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Racconti Erotici Etero

Oltre la scogliera

By 12 Aprile 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

10 anni fa.

Daniela: – Quest’estate è proprio matta!
Pamela: Ah, ora è l’estate ad essere matta?
D.: – Uff e allora non ti racconto nulla!
P.: – Mih che permalosa che mi stai diventando!
D.: – Ahahaha! Scherzo…

***

Cinque Terre, primi di luglio.

Spensi il portatile dopo aver scritto una mail a Martina. Quella ragazza mi piaceva, sapeva accendermi con le sue parole, le mancavo e io cercavo di arginare il suo ardore. Mi voleva, ma come si poteva fare? Stava lì a Perugia, sposata con Matteo ed anch’io, per non nascondermi dietro ad un dito, ero sposata anche se solo pro-forma ormai. Rimuginavo questo mentre mi recavo alla spiaggia dove avevo conosciuto giorni prima una coppia di Torino, Antonella e Franco ‘ suppergiù miei coetanei, in vacanza lì per la prima volta insieme ad un loro amico di nome Enzo, originario di quelle parti. Erano simpatici e da un paio di giorni facevamo gruppo fisso, spiegavo loro le attrattive contemporanee della zona essendo un’assidua frequentatrice del litorale ligure e dove trovare i locali e ristoranti migliori.
Già dalle prime chiacchierate avevo però notato una cosa: lei era molto gelosa del marito, lanciava certe occhiate killer quando lui solo accennava a sbirciare qualche ragazza che passava e quindi per non creare disagio, cercavo di dare più confidenza a lei che agli uomini senza mostrarmi troppo (per esempio evitando di slacciare il reggiseno dietro la schiena per evitare il segno dell’abbronzatura).
La spiaggia dove di solito stavamo era molto bella ma costantemente affollata, quel che si dice un carnaio. All’improvviso, parlando di un ottimo ristorantino in cui ero andata una sera d’anni prima, mi ricordai che facendo un bel tratto lungo la battigia e scavalcando degli scogli si poteva arrivare ad un’insenatura molto bella e poco frequentata per via di questa scomodità. Quindi lanciai l’idea di andare a dare un’occhiata tutti insieme aggirando i sassi a nuoto per eventualmente tornarci l’indomani di buonora. Franco e l’amico furono subito entusiasti mentre Antonella era titubante vista la distanza da percorrere tanto che alla fine solo suo marito, munito di macchina fotografica ultimo modello e dopo mille raccomandazioni, si decise a seguirmi mentre Enzo restava a farle compagnia.
Ci incaminammo parlando del più e del meno, poi giunti in prossimità degli scogli gli dissi:
– Io li aggiro via mare, ci si vede oltre gli scogli.
Lui annuì e con circospezione proseguì sugli scogli, Canon appesa al collo.
Me la presi comoda in acqua, tanto che arrivai dall’altra parte che lui mi aspettava scattando foto.
– Ti piace?
– E’ bellissimo! C’è gente ma almeno c’è spazio per stendere gli asciugamani e rilassarsi!
– Già! E tieni conto che sono quasi le 7 di sera…
– Vero! Le piacerà, ne sono sicuro.
Scattava intorno e sorrideva.
Aprofittai dell’aggancio:
– Certo che non ti lascia respirare’
– Ahahah! L’hai notato, eh?
– L’ho notato sì! Ogni ragazza che passa ti tiene d’occhio per vedere se la guardi!!
– E quello è niente! Anzi, non so come mai io sia qui senza aver ricevuto almeno un pizzicotto d’avvertimento!
– Pure! Ma che vuoi che succeda?!
Sorrise scattando altre foto.
Senza indugi, sentendomi finalmente più libera, slacciai il reggiseno lasciandolo penzolare da una mano guardando in giro con noncuranza.
Franco reagì con evidente sorpresa.
– Ah no, eh! Non dirmi che è il tuo primo topless! Lasciami prendere un po’ di sole come si deve!
– No, no, è che’
– Tua moglie è ad almeno un km da qui, piantala! Odio i segni bianchi sull’abbronzatura e con tua moglie lì a fare la gendarmina ho evitato persino di tenerlo slacciato stando sdraiata sul ventre!
– Va bene, scusala’
Così cercò di fare l’indifferente, ma capii subito che la mia mossa l’aveva totalmente spiazzato. Ci sedemmo vicino all’acqua uno accanto all’altra e non potei fare a meno di notare che aveva gli slip rigonfi.
– Di già? ‘ pensai ‘ Cara mogliettina, a tener troppo stretto il guinzaglio poi viene a mancare l’autocontrollo’
Sorrisi e lo stuzzicai dicendo:
– Cavolo! Non ho messo la protezione solare, ma a quest’ora non dovrebbe farmi più niente’
Abboccò fissandomi il seno.
Sorrisi e voltò il viso di scatto, troppo di scatto.
– Ahah! Sei davvero imbranato! Devi allenarti ad essere più discreto. Ecco perché è sempre nervosa: ti fai scoprire!
– Ma dai, che dici?
– Dico che tu le guardi, ecco cosa dico. E lei se ne accorge. Girati.
Si girò lentamente.
– Puoi guardare, impara ad essere discreto. Mi piace essere guardata, ma devi saperlo fare. Se fissi o ti muovi a scatti, ti rovini.
Era meravigliato e super eccitato.
– Ho detto “se fissi”… non fissarle!
– Scusa…
Risi.
– Hai il permesso, ma fissare resta poco carino.
– Hai ragione…
– Sciogliti. Chi ci vede deve pensare che siamo assieme, non che sei un guardone!
Arrossì di colpo.
Lievemente gli presi la mano sinistra e gliela posai sul mio fianco sinistro, posai la mia spalla contro la sua.
Capito l’invito cominciò a sfiorarmi giocando con le dita.
In partenza molto titubante, poi meno teso.
– Finalmente! Come se fossi con lei, con naturalezza.
Lo lasciai fare per un po’, a quel punto ebbi un’idea.
– Dai, seguimi in acqua.
Mi alzai ed entrai fermandomi con l’acqua sotto il seno.
Mi raggiunse.
– E’ subacquea, giusto?
– Sì.
– Bene.
Con la sinistra, guardando verso la spiaggia, esposi l’erezione sott’acqua.
– Ma!?
– Zitto.
Cercava di guardarsi alle spalle.
– Fermo. Lasciami fare.
Lo afferrai, lo percorsi una volta per prenderne le misure. Era duro, pulsante.
Lui era sbalordito.
All’improvviso cominciai a muovere la mano avanti e indietro, veloce.
Bofonchiò qualcosa.
– Shhh ascoltami.
La mano andava e veniva.
– Questa notte ti ricorderai di questo momento e farai il bravo maritino focoso, capito? Gentile, premuroso e FOCOSO.
Ascoltava rapito, la mia mano non cedeva ritmo.
– Così focoso che si addormenterà contenta… e piacevolmente esausta.
Col pollice passai sulla punta. Si irrigidì.
– Intesi?
– S-sì…
– Vedrai che domani sarà più rilassata in spiaggia, dammi retta.
Lo sentii gemere e questo mi diede nuovo impulso e presi a muovere la mano con ancora più vigore. Un paio di volte rallentai il ritmo per poi farlo diventare frenetico. Percependo che non poteva resistere di più, strusciai l’unghia del pollice contro il frenulo facendolo euttare copiosamente sottacqua.
Franco continuava a gemere in un silenzio fatto di muscoli tesi.
Gongolavo, l’avevo fatto mio.
Lascia andare il pene, mi voltai standogli di fianco.
– Meglio se ti sistemi, no?
Sospirò sistemando i boxer con discrezione.
Lo guardai, poi abbassai lo sguardo osservando il serpente bianco in acqua:
– Ci terrei a che mi pensassi stanotte mentre fai il maritino focoso…
– Meglio tornare ora’ Passi dagli scogli?
– No… mi sa che ho le gambe molli.
Risi, legai il reggiseno ad un fianco delle mutandine e mi tuffai. Prima di uscire dall’acqua lo infilai nuovamente. Passeggiammo sino ai nostri ombrelloni e poco prima di arrivare gli dissi:
– Tranquillo, non è successo nulla.
E se a casa ti farà delle domande dille che hai scattato delle foto.
Lui sorrise rilassato e qualche minuto dopo raccontò alla moglie quanto fosse carino il posto. Enzo mi fissava incuriosito, io gli dissi:
– Caro mio, la prossima volta vieni tu a fare la passeggiata invece di fare il pigro.
– Dai, le ho fatto compagnia…
– Eh, ma non è carino stare da solo con una donna sposata!
Antonella rise di gusto:
– Ha ragione lei!
Sorrisi alla sua ingenuità.

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