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Racconti Erotici EteroTrio

Nel bosco…

By 16 Giugno 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Durante i mesi autunnali mi piace tantissimo recarmi nei boschi vicini a casa mia, per cercare i funghi. Non dimenticherò mai quella mattinauggiosa di met; novembre, di nove anni fa. La sveglia suonò alle 6, ma non ero sicura di volermi alzare perchè il tepore delle coperte era più piacevole del solito…Tentennai un pò;, ma alla fini decisi di andare in cucina a prepararmi un caffè. Trovai mia madre già sveglia, che, come al solito, mi rimproverò di essere un maschiaccio, che con quel tempo avrei fatto bene a rimanere a casa ecc…Mamma mia, che stress! La sua ramanzina contribuì; ad accrescere il mio desiderio di uscire cosi presto. Andai in bagno per prepararmi, e nel lavarmi nel bidet, constatai che la mia passerina era abbasanza bagnata. Le dita, quasi involontariamente, iniziarono a sfiorare le grandi labbra, ma, anche se il piacere stava aumentando, decisi che avrei provveduto più tardi. L’odore del muschio, del terriccio bagnato e l’aria fresca eumida del mattino mi aspettavano. Indossati la tuta e gli stivali, presi l’impermeabile, le sigarette e uscii canticchiando. Non so perchè, ma sentivo che quella passeggiata sarebbe stata molto rilassante. Con la macchina ci misi dieci minuti per arrivare sul luogo prescelto, stranamente non c’era nessuna macchina parcheggiata, e per questo provai un brivido…ero sola nel bosco! Il posto in cui mi trovavo, di solito, a quell’ora era affollatissimo vista la grande quantità di funghi che produceva. M’incamminai, pensando al fatto capitatomi in bagno; pensai ai sogni della notte, al fatto che mi ero svegliata con la sensazione di aver fatto sesso con qualcuno….boh, forse la causa era quella. Stavo raccogliendo il terzo fungo, quando sentii uno strano rumore allemie spalle. Qualcosa o qualcuno stava muovendo delle foglie secche. Mi girai, ma non vidi nessuno. Proseguii per il sentiero principale, per non rischiare di perdermi… Conoscevo bene quella zona, ma i sentieri erano tantissimi e non mi andava di perdermi, avrei fatto tardi al lavoro. Un pò più avanti mi fermai, perchè sentii di nuovo quello strano rumore; non c’era dubbio, qualcuno camminava poco distante da me. Mi voltai, e, in lontananza, notai due figure che avanzavano verso la mia direzione. Mi parve di riconoscere due abitanti del mio paese, perciò attesi che si avvicinassero per salutarli, non lasciandomi sfuggire l’occasione di raccogliere altri funghi vicini ai miei piedi.
“Buongiorno” esclamai, quando riconobbi Roberto, il giornalaio di paese, e Marcello, suo suocero. Ricambiarono cordialmente il mio saluto, ma si meravigliarono del fatto che una giovane come me (allora avevo quasi 20 anni), a quell’ora, andasse in giro da sola nel bosco. Fu naturale scambiare quattro chiacchiere. Dopo avergli parlato della mia passione per le passeggiate mattutine, Roberto, un uomo sulla quarantina, mi offrì un pò di the al rum, che accettai volentieri. Forse fu colpa del rum, fatto sta che ad un certo punto iniziai ad avere caldo, e, visto che non pioveva più, tolsi l’impermeabile. Con mio stupore notai che i capezzoli forzavano la stoffa della tuta…Sperando che i due tipi non se ne accorgessero, mi sforzai di non pensare più all’accaduto della notte. Ma, haimè, notai che Marcello, un simpatico signore di 60 anni circa, ogni tanto sbirciava con la coda dell’occhio. Iniziai a provare imbarazzo, tanto che fui costretta ad indossare di nuovo l’impermeabile. Continuammo la passeggiata, raccogliendo funghi e scambiando chiacchiere generali, ma sentivo che i miei capezzoli non avevano nessuna voglia dirilassarsi. Anche tra le gambe sentivo una strana sensazione…dovevo essere eccitata, si, lo ero. Realizzai che non era per quello che fino a quel momento avevo creduto, ma lo ero per il semplice fatto che camminare con due uomini più grandi di me, nel bosco, a quell’ora del mattino, mi eccitava particolarmente. Successe una cosa strana. Ci fermammo per un’altra pausa, e per un altro bicchiere di the al rum. Roberto ne approfittò per andare ad urinare ,e, Marcello mi disse che si sarebbe incamminato perchè voleva trovare più funghi di noi! Passarono 5-6 minuti, ma Roberto non tornava, cosi decisi di andare avedere se avesse avuto qualche problema. Qualche pianta di castagne più in là, vidi qualcosa muoversi dietro un tronco, era un braccio. Mi avviai e, avvicinandomi, riconobbi la felpa d Roberto, ma non capivo cosa stesse facendo. Lo chiamai, ma non mi rispose. Allora mi avvicini sempre di più. Arrivata in prossimità del tronco, sentivo Roberto lamentarsi. Mi fermai, non erano lamenti di dolore….ma di piacere!!! Ascoltarlo mi fece un effetto stranissimo. Intensi brividi iniziarono ad attraversarmi la carne, e la mia curiosità mi portò ad oltrepassare quel tronco. Roberto era lì, appoggiato con la schiena all’albero, gli occhi chiusi, la bocca, ansimante, aperta, e le mani impegnate in un’intensa sega al suo membro. Non si accorse di me, perciò restai a guardarlo…non riuscendo ad evitare che le mie mani andassero a sfiorare l’interno delle mie cosce. Un turbinio di sensi mi sconvolse. Non avevo mai visto un uomo masturbarsi, e soprattutto, non avevo mai visto un membro cosi possente, dritto e massiccio. Iniziai a desiderarlo, ma, allo stesso tempo, non volevo disturbarlo. In preda ad un raptus misto di voglia e di piacere, mi inginocchiai davanti a lui ecercai di allungare la mia lingua il più possibile. L’attesa durò poco, perchè Roberto a breve raggiunse l’orgasmo, e gocce del suo nettare mi bagnarono le labbra e la lingua. Mi sfuggì un gemito, che costrinse l’uomo ad accorgersi di me. Provai paura, pensavo che s’infastidisse…ma la sua reazione fu tutt’altra. Senza neanche darmi il tempo di parlare, si avvicinò a me e, quasi con violenza, spinse il suo pene all’interno delle mie labbra. Io non riuscivo muovermi, fu lui che iniziò a scoparmi la bocca. Io subivo solamente. Subivo e godevo, perchè, nonostante non mi stessi toccando, le mie intimità stavano provando un piacere incredibile. Non riuscivo a capire come facesse ad averlo ancora cosi in erezione, sapevo soltanto che mi piaceva da morire. Quel suo sapore un pò acre, forte stava accarezzandomi il palato e i peli del suo pube, a contatto con il mio viso, solleticandomi la pelle, mi fecero eccitare ancora di più. Fu lui il primo a parlare. Disse che a causa mia era stato costretto a masturbarsi. La cosa mi piacque cosi tanto che finalmente riuscii asciogliermi. Inizia ad assecondare, con la testa, i suoi movimenti, accarezzandolo contemporaneamente con la lingua. Lo suggevo…succhiavo quella sua cappella liscia e lucida, per poi andare a baciargli i testicoli. Si sedette a terra e mi attirò a se per baciarmi. Con irruenza mi fece spogliare, mentre mi stringeva i seni, quasi fino a farmi male. Una volta nuda, mi fece sedere su di lui, infilando il suo membro nella mia vagina, morbida e scivolosa. Sospirai profondamente…Quel palo di carne mi stava sconguassando. Afferatami per le spalle mi spingeva sempre di più verso il basso, facendomi sentire tutta la sua erezione. Iniziai una lenta cavalcata su di lui, che intanto mi mordeva e succhiava i capezzoli. Sentimmo un colpo di tosse e contemporaneamente ci voltammo. In piedi, alla nostra sinistra c’era Marcello che ci fissava con gli occhi carichi di lussuria, mentre con la mano accarezzava la sua patta. Provai a rialzarmi, in preda alla vergogna, ma Roberto me lo impedì. Disse solamente “Shhhhh”, appoggiandomi un dito sulle labbra. Chiusi gli occhi e allontanai dalla mente ciò che avevo appena visto. Continuai la mia danza per qualche secondo, finchè non provai un orgasmo intenso, che mi fece urlare come una dannata. Più gemevo e più Roberto spingeva…sentivo che anche lui stava per venire. Mi sollevai e andai a fiondarmi sul quel cazzo bellissimo, succhiandolo finchè il suo piacere non inondò; la mia bocca. Con gusto ingoiai tutto e, guardandolo negli occhi, lo ripulii per bene. Anche lui era estasiato. All’improvviso ci ricordammo di Marcello, che intanto si era calato i pantaloni e ci fissava, mentre muoveva la sua mano sul pene. Era puntato verso l’alto. Non molto lungo, ma abbastanza largo. Roberto gli fece cenno di avvicinarsi, e il suocero non se lo lasciò ripetere. Delicatamente, Roberto, mi spinse verso il membro del suocero. Provai una terribile vergogna, ma durò poco. Perchè quando il pene di Marcello s’impadronì della mia bocca, Roberto iniziò ad accarezzarmi la fica, ancora bagnatissima. Non so come descrivere quello che provai inquel momento…un’eccitazione assurda. Roberto fece sedere il suocero, e mi fece posizionare alla pecorina, cosi sarei stata più comoda. Mentre spompinavo Marcello, la lingua del genero si dedicò con dedizione a leccare la mia passera. Ero in estasi, e non pensavo più alla vergogna. All’improvviso non sentii più il calore della lingua di Roberto, me ne rammaricai un pò, ma non smisi di succhiare il cazzo del suocero… Lo sentivo indurirsi nella mia bocca, pulsare, quando il cazzo di Roberto, con prepotenza, entrò nella mia fica. Mi stava scopando da dietro…che cosa divina. L’avere un cazzo in bocca e uno nella fica, mi portò all’apice dell’estasi. Stavo godendo talmente tanto, che non mi accorsi dello sperma di Marcello nella mia gola. Ci volle più; di qualche minuto perchè mi riprendessi. Ci ritrovammo tutti e tre distesi su quell’erba umida, al limite delle forze. L’altezza del sole però, mi fece capire che era ora di andare. Mi alzai, e ,senza guardare i due uomini, mi rivestii. Loro fecero lo stesso, e prima di incamminarci mi regalarono i funghi da loro raccolti. Fino al parcheggio non dicemmo una parola e al momento dei saluti, li ringraziai di tutto e misi in moto. Sorridendo mi salutarono anche loro. Non ci sono stati altri incontri nel bosco, ma solo per le vie del paese. Massimo rispetto per le vite di tutti e tre e nessuna parola più per l’accaduto. Capita solo che, quando vado a comprare il giornale, Roberto mi mandi un bacio con la mano…

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