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Racconti Erotici EteroTrio

Nadia: capitolo 1 – come ci siamo conosciuti

By 9 Luglio 2021No Comments

Il seguente racconto è frutto in parte di realtà ed in parte di fantasia, se vi sarà piaciuto lasciatemi un commento all’indirizzo nadiagang@libero.it
Se il mio stile vi è piaciuto e se volete che scriva qualcosa per voi, chiedetelo all’indirizzo sopra.

Alla fine del 1979 iniziai l’università in una città del nord famosa per il suo ateneo, uno dei più antichi di Italia. Mi iscrissi ad ingegneria e nel nostro corso eravamo circa un centinaio di cui solo 10 ragazze, in quegli anni infatti era una facoltà che vedeva una bassa percentuale di presenza femminile.
Non c’era nessun mio compagno dei tempi del liceo così mi sedetti dove trovai posto di fianco ad un ragazzo che scoprì poi si chiamava Mauro ed abitava li, non come me che ero studente fuori sede.
In breve facemmo amicizia e naturalmente commentavamo la scarsa presenza femminile, Mauro mi disse di non preoccuparmi che in altre facoltà la presenza del gentil sesso era abbondante e che nelle aule del cortile di fianco dove si svolgevano le lezioni di lingue era “come andare in pasticceria”.
Nell’intervallo facemmo un salto li ed in effetti la percentuale di ragazze era elevatissima.
Al termine delle lezioni Mauro mi disse, stasera esco con i miei amici, andiamo a prenderci una birra ad un pub, vuoi venire con noi? Visto che non conoscevo nessuno in città e che non avevo molto da fare accettai volentieri.
Era autunno ma la giornata era molto bella e calda per il periodo però la sera la temperatura cala-va sensibilmente, la differenza fra fuori e dentro il locale era sensibile per cui quando entrai mi si appannarono di colpo gli occhiali e nel locale fumoso (all’epoca non esisteva il divieto nei locali pubblici) dovetti guardarmi in giro un momento prima di vedere dove era Mauro. Era seduto in una lunga tavolata e con lui una dozzina circa di persone ragazze e ragazzi, mi avvicinai e lui e la ragazza che aveva vicino si spostarono sulla panca lasciandomi lo spazio per sedermi. Mauro mi presentò alla compagnia e scoprii che la ragazza che si era spostata per farmi spazio era quella con cui stava insieme e si chiamava Nadia. Nadia era bionda, occhi verdi lineamenti regolari a parte il naso leggermente storto, fisicamente non potevo dire molto, indossava però una maglia rossa attillata che ne metteva in risalto il seno non molto grosso ma sicuramente senza reggiseno. La serata passò piacevolmente ed alla fine Mauro e Nadia mi accompagnarono a piedi fino al mio alloggio. Avevo trovato una stanza da una affittacamere, niente di particolarmente bello ma pulito e vicino all’università quindi molto comodo. Il bagno in comune con altre due stanze era la scomodità del posto ma il budget che mi miei potevano fornirmi per avere la comodità dello studente fuorisede era quello.
Dopo qualche settimana in cui mi alternavo a frequentare Mauro e la sua compagnia e altri compagni di corso, ragazze di altre facoltà amiche di miei compagni del liceo, presi la decisione di trovarmi un lavoro serale per raggranellare qualche soldo da mettere come differenza per avere un appartamento in cui stare anziché dall’affittacamere. Mi venne in soccorso un altro compagno (Franco) che stava in una casa con un affitto non troppo alto, in posizione abbastanza comoda e con due stanze, il suo compagno di casa era suo fratello che si stava laureando in economia e con l’inizio dell’anno avrebbe abbandonato il suo posto, era perciò alla ricerca di un nuovo coinquilino. Colsi la palla al balzo e da inizio dicembre cominciai a lavorare 5 sere alla settimana nella birreria dove ero andato la prima sera, avevo libere due serate ed un weekend ogni due. Con quanto prendevo e le mance l’appartamento me lo sarei potuto pagare tutto da me ma solo perché il contratto di affitto era con prezzo particolarmente buono. Passavano le settimane studio e lavoro mi riempivano le giornate, poco tempo per divertirmi nonostante fossi in una delle città universitarie più rinomate, tornavo a casa nei weekend in cui non dovevo lavorare; arrivò carnevale e nella città universitaria la goliardia impazzava, ogni sera c’erano feste a cui andare, ovviamente non per me visto il lavoro che mi serviva per pagarmi l’affitto.
Continuavo a frequentare Mauro con cui ero entrato ormai in confidenza, lamentava il fatto che Nadia, essendo all’ultimo anno di liceo, aveva molto tempo libero ed era molto vivace, riuscivano a fare l’amore solo in macchina quando tornavano dalle uscite con gli amici. Potevo capire se la sera prima aveva scopato o meno e quante volte dal livello di sonno che aveva a lezione. Mi raccontò che nella compagnia con cui uscivano, quasi tutti erano passato da lei ma che mediamente dopo 3/4 mesi la lasciavano perché i suoi appetiti sessuali erano troppo robusti.
Onestamente facevo fatica a credere che la ragazza che avevo visto una decina di volte fosse una specie di Messalina e che fossero le spacconate che si raccontano fra maschi.
Come stavo dicendo era il periodo di carnevale ed una delle mie sere libere Mauro mi disse se volevo andare ad una delle feste in programma ed accettai volentieri, fu in quella circostanza che Nadia mi stregò. Fino a quel momento la avevo incrociata qualche volta ma era un po’ che non la vedevo. Quella sera la festa era in maschera e quando entrai vestito da scozzese con tanto di kilt vidi Mauro vestito da angelo di fianco a lui nonostante gli occhiali mi si fossero appannati non potei fare a meno di notare Nadia, era vestita da diavolessa, una tutina rossa di lurex come una seconda pelle, niente reggiseno ed un tanga ridottissimo che si intuiva sotto la tutina. Completava la mise un paio di scarpe in tinta con un tacco molto alto e d’acciaio che la facevano ondeggiare in modo molto sexy nella camminata ed una coda birichina che usava a mo’ di corda per “frustare” chi le capitava a tiro.
Mi avvicinai ai due per salutarli, Nadia mi fece un gran sorriso e mi domandò se fossi un vero scozzese e se non avessi avuto freddo ai gioielli di famiglia, le risposi che se voleva poteva controllare direttamente e che non avrei opposto resistenza, lei e Mauro fecero una gran risata e la cosa sembrò essere morta li. Verso le 23:30 Mauro e Nadia mi salutarono perché lei doveva rientrare per l’una e volevano stare un po’ insieme.
Il mio compagno di appartamento, al contrario di me, tornava a casa tutte le settimane, partiva dopo il termine della lezione delle 13 del venerdì e dato che la prima lezione del lunedì era alle 11 arrivava con comodo in città giusto in tempo per frequentarla. Questo fatto mi lasciava casa libera nei weekend che trascorrevo lì e che nel frattempo, anche per risparmiare qualche soldo sui biglietti del treno, erano diventati 3 al mese. Una sera che ero libero invitai Mauro e Nadia a cena e gli proposi che se avessero voluto avere un po’ di tranquillità, considerando che io lavoravo dalle 7 all’una di notte potevano venire a farlo nella mia stanza con l’accordo che al termine avrebbero pulito e non lasciato troppo casino. Si guardarono negli occhi ed accettarono all’istante, Nadia mi disse anche che una delle ragazze della compagnia le aveva chiesto tante cose di me in particolare se ero impegnato. La ragazza era Monica, carina ma che non mi stuzzicava particolarmente ma che meritava comunque di provare ad uscirci. Così una sera Nadia organizzò una serata a 4, andammo a mangiare una pizza e quindi al cinema, durante la cena le battute a doppio senso si sprecavano ed entrai in confidenza con Monica che per l’occasione si era messa molto sexy minigonna, tacco ed una camicetta trasparente sotto la quale si vedeva un reggiseno di pizzo. Nadia e Mauro persero mezzo film pomiciando come due adolescenti e Monica mi mostrò chiaramente la sua disponibilità, approfittai della cosa e terminato lo spettacolo a mezzanotte la invitai da me. Arrivati in casa dalla stanza del mio coinquilino si sentivano gemiti inconfondibili e sorridemmo alla cosa, sulla soglia di casa Monica mi mise la lingua in bocca e mi spinse verso la stanza ridendo mi disse visto che di la si divertono non capisco perché non dovremmo farlo anche noi. Si tolse gonna e camicetta mentre io mi spogliavo e ci demmo da fare. Fu una scopata discreta, niente di memorabile, Monica nel dubbio si era portata i preservativi e ne facemmo buon uso. Alla fine però ci guardammo negli occhi e concordammo che non era scoccata la scintilla, che era stata una discreta scopata ma nulla di più. Lieto di non dover trovare scuse per sottrarmi ad una ragazza la accompagnai a casa a piedi e nel tragitto il discorso cadde su Nadia. Monica mi spiegò che era sempre stata vivace ma che non aveva mai “fregato” il ragazzo a nessuna. Quelli che passavano sotto le sue grinfie dopo qualche mese rinunciavano a lei perché non ce la facevano a starle dietro “sessualmente” parlando. Mauro stava resistendo più di tutti ed era quasi un anno che stavano insieme.
Nadia e Mauro tutti i sabato sera passavano a scopare da me e non avevo mai avuto di che lamentarmi trovando sempre tutto in ordine, ogni tanto m lasciavano un pensiero in cucina, una bottiglia, piuttosto che un dolce, io lavoravo o ero a casa e loro trovavano la cosa molto comoda.
Era quasi giugno quando Mauro mi disse che la sua storia con Nadia era agli sgoccioli, che si era divertito come un matto ma che mi ridava la chiavi di casa che gli avevo dato perché si stavano lasciando.

Considerando che frequentavo la stessa compagnia di Mauro e che ero fra i pochi che ancora non aveva scopato con Nadia, mi aspettavo che avrebbe potuto succedere come con Monica, mi bastava aspettare qualche settimana dopo che lei e Mauro si erano lasciati per poi invitarla fuori uno dei sabati che non ero al lavoro.
Era passato un mese da quando Nadia e Mauro non stavano più insieme e cominciavo a pensare di offrirle un aperitivo quando mi bruciò sul tempo. All’epoca non c’erano telefonini e neppure avevo il telefono in casa per cui ci si doveva vedere di persona, trovai invece un biglietto nella buca delle lettere in cui Nadia mi chiedeva se volessi uscire con lei proponendomi un aperitivo ed una cena per il sabato successivo perché sapeva che ero libero dal lavoro. Nel frattempo era arrivato maggio, Nadia aveva compiuto 19 anni e stava cominciando a pensare alla maturità magistrale che avrebbe affrontato di lì ad un paio di mesi. Io invece avrei avuto il mio primo esame a fine mese per cui ero abbastanza agitato. Nel biglietto mi diceva che la sera successiva sarebbe venuta con tutta la compagnia al pub e che se avessi accettato l’invito sarebbe bastato che mettessi la mano sulla sua spalla destra mentre prendevo l’ordine.
La sera successiva in effetti la compagnia si trovò al pub per una birra ma i miei tavoli erano tutti occupati per cui si sedettero ad uno che veniva servito da un altro ragazzo e non potei prendere io la comanda. Approfittai di un momento di tranquillità per passare a fare un saluto alla compagnia dei miei amici mettendomi fra Nadia e Monica che era seduta alla sua destra appoggiando una mano per ciascuna spalla in modo che il gesto sembrasse naturale.
Il sabato mi presentai in anticipo di 5 minuti al bar dove avremmo preso l’aperitivo e la vidi arrivare insieme a Monica, entrambe in minigonna e con sandali dai tacchi alti. La cosa mi lasciò un poco stranito e dopo che ci fummo seduti tutti e tre mi spiegarono l’arcano. Monica era l’autrice del biglietto, pur non essendo scoccata la scintilla mi trovava molto simpatico e le piaceva quando in compagnia eravamo seduti vicini e poteva parlare con me, in quei momenti aveva capito che ero fortemente attratto da Nadia ed aveva escogitato la cosa. La sera in cui mentre salutavo avevo messo la mano sulla spalla di entrambe, una volta uscite le aveva raccontato del biglietto. Nadia pensando che le stessero facendo uno scherzo aveva detto che si sarebbe presentata all’appuntamento tutta infighettata perché le piacevo e voleva perlomeno fare una scopata, ma che Monica avrebbe dovuto fare lo stesso, Monica aveva così accettato senza problemi. Scherzando aveva poi detto, visto che la mano la hai messa sulle spalle ad entrambe significa che l’invito valeva per tutte e due, ovviamente abbozzai rispondendo che non poteva andarmi meglio di così con due splendide ragazze solo per me sedute al mio tavolo. Andammo a cena e bevemmo abbastanza le battute a sfondo sessuale si sprecavano ed entrambe le ragazze mi avevano sfiorato il cazzo con gesti “casuali”. Entrambe mi avevano detto (cosa verissima) che se volevo sbirciare le gambe non era necessario che facessi finta di nulla e via dicendo. Pensavo che la serata sarebbe finita così e che tutti i miei piani di scoparmi Nadia quella volta fossero definitivamente saltati. Verso le 23 (Nadia doveva tornare a casa per le 2) avevamo finito la cena e volli fare un tentativo, Nadia ed io abitavamo non molto lontano dal ristornate mentre Monica (anche lei studentessa universitaria fuori sede di un anno più vecchia di me) stava dall’altra parte della città ed aveva lasciato la bicicletta con cui era arrivata non lontano dal bar dove avevamo preso l’aperitivo.
Decisi di giocarmi l’ultima carta, basandomi proprio sul fatto che Monica avrebbe avuto circa 15 minuti di percorso per tornare a casa e invitai le due ragazze da me per bere un ultimo bicchiere, accettarono entrambe e mentre salivamo le scale (stavo al 2 piano) le due ragazze cominciarono a baciarsi, prima sfiorandosi e mentre eravamo arrivati sul pianerottolo ed io stavo aprendo la porta, con la lingua in bocca. Ero stupito, non me lo aspettavo e soprattutto non sapevo come comportarmi, buttarmi in mezzo a loro rischiando di rompere l’atmosfera o aspettare che fosse una delle due a prendere l’iniziativa?
Il dubbio fu risolto in un attimo, non avevo ancora chiuso la porta alle spalle che le due ragazze si staccarono Nadia cominciò a baciarmi con una lingua così saettante che non mi era mai capitato mentre Monica mi slacciava cintura dei pantaloni li abbassava e mi prendeva il cazzo in bocca. Nel breve volgere di un paio di minuti eravamo tutti e tre nudi sul letto in una serie di combinazioni che sarebbero state degne del miglior sceneggiatore di un film porno. Prima si misero a slinguare il mio cazzo in due portandomi a poco dal venire poi lo abbandonarono e si misero a fare un 69 fra di loro. Io mi godevo lo spettacolo cercando di recuperare un minimo di lucidità e non fare la figura di quello che viene subito, meno di un minuto e Nadia che era sotto mi fece segno di scopare Monica, ovviamente non me lo feci ripetere due volte, mi infilai un preservativo e mi misi alle spalle di Monica per la più classica delle pecorine. Ad essere onesti non proprio classica perché mentre pompavo Monica la lingua di Nadia le lambiccava il clitoride ed il fusto del mio cazzo, ogni tanto quando lo stavo estraendo lo spingeva più fuori e se lo pigliava in bocca per un paio di pompate prima di rimetterlo nella figa gocciolante di Monica. La prima a venire fu proprio Monica che fra le leccate di Nadia ed io che la scopavo con ardore cominciò a gemere come non aveva fatto, pur venendo, la volta precedente che era stata a casa mia. Poi fu il mio turno con una sborrata lunga e copiosa, subito dopo Monica mi fece segno di girare intorno e di aiutarla a far venire Nadia, mentre lei la leccava mi misi sotto e mescolai la mia saliva con quella di Monica sul clitoride di Nadia. A 20 anni il cazzo torna duro in un attimo e mentre Nadia stava venendo ero pronto per il 2 round ma le due ragazze al momento non ne vollero sapere. Nadia mi disse: “non ci avevi invitato per bere qualcosa? Visto che del tuo pisello non abbiamo avuto nulla vedi di darci almeno un bicchiere di vino”.
Andando in cucina passai prima dal bagno per togliermi il preservativo e lavarmi un pochino e tornai quindi nella stanza con una bottiglia di Riesling e tre bicchieri, trovai le due ragazze che parlavano fitto fitto, versai un generoso bicchiere per ognuno e bevemmo dopo aver brindato.
Finito di bere Monica si diresse con i vestiti verso il bagno mentre Nadia restò nuda sul letto.
Dopo un paio di minuti Monica tornò dal bagno vestita di tutto punto pronta per uscire. “Dimmi che non sono una amica, sbavavi dietro Nadia, se ne sono accorti tutti e lei aspettava la tua mossa ma non ti decidevi così ho un po’ forzato la mano, buon divertimento e ricordati che deve essere a casa per le 2 altrimenti non la faranno più uscire”. Le risposi se era sicura di voler andare a casa da sola a quell’ora e se non volesse che la accompagnassimo, lei scherzando mi rispose che non potevo sottrarmi e che dovevo darmi da fare con Nadia che mi aspettava di là e mentre ero nudo sulla porta col cazzo dritto prima mi baciò sulla bocca e poi fece un salutino al mio arnese.
Tornai nella stanza e Nadia aveva appoggiato il bicchiere, mi venne incontro e mi disse che avevamo poco meno di due ore per divertirci e che avrei dovuto accompagnarla a casa una volta finito perché i suoi la aspettavano svegli e volevano sempre che ci fosse qualcuno con lei quando tornava a casa.
Detto questo con una mano mi prese il pisello iniziando lentamente a segarlo e con l’altra a mordicchiarmi i capezzoli. Non so se lo facesse con tutti o se Monica le avesse dato qualche indicazione sui miei punti deboli ma i capezzoli sono per me un punto sensibilissimo e comincia a gemere fortemente. Mentre mi riservava questo trattamento cominciai a muovere le mani pizzicandole a mia volta i capezzoli e visto che il suo orecchio era a portata iniziai a mordicchiarle il lobo. Boom anche lei cominciò ad ansimare. Andammo avanti 5 minuti buoni scambiandoci questo tipo di favori poi lei si staccò, prese un preservativo dalla scatola e me lo infilò con gran maestria. Era di gran lunga più esperta di me. Io all’epoca ero stato a letto con 4 ragazze contando anche Monica più un paio di ragazze con cui avevo fatto petting sulla spiaggia. Decisi che era il caso che guidasse lei, sicuramente avrei evitato di fare errori. Nadia si mise alla pecorina mi avvicinai da dietro lei prese il mio cazzo se lo strofino sulla figa per qualche secondo poi se lo infilò con un movimento all’indietro, Cominciai a pomparla perfettamente assecondato dai suoi movimenti e mi venne di sculacciarla, una pacca sul culo, neppure tanto forte le strappò un mezzo gemito ed un “ancora” la successiva fu un po’ più forte e mentre aumentavo la forza con cui la mia mano schiaffeggiava la natica, di pari passo il suo gemito cresceva in decibel e la mia cappella di ingrossava. Dopo circa tre minuti di quel trattamento si sfilò mi spinse sul letto e mi montò sopra. “ora guido io” fu quello che mi disse. Dava il ritmo e mi pizzicava con forza i capezzoli, un po’ mi dolevano ed un po’ mi eccitava il trattamento, sicuramente servì a farmi durare un poco di più perché il movimento pelvico mi provocava una sensazione come non avevo mai provato. Un altro paio di minuti e ricominciammo entrambi a gemere e godere, io finii di venire qualche secondo prima di lei ma lei continuò a saltare su e giù fino a quando non fu del tutto soddisfatta. Stramazzammo esausti sul letto. Era l’una passata e dovevamo ricomporci e la dovevo accompagnare a casa cosa che feci, fortunatamente abitava a meno di 5 minuti di dove stavo io così ritornai velocemente e mi buttai sul letto esausto ed incredulo per quello che mi era successo.
Il giorno dopo era domenica ma dovevo studiare per i primi esami universitari e mi aspettava l’esame di Analisi I di lì a breve, avevo messo la sveglia per le 8 e quando suonò emersi da un sonno quasi letargico in cui mi aveva lasciato la attività della nottata precedente. Feci colazione e studiai di buona lena anche se di tanto in tanto la testa tornava alla sera e notte prima. Verso ora di pranzo suonò il campanello e sbucò Monica con una borsa che conteneva un buonissimo arrosto. La scusa fu molto simpatica “dobbiamo finire la bottiglia di vino” per essere precisi per la seconda bottiglia ma non volli passare per pignolo. Le fette di arrosto che aveva portato le aveva preparate la sua coinquilina che avevo incontrato una volta che ero stato a casa sua.
Parlammo della sera precedente e mi disse che le dovevo un grosso favore e mi chiese se dopo che se ne era andata con Nadia avessi fatto una scopata un po’ più da ricordare rispetto a quella che ci eravamo fatti insieme la prima volta. Le confessai che era stato proprio così anche perché Nadia mi piaceva molto anche se non era più bella di lei. Rise a questa affermazione e mi disse che lo stesso effetto lo faceva a tutti gli uomini ed anche ad alcune donne come nel suo caso e di stare attento perché questo suo magnetismo sessuale ti svuotava e mi ricordò la lista dei suoi fidanzati degli ultimi due anni, ragazzi che facevano tutti parte della compagnia ed ai quali aveva tolto le ragnatele dal pisello disse ridendo. Le chiesi se pensasse che avrei potuto farci coppia, mi rispose di sì che le aveva detto del suo interesse ma anche che il fatto di riuscire ad averla come ragazza dipendeva molto anche da come e quanto la avrei scopata. Dopo aver preso il caffè mi propose di organizzarmi una nuova uscita con Nadia, che avrebbe fatto un po’ da ruffiana ma che essendo domenica il giorno dopo avrebbe dovuto andare a scuola per cui se la volevo vedere mi sarei dovuto accontentare del pomeriggio. Uscimmo e la chiamò da una cabina telefonica, rispose sua mamma con cui Monica parlò per un paio di minuti prima che le passasse Nadia. Restammo d’accordo che saremmo passati a prenderla per un gelato verso le 17 così tornai a casa per studiare un po’ e Monica si fermò da me per non dover tornare a casa, si era portata un libro e non la sentii più fino a quando non fu ora di passare da Nadia. Suonammo il suo campanello e vedemmo che salutava sua madre sul portone che le raccomandava di non tardare e che per le 20 doveva essere a casa. Ci avviammo verso la gelateria con le due ragazze sottobraccio e non potevo crederci, incrociammo un paio di miei compagni di corso che mi guardarono mi sembrò un po’ invidiosi. Seduti al tavolo della gelateria chiacchieravamo quando Monica vide alcuni suoi compagni di corso seduti ad un altro tavolo e si congedò momentaneamente lasciandoci a parlare. Nadia mi disse che era un po’ preoccupata per la maturità nonostante fosse una brava studentessa, difficilmente si sarebbe iscritta all’università per cui riteneva importante conseguire il diploma con una buona vota-zione per trovare lavoro al più presto e conseguire una sua indipendenza economica. In breve fu quasi ora di riportarla a casa, mi stampò un bacio in bocca con la lingua che mi fece avere una subitanea erezione che lei accarezzò velocemente nonostante fossimo per strada (anche se non battuta). Monica la accompagnò fino alla porta di casa e salutò sua mamma poi passò da me a riprendere il suo libro. Mi disse di non offendermi ma che anche la seconda scopata fatta la sera prima non era stata memorabile, aveva si goduto sia per il mio cazzo che per la lingua di Nadia e che mi avrebbe tenuto in considerazione come trombamico oltre che come amico. Mangiai qualcosa ve-ocemente e poi mi rimisi a studiare. Stavo sistemando il letto che era rimasto sfatto dalla sera prima quando trovai un tanga rosso che mi sembrava indossasse Nadia la sera prima. Ovviamente la cosa mi arrapai moltissimo e mi feci una sega perché non riuscivo a pensare ad altro che alla sera precedente.
Il lunedì cominciò con una lezione alle 9 poi andai due ore a studiare in biblioteca quindi un altro paio di lezioni, l’ultima delle quali fini in anticipo per via di un impegno del professore così alle 12:45 decisi di andare a prenderla fuori dalla scuola. Non riuscivo a capire se mi considerava il suo nuovo ragazzo o ero anche per lei una scopata occasionale come per Monica (non che mi sarebbe dispiaciuto). Quando mi vide salutò le due amiche con cui stava parlando, mi venne incontro e mi baciò con un bacio caldo per quanto consentissero i dintorni di una scuola. Ti accompagno a casa se vuoi le dissi e così feci, parlammo 5 minuti e non di più poi suonò il campanello ed il portone la inghiottì non prima che mi dicesse “passa a prendermi alle 18”.
Puntuale alle 18 ero sotto casa sua, uscì con un paio di jeans ed una maglietta attillata che ne esaltava le forme, completava il tutto un paio di scarpe da tennis. Mi salutò con un veloce bacio sulla bocca e ci avviammo per una passeggiata sul corso della città, mi teneva per mano come a mostrare un trofeo dopo un paio di vasche mi chiese se mi andasse di andare a casa mia. Ci avviammo, già lungo le scale mi si appicciò addosso, mi spinse contro il muro baciandomi con una foga incredibile mettendomi una mano sulla patta provocandomi un’erezione. Entrammo in casa e chiusa la porta alle spalle mi rifece lo stesso trattamento prima di inginocchiarsi e slacciarmi i pantaloni per quello che fu un inizio di pompino attaccato al muro. Mi mancavano quasi le gambe per le sensazioni che la sua bocca mi trasmetteva. Dopo un paio di minuti smise e mi disse che bastava e che voleva la sua parte. Detto questo si diresse, cominciando a spogliarsi, verso la camera che la aveva già vista protagonista il giorno prima. Mentre la seguivo vidi che la camera di Francesco era socchiusa e dallo spiraglio lui mi fece l’occhiolino come ad augurarmi una buona scopata.
In camera Nadia si spogliò completamente mentre facevo lo stesso, sotto jeans e maglietta indossava un paio di slip molto ridotti ed un reggiseno coordinato. Restò nuda e si mise a gambe larghe sul letto e mi disse che voleva essere leccata. Mi fiondai e cominciai a baciarle l’interno coscia per poi arrivare al clitoride, era ed è una attività fra le attività che preferisco fra quelle sessuali e quella volta lo feci con molta foga, Nadia dopo qualche secondo mi prese la testa fra le mani la tirò verso l’alto e mi disse, con più calma leccate lente e lunghe mi disse. Mi adeguai ai suoi suggerimenti e continuò a darmi degli input con leggeri tocchi delle mani fino a quando, dopo circa 5 minuti, mi premette con entrambe le mani la testa sulla passera mentre veniva. Quasi mi soffocava ma continuai imperterrito a lappare la passera per quanto mi piaceva. Mi lasciò andare solo quando si fu calmata un poco. Grazie mi disse, ne avevo bisogno, lo studio e l’idea della maturità che si avvicina mi rendono nervosa ed uno sfogo così mi ci voleva proprio. Continuò, mettiti comodo adesso che faccio divertire anche te. Mi misi seduto sul letto e lei andò alla borsetta e si mi-se un po’ di rossetto di un rosso intenso tendente al granata e la sua bocca fu ancora più sensuale. Cominciò dalla base e dai testicolo mordicchiandoli leggermente per poi passare all’asta sulla quale cominciò un su e giù senza arrivare alla cappella ma tenendola fra le labbra ed i denti insalivandola con abbondanza. Infine preso il fusto in mano si dedicò alla cappella mentre con l’altra mano mi pizzicava un capezzolo moltiplicando così le sensazioni, infine cominciò a succhiarla aumentando la pressione con la lingua ingoiandolo quasi fino alla radice ed a soffocarsi e facendo pompate lunghissima dalla base alla cima della cappella. Nel giro di qualche secondo da quando aveva iniziato l’attività venni copiosamente, non ingoiò ma si fece spruzzare tutti gli schizzi sulla bocca il naso ed il seno continuando a strofinarsi poi il cazzo sulla faccia spandendo così lo sperma come una crema di bellezza. Poi raccolse con un dito quello che era sul seno e se lo portò alla bocca come se dovesse gustare una prelibatezza. Lo assaporò e mi disse che adorava la sborra, le piaceva vedere la faccia del ragazzo che aveva davanti quando gli riservava quel trattamento. Ero esausto, lei andò sculettando verso il bagno per lavarsi ed in quel mentre Francesco aprì la porta della sua camera e si incrociarono. Francesco aveva ancora il cazzo in mano sporco di sperma ma si tirò indietro e disse “prima le signore”.
Nadia entrò in bagno come se fosse la cosa più naturale del mondo, Francesco con suo cazzo ritirato che gocciolava da fuori della porta mi disse “ma dove la hai trovata? A parte che è una bella figa, fa cose da paura, non è che ha una sorella gemella?”. Nadia usci dal bagno, ovviamente nuda e disse a Francesco, se devi farti le pippe guardandoci mettiti più comodo a meno che il tuo compagno di appartamento sia timido e gli dia fastidio. Quindi cominciò a rivestirsi e mi disse di muovermi che dovevo andare a lavorare in birreria e che le sarebbe piaciuto la accompagnassi a casa. Mi diedi una sciacquata veloce sul bidet mentre Francesco si stava facendo la doccia quindi mi vestii e la accompagnai verso casa. Ero stravolto per quello che era appena successo. Vero che mi avevano detto che Nadia era molto “spigliata”, altrettanto vero che il giorno prima la avevo vista lesbicare con un’altra ragazza e scopare con me in un triangolo che avevo visto solo sui giornaletti ma tanta sfrontatezza e naturalezza non me aspettavo. Mentre camminavamo Nadia mi disse che entrati in casa aveva visto che c’era qualcuno e che proprio per quello aveva scelto di cominciare a farmi il pompino nell’ingresso, mi piace farmi guardare mi disse e non ho preferenza fra ragazzi e ragazze, mi piacciono entrambi anche se trovare ragazze disponibili è difficile, finora a parte una esperienza al mare un paio di anni fa, l’unica con cui ho avuto qualche occasione di fare sesso è Monica. Eravamo arrivati, mi stampò un bacio sulla bocca e mi lanciò un “ci vediamo” mentre il portone le si chiudeva alle spalle. Quando e come non lo sapevo, lo avrebbe deciso lei. Non riuscivo a capire se mi considerava il suo ragazzo o semplicemente uno con cui fare del sesso senza complicazioni. La ragazza mi piaceva molto per la sua spregiudicatezza ma al tempo stesso ero un po’ intimidito. Fisicamente non avrei potuto chiedere di meglio ma emotivamente era molto impegnativa. Andai in birreria con i pensieri che si rincorrevano, quando tornai a casa Francesco era ancora sveglio perché stava studiando per un esame e volle fare due chiacchiere. Mi disse che dopo aver sbirciato il pompino in ingresso si era ascoltato i nostri gemiti e non aveva potuto fare a meno di farsi una sega, troppo sensuali i gemiti di Nadia, mi chiese se mi fossi offeso e quando gli risposi di no ne fu sollevato. Mi disse che anche lui non aveva mai conosciuto una ragazza così disinibita e mi chiese se fosse la mia ragazza. Gli risposi che non lo sapevo, che la conoscevo da qualche mese, che era stata la morosa di un mio compagno di corso ma che adesso non si frequentavano più e che era solo la seconda volta che ci facevo sesso evitando di raccontarle del giorno prima e di come ci eravamo divertiti insieme a Monica. Andai a dormire cotto. Il giorno dopo mi aspettava una lunga giornata di studio ed il giorno successivo il primo esame.

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