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Ero in ritardo. Mi ero fermato un po di più a parlare con una ragazza del mio corso e non mi ero accorto di quanto tempo fosse passato. Avevo poi cercato di sbrigarmi il più che potevo ma alla fine il ritardo l’avevo fatto e sapevo che a casa c’era lei infuriata ad aspettarmi.
Varcai la porta di casa in reverenziale silenzio, intimorito da cosa potesse aspettarmi, ma con mia sorpresa nell’ingresso non c’era nessuno ad aspettarmi. Tirai un respiro di solievo, ma sbagliavo a cantare vittoria troppo presto.
-Lorenzo sei rientrato? Vieni qua in cucina- mi disse
Andai in cucina con aria del cane bastonato, quando entrai la vista non mi dispiaque, lei era sul divano distesa vestita con solo una maglietta nera, ma sapevo che mi sarebbe toccato pagare pegno per quel ritardo.
– spogliati e poi inginocchiati- disse con fare deciso. Mi ci volle poco a spogliarmi e una volta inginocchiato si tiro su e mi poggio un piede in faccia.
-Ti sembra questa l’ora di tornare, cane? Non ti senti in colpa ad avermi fatto attendere?
– non volevo farti aspettare e solo che non mi ero accorto dell’ora
– non ti eri accorto? Ti pare una scusante? Bah sei un cane degenere ecco cosa sei. Muoviti e leccami i piedi va, magari potrei perdonarti se fai un buon lavoro.
– ma mamma tra poco dovrei vedermi con Claudia- risposi rendendomi conto di aver fatto un errore
– prima cosa cane, tu mi devi chiamare Padrona Madre, e secondo da quando nella tua vita di cane un’altra donna viene prima di me?
Aveva ragione, sapevo di aver sbagliato, e poi Claudia, la mia ragazza, ormai era abituata agli impegni disdetti all’ultimo momento. Feci per alzarmi per prendere il telefono e avvisarla ma mia madre mi fermo schiacciandomi con un piede il cazzo sul pavimento.
-dove vai cane, non hai capito che sei la mia puttana? Dovrai chiedermi il permesso anche per respirare oggi. E poi non ti avevo detto di leccare?
Iniziai a leccare avidamente, amavo quella donna anche se a volte si mostrava troppo se era con me, e con gli altri. Passavo la lingua tra ogni fenditura delle dita dei piedi e nel mentre chiesi:
– Padrona Madre posso respirare?
-si per ora puoi
– Padrona Madre posso permettermi di eccitarmi?
– puoi farlo, ma certo che sei proprio una schifosa puttanella per fartelo venire duro per tua madre. Che cane pervertito che ho.
Dopo un attimo che mi diede il permesso mi venne duro e sentendo il suo piede ancora sopra a premerlo per terra rischiai quasi di venire.
– certo che sei una puttanella mahai proprio un bel fisichino. Alzati
Mi alzai e mentre con una mano si mise a stringermi il cazzo più forte che poteva con la bocca e con la lingua si mise ad esplorare i miei addominali, sapientemente allenati dietro sua volonta. Il cazzo mi faceva malissimo, stringeva forte ma non piantava le unghie, e come sempre dovevo trattenermi per non venire. Poi si sposto e inizio a visitare con l’altra mano il mio ano, ma probabilmente era molto eccitata perchè infilo appena il secondo dito nel mio culo prima di sedersi di nuovo sul divano a gambe aperte e dirmi:
– omaggia il posto da cui sei venuto. Su leccamela, cane
Mi inginocchiai rapido e puntai con la lingua l’imene. Era un piacere leccargli la fica, senza un pelo, profumata alla rosa e sempre umida, e poi li dentro ci avevo vissuto nove mesi; era una fica speciale, soprattutto per me. Dopo un po a leccarli l’imene e le grandi labbra passai all’interno e con delicatezza scambiai con quella fica perfetta un lungo bacio alla francese. Poi disse:
-cane ci sono quasi
Aprii la bocca e feci un lungo respiro, lei si alzo e tenendomi la testa ben ancorata alla sua fica inizio a dissetarmi con la sua calda bevanda dorata. Si impegnava per pisciare forte, le piaceva vedere il suo piscio schizzare sul mio viso e scorrere giù sul mio petto e sul mio addome, e a dirla tutta piaceva anche a me, dapprima gustavo il suo sapore deciso e poi sentivo il calore sul viso e sul corpo scorrendo giù fino al mio cazzo, che ormai stava esplodendo. Ormai era molto soddisfatta di come si era evoluta la cosa, la conoscevo fin troppo bene. Si mise seduta ancora sul divano
-sei Ncora in tempo per uscire con Claudia?
-si- risposi. E lei:
– senti cane non ho voglia di pulire questo casino, e poi tra poco devo riandare al lavoro. Facciamo cosi tu pulisci tutto e io ti lascio scopare una mia gamba come un bravo cagnolino. Ok?
– bau
– bravo cagnolino- e mi accarezzo la nuca- vedi che ad obbedire si sta meglio
Poggio la gamba per terra e io, sempre abbagliando, mi aggrappai a essa e iniziai a strofinarci contro il cazzo duro, cercai anche di metterglielo tra le dita dei piedi ma mi blocco subito, ad ogni modo dopo poco le sborrai copiosamente la gamba.
– cane pero devi pulire anche la mia gamba. A dimenticavo di dirti che devi pulirla con la lingua.
E mentre leccavo la mia sborra da quella gamba liscia mi chiedevo se avrei fatto troppo tardi per uscire con Claudia visto che dovevo ancora pulire tutto quel piscio dal pavimento.

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