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Monsur

By 13 Gennaio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Era il primo anno di università a Milano, il cambio di vita e di abitudini era stato traumatico per me.
Il primo trauma era avvenuto prima di partire, il mio ragazzo era entrato con una borsa di studio in un’università di Roma mentre io volevo andare a tutti i costi al Politecnico di Milano, iniziarono i primi litigi, e la situazione diventata pesante terminò con la fine della nostra storia già nel mese di marzo.
Poi il secondo trauma fu mio padre, io cercavo come tutte le ragazze normali una stanza in affitto in una casa con altre ragazze, anche perché sarei andata a Milano da sola, nessuno dei miei amici sarebbe venuto con me, erano tutti orientati tra Bologna, Urbino e Roma. Invece mio padre pensando di fare cosa gradita mi comprò un monolocale vicino l’università dicendo che se stavo da sola potevo studiare meglio. Inoltre tra le clausole della mia permanenza lontana da casa c’era l’obbligo di avere una media superiore al 27 e l’essere al pari con gli esami. Pena il trasferimento da Milano ad Ancona, città molto meno costosa.
Mi ritrovai single, senza amici e immersa nello studio nella grande Milano, all’università non legai particolarmente con nessuno, ci si vedeva tra compagni di corsi la sera nei soliti posti ma non potevo dire di aver stretto delle nuove amicizie.
Anche il vero sesso era diventato un miraggio, finita la storia con Roberto, non avevo più fatto sesso, nel mio paese i ragazzi erano sempre gli stessi e nessuno che mi interessasse particolarmente, con i turisti era impossibile perché i miei fratelli mi stavano sempre con il fiato sul collo. Speravo che una volta all’università le cose cambiassero, invece in qualche modo peggiorarono, io ero abbastanza carina però a differenza delle altre non andavo in giro mezza nuda e non la davo dopo 5 minuti di conoscenza. Così scartati i primi ragazzi che tentarono un approcio, venni etichettata come la suora che se la tira e i ragazzi che si facevano avanti erano sempre meno e in ogni caso nessuno che risvegliasse i miei ormoni.
Tutte le mie voglie venivano soddisfatte da sola, ormai era diventa un’abitudine frequentare chat per adulti e masturbarmi con del vitual sex o davanti a un video porno. Così passarono i mesi e arrivò il mese di marzo, una volta arrivato il 20 sarebbe stato un anno senza aver mai fatto del vero sesso.
Con gli esami ero messa bene e lo stesso la mia media voti molto alta, così decisi di prendermi qualche settimana di relax dagli studi, uscire di più la sera e cercare di trovare un ragazzo per del sano e vero sesso prima di arrivare a quel limite psicologico del 20 marzo. Inziai a uscire tutte le sere, e a dare corda a tutti i ragazzi anche quelli che non mi piacevano. Però nulla di fatto, qualche limonata, qualche toccatina ma non riuscii ad andare oltre e la scadenza si stava avvicinando. Così arrivò domenica 18 marzo, stavo per avere una crisi di nervi, non riuscivo a capacitarmi di non essere riuscita a fare sesso in quelle settimane neanche con ragazzi che secondo le mie convinzioni dovevano cadere ai miei piedi con uno schiocco di dita. Così mi iniziai a preparare per la serata, la mattina andai dall’estetista per una depilazione full body, il pomeriggio dal parrucchiere, poi shopping, comprai vestito scarpe borsa e cappottino. Tutto estremamente sexy e provocante. I vestito era un tubino nero estremamente corto che metteva in risalto il mio seno nonostante fosse molto piccolo, scarpe tacco 12 d un cappottino avvitato per il freddo. Tornata a casa ormai tardi, mi feci una doccia veloce, mi infilai i nuovi acquisti, trucco e uscii di casa con la determinazione di andare a letto con il primo che ci avesse provato.
Chiamo il taxi e mi faccio portare davanti a un locale sui navigli, saluto gli amici, ma nessuno che si faceva avanti in modo esplicito. Si era fatta l’ora di spostarsi in discoteca, con una scusa mi incammino da sola nella speranza che qualche sconosciuto mi abbordasse, ma anche qui poca fortuna. Vado al tavolo dei miei amici e ebbi un discreto successo grazie al mio nuovo look ma tutti quelli che si fecero avanti erano troppo ubriachi per riuscire a terminare la serata nel mio letto. Ormai era tardi, rassegnata mi bevo direttamente dalla bottiglia la vodka avanzata e mezza sbronza mi dirigo verso l’uscita e mi metto sulla via ad aspettare un taxi che di solito a quell’ora passano spesso.
Mentre sono li sola a fumare una sigaretta mi avvicina un ragazzo di colore, non proprio il mio tipo, non per il colore della pelle ma per il fisico, a me piacciono i ragazzi non molto alti e dai fisici scolpiti, lui sarà stato quasi 2 metri per non so quanti kili ma sicuramente tanti. Mi hanno subito colpito i suoi vestiti molto eleganti e di alta sartoria, qualche giorno dopo mi spiegò che era stato adottato da una famiglia facoltosa.
Un po’ la sbronza, un po’ il fatto che mi stava praticamente spogliando con gli occhi, un po’ che era la mia ultima speranza di fare sesso in quella notte che stava finendo, decido di dargli corda, ci facciamo una passeggiata in centro, facciamo colazione insieme e finalmente cosa che non succedeva da una vita mi propone un passaggio a casa con il classico sguardo di quello che pensa solo a scopare nel primo parcheggio buio. Di andare in macchina con uno appena conosciuto non ne avevo molta voglia, così provo a testare la sua voglia di infilarsi dentro me. Lo bacio per tranquillizzarlo, &egrave stato un bacio pieno di passione e di voglia, mi sono messa a sedere sopra di lui mentre era seduto, l’ho stretto a me e gli ho fatto scivolare la mia lingua dentro la sua bocca e lui a contraccambiato con la sua. Dopo la limonata e le sue palpatine al mio sedere, gli dico che torno a casa mia con un taxi e che aspetto il campanello che suona con lui alla porta. Gli chiedo il numero di telefono e gli mando un sms con il mio indirizzo e il numero di interno. Poi gli do un bacio a stampo e lo lascio a sedere mentre vado verso la fermata dei taxi.
Rientro a casa, corro in bagno a darmi una rinfrescata alle parti intime e al resto, sono indecisa se spogliarmi o meno, ma mentre ci penso suona il campanello, accendo il videocitofono, &egrave lui Monsur. Gli dico il piano e lo aspetto sul pianerottolo. Gli faccio strada fino al divano e gli chiedo se vuole qualcosa da bere.
Lui senza dire nulla si avvicina a me, mi inizia a baciare, prima in bocca, poi sul collo, mi stringe a lui, a causa della sua pancia non entro in contatto con il suo cazzo, non ero mai stata con un ragazzo di colore e volevo testare se le leggende sul loro conto erano vere. Mi solleva di peso e mi porta dalla parte opposta della stanza, in prossimità del mio letto, con le sue grandi mani riesce, con un po’ di difficoltà, ad aprire la zip del vestito e a sfilarmelo, si allontana leggermente per guardarmi in perizoma e reggiseno, in quel preciso istante, come un segno del destino va via la corrente elettrica, l’unica flebile luce viene dalla finestra dalla quale entra un po’ di luce dei lampioni sulla strada.
Lui mi ristringe fra le sue braccia e ricomincia a baciarmi mentre con una mano mi palpa il sedere e con l’altra mi slaccia il reggiseno, una volta a seno nudo mi gira di spalle e mi lecca tra collo e orecchio, mentre una mano si insinua sotto le mie mutandine e un grosso dito entra senza esitare dentro la mia patatina, con l’altra mano mi slaccia il reggiseno e lo fa cadere a terra, io accarezzo con le mani il suo grande testone.
Quella posizione mi eccita da morire, spingo il sedere verso di lui ma si blocca ancora una volta sulla sua pancia e non riesco a sentire il suo cazzo pieno di eccitazione. Mi dà una forte spinta in avanti e mi fa cadere sul letto, io sorpresa mi giro di scatto cercando le sue mani nella penombra, mi dice di girarmi e di tornare stesa. Mi riallungo sul letto come appena caduta, sento lui appoggiarsi sul letto, mi palpa il sedere e in pochi istanti sfila le mutandine. Sento che inizia a spogliarsi e mentre lo fa mi dice di aspettarlo così senza muovermi, e mi tranquillizza anche sull’uso del preservativo che si stava infilando.
Si rimette sul letto e di peso mi alza il sedere, e mi dice di mettermi a sedere all’insù con la testa bassa, io acconsento alle sue richieste, &egrave la prima volta che faccio sesso con un ragazzo diverso da Roberto, e sono curiosa di assecondarlo in tutto, sento che si mette dietro di me in ginocchio per terra, mi inizia a leccare la patatina su tutta la lunghezza delle labbra, poi con la lingua si dedica alla parte più vicina al clitoride e con il un dito inizia a penetrarmi lentamente ma fino a farmelo sentire completamente dentro, &egrave la prima volta da un anno che qualcosa di caldo si insinua dentro me. Il mio corpo inizia a tramare, mi sento andare a fuoco mentre lui continua a leccarmi e a penetrarmi con quel dito. Mi inizio ad abituare ai suoi movimenti, sento la mia patatina bagnarsi, le gambe smettono di tramare e proprio in quel momento sento un secondo dito entrare dentro la mia patatina. Però stavolta inizia a far entrare e uscire velocemente le dita dentro di me, io inizio ad ansimare di piacere, smette di leccarmi e si concentra in quel veloce avanti e indietro. La mia patatina &egrave un lago di piacere.
Sento le dita uscire e lui alzarsi facendo forza con le sue mani sul mio sedere, mi tiene bloccato il sedere in quella posizione per qualche secondo, gli sto quasi per chiedere di potergli fare un pompino me sento improvvisamente i suoi pollici allargare le mie piccole labbra e la punta del suo membro appoggiarsi sulla mia patatina calda e piena di piacere. Un brivido percorre tutto il mio corpo, &egrave il secondo uomo della mia vita, mi inizia a battere forte il cuore, mi sembra di rivivere la mia prima volta ma stavolta non &egrave una favola con il principe azzurro ma un racconto dark con l’uomo nero grande e grosso che viola la dolce principessa.
In quella posizione mi penetra solo con la punta ma già mi basta per farmi avere un gemito, rimane fermo qualche istante, poi fa scivolare le sue grandi mani dal mio sedere ai miei fianchi e mi stringe forte, inizia a spingere il suo cazzo dentro di me, mi inizia subito a tirare la patatina, mi manca il fiato, gli vorrei dire di fare piano ma le parole rimangono in gola. Monsur continua a spingere il suo grosso cazzo dentro di me, &egrave largo, sento la mia patatina allargarsi come non si era mai allargata prima, lui continua a entrare, inesorabile, duro, non dice niente, nella stanza si sente solo il mio respiro affannoso. Si ferma, spero sia tutto dentro ma la sua voce rompe ogni mia speranza’
‘Sara mi sono accorto che sei molto stretta, non ti voglio far male, quindi farò molto piano, tu rilassati e asseconda i miei movimenti, vedrai che tra un po’ scomparirà il dolore e inizierai a godere come non ti &egrave mai successo prima.’
Il mio cervello &egrave in tilt tra dolore e piacere e le uniche parole che mi escono dalla bocca sono:
‘Zitto e scopami’
Alla mia esortazione detta con la voce rotta dal fiatone, Monsur sorride e inizia a tirare fuori il suo cazzo, lo fa uscire di qualche centimetro poi ritorna dentro, inizia un lento ma potente avanti e indietro, ogni volta che entra lo sento sempre più dentro, il suo cazzo a ogni colpo si fa strada dentro di me. Ormai sento la sua pancia sbattere contro il mio sedere, nulla era mai entrato così in fondo, neanche i miei dildo che in quel periodo mi facevano compagnia quasi ogni sera. Però aveva ragione lui, ora che era tutto dentro e a ogni colpo sentivo tutta la sua grandezza il dolore stava scemando lasciando spazio a un piacere unico.
Mi scopa in quel modo lento ma continuo per molto tempo, circa mezz’ora.
Poi senza preavviso tira fuori il suo cazzo e lascia i miei fianchi, io quasi come sfinita dopo una maratona, mi stendo sul letto senza forze, cercando di riprendere fiato, all’improvviso torna la corrente, i nostri occhi ci mettono un po’ per abituarsi di nuovo a tutta quella luce, lui mi chiede dove si trova l’interruttore per spegnerla ma gli dico di lasciare perdere, preferisco continuare con la luce accesa.
I miei occhi tornano a vedere, e la prima cosa che vanno a cercare &egrave quel cazzo che mi stava dilaniando la patata, era enorme, oserei dire come quelli che si vedono nei film porno con i neri extradotati. Non mi lascia il tempo di commentare quella visione che mi prende per le caviglie e mi alza le gambe, si mette sopra di me posizionando le mie gambe sulle sue spalle. Con una mano si aiuta a posizionare il cazzo in direzione della mia patatina, lo fa entrare qualche centimetro, poi mi dice,
‘adesso Sara ci divertiamo per davvero’
Sento improvvisamente il suo cazzo sprofondare dentro di me, istintivamente urlo, lui soffoca il mio urlo mettendomi una mano davanti alla bocca, poi tenendomi sempre la bocca chiusa con la mano, lo tira quasi completamente fuori e rientra improvvisamente, i colpi sono violenti, si spinge con tutta la forza che ha, ogni volta entra e esce più velocemente, io non ho più il fiato per urlare, lui se ne accorge e toglie la mano da davanti alla bocca e si riposiziona sopra di me, le sue mani poggiano sul letto sopra le mie spalle, per non farmi spostare quando la sua pancia sbatte contro di me, mi scopa velocemente, con potenza, non immaginavo che un uomo potesse avere tanta forza, il mio volto &egrave coperto di lacrime, quei colpi sono troppo potenti, il piacere non riesce a far breccia nel dolore che ogni colpo mi provoca, lui mi scopa fregandosene delle mie lacrime, io non riesco a dir nulla, le parole si fermano tutte in gola. Dopo almeno 10 minuti di quella devastazione, si ferma improvvisamente con il cazzo completamente dentro di me. Anche lui con il fiatone per lo sforzo che stava facendo.
Riesco a parlare :
‘ basta ti prego, mi fai troppo male’
Lui: ‘Si adesso mi fermo’
Inzia a uscire lentamente ma all’improvviso si blocca e torna prepotentemente dentro, io non urlo ma credo che il mio dolore e il disappunto era più che visibile sul mio viso, da altri 5 o 6 colpi poi esce completamente da me.
Come molla la presa le mie gambe cadono senza forza sul letto mentre i miei occhi pieni di lacrime cercano di seguire i suoi movimenti, mi prende con una mano da dietro la nuca e di peso mi fa sedere sul bordo del letto con lui in piedi vicino al mio viso. Si toglie il preservativo e lo butta a terra, inizia a masturbarsi velocemente vicino al mio viso, mi ordina di leccargli le palle ma io non riesco, sono ancora troppo scombussolata dalla penetrazione appena avvenuta, inizia a mugolare anche lui, mi piazza la punta del suo cazzo davanti alla faccia e mi riempie di sperma il viso, i capelli e il seno. Lo sperma &egrave veramente tanto, il mio ex non ha mai avuto un orgasmo del genere, mi guardo allo specchio affianco al letto, sono completamente bianca su tutto il viso.
Molla la presa dalla mia nuca e io cado quasi a peso morto sul letto, lui si sdraia in silenzio affianco a me, gli chiedo di aiutarmi a mettere la testa sul cuscino, lui mi aiuta in modo molto dolce e in silenzio. Ci mettiamo sdraiati sul letto uno affianco all’altra, lui si mette sul fianco per guardarmi meglio, io inizio a riprendere un po’ di senno e decido di fare una cosa che non facevo da anni, con la mano mi inizio a pulire lo sperma e quello che raccolgo lo faccio scivolare nella mi bocca e lo ingoio. Lui sorride molto soddisfatto ma non proferisce parola, probabilmente aspetta che sia io la prima a parlare. Mi specchio e vedo che il mio viso &egrave tornato normale, sul comodino affianco al letto prendo il pacchetto di sigarette, ne accendo una, ne offro una a Mansur ma lui mi fa cenno di no con la testa. Mi fissa mentre fumo, io non parlo, devo mettere ordine nella mia testa. Finisco la sigaretta poi gli dico:
‘Mansur sono stremata, ti prego rivestiti e và via’
Lui senza dire nulla va in bagno, poi torna si riveste velocemente e và verso la porta.
Io: ‘ Mansur’.sei stato fantastico’se ti và chiamami quando vuoi’
Lui sorride, mi saluta, e se ne và.
Io mi addormento così, completamente sporca del suo sperma, nuda e dolorante.

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