intorno al letto, lentamente ,sino a che non ti dirò basta.
Sfilerai, nuda, solo per me.
Mia moglie passeggiò intorno al letto. Lui la seguiva con lo sguardo e ogni tanto la omaggiava.
Ti ha mai detto nessuno che hai delle belle tette?
Hai un culo bellissimo.
Hai un portamento di classe.
Come fai a tenerti così bene?
Tuo marito è un uomo fortunato ad avere una donna così.
Sei fatta per il letto.
Non erano parole dette a caso; voleva solleticare la parte femminile.
Passarono minuti lunghi come secoli. Lui si gustava la visione di lei. Pregustava il seguito.
La sua mano corse ai pantaloni. Aprì la patta e ne fece spuntare l’uccello sotto gli occhi di mia moglie.
Poi guardando lei disse :guarda , non sfuggire . Si masturbò lentamente portandolo all’erezione.
Il nuovo silenzio fu interrotto da lui da un : vieni e succhialo.
Mia moglie si tirò indietro fulminata, ma lui la riprese con : vieni e succhialo senza perdere tempo.
Lei si avvicino al letto e con circospezione si piegò su lui e aiutata da una mano iniziò un ‘ faticoso ‘ pompino. Lui le teneva le mani sulla testa per tenerla pressata a sé.
Si fece succhiare per un po’ ; poi a sorpresa si scansò. Disse basta.
Cambio.
Sul letto poggiata allo schienale. Su le ginocchia. Bene. Apriti. Fai vedere bene la figa. Ecco. Allargala con le dita; che possa vedere bene l’interno. Così.
Adesso ferma cinque minuti, poi ti dico cosa fare.
Intanto prese una sedia e si sedette di fronte al letto per vedere in primo piano mia moglie in quella posa. Controllava il tempo e trascorsi ì cinque minuti le disse: adesso masturbati.
E lei: ma non lo faccio mai.
Masturbati.
E le dita di mia moglie carezzarono la propria intimità. La fece masturbare per un po’. Non mi parve di vedere piacere in mia moglie, ma non penso fosse questo il fine di Giulio.
L’importante era che si masturbasse a vista, di fronte a qualcuno e soprattutto che gli obbedisse.
Disse: per ora è sufficiente.
E’ ora di cenare. Cosa hai preparato?
Si alzò dal letto dicendole : andiamo. La prese per mano facendola scendere dal letto . Il suo uccello, esposto fuori dai dai pantaloni ,stava perdendo di rigidità, ma lui non accennò a rimetterlo a posto.
Lei si avviò presso i suoi indumenti per rivestirsi, ma lui le disse: sei bella così. Vieni a tavola come sei.
Si pose al suo fianco, le mise una mano sul culo e quasi spingendola in quel modo la portò in cucina.
Ripetè: cosa hai preparato per cena?
Mia moglie era in sottomissione. Erano in cucina. Dalla precedente postazione riuscivo a vedere, attraverso la porta aperta della cucina, la tavola. Era apparecchiata per due.
Gli disse: avevi detto che volevi qualcosa di leggero. Ho preparato un antipasto e poi bistecca ed insalata.
Lui: brava . Così mi piaci. E il vino?
Il vino fu messo a tavola. Mangiarono. Sembrava una cena tra marito e moglie. Lui con calma guidava la conversazione.
Mia moglie solitamente, come già detto non beveva, ma non potè esimersi dal farlo su sua richiesta. Richiesta che divenne continua. Bevve diversi bicchieri divino e per concludere anche un forte digestivo.
Forse , per semplificarsi la vita la voleva un po’ ‘ubriaca’.
A vedere il successivo equilibrio di mia moglie così fu. Cosciente, ma ‘impedita’. Ma prima’.
Lei era completamente nuda , salvo le scarpe. Lui vestito, ma con l’uccello che spuntava dai pantaloni.
Erano seduti: sul lato lungo, più comodo. Lei sul lato corto ,e come da lui voluto, prossima a lui.
Mentre mangiavano le disse: a tavola stai con le ginocchia aperte ‘
Ogni tanto le toccava la parte alta delle cosce e si infilò anche in mezzo a loro. La toccava mentre parlava, come fosse una cosa naturale
Stessa cosa fece fare a lei. La costrinse , con la mano sinistra, a tenergli l’uccello. Niente di più. Doveva solo tenerlo in mano
In un modo o l’altro la cena si concluse e lui le fece presente che il sesso è piacere in ogni momento, anche a tavola.
E a sorpresa la fece sedere sul tavolo, la spinse indietro e piagatosi tra le sue cosce iniziò a leccarle la figa. In breve , era evidente dalle reazioni di mia moglie, riuscì ,aiutandosi anche con le dita, a darle sensazioni si piacere.
Le disse: ti sento bagnata, ti piace?
Lei aveva il respiro affannato, ma non rispose.
Lui continuò, ma non le fece pervenire all’orgasmo.
Si interruppe e disse: torniamo di là.
Tornarono in camera da letto.
Cambiai postazione.
E ..per la prima volta utilizzò i ganci a muro. Mia moglie era come una bambola di plastica, la fece appoggiare al muro . Prese dalla sua borsa delle specie di manette e la imprigionò, ai ganci più alti e più bassi, per polsi e caviglie.
A braccia e gambe aperte sembrava la copia dell’uomo vitruviano di Leonardo. Anzi la donna ‘
Si ‘rivolse’ ancora al suo borsone. Prende un oggetto che riconosco all’istante. E’ un vibratore di normali dimensioni. Ne attiva la pila e glielo vedo vibrare in mano. Ci gioca con le mani e lo porta ‘sotto gli occhi ‘ di mia moglie. Sorridendo glielo mostra.
Sai cos’è ?
Mia moglie perplessa lo guarda. Non può non immaginare cosa sia.
Glielo oscilla sotto il naso e lo fa scivolare sulle sue labbra.
Apri la bocca.
E quando lei la aprì glielo fece scivolare dentro mimando poi un pompino.
Lo fece poi scendere sulle sue tette e si divertì giocando con le vibrazioni sui capezzoli.
In breve i capezzoli diventarono turgidi.
Per fortuna o sfortuna di Elena si stancò presto di questo gioco e giunse all’epilogo.
Si avvicinò a lei e pose la sua bocca sulla sua richiamandola ad un focoso bacio, intanto la mano con il vibratore scese tra le gambe di lei ed iniziò a girare intorno alla passera. Ne poggiò la punta tra le grandi labbra e con pressione costante glielo infilò. La reazione di mia moglie fu un no prolungato che morì nel silenzio della camera. Un ulteriore colpetto ed era tutto dentro ad occuparne l’utero.
Le disse: adesso ti diverti. Se non basta alzo le vibrazioni.
No, no.
Ma le vibrazioni la sconquassarono. Continuava a dire no ,ma gli occhi diventarono spiritati ed il corpo vibrava incontrollato.
Non capivo se stava godendo o meno. Sicuramente la sua passera era soggetta a continue sollecitazioni.
Lui si mise comodo sulla sedia mettendosi a leggere un libro. Fu una mezzora particolare per lei, ed anche per me. Quando estrasse il vibratore lei era distrutta e senza forze.
Le aprì le chiusure ai ganci e l’aiutò a distendersi supina sul letto.
Ti è piaciuto? Adesso ti aiuto io.
Si spogliò e si distese su lei. Il suo pene non era rigido, ma pochi strusciamenti sul corpo di Elena aiutarono l’erezione.
Pochi attimi dopo il suo uccello era in lei. Se la scopò alla missionaria. Lei era semicosciente.
Il suo uccello entrava ed usciva, dapprima lentamente poi con un ritmo superiore. Si mise viso a viso con lei e la sua lingua era nella bocca di lei.
Alzò le gambe di Elena di modo che i talloni poggiassero sui fianchi di lui e qui il ritmo di penetrazione divenne veloce. Lei , sicuramente complice il lungo periodo di ‘vibratore’, iniziò ad agitarsi. Stava sentendo piacere e lui se ne rese conto.
Puttana ti piace? Ti piace il cazzo? E ne approfittò’ altro che fare la santa; se tuo marito sapesse.
Sento che stai godendo. E’ vero? Rispondi!
Si.
Continuò a scoparla con fervore sino a sentire il suo respiro di godimento e il rilassamento del corpo dopo l’orgasmo, poi potè godere anche lui.
Spinse in profondità tirandola a sè sino a farle emettere alcuni versi di dolore e venne in lei. Vidi come il suo culo si contrasse rimanendo poi immobile. La farcì del suo seme. Rimase fermo in lei quasi a tappare l’eventuale fuoriuscita di sperma. Solo dopo un lungo periodo lo tolse e stanco, ma soddisfatto si mise al suo fianco.
Le disse: vatti a lavare maiala, siamo solo all’inizio.
Mia moglie, barcollante, andò in bagno.
La mia lei stava facendo un’esperienza difficile; speriamo’.
Lui si sta godendo il momento quando il suo cellulare emette il classico ronzio di ‘vibrazione’. Guarda il display e risponde alla telefonata.
Non posso sentire chi lo chiama, ma posso sentire lui e ‘capire’ cosa dice l’interlocutore.
E’ un suo amico di nome Cesare.
Gli deve aver chiesto cosa stesse facendo.
Lui, papale, papale: si, non sono a casa . Per ‘..sono via per lavoro invece sto svezzando una mammina fino a ieri fedele
”’..’.
Sono a casa sua, nel suo letto
””.
Il cornuto è via per lavoro. Torna domani. Non sa che la sua mogliettina non sarà più come prima.
””’
Si ,è una collega d’azienda. E’ una gran figa. La puntavo da tempo, ma era inattaccabile. Ho trovato il modo e ‘..
‘.
Si, si, le faccio tutto
””.
Si, pensa di essere furba, ma non sa chi sono. Per convincerla, le ho portato la pillola del giorno dopo. Non sa che è falsa.
””’.
Si doveva andare a prenderla da sé, ma ti ho detto: solo un uomo nella vita e ha paura a muoversi. Non vuole rischiare si sappia qualcosa in giro e non sa a chi rivolgersi.
”’.
Ridendo. Si c’è la possibilità che il cornuto diventi ancora papà.
‘..
Non ridere stronzo. Ti piacerebbe essere al mio posto.
””

Nel culo?
‘..
Si è ancora vergine, ma ancora per poco. La voglio inculare mentre è al telefono con il marito.
”””’

Si ,le faccio provare anche Rig. E giù in auto, in strada che aspetta. E’ la prossima esperienza.. ..e ride
””.
Tranquillo, è come al solito . Vedrai. Quando avrò finito te la faccio provare.
Devo chiudere. E’ andata in bagno a sciacquarsi la passera. Ce l’ha in fiamme. E con un’ultima risata riattaccò.
Ero sempre più esterrefatto. C’era poco da capire. La telefonata era stata eloquente. Ma chi è Rig?
Tornò Elena e lui disse: devo scendere un attimo , ma vorrei che tu mi aspettassi come voglio perché ho una sorpresa.
La mise nuovamente agganciata al muro . Questa volta utilizzò i ganci intermedi.
Mia moglie era costretta quasi seduta, con il culo poggiato al muro, le ginocchia divaricate . La sua intimità , vicino al pavimento. La nuova posizione le impedisce quasi ogni movimento.
E’ bella, solo un filo di pancetta ‘ disturba’ la sua bellezza fisica, ma è una erotica pancetta.
Il viso è un po’ stanco, ma mantiene la sua caratteristica dolcezza. E’ viso e corpo di una milf.
Nella scomoda posizione aspetta.
Pochi minuti e si sente la porta riaprire.
Aspetto curioso.
Giulio entra in camera da letto ed ha un cane a fianco a sé. Un robusto pastore tedesco.
Si rivolge a Elena, che lo guarda stupita : ti presento Rig; sarà il tuo prossimo amante.
Mia moglie impallidisce e dice : no, no ,questo no, ti prego
Non sei la prima e non sarai l’ultima. Sai quante lo fanno con il proprio cane? Tantissime. E dicono che è un vero piacere e non preoccuparti. Rig è allenato, per lui non è la prima volta. Di fighe , scusa di donne ne ha già scopate tante ed alcune anche inculate.
Adesso ti pare una cosa ignobile, ma dopo aver provato cambierai parere.
Sai’ a Rig piace il sapore di donna e poi se c’è un po’ di marmellata impazzisce.
Ordina al cane l’immobilità e si reca al borsone. Ne estrae un barattolo. Contiene marmellata.
Si avvicina a lei che si dimena inutilmente. Non può sottrarsi. Non può neanche gridare ,tanti accorrerebbero.
Elena continua a dire :no, no, non voglio, non farlo.
Giulio, con una mano, le spande la marmellata intorno alla passera, che assume il color ciliegia, e dentro. Ne mette in abbondanza e la spinge a fondo nel canale uterino.
Poi si rivolge a Rig. Gli dice : è tua. E si sposta sedendosi sul letto.
Rig è eccitato dalla situazione . Quasi si lancia sul corpo di Elena. Insinua la testa tra le gambe divaricate e lecca.
Vedo la sua lunga lingua leccare e mi pare quasi di vedere il suo piacere.
Arriva, e ‘copre’, come e dove nessun essere umano potrebbe.
Elena è terrorizzata ,ma non può non sentire gli effetti sconvolgenti di quelle leccate.
Le si legge sul viso il cambiamento. Associata alla paura, il piacere di quel perverso trattamento.
Giulio le studia il viso e anche lui ,come me, vede il piacere non voluto, sul volto di Elena.
Tre, quattro minuti. Elena non si trattiene più. Non riesce a fingere e si dimena dal piacere.
Rig l’ha portata all’orgasmo e continua a leccare.
Elena è trasformata ,un continuo gemito di piacere fa eco alle leccate del cane. La sua intimità è ipersensibilizzata e Rig continua”’.
E’ sfinita ,ma il suo corpo continua a provare piacere.
Quando Giulio la vede definitivamente sfatta la stacca dai ganci e la porta, di peso, sul letto.
La poggia con il culetto che esce dal letto e con un cuscino sotto la pancia per mettere la vagina ad un’angolazione ideale a permettere una penetrazione ideale a che le stesse dietro.
Penso se la voglia scopare con comodo, ma non finisce di stupirmi.
La sua fantasia e perversione è al di là della mia comprensione.
Elena è a bocconi sul letto, a disposizione di chiunque volesse approfittarne.
Giulio le allarga un po’ le gambe e con un dito percorre la sua passera. Gliela apre. E’ rosea e bagnata dal godimento provato.
Il dito ripete il percorso alcune volte . La figa è aperta. Rilassata. Disponibile.
Lei è fisicamente out.
Giulio si rialza da lei e si rivolge a Rig: è pronta. Fai il tuo dovere.
Rig si avvicina ad Elena . Poggia le zampe sul letto a fianco di lei .E’ eccitato dal profumo che emana la sua vagina.
Giulio parla a Elena: adesso Rig farà di te la sua cagna.
Non muoverti se non vuoi farti del male. Le dice: peccato tu non possa vedere il suo sesso erigersi.
Non aver paura non hai bisogno di un lubrificante, ti leccherà ancora. E poi ,poi farà l’amore con te e quando godrà in te, sentirai un nuovo piacere perché all’inizio gli schizzi saranno lenti e deboli, ma man mano diventeranno violenti e intensi.
Riceverai una grande quantità’ di sperma, ma non spaventarti non rischierai. Il seme di un cane non può’ mettere incinta una donna umana, quindi nessun problema. Per aiutarti e facilitare la penetrazione, quando sarà’ dentro di te, rilassati.
Ciò renderà’ la penetrazione più’ facile ,e in breve inizierà a montarti in un modo frenetico che non hai mai conosciuto; sarà per te estremamente piacevole che vorrai farlo ancora.

Lo sentirai schizzare durante la monta ,ma quando si avvicinerà’ al suo vero orgasmo sentirai che il suo cazzo s’ ingrosserà ancora, in particolare la sua base.
Cercherà di incastrarsi a te come tu fossi una cagna. La sua cagna da inseminare.
Sentirai il sesso crescere e la base spingere per entrare. Vedrai è la parte piu’ sensazionale. Incastrata da lui godrai. Improvvisamente Rig si fermerà’ con tutto il suo membro dentro di te e sentirai il suo membro pulsare e caldi schizzi riempiranno il tuo ventre.
Sentirai il suo uccello crescere e la tua vagina dilatarsi, assolutamente senza dolore e ti sentirai riempita in un modo estremamente piacevole
Infine non preoccuparti se sentirai dentro te più calore. La temperatura del cane è più’ calda di quella di un uomo, di conseguenza anche quella dello sperma che sentirai in te.
Quando tutto sarà finito rimani ferma. Tranquilla. Per uscire l’uccello di Rig deve sgonfiarsi. Ci potrà volere anche del tempo. Devi restare calma e non usare le mani per estrarlo, può’ essere molto doloroso per te e ferire il cane che potrebbe morderti. Quindi calma e aspetta.
Le ha raccontato cosa poi sarebbe avvenuto. E effettivamente tutto si svolse come da lui descritto.
La monta durò, dall’inizio alla fine, più di mezzora. In quella mezzora Elena fece la sua, forse, più sconvolgente scoperta in campo sessuale.
Come le aveva anticipato Giulio fu un’esperienza ‘animale’ che le provocò grande godimento ed io ne fui testimone.
Quando Rig terminò la monta, lasciandola stravolta e quasi assente, si spostò e le leccò la vagina piena del suo sperma.
Elena ebbe degli ulteriori sussulti.
Giulio riprese Rig e lo porto furi dalla camera. Sentii la porta aprirsi e’.
Ritorno dopo alcuni minuti. Elena era ancora immobile sul letto.
Lui prese un asciugamano e delicatamente la pulì degli ‘abbondanti umori presenti su culo, gambe e vagina.
Le dice : fatti una doccia e riposati un po’ che la notte è lunga che ‘..
Prima però, dimmi. Voglio sentirtelo dire. Hai goduto?
E mia moglie, a capo chino: si.
Traballante si sollevò dal letto e poi sentii i ‘rumori’ della doccia.
Mi chiedevo se l’esperienza fosse terminata, ma sapevo che così non poteva essere.
Dentro il cervello mi rimbombavano le parole di Giulio. Le prime erano: il tuo culetto sarà mio.
Pensai a quello che stava avvenendo, ed immagini oscene mi attraversavano la mente.
La vedevo sul nostro letto, nuda ,con il culetto leggermente sollevato che veniva offerto . Dietro lei, in piedi , c’era Giulio. La sua verga era irta, pronta a profanare quel culetto che con cupidigia stava guardando. Guardava e si segava. Si stava preparando.
Elena girò il capo a guardarlo e vide’
Un sospiro e ritornò nella precedente posizione. Era pronta a prenderlo, per la prima volta ,nel culo.
Al solo fantasticare ebbi un erezione.
Cosa c’è di più bello di scoparsi una bella, desiderata, irraggiungibile signora, fino al giorno prima fedele. Che fa la santa, che non considera alcuno. Scoparla, incularla, farle perdere la testa dal piacere. Farle ammettere che vuole sentirlo dentro. Che vuole godere senza pensare a complicazioni. E tu la scopi; le dici che la farai diventare una troia; che le farai vestire come vuoi tu; che se vorrai darai il suo corpo ad altri; che la sua vita futura e quello che ha tra le gambe è tuo. Lei è tua.
La mia fantasia anticipava la realtà.
Mia moglie tornò i camera da letto avvolta in un asciugamano. Era linda, pareva ripresasi.
Lui le disse: via l’asciugamano tra noi non vi sono più segreti. Elena scostò l’asciugamano ponendolo su una sedia, rimanendo nuda. Non pareva in imbarazzo. Le azioni di Giulio avevano fatto il loro primo effetto.
Le chiese come stai?
Bene’ adesso.
E andata come dicevo?
Erano cadute le barriere e parlavano con oggettività e poca emozione di quanto accaduto . Lei era un oggetto disponibile al sesso ed era a sua disposizione.
La fece avvicinare a se . Si sedette su una sedia e la fece sedere, nuda, su lui. La stringe e bacia .Si gode la sua nudità e disponibilità. Le accarezza i fianchi; gioca con le sue mammelle; le bacia il collo
Sai cosa devo ancora succedere? E accompagna la domanda con il palpeggio del culetto.
Dai che lo sai. Dillo tu.
Il mio culetto ?
Si, il tuo culetto. Sarò dolce e sarà piacevole. Che ne dici? Possiamo’?
Gentilmente la fa alzare dalle sue gambe e le dice: preparami.
Le indica l’uccello a riposo. Elena non ha bisogno di altre indicazioni. Si piega e gli dedica le sue attenzioni rendendolo in breve pronto.
Poi si stacca da lui e attende’
Giulio si rialza e la fa stendere prona sul letto.
Elena è una bambola che disponi come vuoi.
E’ sul letto con il culo all’insù.
Lui con mani e lingua la prepara . gioca con la figa e l’ano .La vuole rilassata e disponibile.
Iniziò dalla figa ,dove non ebbe alcuna difficoltà ad infilare le dita. Lentamente se la scopò per un po’,poi le tolse e riprese a carezzarla.
Poi si bagnò un dito nella figa e di seguito lo introdusse nel retto.
La resistenza che incontrò fu quasi nulla.
Vedevo Elena contratta, ma era il timore e non il dolore.
Dentro e fuori. Le dita diventarono due, ma anche ora non vi furono da parte di Elena particolari reazioni.
Senti le mie dita dentro di te? Sono due. Ancora una, poi’..
Le divaricò bene i glutei.
Prese una crema da un vasetto e la cosparse intorno e dentro l’ano. Era un lubrificante.
Ruotò le due dita all’interno. Ve ne aggiunse una terza. Ruotò, girò, penetrò.
Adesso Elena si stava un po’ agitando e lui la rassicurò. Rilassati.. non sentirai’e continuò aumentando la ‘disponibilità ‘ dell’ano.
Poi si stese su lei. Dapprima solo un punto di contatto. Il suo pene appoggiato sullo sfintere di Elena. Poi il torace sulla sua schiena..
Lei si contrasse cercando di resistere all’eventuale intrusione.
Lui poggiò con la mano il pene tra i globi facendolo avvolgere dalla crema . Poi diresse il glande all’ano. Senza premere si fece strada perché fosse nella posizione giusta. Poi spinse. Spinse con uno sforzo costante. Lo sfintere cedette gradatamente permettendo il passaggio del glande. In pochi attimi il glande aveva superato l’anello iniziale. Elena cacciò un no. Non so se di dolore o per altro motivo, ma il più era fatto.
Adesso Giulio non si fermò; con forza il tronco del cazzo seguì il glande fino ad essere immerso nel culo di mia moglie.
Per la prima volta Elena aveva un cazzo nel culo
Giulio spinse, si ritirò e rispinse. E continuò’
Era diventato proprietario del tunnel anale. La stava inculando con gran piacere.
Elena dopo i primi assalti si abituò e accettò passiva la penetrazione. Lo sfintere ed il condotto anale si erano abituati alla presenza del cazzo e con il passare del tempo l’inculata diventò normalità. Come non fosse la prima volta.
Lui raggiunto l’ obiettivo si dedicò a lei.
Come va?
Adesso meglio.
Tanto male?
Un po’, ma pensavo peggio.
Lui la fece un po’ rialzare. Non aveva più bisogno di imporgli il suo peso fisico. Le mise una mano davanti e mentre la inculava prese possesso della sua figa e la masturbò.
Questa variazione diede un sollievo evidente ad Elena che gradì il tocco delle dita di lui.
Vedi, adesso va meglio?
Si
Continua tu, e spostò è la mano
La mano di Elena prese il posto di quella di Giulio ed andò a carezzare con perizia la sua intimità.
Giulio, ‘libero’, si dedicò unicamente al culo di lei.
Le mani intorno ai suoi fianchi . Il cazzo che continuando a trapanarla intensificava la sua velocità di profanazione
Lui gli chiese ancora: come va adesso?
Elena non rispose, ma fece una cosa che non credevo possibile, cominciò a spingere piano il sedere verso lui. Ad aiutarlo . A sentire meglio il suo uccello.
Era psicologicamente entrata nel piacere mentale e fisico dato dalla sodomizzazione
Lui si rese conto e la apostrofò: troia , allora ti piace il cazzo nel culo. Te ne darò tanto, vedrai.
La prese in altro modo. La sollevò tirandola su per le mammelle portandola quasi a suo completo contatto.
Ogni tanto interrompeva l’inculata. In quei momenti la tirava per le mammelle facendo in modo che il viso di lei si avvicinasse al suo e le chiedeva di baciarlo. La postura era difficile, ma lei ruotava per quanto possibile busto e testa ed aiutato dal movimento della testa di lui le loro bocche o meglio le lingue ,riuscivano ad incontrarsi per brevi momenti.
Poi per ‘gravità’ lei tornava nella precedente posizione e lui riprendeva ad occuparsi del suo ex vergine culetto.
Guardavo lei posseduta con piacere e capacità da Giulio. Il suo culo occupato dal cazzo di lui.
Il suo angelico viso non mostrava più paura o dolore ,ma manifestava piacere di quanto provava.
Mi rodeva cuore e cervello e senza riflettere presi il cellulare. Sapevo di non essere udibile e la chiamai.
Sentirono il cellulare ,posto sul comò, suonare.
Lei come ripresasi da un sogno disse: potrebbe essere mio marito.
Allora lui allungò la mano, prese il cellulare, che continuava a suonare ,e glielo passò.
Lei lo guardò, vide che chi chiamava e si rivolse a lui: è mio marito. Cosa faccio? E lui: rispondi.
Ciao. Come stai?
Mentre rispondevo al suo ciao mi ricordai dell’affermazione di lui ‘Si, è ancora vergine, ma ancora per poco. La voglio inculare mentre è al telefono con il marito’.
Avrei voluto tagliarmi le palle per averle telefonato.
Mi disse che stava stirando ed aveva lasciato il ferro ‘acceso’, ma poteva dedicarmi un po’ di tempo.
Non potevo interrompere la telefonata.
Vidi un sorriso/ghigno sul volto di lui e, mentre lei parlava con me, riprese ad incularla.
Elena faticava a parlare e lasciava che parlassi io. Lui si accanì; le stringeva le tette e spingeva al massimo il cazzo in lei.
Lei non poteva reagire. Sopportava.
Parlavo e guardavo, dal foro, lui che la pistonava con violenza godendosi anche la nostra telefonata.
Ed infine accadde. Un uomo venne dentro di lei . Dentro il suo culo. Quell’uomo non ero io..
Venne in silenzio; la riempì del suo sperma mentre lei era al telefono con me,il marito. Per lui dovette essere il delirio dei sensi.
Dopo la sborrata continuò a muoversi lentamente nel suo culo, godendosi gli ultimi passaggi.
Elena cedette. Inventò una scusa.
Ciao; devo lasciarti. Se vuoi ci sentiamo dopo. Mi ‘brucia’ il ferro da stiro.
Riattaccai dicendole: bacio, a domani. Lei mi disse altrettanto.
La lasciò libera e lei cadde prona sul letto. Ansimava.
Giorgio ed io guardavamo la stessa scena :il suo foro anale, aperto, che pian piano si richiudeva.
Vedevo lo sperma scivolare lentamente verso l’interno delle gambe.
Il silenzio accompagnò quei lunghi momenti.
Ritengo che Giorgio fosse stanco, mentre mia moglie subiva le conseguenze dell’atto ed il senso di colpa legato alla mia telefonata.
Inculata mentre era al telefono con il suo ‘ignorante’ marito
Giorgio si spostò e con ultima occhiata a mia moglie andò verso il bagno.
Mia moglie si toccò, il culo e poi l’ano, come a verificare che tutto fosse tornato alla normalità. Poi con fatica si rialzò. Prese un asciugamano e si pulì.
Sono stanco e teso.
Alla prima fase di eccitazione era subentrata stanchezza e scoramento.
Mia moglie è trattata come un oggetto. Non può rifiutare’. D’altro canto, tra una porcheria e l’altra, ha momenti di grande piacere.
Mi chiedo quanto questi momenti influenzeranno lei ed il nostro futuro.
L’ ambiente in cui mi trovo e le condizioni che devo rispettare cominciano a starmi stretto.
Passano circa venti minuti prima che Giulio torni in camera.
Si rivolge ad Elena: mi sono fatto una bella doccia e mi risento fresco. Tu?
Mia moglie con tono risentito gli dice: cosa vuoi ancora da me?
Poco. Intanto ti consiglio di farti una doccia. Poi parliamo.
Elena non rispose, ma andò verso il bagno.
Sentii che si stava docciando.
Passò un po’ di tempo e a sua volta coperta da un asciugamano tornò in camera.
Attendeva , stanca, i suoi nuovi ordini. Fu sorpresa nel sentirgli dire: vestiti che usciamo. Un po’ d’aria ci farà bene e se poi capita’
Capita cosa? Fu la mia silenziosa domanda.
Lei fece per raccogliere gli abiti precedentemente indossati, ma lui disse : aspetta voglio aiutarti a scegliere cosa mettere. Dove è la tua roba?
Si affiancò a lei .
Purtroppo non riuscivo a vedere le scelte. L’armadio che conteneva i nostri abiti era proprio di fianco a me, oltre la parete, e non potevo vedere ne le scelte, ne loro, per la presenza delle ante aperte.
Non fu una ‘lunga ‘scelta.
Sentivo Giulio che diceva: questo, no, meglio, si. Alla fine scelse lui quello che doveva indossare mia moglie.
Sentii un sommesso conciliabolo, ma non colsi le parole.
Poi Giulio si allontanò e si rivestì. Mia moglie rimase dov’era e non riuscii a vedere cosa indossasse.
Lui chiese: sei pronta?
Si
Uscirono insieme e passando lei ‘sotto muro’ non riuscii a vederla.
Sentii aprire e chiudere la porta sul pianerottolo. Ero rimasto solo. Dovevo decidere cosa fare.
Aspettai qualche minuto per essere certo che non sarebbero rientrati per qualche imprevisto.
Uscii dallo studio e mi recai in cucina. Bevvi e piluccai qualcosa. Non se ne sarebbero accorti.
Sgranchii i muscoli e mi feci una doccia. Poi mi sedetti sul divano e riflettei sul da farsi.
Compresi che al punto in cui ero arrivato non potevo rinunciare. Dovevo bere fino in fondo l’amaro calice.
Misi a posto, che non si accorgessero del mio ‘passaggio’ e tornai alla mia postazione.
Tornarono un paio d’ore dopo.
L’ascensore al piano. Sento la porta d’ingresso che si apre e richiude. Le loro voci.
Si fermano in soggiorno. Finalmente posso vedere come è vestita.
E’ vestita come quando usciamo insieme per: ristoranti, cinema, spese. Elegante senza esagerare , ma mirando a valorizzare corpo, gambe e viso.
E’ propria bella.
A volte mi chiedo come sia riuscito a ‘conquistarla’. Non è che io sia da buttare, ma aveva tanti pretendenti, ed alcuni molto ricchi . Le avrebbero permesso una vita diversa da quella avuta con me.
Certamente non avrebbe lavorato.
Sarebbe stato un bene o un è male?
Lo sa solo lei.
Comunque scelse me ed io ne sono felice
Negli anni la maturità non ha influito sulla sua bellezza. Anzi l’ha resa più dolce e più fine.
E’ una signora che gli uomini seguono con lo sguardo pensando a’..
‘Torno a lei.’.
Indossa una gonna a pieghe che le arriva alle ginocchia, scarpe eleganti con un discreto tacco, calze chiare, camicetta chiara con giacchina. Penso che avesse anche una borsa, ma non sono riuscita a vederla.
Come dicevo una mise sobria, ma elegante, che valorizza la sua persona.
E’ in ordine” solo i capelli , solitamente lasciati lunghi e liberi, sono un po’ arruffati ,come se ci avesse passato le mani giocandoci.
Dalla postura appaiono sufficientemente rilassati. L’uscita deve essere servita a stemperare le tensioni.
Mi par strano che da quando son rientrati non si siano parlati. E’ come se stessero riordinando le idee e che uno attenda la mossa dell’altro.
E’ Giulio che interrompe il silenzio.
Adesso possiamo parlare tranquillamente. Come ti è andata l’uscita?
Lei si sta togliendo la giacchina e lo guarda stupita.
Cosa intendi? In quel bar o al cinema?
(Ecco dove sono andati).
Bah ,in tutti e due i posti ed anche in giro.
Ti direi che non mi sarebbe spiaciuta l’uscita se tu non mi avessi forzato a fare cose che una signora per bene non fa. O ameno non fa in pubblico.
Ti riferisce a qualcosa di particolare o’?
Tutto.
Andavamo in giro e continuavi a mettermi la mano sul culo. Chissà cosa hanno pensato quelli che hanno visto?
Ma era solo per guidarti.
Strano modo. E poi te l’avevo anche detto di smettere, ma tu’
Dai. Avranno pensato che bel culo ha la signora e che fortunato è il suo uomo che se lo gode.
E al bar? Quando mi hai costretto ad alzare la gonna a mezza coscia. Avevo l’intimo a vista e più di uno sbirciando ha fatto segno all’amico di guardare. Mi sentivo una puttana.
Non esagerare: da lontano cosa mai potranno aver visto? Magari immaginato, quello si.
Però non mi sembra una cosa esagerata,. Chissà quante volte ti è successo senza che te ne accorgessi. Adesso ti lamenti solo perché te l’ho chiesto io.
Comunque le cose belle, te l’ho già detto, devono essere a disposizione di tutti’.o quasi tutti.
No, non capisco, ma faccio finta di capire;ma, e allora, come la metti al cinema? Vuoi dire che è normale farti fare un pompino?
Qui, lui rise.
Mi sembravo tutto troppo bello e sarebbe stato stupido non approfittare della situazione. Non vorrai dirmi che è la prima volta che fai un pompino al cinema,.
Non dirmi che con i tuoi ex o con tuo marito’
Mai. E mai vuol dire mai. Non dico bugie.
(Ecco il perché dei capelli arruffati .Lui avrà guidato il pompino obbligandola e premendo con la mano sulla testa).
Dai eravamo defilati . Non ha visto nessuno.
Non è vero. Sulla nostra fila, sono sicura, che uno ci ha visto e lo ha detto alla donna con lui e anche lei ha guardato.
Giulio ridendo: ormai è fatta; c’è di peggio. Chissà non sia venuta voglia anche a loro.
Ti devo dire che i pompini li sai fare bene. Complimenti.
Potrai ripetere l’esperienza, al cinema, con il cornuto.
Non dire così.
Perché. Non è così?
Anzi, vieni qui che mi è tornata voglia. Sei troppo arrappante ,e vestita da perfetta signora lo sei ancor di più.
Dai ricominciamo. Fammi vedere. No aspetta.
Si sedette su una sedia e le disse : quando ti dico di farlo , solleva la gonna lentamente.
Le sue lezioni avevano avuto effetto. Nessuna protesta. Nessun diniego.
Lei era ad un paio di metri da lui, di fronte.
La cosa strana fu che da seduto Giulio si tolse dapprima i pantaloni e dopo un attimo di riflessione si spogliò completamente rimanendo nudo.
Poi rimase seduto a gambe larghe toccandosi con noncuranza il cazzo.
Disse :adesso puoi. Lentamente.
Mia moglie sollevò lentamente la parte frontale dell’elegante gonna e vidi la sorpresa.
Sotto l’elegante gonna vidi comparire, dapprima delle autoreggenti e poi un tanga trasparente.
Si. le aveva fatto indossare e poi l’aveva fatta uscire con tanga ed autoreggenti e questo andava a spiegare una parte delle lamentale di mia moglie.
A gonna sollevata tutti potevano vedere il tanga e attraverso la trasparenza la sua figa o almeno il ciuffo di peli che la ricopriva.
Lui: sei stupenda. Sei bella di per te , ma saperti e vederti con autoreggenti e tanga è il massimo.
Mi piace sapere e far sapere che sei una signora fuori e porca sotto.
E sapere che gli altri sanno aumenta il mio piacere.
Mi resi conto che il suo trastullo sul cazzo era diventata una vera e propria masturbazione ed il suo cazzo, aiutato da quello che lui vedeva ed immaginava ,stava già reagendo.
Adesso togliti la camicetta, gonna e reggiseno; e visto che lei lo guardava perplessa. Si , hai capito bene. Devi tenere su scarpe ,calze e tanga.
Veloce. Su.
Quando lei fu come da lui richiesto le disse: vieni qui. Il tuo cazzo ti aspetta.
Lei con titubanza si avvicinò.
Le disse : finisci quello che non hai finito al cinema.
Ecco perché era ancora eccitato. Se l’era fatto prendere in bocca ,ma non fino alla fine. Forse voleva concludere in modo più piacevole.
Lei si inginocchiò e lingua e mani si occuparono del cazzo di Giulio.
Si bella signora così mi piaci. Porca e puttana.
Mia moglie non l’ascoltava. Era troppo impegnata.
Vedo il suo cazzo irto e mia moglie che si affanna sullo stesso quando lui la prende per le spalle e la fa alzare.
Le dice :allarga le gambe e siediti sul mio cazzo. Guidalo dentro te.
Sicuramente Elena non è pronta a riceverlo e guidandolo cerca di ritardarne l’ingresso nella passera. Ma lui è impaziente. Spinge l’uccello verso l’alto e lei , per le spalle verso il basso.
Il suo uccello , già puntato lei, spinge. E’ un ingresso diforza.
Elena grida. No, no, mi fai male.
Lui continua sino a che il suo uccello, riempendola, sparisce alla vista
Si ferma.
Mia moglie si calma.
Lui le dice: adesso facciamo come vuoi tu.
Mia moglie aspetta che la sua passera si sia ‘abituata’ alla ingombrante presenza poi lentamente comincia a muoversi. Molto lentamente. Prima in modo circolare, poi in verticale, poi in ambedue i modi.
In verticale il cazzo usciva per poi ripiombare in lei che adesso, aperta, fremente lo attendeva.
La sua figa si era lubrificata ed anche per lei era cominciato il piacere
Mugolava :si, si, si
Ti piace eh? Avevo ragione :fuori signora, dentro maiala. Meglio per me . Peggio per il cornuto.
Mentre scopavano Elena dice: è incredibile. Hai un cazzo incredibile.L’hai sempre duro. Sborri e sei pronto di nuovo. Mio marito fatta una è a posto sino alla settimana dopo. Straparlava. Fortuna che ho la pillola del giorno dopo altrimenti sarebbero guai. Era come se parlasse ad alta voce a se stessa.
Non si rese conto che alla parole, pillola del giorno dopo, lui ebbe un malefico sorriso.
Mi piace. Mi sento che vengo.
Lui assecondava i movimenti di lei . Le infila la lingua i bocca e limonano come appassionati amanti.
Ad un certo momento interrompe la corsa di lei tenendola giù. Tutto il suo cazzo in lei.
Le dice : più veloce. Voglio riempirti la passera.
Spinge verso l’alto. Le tocca l’utero.
Mi fai male.
Ma lui spinge verso l’alto mentre si fa cavalcare.
La tiene ancora giù. Si immobilizza e un si, si, vengo e sborra in lei.
Anche lei sta venendo . Dice :siiii,anch’io e la petit mort si impossessa di lei. Hanno goduto.
La prende con leggerezza per i fianchi e nuovamente la fa salire e scendere lentamente sul cazzo.
Vedo lo sperma intorno al tronco i. Va su e giù almeno 5, 6 volte poi si ferma.
Lei è abbracciato a lui. La mano sinistra, dietro, sulla sua schiena, con la fede al dito mi guarda.
Limonano ancora.
Poi lui le sussurra : succhialo. Sei bella. Sei mia.
Iil suo membro è appoggiato su una gamba quando lei si mette in ginocchio e glielo lecca e succhia.
Quando lui è soddisfatto le dice: prendi qualcosa per asciugami. Lei esce dalla stanza e torna con una salvietta. Gli asciuga bene sia il pene che tra le cosce dove sono scivolati i loro umori. Ha terminato. Lui no.
Le dice : adesso tocca te .
Cosa intende?
Lei è ‘sbalestrata’ da tutto quanto sta accadendo.
Viene presacome una bambola senza vita. La fa alzare e mettere in una posizione che mi ricorda il sumo. Le gambe allargate, piegata sulle ginocchia, in equilibrio.
Le dice: contrai i muscoli della figa. Al suo da farsi vedo lo sperma uscire dalla passare e scivolare sulla gamba. Lui le dice: aiutati con le dita. Lei infila due dita in figa e spinge lo sperma fuori. Gliene ha iniettato una quantità impressionante.
Poi è lui ad infilarle in profondità un dito ed a raccoglierne ancora.
Non pago gliene passa sul viso, imbrattandolo dei rimasugli di sborra.
Lei non si ribella. Pare che quel trattamento la lasci indifferente. Forse le piace.
E’ finita.
Pensavo fosse finita; era una pia illusione.
Adesso che le voglie erano placate, si trovavano sudati e comunque con i reciproci umori addosso. Non ci fu bisogno di parole. Andarono in bagno insieme e da lì tornarono sempre insieme.
Giulio disse: è ora di dormire .
Da che parte del letto dorme tuo marito?
Lei fece un cenno.
Va bene anche a me.
Io per abitudine quando dormo con una che non è mia moglie( non era quindi per lui la prima volta) dormo nudo e tu come dormi?
Con il pigiama.
Sei pazza. Stanotte metterai qualcosa di carino.
Ma non ho nulla. Non credo
Quando hai voglia e vuoi eccitare tuo marito.
Niente, non metto niente di strano. Il solito pigiama.
E come fai a’..fargli capire che vuoi scopare.
Sei volgare. Noi siamo in sintonia, lo capisce quando’
Bravi, ma non posso pensare che tu non abbia nulla di sexi da indossare a letto. Nel tuo guardaroba deve esserci per forza qualcosa, anche solo per non mettere il pigiama quando fa caldo. Che so.. una vestaglietta
Si, una vestaglietta l’hai di sicuro e si approssimò all’armadio.
Disse: fai tu o faccio io ? Se faccio io ,ti butto tutto a terra e’
Elena comprese che la sua difesa era inutile e poi avrebbe dovuto rimettere tutto a posto ed altro ancora.
Faccio io. Non toccare che sporchi tutto
Dal cassetto sotto, prese una vestaglietta leggera che di solito indossava quando la notte faceva molto caldo. La ricordo bene. Insieme metteva, comunque, sempre degli slip.
Questa mi piace. Mettila.
Lei la indossò. Le stava proprio bene. Le trasparenze erano eccitanti. Adesso, che guardavo con l’occhio del voyeur, avevo sensazioni che da marito mi fuggivano.
Il vedere e non vedere le sue tette ,il culo ed il resto, mi piaceva. Che stupido che ero stato a non dirglielo mai.
Poi lei prese degli slip e li indossò come di consueto.
Lui le disse: che fai? Sei scema. Non devi mettere niente. Toglili.
Sei bellissima così. Voglio poterti toccare la passera quando voglio e voglio anche poterti scopare in ogni momento, senza impedimenti, ed anche quando stai dormendo.
Mia moglie era strabiliata, ed anch’io dalle sue parole, ma si tolse gli slip appena indossati. Quel movimento mi procurò un’erezione. Stavo impazzendo?
Si disposero per dormire. Lui si pose dietro a lei cingendole la vita con un braccio. Un gesto di intimità come fosse sua . In una figura ,due cucchiai uniti. Coperti da un leggero lenzuolo in breve si addormentarono. Era stata una faticosa giornata.
Ero stanco anch’io. Mi accoccolai sulla mia comoda sedia dello studio e mi appisolai.
Un sonno che mi aspettavo leggero e difficile.
Crollai.
Fui risvegliato da dei suoni. Guardai l’orologio: le quattro e mezzo.
Erano parole. Era mia moglie.
No. Dai. Sono stanca.Fammi dormire.
Tornai al punto di osservazione.
Dai; fammi dormire, per favore. E’ la seconda volta che mi svegli.
Cosa mi ero perso?
Vuoi vedere che mi sono addormentato e che nel sonno mi sono perso’.
Nella penombra vedevo che erano nella stessa posizione di quando si erano messi a dormire , solo che lui la pressava da più vicino.
Su non fare la difficile. A starti vicino mi viene voglia.Quando l’abbiamo fatto prima non ti sei poi lamentata.
Ecco cosa mi ero perso.
Ma fai così anche con tua moglie?
No ,con mia moglie lo faccio una volta al mese. L’abitudine è una brutta cosa.
Tu mi piaci e’basta. Senti ,se non mi credi.
Le prese una mano e la portò in basso, verso l’uccello. Lei toccò e non disse nulla.
Diceva la verità.
Lui spostò il lenzuolo che li copriva e mi apparvero interamente.
Lui era senza nulla indosso.
La vestaglietta di lei era già sollevata sulla schiena ed il nudo culo era contro il cazzo di Giulio.
La mano di Giulio era tra le cosce di lei e giocava con la sua passerina.
Vedi? Sei già bagnata. Hai voglia anche tu.
Non è vero.
Puoi dire quello che vuoi, ma la tua passera parla per te . Ha voglia come il mio uccello. Vuole essere visitata dal mio amichetto.
Che stronzo. Scherza anche.
Non fare la timida. Mettilo dentro tu, altrimenti lo faccio io e poi ti lamenti che ti faccio male.
Con mia sorpresa, la mano di Elena tornò al suo uccello prendendolo per la parte finale.
Lui spingeva, ma fu lei ad indirizzarlo tra le grandi labbra e a guidarlo al suo interno. Solo quando fu ben dentro lo lasciò.
Giulio la scopava con ritmo . Aveva tolto la mano dalla figa e le aveva portate tutte e due alle tette.
Le disse : toccati; è più bello. La mano di Elena sostituì quella di Giulio.
Il piacere colse anche lei.
Poco tempo ed i suoi gemiti accompagnavano le spinte del cazzo di Giulio.
Si, si ,continua. Sei un porco. Si, ancora
Lui le stringeva le tette. Le leccava il collo e le orecchie . Era un crescendo. Poggiò le labbra sul candido collo di mia moglie e come un vampiro che sugge il sangue, nello stesso, identico, delicato modo, succhiò. Succhiò a lungo, lasciandole una vistosa traccia del suo passaggio. Lei non capiva; avrebbe capito dopo.
Come mi avrebbe giustificato il marchio di lui?
Era infoiata; girava il viso e cercava con la lingua la lingua di lui.
Gli disse: vengo. Vengo.
Era cambiato il rapporto tra loro. Vi era condivisione e complicità.
(Mi dovevo essere perso qualcosa. Forse mentre dormivo durante la loro precedente scopata).
E lui come in un gioco: allora posso riempirti la fighetta.
E lei: si, si riempimi. Fammi sentire come mi riempi della tua sborra.
In seguito a questo, concitato e inusuale dialogo, bastò poco e lei ululò il suo godimento che si uni a quello di lui.
Poi fermi . Lui ancora in lei.
Passato qualche secondo lui: è stato fantastico. Sei stupenda. La fece girare viso a viso.
E bocca contro bocca, lingua contro lingua, completarono l’amplesso.
Poi abbracciati, come prima, tornarono a dormire.
Io non riuscii più a riaddormentarmi.

Cercavo di entrare nel cervello di mia moglie. Avrei voluto sondare e capire cosa potesse pensare e poi fare.
Uno sciocco gioco l’aveva fatta diventare l’amante di un collega. Peggio ne era diventata l’oggetto sessuale .Anche se a pensarci da oggetto era diventata oggetto partecipe, scientemente o meno.
L’intimo gliela aveva fatto vedere lei; così come la ‘sega’ a lui l’ha fatta lei’ E poi aveva accettato di farlo venire dentro di lei pur sapendo di essere in un periodo fertile aderendo alla promessa che gli avrebbe dato la pillola del giorno dopo. Non si è mai posta il dubbio che le sue promesse potessero essere false e comunque una persona che utilizza il cervello queste cose le gestisce da sé ,non le delega ad altri.
Il resto delle esperienze travolgenti? Bah’non ho visto da lei grandi resistenze. Di certo l’ho vista godere più volte..
Pensavo alla notte impegnativa e mentalmente agitata di Elena.
Sicuramente era appagata dai travolgenti rapporti sessuali avuti con Giulio, ma nello stesso tempo spaventata sentendosi schiavizzata dal suo comportamento sessuale e dalle sue potenziali possibilità di ricatto.
Solo poche ore erano trascorse dalla goliardica uscita e già era proiettata in un futuro di ansie, di possibili piaceri ,ma anche di stravolgimento della vita familiare.
Il suo collega era diventato amante/padrone..
Mi chiedevo se le ‘esperienze’ fossero terminate o ..
Il tempo trascorreva e le luci del giorno invadevano la nostra camera da letto. La prima a svegliarsi fu mia moglie.
Io , che continuavo a fare la spola dall’essere seduto al punto di osservazione, sentii un rumore proveniente dalla stanza attigua. Era mia moglie che si era sollevata e messa seduta sul letto. Indossava la leggera ,erotica ,vestaglietta ed era pensierosa. Non molto dopo avrebbero dovuto recarsi al lavoro. Forse pensava che doveva prepararsi per la giornata lavorativa. Si guardò intorno.
Ormai senza stupore guardò Giulio, che appariva appisolato, e fece l’atto di alzarsi e prepararsi. Interruppe il movimento e si toccò con delicatezza in mezzo alle gambe ,come per verificare che tutto fosse a posto.
Le sue dita indugiarono e rimasero più tempo in quella posizione.
Cosa faceva? Stava rimembrando?
Sarebbe mai riuscita a dimenticare per ritornare a come se niente fosse accaduto?.
Nel frattempo si voltò a guardare Giulio, disteso sulla schiena, immerso in un sonno profondo, a giudicare dal respiro pesante e regolare.
Mia moglie decise .Si alzò e prese dalla vicina sedia il suo intimo non indossato per la notte, quando un movimento di Giulio catturò la sua attenzione.
Io non ero convinto che Giulio dormisse e ne ebbi la prova. Stava spiando di nascosto i movimenti di Elena.
Resosi conto che Elena si era accorta della sua sveglia allargò le braccia e fece un ampio sorriso per salutarla. Lei disse: allora sei sveglio’.E lui le fece un gesto per chiamarla a sé.
Elena invece di accogliere il suo invito iniziò in tutta fretta a mettersi reggiseno e mutandine e poi sistemò la vestaglietta.
Giulio sembrò non insistere . Forse anche lui pensava all’incombente giornata lavorativa.

Ma in un istante dopo ,con un improvviso scatto, la prese per i fianchi sollevandola e facendola cadere sul lettone con lei sopra di lui. Giulio era un polipo. Una mano la teneva a sé ;l’altra la infilò sotto la vestaglietta tastando le natiche lasciate scoperte dallo slip . Poi con un dito iniziò a stimolarla da dietro.
Elena. La Elena, che non riconoscevo, con un gridolino si fece scivolare ,disponibile, sul corpo di Giulio
Assecondato da lei, le tolse la vestaglietta. Le prese tra le mani i seni facendoli uscire dal reggiseno e li strizzò. Poi li leccò e si divertì a vederli sobbalzare.
In quella posizione la parte inferiore del suo corpo era a contatto delle parti intime di Elena e certamente il suo pene si stava risvegliando .
Spostò con una mano le mutandine ; immaginai il pene a contatto della figa di lei.
Giulio si portò alle labbra un capezzolo per mordicchiarlo, poi aprì la bocca per succhiare un seno intero e infine passò la lingua lungo il solco tra le mammelle lasciando rivoli di saliva, mentre le sue braccia scivolavano dalla schiena al sedere di Elena.
Lei spingeva il busto in avanti per favorirlo e pareva nuovamente eccitata.
Si aggrappò sospirando alla nuca di Giulio che senza sosta le leccava e succhiava le tette come un lattante. Gemette quando sentì il dito di lui giocare tra i fori e scivolare dalla passera al buchetto del culo.
Lui le disse: cazzo sei già bagnata. Sei propria una porca. Devi avere tanto arretrato.
La fece spostare un poco e potei vedere che il suo cazzo era già irrigidito
Poi le acchiappò nuovamente il culo palpandolo a piene mani e cercò, con una poderosa spinta di penetrarla, ma il primo tentativo andò a vuoto ed il cazzo scivolò libero nel solco del culo .
Non desistette . Le allargò i glutei ed utilizzò le dita facendo spazio per consentire alla testa dell’uccello di trovare il suo ingresso preferito; la sua vagina. .
Posizionò la testa del pene , appoggiata tra le grandi labbra della passera, iniziando una serie di strusciamenti per eccitarla al massimo e favorire la prossima penetrazione.
Elena aveva gli occhi chiusi e la bocca aperta pregustando la sensazione di sentirsi riempita,
Giulio avevo lo sguardo spiritato . Era voglioso di chiavarla. Non voleva perdere più tempo con i preliminari. Ripeté la spinta precedente ed il glande penetrò per alcuni centimetri in vagina provocandole un oohh di piacere. Si fermò un attimo e con un dito andò a stuzzicare l’ano di Elena.
Il membro, lentamente , ma con costanza , continuò a inoltrarsi dentro la vagina sino a toccare il fondo . Questo fu evidente dal gemito di Elena e dalle sue parole: fermo sei arrivato in fondo ; fermati mi fai male.
Giulio era incurante dei suoi no , ed anzi insisteva con i movimenti del bacino come a voler conficcarlo ancor più in lei.
Sapevo che era impossibile. Il suo cazzo era troppo lungo perché potesse essere contenuto interamente dalla vagina di lei.
Mi feci memoria degli organi femminili e di cosa avvenisse durante un rapporto sessuale.
Mediamente una vagina in dilatazione non supera i 15-16 centimetri di profondità. In fondo è ‘chiusa’ dalla cervice oltre la quale c’è l’utero.
Dopo l’eiaculazione, gli svariati milioni di spermatozoi emessi dal pene viaggiano dalla vagina all’utero alla ricerca dell’uovo da fecondare. E’ un viaggio difficile, pochi sopravvivono ( mi sovvenni sorridendo del film di Woody Allen) prima di intravedere l’ambita meta. Tra i primi ostacoli lungo questo cammino la cervice che solo nei periodi di fertilità permette il passaggio di un po’ di spermatozoi.
Gli spermatozoi hanno dimensioni infinitesimale e se non passano abitualmente loro come è possibile possa passare il cazzo o altro di simile ?
Per chiudere: solo durante il parto la cervice si sposta per lo spazio sufficiente a far passare il nascituro.
Perché Giulio spingeva a fondo? Con quale pro?
Ma Giulio, al mio contrario, sapeva quello che faceva.
Lo enunciò anche. Voglio far entrate il mio cazzo nel tuo utero disse ad Elena con un ghigno sul viso.
E agli occhi spaventati e perplessi di mia moglie rispose coi fatti.
Non aveva alcun dubbio su quello che doveva fare .
Guardai, vidi, appresi e constatai il suo metodo.
Conosceva un trucco efficace per distrarre la femmina ed attuare lo sfondamento della cervice.
Senza farsi accorgere da Elena si portò in bocca il dito più lungo della mano destra e se lo leccò per inumidirlo per bene e senza interrompere il movimento scopatorio ,che tanto ‘prendeva ‘ mia moglie, le ficcò senza tanti complimenti in un colpo solo tutto il dito nell’ano. Nello stesso istante diede una poderosa spinta dei reni per oltrepassare la naturale barriera. Mia moglie lanciò un urlo atroce per il doppio dolore provocato dalla violenta penetrazione anale e dal colpo di cazzo contro la cervice che comunque non cedette.
Compresi che lui voleva farla spostare così come avviene ‘naturalmente’ durante il parto .
Non si preoccupò troppo dei lamenti di Elena. Rifece il movimento. Estrasse il dito dal culo per poi infilarlo velocemente , di nuovo tutto intero, ed in contemporanea ritrasse per alcuni centimetri il suo cazzo per poi ripiantarlo con forza dentro la vagina.
Elena gridò ancora il suo dolore.
Giulio sembrò ‘ascoltare’ i suoi lamenti. Interruppe la doppia penetrazione e la fece girare alla pecorina. Reinfoderò il cazzo nella vagina ed in breve Elena tornò al piacere . Era la seconda parte del piano di Giulio che sapeva di aver già fiaccato le resistenze della cervice.
Si poggiò bene su lei per essere nel miglior e sicuro equilibrio per quello che doveva fare. Ora era in grado di spingere con tutta la sua forza il cazzo dentro Elena. Era arrivato il momento topico. Quello che ti segna una vita.
Diede ripetuti e forti colpi di reni. Elena gridava, ma lui non si fermava.
Ed alla fine ebbe successo poiché vidi il suo cazzo sparire alla vista ed entrare completamente in lei.
Esaurì le sue spinte. Si fermò in lei. Attese che si abituasse alla profonda presenza e rimase immobile sino a che Elena cessò i suoi lamenti di dolore.
Il viso di mia moglie diceva tutto. Sospirava a bocca aperta e cercava di riprendersi dal dolore provato.
Passarono molti secondi, forse anche più di un paio di minuti, prima che Giulio cominciasse a muoversi nuovamente con un ritmo lento e continuo .Arretrava ,estraeva parzialmente il cazzo e poi lo reintroduceva. Tutto sino in fondo. Era arrivato nell’utero e stava consolidando la posizione. Stava abituando la cervice al suo passaggio. Continuò così per più minuti .
In quel momento mi passarono per la testa alcune domande forse stupide.
La cervice sarebbe rimasta per sempre in quella posizione?
La prossima volta che sarebbe stata messa sotto pressione si sarebbe spostata senza resistenza o sarebbe stato tutto come prima?
Infine giunse il momento finale.
Tolse l’intero uccello dalla vagina lasciandolo per un attimo libero nel vuoto per poi riaffondarlo tutto in un sol colpo. Passò di corsa dalla vagina all’utero senza fatica e senza che la cervice ponesse ostacolo. L’intero cazzo era in Elena ed aveva raggiunto l’utero .
Giulio osservava compiaciuto l’espressione di meraviglia di Elena che apriva sempre di più la bocca trattenendo il respiro man mano che sentiva la presenza del cazzo, sempre più a fondo, muoversi in lei.
Senza staccarsi da lei, Giulio ruotò portandosi sotto .
Erano seduti ed incastrati.
Piegò le gambe per sostenere meglio il peso del corpo che gli stava sopra e con inarrestabili movimenti del bacino verso l’alto cominciò a fotterla sul serio, alternando profondi e lunghi affondi con altri brevi. Ormai aveva preso le giuste misure e giocava con le mammelle dondolanti di lei. Le leccava e succhiava.
Elena gemeva per il continuo piacere che provava sotto l’azione di quel cazzo che la stava scopando a fondo.
Era impazzita sessualmente presa dal vortice della passione.
Godeva.
Un cazzo, per la prima volta, era giunto ed aveva occupato il suo utero. Il suo scivolamento contro le pareti la faceva stare in uno stato di continuo orgasmo.
Il piacere che i due stavano provando doveva essere indicibile. Il cazzone di Giulio andava avanti ed indietro senza sforzo alcuno dentro Elena che sicuramente (quello che vedevo lo provava)avvertiva come il suo sesso si fosse ormai abituando alla nuova intrusione
Chissà se si chiedesse se poi la figa sarebbe tornata alle normali dimensioni o..?
Giulio si permetteva di interrompere il ritmo instancabile della penetrazione per estrarlo tutto e poi piantarlo di nuovo in un sol colpo fin dove era possibile. Elena ogni volta si dibatteva in preda a squassanti ondate di piacere e gridava a squarciagola non pensando che i vicini avrebbero potuto sentirla.
A volte Giulio si fermava e le chiedeva di alzarsi e di auto impalarsi sino in fondo e lei lo faceva
Sapevo che Elena godeva da morire quando il suo didietro si schiacciava contro il mio ‘addome ed ora lo stesso faceva Giulio , con altra profondità, mandandola in visibilio
Ora, Giulio la trapanava senza pietà.
Avrebbe mai più goduto così con un normale pene come il mio?
Lui, bastardo, sembrò leggere il mio pensiero: come ti comporterai con tuo marito?
Simulerai un piacere che lui non è in grado di darti?
Il pensiero di quanto sarebbe potuto succedere riscosse Elena che ebbe un momento di ribellione.
Giulio lasciami. Togliti
Lui per tutta risposta si piegò su un fianco trascinandola con sé e mettendosi contro la sua schiena continuò a penetrarla con spinte poderose che la fecero sussultare .
Lei (penso) ebbe paura di sentirlo arrivare in fondo all’utero con la paura che potesse fare dei danni permanenti.
Allora si mise ad implorarlo lamentandosi per il dolore, ma Giulio non cambiò e incrementò, per quanto ancora possibile, con un ghigno soddisfatto la forza e la velocità della penetrazione. Voleva farla letteralmente impazzire di piacere e di perversione.
Le succhiò una spalla fino a lasciarle un visibile succhiotto, le strinse un seno, le leccò il collo, con la mano le pizzicò la clitoride.
Poi a sorpresa le tolse il membro dalla vagina e con un urlo la incitò a masturbarlo per farlo sborrare. Elena ubbidì sottomessa a tanta arroganza sessuale ed eseguì l’ordine con foga ma dopo pochi secondi Giulio, senza preavviso , glielo sottrasse dalle mani e glielo infilò di nuovo in fica con tutta la sua forza contemporaneamente la sculacciò senza tanti complimenti sino a farla gemere per il dolore..
Poi decise di cambiare posizione e sistemò Elena sul materasso per penetrarla alla pecorina, inginocchiandosi proprio dietro il suo culo
Elena si girò a guardarlo con una espressione preoccupata e lui ne approfittò per esibire davanti al suo viso il suo eccitato uccello.
La vista del viso di Elena gli fece cambiare idea. Si mosse e le mise il cazzo sotto il viso. Le prese dolcemente la testa tra le mani chiedendole di fargli un bel pompino e di impegnarsi al massimo che poi l’avrebbe ricompensata.
Elena avrebbe fatto qualsiasi cosa le avesse chiesto. Remissiva e partecipe leccò la punta del pene portando entrambe la mani sull’asta e cominciò una intensa masturbata, ma dopo pochi istanti non resistette e prese il glande in bocca succhiando leggermente. Poi cercò di inghiottire più cazzo poteva. La vidi soffocare un accenno di vomito, si inclinò in avanti continuando a succhiarlo mentre con le due mani continuava a segarlo. Si accorse delle mani di Giulio che le bloccavano la nuca costringendola a stare giù e tentò di liberarsi, ma la stretta era troppo salda per vincerla.
Elena reagì cercando di succhiare più a fondo per concludere prima il pompino facendolo sborrare. Ma era in difficoltà perché era impedita nel respirare. Giulio non si accorse della difficoltà di mia moglie e godeva immensamente del suo pompino . Ma non voleva finisse così. Le tolse il cazzo di bocca e si portò dietro lei. La figa ancora umida accolse senza problemi il cazzo che si riposizionò sino all’utero
Poi la prese per i fianchi e le alzò il deretano portandolo al bordo del letto. Si mise in piedi dietro lei. Il cazzo alla giusta altezza dell’ingresso della vagina. Si sistemò e la penetrò impalandola. Ora non aveva più alcun riguardo per Elena.
Spinse a raggiungere il sacco uterino (presumo fosse cosi poiché il suo cazzo era sparito completamente alla mi a vista) e mantenne il glande dentro il sacco uterino, arretrandolo quel tanto che bastava per toccare la cervice e poi spingendolo di nuovo in avanti per andare a sbattere contro il fondo che rischiava sicuramente di essere deformato
Elena gemeva di piacere e spaventata conscia di essere completamente alla mercé della voglia di Giulio.
Lo pregò di fare più piano che le stava spaccando l’utero , ma poi con rassegnazione si distese con le braccia e piegò le gambe sotto il ventre puntando verso l’alto il bacino, tentando di rilassarsi e assecondarlo perché resistere sarebbe stato molto peggio.
La sensazione di goduria di Giulio doveva essere travolgente
Disse a Elena: è fantastico mi sento tutto l’uccello stretto come da un elastico
Anche mia moglie doveva sentirsi piena a dismisura. Mai era stata a così
Lui le chiese: cosa senti?
E lei :piena, piena , mi piace ,ma ho paura..
Lui: godi non aver paura, non sei la prima’
Però. Le altre? Chi? Quante?
Continua a fare sesso con loro? Se è vero che l’hanno provato penso sia difficile dirgli di no.
D’istinto o per piacere Elena dimenò il culo.
Giulio di rimando ondeggiò il bacino muovendo il pene in lei e facendola sussultare.
Si chinò su Elena ormai totalmente succube della sua virilità. Le leccò il collo ed il laterale del viso.
Le fece girare il viso e le loro lingue si toccarono.
Staccò il viso da lei dicendole :preparati alla scopata più sconvolgente della tua vita.
Dopo , da domani, sarai tu a cercarmi e a volere il mio cazzo. Mosse il bacino ritirò quasi tutto il pene lasciando in lei solo il glande, le mani ,una per seno le strizzarono i seni . Elena non reagiva.
Rivendicava il possesso totale di quel corpo senza concedere alcuna tregua. Strapazzare Elena doveva essere per lui un piacere perverso e un senso di onnipotenza sconfinata ..
Con una sola continua spinta fu nuovamente tutto dentro di lei, che gemette in modo lamentoso, ma dopo appena un paio di secondi estrasse l’asta per per poi affondarla vigorosamente fino a sbattere li coglioni sui glutei di lei che lanciò un grido acutissimo.
Aumentò il ritmo e la forza della scopata, volendo scoparla come nessuno era mai stato in grado di fare.
Per svariati minuti Elena resse l’impeto della scopata . Vedevo il suo viso manifestare continuo godimento.
Poi lo pregò di smettere perché davvero non ce la faceva più : basta per favore ho la figa in fiamme. Sono venuta almeno sei volte non ce la faccio più. Se continui muoio.

Giulio interruppe il coito come se anche lui avesse bisogno di riprendere fiato e riposarsi. Lei allora stiracchiò le gambe approfittando della pausa imprevista e si voltò sorpresa per guardare cosa faceva.
Era ad occhi socchiusi ,sembrava riflettere.
Di scatto aprì gli occhi e subito fu in fondo alla figa di Elena che gridò atterrita quando il pene sembrò squarciarle la vagina e sfondarle l’utero con veemenza selvaggia .
Ora Giulio con il suo peso la schiacciava prona sul lettone immobilizzandola e rendendola inerme nei confronti della sua furia quasi animalesca. Elena allora cercò di divincolarsi per sfuggire alla presa, fece leva sulle braccia per sollevare la schiena per girarsi, ma i possenti colpi di cazzo la abbatterono e la indussero ad allargare le gambe per alleviare la sofferenza . Lei protestava e si lamentava, ma in realtà era rassegnata a rinunciare ad ogni tentativo di futile ribellione. Lui la tirò per i capelli costringendola ad inarcare la schiena per sentirlo ancor di più.Alla preghiera di Elena che lo supplicava di smetterla perché le stava facendo male, per nulla impietosito ,la provocò dicendole che il dolore era necessario per godere e che il suo grosso pene era quello di cui aveva davvero bisogno .ed ogni volta sbatteva coi coglioni sul suo culo arrivando più a fondo che poteva.
Giulio tenendola per i fianchi continuò a penetrarla quasi con rabbia agitandola sopra il suo cazzone come una bambola inanimata, sollevandola quanto bastava per arretrare l’asta solo di qualche centimetro per poi schiacciarsi in lei. Elena era completamente succube delle voglie sessuali di Giulio che sembrò aver perso ogni controllo quando, chiedendole se il suo pene era grosso a sufficienza per lei e se stava godendo abbastanza, le alzò il busto e le fece ruotare il viso all’altezza del suo viso e dopo aver provocato un nuovo tocco di lingua a lingua e succhiato la sua lingua glielo spinse con vemenza tutto dentro.
Elena soffriva, ma godeva in modo smisurato. Il nuovo agire le provocò un nuovo eccezionale orgasmo. Emise un lungo gemito e mentre lui le spremeva i seni gridò all’aria il suo piacere.
Lui: troia, ti lamenti e continui a godere.
Finalmente le sue grida, di piacere o meno, convinsero Giulio a calmarsi e a fotterla con meno ossessione, ma dopo poco la schiacciò con sadico autocompiacimento sul letto impedendole qualsiasi movimento. In quella posizione Giulio la sottometteva anche letteralmente. La testa di mia moglie si muoveva in continuazione in tutte le direzioni e l’espressione distorta con la bocca sempre aperta e gli occhi roteanti testimoniavano delle incredibili sensazioni che stava godendo ma anche patendo .E lui sopra di lei la martellava con forza estrema.
Elena era ormai in preda al delirio dei sensi con Giulio che si era trasformato in una vera e propria macchina del sesso.
Quanti orgasmi aveva avuto?
Tanti. Così tanti che avevano minato la sua volontà di resistere. Era sudata, tremante e indolenzita per gli scossoni subiti dalla frenesia del coito e senza essere in grado di impedire a Giulio di continuare ad impalarla fino allo stremo
Giulio si fermò un attimo. Le chiese come va? Ed al suo silenzio continuò dicendo : tranquilla che comunque il dolore sarebbe scomparso presto e lei non doveva affatto preoccuparsi
Anch’io sono al limite, sto per esplodere .
Le prese una mano e la portò sui coglioni.
Le disse :senti come sono gonfi. E’ roba tutta per te, per la tua passera, anzi per la mia passera
Ma prima voglio farti un ultimo regalo
Accarezzando i fianchi e la schiena nuda di Elena ,cambiò posizione e mise il viso tra le sue cosce. Annusò il pungente aroma di sudore misto ad effluvi sessuali che emanava la sua passera e le premette contro la lingua. Elena emise un lungo gemito, , che si trasformò in una serie di gridolini di goduria quando Giulio iniziò a leccare i suoi umori vaginali. Lui infilò la sua lingua che si agitò frenetica dentro la fica poi mise un dito in profondità nell’ano di Elena ..continuò. Mia moglie tremò per un nuovo, tremendo, orgasmo
Poi Giulio si risollevò soddisfatto L’aveva fatto godere all’infinito adesso aspettavo che pensasse a sé stesso.
Cercavo di capire Giulio.
Era tutto preordinato: prima il gioco, poi il ricatto ,poi le prove di sottomissione( incluso il cane) ed infine il sesso a dismisura ed a volontà.
Voleva renderla sua sesso dipendente senza dover ricorrere a mezzi forzosi: ricatto e sottomissione indotta.
Aveva in suo possesso una gran figa , milf. E avrebbe potuto condurre con lei qualsiasi suo perverso gioco (amici, animali, situazioni’.) con il diabolico, psicologico, piacere che lei non era una qualunque. Bella, elegante, professionista riconosciuta ,madre e per gli altri moglie fedele.
Era plastilina nelle sue mani. Sarebbe diventata una drogata di sesso. Non ne avrebbe potuto far a meno, ma solo lui poteva esaudire le sue voglie e per questo avrebbe fatto tutto ciò che lui le avrebbe richiesto.
A latere delle mie riflessioni lui le disse: a me , adesso.
La rimise alla pecorina. Nonostante gli orgasmi avuti lei fu pronta ad esaudire la richiesta. Il suo bel culo era pronto a sostenere un nuovo round.
Giulio puntò il già rigido cazzo ed entrò in vagina ed entrò anche nell’utero. La resistenza della cervice era stata annullata. Era impressionante.
Disse: ci sono. Tra poco sentirai un nuovo piacere.
Dall’espressione del suo viso era evidente che ormai non poteva più trattenere la tremenda pressione che sicuramente dopo tanto tempo di scopata gli stava salendo per l’uccello. Questa volta il suo membro andò a visitare l’utero poche volte e non appena Giulio avvertì il prorompente fluire dello sperma riprese in mano le tette di Elena per ancorarsi e accelerò il ritmo di scopata e la profondità , per quanto possibile, della stessa.
Un suo profondo gemito precedette il primo fiotto di sperma che sicuramente si inserì direttamente nell’utero, subito seguito da un secondo, un terzo ed altri schizzi corrispondenti alle visibili contrazioni del suo culo. Milioni di spermatozoi entrarono direttamente nell’utero alla ricerca disperata di un uovo da fecondare.
Guardai il viso di Elena. Lei era estasiata da quell’incredibile sborrata e gemeva mentre lui continuava a strizzarle le tette
Chissà se aveva sentito gli schizzi sin nell’utero?
Dopo gli ultimi sussulti Giulio si ritirò . Il lungo membro ,finalmente abbattuto, scivolò fuori . Pendeva, ormai semi duro, ricoperto di filamenti.
Pochi secondi di pace.
Poi lui le disse: puliscilo. E lei ubbidì sapendo cosa voleva.
Poi lui sussultò di piacere mentale chiudendo gli occhi non appena lei iniziò a leccarlo e succhiarlo ripulendolo dei loro umori.
Poi si stese accanto a lui che la accolse sulla sua spalla.
Erano li, distesi sfiniti sul letto .L’uno accanto all’altra abbracciati. Non parlavano.
Lui era sazio.
Lei pure e forse si chiedeva del suo futuro.
Io mi interrogavo sul nostro di futuro.
Mi chiedevo anche: sarà già incinta?
Lui disse a mia moglie : dobbiamo andare a lavoro. Ti accompagno in auto per un pezzo così non farai tardi poi ti lascio perché non ci vedano arrivare insieme. Sai le mala lingue abbondano e non si sa mai. Potrebbero vederci insieme.
Mia moglie assentì e si alzò dal letto andando in bagno toccandosi in mezzo le gambe alla ricerca di eventuali cambiamenti.
Lui si guardava intorno.
Sentii scorrere l’acqua e dopo un certo tempo lei tornò, cinta da un asciugamano, in camera per vestirsi per la giornata lavorativa
Si alzò anche lui. Nudo. Il lungo, moscio, batacchio gli pendeva tra le gambe.
Vidi mia moglie guardarlo di sottecchi. Forse ripensava a quanto quel cazzo gli aveva dato quella notte .Ora era inoffensivo, ma per quanto?
Forse ripensava a quello che le era successo negli ultimi giorni.
Lui andò verso il bagno.
Si fermò prima di uscire dalla camera e parlò, anzi ordinò..
Da oggi in ufficio autoreggenti e tanga. Alternativa reggicalze e slip.
Lo saprò solo io e sarà sufficiente a farmi alzare il cazzo e se ci sarà l’occasione, nei bagni o nel garage, ci toglieremo qualche voglia.
Lei non disse nulla, ma vidi che si piegò sul comò estraendone un mini slip e poi delle autoreggenti. Lui fece un cenno d’assenso ed uscì dalla camera andando in bagno.
Mia moglie terminò di vestirsi.
Lui, finito, rientrò in camera. Le diede uno sguardo e si rivestì degli abiti del giorno precedente.
Disse : devo passare da casa per cambiarmi. La mia fidanzata è già uscita e non posso ripresentarmi in ufficio con gli stessi abiti del giorno precedente . non è da me.
Si avvicinò a mia moglie
Sei una splendida zoccola e prima le mise una mano sul culo palpandolo per bene, poi la stessa mano andò sotto la gonna, presumo per poggiarsi sul suo pube.
Le chiese di alzare la gonna e fargli vedere’
Lei lo fece. Vedemmo le autoreggenti e gli slip indossati . Bellissima ed erotica.
Lui avvicinò il viso al suo per darle un leggero bacio.
Le disse: la mia figa. Dovrò visitarla spesso. Mi piace troppo.
E alzando lo sguardo e guardandola direttamente in viso le chiese: e a te?
Ti è piaciuto fare l’amore con me?
Aspettai con il fiato sospeso la risposta e le sue implicazioni.
Lei come presa da un improvvisa timidezza diventò rossa in viso ed a bassa voce disse: si.
Bene, dovremo organizzarci perché ho già voglia di tornare a letto con te. Meglio se andiamo… E a mia moglie che lo guardava stupita: possibile che’?
Senti. Allungò la mano le prese la sua portandola sul cazzo. Tocca, solo a pensare che’mi è già tornata voglia.
Mia moglie poggiò la mano e poi lo guardò negli occhi .Disse: non ci credo’E la sua mano indugiò sul cazzo già in parziale erezione.
Anche io non potevo crederci..
Se la strinse lasciandosi andare: troiona . Ti voglio tenere sempre aperti tutti i buchi.
L’uccello di tuo marito ci ballerà dentro e non lo sentirai più.
E lui insistette . Mi vuoi ancora? Lo vuoi ancora? E le spinse la mano, già poggiato sul suo pacco per farne sentire la durezza. Rispondi.
Era una scena irreale. Un adulto ed una piccola, persa, bambina che non poteva, sapeva, dire no .
Lei: si .
Dillo bene.
Si, lo voglio.
Sei bellissima e in mezzo alle gambe hai l’inferno.
Un piacevolissimo inferno. Fantastico
Poi: l’ultimo bacio, senza rischio che ci vedano, per questa mattina.
Mia moglie gli andò tra le braccia. Un’ appassionata ‘limonata’. Poi finalmente si staccarono ed uscirono.
L’ultima immagine: loro che vanno verso la porta d’uscita e la mano di lui poggiata sul culo di mia moglie.
Finalmente quella lunga notte era terminata anche per me. Andai in bagno e mi feci una doccia
Non volevo pensare.
Feci colazione. Mi rivestii. Chiamai Elena chiedendole come fosse andata sapendo di già delle scontate bugie che mi avrebbe propinato. Chiuse con: ho voglia di vederti.
Bugiarda?
Andai a lavorare
Fine.

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