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Mia moglie Monica – Corsica, la competizione

By 25 Novembre 2021Febbraio 10th, 20222 Comments

Erano trascorsi due anni dalla nostra vacanza in Grecia e dalla prima esperienza sessuale di Monica con un altro uomo da quando ci eravamo conosciuti. Nel frattempo non ne aveva avute altre.
Quella piacevole trasgressione ci aveva dato un sacco di materiale su cui parlare, fantasticare ed eccitarci nei momenti di intimità.
Dopo due anni da allora, quell’estate decidemmo di trascorrere le nostre vacanze in Corsica.
Prenotammo in un piccolo resort in stile provenzale situato un po’ distante dai più frequentati centri turistici. Questo ci garantiva sia la tranquillità che la possibilità, qualora ne avessimo avuta voglia, di raggiungere velocemente qualche locale sulla costa.
Invece di usare l’aereo, optammo di andarci con la nostra Jeep. Avremmo allungato il viaggio e dovuto prendere il traghetto, ma la Jeep ci avrebbe garantito non solo la totale autonomia negli spostamenti, ma anche la possibilità di visitare un po’ di spiaggette appartate, impossibili da raggiungere con auto normali, quindi praticamente deserte.
Mai scelta fu più azzeccata. Infatti, i primi giorni, giusto per curiosità, visitammo alcune delle più rinomate spiagge. Niente da dire, erano bellissime, ma anche affollatissime e quindi l’esatto opposto di ciò che stavamo cercando.
Consultammo qualche mappa e trovammo alcune mete più confacenti al nostro desiderio di intimità.
Trascorremmo giorni idilliaci in spiagge deserte. Solo qualche avventuriero con il fuoristrada ogni tanto arrivava, ma era molto raro. Avemmo così la possibilità di fare l’amore sulla sabbia o in mare in ogni momento lo desiderassimo.
Alla sera, dopo una doccia ristoratrice, uscivamo a cena in qualche ristorantino e, al nostro rientro, bagno nella piscina del resort, quasi sempre deserta anch’essa.
Un giorno, mentre eravamo in una di quelle spiaggette appartate, avevo voglia di sesso, così iniziai a stuzzicare Monica. Inizialmente rispose positivamente ai miei approcci, ma poi mi disse: “Amore, perché non ci teniamo la voglia fino a questa sera? Così, quando torniamo dalla nostra cenetta, lo facciamo in piscina…”
L’idea era intrigante. Trascorremmo così la giornata in spiaggia tra tuffi, tintarella e un po’ di lettura.
Arrivò finalmente l’ora di rientrare al resort.
In camera facemmo la doccia; poi io, come il mio solito, mi misi a leggere mentre Monica si preparava.
Come di consueto, Monica curò maniacalmente la sua preparazione: dopo la doccia iniziò il suo rituale fatto di creme profumate, particolare cura dei suoi capelli biondi, smalto sulle unghie di mani e piedi e un po’ di trucco. Infine, il vestiario. Aveva già tirato fuori dall’armadio il miniabito bianco, aderentissimo e cortissimo, ma era indecisa sull’intimo. Interruppe la mia lettura chiedendomi di scegliere tra un perizoma color carne, sottilissimo e piccolissimo, che sarebbe risultato completamente invisibile sotto il miniabito, oppure il tanga bianco in lycra, a vita alta, aderentissimo.
Se si fosse trattato di andare in un locale dalle parti di casa nostra, avrei sicuramente optato per il perizomino, più discreto e raffinato, ma per la nostra serata con intenti piccanti preferii che indossasse il tanga bianco che era visibilissimo sotto il vestito. Ero parecchio infoiato, per cui volevo mettere in mostra il più possibile la mia splendida moglie e mi piaceva che avesse l’aspetto un po’ “da zoccola”. Confessai a Monica il motivo della mia scelta.
Intese perfettamente, fece il suo sguardo complice e mi disse: “Sei il solito porcello…”
Uscimmo e dopo circa 20 minuti di auto arrivammo in paese. Lasciata la macchina ci incamminammo. Eravamo un po’ in anticipo rispetto all’orario della prenotazione del ristorante, per cui approfittammo per fare una passeggiata nelle vie del paese che a quell’ora erano piuttosto affollate.
Facevo di tutto affinché Monica si trovasse a camminare sola davanti a me. Vedere il suo splendido corpo fasciato da quell’abitino aderentissimo con il tanga ben in vista, le sue lunghissime gambe affusolate, il suo culetto muscoloso, reso ancora più guizzante dall’effetto dei tacchi alti, mi stavano facendo girare la testa.
Per non parlare di quando vedevo gli sguardi degli altri uomini che se la mangiavano con gli occhi… Ero in totale visibilio.
Arrivammo al ristorante dove cenammo a lume di candela sulla terrazza prospicente al mare. I camerieri facevano a gara per venire al nostro tavolo per avere una visione più ravvicinata su Monica.
Al termine della cena pagai il conto, ci alzammo, attraversammo la sala e Monica aveva tutti gli sguardi su di sé. Come suo solito assunse l’aria non curante di essere al centro dell’attenzione di tutti, ma era consapevole della sua sconvolgente bellezza e dentro di sé era piena di orgoglio. Il proprietario del locale ci venne incontro, mi salutò molto calorosamente esprimendomi il suo auspicio di averci ancora come suoi clienti e a Monica fece pure un accenno di inchino e il baciamano.
La precedetti e, quando fui fuori dal locale e lei ancora sulla porta, diedi un’occhiata al suo interno e notai che c’era ancora chi la stava guardando ed il titolare del locale stette sulla soglia dell’ingresso ad osservarla fino a quando non ci fummo allontanati.
Io le sorridevo e stavo scoppiando dall’orgoglio per ciò che Monica aveva provocato; lei era raggiante e mi disse: “Ma veramente faccio questo effetto?”
“Certamente amore, guarda che siamo nella realtà ed è tutto vero.”
“Pazzesco che ancora a 47 anni faccia tali stragi. Capisco quando avevo vent’anni, ma adesso…”
Replicai: “Amore, ma quando ti dico che dimostri al massimo 30 o 35 anni mi devi credere, non lo dico per farti un complimento, ma ti dico la pura verità, punto e basta. È ora che te ne convinca.”
Arrivammo alla macchina e tornammo al nostro resort.
Mentre parcheggiavamo, con nostra sorpresa, e un po’ di disappunto, notammo che quella sera la piscina non era deserta come al solito, ma c’era un gruppo di sei o sette ragazzi e ragazze francesi di età tra i 25 e i 30 anni. Questo avrebbe potuto mandare a monte la nostra intenzione di fare l’amore in piscina.
“Che palle!” disse sbuffando Monica.
“Vediamo come evolve la situazione…” pensai io senza dire niente.
Mentre salivamo la decina di scalini che separavano il parcheggio dal giardino, Monica mi precedeva ed io avevo il suo splendido culo in primo piano, che ondeggiava ad ogni scalino e riuscivo anche a vedere la sua patatina fasciata dal tanga.
Terminati gli scalini, si aggiustò il miniabito che nel frattempo era salito vertiginosamente.
I componenti del gruppo stavano ridendo e scherzando tra loro ma uno la vide e, a voce alta, disse in francese: “Regardez quelle beauté! (Guardate che bellezza!)”
Monica, che parla perfettamente francese, comprese l’esclamazione, si voltò di scatto verso di me, non disse niente ma sprizzò scintille dagli occhi.
“Hai fatto colpo anche qui!” esclamai.
Ci avvicinammo al gruppo rimasto completamente ammutolito. Tutti i ragazzi non le toglievano gli occhi di dosso; quella che doveva essere la fidanzata del tipo dell’esclamazione, probabilmente molto gelosa, gli dava delle spinte.
Monica sorrise e chiese, nel suo perfetto francese, se gli fosse dispiaciuto se ci fossimo accomodati anche noi in piscina.
Tra i ragazzi, dopo un attimo di totale sorpresa e forse anche di imbarazzo nel rendersi conto che l’esclamazione del loro amico era stata sentita e compresa da mia moglie, scoppiò la gara a liberare due sdraio occupate solo dalle loro cose e uno di loro le chiese perfino dove preferisse che gliela posizionasse.
Eravamo in imbarazzo da tanta cortesia e disponibilità. “Tutto merito della bellezza aliena di Monica.” pensai.
Ci sistemammo sul lato della piscina opposto rispetto ai francesi. I ragazzi ripresero a conversare tra loro ma notavo che gli sguardi verso Monica, ancora in piedi, non si esaurivano.
“Amore, dici che do troppo scandalo se mi tolgo il vestito qui? O è meglio che salga in camera?”
Dato che non perdevo occasione per esibirla, la mia risposta fu la più ovvia possibile: “Toglilo pure qui.”
“Ma rimango in mutandine?”
“Non preoccuparti, potrebbero essere un costume da bagno bianco…” replicai.
Monica si convinse e iniziò a sfilarsi il miniabito.
Tra i ragazzi francesi si fece nuovamente silenzio. I maschi erano estasiati dalla visione che gli offriva il culo di Monica, incorniciato dal tanga bianco. Le ragazze del gruppo non furono così entusiaste a differenza dei loro compagni. Ma chissenefrega!
“Amore, ci facciamo il bagnetto?” disse lei appena ebbe finito di togliersi vestito e sandaletti.
“Andiamo pure, dammi solo il tempo che mi spogli anche io.”
Monica, sempre per la serie “non facciamoci notare troppo visto che fino ad ora siamo passati inosservati”, si buttò in acqua con un fragoroso tuffo che nuovamente attirò gli sguardi di tutti i presenti.
Io, rimasto con i miei boxer blu, entrai in acqua più rilassatamente non volendo suscitare nuove attenzioni.
Monica nuotò a stile libero la prima vasca in direzione dei francesi. Arrivata al bordo fece una piroetta per invertire la direzione e nuotare a dorso.
Trovandosi un po’ distante da me, non potei notarlo subito, ma agli altri ragazzi non sfuggì che il suo tanga in lycra, una volta bagnato, era diventato completamente trasparente, praticamente invisibile, mettendo in piena mostra la sua patatina depilata tranne una sottile strisciolina.
Per due delle ragazze francesi la misura fu colma: iniziarono a discutere con i rispettivi fidanzati accusandoli di non togliere gli occhi di dosso all’italiana, dicendo loro che erano dei “cochons” (maiali) e via dicendo.
I loro fidanzati cercavano di giustificarsi, ma le due ragazze si alzarono e se ne andarono incazzate, seguite dai rispettivi compagni che goffamente continuavano nelle loro giustificazioni. Assistetti alla scenata di gelosia sorridendo e pensai, un po’ perfidamente: “Cari ragazzi, mi sa che stasera non trombate.”
Due ragazzi e una ragazza, forse di vedute più aperte, continuavano ad osservare Monica che nuotava e mi pareva di intuire apprezzamenti molto positivi ed educati per la bellezza di mia moglie.
Mentre lei terminava la seconda vasca, io mi ero appoggiato all’angolo della piscina dalla nostra parte. Monica mi raggiunse, manifestò tutto il suo gradimento per la temperatura dell’acqua e iniziammo a sbaciucchiarci.
Iniziammo anche a toccarci un po’, molto discretamente per non essere visti dai rimasti a bordo vasca, perché entrambi avevamo veramente tanta voglia di fare sesso.
“Dici che poi se ne andranno?” Mi chiese.
“Spero che non decidano di passare la notte qui!”
Continuammo tra effusioni e qualche nuotata per una quindicina di minuti.
Uno dei due ragazzi francesi e la ragazza salutarono il loro amico. Fecero un cenno di saluto anche nella nostra direzione, saluto che ricambiammo sorridendo.
Ora era rimasto l’ultimo componente del gruppo, probabilmente il single, dato che quelle che sino ad ora si erano allontanate erano tre coppie.
Il ragazzo era rimasto sulla sua sdraio e trafficava con il cellulare.
“Ma questo non se ne va? Ha deciso di rimanere a reggere il moccolo?”
“E che ne so amore?” le risposi. Poi aggiunsi: “Tu continua a nuotare, io vado a far amicizia con lui e sondo le sue intenzioni.”
“Ok amore, ma torna presto che ho voglia!”
Uscii dalla piscina, presi l’asciugamano e mi diressi verso il ragazzo. Lo salutai con un cenno e gli chiesi se parlava inglese. Mi rispose che un po’ lo parlava. Ci presentammo e mi chiese se gradivo una birra. Accettai e prese una lattina da una borsa termica che teneva vicino alla sdraio.
Ci chiedemmo vicendevolmente di dove eravamo, che lavoro svolgevamo, da quanto tempo eravamo in Corsica e via dicendo.
Monica continuava a nuotare come una sirena. Il ragazzo la guardava spesso e, dopo una delle sue guardate in direzione di mia moglie, mi chiese se era mia moglie o la mia fidanzata. E aggiunse: “Con tutto il rispetto, tua moglie è veramente di una bellezza straordinaria, complimenti.”
Gli sorrisi pieno di orgoglio e alzai la lattina di birra augurandogli buona salute.
Poi mi chiese se avendo al proprio fianco una donna così non si prova gelosia.
Gli risposi che dipende dal livello di conoscenza di chi ti sta a fianco. Sicuramente non ci sono certezze scolpite nella pietra, ma la fiducia e il legame profondo sono imprescindibili in un rapporto sereno.
Poi, un po’ più audace mi disse: “Deve essere veramente straordinario fare l’amore con una tale bellezza…”
“E sì, sono veramente un uomo felice ed appagato. È bravissima a fare l’amore, abbiamo una assoluta complicità e ogni tanto posso permettermi di chiederle qualche trasgressione.”
“Cosa intendi per ‘qualche trasgressione’? Intendi che non le importa se vai con qualche altra donna?”
Gli risposi: “Ma che, sei pazzo? Ti pare che con una donna così abbia necessità di andare con altre? No, la cosa è un po’ diversa…”
“E cioè?” Mi chiese molto curioso.
“Aspetta qui qualche minuto e vediamo se questa sera la fortuna ti sorriderà.”
Mi alzai e mi diressi verso la piscina. Il ragazzo mi seguiva con lo sguardo e con un punto interrogativo stampato in faccia.
Entrai in acqua, Monica mi si avvicinò e mi chiese: “Cosa vi siete detti? Ha intenzione di andarsene?”
Le risposi con questa domanda: “Avresti voglia di qualcosa di più piccante del solito?”
“E cioè? Vorresti forse che lo facessimo con lui come spettatore? Per me potrebbe anche andare…” mi disse, e la sentii eccitarsi.
“Avrei un’idea che mi intriga ancora di più…”
“Dimmi…”
“Avrei in mente una sorta di competizione tra me e il tipo…”
Monica mi guardava sempre più incuriosita.
Ripresi: “La competizione potrebbe svolgersi così: io e il ragazzo ci accomodiamo sulla scalinata della piscina, e tu ci seghi contemporaneamente così vediamo chi riesci a far venire per primo. Vince chi resiste di più senza sborrare. Il vincitore fa l’amore con te, sempre sulla scalinata della piscina. Il perdente deve assistere alla scopata fino alla fine.”
Monica mi guardò cercando con tutte le sue forze di trattenere la risata. Lo sguardo era scintillante e capii che aveva gradito la proposta…

Il racconto completo è stato rivisto e migliorato e lo potete trovare su Amazon a cura della casa editrice “Sogni Piccanti” nel volume “Mia moglie Monica – Vita lussuriosa di una amazzone” di Max de Zena. Andate a darci un’occhiata, non ve ne pentirete!
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2 Comments

  • Massimo Ottonello Massimo Ottonello ha detto:

    Ciao, ho appena finito di leggere questo tuo ultimo racconto e devo dire che mi è piaciuto molto, come anche tutti gli altri. Io faccio parte di una casa editrice che pubblica soprattutto e-books del genere dei racconti scritti da te e ti voglio chiedere se ti consiglio con noi. Se ti interessasse quanto ti propongo rispondimi a max16146@libero.it e verrai contattata per ricevere maggiori informazioni. Un saluto da Max

  • Massimo Ottonello Massimo Ottonello ha detto:

    Ti rimando il mio commento perchè il precedente è stato pubblicato con un testo modificato. Quello esatto è questo (almeno spero!): Ciao, ho appena finito di leggere questo tuo ultimo racconto e devo dire che mi è piaciuto molto, come anche tutti gli altri. Io faccio parte di una casa editrice che pubblica soprattutto e-books del genere dei racconti scritti da te e ti voglio chiedere se ti piacerebbe collaborare con noi. Se ti interessasse quanto ti propongo rispondimi a max16146@libero.it e verrai contattato per ricevere maggiori informazioni. Un saluto da Max

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