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Racconti Erotici Etero

Noi

By 3 Luglio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Tutto iniziò diversi anni fa. Conobbi una ragazza che sarebbe diventata mia moglie, ci piacemmo, uscimmo insieme, iniziammo frequentarci assiduamente. Dopo qualche uscita ci fidanzammo: l’intesa sessuale andava di pari passo con quella complessiva. Facevamo tutto quello che fanno due giovani ragazzi ventenni appena fidanzati: scopavamo appena ne avevamo l’occasione, non facendoci mancare nulla ma sempre rimanendo nei confini del sesso di coppia ‘tradizionale’. Pian piano crebbe in me l’ossessione del sesso orale. Le chiedevo sempre di farmi pompini. Mi piaceva da impazzire, più di ogni altra cosa. Piaceva anche a lei e me lo dimostrava. I nostri rapporti sessuali col passare del tempo si focalizzarono sul sesso orale. Io leccavo lei e la facevo venire, lei mi faceva dei pompini incredibili, fino a stancarsi.
Andavamo a mangiare fuori a cena e prima di entrare al ristorante mi prendeva il cazzo tra le labbra, in macchina e mi faceva venire dentro la sua bocca. Cenavamo, lei rimaneva eccitata tutta la cena e una volta usciti e tornati in macchina la leccavo, fino a sentirne l’orgasmo sulle mie labbra, sulla mia lingua. Tornati a casa ci spostavamo in terrazza, all’aperto, nell’oscurità e me lo prendeva in bocca un’altra volta.
E’ sempre stata bravissima fin da giovane, poi, dopo il matrimonio, anche grazie alla costante pratica cui la sottoponevo, diventò ancora più brava: mi leccava tutto, passando dalle palle, all’ano, all’asta. Faceva sparire il suo cazzo nella sua bocca, poi lo leccava per tutta la sua lunghezza, esplorava la cappella. Accompagnava ogni suo movimento con le mani, con le carezze. E mi faceva venire succhiando tutto quel che usciva da me, fino all’ultima goccia.
Iniziammo a fantasticare, mi facevo raccontare da lei tutti i pompini che aveva fatto prima di conoscermi; mi raccontò della sua prima esperienza di sesso orale, con un amico del padre che era passato nella casa della sua famiglia e non avendo trovato il suo amico (il padre di lei) ma soltanto la mia futura moglie, si era fermato a bere una limonata fresca, da lei preparata, per riprendersi dalla calura estiva. Lei era una quindicenne alla scoperta del sesso e l’amico del padre l’affascinava molto. Rimasero a parlare per più di un’ora quando lei, presa dalla voglia di provare qualcosa di nuovo iniziò a guardarlo maliziosamente e a stuzzicarlo con le parole. Lui si era mostrato distante, le disse che forse era meglio se se ne fosse andato. Ma lei era riuscita a convincerlo, slacciando i primi bottoni della camicetta che indossava per mostrargli il seno acerbo. Lo aveva bloccato in piedi, vicino alla porta di casa e gli aveva posato una mano sui pantaloni, all’altezza dell’inguine. Non disse più niente lui, e nemmeno lei. Voleva solo provare come si fa un pompino. Toccò il suo cazzo duro, gli slacciò i pantaloni e si inginocchiò di fronte a lui, come aveva visto fare nei filmetti che giravano tra i suoi amici. Sentì per la prima volta il sapore di un cazzo, un sapore che subito la travolse. Ne saggiò la consistenza. Mi raccontò che la cosa durò molto poco, nonostante la sua poca abilità. Lui venne sulla sua bocca dopo poche leccate, probabilmente eccitatissimo dalla situazione. Lei volle assaggiare il sapore dello sperma e ingoiò quello che riuscì a prendere dalle labbra, passandoci la lingua. Il racconto della sua prima esperienza mi eccitò follemente. Me la feci raccontare più di una volta, raggiungendo sempre orgasmi travolgenti, sempre tra le sue labbra calde.
Con l’andare del tempo tralasciammo sempre di più la penetrazione, che fu ridotta a un momento rarissimo nei nostri contatti sessuali. E le nostre fantasie, soprattutto le mie, andavano sempre di più sul sesso orale. Le fantasie conducevano sempre più frequentemente a ipotetici rapporti orali di mia moglie con qualche collega di lavoro o amico di famiglia. Lei preferiva pensare e raccontarmi di voler fare un pompino a un ragazzo giovane, il figlio di una coppia di vicini di casa, appena maggiorenne. Io mi eccitavo all’idea. E, mentre mi descriveva quello che avrebbe volentieri fatto, la leccavo con vigore, sentendola venire più di una volta ai movimenti della mia lingua tra le labbra della sua fica. Le fantasie, i pompini e le leccate che ci regalavamo, riempivano le nostre giornate con soddisfazione di entrambi. Ma, forse, iniziava a crescere la voglia in noi di farle divenire realtà’
Commenti e suggerimenti a lentamente70@yahoo.it

Le fantasie continuavano tra di noi. Una sera tornati a casa dal cinema decidemmo di berci qualcosa nella terrazza di casa, prendemmo la grappa e ci sedemmo a fumare e a parlare, godendoci la brezza estiva. Tra un discorso e l’altro mia moglie mi disse: ‘la scorsa settimana ho visto Luca, mi ha telefonato e ci siamo andati a prendere un aperitivo all’uscita dell’ufficio, poi siamo andati a fare due passi al parco. Ti ricordi di luca?’ me lo ricordavo eccome, uno dei suoi ex, non ne avevo notizie da anni ormai. ‘e come mai me lo dici solo ora?’. Non rispose alla domanda, facendosi seria. Mi disse che le aveva fatto una sorpresa, non lo vedeva da tanto tempo, così aveva accettato di vederlo il pomeriggio stesso, dopo il lavoro.
Il cuore iniziò a battermi un po’ più forte. L’argomento non mi piaceva, la sua espressione seria non mi piaceva. La lasciai proseguire senza dire niente, accendendomi una sigaretta e versando altra grappa nei bicchieri. Mi disse che dopo l’aperitivo al bar si avviarono al parco, era una bella giornata, lui la aggiornò sulla sua vita, lei fece lo stesso. Poi la lusingò con dei complimenti, si sedettero su una panchina un po’ isolata. La cinse con il braccio intorno alle spalle, la avvicinò a lui, la guardò intensamente negli occhi, ricordandole di quando si baciavano da giovani. La baciò.
‘e poi?’ dissi con voce flebile. ‘una delle cose più belle della vita &egrave il ricordare i momenti più intensi, non &egrave vero?’ parlò abbassando lo sguardo. ‘E poi?’ dissi ancora. Ero incazzato, sapevo cosa stava per dirmi ed ero incazzato. Ma sentivo salire una strana eccitazione, strana perché mai vissuta prima così direttamente. ‘poi ci siamo baciati di nuovo’.’. ‘continua’ dissi, quasi ad impartirle un ordine. ‘ci siamo toccati, ho sentito le sue mani sul mio seno, infilarsi sotto il reggiseno, aveva molta voglia, ho sentito il suo cazzo duro sotto il pantaloni. Me lo ricordavo, ho voluto ricordarmelo del tutto. Mi sono allontanata da lui, mi sono guardata intorno, non c’era nessuno. Mi sono inginocchiata davanti a lui, ho slacciato i suoi pantaloni, li ho fatti scendere ai suoi piedi, ho abbassato le sue mutande. Ho guardato il suo cazzo, l’ho odorato, l’ho leccato. L’ho preso in bocca. Gli ho fatto un pompino. Uno di quelli che piacciono a te, toccandogli le palle, prendendolo in bocca fino in fondo, movendomi su e giù. Ho riconosciuto il sapore del suo cazzo nella mia bocca dopo tanti anni. Ho continuato fino a che non l’ho sentito venire nella mia bocca. Ho succhiato tutto. Ecco, ti ho detto tutto” ha alzato lo sguardo verso i miei occhi. La rabbia iniziale si era trasformata in eccitazione travolgente. Il suo racconto, il pompino al suo ex. Lo capì subito, ma lo sapeva già da prima che mi avrebbe eccitato. ‘Vorrei sentire la tua lingua’ mi disse. Feci salire la sua gonna, senza aggiungere niente, spostai il suo perizoma, misi la sua lingua tra le sue gambe, tra le sue labbra già abbondantemente bagnate. Leccai con foga, prendendo il suo clitoride tra le labbra. Aumentai il ritmo dei movimenti della mia lingua. Venne velocemente, piegando la testa all’indietro sulla sedia’. ‘come mi fai godere’.’. si riprese dopo pochi istanti, accese una sigaretta. Mi fece mettere in piedi davanti a lei, con uno sguardo assassino. Uno sguardo porco, di godimento. ‘Luca mi ha detto che gli ho fatto un pompino indimenticabile” Tra un tiro e l’altro della sigaretta si metteva in bocca il mio cazzo, approfittava della mia eccitazione. Si riappropriò di me in un attimo, dopo che inizialmente la rabbia mi aveva allontanato. Mi fece godere nella sua bocca. Tantissimo’.
lentamente70@yahoo.it Da quel giorno le cose cambiarono tra noi. Non cambiò la nostra voglia di sesso, di sesso orale in particolare. Però sentivamo entrambi che quell’episodio aveva aperto nuovi orizzonti alla nostra storia. Una sera tornai a casa dopo il lavoro, lei era già rientrata e aveva preparato una cena meravigliosa, molto romantica. Candele ad illuminare la tavola apparecchiata in terrazza. ‘Mi faccio una doccia e mi cambio’ le dissi, vedendo che lei era già vestita per la cena: indossava una gonna di lino molto leggera e una bella maglia scollata che aveva acquistato la sera stessa. Mi vestii dopo la doccia, la raggiunsi fuori e iniziammo a mangiare. Dopo la cena, continuammo a bere del vino e parlare. Prese la mia mano, quasi improvvisamente, dopo uno sguardo malizioso e la mise sotto la gonna. ‘Ho una sorpresa per te, anzi per noi”. Fece salire la mia mano, guidandola sul suo sedere perfetto, sentivo la pelle nuda, la morbidezza, le natiche che si materializzavano. Ma non sentivo le mutande, non sentivo nemmeno un minuscolo perizoma. Mi eccitò profondamente. ‘Sei magnifica’ le dissi, mentre la baciavo. E lei fece passare la mia mano davanti; sentii solo pelle, pelle liscissima, morbida e poi il clitoride. Si era completamente depilata. ‘ti piace?’ chiese, con la voce rotta dall’eccitazione che stava provando. Non le risposi, abbassai la gonna, gliela sfilai e la feci appoggiare al bordo della terrazza, con le spalle alla ringhiera. Mi inginocchiai davanti a lei e iniziai a guardarla, a toccarla, sfiorandola piano. Poi la leccai, sentivo tutta la sua pelle, il suo sapore mi entrava nella bocca, sulle labbra, lo gustai a lungo. ‘Ci possono vedere” sussurrò piano, con tono compiaciuto. Di nuovo non le risposi, continuai a leccare quella magnifica pelle. E lei godeva, sentii aumentarne il piacere, crescere la voglia di venire nella mia bocca. ‘Sento tutto molto di più, &egrave bellissimo’ disse. Mi spostò per un attimo, si volle sedere sulla sedia di tela, allargò le gambe e guidò la mia testa in mezzo alle sue gambe. Venne, stringendomi la testa e stringendo le gambe, sforzandosi di non urlare ma non riuscendo a coprire i gemiti del suo piacere. Mi tenne tra le sue gambe per un po’.
Poi si fece passare una sigaretta che si fumò, aspirando lentamente seduta, rimanendo com’era. Continuai a guardarla ‘Sei meravigliosa’. ‘Domani voglio che levi anche tu i tuoi peli, voglio sentirti tutto, liscio, ingoiare il tuo pisello nudo’ disse lei. E dicendolo mi aprì i pantaloni. Mi fece mettere in piedi come era stata lei precedentemente, appoggiato alla ringhiera. ‘Vorrei che qualcuno mi vedesse mentre te lo lecco’ disse. Non potevo più resisterle, la vedevo lì davanti a me, inginocchiata, nuda dalla cintola in giù, con le mani sul mio cazzo e lo sguardo che si spostava per vedere se qualcuno la stesse osservando da qualche finestra. Lo prese in bocca e iniziò a muoversi come solo lei sapeva fare, la sua voglia di farmi godere mi stava facendo girare la testa. ‘Quanto sei porca’.’ e lei non si staccò ma mosse soltanto la testa per annuire, aumentando il ritmo dei suoi movimenti. Poi si staccò per un attimo con la bocca, continuando il suo movimento con le due mani. ‘Sai, ripensavo a quel pompino che ho fatto a Luca, e mi sono eccitata, avevo voglia di sentire una lingua che mi leccasse, così mi sono depilata”. Stavo per venire ma volevo che quei momenti continuassero per molto tempo, così mi accesi una sigaretta, interrompendola per pochi attimi. ‘Vorresti farne altri, vero?’ le dissi, non appena riprese il suo pompino ”vorresti mostrare ad altre persone quanto sei brava” lei mosse ancora una volta la testa come ad annuire, poi me lo disse: ‘sì, vorrei far vedere ad altri come sono brava, vorrei lasciare un ricordo di me”. Venni nella sua bocca, mentre lei aveva iniziato a toccarsi tra le gambe, eccitata da quello che stava facendo e da quello che stava pensando.
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