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Racconti Erotici Etero

non voglio venire!

By 7 Maggio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Storia vera, (salvo i dettagli) come sempre.

Avevo una storia anni fa.
Ci vedevamo. Scopavamo. Io me ne andavo.
Ma non &egrave mai solo così.
Un giorno inizi a pensare a lei. Poi ci pensi più spesso.
Scopare ti innamora.
Ma subentrano altre cose. E poi si deve essere in due.
Prima uno &egrave più tenero.
Poi &egrave l’altro che &egrave più morbido.
Fatto sta che ad un certo punto smettiamo di vederci.

Un giorno decido di prenotare l’esame per il seme. Un mio amico se l’era fatto e gli avevano detto che aveva pochi spermatozoi (si può dire spermatozoi?).
Allora mi dico ‘beh’ fallo anche tu’
Non ci crederete ma avevo avuto una storia con una che lavorava nel settore (degli esami del seme, non degli spermatozoi).
Quindi la chiamo e le dico ‘prendimi un appuntamento, voglio verificare questa cosa’
Dopo le solite battutine, mi dice ‘ti ho infilato in un buco per la prossima settimana. Mi raccomando, per fare l’esame la sai che devi venire qui, e farti una sega. L’appuntamento e per le 5 del pomeriggio. Dal giorno prima stai calmino, così l’esame &egrave più attendibile.’
‘ok, ok ce la faccio ‘. che ti credi che sia? ‘
Bene.
Arriva il giorno. Mi chiama l’amica di cui sopra. ‘Vieni a pranzo?’.
Pranzo. Io non ci vedo nulla di male. Poi erano mesi che non si faceva nulla.
Quindi vado.
Arrivo. Mangiamo (coniglio alla cacciatore, in bianco con il vino. Ottimo).
Poi ci alziamo e andiamo sul divano. Lei tranquilla.
Io le dico (incauto): ‘sai che oggi vado a fare l’esame del seme. Tra poco.’ e aggiungo scherzosamente’non mi provocare, perché oggi, proprio non posso e non devo fare nulla’.
‘veramente?’
‘Si veramente perché ho deciso di fare questa cosa, sai ho pensato che ..’
mi interrompe: ‘no’, veramente non puoi venire?’
‘si..vabb&egrave ,che ti importa?’sì mi hanno chiesto di non venire, perché devono vedere, chennesò la densità degli spermatozoi’.
‘mmmmhhh’ mi fa lei e si accuccia vicino alla mia spalla.
Io non ci vedo nulla di male, e la carezzo un po’ mentre chiacchieriamo.
‘peccato’ mi dice lei ‘oggi mi sentivo proprio caldina’
‘veramente?’
‘mh mh’ mi fa , tutta gattosa.
‘dai, vabb&egrave, torno stasera’.
‘no, stasera non posso. Ora’
‘eddai, ma che &egrave? Sono mesi che non ci vediamo. Proprio oggi? Proprio ora?’
‘mmmhhhh’ e mi allunga una mano sull’uccello ‘ e questo?’.
Ora, comunque la situazione era eccitante. Quindi il cazzo era duro. E lei inizia a toccarmelo da sopra i pantaloni. Si crea il tipico rigonfiamento. Quello oblungo, non quello a forma di piramide(il pantalone stretto, tipo jeans, dà il rigonfiamento oblungo; quello morbido, a forma di piramide). Così lei ci può passare il palmo per lungo.
Ma sono un ragazzo serio: ‘eddai, lasciami stare’
‘solo un pochino. Ho voglia’
‘senti me lo stai facendo apposta. Se non ti dicevo questa cosa non avresti fatto nulla’
‘mmmmhhh. Ora te lo succhio’
‘stronza!’ E mi alzo.
‘Guarda’ aggiungo ‘proprio perché sei tu, ricordando quella volta che hai fatto quella cosa per me'(curiosi eh?) ‘ te la lecco. Dai apri le gambe e levati le mutande’.
‘uffa!’
Si leva pantaloni e mutande.
In effetti era eccitata, perché prima ancora che mi avvicinassi con la lingua si vedeva un brillante muchetto (non mughetto) in mezzo alle grandi labbra.
‘ma guarda te come ti sei eccitata. Ma ti pare normale?’
‘basta. Vieni qua e leccamela!’
‘Ecco’. ecco’
Mi inginocchio, apro bene le cosce, e mi tuffo nel mezzo.
Il sapore della figa.
Ecco un tema poco sviluppato. Ingiustamente, dico io.
Voi donne (a parte lodevoli eccezioni), non sapete che, di donna in donna, questo sapore varia. Ma anche di giorno in giorno Credo dipenda dal ciclo, e da quello che mangiate.
Quel giorno il sapore era eccellente, e si sposava bene con il coniglio ed il vino bianco (il rosso corposo sulla figa non va. La figa &egrave da considerare carne bianca.).
Ma bando alle cazzate! (non ci avrete mica creduto, vero? la figa, come cacciagione, &egrave assolutamente da vino rosso. A proposito, una volta, se non ricordo male, avevo provato a mettere dalla mia bocca nella figa una sorsata di spumante. Non ricordo la reazione. Forse le bruciava, ma l’effetto scenico ci fu lo stesso).
Dove ero rimasto? Ah sì, inginocchiato.
Infilo il dito medio, e faccio pressione sul punto G.
Mi davo da fare, ma lei smaniava.
‘vieni su, mettimelo dentro’
‘mmmh no, te l’ho detto’
‘ e dai scopami, non ce la faccio più’
Che fare?
Amici ed amiche, come sottrarsi ad un sacro dovere?
Mi stacco.
‘ascolta. Non mi fare scherzi. Te lo metto dentro un secondo e basta. Vedi di venire subito, perché io non posso’
‘e dai smettila di dire cazzate e mettilo qui’.
Effettivamente &egrave molto porca con quella sguardo opaco e quelle mani sulla topina, ad allargarla.
Mi spoglio. Il cazzo &egrave duro, non c’&egrave che dire, ma sono deciso, a tutti i costi.
‘allora, mi raccomando, non ti muovere, mi muovo solo io’
Si. Col cazzo.
Appena messo dentro si divincola come una forsennata.
‘STAI FERMA!’
‘uffa’
‘guarda che lo levo’
‘nooooo’ implorante.
‘Allora stai ferma e lasciami muovere’
Lo tiro fuori lentamente, e lo rituffo dentro. Piano.
‘Più FORTE!’
‘NO!’
Iniziavo a prenderci gusto, a farla soffrire.
‘l’hai voluto tu, ti avevo avvertita. Adesso, se lo vuoi dentro, &egrave così.’
Lo estraggo fino alla punta, e lo rituffo, calzandolo bene in fondo.
‘dai ‘dai’
‘smettila di fare la troia’
‘sii. Sono la tua di troia, SCOPAMI. Scopa la tua troia’.
‘HO DETTO PIANO’ le dico, quasi ringhiando.
Vado avanti così, per un tempo lunghissimo.
Alla fine lei inizia a venire. E non posso dire nulla. Non posso fermarla in quel momento.
Lei , stronza, inizia a divincolarsi, strusciarsi (apposta, ovviamente), per farmi venire.
Io allora inizio a concentrarmi in modo totale sul mio cazzo (ci sarà chi dice che lo sono sempre).
Un vero e proprio esercizio di autocontrollo.
Non smetto di guardarla, ma assumo un assoluto controllo del mezzo. Ricaccio indietro il seme che tenta di straripare.
Il cazzo si gonfia, ovviamente, per noti principi di fisica.
Ma non ricorro a trucchi , a mio avviso, inutili. Tipo pensare alla macchina in divieto di sosta, o alla formazione dell’Ascoli nel 1997.
E’ sbagliato.
Bisogna vincere s&egrave stessi.
Ecco. Guardo la scena, ma sono estraneo.
Col cazzo che sono estraneo, sto scopando!
Finalmente lei si arrende.
Ed io, vincitore , posso ritrarre il mio uccello da quel buco di perdizione.
Povero uccello! Non l’ho mai viso in quello stato.
Paonazzo. Congestionato.
‘beh s’&egrave fatto tardi, io vado’
‘non ho mai goduto così, con te’ (perché aggiungere quel ‘con te’? che bisogno c’&egrave di precisare?).
‘Eh ..l’ho visto..’ dico io, mestamente (ma in realtà, contento).

Ore 17. L’altra mia amica mi dà il contenitore.
‘vai là, in quel bagno. Credi di riuscirci?’
‘penso di sì’
‘..
‘già hai fatto?’
‘ E’la fantasia che mi aiuta.’

ombra-rossa@hotmail.it

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