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Racconti Erotici Etero

Notte umida

By 18 Febbraio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Questa notte ti ho sognato, era stata una giornata pesante, calda, afosa, molto umida, ogni goccia d’acqua bevuta si trasformava immediatamente in sudore, era notte mi godevo la brezza che spirava dal mare, finalmente il tanto atteso fresco. In terrazza, dopo una doccia tiepida al muschio bianco che adoro, sdraiato mi gustavo un flute di vino bianco frizzantino mentre il mio sguardo era catturato dalla luna’lei mi ricorda te’la tua bianca pelle’le tue dolci forme. Ad un tratto tu ti materializzi’mi giunge il suono dell’acqua ed immagino immediatamente ti stia accarezzando…tu eri sotto la doccia, anche tu avvolta dalla fragranza di muschio bianco chiudo gli occhi e ti vedo. Le tue mani piene di schiuma che scendono seguendo i rilievi di quel tuo corpo così armonioso, i tuoi seni, il tuo ventre , il monte di venere’dolci e sconfinate colline imbiancate in cui mi perderei per sempre’adesso sono li con te’sono io questa volta che disegno il tuo corpo’ti giro di spalle…riappare la luna’la mia luna’i tuoi glutei sono una dolcissima mela nelle mie mani. Nella mia mente vedo il tuo viso, i tuoi occhi chiusi, quelle labbra semiaperte mentre le tue mani accarezzano il tuo corpo come se fossero le mie, mi sembra di essere lì davanti a te, tu che apri gli occhi mi vedi, ed accentui i tuoi movimenti, lo sai che hai sempre avuto un certo effetto su di me. Non sentivo più l’acqua della doccia, ti sentì salire le scale, eri in accappatoio, mentre ti avvicinavi al tavolo, vedevo che l’accappatoio non era legato. Un felino dai movimenti sinuosi che cammina leggero felpato. Sembra galleggiare nell’aria quell’accappatoio che ondeggia su di te coprendo e scoprendo un universo tutto da godere. Anche tu avevi voglia di qualcosa di fresco e ti porsi un flute di vino bianco, ma dopo aver bagnato le tue labbra di quella sensazione di frizzante inarcando la schiena ed alzando il flute lasciasti cadere quella freschezza su di te dal collo verso giù, lungo il tuo corpo. Ti avvicinasti a me e chinandoti facesti in modo che le gocce di vino lentamente scorrendo lungo il tuo seno, i tuoi capezzoli, gocciolassero arrivando alle mie labbra alla mia bocca alla mia lingua. Assaporai dolcemente quelle gocce di vino e cominciai ad accarezzare, leccare, sfiorare quei capezzoli turgidi che non aspettavano altro. Mi pascevo di loro avidamente, mentre le mie mani accarezzavano il tuo corpo ancora coperto dall’accappatoio, i tuoi dolci fianchi, quel ventre piatto, arrivando fino ai tuoi glutei. Con un dolce movimento l’accappatoio era già a terra, il tuo corpo si plasmava sul mio, appoggiando il tuo seno su di me, lentamente sfioravi il mio petto la mia pancia fino ad arrivare alla mia virilità già in piena attività, con un leggero movimento alzavi ed abbassavi i tuoi seni facendo aumentare le sue dimensioni. Il tuo universo era a pochi millimetri dalla mia bocca, lo vedevo pieno di stelle, pianeti, satelliti che si muovevano all’unisono per dare forza e corpo a quel movimento al moto celestiale che fa esplodere le stelle, era lì quella stella che pulsava brillava di luce propria si lasciava attraversare da mille sensazioni, la mia dolce lingua che s’insinuava fra le tue labbra, fra le piccole labbra, quella stella adesso risplendeva di maggior luce dando voce ai tuoi gemiti. Sentivo il tuo fiato sulla mia virilità, la tua lingua che disegnava e seguiva i suoi rilievi e le sue sinuosità. La saliva che dalla punta della mia cappella scendeva copiosa verso giù verso i testicoli che erano accarezzate dalle tue mani con molta delicatezza. Lasciai i tuoi glutei e misi le mie mani sulla tua testa guidando i tuoi movimenti, con la punta toccavo la tua gola, la tua ugola, le tue labbra che stringevano quella pelle lucida e tirata. Tornai ai tuoi glutei, la mia lingua era concentrata sul tuo lato b, l’avevo già provato ma non era quella la serata giusta. Stavamo facendo l’amore, la serata c’&egrave lo consentiva, arrivammo insieme all’orgasmo, sentivo i movimenti della tua gola per non lasciare che quell’esplosione andasse persa, vidi il tuo sesso manifestare il suo piacere riempiendo il mio viso di dolce nettare, la notte fu squarciata dai nostri gemiti di piacere, ci lasciammo andare sui nostri copri, ci rilassammo e ci addormentammo cosi. La mattina seguente, ci alzammo, ma ci accorgemmo ben presto quanto possa fare male l’umidità…

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