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Racconti Erotici Etero

ormoni

By 27 Aprile 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Il tema di oggi &egrave scabroso.
Moralmente scabroso.
Riguarda il tradimento.
Un tradimento non grave, allegro e giocoso, ma pur sempre tradimento.
Per oggi ne parlerò solo nel ruolo di ‘terzo incomodo’, pur anticipandovi di avere vissuto anche gli altri due: tradito e traditore.
Dunque.
Taaanti anni fa, in un lontano reame’.
Scusate, mi sono fatto prendere la mano..
Tanti anni fa frequentavo un gruppo di simpatici amici.
Io avevo circa 25 anni, e gli amici erano coetanei.
Vi era però la sorella di uno di questi amici di circa dieci anni più grande. Trentacinque forse trentasei anni.
Oggi la definirei una ragazza, ma allora mi sembrava una donna matura.
Sposata senza figli con un tipo simpatico.
Scarsissimi però i rapporti con il marito.

Una sera , ad una festa lei viene da sola.
Non so perché tutti si mettono a scherzare sul fatto che io le dovessi fare da cavaliere.
Giuro non ne ho idea.
Non avevo mai, dico mai, manifestato il minimo interesse verso di lei.
A dire il vero, pur essendo carina, non mi piaceva tanto. Anche caratterialmente, non c’era questa grande affinità.
E poi era una donna sposata.
Per me questo chiudeva ogni pensiero malizioso.

Infatti la storia di oggi, più che sul tradimento ha un altro tema, almeno per me.
Ed &egrave ‘perché a noi uomini,alle volte, basta poco?’.
Dunque, la serata procede senza che io mi fili particolarmente Flavia (la chiameremo così).
Lei era piuttosto su di giri. Scherzava e rideva, talvolta mi si avvicinava, e partiva questo scherzetto del ‘cavaliere’. Ma io proprio, me lo ricordo bene, non la guardavo, né me la filavo.
A un certo punto il momento di passaggio.
(Uomini fessi sempre)
Io ero seduto accanto ad un altro. Parlavamo del più e del meno.
Eravamo seduti in poltrona.
Flavia si avvicina, in piedi . Noi facciamo un accenno alle gambe delle donne, o forse accenniamo alle gambe di una delle presenti.
Lei aveva una gonna lunga, leggera, un tessuto tipo seta.
Dice:’guardate che io ho delle gambe molto belle’.
Si china giù, prende il lembo della gonna, e tira su questa gonna, fino , quasi, all’inguine.
Io mi trovo , davanti al viso questa esposizione di gambe.
Per la precisione arriva a scoprire quel punto dei collant, in cui il tessuto diventa doppio (o si ispessisce), insomma dove la calza cambia colore.
Quindi, come potete capire, l’orlo arriva parecchio su.
Erano calze chiare, color carne.
Ma il tutto era straniante perché io ero seduto, e lei in piedi.
Bum.
Cambia in un secondo il mio modo di vederla.
Oggi non mi farebbe lo stesso effetto.
Ma stiamo parlando di un venticinquenne con una donna matura (una ragazza!, scusate: una ragazzina!)
Sposata per di più.
Oggi, vi ripeto sarebbe diverso, ma allora gli ormoni fecero la ola.
Quindi, donne, non pensate di appostarvi vicino alla mia casa per tirarvi su le gonne.
Poi se volete farlo, fatelo, me ne farò una ragione.

Quindi la guardo con altri occhi.
In primo luogo, effetto miracoloso già sperimentato più volte, da quel momento la vedo più bella.
Mi sembra flessuosa, magra, alta.
Quando poi stai così, noi sai più tornare indietro. Ti chiedi, perché pensavo che non fosse un gran che?
Lei mi provoca.
Ma c’&egrave un passaggio decisivo. Perché io non ho ancora preso la decisione di provarci.
Ad un bel momento c’&egrave un piccolo gruppo che chiacchiera.
Io sono seduto su una sedia. Lei si siede in braccio a me.
In un sito di racconti erotici una donna che si siede in braccio, con tutte le storie di donne che si fanno infilare di tutto negli orifizi , sembra poco interessante.
A proposito, ho letto di recente storie da sbudellarsi dalle risate degli appassionati di clisteri.
Ragazzi, il mondo &egrave fatto così!.
Voi pigliate me per il culo se volete, permettetemi però, di essere un po”..ironico’ sulla vostra allegra pratica.
Raduno di appassionati.
Un capobanda.
Meglio, una koenigin.
AMICI!
SIIIII!
Siamo tutti qui riuniti in questa solenne occasione per ripulirci vicendevolmente le viscere.
SIIIIII
Avete portato la peretta?
SIIIII
Ficcatela nel culo del vostro vicino!
SIIIIIII
Ora spruzzate!
Splosc
E ora tutti al cesso!
Fantastico. Che orgia inimmaginabile!.

Comunque ve lo dico, ormai la merda &egrave ASSOLUTAMENTE out.
Ci sono pratiche molto più raffinate, di origine orientale.
Conoscete il cannuling?
Non conoscete il cannuling?
Si prende una cannuccia appositamente fabbricata (in giappone le migliori, di osso di balena). Si introduce nel naso del partner e si succhia.
Si succhia forte forte forte.
Tutto il moccio che esce deve essere ingurgitato avidamente, oppure degustato in bocca per qualche istante e poi spruzzato in viso al partner.
Purtroppo &egrave una pratica erotica stagionale.
Si pratica molto d’inverno, nella stagione dei raffreddori (ice cannuling) e in primavera nella stagione delle allergie (hot cannuling). Naturalmente vi sono esperti in grado di distinguere alla prima stilla, un moccio da raffreddore (dove c’&egrave anche il sottile brivido del contagio) , ed uno da semplice allergia.

Eravamo rimasti a lei in braccio a me.
Intanto il gesto &egrave comunque di rottura, ma non troppo. Perché l’abitudine di toccarsi e a mettersi l’una in braccio all’altro era diffusa.
Però, qui la novità. Lei non si siede per traverso. Si siede per lungo.
Mi spiego. Le nostre gambe vanno in parellelo.Quindi io seduto, su sedia. Lei seduta su di me, come sulla stessa sedia. Quindi mentre normalmente in braccio ci si siede a croce, e le gambe sono appoggiate sulle gambe, qui la situazione era diversa.
Siccome era leggermente sfalzata rispetto a me, l’incavo delle sue chiappe si poggiava sulla mia gamba. Insomma avevo la sua topa appoggiata sulla coscia.
Aveva sempre quella gonnella leggera leggera di seta, e percepivo, violento, il calorino della sua topa sulla mia gamba. Mano a mano che si parlava lei si muoveva, ed io non potevo non percepire quel contatto.
Mi sono eccitato.
Un po’ mi vergogno a dirlo, ma credo che sia normale, soprattutto se il maschio vive una condizione post-adolescenziale (pippe da mane a sera), fortunatamente ad oggi terminata (che ora &egrave?, si!, &egrave terminata quattro ore fa).
Quindi il cazzo si induriva (pur non essendo a contatto con lei). E a me sembrava che la topina si ammorbidisse e si scaldasse.
Si scaldava certo la discussione.
‘noo, diceva lei, non dobbiamo accettare questo e quello’ e si muoveva in avanti, scorrendo su gamba e gonna (perché la gonna aderiva alla gamba, ed era la calza di nylon che scivolava sulla seta della gonna).
Sfruuuschhhh. Sfruushhh.
‘siii, hai ragione, hai letto l’altro giorno l’intervento di tizio su ‘Il Ferrotranviere’?, incredibile, allucinante, e la dichiarazione di Caio ?
Eravamo tutti communisti (che &egrave più ‘ e meno- di comunisti), e discussioni così erano pane quotidiano.
E’ molto bella questa scissione.
Da un lato tu partecipi al discorso generale. Dall’altro presti attenzione alla fica che ti struscia sopra la gamba.
Mi sono fatto una convinzione, l’uomo di destra in un simile caso presterebbe attenzione solo alla fica.
Non &egrave scemo lui, &egrave l’uomo di sinistra che spesso &egrave malato di politica.
Comunque ricordo perfettamente che ad un certo punto sul giochetto fica-gamba, prende il sopravvento la discussione, ed io, al colmo dell’indignazione per un’affermazione che non mi aveva convinto (tipo: sono meglio gli autobus con il numero dietro che con il numero davanti) la scrollo di dosso e MI ALZO.
Nel frattempo si era ammosciato.
A questo punto ci distraiamo tutti e due fino a fine serata.
Qui inizia una fase divertente.
La fase strategica.
Apprestandosi la fine della serata ed il momento di ritornare a casa io inizio a pensare il modo di rimanere solo con lei.
Semplice:
‘ti accompagno a casa’
‘ok’
‘Scusa Ombra potresti portare a casa pinco pallo, che &egrave senza macchina?’
‘eeehh”
‘ma dai, abita vicino a te, non vuoi mica che ci vada io?’
Non so dire di no. E poi, povero Pinco Pallo, doveva pur tornare a casa.
Problema: la distanza più breve tra due punti &egrave la linea retta.
Se definiamo alfa il luogo dove ci troviamo alla festa, beta l’abitazione di lei, gamma l’abitazione di Pico Pallo e delta la mia , le troviamo perfettamente allineate in bell’ordine su una linea retta.
Di conseguenza il percorso logico era ‘alfa-beta-gamma ‘delta’
Manco per il cazzo.
Non conoscete le geometrie alternative?
‘allora caro Pinco, prima di tutto mi conviene accompagnare te.’
‘ma no, scusa, se passi di là, lasciamo prima lei, poi prosegui dritto ed arriviamo a casa mia’
FATTI I CAZZI TUOI, volevo dire
‘ma no ti sbagli, &egrave meglio così’.
Per fortuna Pinco, che pure non aveva capito la situazione, era un ragazzo tranquillo, e non insistette.
Lo scarichiamo. Poi bisognava in teoria andare a casa di lei.
Considerato che,
a) ero ripartito dopo avere lasciato Pinco
b) Non ci volevo provare mentre la macchina era in marcia.
c) Non mi sentivo di deviare la macchina su una strada buia
d) Sono un uomo senza fantasia (‘guarda uno sbarco di extraterrestri!’)
dico ‘devo comprare le sigarette’
Mi accosto, scendo, compro veramente le sigarette, e risalgo.
A questo punto la bacio.
Lei mi bacia stentatamente.
A voi sembrerà strano.
Direte: ma, cazzo, in tutti i racconti a questo, sulle prime, lo baciano stentatamente.
Ora, devo dire, non ci avevo fatto caso fino ad ora. Però, ripercorrendo (in vostra compagnia) la mia vita, sembra proprio che sia così.
Non &egrave capitato sempre, però , mi sembra, più del normale.
Mah!
Si vede che non sono il fico che penso di essere.
Ci penserò domani.

A sto punto riparto.
Arriviamo sotto casa sua.
Io lì non volevo fare nulla. Invece lei si avvicina con il volto e mi bacia.
A questo punto mi riparte il desiderio di toccare ciò che avevo desiderato.
Quindi vado sulla gamba ed alzo la gonna, piano piano.
Lei non me lo consente.
‘giù la gonna’
Continuiamo a baciarci.
A questo punto struscio da fuori, vado con la mano sulla topina, che percepisco attraverso i tessuti.
Lei apre la portiera della macchina.
Continua a baciarmi e scende con le gambe.
Chi passava vedeva una con i piedi fuori dalla macchina, una mano sulla fica, che baciava uno al posto di guida.
E così ci salutiamo.

Passa qualche settimana. Non mi azzardavo a chiamarla. Erano i primi tempi dei cellulari, si doveva chiamare al fisso, un casino.
Né, per verità, ero così desideroso.

Finch&egrave un giorno accade l’imprevisto.
Dobbiamo andare tutti ad una gita fuori. Il marito non viene. Appuntamento al ristorante Tal dei Tali (buon posto , andateci!).
Io vengo designato (o forse mi offro) come autista.
Quel giorno avevo casa libera.
Il piano si crea da solo.
Vado con anticipo, lei scende, partiamo.
Quando sale le prendo la mano.
‘allora come stai’
‘bene e tu?’
Le mani si attorcigliano. Ogni tanto cambio la marcia, e lascio, ma poi torno dalla sua mano.
Niente proposte fin quando non arriviamo quasi nella mia via.
A questo punto’senti, vuoi vedere la mia casa’
(la mia collezione di farfalle)
‘ma non so’ intanto io devio la macchina e mi dirigo, tra il lusco e il brusco (ma chi sono poi sto lusco e sto brusco?), verso la mia casa.
‘dai ‘un attimo!’
‘vabbene’
Saliamo in ascensore.
Ora il presupposto &egrave che dobbiamo consumare il tutto in, tuttalpiù, un’ora.
Più che sufficiente per scopare.
Assolutamente insufficiente per corteggiare.
Io odio questa cosa. Già di per sé, la sensazione di avere un orizzonte temporale limitato mi disturba.
Io voglio godermi la cosa con tutto il tempo a disposizione, godendo ogni particolare.
Ma d’altro canto’così &egrave.
Quindi decido di saltare i passaggi intermedi.
Appena apro la porta, la afferro da dietro, le acchiappo un seno con una mano, e con l’altra la fica, e la stringo in un abbraccio. Poi la spingo verso il tavolo, e la piego sopra.
Mi struscio da dietro sul suo sedere.
Poi razzoliamo verso il divano.
Le strappo via i pantaloni e le mutande tutto insieme.
E glielo ficco dentro.
Lei inizia a dire
‘noooo’
‘nooo, ‘.no, ‘dai nooo!’
Ce l’ho già dentro, &egrave un po’tardi per i ripensamenti.
Poi non capisco se devo credere al ‘no’ che viene pronunciato con voluttà (che parole amici!), o se devo credere alla sua espressione.
Mi sembra di dovere credere alla sua espressione, per cui spingo di più.
Sempre con questo senso di urgenza animalesca.
Ecco, sto facendo ‘la sveltina’.
Lei però continua a contorcersi dicendo sempre ‘noooo, noooo, noooo, Ombra noooo’
In quel momento mi vengono in mente tutte le storie su fatto che la donna deve potere cambiare idea fino all’ultimo, anche durante (e l’uomo no? Provate a tirarlo fuori e a dire : ‘ho cambiato idea non me la sento’ poi vedi gli schiaffoni che volano. Comunque, se volete farlo, fatelo proprio all’ultimo, quando lei dice ‘vengo , sto per venire!, allora lo tirate fuori e dite:’no! Ho troppo rispetto per te!, voglio farlo quando saremo pronti entrambi’).

Ad ogni modo questa storia del ‘no no no’, che magari in altre circostanze mi avrebbe eccitato, in quella occasione mi indispettisce.
In realtà le scopate si dividono in due categorie fondamentali.
Quelle in cui ti perdi completamente, perdi cognizione di te stesso, dell’altro, di dove ti trovi, del tuo corpo.
Quelle in cui mantieni la lucidità e la consapevolezza.
E’ chiaro che le prime sono più belle. E sono la gran parte, per me.
Ma non &egrave detto che le altre non siano belle. Un distacco dall’altro può anche essere eccitante.
Ti puoi godere quel singolo dettaglio del corpo, dell’espressione del viso, del seno.
La macchiolina, il neo, il bianco degli occhi, il disegno del pelo della topina.
Puoi pensare con lucidità alla situazione, scegliere con calma cosa fare.
Può diventare una serena degustazione del corpo dell’altra, del momento che stai vivendo.
All’interno di questa categoria vi &egrave una sottocategoria , però.
Quelle in cui il tuo distacco deriva dal fatto che non ti piace poi molto la scopata.
A me sarà successo due, tre volte, nella vita.
Lì i pensieri diventano sgradevoli.
‘che cazzo ci faccio qui?’
‘ma perché non so dire di no?’
etc.
E i dettagli che saltano agli occhi diventano negativi.
Non &egrave da gentiluomini dire ora cosa mi saltò agli occhi quel lontano giorno.
Posso solo dire che, quando ti prende male, anche le espressioni del viso possono infastidire.
Mi ricordo un amico che mi diceva , ‘non mi piace con x, non capisco perché deve fare quelle espressioni da film porno quando facciamo sesso’ (ed &egrave inutile che vi dica che mi venne una grande curiosità di fare sesso con quella ragazza. Non ci provai mai. Quando la vedevo, però, provavo ad immaginare sul suo volto le espressioni da film porno che poteva avere fatto).
Un’altra cosa.
Si parla spesso di chimica.
Quel giorno mi colpì in maniera sgradevole il suo sapore.
Il sapore del suo corpo non mi piacque. Vai a sapere perch&egrave. Mai mi era capitato, mai più mi capitò (il sesso non cesserà mai di sorprendermi).
Ed insomma ero li che pompavo, e non vedevo l’ora di finire.
Non venne male.
Nel senso che mi piacque come lei venne. Il suo viso si addolcì in quel momento. Io venni in modo puramente organico, con il piacere che inevitabilmente si prova quando si viene.
Ma la cosa curiosa fu quando andammo al bagno e lei uscì, tutta nuda.
Io la vidi e mi venne da domandarmi, perché Flavia &egrave qui, nuda?. Mi sembrava un fotomontaggio.
Il suo normale viso, ed appiccicato sotto, il suo corpo nudo.
Lei poi si slanciò in effusioni, che non mi sentivo di ricambiare.
Capii finalmente cosa si intendeva per ‘effetto botola’.
Dicesi così del desiderio maschile, post coitum, di avere vicino al letto una botola, da cui scomparire seduta stante.
Quella volta avrei voluto uno smaterializzatore tipo star treck.
Mi controllai, molto bene. Cercai di fare tutto con calma, ma due secondi dopo ero vestito di tutto punto : ‘andiamo che &egrave tardi’.
Niente coccole, niente baci (giuro, mi dispiace)
Durante la gita poi, lei mi veniva vicino, mi si accostava, ed io mi allontanavo.
Il racconto qui potrebbe finire.
L’ho prolungato solo per un motivo.
Il finale, veramente comico.
Vi ho detto che mi sentivo un poco in colpa con il marito.
Dopo due giorni lei mi telefona.
‘ombra, vediamoci di nuovo, può andare meglio'(questo il succo)
Declinai.
Ci vuole rispetto per gli altri, ma anche per se stessi. Non si può fare l’amore con qualcuno solo per non offendere la sua sensibilità.

Dopo due settimane mi telefona.
‘&egrave successo un guaio’mi dice.
‘dimmi’
‘mentre facevo l’amore con mio marito ho pronunciato il tuo nome’
Gelo.
Che dovevo dire?
‘e lui mi ha chiesto a chi pensavo’
Immaginate un sussurro dal profondo. Una voce che proviene dal fondo di una grotta. La mia voce in quel momento.
‘e tu che gli hai detto?’
‘ma ‘..che si era sbagliato’che non era vero”
Non c’era niente da dire.
Che dovevo dire?
Dovevo dire quello che state pensando voi ora?
A che pro?.
Io sono così. Quel che &egrave fatto &egrave fatto. Tanto vale prenderlo nel culo con allegria.

Da quel giorno il marito mi guardò con uno sguardo diverso. Era uno sguardo che diceva: ‘ti trombi mia moglie?’. Me lo sentivo addosso quando ero girato (fantasia?).
Per fortuna la frequentazione finì (o finì per questo?)
Ad ogni modo me lo sono meritato. Per cui’va bene così.

Morale per i maschietti:
non mi stancherò mai di mettervi in guardia dalle femmine. Attenti ai presunti errori involontari. In realtà non ne commettono mai di veramente involontari. Non in questo campo.

Morale per le femminucce:
va pure bene che pensiate a qualcuno quando fate l’amore con noi, ma ..cazzo.. almeno non lo invocate a gran voce.

ombra-rossa@hotmail.it

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