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OrgiaRacconti Erotici EteroTrio

Oscure Profondità Femminili

By 27 Marzo 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Silvia &egrave lì seduta sul suo letto, nella stanzetta dell’appartamento che divide con altre 2 universitarie; sta aspettando Luca l’amore della sua vita. O
meglio il ragazzo dietro il quale sbava da 2 anni, da quando erano compagni nel corso di chimica.
Luca era un figo da paura, ed era sempre in compagnia di ragazze diverse. E, fino a 5 giorni fa, lui non sapeva neanche dalla sua esistenza; poi Giulia (una delle
sue coinquiline) le disse “Io lo conosco bene, quest’anno frequentiamo 2 corsi assieme, se vuoi te lo presento”
Poi le cose andarono molto velocemente, più di quanto Silvia potesse immaginare, ed arrivò quella frase: “Sai, avrei proprio bisogno di una ragazza che
mi dia un po’ di stabilità. Una ragazza che sia disposta anche a dare, che assecondi i miei desideri; non la solita che pretende solo di fare sesso, convinta
che sia l’unica cosa che vuole un uomo!”
e la sua risposta: “Se fossi la tua ragazza farei tutto ciò che desideri!”
“Dici così solo perché ai bevuto un po’ e speri che ti porti in bagno a farci una sveltina…” l’idea procurò a Silvia un brivido lungo la schiena,
era un po’ che non sentiva un cazzo dentro di lei, ma lui continuò “… Facciamo così: stasera chiudiamo qui, domani vengo a casa tua e parliamo un po’ da
soli e se, da sobria, una volta che mi hai conosciuto meglio sarai ancora dello parere, proveremo ad impegnarci in una relazione. E ti prometto che, se così
non sarà, avrai comunque la tua scopata.”
E lei inebetita dall’inaspettata proposta “Sì! Sì! Sai dove abito?”
“No, ma so che abiti con Giulia; domani abbiamo una lezione assieme all’università. Terminato mi faccio accompagnare.”

I dubbi di Silvia derivavano dalla sua inesperienza, nella sua vita aveva avuto solo 3 uomini. La verginità la perse durante la festa di diploma con un suo
compagno a cui faceva il filo da tempo. Fu una sveltina di qualche minuto nel bagno e lei era talmente ubriaca da non ricordarsi se aveva provato qualcosa.
Aveva passato tutta la sua adolescenza a masturbarsi, guardando filmini porno su internet; fantasticando su quella che, nei suoi sogni, doveva essere la più
bella scopata della sua vita; e dopo aver aspettato tanto, aver sprecato la verginità, la demoralizzò tanto da buttarsi nella prima relazione che le capitò.
Così iniziò la sua prima vera relazione con un ragazzo che frequentava un’altra università in un altra città; in pratica divenne la ragazza da sesso di
quando lui tornava a casa. Un orifizio ad uso e consumo del suo fidanzato; il quale non si curava minimamente del suo piacere. Così la sua vita
trascorreva fra scopate senza piacere ed orgasmi solitari con una mano nel perizoma e l’altra sul mouse. Sognando di essere la protagonista dei film che
guardava, ed immaginando quei cazzi enormi dentro di lei. Come unico amico un fallo di gomma comprato una notte di soppiatto in uno di quei distributori automatici
che si trovano alle pompe di benzina.
Questo fino a Sebastian, un ragazzo francese che conobbe in vacanza, fu un’avventura di una notte; però fu il primo vero ed intenso orgasmo della sua vita. Da
allora, provato il primo vero bastone di carne, più nulla: sogni, internet ed il suo amico di gomma! Ridotta a farsi qualche masturbatina, pensando agli uomini
conosciuti nei locali e che, nonostante l’alcol ingerito, non ha mai avuto il coraggio di scoparsi. Nessuna mai furiosa come quella della sera prima, ripensando
alla serata con Luca, in cui per la prima volta si introdusse il vibratore per la sua intera lunghezza; menandolo dentro e fuori come una forsennata.

Da un paio di mesi, sotto l’insistenza della sua nuova amica Giulia, aveva deciso di trasferirsi in quell’appartamento; pensando che con maggiore
libertà la sua vita (sessuale) si sarebbe movimentata trovando il coraggio di lasciarsi andare. Ma le cose erano peggiorate; entrambe le sue coinquiline
scopavano come delle ninfomani. Alla sera, tutte le sere, era un continuo di sospiri, urla e cigolii; e le sembrava di vivere nella stanza accanto dei porno che
tanto adorava. In più, quando non incontrava qualche bel ragazzo in corridoio, guardava sconsolata il cestino del bagno pieno di preservativi usati. Alcune
sere c’erano delle vere e proprie feste, con l’appartamento pieno di ragazzi e ragazze (nudi) che si trasformavano in orge; ma non nella sua stanza. Questo
la demoralizzò ancora di più; si vergognava a dire alle sue nuove amiche che erano mesi che la sua micetta non provava un cazzo vero! Così la sera usciva e
andava ad ubriacarsi da sola, senza rendersi conto che, con tutto l’alcol ingerito, le sarebbe bastato vestirsi un po’ meno sciatto per concludere le serate
come nei suoi filmini.

Ripensando alla frase di Giulia “Guarda che non &egrave facile essere la sua ragazza, devi accontentarlo sempre” Silvia continua a ripetersi che
qualsiasi cosa desideri lei lo accontenterà, questa volta non si lascerà bloccare dalle sue paure mentali.
Però adesso però &egrave lì, seduta su quel letto, in attesa del suo grande amore e decisa a cambiare la sua vita.

Lungi dalla sua mente pensare che tutto questo &egrave frutto di un piano di Giulia, atto a soddisfare le sue oscure perversioni…

Finalmente sentì la porta di casa aprirsi, dovevano essere Luca e Giulia.
Silvia si precipitò in soggiorno e abbracciò Luca, lui cominciò a baciarla (per la prima volta) sulla bocca. Per lei

fu un evento inaspettato che la lasciò
disorientata per qualche istante; &egrave da quando era piccola che sognava che un ragazzo la baciasse in quel modo. Quando

si riprese si rese conto che il suo corpo
ed il suo Io interiore avevano reagito più velocemente di lei: stava succhiando la lingua del (quasi) fidanzato in

maniera oscena mentre la sua la avvolgeva
quasi in un abbraccio.
Rimasero un po’ in soggiorno a bere qualcosa con Giulia, abbracciati sul divano a darsi bacini, come se fossero stati

fidanzati da sempre. Poi si appartarono in
camera di Silvia.

Luca esordì: “Innanzitutto se vuoi essere la mia ragazza dovrai rispettare alcune regole. Vedi Io sono sempre

circondato da strafiche, che sono delle
belle scopate ma poi per il resto si rivelano delle vere delusioni.”
Silvia incuriosita “Che genere di regole?”
“Più che altro: igiene personale, abbigliamento, e comportamento rispettoso”
Silvia fa una faccia dubbiosa così Luca comincia ad illustrarle: “Innanzitutto ti voglio sempre pulita e

profumata'”
Silvia lo interrompe “Fai senza chiederlo”
“‘ per favore non interrompermi, e ti voglio sempre depilata estate ed inverno; ma non solo sulle gambe anche

braccia e pube. E mi raccomando il pube non
con la lametta, odio le ragazze che quando le lecchi grattano come un uomo il mattino dopo. Dovrai comprare spazzolino

deodorante e quanto ti serve da lasciare
a casa mia e mi lascerai tenere qui quello che serve a me”
A quella frase Silvia, che fin a quel momento era sulle difensive, si sciolse in un brodo di giuggiole; l’idea di

avere un suo spazzolino a casa dell’amato era
oltre i suoi sogni. Cominciò a bagnarsi immaginando lunghe notti a letto con lui; cancellando dalla sua mente tutte le

sue obiezioni sul dover rinunciare al
suo ciuffo nel basso ventre. E disse semplicemente: “Ok!”

Poi Luca continuò “Basta pantaloni o jeans dovrai portare solo gonne; non oltre il ginocchio o con lo spacco

lungo'”
Francesca ebbe da obbiettare “A me piacciono molto, ci devo proprio rinunciare?”
“Se farai la brava, te li concederò in qualche occasione. Continuando, devi portare scarpe con un tacco non

inferiore a 10 e quando esci con me almeno 12.
Mentre a casa puoi mettere quello che vuoi, ma quando esci devi avere sempre avere i tacchi!”
Silvia era consapevole che le uniche scarpe tacco 10 che aveva erano dei sandali che aveva comprato per il matrimonio

della cugina; ma stette zitta per non
sfigurare. In quell’occasione tornò a casa con i piedi doloranti, e a malincuore rinunciò definitivamente a tacchi

oltre il 5; ma ora doveva vincere le sue
inibizioni.
“Poi c’&egrave una cosa che ritengo fondamentale dovrai sempre, sempre, in ogni momento indossare le calze. Non mi

importa colore, spessore, se normali o a
rete; ma niente collant, gambaletti o calzini: solo autoreggenti, reggicalze o parigine'”
E Silvia “Non le ho mai provate, Io porto solo collant. Sarà l’occasione per iniziare.”
“Quando dico sempre intendo tutto il giorno tutti i giorni: estate ed inverno; di giorno e di notte; quando vai

in giro e quando sei in casa; in vacanza al
mare o in montagna e anche alla notte, a letto, per dormire.”
Lei ancora una volta “Ok!”
E Lui perplesso: “Non obbietti sul dormirci, di solito &egrave il punto in cui mi mandano a quel paese'”
“Io sono una freddolosa, ed i collant li metto abitualmente per dormire; pensa che nelle mezze stagioni metto

quelli al posto dei pantaloni del pigiama
perché mi tengono coperta anche i piedi. Non la vedo una cosa strana, devo solo cambiare tipo di calza.”
“A proposito, mi raccomando, quando dormirai con me ti voglio in babydoll! ‘” Anche questa frase fece

scorrere in Silvia un brivido di eccitazione,
in realtà non aveva mai indossato il babydoll ed anche questa volta stette zitta per paura far svanire il sogno.

“‘ Però potresti cominciare subito a
cambiare tipo di calza!”
“E come, non ne ho di autoreggenti!”
“Chiedi a Giulia se te ne presta un paio delle sue.”

Cosi Silvia andò in camera di Giulia e le chiese se aveva un paio di autoreggenti da prestarle; senza chiedersi

minimamente come facesse Luca a sapere che
Giulia le usava.
Giulia aprì un cassetto e prese una busta ancora sigillata “Toh, queste le ho comprate per errore non della mia

taglia, ma a te potrebbero andare; te le
regalo. Sono delle calze nere velate con la balza alta. Non sono adatte a questi freddi ma sono molto sexy, gli farai

girare la testa.”
E Silvia “Grazie, sei veramente un’amica!”
Quindi concluse: “Infilatele davanti a lui, molto lentamente. Vedrai come lo farai arrapare!”

In realtà era Giulia che aveva organizzato il tutto (per il suo piano); presentato i due, suggerito

qualcuna delle regole comprato quelle
autoreggenti apposta per l’amica;
e si era sincerata che Luca si arrapasse…

CONTINUA…

Silvia tornò in camera sua e senza indugiare si tolse le ballerine, poi slacciò i jeans e sfilò il collant color carne che aveva sotto;

rimanendo nuda
nella parte inferiore del corpo con solo un mini perizoma di pizzo nero. Si sedette sul letto, scartò la confezione, tirò fuori le calze e

cominciò ad
infilare la prima. Quando arrivò in fondo faticò un po’ a sistemare la balza, però facendo finta di niente passò alla seconda. Quando ebbe

finito si alzò
dal letto e si avvicinò a Luca, il quale chiese: “Lo vedi che stai molto meglio con le autoreggenti?”
Silvia si sentì un po’ in imbarazzo; poi guardandosi allo specchio si rese conto di quanto sembrasse una troietta, o almeno così si

sentiva.
“Per ultimo, quando stai con me, dovrai sempre avere diciamo la passera al vento
“Cavolo!! E la mia collezione di perizomi??”
“Se non sono aperti, li sfoggerai quando non stiamo insieme!”
“Aperti?”
“Sì, quelli che hanno il buco per la figa. Ma vedo che ancora non te lo sei tolto, dovresti provvedere!”
Un sussulto le percorse la spina dorsale: da un lato l’idea di mostrare il suo sesso all’amato, ma dall’altro l’imbarazzo per il fatto di

essere fradicia…

… ma non poteva tirarsi indietro e comincio ad abbassare il perizoma. Si accorse di una nuova ed inaspettata sensazione fisica: lo strofinio

della stoffa del
perizoma attraverso il nylon delle calze.
Appena le mutandine furono a terra le fu chiaro quanto fossero l’unica barriera a fermare i suoi umori. E che un rivolo le stava gia scendendo

fra le cosce;
lambendo il pizzo della balza. Era lì in piedi davanti all’amato, in autoreggenti e con la passera al vento, che grondava come se stesse

pisciando; lo sguardo
fisso in un punto preciso, ed in mente aveva una sola cosa: sentire quel fallo che la penetrava; e senza accorgersene se ne uscì con la frase

“E tu, non
mi fai vedere il tuo cazzo?”

Anche Luca era visibilmente eccitato, per non dire in piena erezione (forse più per la pillola di Viagra che Giulia gli aveva fatto bere di

nascosto); ma
aveva promesso a Giulia che non avrebbe abusato di Silvia fino a quando non sarebbe stata pronta. E Giulia per sincerarsene gli aveva fatto 3

pompini: prima,
durante e dopo la lezione all’università; svuotandogli completamente le palle.
Luca adorava scopare con Giulia; nonostante la sua vasta esperienza non c’era un’altra che lo facesse godere come lei, ed era ben conscio delle

sue parole
“‘ e se prima ti approfitterai di lei con me hai chiuso!” Del resto aveva sempre considerato Silvia una cozza, se era lì era solo per

volontà di
Giulia; ed era molto stupito della sua erezione.

Si sbottonò i pantaloni ed estrasse la sua maestosa verga completamente turgida con il glande violaceo che pulsava al ritmo del suo cuore,

dicendo per
cercare di togliersi d’impaccio “Però ricorda che abbiamo deciso di aspettare!”.
Spesso si dice che gli uomini ragionino col cazzo, ma anche le donne non sono da meno. In quel momento la sua passera vogliosa aveva preso il

sopravvento sul
cervello di Silvia; che si ritrovò a masturbarsi con una mano tra le cosce. Luca non sapeva più cosa fare; non si aspettava una foga simile

dalla ragazza,
c’era il rischio che si avventasse sul suo pene. Così cominciò a masturbarsi anche lui, aggiungendo: “Per stasera ci masturbiamo solo,

l’uno davanti
all’altra, interrompendo quando il primo di noi viene. Così suggelleremo il nostro amore nel desiderio reciproco!”; pensando che dopo lo

svuotamento
subito ci avrebbe messo un bel po’ a venire, mentre a quella velocità lei ci avrebbe messo pochi secondi.
Silvia voleva assolutamente che fosse il suo amato a venire e cercò di rallentare, ma la sua eccitazione era troppa (di pari passo alla sua

maestria nel darsi
piacere); e venne in un orgasmo furioso crollando a terra. Si ritrovò così distesa a gambe divaricate con il pizzo delle autoreggenti ad

incorniciarle le
cosce e la passera oscenamente esposta e fradicia dei suoi umori. Da quella posizione guardava ammirata l’asta del suo ragazzo in piena

erezione, e si allungò
per prenderlo in bocca.
Ma Luca la bloccò, interrompendo in quel momento la sua masturbazione: “Ricorda! Abbiamo deciso di aspettare!!”
Il suo sguardo era fisso sullo stipite della porta, socchiusa alle spalle di Silvia; dal quale si poteva intravedere la figura di Giulia, con

indosso solo un
babydoll di pizzo senza mutande (come abitualmente stava in casa), che li spiava. Si affrettò a rimettere il pitone nella tana, non senza un

certo dolore
dovuto al mancato sfogo.
Silva cercò di nascondere la sua delusione, dopo tutto erano mesi che la sua unica consolazione andava a batterie.

“Ora rimane un’ultima regola da chiarire, e questa vale per entrambi: ” continuò Luca ” riguarda il Sesso! Vedi Io sono

sempre circondato da
belle ragazze che mi fanno il filo, e ho sempre cercato di accontentarle; adesso mi spiacerebbe deluderle.”
“Ma adesso sei fidanzato con me, non puoi tradirmi! Io non ti tradirò mai!” sbotto Silvia, riprendendosi dallo stato post

orgasmico
“E tu come ti sei sentita quando un ragazzo ti mandava in bianco? ” ribatté lui ” Non ho intenzione di tradirti e non voglio che

tu mi tradisca.
Lasciami finire!
Io intendo la relazione con te sentimentalmente vincolante, ma sessualmente aperta. Ognuno di noi due può fare sesso con chi vuole, a 2

condizioni: primo che
ci si limiti a rapporti orali e anali; niente scopate in passera e niente baci sulla bocca. secondo che quando lo si fa lo si racconti

all’altro.”
Silvia rimase allibita, e riuscì a dire solo “Cosa?”
“In pratica puoi scoparti chi vuoi, purché ti faccia solo il culo e poi tu me lo venga a raccontare. Ed Io soddisferò le ragazze che mi

fanno il filo
solo nel lato B.”
Lui sapeva di mentirle, in quanto Giulia sarebbe stata fuori; e ricordandosi cosa aveva concordato con lei aggiunse:
“Anzi, vorrei che tu ti dessi da fare con i ragazzi a cui piaci; non voglio che rimangano delusi. E poi a me piace avere una morosa

intraprendente, e con
una certa esperienza; e, mi risulta, che tu abbia la teoria ma sia un po’ indietro con la pratica!.”
Silvia era rimasta come inebetita delle parole del fidanzato, aveva passato la vita evitando rapporti occasionali in cerca del vero amore; e

adesso se lo voleva
mantenere doveva darsi da fare (e molto) e con il suo sfintere ancora inviolato. E poi come faceva lui a saperlo, possibile che la cosa fosse

tanto evidente.

Poi guardando la faccia spaesata di Silvia, aggiunse “Questo vale solo per i ragazzi; con le ragazze puoi continuare a fare tutto anche

senza dirmi
niente. Non sono geloso!”
Silvia si sveglio di colpo dallo stato di shock in cui era precipitata “Con le ragazze? Ma sei matto?”
“Ma come tu e Giulia non scopate?”
“Cosa? Io e Giulia? Ma cosa ti sei calato?”
“Giulia &egrave lesbica! Vivete assieme e non lo sai?”
“No” rispose in maniera laconica, rimanendo completamente spiazzata.

In quel momento Silvia cominciò un viaggio mentale fra tutte quelle situazioni che finalmente trovavano una spiegazione. Di colpo venne

perversa da un
turbine di emozioni contrastanti:
si sentì in imbarazzo a ripensare ad alcuni sguardi di Giulia quando in appartamento stavano nude o in intimo, cosa che capitava abbastanza

spesso.
Si sentì sollevata dall’idea che Giulia avesse delle mire su Luca pensando che una lesbica per un uomo poteva provare solo amicizia.
E per finire ripensò ad alcuni dei filmini che aveva visto e si sentì eccitata a all’idea di coinvolgerla in qualche gioco lesbo per eccitare

il suo fidanzato
e non solo.
Questo le rammentò la sua mission, così si alzò e andò a sedersi di fianco a lui; lo baciò in maniera appassionata, appoggiando una mano sul

suo pene da
sopra i pantaloni.
E disse sussurrandogli in orecchio: “Qualsiasi cosa per farti felice! …” e senza nemmeno rendersi conto di quello che stava

dicendo; “… Vedo
che ti eccita pensarci avvinghiate a sollazzare in nostri fiorellini!”

Rimasero lì abbracciati a pomiciare per un po’; con la mano di Silvia sempre sul cazzo di lui si fece più audace tirandolo fuori e menandolo

con vigore.
Anche luca non si lasciò scappare l’occasione di essere abbracciato ad una ragazza nuda; e cominciò a masturbare la morosa.
Intanto anche Giulia, che si era messa in una posizione strategica per guardare e non essere vista, aveva cominciato a toccarsi.
Silvia era molto eccitata dalla situazione e nel vedere quanto lui ce l’aveva duro; fece in tempo a venire due volte prima di riuscire a farlo

venire.
Quando lui si riprese dall’orgasmo decise che era arrivato il momento di andarsene; anche per evitare che la cosa andasse oltre: ‘Adesso me ne

vado, ci
rivediamo quando ti sarai adeguata alle mie regole.’
‘Vedrai che ti accontenterò in tutto, qualunque cosa per il mio amore!’

Il piano di Giulia era scattato, qualunque esso sia…

Silvia aveva passato la notte insonne, troppa era l’eccitazione per essere finalmente fidanzata con l’uomo dei suoi

sogni; o forse per aver avuto fra le sue
mani dopo tempo un cazzo vero.
Comunque la nottata era passata con un susseguirsi di masturbazioni, immaginando i suoi orifizi profanati dalla

maestosa verga del moroso; e con il suo fedele amico
di gomma
a rendere la cosa un po’ più realistica.

Il giorno seguente le ragazze uscirono assieme a fare shopping; per Silvia era arrivato il momento di aggiornare il

suo guardaroba.
Giulia era vestita con un tailleur grigio col la gonna al ginocchio; camicetta bianca con il bavero in pizzo; calze

color carne e delle decolté tacco 10 color
panna fumé.
Silvia ha dovuto accontentarsi di quello che, nel suo guardaroba, rispettava le regole. Il pizzo delle autoreggenti,

che indossava quasi ininterrottamente dal
giorno prima, quando si sedeva faceva capolino dalla mini mettendola a disagio. E ai piedi aveva i sandali estivi da

sera, uniche scarpe col tacco 10 a
disposizione; ma fuori c’era freddo e con le calze velate aveva piedi e gambe gelati. Ma nonostante tutto era

determinata a non mollare.

Giulia, alla guida della macchina, disse: “Il programma &egrave questo: stamattina shopping sfrenato, cominciamo con

l’intimo, poi le scarpe e vestiti. A
pranzo andiamo in un locale che &egrave appena stato rimesso a nuovo dallo chef Cannavacciuolo durante un programma TV. E

questo pomeriggio lo passiamo nel mio
centro estetico: depilazione, sauna e a farci coccolare con un bel massaggio.”
“Ok! Oggi mi affido a te, sono sicura che mi consiglierai bene…”
“Io comincerei da un spaccio di intimo che conosco, se devi portare le calze tutti i giorni te ne serviranno a

pacchi! Ci faccio spesa spesso, hanno tanta
bella robettina a prezzi contenuti.”
“Sai con le autoreggenti non mi ci trovo poi così male, mi fanno sentire libera e sexy, poi se ti scappa di

andare in bagno sono fantastiche! Unica cosa
mi danno un po’ fastidio attorno all’elastico; e a differenza dei collant non sono proprio l’ideale per

dormirci.”
“Le prime volte &egrave normale, poi ci si abitua. Puoi sempre fare come me;…” Giulia tirò su la gonna con non

curanza in mezzo al traffico e mostrò
uno splendido reggicalze viola in pizzo con un perizoma in tulle coordinato “… Io preferisco il

reggicalze!”
“Ma non &egrave scomodo? E quando ti scappa con urgenza?”
“No, tutt’altro. Non hai più l’elastico a stringerti, non ti devi preoccupare che le calze cadano ed &egrave molto più

sexy. Molte ragazze sbagliano: il
perizoma va sopra al reggicalze; così te lo sfili, o te lo fai sfilare, come se avessi solo le calze.”
“Non vedo l’ora di provare!”
“Quelle sono autoreggenti che vanno bene per una serata intima, e poi non sono nemmeno della tua taglia. Però ci

sono anche delle autoreggenti fatte per
essere portate tutti i giorni. Comunque adesso facciamo incetta, poi quando siamo a casa ti faccio vedere”

Arrivarono allo spaccio, Giulia si diresse con sicurezza al reparto calze. Cominciò a riempire il carrello con i

tipi più svariati e anche Silvia ci infilò
dentro qualche pezzo che la ispirava. Poi passarono ai reggicalze “Qui hanno solo da tutti i giorni; prendiamo

solo il minimo indispensabile. Prenderemo
qualcosa di un po’ più di classe in una boutique.” disse Giulia scegliendo con molta cura alcuni pezzi che non

fossero troppo scialbi. “Adesso
prendiamo anche qualche perizoma.”
“Ma di quelli ne ho dei cassetti pieni! E poi con lui non li posso mettere.”
“Non come questi! Guarda:…” Giulia prese degli appendini dallo scaffale a cui c’era appeso solo delle

striscioline di stoffa. “…Su
provali!”
Silvia entrò nel camerino, alzò la gonna, si sfilò il suo perizoma e dopo un po’ di incertezza su quale fosse il

davanti ed il dietro si infilò il primo:
solo una strisciolina di stoffa che le passa in mezzo alla passera e che a mala pena le copriva il clitoride. Poi il

secondo: che invece aveva 2 strisce che le
circondavano il sesso accentuandolo nel contrasto con il pube coperto.
Giulia dice: “Dai fammi vedere come ti sta! …” In quel momento apre la tenda “… Allora come te lo

senti?”
Silvia si ritrova esposta in pubblico, con la gonna alzata, le autoreggenti in vista e la passera oscenamente esaltata

dal perizoma. “Mi sento una
troia!…” E sentendosi bagnare immaginando che fra gli spettatori ci fosse anche il suo Luca “…E mi

piace, li prendiamo tutti!”
“Ed ancora non l’hai provato con questo.” Le porge un reggiseno che Silvia indossa a camerino aperto e senza

tirarsi giù la gonna. Poi guadandosi
allo specchio si rende conto che quel reggiseno le lascia le areole dei capezzoli scoperte.
Giulia: “Sai sei veramente sexy e poi hai un seno fantastico, non capisco perché tu non sia piena di uomini? Ti

manca solo di depilarti, ma prima di sera
provvediamo.”
“Si vede che sei lesbica, Io in una donna non guardo il seno o se &egrave depilata!” Però il complimento della

amica la eccita ancora di più.
Ultimo il reparto notte, lì &egrave Silvia a far razzia sugli scaffali, ha ancora in mente l’immagine del giorno prima,

sceglie i babydoll più trasparenti e sexy
che ci sono. Giulia la calma “Se vuoi qualcosa di veramente indicato per dormire con lui, andiamo in un negozio

La Perla!”
Alla cassa fu un po’ imbarazzante: nel carrello c’erano più autoreggenti, perizomi aperti, reggicalze e babydoll che

in un bordello.

Quando furono alla macchina Silvia chiese: “Fermati un attimo in quel vicolo.” Giulia fermò la macchina e

guardò l’amica prendere qualcosa da uno
dei sacchetti; scartò un paio di parigine coprenti spesse, si sfilò i sandali e cominciò ad infilarle dicendo:

“Mi sto congelando piedi e gambe!”
“Non so perché tu ti sia messa quei sandali?”
“Sono le uniche scarpe tacco 10 che ho!”
“Anche se oggi uscivi con delle scarpe diverse non sarebbe cascato il mondo; Io non glie lo averi detto di

sicuro.” (bugiarda!)
“Se tradissi le regole che ci siamo posti &egrave come se lo tradissi con un altro uomo!”
“Quello lo hai rubato, là mi conoscono!” Esclamò Giulia indicando il perizoma aperto che indossava

l’amica
“No, ho fatto passare il cartellino! &egrave che quando hai aperto il camerino sono stata pervasa da una eccitazione

che non mi aspettavo. Non so spiegarti il
perché ma questo look da troia mi fa sentire bene. Così ho deciso di tenerli addosso.”
“Credimi ti capisco bene. Ti rendi conto che oggi dovrai spogliarti per provare i vestiti e c’&egrave rischio che ti

vedano?”
“Sì, e l’idea mi piace!” dicendo così si portò una mano sulla passera e cominciò a tintillarsi il

clitoride.

Arrivarono al negozio di scarpe; anche li fu Giulia a guidare i giochi.
Fece tirar fuori scarpe, stivali, decolté e qualsiasi tipo scarpa con tacco non inferiore al 12 e la maggior parte con

tacco 15 e alcune più alte. Silvia
sembrava una bambina al parco giochi, aveva passato ore ad ammirare scarpe come quelle. Ma, oltre alla esperienza

negativa, era sempre vissuta nella convinzione
che con il suo aspetto non longilineo non sarebbe stata bene.
Giulia fece accomodare Silvia su una poltroncina e chiamò un commesso molto carino per aiutarla a provarle. “Io

devo comprare una cosa intanto tu
provale”
Silvia allungò una gamba e la porse al commesso per farsi infilare la prima scarpa. Fece un cenno alla amica con uno

sguardo che faceva ben capire cha avrebbe
voluto farselo, e le sussurrò in un orecchio “E mi lasci sola con lui…”
“No lascio lui solo con te, guardalo…” sussurrò Giulia
Si rese conto che il commesso sotto i pantaloni aveva una erezione notevole. Poi realizzò che la mini era salita e,

oltre all’effetto stivale delle parigine e
alla balza delle autoreggenti che ormai era fuori dalla gonna, dalla posizione in cui era il commesso poteva vederle

la sua passera sbucare dal buco nel
perizoma e la cosa la eccitava molto.
Il quarto paio di scarpe erano delle decolté rosse con tacco 15 e plateau che Silvia avrebbe sempre voluto comprare;

era quasi in trance dalla felicità come
se non fosse lei a provarle.
Il commesso le infilò la prima e poi chiese “Come se la sente?”
Silvia rispose senza rendersene conto: “&egrave molto bagnata”
Ed il commesso: “Mi scusi?”
Silvia spalancò le gambe facendo salire la mini e scoprendo il pube “Sei scusato, ma adesso leccamela!”
Il commesso non se lo fece ripetere due volte e affondo la faccia in mezzo alle sue cosce e la lingua nella sua

passera, senza spostare il perizoma. Silvia
prese il cellulare ed inviò un messaggio Whatsapp a Luca insieme ad un selfie del perizoma indossato: [Ho comprato

molte cose sexy e mi sono bagnata. Ora un
commesso sta provvedendo con la sua lingua. TVB] Arrivò subito la risposta [Sono fiero di te] Silvia era finalmente

sbocciata, ed il suo Io interiore da
troietta infoiata era emerso; si sentiva come quella estate con Sebastian, però con un uomo che la ricambiava. Venne

molto velocemente; ma nonostante i suoi
umori fossero copiosi il commesso non si staccò, anzi continuò come se nulla fosse.
Arrivò Giulia “E guarda la mia amichetta…” Sghignazzando “… la lascio sola un minuto e subito ha un

uomo in mezzo alle gambe!”
Poi fece stendere Silvia, che era seduta sul bordo sul divanetto, sulla schiena senza che si staccasse dalla lingua

del commesso. Sollevò la gonna, sfilò il
perizoma e posizionò la sua passera sulla bocca dell’amica. “Dai lecca! Almeno fa godere anche me!”
Silvia cominciò a leccare l’amica con foga, ancora eccitata dal recente orgasmo. Per Silvia era la prima esperienza

lesbo; ma aveva all’attivo ore di porno e
pensò semplicemente a come avrebbe voluto essere leccata dal suo Luca. Vennero entrambe poco dopo; solo alla fine

Silvia realizzò di aver succhiato tutti gli
umori dell’amica, e le era piaciuto.
“Dai invertiamoci” disse poi Giulia al commesso. Così il commesso si abbassò la patta e tirò fuori un cazzo

enorme perfettamente in erezione e lo
schiaffò in bocca a Silvia, ancora intrisa del sapore di Giulia. Lui era talmente arrapato che senza accorgersene le

spinse il cazzo fino in fondo alla gola;
tanto da procurarle un conato. Lei si ritrasse ma lui le tenne ferma la testa e cominciò a pompare con foga,

scopandole la bocca. Intanto Giulia aveva
cominciato a leccare l’amica con la maestria e l’esperienza che solo una lesbica ha. Bastò poco e Silvia stava venendo

per la terza volta, in quel momento
anche il commesso, nonostante la scarsa prestazione della ragazza, venne copiosamente nella sua bocca; e per la prima

volta nella sua vita Silvia si ritrovò in
bocca il seme di un uomo. Fino a qualche giorno prima pensava che tutto questo le avrebbe fatto schifo; ma adesso,

come qualche minuto prima, succhiava e
trangugiava come se fosse il miglior nettare del mondo.
Silvia, ancora un po’ frastornata, si alzò si tirò giù la gonna e disse “Sei un bravo venditore, le scarpe le

prendo tutte.” gli diede un bacio
sulla guancia.
Il commesso “E le altre non le prova?”
“No; la taglia &egrave giusta. Però questi li metto subito” indicando degli stivaletti neri con tacco a spillo da

15.
Accompagnò le ragazze alla cassa e fece fare loro un extra sconto. Silvia ci arrivò per miracolo, rischiò di cadere un

paio di volte; ma venne salvata da
Giulia che, mettendole una mano sul culo per sorreggerla, le sussurrò: “Forse era meglio che oggi ti fossi

limitata al tacco 10!” e mentendole
spudoratamente “Il 15 &egrave difficoltoso anche per me che sui tacchi ci vivo!” Giulia &egrave una maniaca dei tacchi

fin da piccola (seconda passione, dopo il
sesso) ed utilizza abitualmente il tacco 10 come scarpa da ginnastica, arrivando a passare anche intere giornate sul

tacco 20 (e oltre); mescolando il piacere
femminile di indossarli con l’eccitazione maschile (ma da lesbica) di vederli indossati dalle altre .
“Ormai tutte le scarpe che ho ” facendo un cenno ai sacchetti che portavano ” sono dal 12 in su. E poi

preferisco rischiare adesso che c’&egrave
un’amica pronta a salvarmi!”

Quando furono fuori Giulia esordì “Se questo &egrave quello che ti tirano fuori un paio di calze ed un perizoma,

chissà cosa diventerai quando faremo sul
serio”
“Avrei voluto farmi fare il culetto, ma ho avuto paura! Lì sono ancora vergine, poi hai visto quanto ce lo aveva

grosso?”
“Ho gia capito, a te ci penso Io! Quando avrò finito avrai più paura di sentir dolore a prenderlo in

figa!”
“Cazzo voi farmi?”
“Primo ti svergino il culetto come nessun uomo sa fare, poi ti insegnerò a usarlo e a goderne come una seconda

figa. Quando infine prenderai il tuo primo
bastone di carne godrai talmente tanto che non vorrai più fare sesso senza prenderlo nel culetto.”
La frase dell’amica lasciò Silvia inebetita, ma allo stesso tempo molto eccitata. Cominciò ad immaginare quel commesso

che la prende e senza colpo ferire le
pianta il suo enorme cazzo nel culo lacerandoglielo, facendole provare assieme tutto il piacere provato nei 3 orgasmi

di qualche minuto prima.
Una volta sedute in macchina (non senza fatica per Silvia) si ritrova con una mano dell’amica nelle mutande;

“Brava, ti stai già bagnando all’idea! Sei
sulla buona strada, potremmo cominciare subito l’addestramento! Apri quel cassetto.” Giulia indica all’amica lo

scomparto centrale fra i 2 sedili.
Silvia lo apre e rimane di sasso; dentro ci sono plug e palline cinesi di varie dimensioni.
“Quello &egrave il mio kit da shopping! Tu pensi che lo shopping sia divertente, ma farlo con quelli dentro non

vorresti mai smettere. Dai voltati che te lo
metto dentro.”
“Quello piccolo spero? Non mi farai male?”
“Sì, stupidina quello piccolo; e te lo lubrifico bene prima! E comunque non voglio rovinarti il piacere di essere

sverginata” pensando in realtà ‘E
non rovinarmi il piacere di sfondartelo!’
Silvia si volta si alza la gonna e si scosta il perizoma, non curante di essere in un parcheggio pubblico.
Giulia prende il più piccolo dei plug a disposizione (più o meno come un pennarello); e cominciò a passarlo sulla

passera dell’amica. Quando Silvia comincia
a gradire glie lo infila dentro e la scopa; aumenta il ritmo molto velocemente, mentre lei sta già ansimando come una

forsennata. Presto porta Silvia al limite
dell’orgasmo (il 4′ in mezz’ora) e, senza rallentare, Giulia lo estrae e lo pianta nel culetto dicendo:

“Fatto!”.
Non un urlo di dolore esce dalla bocca di Silvia; ma viene in maniera prepotente urlando di piacere e schizzando (cosa

che non le era mai capitata prima),
sporcando il sedile della macchia.
Quando si riprende e realizza dice: “Cazzo! Ma non dovevi mettermelo con delicatezza?”
“Hai sentito male?”
“In effetti no. Ma mi hai praticante sfondata!”
“Se te lo avessi infilato lentamente, tu ti saresti contratta e avresti cominciato a dire che ti faceva male e di

andare piano. Però mi sembra che tu
abbia goduto? Così nel tuo cervello &egrave già nata un associazione fra godimento e un oggetto nel culo; credimi oggi hai

fatto un primo passo!”
“E tu non te lo metti?”
“Oggi no. Io poi di solito lo abbino con le palline davanti; ma quello che indosso &egrave un completino da oltre 400 ‘

e non voglio insudiciarlo prima di
averlo usato a dovere. Non so se mi capisci?’
‘Sì, capisco. E a me non le metti le palline?
‘No! Oggi ti voglio che concentrata sul dietro, ti prometto che quando il tuo addestramento sarà finito faremo una

giornata di shopping come dico Io”
Giulia percorse tutta la strada fino a negozio successivo con la mano destra fra il cambio e la passera di Silvia; la

quale arrivò al negozio grazie alle 2
stimolazioni in preda all’ennesimo orgasmo.

Arrivate davanti al negozio si pulirono con delle salviette, scesero e s’incamminarono. Per Silvia, a cui

cominciavano a far male i piedi, si presentò la più
ardua delle sfide della giornata: il suo andamento incerto su quei tacchi (per lei estremi) la obbligavano ad

ancheggiare, causando movimenti (per lei
fastidiosi) dell’intruso posteriore. A peggiorare la situazione la mano di Giulia, sempre ben piantata sul suo culo,

che con la scusa di aiutarla faceva muovere
ulteriormente il plug.

Nel negozio di abbigliamento la prospettiva non era così divertente come nel negozio di scarpe, c’erano solo

commesse’

CONTINUA…

Le ragazze cominciarono a girare per tutto il negozio, con Giulia che trascinava Silvia, la quale cercava di non cadere dai suoi nuovi trampoli. Non era
facile per lei, abituarsi al tacco 15 con il cuneo che le stimolava il posteriore; il tutto cercando di non farsi notare da altri, meno male il perizoma
impediva spiacevoli fuoriuscite.
Il negozio era abbastanza ampio, le commesse sembravano delle hostess di una compagnia aerea anni 50 tutte vestite uguali: tailleur bordeaux, calze color carne
con la riga nera e decolté nere tacco 12 (sicuramente non adatte per stare in piedi tutto il giorno). Unica differenza un fazzoletto al collo di colore
diverso.

Poi Giulia cominciò a far provare all’amica le mini inguinali e i vestitini presi sugli scaffali, sempre senza chiudere il camerino. Per lo meno ora non
doveva camminare, solo starsene ferma e provare i vestiti.
Silvia commentò sconsolata “Queste mini sono molto carine ma troppo corte, non potrò mai metterle.”
“Basta che ti abitui!” Rispose Giulia
“Non &egrave questione di abitudine, ma di centimetri fra calze e gonna.”
“Oggi giorno ormai non ci fa più caso nessuno, se ti guardi in giro sono molte le donne che mostrano il pizzo delle calze con noncuranza. Ci sono due
motivi per le autoreggenti: per comodità come faccio Io, o per essere sexy; ma in questo caso che senso ha non mostrarle?”
“In effetti hai ragione, l’avevo notato anch’Io. Però ci sono delle occasioni in cui non si devono assolutamente vedere, e le altre posso sempre mettere i
collant.” commentò Silvia sconsolata.
“Non &egrave vero: tu hai conosciuto mia sorella Anna? Lei indossa spesso delle mini così.”
“Si ma, come dicevo, lei le porta con i collant, non corre il rischio di mostrare la balza o la passera!”
“Mia sorella non ne ha mai indossati. Non sopporta le mutande, figuriamoci i collant! Lei &egrave da quando era piccola che non mette più le mutande e usa solo
autoreggenti.”
“Non &egrave possibile! Quando &egrave venuta a trovarci aveva sicuramente i collant. Con la micro gonna che indossava si sarebbe visto se avesse indossato delle
autoreggenti.
“Ti sbagli, Lei ha sempre la passera al vento! Ha delle autoreggenti con solo un elastico inguinale che non si vede, e niente perizoma. Ha delle manie
assurde: pensa che se qualcuno le vede la patata non glie ne frega nulla; il seno si vergogna a mostrarlo anche a me!”
“Cavoli! Che strano, come mai questo comportamento?”
“Non so esattamente, Io ero piccola quando smise di mettere le mutande. A questo devi aggiungere la sua mania per le mini. D’estate il topless lo accettano
ovunque, ma la passera al vento solo nelle spiagge di nudisti e anche lì sono polemiche perché lei vuole tenere il pezzo sopra; però negli ultimi anni le
cose stanno cambiando. Il bottomless sta diventando di moda, e sono sempre di più i posti dove &egrave una cosa normale, anche non in spiaggia. A me la cosa non
dispiace, soprattutto vedere tante belle passerine al vento! “
“Anche lei &egrave lesbica?”
“No no, solo cazzi. Pensa che non ha mai voluto nemmeno farsela leccare da me!”
“Poi, che cavolo &egrave il bottomless?”
“&egrave il contrario del topless, inizialmente significava non portare il pezzo sotto del bikini. Negli ultimi anni &egrave diventata una moda; per cui una ragazza
non usa mutande e si veste in maniera da mostrare la fighetta, un po’ come si fa con l’ombelico. Cosa che apprezzo molto! Ma per la maggior parte &egrave
semplicemente non usarle, quello che molte già fanno e che si &egrave sempre fatto; solo che adesso lo si rende di dominio pubblico senza scandali.’
Dopo questa disquisizione Silvia si convinse che doveva riuscire anche lei a portare delle micro gonne senza che gli altri si accorgessero delle autoreggenti; e
che comunque aveva sempre la scusa delle nuove mode.

Dopo un po’ che Silvia provava vestiti da sola cominciò a cercare l’amica. Una commessa le disse che era sul retro con la proprietaria. Appena entrò nel
retrobottega vide Giulia seduta su un tavolo con le gambe divaricate e una signora sulla cinquantina intenta a leccarle la figa.
Ansimando disse “Allora come &egrave andata la prova? Hai trovato qualcosa che ti piace?”
“Sì, qualche abbinamento. Anche Tu hai trovato quello che ti piace!”
“Lei &egrave mia zia Adele, proprietaria del negozio. Sai &egrave stata lei a insegnarmi tutto sul sesso. Visto che sei qua può insegnare qualcosa anche a te!”
“A me i giochetti da lesbica non interessano! Devo imparare a soddisfare Luca.”
“Appunto, a far pompini sei veramente pessima!! Prima sei stata solo fortunata: quel commesso, se non glie lo prendevi in bocca, veniva da solo nei
pantaloni! Adesso ti insegniamo noi.”
Adele nel frattempo si era alzata in piedi e si era tolta la gonna, mostrando uno stupendo completino intimo nero con perizoma, reggicalze e calze nere stile
anni 50. “Allora le piace il mio negozio?”
“Sì, ho trovato molte cose adatte al mio nuovo look! Però non ci sono ragazzi, solo commesse; non vedo chi mi può insegnare a fare i pompini!”
“Non ti preoccupare a te ci penso Io, se ha imparato Giulia, per te sarà uno scherzo! A te piace il cazzo, non mi farai la schizzinosa come lei?”
“Sì, sì! Però guardi che piace anche a lei!”
“Per forza, dopo la mia cura: da piccola l’ho sorpresa a 69 con una mia commessa a leccarsi a vicenda; sai Io assumo solo lesbiche. Allora le ho detto che
se non avesse imparato anche a succhiare cazzi la avrei denunciata e licenziato la commessa. …”
“Denunciato sua nipote? E per che cosa poi? E, perché succhiare cazzi?” interruppe Silvia
“In effetti Io non sono propriamente sua zia! Allora era solo una cliente pestifera, che veniva tutti i giorni a far perdere tempo alle commesse. Comunque
la prima volta le fece veramente schifo, vomitò anche. Poi imparò ad apprezzarlo. ‘”
“Continuo a non comprendere questa sua reazione.”
“Vedi, cara, una non può venire nel mio negozio a sollazzare le mie commesse; e rifiutarsi di far godere anche me!” Così dicendo si abbassò il
perizoma.
Silvia notò subito che c’era qualcosa di strano, ma non capì subito bene. Quando Adele con un gesto si toccò il monte di venere, Silvia rimase sbigottita.
Sotto il perizoma c’era un cazzettino floscio, di pochi centimetri, ripiegato all’indietro; e perfettamente circonciso, senza nulla che coprisse il glande.
Giulia intanto si era inginocchiata e si appresta a fare un pompino: “Vieni zia che ti preparo”. Ci vollero solo pochi istanti e quando Adele si
voltò aveva un randello di dimensioni notevoli in piena erezione.
Al che Silvia, che di scene porno ne aveva viste tante (ma vissute poche), esclamò: “Ma lei non ha le palle!” In effetti sotto il pene non c’era
nulla, nemmeno lo scroto vuoto; la pelle era perfettamente liscia fino all’ano.
“Sì cara mia, e prima che tu faccia domande inutili ti spiego un paio di cose: nell’antichità c’erano due tipi di eunuco quelli impotenti, che tutti
conoscono, e i giocattoli sessuali, Quest’ultimi venivano creati per compiacere le nobildonne: venivano circoncisi da bambini, costretti ad un intensa attività
sessuale fino a dopo la pubertà e poi privati delle palle. La castrazione dopo la pubertà toglieva loro la fertilità ma non la possibilità di avere
erezioni; e li manteneva in un continuo stato di frustrazione sessuale vista la quasi totale incapacità di avere orgasmi durante l’eiaculazione. La
circoncisione ne riduceva la sensibilità, e l’intensa attività sessuale ne allungavano le prestazioni; quindi erano il dildo perfetto: sempre pronti
prestanti e infoiati ma senza il rischio di procurare gravidanze.”
“E lei ha rinunciato per sempre agli orgasmi! Io non ci riuscirei mai” esclamò Silvia, che si stava già bagnando ,
“No tesoro, Io sono una trans! I miei orgasmi sono talmente intensi, che tu nemmeno immagini. Io vengo eiaculando anche senza toccare il cazzo, ma
attraverso il culo. Si chiama orgasmo prostatico femminile; ed &egrave la somma di uno maschile e uno femminile assieme, che assieme si moltiplicano a vicenda! Ma
non pensare che non goda col cazzo, lo potresti definire come un clitoride gigante; che puoi stimolare all’infinito.”
Silvia si limitò ad un “Wow!”, ma in realtà in quel momento non era interessata ai trans. La sua mente stava fantasticando di essere una nobildonna
e, al posto di avere un dildo di gomma, poter aprire l’armadio e trovarci un eunuco con un cazzo di 30 cm sempre pronto a scoparla.

Ma Adele la riporta subito alla realtà: “Cominciamo il tuo addestramento: la prima cosa che devi imparare &egrave tenere un cazzo in bocca senza conati. Ora
ti pianterò il mio randello fino in gola e lo terrò lì finché non ci avrai fatto l’abitudine; e guai a te se vomiti!”
Intanto che diceva così, aiutata da Giulia, le aveva preso la testa e infilato la sua verga in bocca in un sol colpo; per tutta la sua lunghezza. Silvia sentì
il glande toccarle il velopendulo, il conato di vomito fu immediato; ma strinse le labbra attorno a membro e cercò di ricacciarlo in gola, non senza piangere.
“Come avrai capito Io posso mantenere l’erezione all’infinito, per cui abbiamo tutto il tempo che ti serve per abituarti!” infierì Adele.
Tra l’altro la poveretta era in una posizione scomoda: era seduta sui talloni, con le cosce spalancate, e in quella posizione, con quei tacchi le caviglie e i
piedi le facevano male. La gonna le era salita all’inverosimile, molto oltre la balza delle calze, e ormai aveva la passera completamente esposta, e contornata
dai due lembi di stoffa del perizoma; che a sua volta spingeva plug ad addentrarsi nelle sue viscere.
Silvia aveva una strana sensazione nello stomaco, quella che lì il cazzo in gola riuscisse a toccare il palo nel culo. La cosa non le dava fastidio, anzi aveva
cominciato a grondare umori come una fontana; e senza accorgersene aveva cominciato a masturbarsi con una mano, mentre si massaggiava le poppe con l’altra.
“Hai visto la tua amica! Sta già imparando che toccarsi aiuta migliorare i pompini!” poi rivolgendosi a Silvia “Vai piano però, se continui
così finisce che mi allaghi il negozio!”
Dopo un tempo che sembrava interminabile Giulia mollò la presa, ma Silvia non si staccò; anzi provò a riposizionarsi per prenderlo, approfittando
dell’assenza delle palle, ancor più in profondità.
Giulia, la quale sembrava visibilmente eccitata dalla scena simil-lesbo, guardava l’amica con la faccia affondata nel pube della zia; quasi come se quel cazzo
non ci fosse più e stesse leccando una passera.
Fino a quando non Silvia fu costretta a staccarsi per prendere fiato.
“Ancora! E questa volta dai 3 o 4 pompate prima di entrare completamente; e altre 4 o 5 prima di uscire. Sempre con le labbra ben serrate”
Silvia cominciò ad eseguire, intanto Adele continuava con la lezione: “La prossima volta, durante le pompate devi massaggiare la cappella con la lingua. E
poi continuare a muovere la lingua durante l’affondo”

Adele era una insegnate imperterrita, non sembrava provare nulla, quasi che la ragazza stesse facendo il pompino ad un altro.
Si rivolse a Giulia “Ti sto facendo il favore che mi hai chiesto; tu sai cosa fare per me. Questa volta c’&egrave anche una sorpresa!”
“Grazie zietta. Provvedo subito’ disse Giulia
Silvia vide con la coda dell’occhio l’amica sparire dietro la porta che portava al negozio, per un attimo ebbe un attico di panico. L’idea di rimanere sola con
quella donna con il suo fare da Mistress, e che al posto della passera aveva un cazzo degno di un bull; la terrorizzava a morte. Però si riprese e pensò al
fatto che avrebbe imparato a dare piacere a Luca, e che una trans &egrave l’insegnate perfetta non solo sa dare piacere agli uomini prova piacere come un uomo; così
decise di darci dentro e diventare esperta di pompini, immaginando che quello sia il pene del suo Luca.

Dopo un bel po’ di tempo, quando Giulia tornò, l’amica si stava letteralmente facendo scopare in bocca dalla zia come una forsennata; e a terra, sotto la
ragazza, c’era una pozza di umori.
‘La tua amica &egrave un aspirapolvere!’ commentò la zia ansimando ‘Ho eiaculato già 4 volte! E ha ingoiato tutto senza fiatare.”
“Allora fingevi quell’aria da verginella frigida, sotto sotto invece sei una zoccoletta pompinara!” commentò Giulia “Mi sa che adesso ti tocca
anche imparare bene a leccar passere, ma presto provvederemo.” ‘probabilmente oggi al Ladies Cirlcle’ pensa
Poi rivolgendosi alla Zia: “Allora &egrave andata bene la lezione?”
“Sì! Si vede che le manca la pratica, ma la tecnica glie l’ho inculcata a forza.” risponde Adele
“E di là come andiamo?”
“Bene, ho gradito molto il regalo. Adesso poi puoi procedere con la seconda fase.” poi rivolgendosi ad entrambe “Adesso però ci penso Io a voi
due, altrimenti non andiamo più a pranzo!” poi prende un dildo da un cassetto della scrivania e lo porge all’amica.
Silvia rallenta un po’ il ritmo per prendere il dildo e infilarselo nella passera; intanto guarda l’amica che si &egrave messa dietro la zia; e quando si alza la
gonna ha l’impressione che anche lei abbia il cazzo.

Giulia comincia ad accarezzare le tette della zia da dietro, si inginocchia e passa al culo; poi comincia a leccarlo. “Dai..” sussurra Adele
Giulia si rialza, afferra le natiche della zia; e con un colpo secco la incula e comincia a pompare allo stesso ritmo del pompino.
Silvia ha l’impressione che il cazzo di Adele in quel momento diventi più grosso di prima, ma &egrave concentra sul dildo che le sta dando sensazioni inaspettate;
infatti menando il vibratore nella figa inevitabilmente il movimento si propaga al plug che a sua volta stimola il culetto. Sentirsi riempita in entrambi gli
orifizi per la prima volta la porta vicino all’orgasmo; anche Giulia, che ha aumentato il ritmo dell’inculata, comincia ad ansimare. Adele &egrave quella più al
limite, dopo un’ora di pompino ininterrotto, il cazzo della nipote che la incula stimolandole della prostata non le lascia scampo; &egrave la prima a venire: un
doppio orgasmo anale – “clitorideo” spaventoso, con un fiotto abbondante quanto una pisciata.
Silvia sente distintamente il glande pulsare dentro la sua gola, così si prepara a ricevere ed ingoiare gli umori della trans ed intanto accelera il movimento
del dildo; però rimane spiazzata dalla quantità e non riesce a contenerlo. Ripensando ai filmini che le piacciono tanto, in cui le ragazze vengono ricoperte
da rivoli di sperma; si eccita moltissimo e viene con spasmi vaginali e anali violenti, sparando fuori il plug.
Giuglia, che nel frattempo aveva aumentato il ritmo, viene anche lei qualche istante dopo; poi senza uscire abbraccia Adele e la bacia sul collo sussurrandole:
“Sei la zia migliore del mondo, con te mi diverto sempre un casino!”
‘Tu usi il cazzo meglio di un uomo, dovresti venire a divertirti qui più spesso!” risponde Adele; intanto che Giulia esce come &egrave entrata, di colpo.
Silvia, rinvenuta dall’orgasmo, ancora attonita: “Pensavo fossi una donna, non un trans anche tu”
“Cosa?? Guarda, questo &egrave un cazzo di gomma!” intanto comincia a sfilare dalla figa una protuberanza attaccata al pene che ha in mezzo alle gambe
“Si chiama Feeldoe, &egrave il massimo per noi passerine per provare le brezza di avere un cazzo fra le gambe!”
Poi porge a Silvia un dildo fatto a L; con un fallo dalle sembianze molto realistiche unito ad un plug allungato di dimensioni notevoli.
“Pensa che” continua “ne ho uno che mi permette di pisciare in piedi come mia zia!” ‘o dentro qualche bocca, come mi ha insegnato’ pensa
invece.
“Wow! Quello lo devo proprio provare!” esclama Silvia.
“Dentro o fuori?” chiede maliziosamente Giulia
“Entrambe.” risponde ingenuamente Silvia, ignara dei pensieri dell’amica.
Tutte e tre scoppiarono a ridere, poi si diedero una ripulita prima di tornare alla macchina. Però prima di congedarsi, Silvia fu costretta a promettere ad Adele che sarebbe tornata per continuare l’addestramento.

Nel viaggio di ritorno Silvia si dedicò a scrivere un lungo messaggio all’amato, descrivendo tutte le esperienze fatte nella mattinata, lasciando riposare
bocca, fighetta e culetto.
Arrivate a casa Giulia diede una mano a sistemare i pacchetti, poi si prepararono per il pomeriggio. (ma di questo leggerete nel prossimo capitolo)

Le fasi preliminari sono sempre lunghe, ed i piani occulti richiedono un’attenta preparazione!
Ma una domanda sorge spontanea: cosa avrà fatto Giulia quando si &egrave allontanata?

CONTINUA…

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