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Racconti Erotici Etero

Ogni lasciata è persa

By 9 Febbraio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Il locale &egrave pieno all’inverosimile, ben oltre la sua normale capienza. Ho lasciato i miei amici al tavolo per recarmi al bancone e dissetarmi, ma soprattutto per camuffare la noia della serata con una buona dose di alcol, che avrebbe reso tutto più accettabile, bello e gioioso. Ma c’&egrave un inconveniente: la fila per riuscire a prendere qualcosa da bere &egrave lunga, sembra di stare ad attendere che aprano i cancelli per un concerto. Corpi ammassati in un spazio ristretto mentre la musica rimbomba e la pista da ballo &egrave piena di frenesia e sudore. Inizio a fare la fila con un po’ di impazienza, quelli dietro il bancone se la prendono con calma e la gente arriva da tutte le parti e prima di riuscire a fare la mia ordinazione morirò disidratato. O di noia. Mentre sto in fila c’&egrave poco da fare. I miei amici sono lontani, la musica scoraggia la conversazione e i miei occhi non incrociano nulla capace di attirare la mia attenzione. Sto in piedi, schiena ritta ed esultante per ogni piccolo passo che mi avvicina a quell’oasi nel deserto che &egrave il bancone centrale del locale, invaso come un alveare dalle api che vi ronzano intorno. Sto lì dunque, quando all’improvviso sento qualcosa sulla schiena. Mi rendo subito conto che si tratta di un paio di tette belle sode. Sono poggiate su di me e spingono contro di me. Problemi della folla, mi dico. Intanto apprezzo quel fugace contatto ma ne fuggo e mi faccio un po’ più avanti, per quanto possibile. Quelle tette sode però tornano alla carica e le sento spingere contro la mia schiena. Sembrano seguire ogni mio movimento. Sono sempre lì che premono e segnalano la loro presenza, come se fossero alla ricerca di attenzioni. Attenzioni che non avrebbero fatica a riscontrare, considerando la consistenza che avverto. Inizio a chiedermi se quel contatto sia voluto o meno, intanto provo a girarmi per vedere chi &egrave dietro di me. Riesco a scorgere un po’ del suo viso. Mi restano impressi gli occhiali e quella cascata di capelli neri che avvolgevano un viso dall’ovale perfetto. Una bella ragazza, senza ombra di dubbio. Durante il mio rapido sguardo, non sembrava interessarsi a me, eppure i nostri corpi erano a contatto e io sento chiaramente il suo seno poggiarsi su di me come se nulla fosse. Non mi dispiace questa situazione. Mi piace quel contatto e vorrei che diventasse qualcosa in più. Mentre la fila fatica ad avanzare, inizio a immaginare quel seno liberato da vestiti di ogni sorta e tutto a mia disposizione. Sento che &egrave grande, direi una quarta. Visualizzo dei bei capezzoli da mordere finché non emette un gemito di piacere. Immagino il mio cazzo affondarvi dentro mentre lei osserva, in attesa dell’apice del piacere che le si riverserà sul volto. Lei intanto non sembra voler porre fine a questo contatto e io invece decido di far chiarezza sull’intenzionalità o meno, o comunque di portarlo a un livello successivo. Con la mano destra, cerco la sua gamba, per creare così un nuovo punto di contatto. La trovo. Sento il tessuto delle calze e noto che non si sposta. Lo crede accidentale, penso. Mi faccio più audace, allargo il palmo della mano e inizio una lieve carezza che lentamente sale, arrivando alla gonna. Ancora nessuna reazione da parte sua. Il seno continua a premere su di me e la gamba resta lì, come se apprezzasse il contatto . Difficile che non si sia accorta dei miei gesti, seppur discreti. Inizio a prospettare degli sviluppi interessanti, così avanzo ancora con la mano e cerco i suoi glutei. Arrivo al suo sedere, lo prenderei a morsi prima di tuffarmi tra le gambe e dissetarmi del suo frutto del desiderio. Sono molto eccitato dalla situazione che si &egrave creata e sono pronto a osare ancora di più. La palpo fregandomene di chi c’&egrave intorno e del fatto che qualcuno potrebbe vederci. La calca e le luci soffuse giocano a mio favore. Sento quel culo voluttuoso e inizio a pensare che a breve sarà mio. Lo sento che sta apprezzando, che posso andare avanti e che questo gioco sta soddisfacendo entrambi, prima di passare ad altro, prima di sfogare i nostri istinti nel primo posto disponibile. Un cesso, all’aperto, in una macchina, non mi importa. Voglio che al termine di questo gioco la sua bocca avvolga il mio cazzo, che si sieda su di me in modo che possa baciare le sue tette mentre la scopo. Però non oso girarmi, non voglio che qualcuno si accorga di quel che &egrave in atto e voglio continuare il gioco finché &egrave possibile. La immagino chinata mentre la prendo da dietro e affondo i colpi ogni volta più profondi, i nostri respiri affannati e le mie mani che la afferrano per i fianchi. All’improvviso, sento una mano, la sua. Mi accarezza da sopra il pantalone, assapora il mio cazzo duro e lo tocca per tutta la sua lunghezza con un tocco delicato. Pregusto il paradiso, penso che a breve ci apparteremo e sarà mia. Ma quel contatto dura meno di quanto mi aspettassi. La sua mano sparisce, la coscia e il sedere che stavo accarezzando si spostano e anche le sue tette smettono di spingere contro di me. Tutto a un tratto crolla il mondo. Mi giro e vedo una massa di capelli neri avvinghiata a un altro ragazzo. La vedo salutarlo calorosamente e rimettersi in fila chiacchierando allegramente, almeno nei momenti in cui le loro lingue non sono intrecciate. A quel punto &egrave chiaro che quella carezza &egrave il massimo che otterrò da lei questa sera. Non ci sarà spazio per me, sono stato solo il divertimento di un momento durato troppo poco. Intanto l’oasi &egrave più vicina e già so che il pensiero di quelle tette e di quella mano mi accompagneranno quando, tornato ubriaco a casa, cercherò di calmare il mio spirito prima di dormire.

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